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HIRAM

Rivista del Grande Oriente d’Italia


n. 4/2006
• EDITORIALE 3

La Massoneria nell’Era della Mondializzazione


Freemasonry in the Globalization Era
Gustavo Raffi

La questione laica nell’Italia di oggi


11
Paolo Prodi
La Massoneria e l’emancipazione degli ebrei
21
V. Paolo Gastaldi
The Body Snatcher. L’uomo e il corpo morto
55
Paolo Delaini
La “questione galiziana”: Massoneria e potere imperiale tra 1772 e 1790
63
Fabio Martelli
La dea Cibele, mito e complesso
73
Mario Bulletti

• SEGNALAZIONI EDITORIALI 103


• RECENSIONI 107

Errata corrige
In Hiram 3/2006, nell’articolo di O. La Pera “Del simbolismo dei numeri”, sono stati riscon-
trati alcuni errori di cui si riporta la versione corretta: 1) pag. 41, tetrade santa h w h y (Yod
He Vav He); 2) pag. 42, triang. BAE 1; 3) pag. 43, triang. BAE 8.
La redazione di scusa con l’Autore.
HIRAM, 4/2006
Direttore: Gustavo Raffi
Direttore Scientifico: Antonio Panaino
Condirettori: Antonio Panaino, Vinicio Serino
Vicedirettore: Francesco Licchiello
Direttore Responsabile: Giovanni Lani
Comitato Direttivo: Gustavo Raffi, Antonio Panaino, Morris Ghezzi, Giuseppe Schiavone, Vinicio Serino, Claudio Bon-
vecchio, Gianfranco De Santis

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EDITORIALE
La Massoneria nell’Era della Mondializzazione*
di Gustavo Raffi
Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia

Questo intervento è stato presentato alla Conferenza Mondiale delle Gran Logge
Regolari (Parigi, 28-30 novembre 2006).

Venerabilissimi Gran Maestri to, ma egli ha il diritto di trovare un luogo


Fratelli Carissimi, di riflessione critica, di spiritualità proposi-
tiva, insomma una sorta di laboratorio di
uesta ottava Conferenza Mon- idee, mosso da un’incessante aspirazione
diale delle Gran Logge Rego- verso la ricerca della verità.
lari si apre in uno scenario Per queste ragioni, le quattro questioni
mondiale assai sconfortante. Le stesse poste dal Gran Maestro Foellner non devo-
parole, premesse dal Venerabilissimo Gran no restare inevase, poiché non pongono
Maestro Jean-Charles Foellner al documen- quesiti di circostanza, che possono essere
to di presentazione a questa importantissi- superati come in un catechismo, con una
ma manifestazione, sono nella loro essen- risposta imparata a memoria. Tali questioni
zialità assolutamente chiare in proposito. sono vitali per l’identità della Libera Mura-
Da esse si evince senza ombra di dubbio toria e per la sua storia futura. Di fatto, il
che le nostre comunioni esoteriche non pos- Venerabilissimo Fr∴ Foellner, come un
sono trovarsi prive di strumenti concettuali rigoroso guardiano del Tempio, ci sta chie-
adeguati alle angosce della post-modernità, dendo di palesare il cammino che stiamo
né possono trincerarsi dietro i paramenti e seguendo, per capire se esso porta verso la
la solennità dei riti. Chi bussa ai nostri Tem- luce o da qualche altra parte.
pli non può aspettarsi risposte sicure su tut- “Quale compito e quale avvenire per la
ti i temi che lo agitano, altrimenti ci sarem- Massoneria tradizionale?” egli ci chiede.
mo trasformati in una religione o in un par- Nella continuità della tradizione, noi siamo
tito politico, e questo non è il nostro compi- chiamati a ribadire la centralità della laicità

* The editorial staff decided not to accompany the present contribution with its short abstract as the
same is fully presented in the English version in the next pages.
•4•
EDITORIALE

nella società contemporanea, una laicità che un contenitore incomprensibile o sterile,


non si sostituisce alle religioni e che non oppure, e questo sarebbe peggio, invischia-
sacralizza la politica, ma che difende la ta in interessi molto profani, sebbene
priorità dell’essere umano ammantati di sacertà esoterica.
come soggetto e non come In un mondo come quello
oggetto della storia. Ingiusti- sempre più globale, la comu-
zie e violenze scandiscono le nicazione è fondamentale,
pagine dei nostri quotidiani, così come risulta indispensa-
lasciando le nostre comunità bile una corretta informazio-
nello sconcerto, e come scri- ne. Una Massoneria viva e
ve il Fr∴ Foellner, con dub- feconda, che agita idee e che
bi sempre più profondi sul propone valori di pace e di tol-
senso del loro destino. La leranza, che si offre come luo-
Massoneria, allora, ritorna go di incontro interculturale e
ad essere luogo spirituale multiculturale non omologato
dove si coltivano speranze a nessuna istituzione profana,
all’insegna del dialogo e del ha il dovere di parlare alla
libero confronto tra uomini gente, spiegando le proprie
dotati di saggezza, ma anche finalità, i propri compiti ideali
di coraggio, soprattutto il e concreti, insomma, senza
coraggio di essere interpreti fare basso proselitismo, di
delle ansie e delle angosce essere testimone attivo della
presenti. A questo proposito, identità di cui è erede e testi-
vorrei ricordare che la ritualità massonica è mone. L’esperienza italiana degli ultimi
uno strumento straordinario per preparare lo anni mostra che una Libera Muratoria capa-
spirito e la mente dei nostri Fratelli, che ce di essere centro di discussione e di rifles-
esaltano il loro lavoro sulla pietra grezza sione sui temi più importanti, posti anche
attraverso l’intelletto e la riflessione, predi- dal nostro carissimo Fr∴ Foellner, non solo
sponendo così la creazione di un contesto acquisisce stima e considerazione generale,
favorevole al germogliare di nuove idee e di ma allontana gran parte dei ben noti fumi
una più viva partecipazione alla vita della persecutori, tradizionalmente radicati nel-
collettività. l’antimassonismo antidemocratico, illibera-
le e antimodernista pur diffuso anche in
“Come promuovere i suoi (ossia della Europa.
Massoneria) fondamenti ed i suoi valori?”
La questione non è di poco conto. La Mas- “Come meglio affermare il proprio ruo-
soneria non può essere ripiegata su se stes- lo in una società in crisi?”
sa e sulle sue dinamiche interne, come un Non ci sono ricette facili. Posto che il
corpo estraneo alla società civile, altrimen- lavoro esoterico e di formazione spirituale
ti rischia di ritrovarsi marginalizzata come dei Fratelli resta l’abc fondamentale ed ina-
•5•
La Massoneria nell’Era della Mondializzazione, G. Raffi

lienabile, ci sentiamo di sottolineare il ruo- Oggi che la modernità è in crisi, a noi


lo educativo della Massoneria, come uno tocca riprendere con rinnovato vigore un
dei grandi strumenti di formazione del cit- ruolo spirituale e formativo, che, talvolta, si
tadino laico nella moderna è stemperato. La Massone-
società civile. La grandezza ria afferma il suo ruolo
storica della Massoneria si è solo e soltanto se la
misurata nella capacità di coscienza di tale ruolo sto-
attrarre gli spiriti più liberi e rico le è chiara. La crisi
critici, coloro che non si della modernità – per alcu-
accontentavano di risposte ni storici si tratterebbe
scontate o di una facile orto- addirittura di sua fine e di
dossia, qualunque essa fosse, sua trasformazione in
ma che sentivano emerg e r e un’epoca ormai altra – non
dentro di sé un’ansia di ha potuto che comportare
incontro e di conoscenza. una crisi della stessa
Mentre i diversi fondamenta- Muratoria. Per questo,
lismi attuali propongono pac- ogni Obbedienza libero-
chetti chiusi di sopravviven- muratoria si trova chiama-
za, kit preconfezionati di veri- ta, sulla base della realtà in
tà inamovibili, in nome delle cui opera, a rispondere con
quali negare addirittura digni- lungimiranza alle angosce
tà a chi appare diverso, la ed alle ansie del vivere
nostra Comunione mette insieme uomini odierno, ben sapendo che è proprio intorno
differenti, non solo per censo e religione, alla promozione di quelle idee di laicità,
ma soprattutto per idee, formazione, pur tut- democrazia, difesa dei diritti umani e della
tavia tutti uniti dal comune desiderio di cer- giustizia, che essa gioca il suo futuro.
care proprio tale diversità nell’altro come
occasione indispensabile di crescita, di con- Infine, si chiedeva il Fr∴ Foellner:
fronto, di superamento delle distanze. La “Quale messaggio di speranza trasmettere
Libera Muratoria ha di fatto gettato le fon- ai nostri contemporanei?” Innanzitutto,
damenta per la nascita della modernità, devo ringraziare il Venerabilissimo Fr∴
insegnando agli uomini, durante il secolo Foellner per aver usato la parola “speranza”
dei Lumi, ad essere cittadini creativi e e non perché, secondo un antico adagio,
costruttori di diritti e princípi di eguaglian- essa sia l’ultima a morire. Molti denigratori
za e progresso. Il nostro parlamentarismo, della Massoneria affermano che la nostra
l’associazionismo, le stesse categorie fon- Istituzione sarebbe la fucina del relativismo,
danti del parlamentarismo europeo e ameri- ovviamente di un relativismo cinico. Il fat-
cano, traggono indiscusse radici nella espe- to che, in questa Conferenza, la speranza sia
rienza maturata grazie alla sociabilità mas- a rgomento laico di riflessione e di progetta-
sonica. zione mostra che noi non siamo affatto rela-
•6•
EDITORIALE

