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L'EOLICO (E ALTRO) SECONDO ME - Mino Natalizio (Città nuova)

Scritto da Redazione PortadiMare mercoledì 21 gennaio 2009


http://www.portadimare.it/index.php?option=com_content&task=view&id=7150&Itemid=1

NARDO' - L'intervento dell'assessore all'Ambiente Mino Natalizio. Una relazione precisa e dettagliata che
sbarra la porta all'eolico selvaggio. Alla fine della lettura, l'assessore riceve gli applausi del Comitato per
la tutela del paesaggio.

La Puglia ha finora pagato pesantemente, in termini di impatto ambientale e sanitario, le conseguenze di una
carente pianificazione energetica. Sono insediati sul nostro territorio impianti termoelettrici per circa 5.000
Megawatt, mentre sono già autorizzate altre centrali per 2.300 MW: ciò pone la Regione ai primi posti in
Italia per esubero di produzione elettrica rispetto al consumo: ci basterebbero 3.000 MW, ne abbiamo 5.000,
quindi esportiamo verso altre regioni il 40% della nostra energia elettrica. Nel PEAR - Piano Energetico
Regionale si ipotizza una potenza termoelettrica installata di 6.000-7.000 MW al 2012 ed a circa 8.000 MW
al 2016, anno in cui avremmo una produzione elettrica da fonti fossili di ben 43 miliardi di kWh, più del
doppio dell'attuale fabbisogno regionale di 19 miliardi di kWh. A ciò occorre aggiungere le previsioni di
nuovi insediamenti alimentati da fonti rinnovabili, in gran parte eolici.

Nell'attuale stesura del PEAR le previsioni a medio termine di installazione di impianti eolici ammontano a
4.000 MW. In Provincia di Lecce sarebbe possibile installare in base al parametro di controllo del
Regolamento regionale circa 4 - 500 turbine di grande taglia per una potenza complessiva di 800/1000 MW
(con macchine da 2 Megawatt cadauna), in grada di coprire l'intero fabbisogno elettrico provinciale pari a
circa 2 miliardi di kWh/anno.

In definitiva, sommando le previsioni regionali di potenza termoelettrica con quella eolica, si arriverebbe
entro una decina d'anni a circa 12.000 MW, in grado di fornire circa 50 miliardi di kWh/anno, il triplo degli
attuali fabbisogni pugliesi. L'esubero di produzione elettrica contrasta con un principio generale della
pianificazione, che è quello di produrre l'energia il più vicino possibile ai centri di consumo, allo scopo di
limitare le perdite di trasmissione e 'impatto e i costi delle necessaria infrastrutture. Terna Spa, ente gestore e
proprietario della rete di trasmissione nazionale, prevede per l'intero Meridione un fabbisogno al 2016 di 70
miliardi di kWh. In tale ipotesi la Puglia, che già oggi produce più del 60% dell'intero fabbisogno
meridionale potrebbe sopperire da sola agli aumenti di potenza richiesti a tutte le altre regioni continentali
del Sud per i prossimi dieci anni; il che aggraverebbe sprechi di trasporto, impatti ambientali e vulnerabilità
dell'intero sistema elettrico.

Sul fronte della limitazione delle emissioni di CO2, si evidenzia che il carbone bruciato in Puglia rappresenta
oggi più del 60% delle fonti regionali di energia e più della metà dell'intero consumo nazionale; nelle sole
centrali termoelettriche il consumo di questo combustibile, di basso costo ma di alto impatto ambientale e
sanitario, è passato dai 3,5 milioni di tonnellate all'anno del 1990 agli 8 milioni di oggi. Sono noti i danni alla
salute degli apparati respiratori, alle coltivazioni agricole, ai monumenti.

Tali considerazioni introduttive hanno lo scopo di evidenziare come in questo, come in altri settori, la
programmazione degli interventi abbia un valore fondamentale, ad ogni livello decisionale. Le previsioni
energetiche regionali ci stanno indirizzando verso una pesante infrastrutturazione energetica del territorio, e
pertanto abbiamo l'obbligo morale verso la nostra comunità e le future generazioni di valutare attentamente a
livello locale la reale portata di queste scelte, per evitare che si traducano in uno spreco o un impoverimento
dell'altra grande nostra risorsa, rappresentata dal territorio e dalle sue peculiarità e ricchezze naturalistiche,
storiche e culturali.

