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Il vino e la salute

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COS'E' L'AMEC?
Un gruppo di medici universitari ed ospedalieri di varie regioni italiane hanno fondato, nel luglio 2005, l"Associazione per la Terapia delle Malattie Metaboliche e Cardiovascolari (AMEC). Tutti i soci condividono con l'Associazione il personale patrimonio ...

DI COSA SI OCCUPA L'AMEC?


Lo scopo dell'AMEC l'educazione ad un corretto e razionale utilizzo dei farmaci per la prevenzione ed il trattamento delle patologie metaboliche e cardiovascolari, nonch lo sviluppo di terapie non farmacologiche e di interventi sullo stile di vita ...

COSA FA L'AMEC?

L'Associazione AMEC, oltre ai congressi nazionali annuali, promu patrocina diversi convegni locali e regionali ed attiva riunioni di educazione sanitaria con la popolazione, attivit volte a sensibilizz medici, gli infermieri e la popolazione in generale ...

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Il vino e la salute
Domenica 05 Febbraio 2012 Publio Viola

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Il trattamento delle dislipidemie: luc

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Notiziario AMEC

IL VINO E LA SALUTE Effetti positivi delle dosi moderate


Publio Viola
Specialista in Gastroenterologia, Medicina tropicale e Scienza dellalimentazione Primario Medico Emerito - Ospedale San Giovanni, Roma Libero docente in Medicina Sociale - Universit di Roma Sapienza Presidente Sezione Medico Nutrizionale dellAccademia dellOlivo e dellOlio.

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l vino ha da sempre occupato un posto di rilievo nella cultura e nella gastronomia delle civilt mediterranee. In esso si visto infatti non solo una bevanda gradita al palato, ma anche un dono della Natura attraverso il quale luomo poteva avvicinarsi alla Divinit, tema che ritroviamo in tutte le mitologie: Osiride in Egitto, Dioniso in Grecia, Bacco a Roma,

Risultati preliminari dello studio TE

I Giovani e la Cultura dell'emergen Un passo nella giusta direzione

Saturno nelle civilt italiche. Recensioni La conoscenza del vino quindi antichissima, ma la conoscenza dellalcool doveva ancora tardare a venire. Nel 1484 Arnaldo da Villanova riusc ad isolare dal vino, tramite la distillazione, la quintessenza cio il quinto elemento astrale integratore dei quattro elementi della filosofia empedoclea-platonica (terra, aria, acqua e fuoco) che chiam acqua di vita o aquavitae). Poich in arabo si definiva al kohol una polvere finissima di solfuro di antimonio che veniva usata dalle donne per tingersi le ciglia e le sopraciglia, e poich il solfuro di antimonio veniva ricavato per sublimazione, processo molto affine alla distillazione, entr in uso definire alcool loperazione chimica della distillazione.

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Viterbo 2009 l vino una soluzione di alcool in acqua in cui la gradazione alcolica esprime la quantit in millilitri di alcool etilico presente in 100 millilitri di vino. Per risalire al contenuto in grammi si moltiplica la quantit dei gradi per il peso specifico dellalcool che corrisponde a 0,8 (12 gradi corrispondono quindi a 12 x 0,8, cio a 96 grammi per un litro di vino).
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Oltre allalcool, nel vino sono presenti alcuni componenti minori che ne determinano laroma ed il sapore. La colorazione del vino data dalla presenza di sostanze pigmentarie (flavoni per il colore rosso e xantoni per il colore giallo). La vite cresceva in Europa in epoche antichissime, come attestano alcuni reperti fossili risalenti a pi di un milione di anni fa. Luso del vino si perde perci nella notte dei tempi, anche se le prime notizie risalgono agli Assiri ed ai Sumeri i quali ci hanno lasciato tracce di testimonianze relative agli effetti positivi e negativi esercitate da questa bevanda. Fin dallantichit il vino ha comunque occupato un posto di rilievo nella vita delle popolazioni. In esso si visto un mezzo di sostentamento, ma soprattutto un dono di Dio, tema che ricorre in tutte le civilt mediterranee: Osiride in Egitto, Dioniso in Grecia, Saturno nelle civilt italiche, Bacco a Roma. Anche la Sacra Scrittura si occupa del vino e fissa la sua scoperta nel 3000 a. C. e, mentre biasima No per averci dato la prima rappresentazione dellubriachezza, loda il patriarca per averci insegnato a coltivare la vite. La mitologia greca fa invece risalire al 1400 a. C. lavventura di Staflo, figlio di Dioniso, il quale, accorgendosi che una delle sue capre tornava allovile ad unora tarda e particolarmente allegra, la volle seguire e cos pot osservare che mangiava un frutto sconosciuto, identificato con luva. La raccolse e ne prepar un succo cui i greci dettero il nome di vinos mentre il nome di stafle ancora oggi significa uva. Inizialmente il vino prodotto era di qualit scadente e spesso veniva modificato il suo sapore mescolandolo con acqua, spezie ed anche formaggio grattugiato. Godeva per di grande prestigio in quanto la sua assunzione avvicinava gli uomini agli dei e per questo motivo nelle feste dedicate a Bacco (baccanali) veniva bevuto abbondantemente. La leggenda narra comunque che Bacco, figlio di Giove, in un suo viaggio in Italia, port a Roma la vite dando inizio alla sua coltivazione ed alla produzione del vino che veniva celebrato nelle festivit delle vendemmia, definite appunto vinalia dedicate a Giove.

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CODICE DEONTOLOGICO Carissimi colleghi, abbiamo inteso Il vino era per i romani principalmente un complemento del pasto. Solo raramente veniva infatti consumato fuori pasto, nel qual caso si trattava di meditazione che si accompagnava a momenti di conversazione, di discussione, di lettura e di canto.

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mettere nel nostro sito dell'AMEC il Codice Deontologico dell'"Ordine Provinciale di Roma dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri" revisionato e datato il 23 gennaio 2007. Sperando di far cosa gradita per impreziosire sempre di pi il nostro profilo professionale verso i pazienti e i colleghi vi auguro una buona lettura. Con l'occasione desidero ricordarvi che restiamo come Direttivo dell'Associazione sempre a disposizione per eventuali richieste e consigli. Un saluto e a presto

