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Il concetto di innito in matematica Gerhard Gentzen, 1936-37

29 dicembre 2006
(Traduzione di Alberto Cozzi da The concept of innity in mathematics in Szabo The collected papers of Gerhard Gentzen, North-Holland, 1969. Loriginale ` Der e Unendlichkeitsbegri in der Mathematik, Semester-Berichte, Mnster in/W., 9th u Semester, Winter 1936-37, 65-80)

La grande controversia che si ` accesa negli ultimi decenni riguardo ai fondamenti e della matematica ` soprattutto una controversia riguardo alla natura del concetto di e innito in matematica. Nel seguito tenter` di caratterizzare nel modo meno tecnico o possibile gli specici problemi che ne sono coinvolti. Per prima cosa dar` una classicazione della matematica in tre distinti livelli a o seconda del grado in cui la nozione di innito ` usata nei vari rami della matemate ica. Il primo e pi` basso livello ` rappresentato dalla teoria elementare dei numeri, u e cio` dalla teoria dei numeri che non fa uso di tecniche proprie dellanalisi. Linnito e ` qui presente nella sua forma pi` semplice. Si tratta di una successione innita di e u oggetti, ovvero i numeri naturali. Parecchi altri rami della matematica sono logicamente equivalenti alla teoria elementare dei numeri, esattamente tutte quelle teorie i cui oggetti possono essere messi in corrispondenza biunivoca coi numeri naturali e che sono perci` numerabili. Quasi tutta lalgebra vi appartiene - dopotutto si o pu` dimostrare che i numeri razionali, i numeri algebrici, anche i polinomi sono nuo merabili - cos` come la topologia combinatoria, ad esempio, cio` quella parte della e topologia che tratta solo con oggetti le cui propriet` sono descrivibili con un numero a nito di dati. Il ben noto problema dei quattro colori appartiene qui. Tutta queste teorie sono, logicamente parlando, completamente equivalenti. E quindi suciente trattare con la sola teoria elementare dei numeri; i teoremi e le dimostrazioni delle restanti teorie possono essere reinterpretati come teoremi e dimostrazione di teoria dei numeri tramite una correlazione dei loro oggetti con i numeri naturali. Al problema dei quattro colori, ad esempio, corrisponde di fatto un equivalente problema di teoria dei numeri, bench il nostro speciale interesse per esso derivi naturalmente e soltanto dalla sua formulazione topologica intuitiva. Il secondo livello della matematica ` rappresentato dallanalisi. Per quanto e riguarda lapplicazione del concetto di innito, la caratteristica sostanzialmente nuova qui sta nel fatto che ora anche gli oggetti individuali della teoria possono essere essi stessi insiemi inniti. I numeri reali, cio` gli oggetti dellanalisi, sono e dopo tutto deniti come insiemi inniti, di solito come successioni innite di numeri razionali. E non fa dierenza se la particolare denizione scelta ` quella via e
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intervalli che si includono luno nellaltro, o sezioni di Dedekind, o qualche altro procedimento. Appartiene a questo livello anche lintera teoria delle funzioni complesse; niente di essenzialmente nuovo viene aggiunto. Il terzo livello di applicazione del concetto di innito si incontra, inne, nella teoria generale degli insiemi. Qui sono ammessi come oggetti non solo i numeri naturali e altre quantit` descrivibili a in modo nito, come al primo livello, ma anche insiemi inniti di questi, come al secondo livello, e, in aggiunta, insiemi inniti di insiemi inniti e ancora insiemi di tali insiemi, ecc., nella massima generalit` concepibile. a La classicazione data sussume tutti i rami della matematica. Per quanto riguarda la geometria, ad esempio, essa non presenta pi` oggi particolari problemi relati al u concetto di innito. Ci` che pu` apparire come un tale problema appartiene alla o o sica o occorre in forme equivalenti nellanalisi; le diverse geometrie possono dopotutto essere sempre interpretate in termini di modelli logicamente equivalenti presi dallanalisi. Vi