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E. S
hrodinger
(prima
omuni
azione)
x1. In questa
omuni
azione posso anzitutto mostrare nel
aso piu sempli
e
dell'atomo di idrogeno (non relativisti
o e imperturbato)
he la
onsueta pres
rizione di quantizzazione si puo sostituire
on un altro requisito, nel quale non si
parla piu di \numeri interi". Inve
e l'interezza
ompare nello stesso modo naturale,
ome l'interezza del numero dei nodi di una
orda musi
ale os
illante. La nuova interpretazione e passibile di generalizzazione e,
ome
redo, giunge assai in profondo
nella vera essenza delle pres
rizioni quanti
he.
La forma
onsueta di queste ultime e asso
iata all'equazione dierenziale alle
derivate parziali di Hamilton:
(1)
S
= E:
H q;
q
S = K lg :
K
H q;
= E:
q
(1926).
Poi
he per la formulazione delle equazioni variazionali la s
elta delle
oordinate e
irrilevante, s
egliamo quelle
artesiane ortogonali. Allora la (10 ) si s
rive nel nostro
aso (e, m sono la
ari
a e la massa dell'elettrone):
(1")
2
2
2
+
+
x
y
z
2m
e2 2
E+
= 0:
K2
r
r = x2 + y2 + z 2 :
Il nostro problema variazionale si s
rive
(3) J =
dxdydz
"
2
2
2
+
+
x
y
y
2m
e2 2
E+
= 0;
K2
r
1
J =
2
df
n
dxdydz
2m
e2
+ 2 E+
K
r
= 0:
e2
2m
=0
+ 2 E+
K
r
e in se
ondo luogo si deve avere per l'integrale esteso ad una super
ie
hiusa
all'innito
(6)
df
= 0:
n
d2 2 d
2mE 2mE 2
+
+
+ 2
dr2 r dr
K2
K r
n (n + 1)
= 0:
r2
n = 0; 1; 2; 3 : : : :
La restrizione a valori interi di n e notoriamente ne
essaria, per
he la dipendenza
dagli angoli polari sia univo
a. - Abbiamo bisogno di soluzioni della (7)
he risultino
nite per tutti i valori reali non negativi di r. Ora l'equazione (7) ha3 nel piano r
omplesso due singolarita, per r = 0 e r = 1, delle quali la se
onda e un \punto di
indeterminazione" (punto singolare essenziale) per tutti gli integrali, la prima inve
e
no (per nessun integrale). Queste due singolarita
ostituis
ono proprio gli estremi
del nostro intervallo reale. In un tal
aso si vede
he la
ondizione di nitezza negli
estremi si tradu
e per la funzione in una
ondizione al
ontorno. L'equazione
non ha in generale nessun integrale
he risulti nito in entrambi gli estremi, ma
un tale integrale esiste solo per
erti valori parti
olari delle
ostanti
he
ompaiono
nell'equazione. Si tratta di determinare questi valori parti
olari.
La
ir
ostanza ora menzionata e il punto di partenza dell'intera questione.
Trattiamo prima il punto singolare r = 0. La
osidetta equazione fondamentale
risolvente,
he determina il
omportamento dell'integrale in questo punto e
(8)
( 1) + 2 n (n + 1) = 0
on le radi
i
(8')
1 = n; 2 = (n + 1):
= r U;
dove sara s
elto in modo tale
he il termine
on 1=r2 sparis
a. Per questo deve
avere uno dei due valori n, (n + 1),
ome si veri
a fa
ilmente. L'equazione (7)
assume la forma:
d2 U 2( + 1) dU 2m
e2
(7')
+
+
E+
U = 0:
dr2
r
dr K 2
r
I suoi integrali
orrispondono per r = 0 agli esponenti 0 e 2 1. Per il primo
valore di , = n, il primo, per il se
ondo valore di , = (n + 1), il se
ondo
di questi integrali e tras
endente e porta se
ondo la (9) alla soluzione
er
ata,
he
e proprio univo
a. Non tras
uriamo nulla se
i restringiamo ad uno dei due valori
di . S
egliamo
(10)
= n:
3 Per la guida nella trattazione dell'equazione (7) sono debitore di moltissimi ringraziamenti
a Hermann Weyl. Rimando per le aermazioni nel seguito non dimostrate a L. S
hlesinger,
Dierentialglei
hungen (Collana S
hubert Nr. 13, Gos
hen 1900, in parti
olare Cap. 3 e 5.)