Esistevano per le tabernae vinariae dove venivano serviti con relativa abbondanza vini di qualit mediocre. La cultura della vite e del vino, nella civilt romana, cos come quella greca, ebbe comunque un grande rilievo sociale, tanto che Orazio amava concludere i suoi interventi con la frase rimasta famosa nunc est bibendum. Con la caduta dellImpero Romano lEuropa fu devastata dai barbari che non conoscevano le tecniche della coltivazione della vite. Cadde cos labitudine del bere e fu soltanto il sorgere dei monasteri che consent di salvare la vite in quanto il vino (sangue di Cristo) serviva per le celebrazioni della messa, e furono sempre i monaci che, oltre a consumare il vino nelle cerimonie, lo offrirono ai pellegrini di passaggio. Con il tempo tuttavia la viticoltura si diffuse gradualmente in tutta lEuropa e, mentre miglioravano le tecniche di coltivazione, il vino divenne una bevanda popolare delle popolazioni mediterranee. Nel 1484 Michele Savonarola, medico della famiglia degli Estensi, rifer che Arnaldo da Villanova e Raimondo Lullo ritenevano di essere riusciti ad isolare, tramite la distillazione del vino, la quintessenza, cio il quinto elemento astrale integratore della filosofia platonica (terra, aria, acqua e fuoco), molto pi attiva del vino, sia come tonico che come stimolante. Poich in arabo si definiva al kohol una polvere finissima utilizzata dalle donne per ungere le ciglia e le sopracciglia, preparata mediante il processo di sublimazione molto affine alla distillazione, entr in uso definire alcool loperazione chimica della distillazione. Nel 1500 Teofrasto Paracelso la applic al vino e scrisse alcohol vini per indicare la parte essenziale (e pi nobile) del vino. Con la diffusione del vino, ben presto si affacci il concetto dei rapporti vino-salute ed infatti, fin dalle prime civilt fu considerato un fattore sia di malattia che di guarigione. A questultimo proposito il grande medico greco Ippocrate precisava che il vino dolce appesantiva il capo, ma facilitava lo svuotamento dellintestino, il vino bianco possedeva effetti diuretici ed era perci indicato nei soggetti pletorici, infine, i vini allungati con acqua erano utili per combattere la febbre. A Roma, Celso riteneva utile il vino nellemicrania e nella medicazione delle ferite e Plinio lo defin saluberrimum in quanto dal vino traevano giovamento le forze, il sangue ed il colorito degli uomini. Galeno, nel suo trattato di medicina, cita trecento volte luso del vino per diverse indicazioni terapeutiche. Pi tardi la Scuola Medica Salernitana nel famoso Regimen Sanitatis attribuiva al vino poteri medicamentosi affermando che scaccia i vapori, scioglie le viscere piene, acuisce lingegno, rafforza la vista, affina ludito e fortifica il corpo. Nel 1600 Francesco Redi, medico e poeta fiorentino, affermava Quanto errando e quanto va nel cercar la verit che dal vino lungi sta, ma nello stesso tempo temeva i pericoli di un a eccessiva ingestione concludendo in un altro scritto chi vuol morire beva, Nel 1800 Luigi Pasteur afferm che il vino era la pi igienica delle bevande, mentre un altro medico francese, Claude Bernard, riteneva che il vino, in opportune quantit, esercitasse effetti benefici come gradito stimolante dellappetito e della digestione. Molti altri (studiosi e gastronomi) si sono occupati e si occupano ancora del vino, e molto vi sarebbe da parlare di questa gradevole bevanda che allieta la nostra mensa, ma che costituisce anche un pericolo per la nostra salute se assunto in maniera non controllata. Non deve essere dimenticata infatti la presenza dellalcool che pu determinare un danno acuto (ubriachezza e rischio di morte per incidenti) ed un danno cronico (distruzione del fegato e morte per cirrosi). In particolare i ragazzi sotto i 16 anni non devono bere perch lorganismo non ha ancora prodotto i meccanismi difensivi contro le bevande alcoliche. Ci sembra giusto perci invitare alla moderazione e concludere con la frase di S. Grisostomo

sull'uomo

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Mercoled, 15 Febbraio 2012 Protezione gastrica nei soggetti trattati con Clopidogrel

Claudio Di Veroli (Presidente dell'AMEC)

Sabato, 9 Luglio 2011 Interazione tra Parossetina e Pravastatina.

Sabato, 22 Gennaio 2011 HbA1c nella diagnosi di diabete Gioved, 29 Settembre 2011

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vinum opus dei, ebrietas opus diabuli

COMPOSIZIONE DEL VINO

l vino una soluzione di alcool in acqua in cui la gradazione alcolica esprime la quantit in millilitri di alcool etilico presente in 100 millilitri di vino. Per risalire al contenuto in grammi si moltiplica la quantit dei gradi per il peso specifico dellalcool che corrisponde a 0,8 (12 gradi corrispondono quindi a 12 x 0,8, cio a 96 grammi per un litro di vino).

Oltre allalcool, nel vino sono presenti alcuni componenti minori che ne determinano i caratteri organolettici. Tale componenti minori sono rappresentati da alcoli superiori, da esteri dellacido eptaenoico, dallantanitrato di metile e dai polifenoli (come i tannini e le enocianine) e, quando il vino invecchiato, dai prodotti di trasformazione degli alcoli, cio da aldeidi ed esteri. La colorazione del vino data dai pigmenti flavonici per il colore rosso e dai pigmenti xantonici per il colore giallo. Alcuni componenti minori, come gli alcoli superiori (propilico, butilico, ecc.), sono dotati di una certa tossicit, tuttavia il loro contenuto nel vino non mai tale da arrivare a determinare effetti pericolosi per lorganismo. Inoltre, durante linvecchiamento molti di questi componenti subiscono delle trasformazioni chimiche che ne diminuiscono la tossicit, mentre, al contrario, ne accrescono i caratteri organolettici, particolarmente il profumo. Fino non molto tempo fa gli effetti esercitati dal vino (positivi e negativi) venivano attribuiti dai nutrizionisti solo al suo contenuto alcolico e tutte le sue attivit sullorganismo si ritenevano collegate a detto contenuto. Attualmente, grazie al progredire delle conoscenze scientifiche, si sa che molti degli effetti positivi attribuiti alle dosi moderate di vino sono in realt determinati dai componenti minori e precisamente dai polifenoli (o, pi esattamente, composti fenolici). I composti fenolici del vino non hanno infatti soltanto un ruolo nel determinismo delle qualit organolettiche, ma svolgono anche importanti attivit biologiche, soprattutto come agenti antimicrobici ed antiossidanti. Nel vino ricordiamo in particolare gli antociani (cianidina e delfinidina) a prevalente attivit antimicrobica ed antiossidante, i tannini (procianidine) antiossidanti e gastroprotettivi ed i flavonoidi (kaemferolo, quercetina, catechina, miricetina) antiossidanti ed anticancerogeni. Infine, notevole interesse ha recentemente suscitato un altro polifenolo appartenente alla classe degli stilbeni, il trans-resveratrolo, dotato di azione ipocolesterolemizzante, antiaggregante piastrinica ed antitumorale. Secondo alcuni studiosi viene per rilevato che il contenuto in resveratrolo nel vino piuttosto limitato e sarebbe anche scarsamente assorbito dallintestino. Gli effetti benefici sarebbero svolti perci prevalentemente dalla quercetina e dalla catechina presenti invece in quantit rilevanti. Questi due

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polifenoli avrebbero dimostrato inoltre di possedere unattivit due volte superiore a quella del resveratrolo. Il quantitativo dei polifenoli nel vino pu variare a seconda delle zone di produzione e dei sistemi di vinificazione, ma va comunque sottolineato che detto quantitativo superiore a quello presente nelluva perch aumenta durante il processo della fermentazione.

