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Inaugurazione a.a.

2012-2013 26 novembre 2012 DISCORSO INAUGURALE DEL RETTORE ANGIOLINO STELLA Signor Ministro, Eccellenze, Onorevoli Parlamentari e Rappresentanti del Governo Regionale, Autorit, Magnifici Rettori, chiarissimi Presidi, illustri Colleghi, cari Studenti, gentili ospiti, desidero porgere a tutti voi il benvenuto alla cerimonia che inaugura lanno accademico 2012-2013 dellUniversit di Pavia. Nel 2011, come molti di voi ricorderanno, abbiamo celebrato i 650 anni dalla fondazione; con il motto Il futuro ha radici profonde abbiamo sintetizzato lidentit del nostro Ateneo, ricordato Maestri e scoperte e ribadito il fondamentale contributo dellUniversit di Pavia alla storia del pensiero e della conoscenza. Oggi, 26 novembre 2012, intendo condividere con voi lhic et nunc dellUniversit di Pavia, presentarvi i tasselli del puzzle che esprime il nostro presente e che sapr indicare alcune prospettive per il futuro. Le elezioni dei nuovi organi di governo dellUniversit porteranno a breve a un generale rinnovo del Senato e del Consiglio di amministrazione, questo gi un primo elemento di cambiamento, un punto fermo per i prossimi anni. Qual la carta didentit della storica Universit di Pavia? Tre sono i caratteri che ci distinguono e che ho sempre voluto sottolineare: siamo un Ateneo pluridisciplinare, con forte vocazione allinterdisciplinarit, una Universit campus unica in Italia, e una Research University aperta allinternazionalizzazione. Il personale in servizio allUniversit di Pavia oggi composto da 1941 persone, uomini e donne che contribuiscono ogni giorno, con impegno e senso di appartenenza, a far crescere lAteneo. Si tratta di 999 docenti (251 ordinari, 270 associati, 33 straordinari, 445 ricercatori), cui si affiancano 942 tecnici, amministrativi, dirigenti e lettori. Sette anni fa, allinizio del mio primo mandato rettorale, il totale era di 2107. I numeri - come ci dir tra poco anche la professoressa Marini possono dire molto, se analizzati con attenzione. E la nostra comunit accademica, oltre a essere pi snella di 166 unit, in realt molto cambiata nella composizione. In questi anni, infatti, abbiamo puntato sulla valorizzazione dei giovani, facendo crescere il pi possibile il numero dei ricercatori, una base indispensabile di talento ed entusiasmo, che raccoglier il testimone e segner il futuro della nostra Universit. In seguito allapplicazione della Riforma Gelmini (240/2010) nel corso del 2011 i Dipartimenti sono passati da 49 agli attuali 18; dal prossimo anno accademico saranno preposti allo svolgimento della ricerca scientifica e dellattivit didattica e formativa: 86 corsi di laurea, distribuiti in uno spettro molto ampio di discipline. Sono 24500 gli studenti totali della nostra Universit, una comunit che caratterizza Pavia come citt universitaria, con ben 16 collegi storici, di merito e dellEDiSU. Per secolare tradizione grazie anche alla presenza dei collegi, affiancati, pi recentemente, dallo IUSS - i nostri studenti provengono da tuttItalia. In questi anni infatti passata dal 28 al 34% la percentuale di iscritti provenienti da fuori regione, mentre attestata sul 6% la presenza di studenti stranieri, con punte che superano il 10% per dottorandi e specializzandi. Un segnale molto chiaro dellattrattivit di Pavia, confermato anche dallandamento delle immatricolazioni. Alla sostanziale tenuta degli ultimi anni si somma il dato positivo decisamente in controtendenza di questanno, con un 1

incremento, a pari data rispetto allo scorso anno, del 6,55% di immatricolati ai corsi di laurea di I e II livello. In crescita anche gli iscritti al terzo livello di studi, dottorandi, specializzandi e allievi dei master: lultimo dato disponibile, del 2011, indica infatti un incremento di iscrizioni rispetto allanno precedente. (da 803 a 819). Un tasso elevato di attrattivit, che confermato anche dalla classifica delle Universit italiane de Il Sole 24 ore, in cui Pavia si colloca al quarto posto in Italia tra le Universit statali. Terzo tra gli Atenei in cui ci si laurea in corso, Pavia si conferma unottima scelta anche per il tasso di occupazione a tre anni dalla