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Il Magazine ManpowerGroup
laVori in corso
I.P.
bimestrale - n. 4 anno V
manpowergroup solutions:
sentitevi sollevati
ManpowerGroup Solutions
Che cosa distingue la vostra azienda da tutte le altre? Qual il centro, il cuore del vostro business? Trovatelo, e investite tutte le vostre energie su di esso. Non perdete tempo con le attivit collaterali. A quelle pensiamo noi: il nostro team di esperti a vostra disposizione per fornirvi le soluzioni di outsourcing di cui avete bisogno, quando ne avete bisogno. Scoprite come http://mbs.manpower.it
nuovo posto di lavoro. Linizio di un cambiamento di regole che, per funzionare, avr senzaltro bisogno di una serrata attivit di monitoraggio da parte degli organi preposti, ma che trover linfa vitale nel cambiamento di mentalit da parte dei beneficiari e - pi profondamente - dellintera societ. Consapevole. Responsabilizzata. Attivamente protagonista del proprio presente e futuro professionale. La manifesta inadeguatezza del nostro sistema sociale per il lavoro, che la crisi ha contribuito a far emergere in tutta la sua debolezza, deve oggi lasciare spazio a unidea di cittadinanza inclusiva in cui Stato e Cittadini concorrono al raggiungimento di obiettivi - chiamiamoli pure vantaggi - co-
Se le riforme pi coraggiose, quelle che scardinano gli asset culturali pi assunti e radicati di una societ, si fanno proprio nelle fasi di crisi profonda, mai tempo fu pi propizio per cogliere laudace sfida del cambiamento anche nel conservatorismo del nostro welfare per il lavoro.
Notoriamente - e, in tempi di contenimento del debito sovrano, gravosamente - sbilanciato sulla passivit del sostegno al reddito. Per puntare la rotta verso il nuovo, partendo da ci che non ha funzionato o che oggi non funziona pi, o che addirittura in una fragile forma esisteva ma non mai decollato. Ci si deve attrezzare per fare cose che finora non sono mai state fatte: politiche attive e servizi per il lavoro. Non sono parole qualunque se la presa di posizione quella del ministro del welfare Elsa Fornero che, nella sua Riforma, ha aperto la strada al rinnovamento e rafforzamento delle politiche attive, nonch del ruolo dei servizi per limpiego, mirando a legare la percezione del sussidio di disoccupazione al dimostrato
ManpowerGroup Solutions la societ di ManpowerGroup specializzata nella fornitura di servizi in outsourcing nei settori HR, SALES & MARKETING, SPORT & EVENTS.
ABSTRACT / linizio di un cambiamento di regole che, per funzionare, avr bisogno di una serrata attivit di monitoraggio, ma che trover linfa vitale nel cambiamento di mentalit dellintera societ. Consapevole. Responsabilizzata. Attivamente protagonista.
le politiche attive un proprio vanto. E, last
muni. l che troveremo quel filo doppio che vuole legare le politiche di sostegno al reddito alle politiche attive, quel link tra ricevere e dare che si traduce nella virtuosa integrazione tra attesa e azione. Lattivismo del lavoro, tema portante di questo numero, interpretato nelle pagine di
LinC da autorevoli voci del panorama istituzionale e da noti personaggi del mondo aziendale italiano, con una visione che come consuetudine del nostro magazine - oltrepassa i confini nazionali ed entra nel merito delle politiche attive dei mercati del lavoro europei. Non trascurando certamente lo sguardo dentro i nostri confini e dando voce a quelle Regioni virtuose che hanno saputo fare del buon funzionamento del-
pUBBLICAZIONI
10 IDEE pER IL LAVORO DEI NOSTRI FIGLI M. Calderone - Laurana, 2012
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LinC
laVori in corso
n. 4 anno V, noVeMBre 2012 Registrazione Tribunale di Milano n. 620 del 16/10/2008
Presidente Stefano Scabbio Direttore responsabile Francesco Maria Gallo comitato Tecnico scientifico Raffaele De Luca Tamajo, Gabriele Galateri di Genola, Beniamino Quintieri, Enrico Sassoon, Giulio Sapelli, Luigi Tivelli coordinamento di redazione Antonella Guidotti redazione Silvia Bordiga, Alessandra Rizzuto Hanno collaborato a questo numero Michele Avitabile, Tiziano Barone, Anna Bramini, Alice Capiaghi, Agostino Di Maio, Tiziana Di Masi, Marco Donati, Nino Foti, Francesco Guidara, Pietro Ichino, Elisabetta Limone, Mo. Cam., Flora Nascimbeni, Rosario Plebani, Elena Rizzo, Francesco Sansone, Luca Simonini, Serena Scarpello, Luigi Tivelli, Isidoro Trovato segreteria di redazione angelica.durante@manpower.it - T. 02 230037100 Progetto grafico, copertina e impaginazione Gramma - agenzia di comunicazione soc. coop. sociale Milano www.grammacomunicazione.it Distribuzione Distribuito in tutte le edicole italiane in allegato a Io Donna - Corriere della Sera - RCS ManpowerGroup Via Rossini 6/8 20122 Milano www.manpowergroup.it
Il Magazine ManpowerGroup
In questo numero
Prefazione
01 QUEL LINK TRA RICEVERE E DARE 14 TRA RESpONSABILIT INDIVIDUALI E COLLETTIVE
A colloquio con il presidente e AD di Italia Lavoro, paolo Reboani
di Antonella Guidotti
controtendenze
30 LOMBARDIA, MARCHE, VENETO: LE ApRIpISTA NELLE pOLITICHE ATTIVE
di Alice Capiaghi e Michele Avitabile
Voci dImpresa
36 LA pOLITICA ATTIVA pI EFFICACE? LA FORMAZIONE
editoriale
04 LAVORO: METTIAMOCI IN GIOCO
di Stefano Scabbio
controeditoriale
06 LE NUOVE FRONTIERE DELLE pOLITICHE ATTIVE
di pietro Ichino
Hr allo specchio
18 MENS SANA IN CORpORE SANO: AZIENDE SEMpRE pI ATTENTE AI pROpRI LAVORATORI
di Flora Nascimbeni
Hr Talent
44 NEL DIESEL VILLAGE, DOVE I CORAGGIOSI SFIDANO IL MERCATO GLOBALE
Il patron Renzo Rosso tra successi, persone e una sede davanguardia
di Mo. Cam.
contrappunti
08 LA VERA SFIDA DELLA RIFORMA: VIVERE NELLA SOCIET
di Anna Bramini
societ e Territori
22 RI-ATTIVIAMO LA CRESCITA IN EUROpA
Le vie da percorrere secondo il vicepresidente della Commissione Ue, Antonio Tajani
di Serena Scarpello
10 COSA VOGLIO DALLO STATO? LA VOCE DEI LAVORATORI TRA ATTESE, NUOVE RESpONSABILIT E... AZIONE!
di Luca Simonini
Viaggio nellEmilia del terremoto tra voci di speranza, voglia di rinascita e azioni in grado di cambiare la societ
di Tiziana Di Masi
Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questo periodico pu essere riprodotta con mezzi grafici e meccanici, quali la fotoriproduzione e la registrazione. Manoscritti e fotografie, su qualsiasi supporto veicolati, anche se non pubblicati, non saranno restituiti.
24 INFOGRAFICA SpESA pER pOLITICHE OCCUpAZIONALI E DEL LAVORO IN ITALIA ED EUROpA NEL 2010
Postfazione
48 SCAVALCHIAMO LE ALpI
di Luigi Tivelli
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Lavoro: mettiamoci in
sTeFano scaBBIo
Presidente e AD, ManpowerGroup Italia e Iberia
gioco
Lesperienza sotto gli occhi, e che in parte ha ispirato lazione dellEsecutivo, quella dei Paesi del Nord Europa, in particolare Svezia e Finlandia. Qui - in risposta alla crisi degli anni 90, che fu anche occupazionale - le politiche di attivazione sono state ripensate e rafforzate (come in buona parte dEuropa, anche in questi Paesi le spese per le politiche attive rappresentavano quasi la met di quelle per le politiche passive). Lattenzione, posta a livello individuale secondo un approccio personalizzato, ha premiato, come i numeri hanno poi confermato. Il nuovo scenario delle politiche attive potrebbe cos rappresentare, anche per il nostro Paese, un sostegno alloccupazione e un alleato sul fronte della spesa sociale. Ma dietro ogni opportunit si nascondono i rischi. E il principale insiste sulla qualit dei soggetti che saranno chiamati a far funzionare la Legge e i relativi regolamenti, evitando che tutto resti sospeso nelluniverso delle buone intenzioni, disatteso come tante altre iniziative che hanno provato inutilmente a iniettare efficienza. Servono scelte basate sulla qualit dei servizi e sullefficacia
Non sono state casuali le parole pronunciate qualche settimana fa dal ministro del lavoro, Elsa Fornero. Ha chiesto ai giovani di non essere troppo schizzinosi, consigliando loro di entrare prima possibile nel mercato e poi, dallinterno, osservare e muoversi senza aspettare il posto ideale, che probabilmente non arriver a breve.
ABSTRACT / Loccasione di quelle rivoluzionarie per il nostro paese: rimettiamo il lavoratore al centro, rendiamolo consapevole che, attraverso la formazione e lazione efficace di operatori professionali, potremo offrirgli una nuova opportunit.
Parole forti, che hanno diviso, provocando reazioni, ma che hanno avuto il pregio di indicare una direzione. La stessa che definisce e che ha ispirato la recente Riforma, entrata in vigore il 18 luglio: un ripensamento delle politiche attive. Mettersi in gioco, guidare proattivamente il nostro percorso, essere gli attori della nostra crescita e del nostro riposizionamento in un mercato che cambia rapidamente e che cerca, spesso senza trovarli, profili e competenze adeguate alla domanda. Sulle pagine di Lavori in Corso lo abbiamo gi sottolineato: la Riforma avrebbe potuto essere pi incisiva e su alcuni aspetti sarebbe stato necessario pi coraggio e - sicuramente - una maggiore fermezza. Ma fra i meriti che si possono ascrivere alla nuova disciplina rientra sicuramente quello di aver posto maggiore enfasi sui temi dellattivazione. Alcuni degli esempi sono citati dalla stessa Legge: il colloquio di orientamento entro tre mesi dallinizio dello stato di disoccupazione, le azioni collettive che prevedono una qualificazione efficace che sia calibrata alla domanda di lavoro dellarea territoriale di residenza del disoccupato, nuove occasioni di formazione (che dovr tendere ad essere permanente). Il cambiamento profondo degli ammortizzatori sociali, in altre parole, garantisce unassistenza finanziaria ai disoccupati ma a patto che questi si attivino concretamente per cercare un nuovo impiego. Loccasione di quelle rivoluzionarie per il nostro Paese: perch stimolare lattivazione significa dare la responsabilit ai lavoratori e agli istituti e servizi predisposti per disegnare meccanismi funzionali di riqualificazione delle competenze e di reinserimento nel mercato del lavoro.
pUBBLICAZIONI
LAVORO E FORMAZIONE. UNA pROSpETTIVA INCLUSIVA V. Friso - CLEUp, 2012
realizzativa per far funzionare delle buone regole. La sfida superare logiche clientelari che si annidano oggi nella formazione per spostarci su una logica di efficacia misurabile attraverso la sua stessa finalizzazione nella ricollocazione dellindividuo. Serve un mercato dei servizi al lavoro concorrenziale tra pubblico e privato che ne aumenti lefficienza e quindi la meritocrazia, e cio un sistema le cui responsabilit sono affidate a chi fa meglio, anche basandoci su un principio previsto nella nostra Costituzione, ma spesso poco utilizzato, che quello della sussidiariet. In un mercato competitivo non c spazio per le clientele, ma questo spazio si crea quando si opera in un mercato monopolista e oligopolista. Ci che abbiamo osservato in questi anni che lItalia fondamentalmente un dominio delle politiche passive: sappiamo bene, ad esempio, che le indennit di disoccupazione, se non sono collegate a politiche esplicite di attivazione, possono creare effetti negativi e distorsivi quali lincremento del lavoro irregolare e linvecchiamento del proprio capitale di conoscenza. Quella che viene definita con il nome di trappola della disoccupazione resta oggi la prima concausa di inefficienza di lungo periodo del mercato del lavoro e implica costi insopportabili per un sistema moderno di welfare. Faccio mie le stesse parole che il ministro Fornero ha pronunciato a un recente convegno: LItalia vive una forte contraddizione: abbiamo in alcune zone attivit che funzionano in termini di corsi di riqualificazione, di attivazione del lavoratore, di
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Le nuove
PIeTro IcHIno
Senatore e giuslavorista
Politiche attive del lavoro significa soprattutto una cosa: aiutare efficacemente le persone che entrano nel mercato del lavoro, o che il lavoro lo avevano ma lo hanno perso, a ritrovarlo, incentivandole alla ricerca. Questa cosa i nostri servizi pubblici di collocamento, salve pochissime eccezioni, lhanno sempre fatta poco e male, o non lhanno fatta del tutto. Chi sa farla bene sono le agenzie private che offrono i servizi per lincontro tra domanda e offerta di lavoro, per i casi pi facili; le agenzie che offrono servizi di outplacement, cio assistenza intensiva e molto qualificata, per i casi pi difficili. Occorre valorizzare tutto questo patrimonio di know-how specifico, di cui gi disponiamo, per incrementarlo e generalizzarne loperativit.