METABOLIZZAZIONE DELLALCOOL

el nostro organismo lalcool subisce una prima metabolizzazione a livello dello stomaco (first pass) ad opera di una alcool-deidrogenasi presente nella zona pre-pilorica. Questo fatto spiega perch lalcool assunto a digiuno (e quindi con un rapido transito nello stomaco) determini una maggiore elevazione dellalcolemia rispetto a quanto si verifica a stomaco pieno. Deve essere puntualizzato a questo proposito che la descritta attivit alcool-deidrogenasica dello stomaco meno efficiente nella donna rispetto alluomo e questo spiega (in parte) la minore tolleranza femminile dellalcool. Tale attivit viene notevolmente ridotta anche dal fumo del tabacco e dai farmaci gastro-lesivi. Se non ossidato nello stomaco, lalcool giunge ai tessuti, ma in particolare al fegato che viene impegnato in un intenso lavoro di metabolizzazione. Qualora per questo impegno diventi superiore alle proprie capacit, il fegato ne viene danneggiato in maniera irreversibile. A livello cerebrale lalcool determina i noti effetti di euforia, ma lassunzione continuativa delle bevande alcoliche conduce ad una certa tolleranza caratterizzata dal mantenimento di un normale equilibrio psichico anche a dosi relativamente elevate. Questa tolleranza tuttavia solo apparente e pertanto notevolmente pericolosa poich si verifica esclusivamente a livello cerebrale, mentre, al contrario, a livello epatico non si verifica nessuna tolleranza collegata ad un possibile aumento dellattivit dellalcool-deidrogenasi che, anzi, sembra diminuire nellalcolista cronico. Aumenta invece nel fegato lattivit di un altro sistema enzimatico, il MEOS (Microsomial Ethanol Oxidising System), che se da un lato conduce ad una maggiore ossidazione dellalcool, dallaltro determina una dispersione di energia (calorie vuote) in quanto tale ossidazione non si accompagna ad un aumento della fosforilazione ossidativa con formazione di Acetil-CoA, cio acetato attivo (e quindi produzione di ATP), ma conduce alla formazione di un acido acetico non attivato che provoca una sofferenza del mitocondrio. Tale acido acetico, che non potr essere metabolizzato nella catena respiratoria, diventer tossico provocando una graduale alterazione della cellula epatica fino alla comparsa della cirrosi, senza che colui che eccede nel bere manifesti segni di sofferenza epatica, anzi, facendogli credere di sopportare bene lalcool. Come si detto infatti, a livello cerebrale la tolleranza allalcool aumenta consentendo gradualmente un pi lungo mantenimento dello stato ottimale di coscienza, facendo ritenere al bevitore di essere in grado di reggere bene il vino. Si verifica cos una situazione pericolosa in quanto il bevitore non si rende conto di aver perduto un importante meccanismo di difesa che lo faceva fermare a dosi minori e finisce quindi con laumentare gradualmente le quantit introdotte danneggiando il fegato il quale, lo ripetiamo, non aumenta i meccanismi di difesa ed inoltre non dar mai segni soggettivi di sofferenza, se non quando sar troppo tardi.

QUANTITA CONSIGLIATE

a velocit di ossidazione dellalcool stata calcolata in 7-8 g/ora e pertanto una dose di 50 grammi (pari a circa mezzo litro di vino) richiede 6-7 ore per essere completamente metabolizzata. Nelle 24 ore un fegato normale non metabolizza pi di 160-180 grammi di alcool (poco meno di due litri di vino)

La quantit massima di alcool tollerata nelle 24 ore per un individuo adulto in buone condizioni di salute corrisponde ad 1 grammo per kg di peso corporeo, inteso naturalmente come peso ideale e non gravato da eventuale obesit. Per quanto riguarda il vino (con una gradazione alcolica media di 12) tale quantit corrisponde, per un uomo, a circa tre quarti di litro e, per una donna, a circa mezzo litro. La quantit ottimale per minore e corrisponde a 0,75 g per chilogrammo di peso nel maschio ed a 0,50 g nella femmina. Vale a dire, nelle 24 ore, a mezzo litro di vino nel maschio e ad un terzo di litro nella femmina, in quanto nella femmina esiste una pi ridotta tolleranza allalcool, legata non solo alla descritta minore attivit del first pass gastrico, ma anche alla minore massa magra. Nellinfanzia (et prescolare e scolare) lalcool deve essere severamente vietato in quanto in questa et la sua tossicit 10 volte superiore a quella delladulto non essendosi ancora sviluppata la produzione degli enzimi detossicanti, tanto che in un bambino bastano gi 0,6 g/kg per provocarne la morte (lalcool-deidrogenasi e laldeide-deidrogenasi si formano infatti intorno ai 16 anni). Nellet avanzata le dosi devono essere ridotte sia perch con la senescenza lorganismo riduce gradualmente le sue capacit di detossicazione, sia perch lalcool contribuisce ad aggravare la decadenza fisiologica degli organi. In particolare il cervello, oltre a subire una accentuazione dellatrofia fisiologica della corteccia cerebrale, diventa pi sensibile agli effetti dellalcool, La gestante, specialmente nelle prime settimane, deve abolire le bevande alcoliche, mentre minor pericolo sembrerebbe esistere negli ultimi 5 mesi. La limitazione dellalcool durante tutta la gravidanza appare comunque sempre consigliabile in quanto consente un migliore sviluppo del feto, riducendo anche il rischio dellaborto e del parto prematuro. Un altro aspetto di notevole importanza quello legato alla eventuale concomitanza di unaggressione virale del fegato (epatite B ed ancor pi epatite C) e va ricordato che purtroppo molto spesso tali affezioni sono del tutto asintomatiche. In caso di sieropositivit per epatite linterdizione dal vino deve essere assoluta poich stato dimostrato che anche minime dosi, pari ad un solo bicchiere al giorno, possono favorire linstaurarsi di una epatopatia cirrogena, quando non di una neoplasia epatica. Si precisa a questo proposito che il vino presenta una maggiore attivit cirrogena rispetto alle altre bevande alcoliche per la presenza del ferro. Ricordiamo infine che il fumo della sigaretta potenzia leffetto dannoso dellabuso alcolico riducendo lattivit alcooldeidrogenasica dello stomaco, ma soprattutto favorendo la comparsa di alcuni tumori (faringe, esofago).