laurea (attestato intorno all80%), per lattrattivit del campus e per il rendimento degli studenti. Pavia si classifica inoltre al settimo posto tra gli Atenei italiani nella classifica del MIUR per lassegnazione della quota premiale di finanziamenti, erogata tenendo conto dei settori-chiave di ricerca e didattica. E mantiene saldamente il primo posto nella classifica CENSISLa Repubblica tra i grandi atenei (con 20-40.000 studenti). Sono risultati significativi, ai quali si giunti gradualmente, e che premiano gli sforzi e il lavoro di tutti. Daltro canto, ogni anno, in occasione della pubblicazione delle classifiche internazionali, si torna a discutere della scarsa presenza degli Atenei italiani, una dozzina, solitamente attestati tra la 200 e la 500 posizione. Vorrei dedicare allargomento un paio di precisazioni: - la prima che le Universit in tutto il mondo sono circa 17.000, quindi classificarsi nelle prime 200-500 posizioni significa essere nel top group internazionale, di circa il 3% del totale. - la seconda che i criteri di classificazione sono decisamente influenzati dal modello accademico anglosassone, che valuta ad esempio la percentuale di docenti stranieri, di studenti stranieri, di premi Nobel attivi nei laboratori di ricerca e altri parametri strettamente legati al contesto socioeconomico. Nonostante questi criteri, Pavia presente a livello internazionale tra le prime 300-400 in QS 2012, THE 2012, Leiden Ranking, Scimago, NT (National Taiwan) e si conferma nettamente nella top ten delle universit italiane. Eppure, a fare notizia non questo. Basta che in una delle tante classifiche, quella di Shanghai dove nel 2010 eravamo nel gruppo 401-500 si registri la discesa di qualche posizione sotto la 500, che immediatamente i quotidiani sentenziano tra le novit pi importanti, la scomparsa di Pavia. Sarebbero ben altre, a dire il vero, le novit di cui scrivere. Ma torniamo al sistema universitario italiano e allattuale contesto sociale e politico. In Italia, la spesa per Ricerca e Sviluppo - nonostante i molti appelli del Presidente della Repubblica rappresenta l1,26% del PIL (0,67 a carico delle imprese, 0,59 di spesa pubblica); in Europa meglio di noi fanno Spagna, Irlanda, Paesi Bassi, Regno Unito (1,87%), Francia (2,21%), Germania (2,82%), Danimarca, Svezia e Finlandia 3,96% del PIL). Il rapporto tra ricercatori e lavoratori pari al 2.8 per mille, meno della met di Gran Bretagna, Francia e Germania. Il FFO, gi molto basso, diminuito del 12% negli ultimi tre anni e il turnover medio pari addirittura al 20%. Si tratta di un trend avviato molti anni fa e al quale mi rendo conto estremamente difficile, soprattutto nella situazione attuale, imporre una inversione di rotta. Come ho avuto modo di affermare difronte al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nel 2009, tutto ci non pu che incoraggiare la cosiddetta fuga dei cervelli. Nella valutazione di allora sul saldo tra uscite ed entrate di ricercatori nel nostro Paese, le prime superavano le seconde di 3000 unit allanno. Se la formazione di un giovane fino al livello post doc costava nel 2009 complessivamente (alla famiglia, alle istituzioni coinvolte, allo Stato) 500.000 euro, evidente che oggi la spesa complessiva per questo regalo notevolmente aumentata rispetto al 1,5 miliardi lanno del 2009. 2

come se, paradossalmente, nellattuale fase particolarmente critica, noi ci permettessimo di istituire un fondo di solidariet a favore di Stati Uniti, Canada, Germania, Gran Bretagna, Francia e cos via. Per porre fine a questo paradosso, sar necessario individuare un rimedio a tempi brevissimi, altrimenti ci troveremo nella situazione recentemente evidenziata dal Presidente dellISTAT Giovannini, che ha dichiarato che Un giovane su tre (cio circa 4 milioni di ragazzi tra i 18 e i 35 anni) vorrebbe emigrare. Mi chiedo: pensiamo forse di risolvere la questione inducendo i giovani a emigrare prima di aver concluso il ciclo di studi, risparmiando cos sulla formazione? Un indicatore particolarmente significativo della qualit dei giovani ricercatori europei costituito dagli Starting Grant del programma IDEAS dello European Research Council (ERC), grant molto selettivi, che