Il progetto che ho proposto, come parte del Codice del lavoro semplificato (disegno di legge n. 1873/2009), dispone al tempo stesso un obbligo e un forte incentivo alle imprese che licenziano per motivi economici od organizzativi ad attivare un servizio di outplacement per i lavoratori interessati. Il servizio deve mirare allobiettivo di ricollocarli tutti (o quasi) entro un anno, mediante un contratto di ricollocazione che vincoli il lavoratore licenziato a un comportamento ragionevolmente coerente con quellobiettivo; e a questo comportamento deve essere condizionato il trattamento di disoccupazione. Lincentivo per limpresa costituito da un trattamento complementare di disoccupazione a suo carico, che scatta dallinizio del secondo anno soltanto se il lavoratore non stato ricollocato. Nulla vieterebbe che uno schema di questo genere venisse previsto come oggetto di possibile sperimentazione, per gli start-ups, i nuovi insediamenti in Italia
Per i giovani occorre istituire servizi di orientamento scolastico e professionale efficienti e capillari, capaci di raggiungere ogni adolescente alluscita di ogni ciclo scolastico; e servizi di formazione specificamente mirata agli sbocchi occupazionali preventivamente individuati, incominciando dagli skill shor-
outplacement e il trattamento
complementare di disoccupazione costituirebbero, nel loro complesso, un costo eccessivo per limpresa. Lostacolo non insuperabile. Per quel che riguarda il servizio di outpla-
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ABSTRACT / Non pi gli ammortizzatori cui siamo stati abituati: mobilit, cassa integrazione ordinaria, straordinaria, in deroga. Ci sono lavoratori in Italia che sono stati tenuti fuori dal mondo del lavoro con assegni per dieci anni, senza che a loro venisse chiesto nulla.
pUBBLICAZIONI
GENESI DI UNA RIFORMA. IL NUOVO MERCATO DEL LAVORO IN ITALIA. S. Scabbio - Rubbettino, 2012
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Cosa voglio dallo Stato? La voce dei lavoratori tra attese, nuove responsabilit e... azione!
lUca sIMonInI
Giornalista, AGR
LinChiesta
sponsabilit del futuro di persone che stanno licenziando. Marco lavora in unazienda che in questo momento si muove tra vertenze e scioperi: La mia fabbrica sta chiudendo, e vedo sempre pi difficile riciclarmi. Anche perch ho la sensazione che, pur essendo un lavoratore
Non si pu parlare di politiche attive senza immaginare un inquadramento del tema in ambito politico e sociale, oltre che prettamente economico o giuslavoristico. Il passaggio da una forma di sostegno passiva ad una attiva sottende prima di tutto un cambiamento nella cultura del lavoro, oltre che nelle norme o nei decreti attuativi di qualsiasi riforma. Un cambiamento sia del soggetto erogatore, tecnico, industriale o normativo, sia dei soggetti che questo passaggio dovranno, bene o male, accogliere.
Il cammino dalle politiche di sostegno e assistenza alle politiche di affiancamento e di condivisione rappresenta un percorso complesso nella misura in cui si tratta di un passaggio dallorientamento verso i bisogni (politiche passive che giocano alla tutela indiscriminata) allorientamento verso i meriti (politiche attive volte allimpegno e ai risultati). Un passaggio che porta con s anche uninversione di polarit sulle responsabilit del collocamento o ri-collocamento. Un contratto di metodo tra lo Stato e il Lavoratore, in cui ognuno dei due soggetti si impegna in un investimento: di responsabilit e coerenza il Lavoratore, di sostegno lo Stato.
ABSTRACT / Mentre un lavoratore dipendente viene tutelato quando lavora e quando non lavora pi, un giovane in partita Iva che mette in gioco se stesso, il suo patrimonio e i suoi sogni, non ha tutela, mai.
specializzato e con una buona esperienza, sia sempre pi difficile trovare un nuovo spazio. Marco Di Stefano crede nelle politiche attive, soprattutto in un outplacement gestito dallazienda, ma non pensa sia uno strumento che, nelle attuali condizioni di mercato, possa funzionare. C stata unesperienza in azienda durante la mobilit di una sessantina di persone. Allora, circa cinque anni fa, un outpla-
ratori. Non si pu pretendere di lasciare spazio ai giovani se gli anziani devono continuare a lavorare fino a 67 anni. E di politiche attive ne sa qualcosa anche il mondo dei giovani imprenditori, anche chi gi passato attraverso diverse esperienze. Ne abbiamo parlato con chi, da una quindicina danni, ha deciso di intraprendere. Un amministratore delegato che oggi ha deciso di abbracciare un business che lei stessa definisce in via destinzione: da CEO a libraia. La societ che ho contribuito a creare e che ho diretto racconta Daniela Bellomi, 37 anni - non riesce pi a lavorare perch aspetta dalla Pubblica Amministrazione il pagamento di fatture che risalgono ormai a sei anni fa. Cos ho deciso di cambiare tutto, cercando una nuova sfida e aprendo una libreria in provincia, con il sogno di far incontrare i nativi digitali con chi i libri abituato a sfogliarli. Sistemi premianti per la giovane imprenditoria? Dubito sempre molto sulle proposte che il Governo muove in determinati campi. Le cose che bisognerebbe cambiare - continua Daniela - sono culturali e non solo di procedura. Cosa vorrei dallo Stato? Meno interventi, vorrei che lasciasse la possibilit ai giovani imprenditori e a tutte le partite Iva di dimostrare quanto valgono e fare che sia il mercato a testare la loro forza. Per la mia nuova sfida ho provato a rivolgermi a chi si occupa di sostegni agli imprenditori, ma dei mille bandi non rientravo
DANIELA BELLOMI Imprenditrice
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LinChiesta
non ha tutela, mai, anche con queste riforme. Sarebbe ora che si passasse a politiche pi attive dice Dario Bolzoni, 36 anni, ex assicuratore oggi disoccupato. In Italia le aziende non riescono a garantire servizi di paracadute o di scivolo verso il licenziamento. Io ero assunto con un contratto a progetto fino a due mesi fa. Se la mia azienda avesse attivato anche un outplacement personale, indicandomi dove cercare o facendomi entrare nella loro rete di contatti... ma non stato cos, anzi. Le imprese dovrebbero assumersi la responsabilit dei propri lavoratori e dallaltra parte le persone, appena licenziate, dovrebbero mettersi nelle condizioni di essere appetibili. E vuol dire talvolta prendere qualsiasi cosa ti si offra. Ma i giovani - ammette Dario, riaprendo inconsapevolmente la polemica sui choosy del ministro Fornero - i giovani che conosco io, non so se sarebbero in grado di assumersi la responsabilit di frequentare corsi o farsi guidare verso un nuovo lavoro. Otto sedi nel mondo. Un ufficio di 700 metri quadri nel cuore di Milano con 34 dipendenti a ottobre 2012 e la previsione di salire a 40 entro fine anno, e ancora: 60 nel 2013. Ventisette anni let media. Un fatturato in crescita esponenziale che si attester per questo esercizio attorno ai 2,5 milioni di euro. Sono i numeri di We cato. Cos, per fare fronte a tutto, abbiamo dovuto assumere venti persone subito e altrettante nel 2012. Ricercare, comprendere, gestire: sono le parole dordine di questa realt che ha fatto della comunicazione di brand attraverso i social network il suo cavallo di battaglia. Tecnicamente lo si pu chiamare word of mouth marKraft. Una nuova frontiera del marketing, un modo per avvicinare le imprese al consumatore finale. Nel nostro team ci sono laureati in economia, comunicazione, lettere e storia. Il mondo sta cambiando e nuove figure professionali stanno nascendo. Per quello che facciamo noi oggi non esiste ancora alcuna scuola di formazione: inventare se stessi lunica regola da seguire.
ABSTRACT / Le imprese dovrebbero assumersi la responsabilit dei propri lavoratori. E le persone, appena licenziate, dovrebbero mettersi nelle condizioni di essere appetibili. Questo vuol dire talvolta accettare qualsiasi cosa ti venga offerto.
in nessuno. Questo perch, secondo lo Stato, essendo gi imprenditrice, dovrei cavarmela da sola. E conclude: Cos, mentre un lavoratore dipendente viene tutelato quando lavora e quando non lavora pi, un giovane in partita Iva che mette in gioco se stesso, il suo patrimonio e i suoi sogni
We Are Social si sono gi presentati grandi nomi tra cui Sky, Indesit, BNL, Wind e
ABSTRACT / perch per riuscire ad avere aiuti per una start up devo avere unet massima? Si pu avere unidea buona anche a cinquantanni!.
tro diagnostico, e se un giorno volessi laurearmi sarebbe una carta spendibile qui, la mia politica attiva. Cosa succede quando rimango senza lavoro? Me ne devo cercare subito un altro dice il ventottenne Paolo Castaldi, sceneggiatore, graphic e motion designer. Sembra banale, ma per me non esistono contributi, cassa integrazione o vie duscita semplici come accadrebbe per un operaio della mia et con contratto a tempo indeterminato. Uso il mio network personale e finora mi sempre andata bene. Si pu essere flessibili, ma anche tutelati. Ma io, le tutele, me le devo costruire con il rapporto che ho con il mio datore di lavoro. un lavoro che ho scelto io - racconta Paolo - e se lazienda per cui lavoro in quel momento chiude, io sono a casa. Ma se il rapporto con il datore di lavoro sano, allora lui poi che, magari, ti aiuta a trovare unaltra agenzia.
PAOLO CASTALDI Graphic e motion designer
E conclude: Una spinta che viene dallo Stato, come regolatore del sistema e mediatore fra le esigenze, giusta. Anche per le aziende innovative. Ma dipende da quali sono le condizioni. Perch per riuscire ad avere aiuti per una start up devo avere unet massima? Si pu avere unidea buona anche a cinquantanni!.