sono essenzialmente due interpretazioni fondamentalmente diverse della natura dellinnito in matematica, che ora vi descriver`. Le chiamer` linterpretazione ato o tualista (an sich) e linterpre-tazione costruttivista (konstruktiv ) dellinnito. La prima ` linterpretazione della matematica classica come labbiamo tutti imparata e allUniversit`. Numerosi matematici hanno adottato la posizione costruttivista a sebbene non sempre nella stessa misura - tra cui Kronecker, Poincar, Brouwer e e Weyl. Questi nomi da soli indicano che abbiamo a che fare con una corrente di pensiero da prendersi davvero molto sul serio. Cercher` di far emergere lessenza della o posizione costruttivista vis-`-vis con linterpretazione attualista; nel poco tempo a disponibile ci` potr` essere fatto solo imperfettamente, specialmente tenendo conto o a che per la sua grande familiarit`, linterpretazione attualista ` diventata per noi a e una seconda natura e non ` facile adottare, per una volta, un modo di pensare assai e dierente. Comincer` con le antinomie della teoria degli insiemi. Abbiamo qui una situo azione in cui considerazioni attualiste hanno portato ad un assurdo che non sarebbe potuto emergere da una interpretazione costruttivista. Infatti sulla base del concetto del tutto generale di insieme che ` stato presentato prima ` possibile formare, e e ad esempio, anche il concetto di insieme di tutti gli insiemi; questo ` un insieme e correttamente denito. Pur tuttavia da esso seguono, comprensibilmente, delle contraddizioni: linsieme di tutti gli insiemi deve dopotutto contenere se stesso come elemento e in un certo senso - che pu` facilmente essere reso preciso - deve essere o pi` grande di se stesso, e ci` ovviamente non pu` essere il caso. Ad unesame u o o pi` accurato si palesa facilmente da dove viene lassurdit`: strettamente parlando u a , linsieme di tutti gli insiemi non deve essere considerato esso stesso come appartenente agli insiemi; ` una formazione successiva, per cos` dire, che produce una e collezione completamente nuova da una data totalit` di insiemi. E questa di fatto a la visione costruttivista del problema: nuovi insiemi possono, in linea di principio, essere formati solo costruttivamente uno per uno, sulla base di insiemi gi` costruiti. a Stando alla visione attualista, invece, tutti gli insiemi sono deniti n dallinizio dal concetto astratto di insieme e sono quindi gi` disponibili come tali (an sich) del a tutto indipendentemente da come singoli insiemi possano essere selezionati da essi per mezzo di speciali costruzioni. Questo punto di vista ha portato allantinomia.
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Se dovessimo provare ad esprimere lessenza della posizione costruttivista in un principio il pi` generale possibile, la formuleremmo circa come segue: Qualcosa u innito non deve mai essere ritenuto come completato, ma solo come qualcosa in divenire, che pu` essere perfezionato1 di pi` in pi` in modo costruttivo. Ricordo il o u u famoso detto di Gauss che luso di una quantit` innita come qualcosa di completo a non ` mai permesso in matematica. e Se si accetta di interpretare linnito costruttivamente, allora le dierenze visa `-vis linterpreta-zione attualista della matematica classica si manifestano non solo nella teoria degli insiemi, ma gi` nella teoria elementare dei numeri. Discuter` ora a o queste dierenze in maggior dettaglio. Nella teoria elementare dei numeri incontriamo linnito solo nella sua forma pi` semplice, cio` come successione innita di u e numeri naturali. Stando allinterpretazione attualista, possiamo considerare questa successione come una totalit` innita completa, mentre linterpretazione costruta tivista ci permette solo di dire: noi possiamo progredire sempre pi` nella succesu sione dei numeri e costruire sempre nuovi numeri, ma non dobbiamo parlare di una totalit` completa2 . Una proposizione come tutti i numeri naturali hanno la a propriet` , per esempio, ha in ognuno dei casi un signicato in