U=
ezr (z 1 )1 1 (z 2 )2 1 dz
d zr
[e (z
1 )1 (z
2 )2 dz = 0:
dz
L
z 2 + 0 z + "0 = 0
e
(14')
" +
" +
1 = 1 1 1 ; 2 = 1 1 2 :
1
2
2
1
(14")
s
2mE
2mE
1 = +
;
2 =
;
2
K
K2
me2
me2
+ n + 1; 2 = p
+ n + 1:
1 = p
K + 2mE
K + 2mE
La rappresentazione integrale (12) non permette soltanto di
ogliere il
omportamento asintoti
o del
omplesso delle soluzioni quando r va all'innito in modo
determinato, ma an
he di dare questo
omportamento per una soluzione determinata, il
he e sempre molto piu di
ile.
4 Vedi
lim ezr = 0;
z =1
ioe la parte reale di zr dev'essere innita negativa. In tal modo la
ondizione (13)
e soddisfatta. In un
aso (soluzione U1 ) si girera una volta attorno al punto
1 ,
nell'altro
aso (soluzione U2 ) attorno al punto
2 .
Queste due soluzioni sono rappresentate asintoti
amente (nel senso di Poin
are)
per valori reali positivi molto grandi di r da
U1 e
1 r r 1 ( 1)1 e2i1 1 (1 ) (
1
2 )2 1 ;
(17)
U2 e
2 r r 2 ( 1)2 e2i2 1 (2 ) (
2
1 )1 1 ;
ove
i a
ontentiamo del primo termine dell'intera serie asintoti
a di potenze di r
intere negative.
Dobbiamo ora distinguere i due
asi E > 0, E < 0.
1. E > 0 Notiamo prima di tutto
he in questo
aso il non veri
arsi della (15)
e eo ipso garantito, per
he questa quantita e immaginaria pura. Inoltre se
ondo la
(14") an
he
1 e
2 sono immaginari puri. Le funzioni esponenziali nella (17) sono
quindi, poi
he r e reale, funzioni periodi
he nite. I valori di 1 e di 2 se
ondo
la (14") mostrano
he U1 e U2 vanno a zero entrambe
ome r n 1 . La stessa
osa
deve valere per la nostra intera soluzione tras
endente U , il
ui
omportamento
er
hiamo, per
he essa si puo sempre
ostruire per
ombinazione lineare di U1 e
U2 . Inoltre la (9) tenendo
onto della (10) mostra
he la funzione ,
ioe l'intera
soluzione tras
endente dell'equazione originariamente
onsiderata (7), va sempre a
zero
ome 1=r, poi
he essa deriva da U per moltipli
azione per rn . Possiamo quindi
aermare:
L'equazione dierenziale di Eulero (5) del nostro problema variazionale ha soluzioni per ogni E positivo,
he sono a un sol valore nite e
ontinue sull'intero spazio
e
he all'innito vanno a zero
ome 1=r
on os
illazioni
ostanti. - Si dovra an
ora
parlare della
ondizione di super
ie (6).
2. E < 0: In questo
aso la possibilita (15) non e eo ipso es
lusa, quindi
i
atteniamo per il momento alla sua predetta es
lusione. Allora U1 se
ondo la (14")
5 Quando
la (15) e soddisfatta almeno uno dei due
ammini d'integrazione des
ritti nel testo
non e utilizzabile, poi
he produ
e un risultato nullo.
1 = l + n;2
1 = l + n:
per
he il
al
olo eettivo e piuttosto adatto a nas
ondere questa
ir
ostanza. Di
ontro esso mostra
he l'integrale per r positivo innitamente grande
res
e oltre
ogni limite. Resta nito per grandi r uno dei due altri integrali, ma quello
he e
innito per r = 0.
Nel
aso l n non otteniamo quindi nessuna soluzione.
b) l > n. Allora se
ondo la (14"')
1 e un punto di zero,
2 un polo almeno
del prim'ordine dell'integrando. Si possono dare quindi due integrali indipendenti:
quello lungo il
ammino
he da z = 1, evitando per pre
auzione il polo, porta al
punto di zero; l'altro attraverso il residuo nel polo. Quest'ultimo e la tras
endente.
Daremo il suo valore
al
olato, moltipli
ato per rn , di modo
he otteniamo se
ondo
le (9) e (10) la soluzione dell'equazione (7)
onsiderata originariamente. (La
ostante moltipli
ativa irrilevante e aggiustata liberamente). Si trova
(18)
=f r
X
ln 1 ( 2x)k
2mE
l
+
n
n
x
; f (x) = x e
k=0
l n 1 k :
K
k!