Di politiche attive che scendono dallalto non parla Susanna Novara, 33 anni, segretaria: Non saprei cosa fare se dovessi abbandonare il mio lavoro, anche perch lho scelto e mi ci trovo benissimo. La mia politica attiva il mio percorso verso la laurea, per ora accantonato, ma chiss. E spiega: Sono passata da part time a
pUBBLICAZIONI
LAVORARE MI pIACE L. Varvelli, M. L. Varvelli Il Sole 24 Ore Libri, 2012
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ABSTRACT / Oltre le leggi, resta determinante il comportamento dei cittadini, assumendo ciascuno la propria responsabilit nellinserimento sociale e nellofferta del proprio contributo allo sviluppo comune.
I servizi pubblici per limpiego sono notoriamente i primi soggetti a cui imputata la scarsa efficacia delle politiche attive. Oltre le responsabilit delle singole Regioni, quali le effettive difficolt incontrate?
I Centri per lImpiego sono stati oggetto di una profonda riforma negli ultimi quindici anni (DLgs 469 del 97), che ha cambiato radicalmente la natura degli strumenti utilizzati e prestazioni erogate. Era inevitabile che si incontrassero difficolt nel recepimento e nellapplicazione delle nuove normative. Si sono registrate, specie nelle regioni del Mezzogiorno, difficolt tecniche nella gestione delle informazioni, con riferimento agli strumenti essenziali per lerogazione delle prestazioni personalizzate: penso alladozione al sistema delle comunicazioni obbligatorie per aggiornare le informazioni sul lavoratore, al trasferimento delle informazioni. Ci sono poi state difficolt nel verificare il rispetto di quello che una volta si chiamava patto di servizio: da un lato, il comportamento attivo da parte del disoccupato e, dallaltro, le prestazioni essenziali a rendere attivo il disoccupato dopo il colloquio di orientamento. In sostanza, rimaniamo ancora lontani dagli standard europei.
PAOLO REBOANI
Quali gli interventi per attivare la miglior collaborazione tra Servizi pubblici per lImpiego e Agenzie private del Lavoro per meglio operare a favore delloccupazione?
Un canale di collaborazione il portale Cliclavoro, che sta diventando un punto di riferimento per tutti gli attori del mercato del lavoro, comprese le agenzie private. un sistema in cui i soggetti che intervengono nel mercato del lavoro cooperano, in cui i relativi sistemi informativi dialogano attraverso standard condivisi e offrono a cittadini, imprese e operatori non solo informazioni utili su adempimenti e normative, ma anche una serie di servizi, tra cui il sistema delle comunicazioni obbligatorie.
biamo far vedere che esiste un forte disallineamento tra posti di lavoro e competenze. Il primo passo consiste nel riorientare le competenze, e nello stesso tempo serve una maggiore disponibilit di percorsi formativi orientati al lavoro; ci vale sia per listruzione secondaria sia per la formazione universitaria. Italia Lavoro - con il progetto Fixo - sta allargando la creazione di servizi di placement alle scuole secondarie, proprio con lintento di realizzare una migliore sinergia tra scuola e mondo del lavoro. Ma il cambiamento deve passare anche per le famiglie e le abitudini quotidiane, promuovendo una nuova cultura del lavoro che vada oltre i tradizionali schemi. Siamo soddisfatti del progetto Botteghe giovani generazioni, favorire il ricambio generazionale nelle imprese e linserimento lavorativo attraverso la promozione del contratto di apprendistato, che valorizza lesperienza formativa del lavoro. e di reimpiego beneficia delle forme di sussidio previste dalla legge. La Riforma del lavoro ha chiarito ancora meglio questo percorso, fissando anche dei limiti temporali a ciascuna fase: colloqui di orientamento presso il Centro per lImpiego, azioni di orientamento, periodo di formazione, proposta di inserimento. Accanto alle leggi e alle riforme resta comunque determinante il comportamento dei cittadini: si deve infatti comprendere che non si pu vivere a spese della propria famiglia o del sistema pubblico che generosamente prevede aiuti per chi in difficolt. Viceversa, bisogna assumere ciascuno la propria responsabilit - a un tempo individuale e collettiva - nellinserimento sociale e nellofferta del proprio contributo allo sviluppo comune.
Come integrare la funzione delle politiche passive per sostenere la scelta del lavoratore ad accettare la partecipazione a una politica attiva?
LItalia ha sposato gi dal 2002 (DLgs 297) la logica del workfa-
di Mestiere, organizzato sulla Le practices di molti Paesi europei indicano nellalternanza scuola-impiego unefficace politica attiva di ingresso al lavoro per i giovani. Perch lItalia finora non ha perseguito questa strada e come intervenire per intraprenderla?
Innanzi tutto occorre una profonda azione culturale: dobdomanda di lavoro effettiva e potenziale dei mestieri a vocazione artigianale in Italia, con il supporto di unanalisi del territorio e delle sue esigenze. Il progetto fornisce a imprese e artigiani lopportunit di attivare specifici percorsi di tirocinio, per consentire la trasmissione di precise competenze alle
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pUBBLICAZIONI
VOLERE pOTERE. DESIDERIO, MOTIVAZIONE E REALT. p. Bianchi - Enea, 2012
ta dagli economisti, quella di indicarla come la capacit di adattamento al cambiamento dovuto allaccelerazione del progresso tecnico, alla variazione nella struttura del mer-
stanno definendo e attuando il passaggio dalla economia della societ industriale avanzata old
Le politiche attive del lavoro introdotte dalla Riforma Fornero sono destinate ad assumere unimportanza crescente, nellattuale contesto economico globalizzato e basato sulla conoscenza, per garantire loccupazione effettiva e in ogni caso loccupabilit, assicurando la formazione richiesta dalle esigenze di competitivit delle imprese sui mercati mondiali.
Infatti, nel passaggio dal modello fordista a quello della specializzazione produttiva flessibile, con laumento della mobilit professionale e contrattuale, e con lemergere di nuove professionalit e nuovi mestieri, occorre sostenere loccupazione con interventi sempre pi puntuali verso la persona, stimolando e formando lo sviluppo della sua capacit di empowerment nella gestione dei processi di cambiamento. Le politiche attive implicano pertanto il coinvolgimento e limpegno attivo del soggetto cosiddetto debole nella costruzione del presente e del futuro, e ad accompagnarlo lo Stato in una funzione non pi assistenziale ma di sostegno pro-attivo. Il focus andr sempre pi sullindividuo, sulliniziativa, sul merito e sulla determinazione. Questo passaggio porta con s inevitabilmente una serie di conseguenze. Le crescenti esigenze di competitivit richiedono persone sempre pi versatili e multifunzionali che abbiano elevate capacit in termini di pensiero flessibile e che sappiano rispondere prontamente ed efficacemente alle variazioni delle caratteristiche del mercato globalizzato dei prodotti nel contesto della knowledge
cato dei prodotti, alla variazione nella struttura del mercato del lavoro. Per comprendere la centralit della flessibilit nel contesto attuale decisivo considerare le ragioni fondamentali che
ABSTRACT / Fra le righe della Riforma si intravede la nuova centralit della persona la cui azione fondamentale per il posizionamento sul mercato, con lo Stato in una funzione di sostegno pro-attivo. Il focus sar sempre pi su iniziativa, merito e determinazione dellindividuo.
La flessibilit mentale e comportamentale - che sar richiesta sempre pi ad ogni livello - dipende soprattutto dallabilit delle persone di apprendere nellintero arco della loro vita
luzione dei problemi complessi, ovvero quelli caratterizzati da un insieme di fatti e informazioni apparentemente non correlati tra loro e che richiedono lapplicazione degli strumenti logici e di analisi critica, ma anche intuitivi ed emotivi, per la gestione efficace della complessit relazionale. Il pensiero flessibile rappresenta cos un alleato anche nelle situazioni complesse a livello occupazionale, e pu rappresentare il vero link tra il capitale umano e il capitale finanziario, in quanto mostra la capacit di realizzare prodotti o servizi da idee e processi, generando valore per limpresa, il singolo e la societ. Nella convinzione che la mente umana sia il punto di partenza e di arrivo di ogni innovazione. Questo nuovo attivismo, a cui la Riforma lascia una porta aperta, sar decisivo per battere la precariet e ridare dinamismo al mercato del lavoro, superando il management skill shortage e sviluppando una nuova economia guidata dalla conoscenza connettiva.
conoscenza tra imprese ed enti pubblici e privati, sviluppando gradi di elevata complessit e di ampia velocit di trasformazione della organizzazione delle conoscenze. In questo contesto, emergono effetti importanti in termini di esigenza di flessibilit, intesa come capacit mentale e comportamentale di adattamento e di perseguimento efficace della produttivit. Fra le righe della nuova Riforma si intravede la nuova centralit dellindividuo la cui azione risulta fondamentale in termini di posizionamento sul mercato.
re il pensiero flessibile, si pu esemplificare nella capacit dinnovazione generata dalla persona, nelladattamento alle nuove realt dinamiche del cambiamento, nella capacit di creare e di imparare da successi e insuccessi. Infine, la capacit di concretizzare, di trasformare unidea in un prodotto o un servizio. Il pensiero flessibile, quale capacit di pensare utilizzando tutti gli strumenti cognitivi a disposizione della persona, ricorrendo a categorie diverse in funzione degli interlocutori e delle situazioni, determina la so-
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ABSTRACT / I dipendenti sono un po come la mente di unazienda, che a sua volta il corpo che li ospita. E, come si sa, dalla salute del primo deriva quella del secondo. per questo le aziende si rimboccano ogni giorno le maniche per esprimere al meglio il sentiment dei loro dipendenti.
gender diversity come le agevolazioni nei trasporti, le convenzioni con terzi, lassistenza fiscale e le agevolazioni pensate per le neo mamme. Su questultimo fronte Salewa dal
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altre cose, una Member Card, utilizzabile da tutta la famiglia, che d lopportunit di accedere a una serie di servizi a prezzi agevolati presso alcune strutture convenzionate. Parliamo di servizi che vanno dalla sanit allabbigliamento allalimentare. Lo scorso anno, grazie a una convenzione con Poste Italiane, la nostra card diventata una carta Postepay con validit su tutto il territorio nazionale. Stimiamo per le nostre persone un risparmio effettivo di circa 700 euro allanno.
Tra le code lunghe della crisi c sicuramente una sempre pi amplia platea di scoraggiati: ad oggi 4 milioni di persone non cercano lavoro perch convinte di non trovarlo. Un trend che secondo Pel va invertito riducendo lemorragia dei giovani che lasciano gli studi, aiutandoli a scegliere percorsi scolastici che diano possibilit concrete di inserimento nel mondo del lavoro. Ricordo in questo senso alcune iniziative che Luxottica ha attivato su questi tre fronti nellambito del
programma di welfare aziendale: rimborso delle spese relative ai libri scolastici dei figli dei dipendenti e dei lavoratori studenti, assegnazione di borse di studio a riconoscimento del merito e dellimpegno dei figli dei dipendenti, possibilit da parte del lavoratore di farsi sostituire dal coniuge (disoccupato) o dal figlio (in cerca di prima occupazione). Possenti convinto daltra parte che le istituzioni e le aziende dovrebbero diffondere il messaggio che necessario specializzarsi
nelle aree in cui c maggiore richiesta di lavoro: occorre promuovere la qualificazione negli ambiti richiesti dal mercato anche se questi non dovessero corrispondere alle ambizioni personali. Un fenomeno, quello degli scoraggiati, molto sentito nella provincia di Bolzano. Secondo Garzotto fondamentale che tali momenti di disagio siano quanto meno colmati dalla possibilit di accedere a programmi formativi che integrino e migliorino le competenze esistenti, e nel
contempo attivino la motivazione verso la ricerca di nuove opportunit. Per Zampetti la prima cosa da fare dividere dagli scoraggiati di comodo quelli di fatto: per questultimi lunica possibilit la formazione e la riqualificazione. Il mio consiglio personale quello di non arrendersi mai.
pUBBLICAZIONI
TRA IL DIRE E IL WELFARE. LO STATO SOCIALE NEL MARE DELLA CRISI. F. paini, G. Sensi Altreconomia, 2012
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3 ITALIA
3 Italia stato il primo operatore al mondo a lanciare lUMTs nel 2003, conta pi di 9,2 milioni di clienti e una copertura del 92% della popolazione. 3 Italia sta investendo in innovazione per ridurre il digital divide del Paese, dispone di una rete LTE ready e gi oggi offre servizi di Internet superveloce fino a 42 mega. 3 Italia ha da sempre un occhio di riguardo per il benessere e le esigenze dei lavoratori e per questo ha creato il programma 3 Per Noi.