qualche modo a dierente. Secondo linterpretazione attualista : la propriet` vale per ogni nua mero che possa in qualche modo essere estratto dalla totalit` completa dei numeri. a Secondo linterpretazione costruttivista invece possiamo solo dire che: non importa quanto andiamo avanti nella formazione di nuovi numeri, la propriet` continua a a valere per questi nuovi numeri. Nella pratica, questa dierenza tra le due interpretazioni `, comunque, irrilee vante. Una proposizione relativa a tutti i numeri naturali si dimostra normalmente per induzione completa, e questa inferenza ` manifestamente in armonia anche con e linterpretazione costruttivista; particolarmente per il fatto che linduzione completa ` basata dopotutto sullidea del nostro progredire nella successione dei numeri. La e situazione ` diversa nel caso di proposizioni esistenziali. La proposizione esiste un e numero naturale con la propriet` sta per, secondo linterpretazione attualista: da a qualche parte nella totalit` completa dei numeri naturali occorre un tal numero. a Sulla base dellinterpretazione costruttivista una tale asserzione ` ovviamente priva e di senso. Ma ci` non signica che per questa interpretazione le proposizioni esisteno ziali debbano essere riutate completamente. Se un determinato numero n, per cui vale la propriet` , pu` di fatto essere specicato, allora anche sotto questa interprea o tazione possiamo parlare dellesistenza di un tale numero; in realt`, la proposizione a esistenziale ora non si riferisce pi` alla totalit` innita dei numeri; sarebbe cou a munque suciente parlare solo dei numeri da 1 a n. Le dimostrazioni di esistenza che occorrono nella pratica dimostrano, in realt`, che un esempio pu` di fatto esa o sere dato. Comunque, sono possibili anche dimostrazioni in cui questo non ` il caso, e cio` dimostrazioni indirette di esistenza: si assume che non vi siano numeri per i e quali valga la propriet` . Se questa assunzione porta a contraddizione, si inferisce a che esiste dopotutto un numero per cui vale la propriet` . Pu` allora succedere a o che una procedura eettiva per produrre di fatto un tale numero sia del tutto non ottenibile. Dal punto di vista costruttivista, una tale dimostrazione deve quindi
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senso di costruito, NdT. completata, NdT.

essere riutata. Unaltra tecnica dimostrativa che diventa altrettanto inaccettabile da questo punto di vista e che viene di solito citata al riguardo, ` lapplicazione della e legge del terzo escluso a proposizioni riguardanti una quantit` innita di oggetti. a Secondo linterpretazione costruttiva, per esempio, non potremmo nemmeno dire: Una propriet` vale per tutti i numeri naturali o non vale per tutti i numeri nata urali. Il riuto della legge del terzo escluso sembra particolarmente paradossale, a prima vista, ma ` solo la necessaria conseguenza dellinterpretare linnito in modo e potenziale. Dopo tutto questa legge ` basata sullidea di una successione di numeri e completa. Ci` non deve essere interpretato nel senso che i costruttivisti ritengono o questa legge completamente falsa; dal loro punto di vista ` pi` corretto ritenerla e u come priva di senso. Di conseguenza non ha senso alcuno parlare della totalit` dei a numeri come di qualcosa di completo, precisamente perch di fatto la successione e dei numeri non ` mai completata, tutto ci` che ci ` dato ` un metodo per progredire e o e e estendibile indenitamente. In pratica queste forme di inferenza, che non sono ammissibili secondo linterpretazione costruttivista, raramente occorrono nella teoria elementare dei numeri. La situazione ` diversa in analisi e in teoria degli insiemi. Qui le dierenze tra le due e interpretazioni sono sostanzialmente le stesse di quelle descritte per i numeri naturali, quindi non le discuter` ulteriormente. Nellanalisi e nella teoria degli insiemi, o comunque, la portata della dierenza ` considerevolmente maggiore, con la cone seguenza che dal punto di vista