Si ri
onos
e
he questa e veramente una soluzione utilizzabile, poi
he essa resta
nita per tutti gli r reali non negativi. Inoltre mediante il suo andare a zero esponenzialmente all'innito la
ondizione di super
ie (8) e garantita. Riassumiamo i
risultati per E negativo:
Per E negativo il nostro problema variazionale ha soluzione quando e solo quando
E soddisfa la
ondizione (15). Al numero intero n,
he da l'ordine della funzione
sferi
a
he
ompare nella soluzione, si possono dare sempre solo valori minori di l
(di essi sempre almeno uno e disponibile). La parte della soluzione dipendente da
r e data dalla (18).
Contando le
ostanti nelle funzioni sferi
he (notoriamente 2n +1) si trova inoltre:
La soluzione trovata
ontiene per una
ombinazione (l; n)
onsentita 2n + 1
ostanti arbitrarie; per un dato valore di l quindi l2
ostanti arbitrarie.
Abbiamo
on questo
onfermato nelle linee essenziali le aermazioni fatte all'inizio, ma restano tuttavia delle la
une.
In primo luogo la prova della
ompletezza del sistema
omplessivo di autofunzioni
trovato. Di
io non mi o
upero in questa Nota. Se
ondo ulteriori esperienze si
puo supporre
he non abbiamo tralas
iato nessun autovalore.
In se
ondo luogo bisogna ri
ordare
he le autofunzioni trovate per E positivo non
risolvono senz'altro il problema variazionale nella forma
he e stata data all'inizio,
poi
he esse vanno a zero all'innito solo
ome 1=r, e =r va a zero su una sfera
grande solo
ome 1=r2 . L'integrale di super
ie (6) risulta quindi proprio dell'ordine
di all'innito. Se si vuole quindi davvero tenere lo spettro
ontinuo, si deve
aggiungere al problema una
ondizione:
he si annulli all'innito, o almeno
he
debba tendere ad un valore
ostante, indipendente dalla direzione nella quale si va
all'innito spaziale; in quest'ultimo
aso le funzioni sferi
he portano all'annullarsi
dell'integrale di super
ie.
x2. La
ondizione (15) da
me4
(19)
El = 2 2 :
2K l
Si hanno quindi i ben noti livelli d'energia di Bohr,
he
orrispondono ai termini di
Balmer, quando si attribuis
a alla
ostante K ,
he dobbiamo introdurre nella (2)
K=
(20)
h
:
2
El =
(19')
22 me4
:
h2 l 2
pK
2mE
h2 l
a
K 2l
=
= l;
2
2
2
me
4 me
l
dove al e il semiasse dell'orbita ellitti
a l-esima. (Le equazioni derivano dalla (19)
assieme alla nota
ondizione El = e2 =(2al )). La quantita (21) da l'ordine di
grandezza della regione delle radi
i per l e n numeri pi
oli; allora si puo assumere
he le radi
i di f (x) abbiano ordine di grandezza uno. Naturalmente
io non a
ade
piu quando i
oe
ienti del polinomio siano numeri grandi. Non posso ora addentrarmi in una stima piu pre
isa delle radi
i, ma
redo
he l'aermazione pre
edente
sara sostanzialmente
onfermata.
x3. E evidentemente assai naturale asso
iare la funzione a un pro
esso di
os
illazione nell'atomo,
he gli si adatta in maggior misura della oggi assai dubitata
realta delle traiettorie elettroni
he. Avevo originariamente l'intenzione di fondare
la nuova forma della pres
rizione quanti
a in questo modo piu intuitivo, ma ho
presentato poi la forma matemati
a neutrale di
ui sopra, per
he essa fa risaltare
l'essenziale in modo piu
hiaro. E l'essenziale mi pare sia
he nella pres
rizione
quanti
a non si abbia piu la misteriosa \
ondizione di interezza", ma
he questa
sia per
os dire
onseguenza di un ulteriore passo: essa si fonda sulla nitezza e
sull'univo
ita di una
erta funzione spaziale.
Non posso an
ora inoltrarmi nella dis
ussione delle possibilita di rappresentazione riguardo a questo pro
esso di os
illazione, prima
he
asi abbastanza
ompli
ati siano trattati
on su
esso
on la nuova idea. Non e
erto
he questi nei
loro risultati siano una pura
opia della
onsueta teoria quantisti
a. Per esempio il
problema di Keplero relativisti
o, quando lo si tratta esattamente se
ondo la pres
rizione data all'inizio, porta stranamente a quanti frazionari seminteri (quanto
radiale e azimutale).