GRUppO ELICA
Il Gruppo elica, attivo nel mercato delle cappe da cucina sin dagli anni 70 , oggi leader mondiale in termini di unit vendute. Vanta inoltre una posizione di leadership a livello europeo nella progettazione, produzione e commercializzazione di motori elettrici per cappe e per caldaie da riscaldamento. Con circa 3.000 dipendenti e una produzione annua di oltre 18 milioni di pezzi, il Gruppo Elica ha una piattaforma produttiva articolata in nove siti produttivi.
LUXOTTICA GROUp
luxottica Group leader nel settore degli occhiali di fascia alta, di lusso e sportivi, con circa 7.000 negozi operanti in Nord America, Asia-Pacifico, Cina, Sudafrica, America Latina ed Europa e un portafoglio marchi forte e ben bilanciato tra cui Ray-Ban, Oakley, Vogue, Persol, Oliver Peoples, Arnette e REVO e numerosi marchi in licenza. Oltre a un network wholesale globale che tocca 130 Paesi, il Gruppo gestisce nei mercati principali alcune catene leader nel retail.
SALEWA
salewa leader nellattrezzatura, labbigliamento e le calzature per la montagna e larrampicata, con oltre 75 anni di esperienza. Oltre alla sede di Bolzano e al reparto sviluppo di Monaco di Baviera, il Gruppo Salewa vanta filiali in tutto il mondo, tra cui Austria, Svizzera, Francia, Spagna, Polonia, Repubblica Ceca, USA e Hong Kong. Entro la fine del 2012, Salewa vanter 40 negozi in Europa, oltre 200 Shop in Shop a livello internazionale, 130 punti vendita in Asia.
alessanDro PossenTI
Direttore del personale
eMIlIo ZaMPeTTI
Chief of Human Resources
nIcola Pel
Human Resources Director
anDrea GarZoTTo
Group Human Resources Director
alessandro Possenti dal 2010 Direttore del Personale di 3 Italia. Precedentemente ha lavorato nel gruppo Telecom Italia nella Direzione Generale di Roma, in Argentina, in Grecia e infine in Tim, in diversi ambiti: rete, acquisti, servizi e immobili. Successivamente stato responsabile degli acquisti di rete di Wind. Nel 2001 entra in 3 Italia come responsabile degli acquisti e delle facilities , e nel 2010 ha assunto lattuale posizione.
emilio Zampetti dal 2012 Direttore Risorse Umane del Gruppo Elica. Nel Gruppo da oltre dieci anni, ha ricoperto ruoli di crescente responsabilit allinterno della funzione HR. Dopo una prima esperienza nellarea di corporate, stato Responsabile delle risorse umane per le attivit industriali e Responsabile delle risorse umane per larea tecnica e industriale, Responsabile delle relazioni industriali di Gruppo e del personale delle consociate estere.
nicola Pel Human Resources Director di Luxottica Group dal 2005. Dopo la Laurea in Giurisprudenza ha frequentato un Master CUOA - Centro Universitario di Organizzazione Aziendale. Nel periodo precedente a Luxottica ha ricoperto diverse posizioni nelle human resources di Olivetti, Fiat, Barilla, SmithKline Beecham e Eli Lilly. Ha una consolidata esperienza nazionale e internazionale: vissuto e ha lavorato negli Stati Uniti e in Belgio, oltre allItalia.
andrea Garzotto entrato in Salewa nel maggio di questanno come Group Human Resources Director. Dopo la laurea in filosofia presso lUniversit degli Studi di Padova, inizia la sua carriera nellambito delle risorse umane ventanni fa con esperienze in Italia e allestero per aziende multinazionali come il Gruppo FIAMM, con il quale collabora come HR Manager dal 1993 al 2002, ADP Italy, dove stato HR Director dal 2002 al 2006, e Vitecgroup Italia dal 2006 al 2011.
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lineari che rischiano di colpire anche investimenti essenziali alla crescita, quali quelli per formazione, ricerca o infrastrutture. E fare operazioni selettive sui molti sprechi o spese non prioritarie, per riallocare le risorse dove possano fare da volano alla competitivit. In Italia lo Stato deve fare un nuovo patto con le imprese con limpegno solenne di utilizzare le risorse liberate dalla drastica riduzione dei costi della politica e della burocrazia e dai proventi della lotta allevasione, per abbassare la pressione fiscale su imprese e lavoro, primo ostacolo a nuove assunzioni.
considera il miglioramento dellaccesso ai mercati tra le condizioni chiave per rafforzare la competitivit e invertire il processo di de-industrializzazione. Qual il punto di partenza?
Dallinizio della crisi in Europa abbiamo perso tre milioni di posti nellindustria, con mille miliardi di PIL bruciati. La produzione manifatturiera , tuttora, inferiore al 2007. Anche a causa di mancate scelte ed errori, lUe sempre meno un luogo favorevole allindustria. Per questo abbiamo presentato una nuova strategia di politica industriale con cui vogliamo invertire questo processo, con lobiettivo di passare dallattuale 15.6% di PIL legato al manifatturiero, al 20% entro il 2020.
la fine dellillusione che ha dominato a lungo in Europa, per cui leconomia poteva basarsi su finanza e servizi. La realt che tutti i comparti industriali, come le tessere di un mosaico, sono importanti. Ma avere una
strategia significa puntare su alcune priorit con grandi potenzialit: manifatturiero avanzato, tecnologie chiave abilitanti, biotecnologie, veicoli puliti, edilizia sostenibile e materie prime, reti intelligenti e spazio.
La crisi finanziaria ha scosso lEuropa fino alle sue fondamenta e ha portato molti Paesi ad aumentare la spesa per le politiche passive con un ingente investimento che ha provocato lerosione dei fondi destinati alla formazione e alla creazione di nuova occupazione. Per invertire questo trend non basta lausterit, servono anche investimenti selettivi per migliorare le condizioni in cui fare impresa e attirare investimenti industriali. questa la strada indicata dal Vicepresidente della Commissione Europea Antonio Tajani.
In Italia si pu dire che le politiche attive siano davvero decollate?
Malgrado azioni riformatrici avviate da questo e dal precedente Governo, le cose da fare restano molte. LItalia, 42esima nella classifica sulla competitivit del World Economic Forum, in una situazione ancora pi difficile. Il nostro Paese promosso solo per 7 dei 30 indicatori del rapporto di competitivit presentato dalla Commissione il 10 ottobre. Ad esempio, la produttivit del lavoro si ferma a 48 contro i 67 della Germania; solo il 30% del PIL legato allexport rispetto al 50% tedesco; linnovazione a 5 su 10, 2 punti in meno dei Paesi scandinavi. Solo tre nazioni fanno peggio di noi per favorire il business; e siamo ultimi per i tempi di pagamento degli enti pubblici. Ma tra tutti questi handicap quello, giustamente, percepito come pi grave la pressione fiscale sulle imprese: 20 punti superiore a quella tedesca e ben al di sopra la media Ue. Questo il primo nodo da sciogliere per ridare fiducia e speranza. Condivido pienamente lappello del Presidente Squinzi per fare subito tagli fiscali sulle imprese. In Italia la misura pi urgente per la sopravvivenza delle imprese.
pUBBLICAZIONI
TITANIC-EUROpA. LA CRISI CHE NON CI HANNO RACCONTATO. V. Giacch - Aliberti, 2012
La Germania ha fronteggiato meglio la crisi con minori tassi di disoccupazione. Pu essere considerata un modello a cui gli altri Paesi possono fare riferimento?
La crisi ha evidenziato che i Paesi con una base industriale pi solida e competitiva, come appunto la Germania, hanno resistito meglio e continuano ad avere un buon andamento dellexport. una lezione da non sprecare. Per tornare competitivi dobbiamo puntare prima di tutto sullindustria e rafforzare
re per restare in piedi non esitano a fare sacrifici, talvolta, loro malgrado, a licenziare per restare sul mercato. Anche gli Stati devono entrare in questottica. Non pi possibile compensare con nuove tasse il crescente fabbisogno finanziario che segue la minor crescita. Cos si finisce per drenare ulteriori risorse dal privato al pubblico aggravando la recessione, i conti e perdendo ulteriori posti di lavoro. Per risanare davvero serve invece una cura dimagrante per lo Stato. Va abbandonata la logica dei tagli
ABSTRACT / la fine dellillusione che ha dominato a lungo in Europa, per cui leconomia poteva basarsi su finanza e servizi. La realt che tutti i comparti industriali, come le tessere di un mosaico, sono importanti.
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Spesa per politiche occupazionali e del lavoro in Italia ed Europa nel 2010
CONFRONTO EMIGRAZIONE INTERNAZIONALE
% spesa politiche attive sul Pil (media eU-27: 0,5%) % spesa politiche passive sul Pil (media eU-27: 1,1%)
Spesa per politiche del lavoro in percentuale sul pil nei principali paesi europei
ITALIA
0,9
SVEZIA
1,8
FINLANDIA
0,8 0,5
27 miliardi
+3,7%
rispetto al 2009.
spesa complessiva per le politiche del lavoro (inclusa la totalit dei pensionamenti anticipati)
0,05
IRLANDA
0,3
REGNO UNITO*
DANIMARCA
1,4
0,7 3
0,8 1,7
BELGIO OLANDA
4,8 miliardi
per le politiche attive
40 miliardi
(+2 miliardi rispetto al 2009)
1,3
22,2 miliardi
per le politiche passive
0,6 1,4
PORTOGALLO SPAGNA
0,8 1,4
FRANCIA
2,3
27 miliardi
(+1 miliardo rispetto al 2009)
GerManIa 47 miliardi
ITALIA
1,8%
2005 2006
incidenza % sul Pil della spesa complessiva per le politiche del lavoro
0,35% 1,45%
0,7 3,1
0,35 1,45
0,2 0,7
GRECIA
* Il dato disponibile si riferisce al 2009
Andamento spesa totale per le politiche del lavoro dal 2005 al 2010 (valori in milioni di euro) 2007 2008 2009 2010
17.820
17.458
16.613
18.496
26.075
27.042
politiche passive
65,1 78 81,4
2.600
politiche attive
10.750
politiche passive
1.500
politiche attive
7.100
politiche passive
6.100
politiche attive
10.650
politiche passive
4.700
politiche attive
11.300
%
58,5 41,5 38,9 61,1 39 61
18,6
politiche attive
34,9 22 18,6
incentivi alle assunzioni contratti a causa mista formazione professionale incentivi alla stabilizzazione di posti di lavoro incentivi allautoimpiego incentivi per disabili creazione diretta di posti di lavoro
per disoccupato
e 213
ITalIa
sPaGna
per disoccupato
e 273
per disoccupato
e 2.217
FrancIa
per disoccupato
e 3.182
GerManIa
81,4
politiche passive
2005
2006
2007
2008
2009
2010
80,9% 0,5%
Fonti: Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali - Ufficio di Statistica, Segretariato Generale Spesa per le politiche occupazionali e del lavoro. Anno 2010 luglio 2012; Eurostat Labour market policy - expenditure and participants. Data 2010; Datagiovani La spesa pubblica nelle politiche per il lavoro marzo 2012
EUROPOLITICHE ATTIVE
ABSTRACT / Al lavoratore garantito il percepimento della prestazione sociale in cambio del rispetto di alcuni obblighi. La distanza non viene pi considerata ragione legittima di rifiuto di un impiego.
per il ritorno al lavoro (Plan Le politiche attive si pongono come provvedimenti strutturali per incentivare loccupazione, disposizioni mirate a incrementare lofferta lavorativa. Significative misure sono state prese nel campo dellapprendimento durante il corso della vita lavorativa del cittadino, con la legge sulla formazione professionale del maggio 2004 che prevede un diritto individuale alla formazione (DIF), e con la legge di modernizzazione sociale che istituisce un diritto individuale a convalidare formalmente lacquisizione di conoscenze tramite esperienza (VAE). Riguardo alla lotta contro il lavoro non dichiarato, stato introdotto un voucher per gli impieghi domestici e creato, nel gennaio 2005, uno specifico ufficio.
pour lEmploi) competente per la gestione dei servizi per limpiego e dellimplementazione delle politiche attive. Non mancano misure di collegamento tra politiche attive e politiche passive, realizzate attraverso collaborazioni degli enti. Il collegamento viene garantito dal presupposto della ricerca attiva di una occupazione da parte del lavoratore disoccupato beneficiario di una prestazione sociale: nello specifico, previsto un piano di aiuto
ABSTRACT / Gli impegni sottoscritti dal lavoratore disoccupato sono vincolanti e il loro rispetto periodicamente verificato: in caso di inottemperanza possono essere imposte sanzioni fino alla sospensione del sostegno.