tivisti nel senso che spesso si vuol far cre- restare nell’errore. Ugualmente, sappiamo
dere. Anzi, come più volte ho sottolineato, che molte delle nostre conoscenze di oggi si
se relativismo è l’opposto di assolutismo, riveleranno inadeguate domani. Tra l’atto di
noi certamente non amiamo puntare il cannocchiale di Galileo
l’Ancien Régime, che altri han- verso i satelliti di Giove, traen-
no storicamente difeso con le done le dovute conseguenze, ed
sue ineguaglianze e le sue agitare le chiavi di una prigione
ingiustizie e che vorrebbero ora come minaccia contro coloro
restaurare addossando tutte le che dubitano e si interrogano, il
colpe della società contempo- relativismo non sta certo dalla
ranea all’Illuminismo e al pen- parte di Galileo e di tutti coloro
siero democratico e critico. Ma che lo hanno seguito nel corso
vorrei dire di più. Attento alla dei secoli. La nostra fede laica è
lezione della filosofia del XX aperta alla conoscenza ed alle
secolo, affermo che sono relati- sfide della post-modernità.
visti proprio coloro che rifiuta- Come i nostri antenati, guardia-
no la sfida posta dalla società mo con cannocchiali sempre più
aperta, che credono di poter adeguati e ci interroghiamo su
sempre e comunque disporre di quel che vediamo, anche quando
una conoscenza superiore, fissa non ci piace o ci costringe a
e inamovibile, inattaccabile e cambiare e diventare così un po’
indisponibile ad essere sottopo- più saggi e meno intolleranti.
sta al principio di falsificabilità. Questo è per noi il lavoro sulla
Questi nemici del relativismo, in verità, pietra grezza. Questo è il messaggio secola-
sono i più grandi relativisti esistenti, giac- re, tradizionale ed allo stesso tempo inno-
ché il loro pensiero è incapace di uscire dal- vativo della Libera Muratoria universale,
la cornice in cui sono inseriti, non riescono una comunione che lavora sotto un cielo
neanche ad immaginare le ragioni dell’altro stellato perché nessun lavoro umano potrà
e soprattutto si rifiutano di guardare alla conchiudere definitivamente la volta del
storia ed ai suoi cambiamenti. Quando noi Tempio celeste, anche se si potrà imparare
veniamo smentiti, ed altri ci mostrano che ad apprezzarne e comprenderne una parte
una nostra supposta verità è oggi superata, sempre più grande e complessa. Questa,
noi siamo lieti di abbandonarla, per non Fratelli carissimi, è la nostra speranza.
Freemasonry in the Globalization Era
by the Most Worshipful Brother Gustavo Raffi
Grand Master
of the Grande Oriente d’Italia
Palazzo Giustiniani

Most Worshipful Grand Masters: For these reasons, the four questions
Dear Brethren, asked by the Most Worshipful Grand Master
Foellner must not be left unanswered, for
his 8th World Conference of the they do not ask general questions that can be
Regular Grand Lodges opens in answered like a catechism answer learned
an extremely discouraging by heart. These questions are vital for the
world scenario. The speech given by the identity of Freemasonry and its future. In
Most Worshipful Grand Master Jean- fact, the Most Worshipful Brother Foellner,
Charles Foellner to present this very impor- as a strict guardian of the Temple, is asking
tant event is essential and absolutely clear us to disclose the path we are following, to
about this. Without any doubt, he declares understand whether it takes us towards the
that our esoteric communions cannot be light or to another direction.
without appropriate conceptual tools to face “What will be the task and future of tra-
the anxieties of post-modernity, nor can be ditional Freemasonry?” – He asks us. In the
defended behind the ornaments and solem- continuity of tradition, we are called to con-
nity of our rituals. Any individuals knock- firm the centrality of laicity in contempo-
ing at our Temple doors cannot expect defi- rary society. This laicity does not take the
nite replies on all themes that trouble them, place of religions or sacralizes politics, but
otherwise we would become a religion or a it defends the priority of human beings as
political party. This is not our task, but those subjects, not objects, of history. Injustice
individuals have the right to find a place for and violence characterize the pages of our
critical considerations, resourceful spiritu- daily newspapers, and upset our communi-
ality, in short a sort of “think tank” support- ties; as Brother Foellner says, our societies
ed by a continuous aspiration towards the have ever-increasing doubts on the meaning
search for truth. of our destiny. Therefore, Freemasonry is
•8•
EDITORIALE

again a spiritual place, where hope is fos- In other words, avoiding any proselytism,
tered, based on dialogue and free exchange Freemasonry has to be active and testify to
of ideas between wise but also courageous the identity Freemasonry has inherited and
people; above all the courage of being inter- witnesses. The Italian experience over the
preters of present anxi- last few years shows
eties and fears. With that, when Freemasonry
regard to this, Freemason- is able to play a crucial
ry rituals are extraordi- role in the discussion
nary ways to prepare the and thinking on the
spirit and mind of our most important themes,
Brethren, who enhance as proposed also by our
their work on rough stone dear Brother Foellner,
through intellect and Freemasonry does not
thinking, thereby prepar- only acquire esteem and
ing the creation of a general consideration,
favourable context for but it also remove most
germination of new ideas of the well-known per-
and more active participa- secutory fog, which is
tion in social life. traditionally rooted in
“How can we promote antidemocratic, illiberal,
Freemasonry foundations and its values?” anti-modernist and anti-Freemasonry move-
This question is not a trivial one. ments diffused even in Europe.
Freemasonry cannot be folded back on “How can we assert Freemasonry’s role
itself and on its internal dynamics like a for- in a society affected by a crisis?”
eign body in civil society, otherwise it risks There are no easy solutions. Assuming
being marginalized like an incomprehensi- that the esoteric and spiritual training work
ble or sterile container, or – and this would for our Brothers remains the fundamental
be even worse – getting involved in very and inalienable root, the education role
profane interests, although they are cloaked played by Freemasonry should be high-
in esoteric sacredness. In an increasingly lighted as a great training tool for laic citi-
globalized world, communication is cru- zenship in modern civil society. The histor-
cial, and proper information is indispensa- ical greatness of Freemasonry is measured
ble. Living and fertile Freemasonry germi- by the ability of attracting the most free and
nates ideas and proposes peace and tole- critical spirits who are not content with
rance values, is ready to be an intercultural foregone replies, or whichever easy ortho-
and multicultural meeting place that is not doxy, but those who feel a strong need for
homologated to any profane institution, and meeting the others and enhancing their
has to speak to people to explain its reasons knowledge. Whilst the various present fun-
for being, and its ideal and concrete tasks. damentalisms propose closed survival solu-
•9•
Freemasonry in the Globalization Era, G. Raffi

tions, sort of pre-packed kits of immovable Therefore, every Freemasonry Jurisdic-