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INTERAZIONE CON I FARMACI

ome si detto, lalcool viene ossidato principalmente nel fegato attraverso la via dellalcool-deidrogenasi ed, in caso di eccessiva introduzione, dalla via microsomiale (MEOS). Il sistema microsomiale del MEOS fondamentale per anche per la metabolizzazione di vari gruppi di farmaci e quindi, una conseguenza dellabuso alcolico anche

linterferenza sui sistemi enzimatici che intervengono nel metabolismo di alcuni farmaci i quali possono subire una modificazione delle loro attivit, oltre ad accentuare gli effetti negativi dellalcool. Tali interferenze possono in alcuni casi comparire anche nei bevitori moderati e/o negli eccessi occasionali. Riteniamo utile pertanto riportare le interazioni pi importanti che si possono verificare con i medicamenti di maggiore impiego:

Analgesici ed antireumatici
Laspirina e gli antireumatici in genere possono gi di per se stessi provocare gastro-duodeniti erosive con emorragie anche gravi. Lalcool pu accentuare questi effetti sia per una azione diretta sulle mucose, sia per una azione indiretta sui meccanismi coagulativi.

Antibiotici In genere
leffetto dellassociazione dellalcool modesto e praticamente assente con le dosi moderate. Nellalcolismo cronico si pu invece verificare una riduzione della loro efficacia per una pi rapida metabolizzazione.

Anti-depressivi
A seconda dei casi lalcool pu accentuare come diminuire la loro attivit, ma generalmente questi farmaci rallentano la inattivazione metabolica dellalcool esponendo lindividuo ad un rischio maggiore rispetto alle quantit assunte .Lassociazione con i composti triciclici pu provocare la comparsa di attacchi epilettici.

Anti-coagulanti ed antiaggreganti piastrinici


Possono subire un incremento dellattivit con pericolo di emorragie.

Anti-epilettici
La fenilidantoina subisce una riduzione dellattivit con conseguente aumento delle crisi convulsive, gi di per se stesse favorite dallalcolismo. I barbiturici vengono invece potenziati e la loro dose minima letale aumenta, mentre nel contempo viene favorita la sofferenza epatica.

Anti-ipertensivi
Si tratta di una lunga serie di sostanze i cui effetti possono di volta in volta essere accentuati o ridotti con alterazione della risposta terapeutica, ed inoltre possono venire incrementai i fenomeni collaterali indesiderabili. Sono state descritte crisi di tachicardia con luso dei betabloccanti.

Anti-istaminici
I ben noti effetti di torpore e sonnolenza vengono ad essere accentuati, specie nelleccesso acuto.

Anti-tubercolari
Si tratta di un serie di sostanze i cui effetti possono, di volta in volta, essere accentuati o ridotti con alterazione della risposta terapeutica, mentre vengono incrementati i fenomeni collaterali indesiderabili, in particolare il danno epatico favorendo la comparsa della cirrosi.

Anti-diabetici orali ed Insulina


Con le sulfaniluree si possono verificare crisi ipoglicemiche, sudorazione e tachicardia. Le biguanidi possono favorire fenomeni di acidosi lattica. In tutti i due i casi lalcolismo cronico potr finire con linattivazione metabolica del farmaco. Con la terapia insulinica le dosi moderate di alcolici non modificano gli effetti, ma un eccesso acuto pu determinare una crisi ipoglicemica a volte anche irreversibile.

Tranquillanti minori
Lalcool agisce sinergicamente aumentando lazione sedativa con diminuzione del potere critico ed aumentato rischio di incidenti.

Tranquillanti maggiori e Sedativi


Si tratta di sostanze che esplicano unazione marcatamente depressiva sul sistema nervoso centrale (talofen, roipnol, ecc.). Lassociazione con le bevande alcoliche pericolosa perch, oltre al potenziamento degli effetti, pu determinare una grave depressione del centro del respiro con pericolo di morte, ipotensione arteriosa, accentuazione del danno epatico.

AntiH2 ed Inibitori della pompa protonica dello stomaco


Riducono lattivit alcool-deidrogenasica dello stomaco (first pass) favorendo quindi linnalzamento dellalcolemia e limpegno epatico. Quanto esposto corrisponde alle interazioni con alcuni medicamenti di uso comune, ma un numero notevole di altri prodotti richiede altrettanta prudenza nel consumo delle bevande alcoliche. Deve inoltre essere rilevato che ogni giorno vengono messi in commercio nuove sostanze di cui non sempre sono conosciuti gli effetti collaterali e le interazioni con lalcool. Sar bene quindi usare sempre prudenza onde evitare di incorrere in spiacevoli inconvenienti.

MODALITA DI ASSUNZIONE E LIVELLI DI ALCOLEMIA

assunzione del vino (e degli alcolici in generale) a piccoli sorsi e la presenza del cibo nello stomaco rallentano lelevazione dellalcolemia e riducono i possibili effetti dannosi in quanto viene favorita lattivit alcool-deidrogenasica

dellantro gastrico (first pass). Si ricorda inoltre che lassunzione della quantit globale di vino consentita nelle 24 ore va sempre suddivisa nei due pasti principali e non ingerita in una sola volta nella giornata. Esistono anche individui che abitualmente non bevono durante i giorni lavorativi della settimana, ma bevono spesso abbondantemente in occasione di incontri con amici (alcolismo periodico o da weekend). In questo caso la quantit di alcool totale consumato nella settimana non elevato, ma la concentrazione unica abbondante pu determinare effetti acuti negativi

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di ordine psichico (ebbrezza alcolica con alterazioni del comportamento e pericolo di guida dellautomobile) e talora anche danni organici (pancreatite acuta, disturbi del ritmo fino a possibile arresto cardiaco e morte improvvisa). Come gi stato spiegato, il livello dellalcolemia pu variare non solo in rapporto alla quantit di alcool ingerito ed al tempo dellingestione, ma anche in rapporto alla presenza o meno di cibo nello stomaco, e, naturalmente, alla differenza tra i due sessi. Riportiamo pertanto uno schema relativo alle variazioni orarie dellalcolemia nei due sessi aventi un peso ideale (rispettivamente di 55 kg per la femmina e di 70 kg per il maschio), correlata al numero delle assunzioni, a digiuno ed a stomaco pieno, di bevande alcoliche aventi un contenuto di alcool corrispondente ad un bicchiere di vino, cio di 13 grammi.