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EUROPOLITICHE ATTIVE
EUROPOLITICHE ATTIVE
ABSTRACT / La Riforma del lavoro licenziata a febbraio punta a stimolare loccupazione di qualit e mettere fine al dualismo del mercato. Lesito, nei primi mesi di applicazione, appare modesto.
no il nuovo contratto daiuto agli imprenditori, un accordo a tempo indeterminato che potr essere utilizzato nelle aziende con meno di 50 dipendenti. Il contratto avr un periodo di prova di un anno, e lazienda avr deduzioni fiscali per lassunzione di lavoratori giovani e disoccupati di lungo corso. La Riforma ha cercato di sbloccare il concatenamento dei contratti a tempo determinato e ha modificato anche la disciplina del part time, ammettendo la realizzazione di ore straordinarie entro i limiti massimi legali. Per evitare il licenziamento, sono stati semplificati i procedimenti per la riduzione dellorario di lavoro o la sospensione del contratto come meccanismo di adattamento temporaneo in situazioni di diminuzione della domanda. Per aiutare le aziende in difficolt stato introdotto un bonus del 50% delle quote previdenziali dei lavoratori soggetti a sospensione o riduzione di orario, con una durata massima di 240 giorni. La Riforma, infine, ha reso pi semplice la modifica delle condizioni di lavoro e aumentato la flessibilit interna. Ha cercato di migliorare la disciplina per rendere possibile la capitalizzazione del 100% della prestazione di disoccupazione per giovani fino a 30 anni e per le donne fino a 35 che desiderino intraprendere unattivit autonoma.
Personal Advisor, che deve appunto aiutare e programmare con il lavoratore un percorso di ritorno al lavoro. Anche la presenza e la partecipazione agli incontri fissati con il Personal
Advisor sono necessari alla conservazione dellindennit. Accanto a queste misure si affiancano interventi di tipo fiscale, a cominciare dagli sgravi per i lavoratori che rientrano nel mercato del lavoro. Per favorire il ritorno al lavoro e aumentare in maniera fattiva e concreta questa possibilit, stato creato lEmployment on
welfare to work. Queste politiche hanno lobiettivo di aiutare il ritorno dei disoccupati al mercato del lavoro, offrendo servizi tailor made, mirati principalmente alle categorie pi vulnerabili.
ABSTRACT / Da un anno il Regno Unito ha implementato le politiche attive introducendo cambiamenti strutturali al mercato che hanno allargato gli spazi per i privati, incoraggiando incentivi legati ai risultati.
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EUROPOLITICHE ATTIVE
ABSTRACT / Bisogna ottenere un pi forte e stretto coordinamento con le politiche industriali, incentivare la responsabilit dimpresa e dare sempre pi spazio allauto-imprenditorialit.
ti da un sistema passivo, che comporterebbe lattesa di una proposta di formazione o di lavoro da formularsi al lavoratore, a un sistema attivo basato sullobbligo di attivazione del lavoratore. Allattenzione della Regione Lombardia non sono, per, solo i lavoratori dipendenti, ma anche gli imprenditori a capo di piccole aziende che vanno da zero a 49 dipendenti e possono usufruire della Dote nua ricerca di nuovi modi che evitino lisolamento del lavoratore sono i nostri obiettivi, continua Aprea. Bisogna ottenere un pi forte e stretto coordinamento con le politiche industriali, incentivare la responsabilit dimpresa e dare sempre pi spazio allautoimprenditorialit. Un forte impegno sul tema delle politiche attive e passive anche quello profuso dalla Regione Veneto, che per ottenere efficaci risultati sta puntando su quattro direttrici: tirocini dinserimento per i lavoratori in mobilit e in cassa integrazione guadagni in deroga, percorsi di formazione e servizi finalizzati a sostenere lo sviluppo di competenze legate allimprenditorialit, riconoscimento della premialit per i soggetti che ricollocano i lavo-
ratori ultra quarantacinquenni in mobilit in deroga e semplificazione delle procedure. La crisi richiede un impegno pi complesso - racconta Elena Donazzan, assessore al lavoro della Regione Veneto - perch, a differenza di quelle scoppiate nellultimo decennio, trasversale e non di settore. Per affrontarla necessario mettere in campo un mix di politiche attive e passive. Insomma, la parola dordine investire le risorse pubbliche in maniera diversa rispetto al passato. Fino al 2007 - spiega Donazzan - ci occupavamo di ricollocare i 45enni. Oggi la nostra attenzione rivolta in particolare ai 55enni e agli esodati. Inoltre, abbiamo anche i manager che perdono il lavoro. Non dimentichiamolo: il 90% delle aziende venete composto da 1 a 3 dipendenti. Microimprese che lUnione Europea neanche considera nei suoi studi di settore. Invece rappresentano la forza economica portante del nostro territorio. Perch se una ditta in crisi, vanno in crisi intere
capitale umano.
Tra i casi pi felici in Italia, per favorire lincontro fra domanda e offerta di lavoro, incentivare le assunzioni e assicurare un eguale accesso al lavoro per chi si trova in posizioni pi marginali, la Regione Lombardia ha studiato dal 2009 un sistema di politiche attive destinate non solo alla tutela dei lavoratori dipendenti, ma anche allinserimento dei giovani nel mondo del lavoro e al rilancio dellintero sistema produttivo. Un sistema che pesa sul bilancio regionale per oltre 100 milioni di euro e che si concretizza attraverso il sistema della Dote, un aiuto che si declina in relazione al soggetto che ne usufruisce. Dote riqualificazione e Dote ricollocazione sono i principali strumenti messi in moto dalla Lombardia per sostenere i lavoratori delle aziende messe in difficolt dalla crisi e quelli invece che sono stati espulsi dal mercato del lavoro. Uno sforzo che vale oltre 80 milioni di euro e che a giugno 2012, dopo soli due mesi dallattivazione delliniziativa, aveva gi visto la partecipazione di pi di 6mila lavoratori. Unadesione massiccia, in particolare per quanto riguarda la Dote ricollocazione: sono 4.300 i lavoratori espulsi dal mercato del lavoro che, nella primavera del 2012, hanno richiesto alla Regione Lombardia di usufruire gratuitamente dei servizi per il reinserimento lavorativo. Servizi che prevedono orientamento e formazione alla ricerca di un nuovo posto di lavoro, ma anche aiuto per lavvio di unattivit imprenditoriale come alternativa al lavoro subordinato. In percentuale minore, invece, chi si rivolto alla Dote riqualificazio-
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pUBBLICAZIONI
RAppORTO ISFOL 2012. LE COMpETENZE pER LOCCUpAZIONE E LA CRESCITA Ediquida, 2012
la sfida dei mercati mondiali e creare occupazione per giovani diplomati e laureati con competenze di respiro internazionale. Le imprese che assumeranno potranno ottenere fino al 50% del costo del lavoro nei primi due anni. Intanto, entro novembre, prevista la partenza della terza edizione del prestito donore regionale. uno strumento efficace che finora ha fatto nascere 1000 nuove aziende spiega Montanini. Con una novit: il capitale di rischio offerto da una famiglie. Persone che grazie a quel lavoro potevano vivere dignitosamente ed esprimere la loro identit. Cos, nel 2012, la Regione Veneto ha messo in campo 14 milioni di euro di risorse per interventi di politica attiva. Mentre nel giugno scorso ha emanato una direttiva che prevede limpiego di 15 milioni di euro relativi al Fondo Sociale Europeo e al Fondo di Rotazione e 780 mila euro per il ricollocamento al lavoro. Siamo tra le Regioni pi efficienti in tema di lavoro e non un caso continua Donazzan. Basti pensare al nostro impegno nel tagliare le spese amministrative e burocratiche. Lo facciamo definendo costi standard, favorendo spese forfetarie e riducendo i tempi delle procedure. Rimane, per, un grande problema: il patto di stabilit. Va assolutamente modificato. Perch penalizza la liquidit di cassa di quelle regioni pi virtuose che cercano dimpiegare il maggior numero di risorse pubbliche a favore dei senza lavoro. Un paradosso insopportabile. Ma non sono soltanto Lombardia e Veneto ad essere tra le Regioni pi virtuose in tema di politiche del lavoro. Con linizio della crisi - spiega Fabio Montanini, dirigente del settore lavoro della Regione Marche - abbiamo messo in campo numerosi programmi dintervento. Soprattutto incentivi alle aziende per lassunzione di lavoratori licenziati e giovani diplomati o laureati. Inoltre, entro il 2012, grazie allo stanziamento di 2 milioni di euro, partir uniniziativa che ha due obiettivi: aiutare le aziende nelbanca scelta con gara pubblica. In questo modo possiamo impiegare risorse per 12 mesi nellassistenza e tutoraggio delle imprese. Un impegno ricco di soddisfazioni: solo il 18% delle neo aziende in sofferenza dopo il primo anno di vita. Nonostante i buoni risultati, per, i problemi non mancano. necessario costruire un rapporto pi intenso e costante con le imprese del territorio conclude Montanini. La crisi non deve impedirci di tessere relazioni pi vivaci con il mondo produttivo.
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DOTE RIQUALIFICAZIONE / DOTE RICOLLOCAZIONE / MICRO IMpRESE / pATTO DI STABILIT / pRESTITO DONORE
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INpS, nuovo
Francesco GUIDara
Caporedattore centrale, Class CNBC
pUBBLICAZIONI
ASpI E NUOVI AMMORTIZZATORI SOCIALI De Filippis, pizzi, Russo Maggioli, 2012
lIstituto continuer a svolgere il ruolo di monitoraggio, per garantire dati e informazioni a chi deve prendere decisioni.
Cambiato profondamente in questi anni, con un volto pi digitale e un migliore assetto organizzativo, lInps si prepara ad assumere un ruolo nuovo anche sulle future politiche attive previsto dalla recente Riforma. Per il presidente Antonio Mastrapasqua, confermato alla guida dellistituto dal premier Mario Monti, lInps guarda oggi con fiducia agli effetti della Riforma Fornero grazie a un sistema previdenziale in sicurezza e i conti in ordine, come dimostrato dai dati del 2012.