costruttivista notevoli porzioni dellanalisi e quasi tutta la teoria degli insiemi non possono essere accettate. A questo riguardo, si dovrebbe porre attenzione al fatto che il conne tra ci` o che ` costruttivisticamente permesso e ci` che non lo ` non pu` essere denito e o e o inequivocabilmente in taluni casi limite e che le opinioni dei diversi matematici che aderiscono a questo punto di vista non sono tra loro identiche. Tuttavia queste dierenze non sono cos` importanti rispetto al quadro generale da giusticare una discussione pi` dettagliata. Parole come intuizionista (Brouwer) e nitista u (Hilbert) denotano posizioni costruttiviste in qualche modo diverse fra loro. Ora la questione basilare diventa: quale delle due interpretazioni ` di fatto core retta? Tutte e due sono difendibili. Da una parte abbiamo gli intuizionisti sotto legida di Brouwer con la tesi fortemente radicale che tutta la matematica che ` e incompatibile con il punto di vista costruttivista deve essere rigettata. Dallaltra, gran parte dei matematici sono comprensibilmente riluttanti a compiere un tale sacricio. Le antinomie, cos` dicono, sono di fatto fondate su una formazione inam missibile di concetti; ma tali concetti possono essere evitati grazie ad una opportuna delimitazione; lintera analisi e, a fortiori, la teoria dei numeri, cos` dicono, ` com e pletamente non obbiettabile. Sfortunatamente, la delimitazione delle inferenze non ammissibili pu` essere condotta in modi profondamente diversi senza che debbano o necessariamente portare a un punto comune denito, e devo dire che per me la delimitazione pi` chiara e coerente sembra essere quella data dallinterpretazione u costruttivista dellinnito. Dovremmo tuttavia essere riluttanti a rigettare lestesa parte non-costruttiva dellanalisi che ha, tra le altre cose, passato con successo lesame in una variet` di a applicazioni in sica. Hilbert vede nella sua teoria della dimostrazione uno strumento per risolvere queste dicolt`. Questa teoria intende chiarire quanto pi` a u
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possibile le relazioni reciproche tra le due interpretazioni dellinnito per mezzo di pure indagini matematiche. Come pu` essere fatto ci`? Il primo e pi` importante obbiettivo ` quello di o o u e stabilire la consistenza della matematica, se tale consistenza sussiste. Abbiamo qui dopo tutto largomento pi` forte a favore dei costruttivisti: linterpretazione attualu ista ha portato a contraddizioni nella teoria degli insiemi; chi lo sa se un giorno tali contraddizioni non possano comparire anche in analisi. Si potrebbe rispondere a questa obbiezione con una dimostrazione di consistenza per lanalisi. E infatti del tutto concepibile che la consistenza di una teoria matematica possa essere dimostrata con precise tecniche matematiche. Per comprendere questo punto ripensiamo al fatto che una proposizione che asserisce la consistenza ` formalizzabile come e unasserzione matematica; essa dice: non esiste alcuna dimostrazione allinterno della teoria che porti a contraddizione. Le dimostrazioni in una teoria possono diventare oggetti di indagine matematica, ossia della teoria della dimostrazione, cos` come i numeri naturali, ad esempio, sono fatti oggetto della teoria dei numeri. A questo scopo solitamente si formalizzano le dimostrazioni, cio` si rimpiazzano e le espressioni linguistiche nelle dimostrazioni con simboli e combinazioni di simboli deniti - alle inferenze corrispondono ora certi riarrangiamenti formali di combinazioni di simboli - cos` che alla ne otteniamo come controparte delle dimostrazioni particolari gure composte di simboli. Queste gure sono ora suscettibili di indagine matematica allo stesso modo delle gure geometriche. Per riuscire a dare una precisa delimitazione formale al concetto di dimostrazione in una teoria, ` ovviamente e essenziale, in particolar modo, che possa essere data n dallinizio una delimitazione delle forme di inferenza che occorrono nella dimostrazione. In