Una credenza che deve essere sfatata il ritenere che la pericolosit della assunzione di quantit elevate di vino sia legata prevalentemente alla mescolanza di vini diversi tra loro. Il danno infatti non legato alla differenza delle bevande alcoliche, ma alla quantit totale di alcool ingerito. Lingestione acuta di elevate quantit di vino (associata o meno ad altre bevande alcoliche) conduce infatti inevitabilmente ad un quadro comportamentale noto come ubriachezza. I disturbi pi rilevanti in questo caso di etilismo acuto sono a carico del sistema nervoso e la loro gravit strettamente correlata ai livelli di alcool presenti nel sangue e non ad eventuali componenti minori delle diverse bevande. Per quanto concerne il tempo di normalizzazione dellalcolemia e la possibile sommazione di effetti di diverse bevande alcoliche (il cosiddetto effetto scala) bisogna tenere presente che dopo lassunzione a digiuno di una bevanda alcolica il tasso di alcolemia sale bruscamente raggiungendo un picco massimo in circa 30 minuti, quindi decresce lentamente con una media oscillante tra lo 0,10 e lo 0,15 ogni ora. Esiste pertanto un rischio (generalmente ignorato dal pubblico) di raggiungere un tasso alcolemico elevato anche bevendo quantit di alcool relativamente modeste, ma senza attendere il tempo sufficiente per la sua eliminazione tra una assunzione e laltra. Bisognerebbe infatti attendere almeno unora tra una consumazione e laltra per evitare tale sommazione, e questo appare importante soprattutto per quanto riguarda la guida automobilistica. A conclusione di questo capitolo ci sembra importante richiamare lattenzione sul rischio della guida automobilistica in quanto non sempre chi ha superato i livelli di guardia si rende conto del suo stato di ebbrezza e crede di essere perfettamente idoneo alla guida del proprio automezzo, ma gi a livelli di alcolemia dello 0,5 per mille esiste un aumentato senso di sicurezza che pu condurre a manovre spavalde con forte incremento del rischio. Per questo motivo la legge italiana ha recentemente abbassato il limite massimo tollerato di alcolemia negli automobilisti da 0,8 per mille a 0,5 per mille, ma va anche rilevato che gi a 0,5 per mille (livelli che si raggiungono con due bicchieri di vino assunti a digiuno, o con tre a stomaco pieno) diminuisce la capacit di adattamento alloscurit, mentre fortemente compromessa la valutazione degli ingombri stradali, della posizione del veicolo, della valutazione della distanza, della velocit e dei movimenti di guida. In molti soggetti infatti, specialmente nei giovanissimi e negli anziani, gi sopra lo 0,2 per mille lelaborazione mentale delle percezioni sensoriali ridotta e spesso si verifica la tendenza a guidare in modo pi rischioso. Ci sembra giusto infine ricordare che lalcool non presente soltanto nel vino, ma anche in altre bevande che spesso si associano al vino in occasione festivit e di incontri, il cui contenuto dovr sempre essere calcolato nella prevenzione del danno organico e degli incidenti di guida. Riportiamo qui una tabella che ne espone in grammi il contenuto percentuale:

PRINCIPALI EFFETTI DEL VINO SULLORGANISMO


Apparato digerente Il vino, ancor prima di essere ingerito, stimola per il suo bouquet tutta una serie di riflessi condizionati che conducono ad una attivazione delle secrezioni salivari, gastriche, pancreatiche e biliari. Il sapore del vino stimola poi le papille gustative della bocca che, attraverso il nervo vago, incrementano la secrezione cloro-peptica dello stomaco. Quanto allalcool, la sua presenza esercita unazione di stimolo sulla secrezione gastrica per via indiretta, mediata cio dalla liberazione dellormone gastrina. Una azione eccito-secretiva diretta sembra invece venir svolta da alcuni componenti minori del vino, quali i peptidi, le amine e gli aminoacidi e, forse, anche dai polifenoli. Nel complesso la digestione viene ad essere facilitata, ma si comprende anche come, nei soggetti affetti di gastrite o

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da ulcera gastro-duodenale, la stimolazione secretoria (specialmente a digiuno) possa risultare non vantaggiosa. Le dosi moderate invece esercitano nella maggioranza dei casi un effetto positivo ed anzi, in talune forme dispeptiche caratterizzate da digestione laboriosa e da inappetenza, un bicchiere di vino pu risultare di notevole giovamento. Lo stomaco nei soggetto sani non subisce alcun danno dalle quantit moderate di vino assunto ai pasti, ed anzi stata descritta addirittura una attivit protettiva nei confronti della gastrite ipersecretiva, forse per unazione diretta dellalcool sulla produzione locale della prostaglandina PGE1 o forse per unazione specifica inibente esercitata da alcuni polifenoli sullelicobacter pilori. Leccesso alcolico determina invece fenomeni irritativi della mucosa che gradualmente conducono allatrofia gastrica con conseguenti turbe dellassorbimento proteico, deperimento ed anemizzazione. Il pancreas non subisce danni alle dosi ottimali, mentre molto sensibile agli eccessi acuti in occasione dei quali si pu verificare una pancreatite acuta anche mortale. Il fegato non viene danneggiato dalle dosi ottimali nei soggetti sani, ma non possiamo tralasciare loccasione per ricordare ancora una volta lassoluta interdizione del vino nei portatori del virus dellepatite B e soprattutto dellepatite C in quanto in questi casi lalcool anche in piccole dosi potenzia enormemente lattivit epatolesiva del virus. E comunque ben nota la comparsa della cirrosi epatica nei forti bevitori, evento che non deve mai essere sottovalutato. Le vie biliari non risentono effetti sostanziali dallapporto alcolico che, anzi, a piccole dosi, sembra essere positivo. E stata infatti descritta una riduzione del rischio della calcolosi colesterolica nei bevitori moderati. Tale azione protettiva potrebbe derivare da una aumentata conversione del colesterolo in acidi biliari o forse da un maggior riassorbimento intestinale degli acidi biliari stessi (circolo entero-epatico). La quantit di alcol utile per la prevenzione della colelitiasi sarebbe compresa tra i 20 ed i 40 grammi pro die, pari a 200-400 ml di vino. Dosi superiori sembrano invece controproducenti, specialmente se si superano i 100 grammi di alcool. Non si pu chiudere il capitolo dedicato allapparato digerente senza ribadire ancora una volta che il vino consumato in eccesso una delle cause determinanti della cirrosi epatica e del cancro del fegato, oltre che del cancro della faringe e dellesofago, specie se associato al fumo della sigaretta.