Tuttavia siano permesse qui al
une osservazioni sul pro
esso di os
illazione. Tra
l'altro non posso non menzionare
he io devo ringraziare per lo spunto a queste
ri
essioni in primo luogo la tesi geniale di Louis de Broglie6 e le
onsiderazioni
sull'andamento spaziale di quelle \onde di fase", riguardo alle quali egli ha dimostrato
he, se
ontate lungo la traiettoria, se ne ha sempre un numero intero per
un periodo o quasiperiodo dell'elettrone. La dierenza prin
ipale sta nel fatto
he
de Broglie pensa ad onde progressive, mentre noi, quando attribuiamo alle nostre
formule il signi
ato di un pro
esso di os
illazione, siamo
ondotti a os
illazioni
proprie stazionarie. Ho mostrato da po
o7
he si puo fondare la teoria di Einstein
dei gas sulla
onsiderazione di tali os
illazioni proprie stazionarie, per le quali si
supponga la legge di dispersione delle onde di fase di de Broglie. La pre
edente
trattazione per l'atomo si potrebbe
onsiderare
ome generalizzazione di al
une
ri
essioni sul modello dei gas.
Se si assume
he le singole funzioni (18), moltipli
ate per un'armoni
a sferi
a di
ordine n, des
rivano il pro
esso di os
illazione propria, allora la quantita E deve
avere qual
he
osa a
he fare
on la frequenza del pro
esso
onsiderato. Ora e noto
he nei problemi di os
illazione il \parametro" (di solito
hiamato ) e proporzionale
al quadrato della frequenza. Ma in primo luogo una tale ipotesi nel
aso presente
porterebbe per valori di E negativi a frequenze immaginarie, in se
ondo luogo al
teori
o dei quanti l'intuito di
e
he l'energia dev'essere proporzionale alla frequenza
e non al suo quadrato.
La
ontraddizione si risolve nel modo seguente. Per il \parametro" E dell'equazione variazionale (5) non e ssato per ora nessun livello di zero naturale, in parti
olare per
he la funzione in
ognita , oltre
he per E appare moltipli
ata per
una funzione di r
he , per la
orrispondente variazione del livello di zero di E ,
puo essere variata di una
ostante. Di
onseguenza l'\aspettativa dei teori
i delle
os
illazioni" si deve
orreggere
os,
he
i si aspetta
he non E di per se -
ome
l'abbiamo
hiamato e
ome
ontinueremo a
hiamarlo - ma E a
res
iuto di una
erta
ostante sia proporzionale al quadrato della frequenza. Sia ora questa
ostante
assai grande rispetto a tutti i possibili valori di E [
he sono ssati dalla (15). Allora in primo luogo le frequenze sono reali, e in se
ondo luogo i nostri valori di
E ,
he
orrispondono solo a relativamente pi
ole separazioni in frequenza, sono
di fatto
on grande approssimazione proporzionali a queste separazioni. Questo e
tutto quello
he il \naturale intuito" dei teori
i dei quanti puo pretendere, n tanto
he il livello di zero dell'energia non e ssato. L'idea
he la frequenza del pro
esso
os
illatorio sia data all'in
ir
a da
(22)
p
p
p
= C 0 C + E = C 0 C + C 0 E=2 C + : : :
dove C e una
ostante assai grande rispetto a tutti gli E , ha tuttavia un'altra assai
notevole proprieta. Essa permette una
omprensione della regola delle frequenze di
6 L. de Broglie, Ann.
7 Appare tra po
o su
10
Bohr. Se
ondo quest'ultima le frequenze di emissione sono proporzionali alle differenze di E , e quindi per la (22) an
he alle dierenze tra le frequenze proprie di
quell'ipoteti
o pro
esso os
illatorio. E inoltre le frequenze proprie sono tutte assai
grandi rispetto alle frequenze di emissione, sono quasi a
ordate tra loro. Le frequenze di emissione appaiono allora in sostanza
ome \suoni di battimento" bassi
delle os
illazioni proprie stesse
he avvengono
on frequenza assai piu alta. Che
durante il passaggio dell'energia da una ad un'altra os
illazione normale qual
osa
- intendo l'onda luminosa - appaia,
he abbia
ome frequenza quella dierenza di
frequenze, e assai
omprensibile; e ne
essario solo immaginare
he l'onda luminosa
sia a
oppiata
ausalmente
on i battimenti
he ne
essariamente si veri
ano in ogni
punto dello spazio durante la transizione, e
he la frequenza della lu
e sia determinata dal numero di volte al se
ondo
on il quale si ripete il massimo d'intensita del
pro
esso di battimento.