pratica, il numero di forme di inferenza usate in matematica ` fortunatamente e relativamente piccolo. Se viene eseguita una dimostrazione di consistenza, alcune forme di inferenza devono certamente essere usate per questa dimostrazione. La correttezza di queste inferenze deve essere presupposta allinizio, altrimenti lintera dimostrazione sarebbe, ovviamente, circolare. Non pu` esistere nessuna dimostrazione di consistenza aso soluta. Quali tipi di inferenze debbano essere presupposte come corrette segue immediatamente dalle nostre considerazioni precedenti: le inferenze devono essere compatibili con il punto di vista costruttivista. Ladabilit` del punto di vista a costruttivista ` assunta e non messa in discussione. Lobbiettivo ` poi di dimostrare e e la consistenza del punto di vista attualista per mezzo delle inferenze costruttive. Recentemente sono riuscito a portare a termine una tale dimostrazione per la teoria elementare dei numeri, cio` per il primo dei tre livelli esistenti dei concetti di e innito3 . Corrispondenti dimostrazioni devono ancora essere eseguite per lanalisi e per la teoria degli insiemi, nella misura in cui questultima sia di fatto consistente. Nel corso di questa indagine di teoria della dimostrazione possiamo aspettarci di riuscire a comprendere pi` accuratamente quanto lontano possiamo spingerci senza u incontrare antinomie e di trovare risposte a ulteriori questioni a ci` correlate. o Quale sarebbe la relazione tra le due interpretazioni dellinnito, se la dimostrazione di consistenza fosse portata a termine? Anche allora si potrebbero sostenere opinioni diverse. Una possibilit` sarebbe il ritenere la dimostrazione di consistenza a
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come ancora insucientemente sicura facendo sorgere dubbi riguardo alle inferenze costruttive usate nella dimostrazione. Personalmente non ritengo questa obbiezione particolarmente pericolosa. Qualcosa si sar` pur sempre guadagnato se si ` fatto a e vedere che ladabilit` delle forme di inferenza della matematica dipende da un a numero minimo di inferenze ragionevolmente incontestabili; fare di pi` ` sempliceue mente impossibile; e sono certo che questa fondazione ` considerevolmente pi` sicura e u di quella fornita dallinterpretazione attualista. Pi` importante ` unaltra obbiezione sollevata dagli intuizionisti: anche se fosse u e stata dimostrata la consistenza, le proposizioni della matematica attualista rimarrebbero senza senso e dovrebbero quindi venir riutate ora come prima. Una proposizione esistenziale dimostrata indirettamente, per esempio, ` ritenuta senza senso; il e motivo ` che ad unasserzione di esistenza si garantisce senso reale solo se un esempio e pu` di fatto essere dato. E come pu` questo essere valutato? si dovr` ammettere o o a che una proposizione esistenziale dimostrata indirettamente ha un senso diverso, pi` debole rispetto a una che ` stata dimostrata costruttivamente; ma tuttavia un u e certo senso ` mantenuto. Inoltre, anche se non concediamo un senso immediato a e proposizioni dimostrate non costruttivamente, rimane pur tuttavia la possibilit` di a usarle per dimostrare proposizioni semplici come equazioni numeriche direttamente vericabili, che certamente non sono prive di senso costruttivo; tali proposizioni devono allora essere vere in virt` della dimostrazione di consistenza e potrebbe acu cadere che una dimostrazione costruttiva diretta per la stessa proposizione sia pi` u laboriosa o completamente inottenibile. Ci` sembrerebbe concedere alle forme di o inferenza attualiste almeno un valore pratico, che perno i costruttivisti dovrebbero riconoscere. Lintero problema del senso non mi sembra al momento essere pronto per un giudizio denitivo. E in particolar modo dalla ricerca in teoria della dimostrazione che ci si possono aspettare contributi signicativi per rispondere a questo problema. Rimarr` sempre alla ne un residuo che ` oggetto di opinione. a e Lobbiezione contro il senso delle proposizioni