truth in the name of which they even deny tion is called – on the basis of its specific
the dignity of individuals who appear as context – to give a foresighted reply to the
diverse to them, our Communion brings fears and anxieties of daily life, knowing
together different indi- that its future is based
viduals, not only based upon the promotion of the
on their wealth or reli- ideas of laicity, democra-
gion, but mostly on cy, protection of human
their ideas and educa- rights and justice.
tion. However, they are Finally, Brother Foell-
all united by the com- ner asked: “What kind of
mon desire to search for hopeful message can we
this diversity in other pass to our contempo-
people, as an indispen- raries?” First of all, let me
sable opportunity for thank the Most Worship-
growth, exchange of ful Grand Master Foellner
ideas and removal of for having used the idea
barriers. In fact, through of “hope”, not just
Enlightenment, Freema- because hope springs
sonry has laid the founda- eternal in the human breast.
tions for the birth of modernity, teaching Many Freemasonry denigrators say that our
people how to be creative citizens and Institution would be the forge of relativism,
builders of rights and principles of equality obviously cynical relativism. At this Con-
and progress. Our parliamentarianism, asso- ference, the fact that hope is a laic subject
ciationism, and even the founding princi- for thinking and planning shows that we are
ples of European and American parliamen- not at all relativists with the negative mean-
tarianism find their unquestionable roots in ing often associated to that. On the contrary
the experience developed through Freema- – as I have often stressed – if relativism is
sonry sociability. the opposite of absolutism, we certainly do
Now that we experience the crisis of not like the “Ancien Régime” that others
modernity, we must play a new and vigor- have historically supported with its inequal-
ous spiritual and educational role, which ities and injustice; and now they would like
has sometimes weakened. Freemasonry can to restore the same regime by placing the
maintain its role only when the awareness blame of contemporary society on Enlight-
of its historical role is clear. enment and democratic and critical thought.
The crisis of modernity – some histori- I would like to add more. Considering the
ans state that modernity is ending, and is lessons of 20th century philosophy, I say that
now turning into another era – has also relativists are those who refuse the chal-
brought about a crisis in Freemasonry. lenge of open society, those who believe
• 10 •
EDITORIALE

that they will always have superior, fixed, tainly not on the side of Galileo and all
immovable and unquestionable knowledge, those who have followed him over the cen-
which cannot be subjected to the principle turies. Our laic faith is open to the aware-
of falsification. In reality, ness and challenges of
these enemies of relativism post-modernity. Like our
are the main existing rela- forefathers, we look with
tivists, inasmuch as their our increasingly appro-
thought cannot leave its priate telescopes, and we
unchangeable framework; question ourselves on
they cannot even imagine what we see, even when
other people’s reasons, and we do not like it, or
above all they refuse to look when we are forced to
at history and its changes. change and become a lit-
When we are disclaimed tle wiser and less intoler-
and others show us that our ant. For us, this is work-
supposed truth is now obso- ing on rough stone. This
lete, we are pleased to leave is the traditional secular,
it, and avoid being trapped and at the same innova-
in any mistakes. Equally, tive, message of univer-
we know that much of our sal Freemasonry: a com-
current knowledge will be inadequate in the munion working under a starry sky, because
future. Between Galileo pointing his tele- no human work can definitely complete the
scope to Jupiter satellites, therefore drawing vault of the celestial Temple, even if an
his conclusions, and waving the keys of a increasingly greater and complex part can
prison as a threat against those who doubt be understood and appreciated.
and question themselves, relativism is cer- This, dear Brethren, is our hope.
La questione laica nell’Italia di oggi*
di Paolo Prodi
Università di Bologna

The Author starts from the thesis that the roots of Europe are not only to be found
into the influence of Christianity, of Humanism or of the age of Enlightenment, but
also in the assertion of laity as a dualism between the field of politics and of sacer,
coming from the millennial conflicts and tensions between Church and State.
The Author proposes a speech about laity to one of the most important association
and producer of Ethics in the Western world: if Freemasonry will contribute to
mantain the dualism with power repelling its sacredness and producing rules
which represent a standpoint for individual consciences, it will be really important
also in the new contemporary time.

e io fossi un capo di governo ed una pausa è necessaria perché la confu-


dotato di quel potere forte che sione sugli stessi termini ha raggiunto il
oggi, come sappiamo, non c’è, massimo. Lo stesso concetto di “laico, lai-
imporrei una moratoria obbligatoria sulla cità” con i suoi contrari (clericalismo? pra-
discussione intorno ad alcuni termini come tica religiosa?) non è soltanto ambiguo ma
laicità, radici della civiltà europea e simili. decisamente polivalente ed esigerebbe un
C’è bisogno di una pausa, siamo in assoluta lungo discorso preliminare per chiarire di
overdose. Troppo ci si è occupati di queste che cosa si stia parlando1. Ma questa di oggi
tematiche sia in televisione che sui giornali, mi sembra una buona sede e un’ottima

* Relazione presentata a Roma, Villa Il Vascello (Grande Oriente d’Italia), 15 settembre 2006.
1 F. Mill Colorni elenca ben nove significati diversi della parola “laico” nel linguaggio politico ita-
liano: Laicismo e definizioni in “Critica liberale” vol. VIII n. 67 (gennaio 2001). Non posso essere d’accor-
do sulla definizione di “laicità” come atteggiamento intellettuale caratterizzato dalla libertà di coscienza,
intesa quale libertà di conoscenza, credenza, critica e autocritica, definizione che è stata recentemente posta
alla base di una raccolta di saggi: Laicità. Una geografia delle nostre radici, a cura di G. Boniolo, Torino,
Einaudi 2006. Questa definizione risulta da una parte troppo astratta e onnicomprensiva (chi non la sotto-
scriverebbe?) e dall’altra non considera il problema storico del “potere”: ciò finisce per proporre uno sche-
• 12 •

occasione per un confronto chiaro e utile. Cercherò di parlare soltanto come storico
Perché questo avvenga occorre però che con tutti i limiti del mio mestiere e aborren-
ognuno di noi precisi do da ogni teorizza-
sin dall’inizio chi è e zione perché per noi
che tesi sostiene. ciò che è importante
Personalmente cre- è soltanto la com-
do di affrontare un prensione della realtà
ulteriore grave rischio nella sua complessità
di fraintendimento e nel suo divenire.
dato il mio cognome La tesi da cui parto è
e la catalogazione di che la radice della
appartenenza. Invite- civiltà europea non
rei quindi in primo sta tanto nei singoli
luogo tutti i parteci- apporti dati dal cri-
panti a sbarazzarsi di stianesimo, dall’u-
queste rappresenta- manesimo, dall’illu-
zioni: io almeno non minismo, ma nell’af-
mi riconosco come fermazione della lai-
attore in nessuna delle cità come dualismo
scene che vengono tra la sfera del sacro
rappresentate dalle e quella della politi-
varie parti che le gesti- ca, dualismo frutto di
scono: credo anche che queste contrapposi- una millenaria evoluzione e di tensioni e
zioni artificiali e strumentali siano di per sé conflitti istituzionali tra Chiesa e Stato. Il
una delle radici della confusione. Non sono cammino della laicità è quindi quello della
poi particolarmente competente sul caso ita- de-magificazione del mondo e della politi-
liano in primo luogo perché non credo in ca, indicato già da Max Weber con un’intui-
fondo che esista un “caso italiano” separato zione che si è venuta articolando e arric-
dal quadro generale dell’Occidente, anche chendo negli ultimi decenni. Una de-magi-
se naturalmente la presenza della sede del ficazione che però implica non l’espulsione
papato a Roma ha posto problemi particola- del sacro ma la sua presenza come “altro”
ri in rapporto all’unificazione nazionale e rispetto al potere.
ne pone tuttora di diversi nell’età della glo- Per affrontare storicamente il concetto di
balizzazione. laicità come dualismo e tensione permanen-

ma casuistico di nuovo tipo con applicazione a tutti i settori del comportamento umano (politica, diritto,
ricerca scientifica, istruzione etc.); questo “atteggiamento intellettuale” può al massimo esaltare la libertà di
coscienza e il libero pensiero, quali strumenti che attenuano la brutale logica del potere (ibidem, p. 93, dal
saggio di M. Bertolissi e U. Vincenti, Laicità e diritto).
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La questione laica nell’Italia di oggi, P. Prodi