Let media di pensionamento in Italia ha raggiunto i 61,3 anni, superando la Francia di quasi due anni con lobiettivo di agganciare i livelli della Germania nei prossimi mesi. Ma la vera sfida adesso quella di contribuire a rendere il mercato pi dinamico cercando di puntare sempre meno sulle tradizionali politiche passive che hanno caratterizzato il welfare italiano.
ratore beneficiario di ammortizzatori sociali. LInps assumer sempre pi il ruolo di network informativo in cui saranno disponibili i fascicoli elettronici personali dove alla prestazione ricevuta si aggiunger il percorso di politica attiva fornita, dalla riqualificazione ricevuta alle proposte di reimpiego. Unaltra forma di rinnovata legalit: si danno sussidi che siano agganciati, nella loro fruizione, alla disponibilit di accettare occupazione e non lavoro nero.
quasi sempre relegate a livello territoriale, regionale o provinciale. Un ruolo ambizioso che
no come del pi virtuoso in Europa. Tuttavia sulla partita delle politiche attive lItalia arranca rispetto a molti altri Paesi vicini. Non cos?
Mi sento di dire che proprio Inps possa candidarsi a essere una
la Legge conferisce allInps (pur senza coinvolgerlo nellattivit di formazione, rimasta in capo a Regioni e Province, oltre che alle Agenzie del Lavoro autorizzate), che assomiglia in qualche modo a quella esperienza che si rivelata una forma di semplificazione attuata nel processo dellinvalidit civile, dove dalla domanda allerogazione della prestazione, tutto stato posto sotto il monitoraggio dellIstituto.
Quali sono i modelli di politica attiva e le pratiche migliori a cui Inps vorrebbe ispirarsi? Lei ha recentemente parlato del sistema previdenziale italia-
best practice, poich concentrer virtuosamente lerogazione degli ammortizzatori sociali, quegli strumenti di politica pas-
Attivare il lavoro uno degli obiettivi della Riforma firmata dal ministro Elsa Fornero. Questo cosa significa per lInps, per i lavoratori e per i disoccupati?
La Riforma del mercato del lavoro introduce molte novit che riguardano la nostra attivit. Quella delle politiche attive insiste su un accentuato ruolo di monitoraggio, e non solo di vero distributore di informazioni a tutto il sistema. Si fa conto sulla capacit tecnologica dellIstituto per assicurare le informazioni necessarie a tutti i soggetti competenti sul mercato del lavoro. AllInps esiste gi una banca dati di percettori di ammortizzatori sociali: queste informazioni saranno
ABSTRACT / LInps sar il network informativo in cui saranno disponibili i fascicoli elettronici di ciascun lavoratore dove, alla prestazione ricevuta, si aggiunger il percorso di politica attiva fornita, dalla riqualificazione ricevuta alle proposte di reimpiego.
Che attore vuole essere Inps Dallosservatorio Inps che tipo di risposta i lavoratori italiani potranno avere in merito a un in un mercato del lavoro che sar ridisegnato - nei prossimi anni - con una sempre pi ac-
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ficile individuare con precisione Regioni virtuose e Regioni che fanno della formazione professionale un modo per realizzare inefficienze di spesa pubblica improduttiva e che impedisce ai giovani di prepararsi adeguatamente al lavoro. Comunque tra le Regioni virtuose segnalo il Trentino Alto Adige e la Lombardia anche se, senza dubbio, sono altrettanto virtuose il Friuli Venezia Giulia, lEmilia Romagna, il Veneto e il Piemonte. Partiamo da un esempio virtuoso, quello del Trentino Alto Adige che sfrutta anche la vicinanza con il modello tedesco di formazione professionale. Vorrei citare un solo esempio: le Olimpiadi dei Mestieri afferma il vicepresidente di Confindustria. Lunica edizione delle
svolta in Italia (ottava edizione) risale al 1959. LItalia, da molti anni, non partecipa pi alle World Skills International. Lunica rappresentanza italiana allultima edizione delle World
ni attribuiscono alle competenze professionali dei giovani. Il Trentino anche la Regione che pi di ogni altra utilizza lo strumento dellapprendistato per la formazione dei giovani. Nel 2011 in Trentino sono stati 5.300 gli apprendisti - ricorda Lo Bello - di cui 4300 in formazione professionale. Il dato nazionale, ad eccezione del Trentino, ci dice che in totale sono circa 1.700 i giovani in apprendistato per ottenere una qualifica o completare il percorso di studi. In Trentino abbiamo unisola felice per la formazione dei nostri giovani: la scelta di puntare sulle risorse umane, sullalta formazione, sulla ricerca e sullinnovazione, trova le sue radici in un sistema scolastico efficiente, che lo contraddistingue dalle altre Regioni italiane. Il sistema dellalta formazione e della ricerca del Trentino oggi una realt solida, riconoscibile, corteggiaa confronto le performance scolastiche dei giovani studenti in Catalunia e in Sicilia. In queste due regioni si consolidata una nuova figura professionale: si tratta del corsista, un giovane che a 18-20 anni inizia a frequentare corsi di formazione e continua fino a 40 anni. Un giovane a cui non interessa lacquisizione di competenze per trovare lavoro, ma attratto solo dallidea di acquisire un mini-stipendio perch la professione corsista garantisce una sorta di indennit di disoccupazione. Gli Enti Formativi in Sicilia sono enti monstre avvisa Lo Bello. Il decisore pubblico obbligato a finanziare questi enti per evitare che i dipendenti vengano licenziati, in un corto circuito dove lenorme quantit di denaro che arriva dai fondi europei
pUBBLICAZIONI
ESpERIENZA, RIFLESSIONE, AppRENDIMENTO. J.A. Moon - Carocci, 2012
utilizzato in maniera assistenziale e improduttiva. Inoltre va sottolineato come in Sicilia sia pressoch assente il rapporto tra domanda e offerta di lavoro. Mi auguro che dopo le elezioni siciliane si ponga mano a una vera moralizzazione del sistema della formazione professionale siciliana. Una moralizzazione che deve puntare su tre aspetti: un rapporto pi stretto con le imprese; una minor dipendenza delle politiche di gestione degli enti di formazione professionale dalle esigenze occupazionali dei dipendenti degli enti stessi; una maggiore attenzione alloccupabilit sostenibile dei giovani siciliani che si ottiene puntando su alcuni settori (agri business, infrastrutture, trasporti logistica, turismo). Solo quando sapremo normalizzare regioni come Sicilia, Calabria e Campania potremo puntare a una crescita complessiva del sistema Paese.
Di regola, luomo che ha pi successo nella vita colui che ha pi informazioni. Ne era certo Benjamin Disraeli (politico e scrittore britannico) che ha fatto diversi proseliti negli anni.
Il sapere dunque il miglior alleato di chi lavora, ecco perch la formazione specialistica diventa strategica in un mondo del lavoro che patisce la crisi economica e diventa sempre pi complesso. La pensa cos anche Ivan Lo Bello, vicepresidente di Confindustria e responsabile dellarea education. La formazione professionale un tema centrale dei nostri tempi. fondamentale continuare laggiornamento di chi lavora tanto quanto riconvertire chi ha perso il posto di lavoro o si ritrovato in mobilit. In Europa la formazione continua una delle voci principali delle politiche statali per il lavoro, da noi invece il tema non centrale nel dibattito politico e questo rischia di farci accumulare molto ritardo in uno scenario complesso in cui le competenze rischiano di diventare obsolete in poco tempo. Basti pensare a quanto incida oggi sul mondo del lavoro la tecnologia e quanto abbia sempre bisogno di nuovi aggiornamenti. I dati dicono che esiste una correlazione diretta tra sapere e successo imprenditoriale: le aziende che utilizzano al meglio le risorse umane sono quelle che fanno registrare le migliori performance industriali. Non c dubbio - concorda Lo Bello - le risorse umane rappresentano il valore aggiunto di ogni azienda, ma per vantare un simile patrimonio servono investimenti nella formazione da parte degli imprenditori e anche adeguate politiche attive da parte degli enti pubblici. Il tema deve diventare centrale nel nostro sistema Paese. Come in qualsiasi settore, il nostro panorama nazionale appare sempre a macchia di leopardo: esistono Regioni particolarmente virtuose e altre con un inaccettabile ritardo operativo e culturale. Una diversit avvertita anche nel mondo confindustriale? sempre dif-
IVAN LO BELLO
ABSTRACT / fondamentale continuare laggiornamento di chi lavora tanto quanto riconvertire chi ha perso il posto, in un mercato dove le competenze rischiano di diventare in breve obsolete. Basti pensare a quanto incida oggi sul lavoro la tecnologia e quanto abbia bisogno di nuovi aggiornamenti.
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Una rete
aGosTIno DI MaIo
Direttore Assolavoro - Associazione Nazionale delle Agenzie per il Lavoro
In Italia il dibattito sulla questione lavoro da sempre polarizzato sui temi che riguardano la flessibilit, spesso con connotazioni ideologiche che finiscono per travolgere anche le urgenze che investono il mercato del lavoro. Prima di concentrarsi sulle tipologie contrattuali da utilizzare quando il lavoro c, occorrerebbe capire cosa fare per ridurre i due milioni e mezzo di disoccupati, ai quali vanno aggiunti circa mezzo milione di lavoratori sottoccupati e tre milioni di persone che hanno rinunciato a cercare unoccupazione.
In questa sorta di miopia spesso passano in secondo piano le questioni del reale funzionamento del mercato del lavoro e della sua (in)efficienza e con esse lassenza dei servizi per il lavoro in favore sia dei lavoratori che delle imprese. Il mercato del lavoro mondiale - il nostro Paese non fa eccezione - non capace di trovare un equilibrio tra domanda e offerta di occupazione: in Europa coesistono oltre 25 milioni di disoccupati e 1.5 milioni di posti di lavoro non coperti. Per il 2050 in Europa previsto un gap di 35 milioni di lavoratori (il 15% della domanda di lavoro complessiva) e per il 2030 un fabbisogno di 45 milioni di extra workers per sostenere lo sviluppo economico. I policy makers, ma anche i cittadini, sono chiamati ad affrontare almeno tre questioni per rendere i loro mercati del lavoro meno inefficienti e pi inclusivi: quali azioni mettere in campo, da parte di chi, con quali risorse.
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ECONOMIC REpORT: THE AGENCY WORK INDUSTRY AROUND THE WORLD CIETT, 2012 www.assolavoro.eu
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Alla fine dello scorso mese di giugno, su pressante richiesta dello stesso Presidente del Consiglio Monti, il Parlamento ha forzosamente approvato una imponente Riforma del mercato del lavoro, i cui effetti sono ancora tutti da valutare. Se dovessimo basare un giudizio complessivo sulle prime reazioni degli addetti ai lavori e delle testate specializzate, di certo non potremmo dire che siamo di fronte a giudizi lusinghieri: sebbene, infatti, le politiche del welfare e del lavoro abbiano contraddistinto da subito lazione politica del Governo Monti, al momento non sembra che ci abbia prodotto i frutti sperati.