Apparato cardiocircolatorio Lalcool a piccole dosi (vino in particolare) ha dimostrato di esercitare unazione di prevenzione sulla comparsa dellinfarto del miocardio. Indagini epidemiologiche sulluomo hanno infatti documentato che lincidenza della coronaropatia appare ridotta con lassunzione di moderate quantit di bevande alcoliche. Per molto tempo stato ritenuto che leffetto protettivo fosse legato principalmente allalcool e non al tipo della bevanda, effetto attribuito alla riduzione del colesterolo plasmatico totale cui si associa un aumento del colesteroloHDL. Ci tuttavia non spiega come mai gli scozzesi ed i finlandesi, che assumono birra e superalcolici, non presentino il medesimo grado di protezione che si osserva tra le popolazioni che consumano il vino. Il vino si dimostra infatti pi efficace della birra e dei superalcolici e gi diversi anni fa uno studio internazionale aveva dimostrato come, posto a 1 il rischio di ammalare di infarto, detto rischio si manteneva quasi uguale con il consumo di superalcolici, mentre scendeva a 0,8 con lapporto della birra ed a 0,4 con lapporto del vino. Questo studio stato successivamente confermato da ricercatori inglesi i quali, esaminando la mortalit per infarto del miocardio in 18 paesi industrializzati, hanno evidenziato che lItalia e la Francia presentano la pi bassa incidenza statistica della malattia, ponendo in rilievo il fatto che gli italiani ed i francesi sono abituali consumatori di vino. A questi proposito, quello che colpisce maggiormente lattenzione lormai noto paradosso francese dal quale si evince come la popolazione francese, pur conducendo una alimentazione simile a quella della popolazione americana (se non peggiore), presenti una mortalit vascolare nettamente inferiore, pari cio ad un rapporto di 1 a 3. La spiegazione di questo paradosso non semplice, ma non pu non balzare allevidenza che il fatto che i francesi sono buoni bevitori di vino (non di alcolici), in quantit molto maggiore degli americani, e, precisamente, circa 10 volte di pi.

A questo punto dobbiamo chiederci: come agisce il vino, attraverso il suo contenuto di alcool o attraverso la presenza dei componenti minori? Prima di procedere necessario precisare che gli studi attuali hanno posto in evidenza come il semplice aumento del colesterolo plasmatico, conseguente ad un suo eccessivo apporto alimentare o ad un eccessivo apporto di acidi grassi saturi, non sia sufficiente a spiegare la patogenesi della malattia coronarica nella quale entrano in gioco altri fattori, ed in particolare lattivit dei radicali liberi dellossigeno che conducono alla perossidazione dei fosfolipidi delle lipoproteine che trasportano il colesterolo, cio le LDL (Low Density Lipoprotein). Lattivit lesiva della colesterolemia collegata ad un aumento delle LDL non infatti determinata dalle LDL normali, bens dalle LDL modificate dalla perossidazione. Tale evento perossidativo si pu verificare per un aumento dei fattori

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pro-ossidanti, come ad esempio il fumo della sigaretta, ma anche per una insufficiente presenza nellalimentazione di agenti antiossidanti. Le LDL ossidate, una volta formatesi, non solo perdono la capacit di cedere il colesterolo (ristagnando quindi nel sangue), ma svolgono anche unazione tossica sullendotelio bloccando la produzione di agenti protettivi come la prostaciclina e lossido nitrico (NO). In questa maniera, oltre a creare delle microlesioni a carico della parete arteriosa, le LDL ossidate conducono alla proliferazione delle cellule muscolari lisce ed alla formazione delle cosiddette cellule schiumose, innescando il processo della lesione aterosclerotica e delle stenosi vasale con conseguenti fenomeni ischemici (infarto del miocardio, ictus cerebrale). Il principale meccanismo di protezione contro la perossidazione delle LDL rappresentato dagli agenti antiossidanti che vengono introdotti con lalimentazione (-tocoferolo, acido ascorbico, -carotene, carotenoidi non vitaminici, polifenoli, ubichinolo, selenio). Un ruolo particolarmente importante stato riconosciuto ai polifenoli e soprattutto ai bioflavonoidi contenuti nel vino rosso (il vino bianco ha un minor contenuto di polifenoli). I polifenoli, oltre ad agire come potenti antiossidanti, intervengono anche come inibitori della fosfolipasi A2 riducendo la formazione di acido arachidonico, ma soprattutto intervengono come inibitori della ciclossigenasi riducendo la formazione del trombossano e quindi dellaggregabilit delle piastrine (azione aspirino-simile). Infine, tra i polifenoli, il trans-resveratrolo avrebbe dimostrato unazione diretta ipocolesterolemizzante. Le dosi moderate di vino, per la presenza di unaltrettanto moderata dose di alcool e soprattutto per la presenza dei polifenoli, svolgono azione preventiva sul rischio vascolare, ma appare comunque importante sempre ricordare che, se le dosi moderate di vino (e di alcool) esercitano un effetto protettivo, le dosi eccessive finiscono con il determinare una miocardiopatia alla quale si associa una diminuita capacit funzionale ed una predisposizione ai disturbi del ritmo. Non deve inoltre essere dimenticato che lalcool aumenta i livelli di trigliceridemia e di uricemia, per cui il vino deve essere escluso nei soggetti che presentano alterazioni dismetaboliche in tal senso. In particolare deve essere escluso nella sindrome plurimetabolica (obesit viscerale, ipertensione, ipertrigliceridemia, iperuricemia, iperglicemia), malattia che determina gravi alterazioni microangiopatiche con morte precoce. Per quanto riguarda lipertensione arteriosa, alle dosi moderate non si osservano effetti di rilievo sia sui normotesi, che sugli ipertesi. A dosi elevate stato invece descritto un effetto ipertensivo per un aumento dei livelli di angiotensina, mentre nello stesso tempo si verifica una diminuzione della efficacia della terapia anti-ipertensiva, A conclusione del capitolo sul sistema vascolare ci sembra giusto precisare che lalcool non ha alcuna attivit di vasodilatazione sulle arterie coronarie ed un grave errore ritenere che uningestione di whisky possa essere utile nella crisi anginosa. Lalcool agisce invece da vasodilatatore sulle arterie periferiche della cute generando un altro errore. Viene infatti spesso affermato che in caso di freddo utile bere un grappino perch riscalda le mani e la pelle in generale, ma questo un effetto pericoloso in quanto il grappino ha bloccato un meccanismo di difesa attraverso il quale lorganismo trattiene il calore negli organi interni a scapito di quelli meno importanti come la cute. In questa maniera il grappino riscalda le mani, ma favorisce il raffreddamento interno e quindi la morte per congelamento.