te tra la sfera del sacro e quella della politi- potere ha potuto permettere non soltanto la
ca, come fondamento della civiltà occiden- crescita di un dualismo istituzionale, di una
tale, si dovrebbero ana- tensione dialettica tra Sta-
lizzare due processi di to e Chiesa che ha pro-
lungo periodo, quello dotto (nonostante ogni
di secolarizzazione e ricorrente e persistente
quello di modernità. tentazione integralista)
Qui ovviamente ci si la laicizzazione della
deve limitare ad alcu- politica, ma anche lo
ni accenni soltanto. sviluppo di un doppio
piano di norme concor-
Secolarizzazione. Il
cammino è quello di renti, le norme morali e
presentare, partendo le norme positive, e di
da un accenno alla due diverse sedi di giu-
radice ebraico-cristia- dizio sulle azioni degli
na del dualismo, la uomini: come peccato o
storia dell’Occidente come reato, come disob-
non come una lotta tra bedienza alla legge
la Chiesa e lo Stato morale e come disobbe-
con un processo lineare e continuo a senso dienza alla legge positiva
unico che porta alla secolarizzazione gra- dello stato. La conclusione è che noi ora
duale, ma come un processo in due direzio- siamo forse alla fine della “città” e dello
ni: il dualismo è frutto di una tensione con- Stato di diritto nella misura in cui questo
tinua verso un monopolio del potere con un dualismo di norme sta venendo meno e nel-
processo di osmosi nel quale la tendenza la coscienza collettiva si perde il senso del-
della Chiesa ad impadronirsi del potere la differenza tra il peccato e il reato.
politico e la tendenza della politica a sacra- Il processo di modernizzazione del dirit-
lizzarsi costituiscono un continuum in cui to, processo che si era concluso con la sta-
nessuna delle due forze è riuscita a prevale- tizzazione e la positivizzazione delle norme,
re2. La tesi di partenza delle mie riflessioni con l’età delle costituzioni e dei codici, ave-
è che la città occidentale (nei suoi sviluppi va posto fine al pluralismo degli ordina-
sino allo Stato di diritto) si è potuta svilup- menti giuridici medievali ma il dualismo
pare perché e nella misura in cui la distin- non è scomparso: negli ultimi due secoli
zione tra la sfera del sacro e la sfera del sino ai nostri giorni esso ha continuato a

2 Sul concetto di secolarizzazione, in Le secolarizzazioni nel Sacro Romano Impero e negli antichi
Stati italiani, a cura di C. Donati e H. Flachenecker, Bologna-Berlino, Il Mulino-Duncker und Humblot
2005, pp. 321-337.
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svilupparsi spostandosi tra la sfera del dirit- tutto, egli scriveva, si assiste al suo suicidio:
to positivo (civile o ecclesiastico) e la sfera Il diritto è indispensabile per la vita della
della coscienza e permet- società, ma il rifugio asso -
tendo così la espansione luto nel diritto è mortale
della città nel moderno per la negazione del calo -
Stato di diritto. re, dell’elasticità, della
La norma positiva, fluttuazione delle relazio -
statale o meta-statale ni umane che sono indi -
(nella crisi della sovrani- spensabili affinché un
tà statale comprendo in corpo sociale, quale che
questa categoria anche le sia la sua dimensione,
norme derivanti da auto- possa vivere e non solo
rità meta-statali come le funzionare [ . . . ] Un ecces -
direttive di Bruxelles o so di diritto e di rivendi -
altro) tende infatti ora a cazioni giuridiche sfocia
definire ogni aspetto del- in una situazione nella
la vita sociale occupando quale al termine il diritto
ogni giorno sempre di stesso diventa inesistente.
più i territori che sino alla Il processo di secolarizza-
nostra generazione erano regolati da altri zione, nella politica come nel diritto, non è
tipi di norme; dai rapporti sessuali a quelli un processo a senso unico, ma frutto di una
famigliari, dal gioco alla scuola, ai grandi tensione continua che non annulla il sacro
temi della morte e della vita. Sotto la pres- ma lo pone come polo “altro” rispetto alla
sione dei problemi posti dalla società com- sfera dell’universo fisico e sociale. Ciò non
plessa, dalle nuove tecnologie, dall’am- toglie che ciascuno dei due poli abbia teso e
biente, dalle manipolazioni genetiche stia- tenda continuamente a impadronirsi della
mo entrando in un mondo in cui il diritto sfera dell’altro: le Chiese, sia quella cattoli-
positivo tende a invadere ogni aspetto della ca che quelle territoriali nate dalla Riforma,
vita occupando sempre di più territori che ritentano continuamente di imporre una
sino a poco tempo fa erano sottoposti ad visione sacrale del potere; dall’altra parte lo
altre sovranità, ad altri poteri: il diritto ten- Stato moderno ha portato alla teologizza-
de ad essere – come prevedeva già trent’an- zione della politica e all’assimilazione da
ni fa Jacques Ellul – omnicomprensivo e parte del potere politico dello Stato del ruo-
onnipresente, a normare ogni aspetto della lo precedentemente esercitato dalle chiese.
vita sociale arrivando a togliere alla società La fondazione della “religione civica” ne
il respiro tra mondo interno ed esterno sen- costituisce lo sbocco, nelle sue due versioni
za il quale essa viene irrigidita e appiattita dall’unico ceppo di Rousseau: quella totali-
in una sola dimensione. Proprio nel taria che si sviluppa come religione politica
momento in cui il diritto sembra trionfare su e trova il suo sbocco più estremo nel nazi-
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La questione laica nell’Italia di oggi, P. Prodi

smo e quella che si sviluppa nei paesi libe- tà soltanto nei termini tradizionali dei rap-
ral-democratici, innestata nei concetti di porti tra Chiesa e Stato sembra inutile e for-
nazione e patria e nella proclamazione dei se fuorviante nel momento in cui i poteri
diritti umani universali. tradizionali si sono de-localizzati e hanno
In sostanza, per assunto nuove forme.
farmi capire, vorrei Per questo il discorso
rifarmi alla parabo- sulla modernità diven-
la evangelica della ta centrale.
cacciata dei demo-
ni (Matteo 12,43- Modernità. La mia
45): Quando lo tesi è molto semplice:
spirito immondo non esiste nel nostro
esce da un uomo, linguaggio una sola
se ne va per luoghi modernità, ma ne esi-
aridi cercando sol - stono almeno due.
lievo ma non ne Una modernità storica
trova. Allora dice: che coincide con
“Ritornerò alla un’età moderna e una
mia abitazione”, da modernità intesa nel
cui sono uscito. E tornato la trova vuota, linguaggio volgare e quotidiano come attua-
spazzata e adorna. Allora va, si prende set - lità. Credo che la confusione che esiste tra i
te altri spiriti peggiori ed entra a prendervi due diversi concetti di modernità si riper-
dimora; e la nuova condizione di quell’uo - cuota molto fortemente sugli equivoci
mo diventa peggiore della prima. E così attuali a proposito della laicità3.
avverrà anche a questa generazione perver - Intorno alla metà del secolo scorso le
sa. Così è più in generale per il demonio del persone più intelligenti e profetiche si erano
potere e per il sacro: l’Occidente nella sua rese conto che l’età moderna era finita: cre-
storia ha imparato a tenere a bada il sacro do sia stato il massimo punto d’incontro tra
senza scacciarlo e questa è la nostra conqui- grandi pensatori credenti e non credenti.
sta della laicità, conquista che ora è in peri- Pensiamo alla cosiddetta scuola di Franco-
colo sotto il duplice e opposto attacco dei forte, ad Hanna Arendt, a Romano Guardi-
fondamentalismi e delle nuove religioni ni (uno dei maestri di Joseph Ratzinger) con
politiche. Parlare e polemizzare sulla laici- il suo volume del 1949, Fine dell’epoca

3 È interessante ricordare il confronto che ha avuto luogo presso la Fondazione Michele Pellegrino
di Torino, in un convegno organizzato da Franco Bolgiani il 6 febbraio 2004, sul tema “Chiesa cattolica e
modernità”. Dagli interventi di quella giornata, che seguono il testo base predisposto da Vincenzo Ferrone,
è uscito un volume con il titolo appunto Chiesa cattolica e modernità, pubblicato da Il Mulino, con alcune
decine di testi di intellettuali cattolici e laici.
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moderna. L’esperienza comune della trage- modello concordatario ormai superato nella
dia della seconda guerra mondiale, la storia (a mio avviso il testo del 1984 non è
coscienza della Shoa e della bomba atomi- più un concordato), invocando protezioni
ca avevano fatto crollare di colpo il mito normative e istituzionali e conducendo bat-
della modernità come taglie politiche tendenti a
continuo progresso, fare coincidere la colpa
come possibilità infi- morale con il reato cioè
nita dell’uomo di con la violazione di una
dominare la natura e legge di diritto positivo
il mondo. da difendere ad ogni
Nei decenni suc- costo (battaglie sul
cessivi, nella seconda divorzio, aborto etc.).
metà del Novecento, Da una parte i neoil-
questa coscienza si è luministi hanno insistito
a l l a rgata ai problemi ancora dal punto di
della scarsità delle vista di una modernità
risorse del pianeta, storica già tramontata
dei disastri ambienta- sostenendo la necessità
li etc. Ma mentre que- dell’accettazione dell’il-
ste tematiche hanno tro- luminismo da parte della
vato un grande riscontro sia in ambienti dei Chiesa cattolica come apertura alla moder-
credenti sia in ambienti di non appartenenti nità, accettazione, a loro avviso, non anco-
a Chiese o religioni creando movimenti ra avvenuta; si sostiene cha la modernità è
vivissimi che passano attraverso le antiche frutto dell’illuminismo e non può che esse-
frontiere confessionali (penso personalmen- re in lotta con la Chiesa in quanto tale: solo
te a quanto ha significato per me Ivan se la Chiesa si fosse pentita sarebbe stata
Illich), nelle culture ufficiali mi pare che sia ammessa a partecipare di questa grande
stata generata una specie di guerra fredda, innovazione (quindi la persistente attualità
contemporanea a quella politica, tesa a del Sillabo e quant’altro).
sostituire l’indebolimento delle ideologie Dall’altra parte il magistero romano ha
tradizionali con nuove forme di vincoli di invece spesso privilegiato durante gli ultimi
appartenenza, sia in senso confessionale che pontificati un atteggiamento opposto ma, a
in senso laico. Particolarmente in Italia la mio avviso, altrettanto parziale. Si è teso
riapertura di vecchi steccati è risultata mol- cioè a riaffermare la sostanziale identità tra
to pesante perché si è intrecciata con moti- la dottrina cattolica e un diritto naturale
vazioni e interessi molto concreti: alla per- immobile, tendente al monopolio delle nor-
dita di capacità di presa sulle coscienze da me che può prevedere al massimo una tolle-
parte della Chiesa e allo svanire del senso ranza del diverso, tacciando di “relativi-
del peccato si è reagito ricorrendo a un smo” ogni posizione critica.
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La questione laica nell’Italia di oggi, P. Prodi