attualiste non deve essere presa in ogni caso troppo alla leggera; non ` interamente priva di merito. Credo che nella e teoria generale degli insiemi, per esempio, unattenta indagine da un punto di vista di teoria della dimostrazione confermerebbe alla ne la posizione secondo la quale tutte le cardinalit` che superano il numerabile sono in un senso molto preciso solo a entit` ttizie (leerer Schein) e che sarebbe saggio fare a meno di questi concetti. a Dopo queste considerazioni generali discuter` ora in dettaglio alcune delle dio colt` sollevate dalle dimostrazioni di consistenza; dovr` parlare, in particolare, del a o teorema di Gdel e del signicato dei numeri ordinali transniti per le dimostrazioni o di consistenza. Gdel ha dimostrato limportante teorema: La consistenza di una teoria matemo atica che contenga la teoria elementare dei numeri non pu` essere dimostrata - posto o il fatto che la teoria sia consistente - con tecniche dimostrative della teoria stessa. A prima vista sembrerebbe che la sola possibilit` di una dimostrazione di consistenza a sia diventata illusoria dal momento che una tale dimostrazione intende utilizzare tecniche pi` deboli di quelle contenute nella teoria che si vuole dimostrare consistente. u Rimane del tutto concepibile, comunque, che la consistenza della teoria elementare dei numeri, per esempio, possa essere dimostrata con tecniche che siano da una parte costruttive e non coinvolgano gli aspetti attualisti della teoria elementare dei
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numeri, ma che, dallaltra parte, trascendano ancora la struttura della teoria elementare dei numeri. Nella mia dimostrazione tale tecnica ` la regola di induzione e transnita applicata a certi numeri ordinali transniti. Indicher` brevemente cosa o si intende con questo e come questi concetti siano connessi con la dimostrazione di consistenza. Il concetto di numero ordinale transnito risale a G. Cantor ed in realt` appara tiene alla teoria degli insiemi. Comunque noi avremo bisogno solo di una porzione molto limitata dei numeri ordinali sviluppati in quella teoria - un segmento della seconda classe di numeri nella terminologia della teoria degli insiemi - un segmento che pu` essere costruito in modo strettamente costruttivo e che non ha niente in comune o con gli aspetti discutibili dellinterpretazione attualista che sono particolarmente evidenti nella teoria degli insiemi e che devono essere evitati nella dimostrazione di consistenza. I numeri ordinali transniti sono costruiti nel seguente modo: prima viene la successione dei numeri naturali: 1, 2, 3, ecc. Poi viene introdotto un nuovo numero , che per denizione si trova dopo tutti i numeri naturali. ` seguito da + 1, e quindi da + 2, + 3, ecc. Al di l` di tutti i numeri della forma + n segue 2, a poi 2 + 1, 2 + 2, ecc., dopo di questi 3, quindi 3 + 1, 3 + 2, ecc. Al di l` di tutti i numeri della forma n + n segue il numero 2 , quindi ancora 2 + 1, a 2 + 2, . . ., 2 + , 2 + + 1, ..., 2 + 2, ..., 2 + 3, ..., 2 2, ..., 2 3, ..., 2 4, ecc, e nalmente 3 , e ancora avanti in questo modo per formare 4 , . . ., 5 , . . ., e nalmente , e ancora altri numeri, se si desidera. Lintera procedura - che ho qui solo abbozzato - pu` sembrare disorientante allinizio. Tuttavia sono coinvolte o fondamentalmente solo due operazioni la cui applicazione ripetuta automaticamente genera tutti questi numeri: 1. dato un numero gi` esistente, possiamo formare il suo successore (aggiunta di a 1); 2. data uninnita successione di numeri, possiamo formare un nuovo numero che si trovi al di l` dellintera successione (passaggio al limite). a La preoccupazione che questa procedura sia non-costruttiva poich la concezione e attualista di successione completa dei numeri naturali gi` sembra entrare nella fora mazione di , si rivela infondata. Il concetto di innito pu`, senza dubbio, essere qui o interpretato in modo potenziale dicendo, ad esempio: non importa quanto lontano possiamo andare nella