permettono di accedere a cospicui finanziamenti fino a oltre 2 milioni di euro spendibili in una sede scelta dal candidato. Ebbene, nella prima edizione del 2007 i nostri ricercatori erano secondi in Europa per percentuale di successo e quarti per sede italiana prescelta; nelledizione 2012 tali posizioni sono diventate rispettivamente quarta e settima. Risultati ancora buoni, ma in discesa: e questa , a mio avviso, una chiara immagine della situazione attuale del nostro Paese. Se vogliamo valutare landamento della produzione scientifica globale, sempre pensando al ruolo della ricerca come motore sia della formazione di qualit che, pi in generale, dello sviluppo economico del Paese, analizzando i dati forniti da Web of Science (WoS) sul numero di pubblicazioni degli ultimi 10 anni, vediamo che il rapporto tra le pubblicazioni italiane e quelle a livello internazionale rimasto stabile, allottavo posto mondiale, contrariamente a quanto affermato con titoli vistosi, ma non sempre ben informati, dalla stampa nazionale; ne ricordo uno per tutti: La ricerca perde pezzi, cos lItalia diventata la maglia nera dEuropa. LItalia, come dicevo, ha conservato lottavo posto nel mondo dal 2002 al 2011; le variazioni sono chiaramente processi a lungo termine, se riferite allintera comunit accademica. Per quanto riguarda i fondi europei, mi limito a citare un dato molto semplice: la quota percentuale di finanziamenti al budget UE del 13,30%, mentre la quota di finanziamento ottenuta sul budget FP7 del 9,46%, con un saldo negativo pari a -3,94%. Occorre in ogni caso tenere presente che: - i fondi versati allEuropa dipendono da un insieme di parametri, tra cui la dimensione della nostra popolazione; - i fondi ricevuti per progetti approvati dipendono chiaramente dal rapporto tra numero di ricercatori e numero di lavoratori, che non ci favorisce di certo. evidente che, per avviare un processo di miglioramento, sar essenziale incrementare tale rapporto, ma bisogner anche, nel contesto attuale, lavorare con maggiore efficacia in termini di efficienza, aggregazione in network etc. Mentre questa la situazione italiana, il mondo corre, e corre veloce. Limitiamoci a un esempio, che ritengo particolarmente significativo, e che riguarda le nanotecnologie. A partire dal 2000, le nanotecnologie hanno subito una crescita impressionante, diventando uno dei settori pi promettenti degli ultimi tempi. Nel solo 2010, in tutto il mondo sono stati investiti nel settore pi di 18 miliardi di dollari in ricerca e sviluppo, che a loro volta hanno generato quasi 300 miliardi di dollari in prodotti basati sulle nanotecnologie. Tutto ci avr effetti sulla produttivit, sullambiente, sulla medicina, sulla comunicazione, e dar la spinta ad altre tecnologie emergenti. Per averne unidea, basta analizzare alcuni fattori chiave. In primo luogo, quello delle ricadute sulloccupazione. Dal 2000 ad oggi, si formata una comunit di ricercatori e di lavoratori sempre pi competenti: a livello globale, il numero di addetti nel settore passato da 60 mila a circa 600 mila, e raggiunger i 6 milioni entro il 2020. aumentato anche il 3

mercato relativo ai prodotti e servizi basati sulla nanotecnologie, che cresciuto del 25 per cento lanno. In che termini e con quale ruolo il nostro Paese partecipa a questo sviluppo vertiginoso delle tecnologie, con tutte le ricadute di grande portata sul contesto socio-economico che ne derivano? Se da un lato il ruolo dellItalia come motore dellEuropa sostanzialmente marginale, i nostri ricercatori, formati nelle nostre Universit ed emigrati presso istituzioni e aziende allestero, stanno invece dando un contributo significativo allo sviluppo. In questo contesto e con questi scenari, cosa intende fare lUniversit di Pavia, quali impegni sta portando avanti e con quali prospettive? Ho gi detto allinizio quali sono i caratteri distintivi della nostra Universit e, tra questi, voglio sottolinearne innanzitutto uno, e cio quello di Research University, che in pi di unoccasione stato oggetto di discussione e di commenti da parte di colleghi. Se guardiamo alla produzione scientifica espressa in termini di articoli elencati su WoS, il rapporto tra le pubblicazioni Universit di Pavia e quelle nazionali stato di 2.4% nel 2011 (2.27% nel 2010 e 2.11% nel 2009), mentre, giusto per avere un riferimento, il peso dellUniversit di Pavia nel FFO storico non supera l1.78%. Parimenti, se esaminiamo la componente ricerca scientifica nella quota premiale di FFO, si vede che essa ha un peso del 2,36%, cio ancora nettamente superiore a 1.78%. A livello nazionale in sede MIUR e CRUI, come membro di giunta CRUI e come coordinatore ricerca nella giunta, mi sono battuto con successo affinch, almeno nella fase di transizione attuale, alquanto laboriosa, verso il nuovo, il peso della ricerca fosse doppio rispetto a quello della didattica. un risultato raggiunto con fatica e determinazione e che mi sento di indicare come uno dei tratti distintivi del mio Rettorato. Tutto ci con lintenzione di lanciare un segnale di incoraggiamento e motivazione ai nostri giovani, che hanno un ruolo gi prezioso nei primi anni di attivit, in una fase in cui la tentazione di espatriare o lasciarsi prendere dal pessimismo appaiono come pericoli crescenti, e senza voler sottovalutare la didattica, per la quale stato fatto e si sta facendo un enorme lavoro. A questo tema cruciale dedicato lincontro con Diana Bracco, in programma tra alcuni giorni, dal titolo Ricerca e innovazione: una porta sul futuro; in quelloccasione intendo parlare anche di brevetti, start up e spin off che qui, per ragioni di spazio, non possono essere adeguatamente trattati. Pavia ha tutti i titoli per definirsi Research University, anche per altri motivi: mi riferisco agli ottimi risultati degli ERC grants, cos rari e preziosi (tre in due anni) e alla elaborazione di progetti internazionali di ampio respiro, in cui Pavia ha un ruolo centrale. Tra questi il Flagship Human Brain Project, basato su un network di dimensioni europee fortemente interdisciplinare, che coinvolge i nostri neurologi e che si propone di riprodurre un cervello artificiale grazie alluso di supercalcolatori. Unaltra proposta formalizzata in questi giorni si riferisce a un progetto pilota che riguarda Milano, per il bando Smart Cities che ci vede inseriti, al fianco delling. Giuseppe Natta, in una rete di imprese ed enti lombardi davvero importante. Aggiungo anche la recente conquista di due dei tre primi posti nella Start cup della Lombardia. Segnali chiari questi di vivacit e capacit, nonostante il periodo difficile. Universit vocata alla ricerca, quindi, e sempre pi internazionale. Priorit viene infatti mantenuta dal nostro Ateneo alla internazionalizzazione nei suoi aspetti di maggior rilievo, che riguardano non solo i rapporti con lUnione Europea, appena ricordati, e la presenza importante tra le universit storiche del Coimbra Group, ma anche la partecipazione alla European University Association e il ruolo pionieristico nellapertura agli scambi internazionali di giovani. Il progetto Erasmus ha festeggiato anche a Pavia i 25 anni di attivit, con un bilancio decisamente positivo: il nostro Ateneo accoglie ogni anno oltre 250 stranieri, arrivano da Francia, Germania, Polonia, Portogallo, Turchia, Spagna. Sono oltre 400, invece, i giovani pavesi che ogni anno vanno allestero, scegliendo quali destinazioni Francia, Germania, Spagna, Regno Unito, nord Europa. 4

Accanto allErasmus sono moltissimi e davvero intensi i progetti che da oltre ventanni il nostro Ateneo propone nellambito della Cooperazione e Sviluppo nei vari Continenti (Medio Oriente, America Latina, Africa). Ne cito uno soltanto, legato alla stretta cronaca internazionale e che ci coinvolge. Ospitiamo a Pavia in questo periodo 21 studenti palestinesi, 6 dei quali provenienti da Gaza. Grazie a un progetto finanziato dal MAE e da noi coordinato - insieme ad altre sei universit italiane e sette palestinesi questi giovani frequentano un corso di Development Design and Management in the Middle East. In questo momento di crisi e di scontri, in cui spesso sono le armi a parlare, mi sento vicino a loro e alle loro preoccupazioni e al tempo stesso sono consapevole del fatto che in Italia, anche grazie al nostro contributo, essi stanno costruendo una cultura di pace per lo sviluppo della loro terra. Internazionalizzazione significa anche didattica in lingua inglese. Abbiamo infatti attivato, accanto ai double degrees e alle co-tutele, sei corsi di laurea in lingua inglese: Molecular Biology and Genetics, International Business and Economics, World Politics and International Relations, Electronic Engineering, Computer Engineering e - primo Ateneo in Italia - un Corso di Laurea in Medicine and Surgery di sei anni, interamente in lingua inglese. La Facolt di Medicina, che vanta nella sua storia maestri deccezionale statura in campo internazionale (oltre al premio Nobel Camillo Golgi, Antonio Scarpa, Carlo Forlanini, Vittorio Erspamer e tantissimi altri che non cito) sempre stata molto attiva nellaffermare il valore essenziale e sempre pi imprescindibile dellintegrazione tra formazione, ricerca e assistenza. Ci a Pavia ha trovato applicazione nei rapporti convenzionali con la Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, quale struttura sanitaria principale, insieme agli altri IRCCS, la Fondazione Istituto Neurologico Casimiro Mondino e la Fondazione Salvatore Maugeri, a cui si aggiungono la Azienda di Servizi alla Persona e gli istituti di cura Citt di Pavia e Beato Matteo di Vigevano, del Gruppo Ospedaliero San Donato, quali strutture sanitarie afferenti al polo universitario. Fra gli sviluppi pi recenti e innovativi va citato il Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica (CNAO), che il primo centro ospedaliero in Italia (e il quarto del mondo) espressamente dedicato al trattamento dei tumori mediante adroterapia. Il CNAO che ha iniziato i trattamenti su pazienti un anno fa, (il 13 novembre scorso ha avuto luogo con successo il primo trattamento con carbonio di un paziente compassionevole) frutto della ricerca interdisciplinare, fortemente presente a Pavia, e coinvolge un network di istituzioni allavanguardia in ambito medico-scientifico internazionale. Quando, nel panorama tendenzialmente grigio di oggi c una luce che brilla, credo che sia dovere di tutti, a cominciare dalle istituzioni, fare il massimo possibile affinch essa possa brillare ancor pi luminosa, lungi dallo spegnersi. E ora, come Rettore dellUniversit di Pavia, con le caratteristiche e specificit che ho delineato, voglio, soprattutto oggi, sottolineare ancora lestrema importanza del legame inscindibile tra formazione, ricerca e assistenza. Che significa formare medici degni delle nostre tradizioni, in grado di affrontare il futuro, contribuendo a tenere alto il nostro servizio sanitario nazionale. Esso tuttora un riferimento apprezzato nel confronto internazionale. Il Ministro Balduzzi ne ben consapevole e giustamente fiero. Centrale il ruolo, in questo contesto, delle Scuole di specializzazione: sarebbe un grave errore, a mio avviso, se in nome della razionalizzazione si concretizzassero soluzioni tese ad accorpamenti forzati delle Scuole presso gli atenei di maggiori dimensioni, cancellando quelle specificit che rappresentano il punto di forza del nostro e di tanti altri Atenei. Tornando alle difficolt del momento e alle strategie messe in atto per superarle, desidero ricordare che il nostro Ateneo ha istituito due Fondazioni. La Fondazione Alma Mater Ticinensis - nata su iniziativa dellAteneo insieme alla Fondazione Banca del Monte di Lombardia - che al 5

fianco dellUniversit per finanziare progetti di ricerca, come avvenuto con il bando Promuovere la ricerca deccellenza, e per sostenere con borse di dottorato i nostri giovani e promettenti ricercatori. Essa sta anche contribuendo in maniera determinante al restauro di palazzo Vistarino, uno dei palazzi pi belli di Pavia. La Fondazione Maria Corti raccoglie invece leredit, culturale e non solo, della nostra docente, illustre storica della lingua e scrittrice e porta avanti, con il Fondo Manoscritti, la grande tradizione umanistica e letteraria del nostro Ateneo. In questi ultimi anni al Fondo Manoscritti si affiancato PAD Pavia Archivi Digitali, nato da unidea di Beppe Severgnini: un centro che arricchisce e proietta verso il futuro le attivit di studio e ricerca dei testi letterari. Insieme a Beppe Severgnini, Presidente dellAssociazione Alunni della nostra Universit, ritengo che siano da coinvolgere sempre pi i laureati dellAlmum Studium Papiense, il cui contributo concreto, anche di competenze, idee e progetti parte inscindibile del patrimonio della nostra Universit. E sono lieto di annunciarvi che a succedere a Beppe Severgnini, che sta concludendo il proprio mandato, sar il prof. Alberto Majocchi, che ringrazio di cuore per aver accolto la presidenza dellAssociazione Alunni. Per quanto riguarda ledilizia, va innanzitutto ricordato che dal 2007 il MIUR non ha pi concesso alcun finanziamento e ci impone una linea strategica particolarmente selettiva, tesa a valorizzare il nostro patrimonio e le potenzialit a esso legate. In questi ultimi anni, lUniversit ha completato alcune iniziative edilizie gi avviate in tempi finanziariamente pi favorevoli. Ricordo, in particolare, il completamento e lallestimento delledificio Golgi-Spallanzani, la struttura polifunzionale del Cravino, comprensiva del nuovo polo didattico di Scienze Motorie e il nuovo edificio di rimessaggio barche del CUS. Altri importanti interventi sono stati avviati e sono in corso di realizzazione. In particolare, va ricordata la biblioteca interdipartimentale nel Palazzo S. Tommaso. I lavori di scavo per la realizzazione del deposito ipogeo nel cortile grande del palazzo hanno portato alla luce reperti archeologici che, con molta probabilit, determineranno la necessit di una variante progettuale. La situazione, per, tale da non pregiudicare la realizzazione e la funzionalit dellopera in corso di esecuzione. Aggiungo che in questi giorni sta per trovare soluzione lannosa questione degli spazi del San Tommaso occupati dal Ministero della Difesa, e si stanno concludendo, a cura della Fondazione Alma Mater Ticinensis, i lavori di ristrutturazione e di restauro del palazzo Vistarino. Nel mese di settembre, il Consiglio di Amministrazione ha approvato il Programma triennale delledilizia (2013-15) che prefigura le principali linee di intervento per quanto riguarda le iniziative dei prossimi anni. Queste punteranno soprattutto su due importanti interventi. Il primo riguarda la riqualificazione funzionale di Palazzo Botta, che sar attuata contestualmente a un attento restauro conservativo, con particolare riferimento ai saloni e ai loro apparati decorativi. Nellambito del primo lotto, prevista per il 2013 la ricostituzione del Museo di Storia Naturale L. Spallanzani. Il secondo intervento riguarda la realizzazione del primo lotto del nuovo Campus della Salute, per il quale proprio in questi giorni stato firmato un Accordo di Programma con la Fondazione San Matteo e con la Regione Lombardia, che ha concesso un finanziamento in conto capitale per 1,5 milioni di euro. Per lo stesso progetto, in questi giorni, il MIUR ha concesso un finanziamento in conto capitale per un ulteriore milione di euro. Entrambi questi interventi, previsti nella programmazione triennale, in quanto dedicati alla ristrutturazione e riqualificazione di edifici esistenti, hanno il pregio di non implicare consumo di nuovo suolo. Desidero ora dedicare qualche parola al rapporto con le imprese e con il territorio: un tema sempre pi strategico per il futuro delle Universit e per proporre ai giovani percorsi formativi coerenti. In questo nostro impegno abbiamo al fianco le istituzioni del territorio: con Regione Lombardia, il Comune e la Provincia di Pavia, la Camera di Commercio insieme allUnione industriali. E qui voglio esprimere tutto il mio apprezzamento per quanto ha fatto e sta facendo la Fondazione 6

Cariplo, con la Fondazione Comunitaria, oltre al ruolo della gi citata Fondazione Banca del Monte. Polo Tecnologico - La realizzazione del Parco Tecnico-Scientifico di Pavia sta procedendo grazie a diverse iniziative concomitanti. LAteneo, nellambito Societ Polo Tecnologico Servizi srl (PTS), ha contribuito alla nascita dellinsediamento della societ immobiliare Durabo spa, che vede gi attive 18 aziende in gran parte in contatto con lUniversit di Pavia - tra cui alcuni spin-off universitari. Tutto questo oltre a valorizzare il potenziale di ricerca applicata dellAteneo, avr un ruolo attivo nella creazione di nuovi spin-off e start-up. Un particolare rilievo va inoltre dato al progetto ASTER Scienze e tecnologie della vita che vede la Provincia di Pavia quale capofila, accanto allUniversit di Pavia e alle istituzioni del territorio, con la presenza della Fondazione Banca del Monte di Lombardia. Il progetto, primo di sette che hanno superato la selezione regionale, riguarda la realizzazione di una struttura che favorisca linsediamento di imprese, spin-off e start-up, operanti nellambito delle biotecnologie connesse con le scienze della vita. MARVELL - Una sinergia importante quella con Marvell Semiconductor, multinazionale della microelettronica, leader mondiale nei sistemi integrati per hard disk. Il riconoscimento delleccellenza della scuola microelettronica pavese e della qualit dei suoi laureati, ha spinto il management di Marvell a insediare a Pavia un gruppo di R&D a supporto dei suoi centri di prodotto nel mondo. Anche grazie alla collaborazione con la nostra Universit, in poco pi di sei anni il gruppo ha assorbito quasi ottanta ricercatori, di cui pi di 30 sono dottori di ricerca, in gran parte del nostro dottorato in Microelettronica. Con la collaborazione del Comune, previsto un incremento di investimenti della societ, con un nuovo insediamento in area Cravino. STM - LUniversit di Pavia condivide anche un laboratorio di Ricerca con STMicroelectronics, denominato Studio di Microelettronica e ospitato presso il campus al Cravino, dal 1999. Nel tempo la collaborazione si intensificata e a oggi sono presenti circa 40 ingegneri: 25 dipendenti di STMicroelectronics, oltre a borsisti, studenti del Dottorato di Ricerca e Professori. Lattivit verte sullideazione, realizzazione e verifica sperimentale di circuiti integrati (chip) per applicazioni che vanno dalle Comunicazioni elettriche a banda larga sia wireless che wired, alla diagnostica per immagini ecografiche in 3D, alla Fotonica su silicio. ENI Anche con ENI la nostra Universit prosegue una proficua interazione scientifica; tra i progetti di maggiore e pi recente interesse, che coinvolgono diverse facolt e dipartimenti, desidero ricordare lattivit di ricerca strategica in campo fotovoltaico e delle fonti alternative. E non possiamo certamente dimenticare qui il contributo fondamentale dei tre cavalieri del lavoro Arvedi, Mazzocchi e Ruggeri. Il quadro che emerge da quanto ho cercato di sintetizzare lesito di un lavoro corale, dellimpegno di una squadra davvero eccellente, che ho guidato per sette anni e che continuer a guidare per questo anno accademico: sono riconoscente a tutti e avr modo di esprimere i miei ringraziamenti in tempi successivi. Ritornando ora al contrasto che ho ricordato poco fa tra ottimismo, in gran parte di ispirazione tecnologica, e incertezza venata di pessimismo che permea il nostro Paese, non posso non ricordare quellaria di ottimismo, di voglia di fare e intraprendere nuove iniziative che ha caratterizzato lItalia, per un lungo periodo dopo la seconda guerra mondiale. Tempi lontani e difficili da far rivivere, forse, a meno che non ci sia una forte indicazione (centrale) di inversione di rotta e di massiccio investimento sul talento e sui giovani. Ora i processi di internazionalizzazione e globalizzazione diventano sempre pi pronunciati e penso che si possa dire che noi vi partecipiamo attivamente con contributi di idee e di proposte, ma 7

certamente le ricadute in termini economici e sociali nel nostro Paese sono decisamente inferiori a quello che sarebbe lecito attendersi. Nel continuo e sempre pi vivace confronto tra culture di origini diverse (e che trovano talora sintesi estremamente interessanti) sulla scena mondiale, la domanda che ora ci si pone riguarda il futuro della nostra cultura, della cultura Europea e in particolare di quella italiana. Come ci ricorda il nostro alumnus Gian Arturo Ferrari, Henry Kissinger tempo fa sentenzi che lEuropa non ha e non avr pi la forza di pensare a un proprio compito, di darsi un destino. Noi naturalmente dissentiamo dobbiamo vigorosamente dissentire da Henry Kissinger e far leva su quel tratto identitario fondamentale che la cultura: europea, italiana, dellUniversit di Pavia. Non solo e non tanto nel senso patrimoniale ed ereditario dice Ferrari - ma pi ancora per la sua plasticit, per la sua elasticit, per lampiezza e pienezza dei registri. Non tanto questione di pluralismo, termine tanto abusato da essere ormai vuoto, quanto di ricchezza: la cultura europea una grande orchestra, la pi grande orchestra, in attesa di compositori e di musiche degne di essere suonate. Pochi giorni fa, in occasione della lectio magistralis che ha tenuto nella nostra Universit per celebrare i 50 anni della Facolt di Economia, Claudius Gellert affermava che ci che caratterizza le Research Universities di maggior prestigio negli Stati Uniti non tanto legato a un professional training, bens a personality development o character formation. In queste indicazioni io trovo le tracce di una formazione che ha forti affinit con le radici della nostra cultura, nel senso profondo sopra ricordato, e tali tracce sono chiare ed evidenti nei nostri giovani migliori, che ormai svolgono la propria attivit professionale nelle pi prestigiose istituzioni straniere, a cominciare dalle quelle statunitensi. Questa la nostra ragion dessere e di presenza non marginale e non passiva sulla scena internazionale, chiarendo che tale considerazione riguarda in larga misura anche gli italiani tuttora affiliati a istituzioni e centri di ricerca in Italia. Il tratto identitario di maggior rilievo, il contributo pi forte al progresso della cultura nella sua ricchezza e complessit riguarda proprio la formazione negli anni cruciali pre e post laurea, prima di arrivare allo sbocco fortemente condizionato dalla situazione economica e sociale nei vari Paesi. Noi, come Ateneo, abbiamo una storia, ma anche un futuro nonostante tutto - ricco di progetti, di idee, di sogni che possono trovare un terreno ideale per realizzarsi, proprio perch abbiamo un patrimonio prezioso a cui attingere. Esso lo stimolo per continuare nel nostro impegno, nella piena consapevolezza che il nostro contributo al futuro dei giovani e del Paese, pu essere significativo anche oggi, anzi, forse ancor di pi oggi, nella complessit e nelle intersezioni delle culture, grazie al fatto che noi partiamo da posizioni consolidate nella storia. Quale sintesi del valore della nostra cultura - tuttaltro che priva di un compito e di un destino e della necessit di continuare la nostra mission, mi si affaccia alla mente una citazione tratta dal volume Parlo dunque sono del collega Andrea Moro: limmagine molto semplice e nitida di un albero, con radici, tronco, rami e foglie. Sono profondamente convinto che questa citazione si adatti perfettamente a rappresentare il valore della nostra cultura e e della sua funzione oggi e, pertanto, anche della nostra Universit. Lautore, E.B.White, descrive un albero di New York; siamo a met degli anni quaranta del secolo scorso, cio nella fase di transizione tra gli scempi della guerra e linizio della ricostruzione, con lo sguardo rivolto al futuro. Un isolato o due a ovest della nuova Citt delle persone nella Baia delle Tartarughe - una zona di Manhattan, dove sorge la sede delle Nazioni Unite - c un vecchio salice che presidia un giardino interno. un albero che ha sofferto molto e su di esso si sono arrampicati in tanti; tenuto insieme da corde, ma molto amato da chi lo conosce. In un certo senso simboleggia la 8

citt; la vita sotto le difficolt, la crescita contro ogni ragionevole aspettativa, lo scorrere della linfa in mezzo al cemento e la continua ricerca del sole. Tutte le volte che lo guardo oggi, e sento lombra fredda dei muri, penso: Questo deve essere salvato, proprio questa cosa qui, proprio questo albero. Se se ne dovesse andare, tutto se ne andrebbe, questa citt, questo dispettoso e meraviglioso monumento, non curarsi del quale equivarrebbe a uno spegnimento totale. Questo il messaggio che sintetizza leredit/mission che intendo lasciare a chi mi succeder nelle funzioni e nella responsabilit tremenda e bellissima (citando un caro collega che regge le sorti di una prestigiosa universit) di Rettore dellUniversit degli Studi di Pavia. E con questo messaggio, dichiaro oggi ufficialmente aperto lanno accademico 2012-2013, 652 dalla fondazione dello Studium Generale, 1188dal Capitolare di Lotario.

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