Se posso schematizzare le due posizioni La visione tradizionale ancora in auge


contrapposte, direi che la famosa asserzio- consiste invece sostanzialmente, sia da par-
ne ora riesumata da Ugo Grozio etsi Deus te della storiografia laica che da parte di
non daretur tende a coincidere con la con- quella confessionale, tranne qualche ecce-
tro-proposta ultima veluti si zione, nel considerare la
Deus daretur: sono pro- modernità come nata
poste speculari che tendo- dai lumi del secolo
no a coincidere ma che XVIII (con qualche
rappresentano a mio avvi- barlume di precurso-
so un approdo errato del ri nei secoli prece-
dibattito sulla laicità, denti), con un pro-
approdo basato sulla coin- cesso di secolarizza-
cidenza tra la legge di Dio zione e di esclusione
e la legge della ragione. del sacro dalla storia:
Penso che a causa di cambia soltanto il
questo ripiegamento – e giudizio finale di
non soltanto per un con- positività o negativi-
trollo dottrinale e repressi- tà del “moderno” ma
vo – si sia verificato dagli la definizione del
anni ‘80 del secolo scorso processo storico del-
sino ad oggi una specie di la modernità sembra
silenzio del pensiero teologico cattolico, identica sia per i pensa-
una specie di graduale perdita di creatività tori laici che per quelli confessionali.
che è ora visibile ad occhio nudo. Tra le leg- Il processo che mi sembra invece matu-
gi divine o della natura e l’uomo c’è la sto- rato nella comprensione storiografica intor-
ria. Non è relativismo ma al contrario un no all’inizio di questo millennio è che la
asse essenziale del pensiero cristiano la modernità sia il frutto di una storia più lun-
riflessione teologico-biblica che pone l’ac- ga e complessa in cui il cristianesimo occi-
cento sulla storia della salvezza, come dive- dentale ha giocato un ruolo importante, sul
nire e cammino dell’umanità verso la sal- piano del pensiero e sul piano delle istitu-
vezza, come incarnazione di un Dio che si è zioni, per la costruzione delle moderne idee
fatto uomo “nella pienezza dei tempi”, e realtà di libertà, diritti umani e democra-
come redenzione che si attua ad ogni gene- zia. Anch’io sono quindi tra coloro che
razione: a questa tradizione, dai Padri della ritengono, in base a questa pura interpreta-
Chiesa a Pascal, appare opportuno riaggan- zione storica (senza un ricorso alla dottrina
ciarsi più che non all’invenzione di un dirit- di un diritto naturale astratto) che la nostra
to naturale astratto e immobile che è proprio civiltà liberale sia nata sulla base della dia-
di un diritto romano reinventato negli ulti- lettica tra Stato e Chiesa, tra diritto ed etica
mi secoli. e che essa sia in pericolo o in ogni caso si
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stia trasformando in qualcosa d’altro se per- di questa che, se vogliamo, potremmo defi-
de la coscienza del dualismo di fondo che nire “modernità 2” ma che, come ho accen-
ne ha determinato le caratteristiche: la nato prima, ha caratteristiche del tutto
distinzione e la compre- diverse dalla moderni-
senza della storia umana tà storica.
e della storia della sal- Riflessioni conclu -
vezza, la separazione del sive. Adesso, come
potere, sacro e politico, detto, siamo entrati in
prima ancora che la divi- un’altra epoca, non si
sione dei poteri interni tratta più di moderni-
allo Stato. smo o antimoderni-
Esiste poi un altro con- smo, i problemi di
cetto di modernità, ma oggi sono del tutto
del tutto diverso da que- diversi. Sacro e pote-
sto: ci riferiamo all’attua- re e non soltanto
lità facendo coincidere Chiesa e Stato. Nella
l’attuale con il “moder- lunga storia dell’Oc-
no”. Si incomincia ad cidente questi due
intravedere una nuova epoca binomi sono stati sempre
che si sta aprendo anche se ovviamente i ritenuti equivalenti. Ora essi sono dissocia-
contorni sono ancora incerti. Mi riferisco ti: il potere e il sacro vagano senza recinti.
alla globalizzazione, all’informatizzazione Naturalmente anche qui non si tratta di un
telematica, ai problemi che ci assillano processo di breve periodo: i totalitarismi del
come quello della degenerazione dell’am- XX secolo ci appaiono sempre di più come
biente, dell’esaurimento delle risorse ener- religioni secolarizzate, come primo esperi-
getiche, della manipolazione genetica, del mento di questa rottura, di un sacro uscito
terrorismo diffuso ed a tante altre cose che dall’otre delle Chiese in cui con tante fati-
non hanno più nulla a che fare con la che e tante tragedie esso era stato rinchiuso
modernità. In questa mia prospettiva dun- nei secoli precedenti. Nessuna visione idil-
que la modernità storica si conclude intorno liaca anche a questo proposito: le radici
alla metà del secolo scorso e il Concilio liberali dell’Occidente affondano in queste
Vaticano II in qualche modo ne partecipa la tensioni, in queste controversie intermina-
conclusione: con il Vaticano II la Chiesa bili in cui il sacro ha sempre cercato di
cattolica ha fatto i conti con la modernità impadronirsi del potere politico/economico
proprio nel momento della sua fine. Il Con- e viceversa ma proprio attraverso queste
cilio ha effettivamente fatto i conti con la dialettiche si erano in qualche modo creati
modernità, ma contemporaneamente si è dei recipienti di contenimento, contenitori
aperto il problema della nuova storia, del rotti dalle ideologie totalitarie tese ad impa-
nuovo corso cominciato da alcuni decenni e dronirsi di tutto l’uomo.
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La questione laica nell’Italia di oggi, P. Prodi

Di fronte ai problemi della difesa dei tutto nuove, di fronte a “magistrature eti-
viventi e dell’ambiente, delle manipolazio- che”, sacralizzate dalla nuova scienza bio-
ni genetiche, della medica, che pos-
scarsità delle risorse, sono arrogarsi il
l’impotenza del dirit- monopolio delle
to statale positivo, decisioni sulla
della “norma ad una vita e sulla morte.
dimensione” è evi-
dente. Cosa propo- Il mondo si
niamo? Basta l’ap- disintegra e si
pello alla coscienza ricompone: oggi
personale di fronte è l’umanità nelle
all’incarnazione nei sue radici il pro-
nuovi grandi poteri blema. Certamen-
economici? Basta, in te chi prende in
senso opposto, defi- mano il libro di
nire come reato giu- Habermas su Il
ridico ogni deviazio- futuro della natu -
ne da un’etica domi- ra umana e i
nante ma non condivisa? In rapporto all’an- rischi di una genetica liberale può avere l’i-
golo di osservazione storica assunto cambia dea di quale sia oggi il problema di fondo:
la visione del bagaglio che come uomini non quello della modernità storica ormai
occidentali portiamo con noi affrontando i conclusa ma quello della manipolazione,
problemi della globalizzazione, nel cui con- della creazione di un’umanità che è al di
testo, al di là dell’Islam si affacciano altre fuori di un discorso essenziale sintetizzabi-
civiltà-religioni, come il confucianesimo e le nel problema della salvezza individuale
l’induismo, nelle quali non si pone il pro- che ha caratterizzato tutta la storia dell’Oc-
blema della coscienza e della salvezza indi- cidente. Dopo i deragliamenti della moder-
viduale che caratterizza in un modo o nel- nità, i problemi in questa civiltà planetaria
l’altro gli eredi delle religioni monoteiste sono il bene, il male, la salvezza, il peccato,
nate intorno al Mediterraneo. La program- e, nella versione secolarizzata, la responsa-
mazione della vita e della morte, attraverso bilità personale: sono queste le cose che
le manipolazioni genetiche o l’eutanasia, vengono fuori. La clonazione, l’uomo in
può rendere impossibile il “giudizio” sulle provetta, il poter avere dei figli con deter-
azioni dell’uomo e la sua responsabilità. La minate caratteristiche, al riparo da deforma-
conseguenza è che l’uomo occidentale, zioni genetiche: è ottima cosa avere un
come lo conosciamo adesso, responsabile figlio a cui non verrà mai trasmessa una ter-
delle sue azioni, delle scelte tra il bene e il ribile malattia genetica, ma cosa c’è dietro
male può scomparire. In questo quadro il questo? La conoscenza dei segreti del DNA
discorso sulla laicità acquista valenze del è separabile dalla formazione di un nuovo
• 20 •