Due dati di fondo su tutti bastano a motivare le scarse possibilit di successo di questa Riforma: per un verso, linspiegabile irrigidimento delle norme sullingresso nel mondo del lavoro, la cosiddetta flessibilit in entrata, che non stato in alcun modo compensato con interventi sul versante delluscita; per altro verso, lo scarso respiro sul lato delle politiche attive, che fa s che lunica condizione per un vero salto di qualit, per lappunto il rafforzamento delle politiche attive del lavoro, rischia di perdersi a causa della mancata collaborazione con quegli operatori che, per propria missione, basano proprio sul collocamento della forza lavoro la funzione dimpresa. Non una novit che il sottoscritto, ormai da anni, si stia battendo per portare alla definitiva approvazione un provvedimento legi-
ABSTRACT / Rifiutare la logica per cui i lavoratori che perdono il posto, soprattutto se in et matura, siano costretti a trascorrere alcuni anni improduttivi in cassa integrazione e in mobilit, in attesa di accedere alla pensione senza possibilit di rimettersi in gioco.
slativo di grande importanza che mira ad incentivare lautoimprenditorialit utilizzando quelle risorse, normalmente destinate allammortizzazione sociale tradizionale, per consentire al lavoratore di rientrare nel mondo del lavoro in proprio. Una proposta che rifiuta la logica per cui i lavoratori che perdono il posto di lavoro, soprattutto se in et gi matura, siano costretti a trascorrere alcuni anni improduttivi in cassa integrazione prima e in mobilit poi, in attesa di accedere alla pensione senza possibilit di rimettersi in gioco. Per unanalisi efficace delle dinamiche del mercato del lavoro italiano non si pu prescindere da unattenta valutazione del tessuto produttivo del Paese, composto in larga parte da piccole e medie imprese, chiamate a confrontarsi con un mercato competitivo globalizzato, segnato da una grave crisi economica. Inoltre - e in questo la Riforma del mercato del lavoro del Governo Monti non aiuta - si registra la mancanza di un ruolo propositivo del sistema pubblico di orientamento al lavoro, che denota forti lacune anche sul versante degli enti locali e degli organi preposti al collocamento e alla formazione; ci spinge le aziende a reperire manodopera prevalentemente attraverso il canale delle conoscenze personali, deprimendo anche quel ruolo strategico e propulsivo che possono svolgere gli organismi privati di intermediazione del mercato del lavoro, come le Agenzie per il Lavoro.
Dinnanzi a forti elementi di criticit nei processi di formazione e collocamento del personale, si potrebbe puntare su una maggiore autonomia delle parti sociali nella definizione di programmi di riqualificazione e formazione professionale dei lavoratori, al fine di spostare in azienda lo svolgimento di attivit tese al rafforzamento delle capacit del personale. Si tratta di rafforzare, quindi, lapprendimento lungo tutto larco della vita, anche attraverso lerogazione di servizi di orientamento di qualit e la valorizzazione di strumenti utili allacquisizione di esperienze lavorative durante il ciclo scolastico, come lapprendistato e i tirocini. A prescindere da qualsivoglia politica attiva o passiva del lavoro, appare poi evidente come
la ripresa dello sviluppo rappresenti la condizione necessaria per un rilancio serio delloccupazione giovanile: a tal fine potrebbe essere importante rapportare i salari alla produttivit, nel contesto di una contrattazione decentrata che conferisca centralit al merito. Va altres richiamata lesigenza di un credito di imposta per la buona occupazione, che potrebbe rappresentare, soprattutto nel Sud, uno strumento utile per incentivare loccupazione dei giovani e delle donne. Nella medesima direzione andrebbe poi la previsione di sistemi premiali, come le agevolazioni fiscali per le assunzioni e la riduzione dellIRAP, nonch il rafforzamento del contratto part-time, al fine di favorire la conciliazione tra tempi di vita
e tempi di lavoro: anche in questo caso ho presentato in Aula una proposta di legge, gi approvata dalle Commissioni riunite Attivit produttive e Lavoro della Camera, in attesa da mesi della trasmissione della relazione tecnica da parte del Governo. In buona sostanza, per favorire le politiche attive del lavoro non basta una riforma pensata sulla carta, occorre invece assicurare al sistema delle imprese delle vere opportunit, anche giungendo - se le condizioni economiche lo consentiranno a una riduzione della pressione fiscale sulle imprese e al taglio del cuneo fiscale, rendendo strutturali le misure di detassazione e decontribuzione, attualmente previste nel nostro ordinamento.
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OLTRE LA CRISI. QUALI SFIDE pER IL WELFARE DEI SOGGETTI. G. Devastato Maggioli Editore, 2012
Pi in generale, occorre abbandonare una visione pessimistica e castrante delleconomia - come se soltanto la situazione finanziaria dei mercati fosse in grado di determinare le politiche di uno Stato - e passare alla fase propositiva, in cui il dato reale passi in primo piano rispetto a quello finanziario. Solo in questo modo potremo crescere e abbandonare la dipendenza dalle dinamiche dei cosiddetti mercati.
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imprese servizi a favore della ricollocazione. Nei confronti dellimpresa che si trova in una situazione di difficolt e ha attivato percorsi di ristrutturazione e riorganizza-
mite la cassa integrazione (ordinaria, straordinaria, in deroga) lazione di ricollocazione prevede un percorso che parte dalla presa in carico e si articola nelle azioni di accompagnamento al lavoro anche utilizzando la riqualificazione professionale. Lorganizzazione del servizio di politiche attive trova allinterno delle Agenzie per il Lavoro il punto di servizio verso le imprese in difficolt e le persone a rischio di espulsione. Le imprese troveranno professionalit specialistiche per trattare la situazione di cassa integrazione con individuazione delle agevolazioni presenti in ciascuna regione. Le persone in mobilit avranno la possibilit di essere accompagnate in un percorso di ricollocazione teso a riportarle pi rapidamente possibile alloccupazione. Il lavoratore trova allinterno delle Agenzia un ambiente che gli consente di essere al centro di servizi per il lavoro: orientamento, accompagnamento, scouting occupazionale, bilancio delle competenze, creazione dimpresa. Inoltre, tramite il sistema di
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IL NODO DEL LAVORO. TRASFORMAZIONI, CONFLITTI E pOLITICHE IN TEMpO DI CRISI a cura di M. Avola, R. palidda Franco Angeli, 2012
fondo bilaterale Formatemp. E in caso di perdita del lavoro in somministrazione i fondi Ebitemp consentiranno lattivazione degli ammortizzatori. In questo momento le politiche attive del lavoro hanno preso il centro della scena. Sono presenti proposte di legge a favore della ricollocazione. La partita sulla costruzione di un sistema di politiche attive si gioca principalmente nella definizione dei decreti previsti dalla Riforma del lavoro nella quale auspichiamo il rafforzamento delle azioni di ricollocazione puntando sulla finalizzazione occupazionale e la collaborazione con le Agenzie per il Lavoro. Le risorse ci sono (fondo sociale delle Regioni, fondi Interprofessionali, fondi privati), il metodo pure nella valorizzazione del cofinanziamento e della premialit alloccupazione. Basta farlo.
Nella prospettiva della perdita del lavoro, il perseguimento delle politiche deve favorire la ricerca rapida di un nuovo posto garantendo il sostegno al reddito e i servizi necessari per passare a una nuova occupazione. Nella realt, la tendenza nel nostro Paese stata quella di privilegiare il mantenimento dellattuale lavoro a qualsiasi costo. In questo percorso troviamo lavoratori che si ingegnano in nuovi lavori, altri che sono frenati e bloccati nella transizione insieme ad imprese che accompagnano gli esuberi a un nuovo lavoro, ed altre che se ne lavano le mani. diffusa la consapevolezza della scarsa presenza di servizi al lavoro in grado di affiancare il lavoratore nella difficile transizione da un lavoro a un altro.
A questo livello di cambiamento culturale interviene lattuale Riforma del lavoro promuovendo la transizione al lavoro della persona in difficolt attraverso servizi qualificati e politiche attive. Le Agenzie per il Lavoro impiegano giornalmente pi di 200 mila persone attraverso contratti di somministrazione e servizi di ricerca e selezione per lavoratori qualificati. Lattivit delle Agenzie riguarda lincontro tra domanda e offerta di lavoro e contiene un elemento, il servizio per limpiego, che spesso viene dato per scontato. Questo servizio comprende le azioni necessarie per avvicinarsi a un nuovo lavoro. chiara la strada da percorrere. Sviluppare i servizi per limpiego e le politiche attive. Nellavvio e incremento dei percorsi di ricollocazione si gioca la partita della Riforma. Sono i numeri dei cosiddetti target o beneficiari a rafforzare questa direzione. Non possiamo pi contare sul prepensionamento e dobbiamo prevedere lattivazione dellassicurazione sociale per limpiego con limpegno alla partecipazione a una politica attiva (orientamento, formazione, ricerca attiva del lavoro) per una platea di disoccupati e lavoratori in mobilit che potrebbe raggiungere il milione e mezzo. A questa cifra dobbiamo sempre aggiungere la quota dei lavoratori scoraggiati che supera i due milioni. Il servizio di cui c realmente bisogno dovr riportare al lavoro le persone aggiornando le competenze e incontrando nuove occasioni di lavoro. La sfida reale e concreta dellurgenza di trovare un lavoro misurer inesorabilmente sia le Agenzie che i lavoratori alla ricerca di un impiego. Di fronte alla crescita del numero di lavoratori espulsi oppure a rischio di espulsione dal mercato, le Agenzie per il Lavoro hanno sviluppato il servizio di politiche attive con il quale offrire alle persone e alle
zione con accesso agli ammortizzatori sociali, lazione riguarda il rafforzamento dei processi di riqualificazione necessari per accrescere il capitale umano. Nelle situazioni di difficolt con presenza di lavoratori in esubero, lazione affronta i processi di ricollocazione per una transizione al lavoro in grado di combinare le competenze con la domanda di lavoro presente sul territorio. In merito ai lavoratori in mobilit (ordinaria e in deroga) e ai lavoratori che si ritrovano in situazioni di sospensione tra-
ABSTRACT / Non possiamo pi contare sul prepensionamento e dobbiamo prevedere lattivazione dellASpI con limpegno alla partecipazione a una politica attiva (orientamento, formazione, ricerca del lavoro) per una platea di disoccupati e lavoratori in mobilit che potrebbe raggiungere il milione e mezzo.
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LA FORZA DEL GRUppO. IL pOTERE CREATIVO DELLA COLLABORAZIONE. K. Sawyer - Giunti, 2012
Nellarea dellex moto Laverda, altro mito veneto, menti e cuori si incrociano in unosmosi continua. Prima eravamo dispersi in sei o sette fabbrichette del circondario continua Rosso, oggi finalmente ritrovo tutti quanti, tutte le persone che lavorano per me. Abbiamo una sede che
e Diesel pu guardare ai grandi mercati della Cina, degli Usa, dal suo bastione veneto dove si sta bene, c voglia di costruire, anche i grandi manager vengono volentieri in questarea dove c molta qualit della vita, cosa che le grandi citt non possono pi offrire. Infatti, in anni che segnano il passo per molte aziende, con ricavi in ribasso a due cifre, Diesel tiene il mercato grazie alla solidit delle proprie fondamenta. La formazione? Cruciale. Lobiettivo essenzialmente quello di aumentare e strutturare in modo ancora pi definito lofferta, affinch la formazione sia sempre pi un asset chiave del Gruppo in un momento in cui la mobilit di risorse da tutto il mondo in aumento e il settore vive una recrudescenza della competizione. Dal villaggio delleccellenza di Breganze si pu tranquillamente pianificare la conquista della Cina, che Diesel vuole portare a 200 milioni in cinque anni. Anche l, sfruttando lapproccio di qualit che distingue il brand e il potere del web attraverso social network come Weibo, uno dei pi apprezzati della Repubblica Popolare.