Rischio di neoplasie Le neoplasie sono lespressione di numerosi fattori concomitanti che possono essere causali (induttori) o favorenti (promotori). Tra questi fattori un ruolo causale non secondario viene svolto dai processi ossido-radicalici e si comprende perci come in questo contesto gli antiossidanti, vitaminici e non vitaminici, esercitino un ruolo di notevole importanza come anti-promotori della carcinogenesi. In questi ultimi anni stato dimostrato un marcato effetto protettivo degli antiossidanti non vitaminici quali i carotenoidi ed i polifenoli. Osservazioni in vitro ed in vivo fanno ritenere infatti che, oltre a potenziare lazione degli antiossidanti vitaminici, i polifenoli agiscano anche come anti-induttori attraverso linibizione di alcuni cancerogeni chimici, come gli idrocarburi policiclici, intervenendo quindi su pi di un fattore della carcinogenesi. Tale azione antitumorale viene esercitata da numerosi bioflavonoidi contenuti nel vino, quali la quercetina, la miricetina, la catechina, il kaemferolo, e soprattutto il trans-resveratrolo. I polifenoli interverrebbero sia sulla prevenzione che sullo sviluppo del tumore. Tale attivit sarebbe particolarmente evidente nei confronti del linfoma e del tumore del colon. Il vino assunto in dosi moderate pu perci contribuire alla prevenzione delle neoplasie, ma di fondamentale importanza ribadire il concetto delle dosi moderate, perch lalcool in quantit superiori ai limiti consentiti pu diventare invece un potente induttore di alcuni tumori maligni, quali quelli gi accennati del cavo orale, dellesofago e del fegato, senza escludere un effetto promotore su altri tumori come la mammella ed il pancreas.

Processo di invecchiamento Secondo le teorie pi accreditate linvecchiamento e la morte sarebbero il risultato dei danni cellulari subiti dallorganismo durante tutto larco della vita come conseguenza dello stress ossidativo mediato dai radicali liberi dellossigeno che danneggia la replicazione del DNA. Come si pi volte accennato, noi siamo protetti fisiologicamente contro leffetto deleterio dei radicali liberi dellossigeno da alcune sostanze antiossidanti presenti nella nostra costituzione genetica che ci consentono di vivere in buone condizioni nellambiente in cui viviamo (prima linea di difesa). Nonostante ci, alcuni radicali liberi dellossigeno sfuggono, oppure vengono prodotti in maggiore quantit per cause varie (fumo della sigaretta, inquinamento, eccesso calorico, carenza proteica, ecc.). In questo caso possono essere bloccati (almeno entro certi limiti) dai gi citati antiossidanti introdotti con lalimentazione (seconda linea di difesa) contenuti prevalentemente nella verdura e nella frutta, oltre che nei loro derivati come il vino, lolio di oliva vergine ed il t verde. Si comprende quindi come lalimentazione possa giocare un ruolo rilevante nella prevenzione dellinvecchiamento, ma tale prevenzione deve essere precoce e continua, onde evitare che i radicali liberi si accumulino e si potenzino sinergicamente contribuendo al declino funzionale dellorganismo oltre che alla maggiore incidenza delle malattie cronico-degenerative caratteristiche dellet senile. Per quanto riguarda lalcool, alcuni ricercatori ritengono che le dosi moderate possano essere utili per migliorare la

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speranza di vita. A questo proposito sono apparsi in Inghilterra i risultati di una ricerca condotta per 10 anni nella quale stata evidenziata una maggiore durata della vita nei bevitori moderati rispetto agli astemi ed ai forti bevitori. Unanalisi multivariata ha dimostrato successivamente che questo comportamento statistico era indipendente dalle abitudini al fumo, dai valori della pressione arteriosa e dal tipo di attivit esercitata, anche se alcuni studiosi hanno criticato i risultati della ricerca sostenendo che il dato dovuto ad artefatti legati a diversi fattori che avrebbero inquinato il rilievo statistico. Indagini successive condotte in America sembrerebbero comunque aver confermato leffetto protettivo del vino, anche se con alcune riserve. Daltre parte, un recente studio condotto in Italia sulle abitudini alimentari di soggetti centenari ha documentato in tali soggetti una regolare assunzione di quantit moderate di vino rosso (che continuava anche nella raggiunta tarda et, senza danni secondari allorganismo). Senza entrare nella discussione, deve essere posto in rilievo che in Inghilterra le bevande alcoliche non sono rappresentate dal vino, ma prevalentemente dalla birra e dai superalcolici, al contrario di quanto avviene in Italia, ed, a questo proposito, va precisato che lItalia uno dei paesi pi longevi del mondo e ci molto probabilmente da mettersi in rapporto alla nostra Dieta Mediterranea, ricca di agenti antiossidanti, tra i quali il vino che ne particolarmente dotato. Lassunzione quotidiana del vino costituisce pertanto un valido e gradevole aiuto per prevenire linvecchiamento, ma dobbiamo sempre puntualizzare che tale assunzione deve essere moderata. Non si devono infatti mai superare i 500 ml di vino al giorno per il maschio e 350 ml per la femmina (escludendo naturalmente qualsiasi altra eventuale aggiunta di bevande alcoliche) perch lalcool in eccesso finisce con linvertire gli effetti protettivi diventando proossidante (effetto viene che viene potenziato anche dal ferro presente nel vino) favorendo, al contrario, la perossidazione radicalica e quindi incrementando il danneggiamento fisiologico degli organi legato allet. In ogni caso nella vecchiaia conclamata sar sempre consigliabile limitare lassunzione del vino perch lalcool, anche a dosi moderate, meno tollerato a livello cerebrale e pu contribuire anche ad aggravare il danneggiamento degli organi gi compromesso dallet avanzata.

Sistema nervoso Il sistema nervoso viene favorevolmente influenzato dallalcool introdotto a piccole dosi. La sua azione in questo caso si traduce in un effetto blandamente tranquillante, con un piacevole senso di benessere e di distensione che, specialmente verso sera, induce il sonno fisiologico. Gli effetti tranquillanti si ottengono gi con un livello di alcolemia compreso tra lo 0,2 e lo 0,3 per mille ml di sangue, corrispondenti a quanto si verifica dopo lingestione di un bicchiere di vino a digiuno o dopo due bicchieri durante il pasto. A livelli pi elevati (0,5-0,8 per mille) gli effetti diventano pi marcati e compare un gradevole senso di benessere con tendenza allespansione ed alla socievolezza, pur mantenendo ancora il controllo di se stessi. Superato lo 0,8 (pari allassunzione di tre bicchieri a digiuno o di quattro a stomaco pieno) sar bene fermarsi poich, oltre ad un marcato aumento del rischio della guida automobilistica, si passa dal benessere alleuforia fino al pericolo dellebbrezza alcolica con comportamenti insulsi e pericolosi. Le modificazioni che avvengono nella sfera psichica non dipenderebbero direttamente dallalcool, ma da un suo metabolita, lacetaldeide che nella cellula neuronale si combina con ladrenalina o con la dopamina per formare una sostanza della serie delle isochinoline, gruppo nel quale entrano a far parte alcuni alcaloidi come la morfina e leroina. Osservazioni pi recenti avrebbero per messo in evidenza anche un intervento diretto dellalcool il quale favorirebbe la produzione cerebrale delle endorfine e delle encefaline, oppiodi endogeni che contribuiscono a migliorare lo stato di benessere fisico e psichico dellindividuo. E importante rilevare per che lattivit delle isochinoline, con la ripetuta somministrazione di alcool, diminuisce e richiede un graduale aumento delle dosi onde ottenere il medesimo effetto inducendo spesso lindividuo ad aumentare lintroduzione dellalcool con tutte le conseguenze descritte, tra le quali quella di credere di reggere bene il vino. Per comprendere il meccanismo con il quale lalcool modifica il comportamento dellindividuo, bisogna ricordare che la nostra psiche (io cosciente) il risultato di un costante conflitto tra gli stimoli provenienti dallistinto (subconscio) ed il controllo inibitorio dettato dalla timidezza, dalla educazione e dalle convenzioni sociali (super-io). Come si comprende, il controllo inibitorio fondamentale per consentire il comportamento corretto nei rapporti nella sfera sociale, anche se a volte pu essere eccessivo ed essere causa di insicurezza, ansia e depressione.