potere dell’uomo sull’uomo nella sua prima genere. Ma fortunatamente esistono anche
programmazione pre-natale? Mi riferisco coloro, credenti e non credenti, che voglio-
qui soprattutto alla responsabilità morale: no riflettere, come illuministi non neo-illu-
un uomo programmato che non è più ministi. Si tratta di riprendere la riflessione
responsabile delle proprie azioni e quindi avanzata mezzo secolo fa sulla fine dell’età
viene a cessare il moderna con un atteg-
discorso della sal- giamento laico e religio-
vezza, discorso so al contempo per
fondamentale non a ffrontare non una
solo per il cristia- modernità passata ma il
nesimo ma per tut- futuro che ci aspetta.
te e tre le religioni
monoteiste, cri- Da questo punto di
stiana, ebraica ed vista ritengo importante
islamica. che il discorso sulla lai-
cità sia ripreso in questa
Anche oggi esi- sede, nella sede di una
stono forti pressio- delle più importanti
ni che tendono a agenzie produttrici di
strumentalizzare la “etica” che abbia creato
risposta religiosa alle ansie del nostro tem- dal suo seno la storia dell’Occidente4: se la
po nelle più diverse direzioni; queste pres- Massoneria contribuirà a mantenere il dua-
sioni diventano sempre più forti, anche da lismo con il potere respingendone la sacra-
parte di uomini di formazione laica, non lità e producendo norme che rappresentino
credenti, in proporzione alla mancanza di un punto di riferimento per le coscienze
risposte politiche, alla crisi della politica. individuali che, praticanti una chiesa o no,
Molti sono gli esempi che tutti noi abbiamo non possono essere lasciate sole di fronte
sotto i nostri occhi sia da parte di personali- alle nuove religioni politiche o economiche
tà politiche istituzionali che da parte di secolarizzate, la sua funzione potrà essere
intellettuali improvvisamente ritornati sen- importante anche nella nuova epoca che ora
sibili alla religione della patria e cose del si apre.

4 Non posso qui non ricordare lo splendido volume a cura di Gian Mario Cazzaniga La Massoneria,
uscito nei mesi scorsi come vol. 21 degli Annali della Storia d’Italia Einaudi.
La Massoneria e l’emancipazione degli ebrei
di V. Paolo Gastaldi
Università di Pavia

On the one hand, reactionary Catholic historiography (later used by the anti-Semit -
ic propaganda) established a compulsory overlapping between Freemasonry and
Jewish world. On the other, Masonic historiography, perhaps because of too much
confidence in the postulate of tolerance, reduced the fact that Masonic engagement
has always been oriented towards the emancipation of Jews everywhere. Referring
to a large English, French, German and Italian scientific bibliography, the Author
examines this common belief. The Author traces the different European situation
in the time between the beginning of the modern speculative Freemasonry and the
first decades of 1800, with the exclusion of the Italian situation, about which he
comes till the end of the Risorgimento. In England, very soon, the Grand Lodge of
London opened the doors of its Temples to the Jews without any difficulty. In this
case it has been surely assisted by the social debate and it anticipated the grant of
the full political citizenship to the Jews. Much more difficult the course in the Ger -
man world, where the Lodges which were not under the English dependance per -
sistently denied the access to the Jews. The influence of the system of the High
Degrees, the eighteenth-century Scottish thought and the new Knight Templar
movement hardly conditioned German Freemasonry towards the Christian exclu -
sivism, and they remained out from the cultural and political debate which was
running between the Aufklärung scholars. In the pre-revolutionary France,
Freemasonry was as much closed. Parisian intellectuals debated the matter of tol -
erance referring to the unique religious minority of the Huguenots: they were
unaware of the Hebrew world or they considered it with prejudice and hostility.
Only some provincial Academy, especially that of Metz, broke the trend of dis -
crimination. The French Revolution hardly realized the recognition of the full
nationality for the Jews, but it immediately subjugated them to new oppressions
with the politics of the Terror revolutionary government. When the religious peace
was restored, the French-Jews took part with enthusiasm to the national history and
they flocked numerous to the Lodges. The history of Italian Jews has been very com -
plicated and dramatic, as they were divided in many States ruled by different juridi -
cal systems of government. After the first Napoleonic venture (1797) they were set
free from the ghettos, but they fell victims of the clerical and absolutist reaction as
soon as Napoleon left to Egypt. At the end of the Napoleonic epopee, when the old
kings came to their thrones, ghettos and discriminations were restored everywhere;
this fact caused to the Jews a deep bitterness and they reacted developing a strong
sense of their nation with the consciousness that their emancipation was deeply
linked to the Italian Risorgimento. To this historical movement they offered a lot
and their emancipation was parallel to the beginning of the Italian Reign and the
freedom of Rome which in 1870 took to the abolition of the last ghetto.
• 22 •

urante il rito di iniziazione, Religione di tale Paese o Nazione, quale essa


ancora prima che l’aspirante fosse, oggi si reputa più conveniente obbli -
massone sia accettato, gli viene garli soltanto a quella Religione nella quale
spiegato che la tolleranza è considerata la tutti gli uomini convengono, lasciando ad
essi le loro particolari
prima virtù del
opinioni […] quali
Libero Muratore, che siano le denomi -
perché permette a nazioni o le persua -
uomini di carattere e sioni che li possono
condizioni diverse di distinguere; per cui
sedere fraterna - la Muratoria diviene
mente insieme e di il Centro di Unione e
lavorare […] nel più il mezzo per concilia -
assoluto affettuoso re sincera amicizia
reciproco rispetto. fra persone che
sarebbero rimaste
Dopo qualche minu-
perpetuamente
to, viene incalzato distanti.
dalla domanda: se,
una volta ammesso Senza alcun
nella nostra istituzione, trovaste qualcuno mistero, nella Carta fondamentale della
che, per fede religiosa o per altro motivo, Massoneria moderna (detta “speculativa”) è
avete considerato fino ad ora un nemico, dichiarata la finalità dell’org a n i z z a z i o n e ,
siete pronto ad abbracciarlo ed a considerar - sorta quasi per caso il 24 giugno 1717 da
lo un fratello? Ad essa fa seguito il fermo una riunione conviviale di quattro Logge
ammonimento: Prima di rispondere consi- londinesi. È la vocazione universale per la
derate che quell’uomo, da voi ritenuto un pace, la fratellanza e il bene dell’umanità il
nemico, ha approvato la vostra ammissione contenuto ideale della Massoneria moderna,
ed è pronto ad abbracciarvi. In queste for- che nulla ha tolto alle procedure e ai miti
mule rituali dal linguaggio un po’ v e c c h i o t- dell’antica corporazione di mestiere (Mas-
to, vengono ripetuti i concetti espressi nel soneria operativa). Al contrario, li ha arric-
primo dei D o v e r i, proprio quello concer- chiti antropologicamente a dismisura, attin-
nente Dio e la religione, inserito nelle Co- gendo da varie culture, e ne ha rivitalizzato
stituzioni di Anderson del 1723, ma elabo- le strutture esauste.
rato da John Théophilus Desaguliers, terzo A ben guardare però, nella rivendicazio-
Gran Maestro della Gran Loggia di Londra ne della tolleranza quale valore fondativo
dopo Anthony Sayer e George Payne. In della società, si nascondeva una svolta poli-
tale Dovere leggiamo pure: tica rivoluzionaria di portata storica enor-
me. Dopo quasi due secoli di guerre di reli-
Sebbene nei tempi antichi i Muratori fos - gione che avevano devastato l’Europa, la
sero obbligati in ogni Paese ad essere della progettualità massonica indicava il modello
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La Massoneria e l’emancipazione degli ebrei, V.P. Gastaldi