formazione costruttiva di nuovi numeri naturali, il numero sta nella relazione n < con ogni tale numero naturale n. E le successioni innite che nascono nella formazione di altri numeri ordinali dovrebbero essere interpretate precisamente nello stesso modo. Ora il concetto di induzione transnita. Questa induzione ` niente pi` di una e u estensione della regola di induzione completa dai numeri naturali ai numeri ordinali transniti. Linduzione completa pu`, come noto, essere formulata come segue: se o una proposizione vale per il numero 1, e se ` stato dimostrato che la sua validit` per e a tutti i numeri che precedono il numero n si propaga ad n, allora la proposizione vale per tutti numeri naturali. Se noi rimpiazziamo numeri naturali con numeri ordinali transniti, otteniamo la regola di induzione transnita. Possiamo facilmente convincerci della correttezza di questa regola per segmenti iniziali della successione
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dei numeri transniti in questo modo: supponiamo che la proposizione valga per il numero 1, e che sia stato inoltre dimostrato che se la proposizione vale per tutti i numeri che precedono un certo numero ordinale vale anche per quel numero ordinale. Allora ragioniamo cos` la proposizione vale per il numero 1 quindi anche : per il numero 2, cos` anche per il 3, ecc., quindi vale per tutti i numeri naturali. Conseguentemente vale anche per il numero , precisamente perch vale per tutti e i suoi predecessori. Per la stessa ragione vale anche per il numero + 1, cos` per + 2, ecc., e nalmente per 2; e, corrispondentemente, mostriamo la sua validit` a per 3, 4, ecc., e inne per 2 . Continuando in questo modo, possiamo convincere noi stessi della validit` della regola di induzione transnita salendo passo dopo a passo nella successione dei numeri ordinali transniti. Come i numeri diventano pi` u grandi, la situazione comincia ad apparire dichiaratamente pi` complicata, ma il u principio rimane sempre lo stesso. Spiegher` ora come i concetti di numeri ordinali transniti e la regola di ino duzione transnita entrino nella dimostrazione di consistenza. La connessione ` del e tutto naturale e semplice. Nello svolgere una dimostrazione di consistenza per la teoria elementare dei numeri dobbiamo considerare tutte le dimostrazioni concepibili di teoria dei numeri e dobbiamo mostrare che in un certo senso, da denirsi formalmente, ogni singola dimostrazione produce un risultato corretto, in particolare, non produce contraddizioni. La correttezza di una dimostrazione dipende dalla correttezza di certe altre dimostrazioni pi` semplici in essa contenute come u casi speciali o parti costituenti. Questo fatto ha motivato la disposizione delle dimostrazioni in un ordine lineare in modo che quelle dimostrazioni dalla cui correttezza dipende la correttezza di unaltra dimostrazione precedessero questultima nella successione. Questa disposizione delle dimostrazioni ` eettuata associando ad e ogni dimostrazione un certo numero ordinale transnito; le dimostrazioni che precedono una data dimostrazione sono precisamente quelle dimostrazioni i cui numeri ordinali precedono il numero ordinale della dimostrazione data nella successione dei numeri ordinali. A prima vista potremmo pensare che i numeri naturali sono sufcienti come numeri ordinali per tale classicazione. Di fatto, comunque, abbiamo bisogno dei numeri ordinali transniti per la seguente ragione: pu` succedere che la o correttezza di una dimostrazione dipenda dalla correttezza di innite dimostrazioni pi` semplici. Un esempio: supponiamo che nella dimostrazione sia dimostrata una u proposizione per tutti i numeri naturali per induzione completa. In quel caso la correttezza della dimostrazione dipenderebbe ovviamente dalla correttezza di ognuna delle innite dimostrazioni ottenute relativizzandole ad un particolare numero naturale. In questo caso un numero naturale ` insuciente come numero ordinale per e la dimostrazione, poich ogni numero naturale ` preceduto solo da un numero nito e e di altri numeri nellordine naturale. Abbiamo quindi bisogno dei numeri ordinali transniti per riuscire a rappresentare lordine naturale delle dimostrazioni disposte secondo la loro complessit`. a Ora diviene chiaro perch abbiamo bisogno proprio della regola di induzione e transnita come regola cruciale per la dimostrazione di consistenza; questa regola ` usata per provare la correttezza di ogni singola dimostrazione. La die mostrazione numero 1 ` dopotutto banalmente corretta; e una volta che ` stata e e stabilita la correttezza di tutte le dimostrazioni che precedono nella successione una
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particolare dimostrazione, anche tale dimostrazione ` corretta, precisamente perch e e lordinamento era stato scelto in modo che la correttezza di una dimostrazione dipendesse dalla correttezza di certe dimostrazioni precedenti. Da ci` possiamo ora o ovviamente inferire la correttezza di tutte le dimostrazioni per mezzo dellinduzione transnita, e abbiamo cos` dimostrato, in particolare, la consistenza desiderata. Risulta che questa induzione transnita ` precisamente quella inferenza nella die mostrazione di consistenza che necessariamente, in accordo con il teorema di Gdel, o non pu` essere essa stessa dimostrata corretta tramite le tecniche della teoria eleo mentare dei numeri. La correttezza dellinduzione transnita ` di fatto stabilita da un ragionamento e speciale del tipo di quelli usati precedentemente per il numero 2 . Ma anche per la teoria elementare dei numeri abbiamo bisogno di un segmento considerevolmente ampio di numeri transniti, ovvero: nello stesso modo in cui, in breve, ho denito , otteniamo , poi , ecc., estendendo la procedura corrispondentemente; al di l` di tutti questi numeri si trova 0 , il primo -numero. Questo numero rapa presenta il limite superiore di quel segmento di numeri ordinali transniti che ` e necessario per la dimostrazione di consistenza della teoria elementare dei numeri, se tale teoria ` specicata formalmente nel modo usuale. e Mi aspetto - sebbene questa sia al momento solo una congettura - che la consistenza dellanalisi - e della teoria degli insiemi, se possibile - diventi in futuro dimostrabile nello stesso modo; in ogni caso, dovremmo poter avanzare per una distanza considerevolmente pi` grande nella successione dei numeri della seconda u classe. Fondamentalmente, sembra emergere il seguente quadro: lincremento in complessit` del concetto di innito nei tre livelli della matematica descritti allinizio a di questo saggio - teoria elementare dei numeri, analisi e teoria degli insiemi - ` ace compagnato da una corrispondente estensione della successione dei numeri ordinali transniti; allo stesso modo in cui il numero 0 costituisce il limite superiore per la teoria elementare dei numeri, dovremmo avere un numero specico della seconda classe numerica come limite superiore dellanalisi, e un altro numero ancora come limite superiore per una teoria degli insiemi formalmente specicata - nella misura in cui tale teoria degli insiemi abbia senso. Tuttavia non dovremmo sopravvalutare il signicato assoluto di tali numeri limite. Anche nella teoria elementare dei numeri capita che, per risolvere certi problemi associati, dovrebbero essere incluse ulteriori forme di inferenza e questo amplierebbe ancora la struttura della teoria elementare dei numeri; questo signica che sarebbero necessari numeri ordinali ancora pi` grandi per la dimostrazione di consistenza. Non ci pu` essere un conne u o superiore per questo; Gdel ha mostrato che qualsiasi sistema di questo tipo foro malmente delimitato ` incompleto, nel senso che certi problemi associati possono e essere risolti solo includendo ulteriori tecniche. Ci` non fa di fatto alcuna dierenza o per la dimostrazione di consistenza; abbiamo solo da estendere ulteriormente la dimostrazione ad ogni inclusione di nuove tecniche.

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