Lalcool blocca selettivamente questo controllo inibitorio consentendo una maggiore fiducia in se stessi con un comportamento pi sicuro e pi deciso. Si comprende per nello stesso tempo come, a forti dosi, leffetto positivo possa trasformarsi fino a divenire negativo, talch lindividuo non pi in grado di controllarsi ed portato a compiere gesti insulsi e pericolosi, mentre le facolt mentali si offuscano. Mantenendosi invece nelle dosi consentite, accanto ad una maggiore confidenza in se stessi, si verificher un comportamento sociale valido e corretto, mentre a livello cerebrale viene favorito il flusso del pensiero e della parola.

CONCLUSIONI

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Il vino assunto in quantit moderate (da un soggetto sano) un gradevole complemento del pasto che favorisce i processi digestivi, rasserena lo spirito e protegge il circolo arterioso. Non deve comunque essere mai dimenticato che il vino una bevanda alcolica ed un bicchiere contiene mediamente 10-15 grammi di alcool. Pertanto, qualora si sia bevuto anche un aperitivo o si desideri bere un digestivo alla fine del pasto, bisogner tenere conto della quantit totale di alcool ingerito. La quantit massima di alcool consentita nelle 24 ore di 70 grammi per un maschio e 50 grammi per una femmina. La quantit quotidiana ottimale per minore, pari a 50 grammi per il maschio e 35 grammi per la femmina. Il livello massimo di alcolemia consentito dalla legge italiana per la guida automobilistica di 0,5 grammi per litro di sangue. Tale livello si raggiunge gi con due bicchieri di vino a digiuno o tre durante il pasto. Oltre tale livello comincia a verificarsi un mutamento della personalit con eccessiva confidenza in se stessi, riduzione dellacuit visiva ed alterato senso della discriminazione spaziale. La donna tollera lalcool meno delluomo. Le persone che reggono bene il vino (o lalcool in generale) devono preoccuparsi perch hanno perduto un importante meccanismo di difesa che le faceva fermare al momento opportuno. Nessun fegato e nessun pancreas sono infatti in grado di reggere pi di 1 grammo di alcool per kg di peso corporeo (inteso come peso ideale non gravato da obesit). Lalcool presente nel vino si comporta in maniera uguale sia se assunto come vino di pregio che come vino scadente. Si pu morire di cirrosi epatica anche con il Brunello di Montalcino o con lo Champagne. Il vino di cui si conosce la provenienza perch lo produce uno stimato conoscente o che si sa come fatto, presenta il medesimo pericolo (quanto al contenuto alcolico) del vino anonimo comperato al supermercato. Non esiste nessun vino che, consumato in eccesso, non possa essere nocivo. Lalcool in eccesso peggiora levoluzione di alcune malattie come la gotta, il diabete, lipertrigliceridemia, lipertensione, la sindrome da reflusso gastro-esofagea, lulcera gastroduodenale, le pancreatiti, le epatiti ed alcuni tumori. Il fumo del tabacco aumenta sensibilmente il danno provocato dagli eccessi alcolici. Il vino assunto a dosi moderate costituisce un prezioso alleato nella prevenzione delle cardiopatie ischemiche. Lalcool non per un vasodilatatore coronarico, anzi, al contrario, un eccesso cronico anche relativamente non elevato, pu aggravare levoluzione di una ischemia e favorire il danno miocardico. Un eccesso acuto pu inoltre causare gravi disturbi del ritmo con possibilit di morte improvvisa. Lazione protettiva del vino sul circolo arterioso dovuta principalmente allazione dei polifenoli, anche se non pu essere esclusa lattivit delle dosi moderate di alcool che sembrano aumentare i livelli delle HDL: Lalcool non protegge dal freddo, ma favorisce invece la morte per congelamento in quanto un vasodilatatore cutaneo che determina una dispersione il calore. Il senso piacevole di caldo che si verifica dopo la sua assunzione infatti un fenomeno negativo poich lespressione del blocco di un meccanismo di difesa con il quale lorganismo si protegge trattenendo il calore nellinterno, cio negli organi importanti per la sua sopravvivenza, meccanismo che avviene appunto attraverso la vasocostrizione periferica cutanea (che comporta sensazione di freddo), difesa che viene invece bloccata dallassunzione dellalcool. Non la mescolanza di vini ad essere dannosa, ma la quantit totale di vino, cio di alcool assunto. Il ferro presente nel vino non svolge azione antianemica in quanto non biodisponibile. Al contrario, pu favorire il danno epatico agendo da pro-ossidante Il cirrotico per molti anni asintomatico. Purtroppo, quando i sintomi diventano evidenti, troppo tardi ed il bevitore condannato a morte. Il vino assunto a dosi moderate (300 ml pro die) non danneggia invece il fegato ed anzi sembra ridurre lincidenza della calcolosi biliare colesterolica. Il vino maggiormente cirrogeno rispetto alle altre bevande alcoliche per la presenza del ferro. Va perci assolutamente interdetto in caso di sieropositivit per epatite B e C. Lalcool assunto insieme al cibo durante il pasto viene metabolizzato pi facilmente in quanto viene trattenuto nello stomaco dove subisce lattivit di primo filtro svolta dallalcool-deidrogenasi presente nella mucosa antrale (first pass). In conclusione, le leggi della Natura sono legate alla moderazione, anche se moderazione non vuol dire astinenza. Un uso appropriato di una giusta quantit di vino da parte di un soggetto adulto e sano, assunta a piccoli sorsi in occasione dei pasti, associato ad un equilibrato regime alimentare, potr costituire una fonte piacevole di benessere e di mantenimento della salute. Al contrario, se ingerito in quantit superiori al consentito pu essere responsabile di gravi malattie (etilismo cronico) e/o di gravissimi incidenti, spesso mortali (etilismo acuto)

Vinum opus Dei, ebrietas opus diabuli


(S. Grisostomo)

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