di una società “neutra” nella quale la reli- viene conquistato per la prima volta il tra-
giosità e la ricerca spirituale erano la base guardo della cittadinanza. Almeno in Euro-
portante della convivenza pa. La precisazione è
civile, purché vissute d’obbligo perché al
come un fatto persona- di là dell’Atlantico,
le, privato, sottratto fin dalla proclama-
alle interferenze dei zione dell’Indipen-
poteri costituiti e non denza delle tredici
più come un pretesto colonie dalla madre-
per reciproche persecu- patria inglese (1776),
zioni e carneficine. Ciò gli americani rag-
implicava l’emancipa- giungono il traguar-
zione delle minoranze do della cittadinanza
religiose nei vari paesi, affermando l’univer-
svincolando la vita salità dei diritti poli-
sociale dai nefasti teo- tici1 e già nel 1776 un
logismi in nome di una ebreo, Francis Salva-
“religione naturale” dor, è eletto nell’as-
comune a tutti gli uomini, semblea legislativa del-
capace perciò di affratellare e non dividere. la Carolina del Sud. Di più. Gli Stati Uniti
A tale ideale di civiltà, che impegnerà d’America sono il primo esempio storico di
gran parte del dibattito culturale dell’Illu- Stato laico con una rigorosa distanza dello
minismo, erano sottesi due diversi signifi- Stato da qualunque confessione religiosa,
cati di emancipazione delle minoranze reli- sancita nella Costituzione federale del 1787
giose. Vi era un programma minimo, secon- e nel primo emendamento del 1791 che fis-
do il quale l’emancipazione si realizzava sano i due princípi mai più messi in discus-
con il godimento dei soli diritti civili (tolle- sione: la separazione tra Chiesa e Stato e la
ranza). In una prospettiva storica di lungo libertà di religione.
periodo, vi era anche quello più ardito che In Francia, invece, nel novembre 1787,
mirava alla completa integrazione degli Christian de Lamoignon de Malesherbes
individui nella società attraverso la pienez- riesce a far accettare a Luigi XVI l’idea di
za dei diritti politici (cittadinanza). concedere i diritti civili agli ugonotti, ma
Ciò precisato, è chiaro che la Rivoluzio- non ha altrettanta fortuna in favore degli
ne francese in diversi contesti è stata più ebrei. D’altra parte, se la tolleranza per gli
volte anticipata nel raggiungimento della ebrei è un obiettivo cui nessuno mostra di
meta della tolleranza; ma è solo da essa che essere sensibile, la cittadinanza di tutti i

1 Halpern 1956.
• 24 •

francesi è un’ipotesi astratta, pensata sol- immobili, le libere professioni e i lavori


tanto da Rousseau. Essa, infatti, esige sia la artigianali sono loro vietati; solo il prestito
demolizione degli ordina- del denaro e il com-
menti statali dell’ancien mercio di roba usata
r é g i m e, organizzati per (il banco e la straz-
ceti e corporazioni, sia zeria) sono loro per-
l’abbattimento dell’asso- messi; essi devono
lutismo dinastico. sempre vestire un
La sociabilità masso- segno di riconosci-
nica fonda la fratellanza mento per preclude-
sul reciproco rispetto. La re ogni dimestichez-
società dell’ancien régi - za con i cristiani; la
me è, al contrario, ani- loro presenza nelle
mata dal sentimento di varie località è su-
disprezzo. Un disprezzo bordinata a una con-
che scende a cascata dal- cessione delle autori-
l’alto fino ai gradini più bassi. Il monarca si tà (condotta), pattuita e pagata a caro prez-
considera superiore ai nobili, che costringe zo, in ogni momento revocabile con un
a vivere a Corte come polli in gabbia; i ordine di espulsione; le concessioni a risie-
nobili disprezzano i borghesi, che non pos- dere fissano il numero delle famiglie auto-
sono portare la spada; i borghesi disprezza- rizzate e obbligano le giovani generazioni a
no gli artigiani per la materialità del loro comprarsi il diritto di sposarsi. È sugli ebrei
lavoro; gli artigiani disprezzano i contadini; allora che occorre concentrare la nostra
al fondo della scala sociale gli ebrei sono attenzione. La loro condizione di emargina-
disprezzati da tutti, vittime di insensati pre- zione estrema si presta bene a essere usata
giudizi costruiti con secoli di insegnamento per verificare il grado e i tempi di raggiun-
del disprezzo, per dirla con le parole di Jules gimento della tolleranza e della cittadinan-
Isaac2. Gli ebrei sono percepiti come esseri za nei vari paesi.
malvagi e demoniaci, responsabili del dei-
cidio e dei mali collettivi della società. Per In Inghilterra non vi sono più ebrei dal-
questo vengono segregati in quartieri mal- l’espulsione decretata da re Edoardo I nel
sani e sovraffollati (i ghetti), chiusi dall’e- 1190, contrassegnata da violenze e stragi
sterno dal tramonto all’alba e nessun ebreo inaudite come quelle nelle città di York e
può pernottare fuori di essi senza apposita Lincoln. Cominciano a ritornare ai tempi
licenza; esclusi dalla proprietà di beni della prima Rivoluzione inglese3 quando un

2 Isaac 1965.
3 Hyamson 1928 e 1951.
• 25 •
La Massoneria e l’emancipazione degli ebrei, V.P. Gastaldi

ebreo sefardita di Amsterdam, Menasseh za la propria soluzione della “questione


ben Israel4, indirizza al Lord Protettore, Oli- ebraica” senza dichiarazioni formali speci-
ver Cromwell, un Humble Adress in fiche. Nella società civile, chi smuove le
Favour of the Jewish Nation: è la proposta acque, nell’anno stesso dell’ascesa al trono
di ricostituire una di Giorgio I Hanno-
comunità ebraica in ver, è il filosofo e
Inghilterra, utile ai protomassone John
piani di sviluppo del Toland, il quale
commercio interna- pubblica l’opuscolo
zionale progettati da Ragioni per natu -
Cromwell. Il Lord ralizzare gli ebrei
Protettore è molto in Gran Bretagna e
interessato e convoca in Irlanda (1714)5.
la Conferenza di Nel trattatello, lo
Whitehall (1656) per strenuo predicatore
poter estendere la pro- della libertà non solo
posta a varie località portuali. In seno alla sostiene l’utilità politica e sociale di una
Conferenza si manifestano subito troppi semplice tolleranza, ma dimostra quanto
contrasti. Cromwell sospende i lavori e per- più fruttuosa sarebbe la “naturalizzazione”
mette in maniera non ufficiale lo stanzia- completa e difende gli ebrei smentendo tut-
mento di circa un centinaio di ebrei a Bevis te le accuse di carattere teologico e i pre-
Marks, nella City, dove possono vivere, giudizi di natura morale ed economica di
pregare e commerciare indisturbati. Il loro cui sono vittime. È il punto di partenza del
status non cambia neppure a seguito della lento e graduale cammino degli ebrei ingle-
Rivoluzione Gloriosa e del Tolleration Act si verso la piena cittadinanza. Un cammino
del 1689, che non menziona gli ebrei ed magistralmente ricostruito quasi un secolo
esclude i cattolici. fa da Henry Enriquez6 e scandito da alcune
Nel mondo anglosassone però, le idee di date significative, a cominciare dal contro-
una nuova sociabilità si fanno strada tra i verso Jew Bill del 1753, che suscita una for-
mille pregiudizi, grazie all’influenza di te opposizione7. Alla fine il Bill permette ad
John Locke, dei teorici latitudinari e dei alcuni ebrei di ottenere la cittadinanza uti
filosofi deisti e grazie al favore della Mas- singuli mediante una procedura parlamen-
soneria che, con spirito pragmatico, realiz- tare lunga e costosa. Tale diritto di cittadi-