mini ateneo formativo di Breganze, tre aule da venticinque persone luna ospitano venti corsi a stagione, coinvolgendo gruppi di lavoro da dodici-quindici persone circa. Durata? Da un giorno a una settimana, dipende. Certo che anche le modalit di accesso sono contemporanee: i calendari di training vengono pianificati tramite una piattaforma digitale, in onore allon line scheduling. Ogni cosa, al villaggio di Breganze - varato seguendo lo stile ecumenico di Diesel che per linaugurazione ha messo insieme i tailleur blas di Emma Marcegaglia e la vena randagia di rappers come Wyclef Jean, in una fusion transculturale senza barriere di sorta - interconnessa. veramente incredibile vedere quanto lavorare in una sede di questo tipo velocizzi gli incontri tra le diverse aree afferma Renzo Rosso, patron del gruppo Only
RENZO ROSSO
ABSTRACT / incredibile vedere quanto lavorare in una sede di questo tipo velocizzi gli incontri tra le diverse aree creando occasioni di scambio fra i manager, si respira pi intensamente ladrenalina, il DNA del brand. Cos, semplicemente, si crea una squadra.
ger, si respira pi intensamente ladrenalina, il DNA del brand. In questo modo, semplicemente, si crea una squadra. Un melting pot fantastico, considerato che Diesel un grande laboratorio dove si mescolano le nazionalit dei giovani in ufficio, le professionalit dei manager consolidati. Noi siamo sempre andati a cercare i migliori, solo cos possiamo eccellere sui mercati puntualizza Rosso che, oltre allenergia personale, in azienda immette quella dei pannelli fotovoltaici sistemati sui tetti in maniera environnessa con il mondo, ma parte da una base territoriale in cui i dipendenti si radicano per trovare e comunicare lunicit di un mondo. Il nostro motto think globally e act globally, ma il nostro essere radicati sul territorio ci d la serenit per poter lavorare in un posto fantastico, cool, che ci predispone naturalmente alla creativit. Anche il centro massaggi appena insediato in azienda, in joint con unestetista, contribuisce alla missione aziendale.
volendo pu arrivare a mille persone e, un giorno, potremo ingrandirci ulteriormente. Anche la disposizione degli edifici offre una sensazione diversa. Il quartier generale organizzato in grandi corti, gli uffici sono rigorosamente open space . Niente chiusure, niente segreti, lambiente quello della fucina. Puoi fare meeting veloci, vedi la gente in faccia. Tanta luce, tanto verde, lasilo, strutture sportive. Il Politecnico di Milano, grazie allapporto energetico dei pannelli e allisolamento termico da manuale, ha affibbiato al complesso una bella A in termini di consumi. I 120 milioni e i trenta mesi spesi per arrivare al risultato finale, sono valsi la pena. Tempistica che, come ha dichiarato Rosso, non dipesa da noi n dallazienda che ha costruito. La burocrazia in questo Paese allucinante. Per ora fatta,
the Brave, che oltre a Diesel annovera licenze come DSquared2 e Vivienne Westwood, e brand come Martin Margiela e Sophia Kolosalaki. Cos si creano occasioni di scambio fra i mana-
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Riavremo la nostra
TIZIana DI MasI
Attrice
VIAGGIO NELLEMILIA DEL TERREMOTO TRA VOCI DI SpE RANZA, VOGLIA DI RINASCITA E AZIONI IN GRADO DI CAMBIARE LA SOCIET
20 maggio 2012
Sono le 4.04 del mattino. Franca si sveglia di soprassalto e vede il suo mondo crollarle addosso. Esce di casa, vuole correre in strada e mentre lo fa assiste alla distruzione delle scale del condominio. Laura, a letto da unora, dopo un bel sabato sera, avverte la scossa e fugge anche lei in strada, proteggendosi dai Franca, 68 anni, abita nel suo appartamento del centro storico. Laura, 27 anni, impegnata a tempo pieno nel sociale, psicomotricista e lavora in uno studio medico del centro. Riccardo, 7 anni, biondo, vivace, frequenta la seconda elementare alla scuola Dante Alighieri. Tra qualche ora la loro vita non sar pi la stessa. libri che precipitano dalla libreria della sua stanza. Riccardo, nel cuore della notte, avverte qualcosa di strano e corre nella stanza dei genitori, chiedendo loro cosa succede. il terremoto Riccardo! Il terremoto? E che cos? Non poteva saperlo, e non soltanto per i suoi 7 anni. Riccardo, Franca, Laura, tutti gli abitanti di Mirandola non avevano mai minimamente pensato che un giorno sarebbe potuto succedere proprio a loro. Quel giorno invece era arrivato. E dopo tutto quel rumore assordante seguito un silenzio che fa pi rumore, il vuoto totale. La terra sembrava sprofondata, non cera pi nulla sotto i nostri piedi, guardavamo il cielo e vedevamo elicotteri in volo, pareva di essere in guerra. Delle cinque tendopoli allestite in citt ora ne sono rimaste tre. Pi di duemila persone vivono l dentro. Ora la temperatura accettabile, ma questestate, con 40 gradi allombra, si pativano le pene dellinferno. Chi aveva alternative, case al mare di propriet o parenti disponibili ad ospitare, le ha sfruttate. Chi non sapeva dove andare si dovuto adattare a vivere in una tenda: condivisione forzata, mensa collettiva, bagni in comune, il pi delle volte senza avere con s nulla di ci che gli era appartenuto in passato. Quando hai perso tutto, ti senti come in prestito. Un ospite, ovunque vai. E se hai qualcosa di tuo, che ne so, un lenzuolo, ti senti meno ospite. Clio ha 24 anni. Mi colpisce la sua bellezza mentre parla, perch sorride. E in quegli occhi scuri c una luce. La mia casa continua era a Cavezzo, una palazzina costruita
citt
nel 1999. Si sgretolata gi il 20 maggio, alla prima scossa. Non ho potuto recuperare nulla. Dovevo laurearmi ora, a ottobre... Pazienza, rimander di un po. Per fortuna che quella sera il mio computer lo avevo dimenticato in macchina, senn sotto le macerie avrei perso anche la tesi. E allora s che sarebbe stato un guaio! A me il terremoto ha insegnato che posso vivere di niente. La parola chiave? Si chiama speranza. Non sono tornata a Mirandola da giornalista a caccia di scoop, perch il mio mestiere un altro: faccio teatro. Da un paio danni porto in giro per lItalia lo spettacolo Mafie in pentola che racconta la realt di Libera Terra: una storia di rinascita, economia legale e possibile, idee che si tramutano in azioni in grado di cambiare la nostra societ. E tutto parte sempre da quella parola: speranza. A Mirandola ero andata in scena il 19 novembre 2011, in una serata organizzata dai volontari che si erano autotassati per poter ospitare lo spettacolo, e avevo toccato con mano quella citt vitale, fiera, operosa che si specchiava negli occhi di Franca e Laura, nella spensieratezza di Riccardo. Sono tornata il 9 luglio, la terra ancora tremante, con una versione dello stesso spettacolo adattata ai bambini delle elementari, Mafie in pentolino. Senza aspettare che fossero indette rassegne istituzionali, avevo chiamato Laura per dirle: Vorrei tornare, per i vostri bambini, a raccontare storie di antimafia, di resistenza alla criminalit. S, hai capito bene: proprio ai bambini. Daltronde la cultura della legalit, se non si inizia a costruirla da piccoli, quando lo si deve fare? Da qui bisogna ripartire, per trasmettere non solo la speranza nella ricostruzione, ma anche la necessit di sorvegliare sulle modalit con cui deve essere effettuata. E quel pomeriggio di luglio sotto i tendoni - che quasi mi facevano fondere pensieri e parole, tanto era il caldo! - ho trovato intorno a me ragazzi, bambini, adulti che con le loro azioni mi facevano capire che certo, la disgrazia cera stata. Ma erano vivi. E volevano riprendersi la loro vita. Torneremo alla normalit dice Laura. Ci vorr del tempo, ma riavremo la nostra citt. Il terremoto ci ha tolto tanto, ma ci ha dato qualcosa che non sapevamo di avere: una grande forza aggiunge Franca. E poi siamo tornati ad essere un paese unito. Mi sembra di essere tornata indietro di cinquantanni, alla mia infanzia, quando tra persone cera pi umanit e cordialit. La speranza di un domani che sar migliore nellumanit di Franca, ma anche in quella di Riccardo, che ci confida il principale cambiamento della sua vita da bambino terremotato. Avevo un compagno di classe lanno scorso, Massimo, che era antipatico e diceva solo parolacce. Sai, da questa estate pi gentile anche lui, e siamo diventati amici.
Mirandola, 19 maggio 2012 Si vive bene in un paese come il nostro. Qui la gente si d da fare, c lavoro, i soldi non mancano. Se abbiamo una certezza qui la tranquillit.
12 settembre 2012
Sono tornata a Mirandola il 12 settembre 2012, quattro mesi dopo levento che ha sconvolto la vita di Franca, Laura, Riccardo e migliaia di persone che pensavano al lavoro come supremo valore e che si sono trovati ad avere unaltra priorit: salvare la loro vita. Il terremoto come un mostro sottoterra, ha un corpo, ha un suono e gli ho parlato mi dice Laura. Quel giorno le scosse si susseguivano e io non riuscivo pi a camminare, non si stava in piedi, mi sono seduta a terra e ho parlato alla terra: ora basta, smettila, basta!
ABSTRACT / La cultura della legalit, se non si inizia a costruirla da piccoli, quando lo si deve fare? Da qui bisogna ripartire, per trasmettere non solo la speranza nella ricostruzione, ma anche la necessit di sorvegliare sulle modalit con cui deve essere effettuata.
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Scavalchiamo le Alpi
ABSTRACT / I fallimenti sono proprio relativi ai due pilastri della vera politica attiva del lavoro: i centri pubblici per limpiego e la formazione professionale, malauguratamente affidata alle Regioni.
che attive non era certo quanto di meglio si potesse fare. I due fallimenti sono proprio relativi a quelli che dovrebbero essere i due pilastri principali della vera politica attiva del lavoro: i centri pubblici per limpiego e la formazione professionale (malauguratamente affidata alle Regioni, le cui perforlUIGI TIVellI
Editorialista e scrittore
PRO NOBIS
diventassero davvero flessibili, nel senso pi compiuto del termine, cio potessero passare da unoccupazione allaltra, attraversando brevi fasi di disoccupazione in cui potessero godere di un sussidio adeguato e di interventi di formazione o riconversione professionale appropriati. So che non si pu aspirare a imitare davvero la virtuosissima Danimarca ma, in quella che la societ dei lavori, che pertanto esige un modello basato sulla flessibilit e la sicurezza, basterebbe almeno assomigliare alla media dei Paesi dellUnione europea. Per adesso mi sembra che a queste ambizioni di tipo danese o svedese corrisponda invece una realt molto radicata nella fossa del Mediterraneo. quindi il caso di mettersi lo zaino sulle spalle e tentare al pi presto di scavalcare finalmente le Alpi, quanto a reale funzionamento del mercato del lavoro.
Qualche tempo fa, allingresso principale di Montecitorio ho incontrato il ministro del lavoro Elsa Fornero, che con molta cortesia mi ha salutato dicendomi di ricordarsi i miei pungoli critici nel corso di un recente dibattito a Montecitorio sulla Riforma del mercato del lavoro.
In quelloccasione le avevo dato pubblicamente la mia solidariet perch non facile la condizione di un ministro che eredita due grandi fallimenti, ma nel contempo avevo rilevato che il Capo della legge di Riforma del mercato del lavoro riservato alle politi-
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FLESSIBILMENTE GIOVANI. pERCORSI LAVORATIVI E TRANSIZIONE ALLA VITA ADULTA NEL NUOVO MERCATO DEL LAVORO S. Bertolini - Il Mulino, 2012
NELLE SITUAZIONI ECCEZIONALI SERVONO RISORSE FUORI DAL COMUNE. Cerchi una baby sitter per questa sera? Si rotto un tubo dellacqua e non sai chi chiamare? Vuoi stupire gli amici con una cena speciale? Niente paura, affidati a Carta Ora, la carta prepagata che ti salva quando ne hai pi bisogno. Con le migliori figure professionali, selezionate da Manpower.
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