Già il Consiglio Comunale con delibera numero 41 del 11.4.2007, a fronte di un intervento di rilevante
impatto territoriale di iniziativa privata, ha assunto determinazioni cautelative in ordine
all'installazione di impianti eolici di grossa taglia sul territorio comunale, dove per impianti di grossa
taglia devono intendersi quelli con potenzialità superiore a 60 kW, anche se distribuita su più torri.
Tale opposizione è stata proprio formulata in considerazione dei notevoli impatti sul paesaggio di tale
tipo di impianti, tenuto in particolare conto della vocazione agricola, turistica e culturale del nostro
territorio, che vede la presenza di numerose emergenze sia di carattere culturale-insediativo che
naturalistico, con una superficie territoriale interessata da diffusi vincoli diretti o indiretti.

Tale posizione è inoltre maturata in vigenza del Regolamento Regionale 16/2007, il quale, nel dettare le
norme per l'installazione di tale tipo di impianti ha previsto che gli stessi devono essere localizzati nel
rispetto del PRIE - Piano Regolatore degli Impianti Eolici, stabilendo tuttavia un periodo di moratoria di 180
giorni dalla data di entrata in vigore della legge durante il quale tale strumento non è necessario.

Durante tale periodo di moratoria sono stati presentati al Comune di Nardo e alla Regione Puglia, i progetti
di 3 impianti e precisamente:
- Un progetto presentato dalla Italgest Wind con le seguenti caratteristiche salienti: 31 aereo generatori,
montati su torri tronco coniche di acciaio dell'altezza di 80 m al mozzo, altezza totale della macchina di 125
m sul suolo, potenza di ciascun generatore di 2 Mw, potenzialità produttiva complessiva di 62 MW;
- Un progetto presentato dalla Next Wind denominato "Nardo-Salice" con le seguenti caratteristiche
tecniche: n.8 generatori, potenza di ciascun generatore 3 MW, potenza complessiva 24 MW, altezza delle
torri 145 metri sul suolo;
- Altro progetto del medesimo proponente composto da n. 6 generatori con le caratteristiche di cui
sopra, ed una potenza complessiva di 18 MW.

Del progetto della Italgest Wind s.r.l., riproposizione di un'iniziativa analoga di più vaste dimensioni
già presentata nel passato dalla Parco Eolico Nardo s.r.l., si da espressamente atto nella citata delibera
del Consiglio Comunale 41/2007, manifestando una specifica opposizione verso lo stesso in ragione
dell'ubicazione di un nutrito gruppo di generatori in prossimità del Parco Naturale regionale di
Portoselvaggio e Palude del Capitano, con pesanti ripercussioni sull'identità del paesaggio di tali
luoghi, ormai universalmente conosciuti e apprezzati per la loro valenza naturalistica.

Il Parco e le sue emergenze sono diventati infatti il principale attrattore turistico del nostro territorio, pure
ricco di tante altre emergenze storiche, naturali e culturali, tanto da venire sempre più di frequente scelto
quale "location" ideale per produzioni cinematografiche, convegni e manifestazioni culturali. Per tale
progetto, la preventiva procedura di screening si è conclusa con una dichiarazione di assoggettabilità a VIA,
e in data 20/11/2008, con la pubblicazione sul BURP n.180, è stato dato avviso ai sensi della legge regionale
11/01 dell'avvio del periodo di deposito e della procedura di VIA.

In sede di istruttoria, sia il predetto progetto che gli analoghi presentati dalla Next Wind s.r.l. hanno
evidenziato una serie di contrasti con la normativa stabilita dal Regolamento Regionale n. 16/2007 per il
regime transitorio; in particolare, numerosi generatori dei tre progetti ricadono in Ambiti Territoriali Distinti
(ATD) del Putt/p, o sono comunque in contrasto con altri criteri localizzativi stabiliti all'art. 14 del
Regolamento. Le recenti elaborazioni contenute nello studio effettuato dall'Università di Lecce e che hanno
portato alla redazione dell'Atlante Eolico Pugliese confermano che l'ubicazione degli impianti proposti in
generale non sempre rispetta criteri di massima efficienza della produzione, e pertanto lo stesso sacrifico
imposto al paesaggio non appare sostenibile e giustificabile neanche sul fronte della produzione attesa di
energia elettrica.
Il contrasto tra il nostro deciso schierarci in favore dell'ambiente, e l'attenzione che manifestiamo verso i
possibili impatti che derivano dall'utilizzo delle energie alternative, è solo apparente.

La produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili nei termini estensivi di cui sopra assume infatti le
connotazioni di una-vera e propria attività industriale, con un proprio impatto sul territorio e sul paesaggio,
immediatamente evidente nel caso dell'energia eolica, ma presente negli impianti fotovoltaici industriali di
grossa dimensione che impegnano decine di ettari di territorio. Questo per non parlare dei possibili impatti
delle centrali a biomasse, in ragione delle emissioni in atmosfera, che comunque si sommerebbero a quelle
che interessano il nostro territorio provenienti dai poli industriali di Brindisi e di Taranto. E ciò anche a
prescindere dalla considerazione che le stesse con ogni probabilità finiranno per essere utilizzate con
combustibili fossili tradizionali, e pertanto non sono neanche da prendere in considerazione.
Vanno, inoltre, considerati per tutti i tipi di impianto i costi, in termini di consumo di territorio e di
paesaggio, degli elettrodotti necessari per il trasporto verso i luoghi di effettivo utilizzo delle ingenti quantità
di energia prodotta.

In tale scenario, già con la delibera n. 41/2007 il Consiglio Comunale di Nardo aveva sul fronte della
produzione di energia eolica effettuato un'opzione a favore della Microgenerazione facendo salvi gli impianti
di potenza complessiva non superiore a 60Kw. Analogamente, con l'approvazione del Regolamento
sull'efficienza energetica degli edifici (del. C.C. n. 43 del 11.4.2007) che ha riportato l'apprezzamento
dell'Assessore regionale Barbanente in quanto anticipa i contenuti dell'analogo regolamento regionale, si è
voluto riconoscere che il risparmio energetico, e quindi la riduzione dei consumi attraverso opportune
disposizioni e accorgimenti costruttivi, rappresenta sicuramente la fonte alternativa più importante e meno
impattante per l'ambiente, e che per questo va certamente implementata.

Tutto ciò premesso.

Nella fase attuale, per quanto riguarda l'eolico di grande dimensione, non si ritiene opportuno
superare la determinazione già assunta con la delibera del Consiglio Comunale n. 41/2007, e ciò in
ragione dell'elevato impatto atteso dagli impianti.
Ciò non esclude che nel breve - medio termine si possa riaprire la discussione su tale tematica con un
approccio ispirato alla pianificazione consapevole del territorio, con la redazione di un PRIE che tenga conto
del PTCP della Provincia di Lecce, ormai giunto alle fasi conclusive, delle risultanze degli studi
anemometrici condotti dall'Università del Salente (Atlante dei venti), e del Piano Paesaggistico Regionale,
che - anche se non ancora adottato, è comunque in fase di avanzata elaborazione.

Al contrario per quanto riguarda gli impianti fotovoltaici, comunque di minore impatto, si sta predisponendo
una regolamentazione con i contenuti della l.r. 31/08, finalizzata anche alla imposizione di opere di
mitigazione in fase di realizzazione degli impianti, che nel regime della DIA previsto dalla legge regionale
possono essere richiesti dall'ufficio solo se è richiesta l'autorizzazione paesaggistica.

La predetta regolamentazione potrà prevedere una forma di coinvolgimento della competente Commissione
Consiliare nell'esame dei progetti di potenza superiore a 1 MW. Si intende inoltre procedere ad un piano
organico per verificare l'utilizzabilità ai fini della produzione di energia con pannelli fotovoltaici degli
immobili e altre aree di proprietà comunale. Si propone a tutto il Consiglio Comunale di approvare la
presente relazione al fine di confermare e stabilire i predetti indirizzi per l'azione amministrativa. In
conclusione, si vuole in questa sede ulteriormente manifestare il convincimento che sulle tematiche dello
sviluppo del Territorio - ferme restando le prerogative proprie del Consiglio e della Giunta Comunale - non
può prescindersi dalla partecipazione diretta e consapevole.dei cittadini alle scelte più importanti.

Abbiamo imparato questo nella vicenda della discarica di Castellino, quando l'azione popolare e dei cittadini,
unitamente all'azione politica del Sindaco, della sua Giunta e del Consiglio Comunale, ha potuto porre
rimedio con la chiusura dell'impianto ad una ferita ultradecennale del nostro territorio.

Cosimo Natalizio
Assessore all'Ambiente

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