Si possono sollevare dubbi, poi
he questa
on
lusione si fonda sulla relazione
(22) nella sua forma approssimata (mediante sviluppo della radi
e quadrata), per
ui la regola delle frequenze di Bohr assume apparentemente il
arattere di una
formula di approssimazione. Cio e solo apparente, ed e
ompletamente evitato
quando si sviluppi la teoria relativisti
a, mediante la quale e veramente
onsentita
una
omprensione piu profonda. La grande
ostante additiva C in modo naturale si identi
a strettamente
on l'energia di riposo m
2 dell'elettrone. An
he
l'apparentemente ripetuta e indipendente introduzione della
ostante h [quella
he
e stata introdotta mediante la (20) nella regola delle frequenze e
hiarita o evitata
mediante la teoria relativisti
a. Ma purtroppo il suo sviluppo rigoroso e provvisorio
per
erte di
olta prima ri
ordate.
Non e ne
essario rilevare quanto piu simpati
a sarebbe l'idea
he in una transizione quanti
a l'energia passi da un modo di os
illazione ad un altro, dell'idea
dell'elettrone
he salta. La variazione del modo di os
illare si puo seguire
on
ontinuita nello spazio e nel tempo, essa puo ben durare a pia
imento,
ome se
ondo
l'esperienza (esperimento dei raggi
anale di W. Wien) dura il pro
esso di emissione: e tuttavia a
ade
he, se durante queste transizioni l'atomo e esposto per un
tempo relativamente
orto ad un
ampo elettri
o, le frequenze proprie
ambiano,
parimenti risultano
ambiate le frequenze di battimento, e questo proprio n tanto
he il
ampo agis
e. Questi fatti sperimentalmente a
ertati opponevano nora
alla
omprensione le piu grandi di
olta, si veda per esempio il noto tentativo di
soluzione di Bohr-Kramers-Slater.
D'altra parte, nella gioia per il fatto
he l'uomo si avvi
ini a tutte queste
ose,
non si puo dimenti
are
he l'idea
he l'atomo os
illi, quando non irraggia, di volta
in volta nella forma di una os
illazione propria,
he quest'idea, di
o, si dis
osta
assai dall'immagine naturale di un sistema os
illante. E noto infatti
he un sistema
ma
ros
opi
o non si
omporta
os, ma mostra un potpourri delle sue os
illazioni
proprie. Ma non si puo de
idere prematuramente la propria opinione su questo
punto. An
he un potpourri di frequenze proprie nel singolo atomo non andrebbe
es
luso, pur
he non
ompaiano altre frequenze di battimento
he quelle della
ui
emissione l'atomo se
ondo l'esperienza e
apa
e in date
ir
ostanze. Inoltre nessun
esperimento
ontraddi
e la possibile emissione simultanea di piu d'una di queste
righe spettrali da parte dello stesso atomo. Si puo ben pensare
he solo nello
stato fondamentale (e in modo approssimato in
erti stati \metastabili") l'atomo
os
illi
on una frequenza propria e proprio per questo non irraggi, per
he non si ha
al
un battimento. L'e
itazione
onsisterebbe in una attivazione simultanea di una
11
o piu ulteriori frequenze proprie, per
ui si veri
ano battimenti,
he provo
ano
l'emissione di lu
e.
In ogni
aso penso
he le autofunzioni
he appartengono ad una stessa frequenza
siano tutte e
itate simultaneamente. La moltepli
ita degli autovalori
orrisponde
infatti nel linguaggio della teoria pre
edente alla degenerazione. La riduzione della
quantizzazione di un sistema degenere potrebbe
orrispondere all'arbitraria ripartizione dell'energia tra le autofunzioni
he appartengono ad un autovalore.
Aggiunta alla
orrezione il 28 II 1926.
Nel
aso della me
ani
a
lassi
a di sistemi
onservativi il pro
edimento variazionale si puo formulare meglio di
ome mostrato all'inizio, senza riferirsi allo
s
opo all'equazione dierenziale alle derivate parziali di Hamilton. Siano T (q; p)
l'energia
ineti
a in funzione delle
oordinate e dell'impulso, V l'energia potenziale,
d l'elemento di volume dello spazio delle
ongurazioni \misurato razionalmente",
ioe non sempli
emente il prodotto dq1 dq2 : : : dqn , ma questo diviso per la radi
e
quadrata del dis
riminante della forma quadrati
a T (q; p). (Vedi Gibbs, Statistis
he
Me
hanik.) Allora dovra rendere stazionario l'\integrale hamiltoniano"
(23)
+ 2V
d K 2 T q;
q
2 d = 1: