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cronache di laboratorio

sociologia

Lo scienziato lo disegno cos


C. Di Benedetto, F. Neresini, C. Boccato, L. Benacchio
dulti di mezza et, preferibilmente calvi e miopi, rigorosamente uomini, che indossano occhiali spessi come fondi di bottiglia e camici in cui ogni macchia narra un esperimento o unesplosione avvenuta in un laboratorio uguale a tanti altri, senza finestre, senza colleghi, senza riferimento alcuno al mondo esterno. un po questo lo stereotipo pi diffuso e condiviso per la figura di scienziato. Ma oggi ancora cos o qualcosa cambiato negli ultimi anni? Vediamo. Dagli anni Cinquanta in poi, da quando cio sono iniziati gli studi sulla rappresentazione sociale della figura di scienziato [1, 15], sembra proprio essere questa la rappresentazione che si radicata nellimmaginario dei pi giovani [2, 3, 4, 5, 6]. Come noto, limmaginario collettivo popolato di rappresentazioni, metafore, analogie e riferimenti di chiara matrice scientifica, un repertorio continuamente alimentato dalla science fiction e dalla divulgazione scientifica, coltivato dai mass media nellincessante scorrere delle loro sollecitazioni e consolidato, ma anche lentamente trasformato, nel corso dellinterazione quotidiana [7, 8]. Il DNA, per esempio, diventato una metafora di largo utilizzo per indicare una caratteristica intrinsecamente collegata allidentit, cosicch per dire che gli italiani sono un popolo portato allimprovvisazione si usa lespressione hanno larte di arrangiarsi nel loro DNA, oppure per sottolineare le potenzialit di una squadra di calcio si dice che ha la vittoria nel suo DNA e via di questo passo. Di converso, questo stesso immaginario offre le principali risorse di cui le persone si servono per interpretare le continue novit proposte sulla scena pubblica dagli

Lo stereotipo dello scienziato ormai immutabile o sta cambiando da qualche decennio a questa parte? E in quale misura i mezzi di comunicazione di massa influenzano limmaginario dei pi giovani? A queste domande ha provato a rispondere un gruppo di ricercatori padovani con uninchiesta svolta tra alunni della scuola primaria e secondaria di primo grado. Dai loro disegni spunta qualche novit
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sviluppi della ricerca scientifica e dellinnovazione tecnologica. Cos, per esempio, la metafora della fotocopia serve come criterio interpretativo della clonazione [14] mentre il piccolissimo sommergibile che viaggia nel corpo umano durante il film Viaggio allucinante offre immagini usate per parlare delle nanotecnologie [20]. Non c dubbio che bambini e ragazzi costituiscano i destinatari pi ricettivi e, allo stesso tempo, gli elaboratori pi diretti di tale repertorio: le nuove generazioni restituiscono senza troppe razionalizzazioni e dunque in modo nitido ci che limmaginario collettivo propone riguardo alla scienza e alla tecnologia. Per queste ragioni, analizzare come bambini e ragazzi rappresentano i protagonisti della scienza come potrebbero essere, per esempio, astronomi, fisici e chimici costituisce unopportunit particolarmente interessante per indagare sulle concezioni diffuse tra i pi giovani. Molte delle ricerche realizzate con lo scopo di descrivere e di analizzare le modalit prevalenti di rappresentazione degli scienziati fra bambini e ragazzi sono state condotte con la metodologia denominata Draw a Scientist Test (DST). In buona sostanza, si tratta di far disegnare liberamente una figura di scienziato, in genere senza ulteriori specificazioni, e di analizzare i disegni per ricavarne indicazioni sullimmagine pubblica degli scienziati. Nel corso degli anni le ricerche mediante DST si sono succedute sempre con lintento di indagare limmaginario collettivo dei pi giovani in termini generali oppure focalizzandosi su determinati aspetti, come la relazione tra rappresentazioni sociali ed esperienze scolastiche o status sociale della famiglia di provenienza (1)..

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Il metodo
Negli ultimi anni il gruppo di lavoro sulla didattica dellastronomia dellOsservatorio di Padova dellIstituto Nazionale di Astrofisica ha svolto varie iniziative con le scuole primarie e secondarie di ogni parte dItalia, arrivando a lavorare anche con centinaia di scuole in un anno scolastico. In questo periodo, sia per i contatti continui con gli insegnanti, molti e di varie regioni, sia per le numerose esperienze pregresse, e anche analizzando i lavori inviati da bambini/e e ragazzi/e (2), si fatto largo il sospetto che qualcosa fosse cambiato nella rappresentazione sociale di astronomo propria delle nuovissime generazioni. Per indagare su questo sospetto e descrivere le possibili nuove linee di tendenza, abbiamo deciso quindi di realizzare, in collaborazione con il Dipartimento di Sociologia dellUniversit di Padova, una ricerca che, affiancando al tradizionale DST la somministrazione di un questionario, potesse fornire utili indicazioni per analizzare la rappresentazione degli scienziati fra le giovani generazioni, cercando anche di capire quanto queste immagini siano riconducibili a quelle veicolate dai media.

Chimica ed esplosioni. Un legame ricorrente nelle rappresentazioni dei bambini (disegno di Andrea, 11 anni). La figura del chimico spesso accompagnata da simboli che indicano pericolo come teschi, croci, scritte Danger o Do not enter.

La ricerca si inserisce dunque nel filone di studi sulle rappresentazioni sociali con metodologia DST ma offre, rispetto alle analisi precedenti, vari elementi di novit. Innanzitutto la dimensione del campione con il quale abbiamo deciso di lavorare molto estesa: conta, infatti, 1.300 ragazzi che, nel corso dellanno scolastico 20072008, frequentavano la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado (3). Il campione composto in realt da tre sotto-campioni, differenziati in base allet: (a) alunni delle classi I, II e III della scuola primaria, (b) alunni delle classi IV e V, (c) ragazzi delle classi I, II e III della scuola secondaria di primo grado. In questo modo, i risultati della ricerca sono stati presi in esame anche mettendo a confronto diverse fasce di et. Le classi assegnate a ciascun sotto-campione sono state suddivise a loro volta in tre gruppi, chiedendo di disegnare uno scienziato, oppure un chimico o un astronomo (4), aggiungendo quindi, rispetto alle indagini tradizionali, la possibilit di comparare anche i profili di differenti protagonisti della ricerca scientifica. Si voleva cos rilevare se esistessero, ed eventualmente quali fossero, le differenze tra le caSAPERE - GIUGNO 2009 PAG. 29

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ratteristiche attribuite in generale agli scienziati e quelle di due categorie pi specifiche, per lappunto lastronomo e il chimico. Infine, oltre al DST, ogni alunno coinvolto ha compilato un breve questionario (con formulazioni differenziate a seconda dellet) che conteneva domande sulla provenienza socioculturale (per esempio la professione dei genitori), sulla familiarit con argomenti di tipo scientifico (giochi scientifici, utilizzo di laboratori didattici, visite a musei), sullinteresse nei loro confronti (le materie scolastiche preferite, la fruizione di programmi televisivi e la lettura di libri di divulgazione) (5).

Qualcosa sta cambiando?


Il primo risultato che salta agli occhi che le bambine dellultimissima generazione sembrano differenziarsi dalle ragazze pi grandi. Le bambine di prima, seconda e terza classe primaria, infatti, rappresentano con maggiore frequenza rispetto alle ragazze pi grandi donne scienziato, chimico o astronomo (vedi grafico a in colonna). Come si pu invece osservare (grafico c), la percezione che i ragazzi hanno delle figure che lavorano nella scienza sembra non subire alcun mutamento rilevante in relazione al genere nelle tre fasce di et: i maschi di tutte le classi continuano a rappresentare con una percentuale piuttosto costante scienziati, chimici e astronomi, che nel 90% circa dei casi sono uomini. Questo dato conferma il trend registrato in campo internazionale nel corso degli anni [9, 10]. Invece, la percentuale di donne rappresentate da donne cresce nelle ragazze pi giovani e non si rilevano differenze significative nelle tre diverse carriere scientifiche. Gi Matthews & Davies [9] notavano che in un campione di ragazzi dai 5 ai 14 anni, la percentuale di uomini scienziati rappresentati cresceva al crescere dellet, mentre tra i pi piccoli si riscontravano pi frequentemente rappresentazioni di donne scienziato. Difficile dire se, come auspicabile, si tratti di un vero e proprio mutamento generazionale o se piuttosto sia un effetto dettato dalle esperienze di vita, secondo il quale crescendo si rinforza nellimmaginario la percezione che lo scienziato sia prevalentemente uomo. A questo riguardo sembrano prevalere finora visioni non troppo ottimistiche; gi in Long et al. [11] si attri-

buiva la sottorappresentazione delle donne alla difficolt per le bambine di identificarsi nei media con personaggi femminili con un ruolo professionale della scienza: televisione, riviste e cinema (6) , infatti, descrivono i mestieri scientifici prevalentemente come maschili, contribuendo pertanto a rinsaldare uno stereotipo gi radicato nellimmaginario collettivo. Tuttavia i dati rilevati nel corso della nostra indagine sono piuttosto netti, misurando una differenza di quattordici punti percentuali nella rappresentazione di donne tra le ragazze di et diverse. Ci lascia aperta la prospettiva di un effettivo mutamento generazionale; tuttavia, solo unanalisi longitudinale, ovvero una ricerca simile ripetuta a distanza di anni, potrebbe fornire un buon termine di paragone e dare una risposta netta a questo interrogativo ancora aperto.

Tre immagini a confronto


I profili dellastronomo, del chimico e dello scienziato che emergono dalla nostra analisi sono piuttosto sfaccettati e sembrano tracciare innanzitutto una linea di demarcazione che separa chimico e scienziato da un lato e astronomo dallaltro. Infatti, in relazione alla maggior parte delle variabili analizzate, chimico e scienziato mostrano comportamenti e tratti simili. Scienziato e chimico portano spesso camice, badge e occhiali insieme a provette, microscopi o altri strumenti di laboratorio. Lastronomo invece, secondo le attese, tende a essere rappresentato con un telescopio mentre guarda le stelle (7). Ma fin qui nulla di particolarmente nuovo. invece guardando agli elementi pi complessi e articolati che si confermano i tratti distintivi delle tre figure (8). Nel caso degli astronomi ricorrono infatti con minore frequenza simboli dal chiaro riferimento fantascientifico: bacchette magiche, pozioni, macchine del tempo, ali volanti o fluidi anti-puzza si ritrovano molto pi frequentemente nelle rappresentazioni di scienziati (41%) e chimici (41,5%), mentre compaiono solo fra il 17,4% degli astronomi. Lo stesso accade per le esplosioni: gli astronomi rimandano a un universo simbolico di sicurezza, dove la ricerca scientifica in sintonia con la natura e non lascia spazio a mondi pericolosi e sconosciuti. Guardando ai dati, rileviamo che le esplo-

Genere dello scienziato rispetto al genere dellautore del disegno.


a
100% 80% 60% 40% 20% 0%
86% 8% 6% 34% 62% 4%

I, II e III classe scuola primaria

maschi

femmine

b
100% 80% 60% 40% 20% 0%

IV e V classe scuola primaria

88% 7% 5%

48% 50% 2%

maschi

femmine

Scuola secondaria di primo grado

100% 80% 60% 40% 20% 0%


92% 8% 52% 48%

maschi
maschi femmine

femmine
non specificato

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Nei disegni dei bambini lastronomo viene per lo pi rappresentato con un telescopio mentre guarda le stelle (in alto disegno di Marco, 12 anni). Lo scienziato e il chimico indossano spesso il camice, un badge e occhiali e appaiono circondati da provette, microscopi o altri strumenti di laboratorio come si vede nel disegno a fianco di Alessandro, 7 anni.

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Nelle rappresentazioni dei ragazzi l'iconografia degli scienziati ricca di elementi fantastici: bacchette magiche, pozioni, macchine del tempo, ali e fluidi antipuzza. In alcuni casi chiaro il richiamo agli eroi dei fumetti, come nel disegno accanto ispirato a Dragonball (sotto) (Anna, 10 anni).

sioni sono associate agli astronomi solo nell1% dei casi di classe primaria e addirittura in nessun caso nella scuola secondaria. Scienziati e chimici invece sono percepiti diversamente e associati allesplosione in misura pi consistente (7% nel caso di scienziati e 8% nel caso di chimici). Per quanto riguarda la percezione del pericolo, segnalata dal ricorso ai simboli del veleno, teschi, croci o scritte come Dan-

ger o Do not enter, questa risulta peculiarmente associata ai chimici e in seconda battuta agli scienziati, mentre sono veramente pochi i casi in cui riguardano gli astronomi (9). Sembra quasi che i ragazzi riconoscano in qualche modo il carattere prettamente osservativo della ricerca astronomica, mentre la chimica appare come unattivit di manipolazione che pu comportare qualche

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Laspetto disordinato dello scienziato un altro elemento ricorrente. I capelli scompigliati, gli abiti sporchi e laria confusa rispecchiano lo stereotipo dello scienziato pazzo (Pietro, 9 anni).

rischio. E il fatto che limmagine degli scienziati risulti accomunata a quella dei chimici, piuttosto che a quella degli astronomi, lascia intendere che il tratto della manipolazione potenzialmente pericolosa si estende fino a comprendere la scienza in senso lato. Anche il look delle tre figure professionali

conferma tale linea di distinzione. Lastronomo si presenta come uno di noi: nella maggior parte dei casi indossa abiti casual quotidiani, di stile neutro, nessun accessorio di riconoscimento particolare e, come gi evidenziato, gli unici elementi distintivi sono telescopio e stelle. Pochi sono gli astronomi fuori norma: nonostante sia ritratto spesso

In alcuni casi i ragazzi rappresentano scienziati, chimici e astronomi con un look alla moda: anche loro possono indossare abiti normali o addirittura al passo con le tendenze del momento, hanno scarpe da ginnastica Nike e magliette Dolce&Gabbana (Sofia, 12 anni).

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Tipi di look dello scienziato I, II e III classe scuola primaria

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60% 50% 40% 30% 20% 10% 0 neutro moda fuori norma professionale non pertinente scienziato 31,00% 12,70% 42,70% 12,70% 0,90% astronomo 54,00% 8,00% 30,70% 7,00% 0,70% chimico 33,30% 7,80% 38,00% 12,80% 7,80%

IV e V classe scuola primaria 50% 40% 30% 20% 10% 0 neutro moda scienziato 15,00% 8,60% 48,00% 28,00% 0,00% astronomo 46,00% 3,60% 27,30% 20,00% 2,90% chimico 13,70% 4,10% 47,00% 32,30% 2,70%

Lastronomo viene per lo pi rappresentato con un look neutro, mentre i chimici vengono associati pi facilmente allo stereotipo dello scienziato pazzo. Accanto a queste rappresentazioni compare anche quella dello scienziato professionale: camice in ordine oppure giacca e cravatta, occhiali, badge ben in vista. Unaltra modalit con cui i ragazzi rappresentano le tre figure, infine, quella di persone al passo con le mode del momento
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fuori norma professionale non pertinente

Scuola secondaria di primo grado 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0 neutro moda fuori norma professionale non pertinente scienziato 25,00% 3,80% 38,80% 32,50% 0,00% astronomo 57,50% 10,20% 7,90% 22,00% 2,40% chimico 21,50% 7,40% 35,00% 34,40% 1,80%

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Lastronomo appare ancora come colui che guarda il cielo pi per passione che per mestiere. E proprio in questo suo scrutare i misteri delluniverso, a volte, assume addirittura un aspetto di eroe romantico (Riccardo, 13 anni).

in contesti notturni, lastronomo mantiene nella maggior parte dei casi unimmagine poco tecnica, di chi guarda il cielo pi per passione che per mestiere. E proprio in questo suo scrutare i misteri delluniverso, a volte, assume addirittura un aspetto di eroe romantico. in linea con il suo look anche lambiente in cui rappresentato; lastronomo, infatti, quasi sempre allesterno, molto spesso in un giardino, una terrazza o affacciato a una finestra qualunque: uno spazio che, anche se allaperto, evoca maggiormente unatmosfera intima piuttosto che un luogo di lavoro. Nei disegni di scienziato, invece, molto pi diffuso il senso di disordine: capelli scompigliati, abiti sporchi, aria confusa di chi insegue un risultato senza ottenerlo. Questo stile fuori norma avvicina ovviamente scienziato e chimico allo stereotipo di scienziato pazzo, a quanto pare piuttosto diffuso ancor oggi. Accanto a questa rappresentazione, tuttavia, riscontriamo che i ragazzi tendono ad associare gli scienziati e i chimici a uno stile completamente diverso: un look professionale. Camice in ordine oppure giacca e cravatta, occhiali, badge ben in vista, lespressione seria, accessori e strumenti perfettamente a posto, come evidenziato nei grafici a pagina 34. Unaltra modalit con cui i ragazzi rappresentano le tre figure, infine, riguarda la moda. Registriamo elementi che riconducono alla moda del momento: nel caso di rappresentazione di donne, troviamo stivali e accessori, gonne corte e camici con lo spacco, mollette per i capelli che ricordano quelle diffuse negli stessi mesi tra le adolescenti. Anche nel caso di rappresentazione di uomini, rileviamo magliette in cui ben evidente la marca dello stilista oppure il nome di un gruppo musicale (10) . Si tratta di uno stile che, nel caso di ragazzi di scuola secondaria, principalmente associato agli astronomi, mentre nei disegni di ragazzi pi giovani si ritrova principalmente associato agli scienziati. Non si hanno a questo riguardo termini di paragone con altre ricerche, trattandosi di una variabile inserita per la prima volta nella griglia di analisi del contenuto dalla nostra indagine. Crediamo tuttavia che, anche dai risultati emersi su questo fronte, si evidenzi unimmagine dello scienziato che, per certi aspetti, si differenzia dalle precedenti. Se da un lato, infatti, alcuni stereotipi si mantengono ben saldi, daltra parte intravediamo una tendenza nuova, che

dipinge scienziati, chimici e astronomi come persone non poi cos distanti dal mondo reale: anche loro possono indossare degli abiti normali o addirittura al passo con le tendenze del momento, hanno scarpe da ginnastica Nike e magliette Dolce&Gabbana come molti di noi, sanno chi sono gli Iron Maiden e probabilmente ascoltano anche della musica, oltre a stare in laboratorio. Insomma, sembrerebbe aprirsi la possibilit di una progressiva affermazione di una visione della scienza meno staccata dalla vita quotidiana, che lascia uscire i ricercatori dal laboratorio concedendo loro una vita meno eccentrica. Si tratta tuttavia di un cambiamento appena accennato, rispetto al quale sar necessario ottenere ulteriori conferme. Vale anche la pena soffermarsi su alcuni simboli attesi che risultano invece quasi del tutto assenti dallapparato iconografico dei disegni. Una speciale menzione, a questo proposito, riguarda la rappresentazione grafica del modello del DNA, che compare solo in rarissimi casi. Ci aspettavamo che ricorresse con maggiore frequenza, specie se si considera la sua pervasiva presenza nei media, sia come elemento chiave della ricerca biologica, sia come elemento metaforico. Allo stesso modo, hanno una presenza poco significativa le formule e la lampadina, ovvero il simbolo per eccellenza legato allidea dellintuizione da cui derivano le scoperte. Poco presente rispetto alle aspettative anche il computer: vista la sua diffusione negli ambienti di lavoro e la sua funzione fondamentale anche nelle professioni di tipo scientifico, attendevamo di registrarne una presenza diffusa, quanto meno nei disegni di scienziati.

Scienza e mass-media
La scienza pu vantare una presenza consistente nel panorama dei media di grande diffusione: televisione e quotidiani, libri e riviste affrontano spesso argomenti scientifici [12]. Senza contare inoltre il fatto che la scienza compare come il principale ingrediente di molte vicende e di numerosi temi trattati ampiamente dai mass-media; gli esempi certo non mancano, come la vicenda della mucca pazza [13], il dibattito sulla fecondazione assistita e quello sulla clonazione [14], le discussioni sui cambiamenti climatici, sullenergia, tanto per citarne solo alcuni. Molti sono anche i contenitori mediatici per ragazzi che si occupano di scienza.
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La raffigurazione di una scienziata chiaramente ispirata ai serial televisivi di ambientazione ospedaliera (Valentina, 12 anni).

Se questo il quadro di riferimento, allora assume particolare rilievo cercare di capire se e in quale misura limmagine della scienza presentata dai media influenzi la rappresentazione che i pi giovani hanno degli scienziati. Per analizzare questo aspetto abbiamo da un lato rilevato la presenza nei disegni di elementi simbolici che evocano personaggi o format mediatici, dallaltro li abbiamo messi in relazione ai dati raccolti mediante i questionari. Tali dati, infatti, derivano da domande volte a indagare il consumo di contenuti scientifici non solo attraverso di massmedia ma anche attraverso videogiochi, visite a musei ed esposizioni. Nel complesso possiamo osservare che da un lato sono relativamente pochi i ragazzi che dichiarano di avere una qualche familiarit con la scienza, seppur mediata dalla stampa, dalla televisione o da eventi culturali a carattere divulgativo; daltro canto, sono pochi anche gli elementi dei disegni che richiamano fumetti, programmi televisivi o volti noti in vario modo riconducibili allimmaginario scientifico. Nelle prime tre classi di scuola primaria infatti, solo il 9,3% dei disegni mostra richiami a programmi televisivi, e, fra questi, solo pochi riguardano effettivamente programmi a contenuto scientifico o, almeno in minima parte, legati alla scienza (5 casi: Harry Potter; 4 casi: serial centrati sulla medicina; 2 casi: il fumetto Dragonball). Negli altri casi, quelli pi numerosi, i simboli utilizzati evocano personaggi di cartoni animati o serie televisive che nulla hanno a che vedere con la scienza, per esempio abiti che ricordano lo stile di Braz, Principesse Sirene o Winx nel caso di rappresentazioni femminili. Percentuali analoghe si possono riscontrare nelle classi IV e V: solo il 9,3% dei disegni (appena 43 casi) evoca immagini chiaramente riconducibili a programmi televisivi: 12 richiamano Harry Potter, 9 evocano serial come E.R., Greys Anatomy, Doctor House, 4 rimandano al cartoon Dragonball. Vengono poi citati altri programmi assolutamente estranei a contenuti scientifici come Ugly Betty, Braz, telefilm polizieschi. Nel campione di ragazzi di scuola secondaria, la presenza di riferimenti televisivi pi frequente, dal momento che si arriva al 16,7% (75 casi). Tuttavia anche questa volta sono pochi i casi in cui sono riconoscibili collegamenti con trasmissioni in cui la scienza o la sua versione fantascientifica co-

stituisce un elemento centrale. I pi citati sono i serial sulla medicina (12 casi), Harry Potter (6 casi) e di nuovo Dragonball (7 casi). chiaro che il basso consumo di contenuti scientifici attraverso i media spiega in parte la scarsa presenza nei disegni di immagini riconducibili allofferta mediatica. Eppure linsistenza con cui si parla di scienza in televisione o sulla stampa periodica - magari in forma romanzata, se non addirittura distorta, comunque decisamente lontana dalla routine del lavoro scientifico, molto spesso confondendone i contorni nella melassa informativa e simbolica con cui i media alimentano limmaginario collettivo avrebbe fatto pensare che i disegni di scienziati, chimici e astronomi si sarebbero caratterizzati per un maggior numero di riferimenti a questo ricco panorama. Harry Potter, per esempio, spesso pratica situazioni in cui sono presenti temi vicini alla scienza e allastronomia. Ci si attendeva dunque nelle rappresentazioni dei ragazzi una sua presenza molto pi massiccia, anche poich negli stessi mesi il personaggio dominava la scena al cinema e nelle librerie. Invece, per quanto non sia assente, non compare con percentuali significative nel campione di disegni. E lo stesso vale anche per gli altri programmi. Insomma limmaginario scientifico proposto dai media, specie quelli a pi larga diffusione come la televisione, sembra lasciare una traccia piuttosto labile sulle rappresentazioni sociali della scienza. Se poi spostiamo lattenzione dalla televisione ad altri media gli effetti risultano ancora meno evidenti: elementi e simboli peculiari di fumetti e giochi non trovano quasi mai eco nei disegni dei ragazzi, a eccezione di quei personaggi dei fumetti che trovano un corrispondente anche in televisione (per esempio Dragonball e Winx). Ma tra coloro che dichiarano il proprio interesse per la scienza, sebbene si tratti di una minoranza, possibile osservare unincidenza pi significativa dellimmaginario scientifico mediale? In generale gli effetti appaiono ancora piuttosto limitati; tuttavia, considerando lintero campione, senza quindi particolari distinzioni dovute allet, possiamo riscontrare due linee di tendenza. Da un lato possiamo notare che i ragazzi abituati a fruire di argomenti scientifici tendono a rappresentare pi degli altri determinati elementi fortemente attesi: per esempio si registra una maggiore ricorrenza di

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stelle e telescopi nei disegni di astronomi oppure una maggiore frequenza di camici e provette fra scienziati e chimici. Si tratta quindi di elementi piuttosto superficiali, immediatamente riconoscibili, ma che al tempo stesso non richiedono una rielaborazione propria e pi profonda dei concetti. La seconda tendenza riguarda invece proprio quegli elementi pi controversi, come lassociazione fra scienza e pericolo o levocazione del magico e di riferimenti alla fantascienza. Sembra, infatti, che i ragazzi pi abituati a guardare la scienza in televisione o a leggerla in riviste di divulgazione tendano pi degli altri a rappresentare gli scienziati attraverso il ricorso allimmaginario della fantascienza, o collegandoli a esplosioni e, in generale, al pericolo. Si tratta di un risultato che, in fondo, dovrebbe sorprenderci solo in parte, poich conferma il fatto che i media, per attirare il giovane pubblico verso la scienza, ricorrono spesso a strategie narrative e iconologiche nelle quali la realt si mischia alla pura fantasia (11). Nel panorama del consumo mediatico, solo i libri di divulgazione scientifica vanno nella direzione opposta (12) , contribuendo a formare nei giovani lettori una visione pi realistica della ricerca scientifica; televisione, videogiochi e riviste non riescono a trasmettere unimmagine della scienza aderente alleffettiva pratica della ricerca, quasi che il prezzo da pagare per ottenere lattenzione dei ragazzi sia necessariamente quello di fornire una versione caricaturale della scienza e del lavoro di ricerca.

I personaggi di alcune serie televisive di successo, come la protagonista di Greys Anatomy, influenzano limmaginario delle nuove generazioni.

NOTE (1) Rimandiamo a Finson [15] per una descrizione diacronica dettagliata degli studi in materia. (2) Ringraziamo Angela Turricchia del Settore Istruzione del Comune di Bologna per la preziosa collaborazione nel favorire i contatti tra Osservatorio astronomico e ragazzi di scuola primaria. (3) Le ricerche recenti in materia con Draw a Scientist Test ricorrono generalmente a campioni meno ampi, spesso perch al DST si affiancano metodologie qualitative che non consentono di essere applicate a grandi numeri. Tra le pubblicazioni pi recenti di studi su corpora molto estesi segnaliamo il contributo di Lori Adamns Chabay [16], il

quale studia circa 800 disegni di ragazzi dai 6 ai 12 anni. La nostra ricerca stata condotta su un corpus di 1.300 studenti appartenenti a 72 classi di scuole italiane. Ogni sub-campione composto da 24 classi, a otto delle quali stato chiesto di disegnare uno scienziato, a otto un chimico e a otto un astronomo. (4) La figura da rappresentare stata decisa a priori per lintera classe. Al docente spetta il compito di formulare la richiesta nel modo pi appropriato e neutro, secondo quanto stabilito con i ricercatori, senza influenzare i ragazzi. (5) La matrice dei dati risultata alla fine composta da 80 variabili, alcune derivanti dalle risposte fornite alle domande del questionario, altre sono state costruite mediante una codifica ex-post dellanalisi effettuata sui disegni seguendo la classica procedura di analisi del contenuto. A questo proposito si veda [17]. (6) Sulla rappresentazione di genere in ruoli scientifici nel cinema, si veda [18]. (7) Si rileva che gli astronomi raramente portano gli occhiali e, come atteso, sono rappresentati spesso con il telescopio o il cannocchiale. Questi dati confermano quanto gi riportato da Castelfranchi et al. [19] che evidenziano come gli strumenti degli scienziati sono in primo luogo, per i bambini, estensioni della vista. Di conseguenza, la presenza di uno di questi strumenti spesso esclude gli altri, come registrato nel nostro corpus di analisi. (8) interessante evidenziare che il sottocampione di studenti pi giovani rappresenta in maniera meno netta le differenze tra le tre figure professionali e tende quindi ad appiattire la descrizione degli astronomi su scienziati e chimici. Ad eccezione delle variabili stelle, pianeti e telescopio, presenti sempre in misura significativa anche nei disegni di ragazzi pi piccoli, le altre variabili invece risultano meno differenziate e rendono le tre figure pi vicine tra loro. (9) Nel solo sotto-campione di studenti di I, II e III classe primaria i dati mostrano una sostanziale equivalenza tra chimici e scienziati nellassociazione a simboli del pericolo. In tutti gli altri casi invece, si evidenzia la peculiarit della variabile in relazione alla figura professionale di chimico. (10) Lattribuzione del disegno alle categorie della variabile look ha tenuto conto di simboli e testi riconducibili alla volont del ragazzo. Si tratta di unoperazione che lascia
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piena discrezionalit al ricercatore: tuttavia, lapplicazione di un criterio coerente garantisce la qualit dellanalisi. In determinati casi stato necessario immedesimarsi nel ragazzo per poter valutare le sue intenzioni e decidere la modalit appropriata. Per esempio il disegno di scienziato, piuttosto mediocre e senza alcun elemento distintivo particolare, la cui maglietta riportava la scritta Iron Maiden stato attribuito alla modalit moda. Ci, infatti, stato interpretato come un segno, da parte dello studente, di rendere lo scienziato vicino al mondo reale, al passo con le mode musicali. (11) Il risultato conferma inoltre quanto gi evidenziato da Schibeci e Sorensen [4]. (12) Una leggera tendenza verso una rappresentazione un po pi realistica della scienza si rileva anche tra coloro che nel questionario indicano di preferire a scuola le materie scientifiche.

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Nel panorama del consumo mediatico, solo i libri di divulgazione scientifica contribuiscono a formare nei giovani lettori una visione pi realistica della ricerca. Televisione, videogiochi e riviste non riescono a trasmettere unimmagine della scienza aderente alleffettiva pratica della ricerca. Quasi che il prezzo da pagare per ottenere lattenzione dei ragazzi sia necessariamente quello di fornire una versione caricaturale della scienza e del lavoro di ricerca
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[8] TURNEY J., Frankensteins Footsteps. Science, Genetica and Popular Culture, Yale University Press, New Haven and London 1998. [9] MATTHEWS B., DAVIES D., Changing childrens images of scientists: can teachers make a difference?, School Science Review, 80, giugno 1999. [10] BULDU M., Young childrens perceptions of scientists: a preliminary study, Educational research, vol. 48, n. 1, marzo 2006, pp. 121-132. [11] LONG M., BOIARSKY G., THAYER G., Gender and racial counter-stereotypes in science education television: a content analysis, Public understanding of science, 10, 2001. [12] BAUER M. et al., Science and Technology in the British Press, 1946-1990, The Science Museum, London 1995. [13] BUCCHI M., Vino, alghe e mucche pazze: la rappresentazione televisiva delle situazioni a rischio, ERI/Rai, Roma 1999. [14] NERESINI F., And Man descended from the Sheep. The Public Debate on Cloning in the Italian Press, Public Understanding Of Science, 9, 2000, pp. 359-382. [15] FINSON K.D., Drawing a scientist: what we do and do not know after fifty years of drawings, School Science and Mathematics, v. 102, n. 7, novembre 2002, pp. 335-45. [16] ADAMNS CHABAY L., Myself as a researcher an analysis of childrens images of scientists, Veetenskap & Allmnhet, VA, October 2008. [17] TUZZI A., Lanalisi del contenuto. Introduzione ai metodi e alle tecniche di ricerca, Carocci, Roma 2003. [18] ELENA A., Skirts in the lab: Madame Curie and the image of the woman scientist in the feature film, Public Understanding of science, 6, 1997. [19] CASTELFRANCHI Y., MANZOLI F., CANNATA I., Levoluzione dellimmagine della scienza dallinfanzia alladolescenza, Report 2003, Octs - Observatory on Children, Teens and Science, SISSA. [20] NERLICH B., From Nautilus to Nanobo(a)ts: The Visual Construction of Nanoscience, Journal of Nanotechnologies online, 1, 2005, pp. 1-19.

Chiara Di Benedetto assegnista di ricerca allIstituto Nazionale di Astrofisica, Osservatorio di Padova. Federico Neresini docente di Sociologia della Scienza allUniversit di Padova. Caterina Boccato tecnologo allIstituto Nazionale di Astrofisica, Osservatorio di Padova. Leopoldo Benacchio ordinario astronomo all'Istituto Nazionale di Astrofisica e docente di Linguaggi e Fondamenti Concettuali dellAstronomia all'Universit di Padova.

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