4 Roth 1934. Dello stesso autore è assai utile A History of the Jews in England.
5 Tradotto e pubblicato a cura di Paolo Bernardini, 1998.
6 Enriquez 1908.
7 Perry 1962.
• 26 •

nanza include l’esercizio dei diritti politici Fratelli “ebrei e non ebrei”. Poiché ai lavo-
attivi, ma non quelli passivi. Dopo l’aboli- ri rituali possono partecipare soltanto gli
zione del Test Act (1829) e la grande rifor- adepti e non possono assistervi i “profani”,
ma elettorale (1832), il se ne deduce che già
processo ha una note- prima di quella data,
vole accelerazione: nel alcuni ebrei hanno
1841 la giovane regina varcato le porte dei
Vittoria conferisce il Templi indossando il
titolo ereditario di baro- grembiule e i guanti
ne a Isaac Lyon Gold- bianchi. Un’altra testi-
smid, che entra così monianza ci è fornita
nella Camera dei da un certo Allegri, il
Lords, seguito nel 1846 quale, visitando una
da Moses Montefiore; Loggia di Francoforte,
nel 1855 il primo ebreo dichiara di essere sta-
(David Salomons) vie- to iniziato in una Log-
ne eletto sindaco di Londra e nel 1858 Lio- gia di Londra nel 1735. Si può continuare
nel Rothschild può entrare alla Camera dei ricordando che, già prima del 1740, negli
Comuni, prestando il giuramento con una elenchi dei partecipanti ai lavori della Gran
formula che non allude più al cristianesimo. Loggia, si leggono nomi inequivocabilmen-
C’è da chiedersi se la Massoneria inglese te ebraici, quali Mendez, De Medina, Da
abbia svolto qualche ruolo in questa linea Costa, Alvarez etc., che denotano un’origi-
evolutiva e se essa sia stata di avanguardia ne sefardita; ma vi è anche un Baruch di
o di ostacolo. Secondo la ricostruzione del- probabile origine askenazita. Addirittura nel
lo storico israeliano, già rettore dell’Uni- 1759 la richiesta di una Bolla di fondazione
versità di Gerusalemme, Jacob Katz8, la di una nuova Loggia reca la firma di 23 Fra-
Massoneria inglese della Gran Loggia, telli, metà dei quali ebrei.
coerente con i propri statuti, non ha mai
frapposto difficoltà ideologiche ad acco-
gliere ebrei tra le proprie colonne. Se vi Ben diverso è il panorama nel mondo
sono state delle riserve, hanno riguardato, germanico. La frammentazione politica sta-
come normalmente avviene, le caratteristi- bilita nella Pace di Vestfalia è da vertigini.
che personali, psicologiche e morali del Sono riconosciuti indipendenti e sovrani
richiedente, non mai la sua credenza reli- non meno di 350 Stati di dimensioni e
giosa. Così sappiamo che nel 1732 un certo importanza assai diseguali. È una babele di
Edward Rose viene iniziato alla presenza di Città libere (ossia repubbliche aristocratiche

8 Katz 1970.
• 27 •
La Massoneria e l’emancipazione degli ebrei, V.P. Gastaldi

mercantili), Contee, Ducati, Principati (sia g l o b i, che assume il ruolo di Gran Loggia
temporali che ecclesiastici), Regni, Langra- Madre Nazionale per la Prussia (1744).
viati, Burgraviati, Margraviati, e chi più ne Altre Grandi Logge sorgono qua e là nel
ha, più ne metta. Ognuno con il suo Gover- patchwork di Stati della Germania. Le
no sovrano e la sua Obbedienze si moltipli-
Corte. Di conse- cano, entrano in con-
guenza anche la sto- correnza e confliggo-
ria della Massoneria no in un intreccio
è un vero rompica- ingarbugliato e spes-
po. La Gran Loggia so contraddittorio.
d’Inghilterra non Subito emerge in
perde tempo a dare maniera chiara il
un significato preci- carattere saliente del-
so alla qualifica la Massoneria tede-
autoconferitasi di Loggia Madre del Mon- sca del XVIII sec. La sociabilità che espri-
do, e si affretta a promuovere la fondazione me è ancora di stampo molto nobiliare e
di Massonerie a lei legate, nominando dei ancien régime, desiderosa di titoli e distin-
Gran Maestri Provinciali negli Stati di Han- zioni, attenta alle differenze di ceto, duttile
nover, di Sassonia e di Vestfalia, come pure e malleabile dal potere, ma lo Stato con il
ad Amburgo e a Francoforte sul Meno. quale collabora è quello autocratico e di
Le colonne della prima Loggia sul suolo polizia. Fa eccezione una parte della Mas-
tedesco vengono innalzate ad Amburgo il 6 soneria bavarese con la Società degli Illu-
dicembre 1737; nell’agosto seguente, una minati9, fondata il primo maggio 1776 dal
sua delegazione si reca a Brunswick dove professore di diritto canonico dell’Univer-
inizia il principe ereditario di Prussia, il sità di Ingolstad, Adam Weishaupt-“Sparta-
futuro Federico II, il quale organizza in gran cus”. Negli intenti del promotore, gli Illu-
velocità una Kronprinzenloge (Loggia del minati si impegnano a contrastare duramen-
Principe ereditario) nel castello di Reins- te il dogmatismo religioso del cattolicesi-
berg e, appena asceso al trono, installa nel- mo, soprattutto espresso dai Gesuiti, perché
la reggia di Charlottenburg una Hofloge ostacola qualsiasi forma di evoluzione del-
(Loggia di Corte), nella quale inizia il fra- la società. Pur adottando i medesimi meto-
tello Guglielmo, il duca di Holstein-Beck, e di gerarchici di subordinazione e di infor-
il fratellastro, il margravio Federico di mazioni segrete dell’Ordine tanto aborrito,
Brandenburg Bayreuth. Egli poi mette sotto gli Illuminati di Weishaupt contribuiscono a
la sua protezione la Loggia berlinese Ai tre d i ffondere i valori del razionalismo e della

9 Le Forestier 1916.
• 28 •

instauratio ab imis (riforma radicale) della bach, contro Maria Teresa con la conse-
società. Banditi dal re di Baviera, Carlo guente ostilità della sovrana solo in parte
Teodoro di Wittelsbach, nel 1785, gli Illu- mitigata dalla benevola attenzione del mari-
minati esercitano una cer- to Francesco Stefano di
ta influenza sulle altre Lorena, iniziato in una
organizzazioni masso- Loggia olandese del-
niche. Non si deve l’Aia nel 1731. Per con-
mitizzare troppo (come tro, le Logge austriache
hanno fatto l’abate rimangono nella conte-
francese Barruel e, a sa o neutrali o blanda-
casa nostra, il gesuita mente lealiste10.
padre Antonio Brescia- A complicare ulte-
ni) sul ruolo di prope- riormente la situazione
deutica alla Rivoluzio- si fanno avanti i Sistemi
ne francese esercitato degli alti gradi e il mito
dagli Illuminati. In fondo è più rivoluziona- templare. Tutto inizia in Francia quando
ria la sfida dell’aria Se vuol ballare, signor André Michel cavaliere di Ramsay, scozze-
contino nelle mozartiane Nozze di Figaro, se di origine e francese di adozione, con-
che l’invocazione più luce pronunciata sul vertito al cattolicesimo da Fenélon (di cui fu
letto di morte da Goethe, ministro del minu- collaboratore e biografo) e convinto soste-
scolo Ducato di Weimar e Illuminato con il nitore della deposta dinastia degli Stuart,
nome in codice Abaris. introduce nel patrimonio storico-ideale del-
D’altro canto, non va taciuta la concor- la Massoneria il mito dei Milites Christi, i
renza spietata tra le Grandi Logge per stabi- cavalieri Templari, che, dopo il rogo del
lire la loro primazia sui vari territori. Così, Gran Maestro De Molay, sarebbero soprav-
ad esempio, nel Regno di Boemia, uno dei vissuti in alcuni gruppi segreti rifugiatisi in
domini asburgici, la Massoneria praghese, Scozia sotto la protezione di re Roberto
legata alla Gran Loggia di Sassonia e Bruce e lì si sarebbero perpetuati dietro la
capeggiata dal conte Francesco Agostino copertura della Massoneria. Sorgono allora
Rutowski, al momento della guerra di suc- i Sistemi scozzesi, Templari, della Stretta
cessione austriaca dopo la morte di Carlo Osservanza, di Swedenborg, etc., con una
VI (1640), sponsorizza per l’elezione a fioritura fantasiosissima di titoli e gradi sino
Sacro Romano Imperatore Germanico l’e- a certi Superiori Incogniti dai (supposti)
lettore di Baviera, Carlo Alberto di Wittels- saperi segreti11.

10 Kuchar 2002.
11 Le Forestier 1987, 1970; Bonvicini 1988; Francovich 1974; Maruzzi 1990; Jacob 1995; Giarriz-
zo 1994.
• 29 •
La Massoneria e l’emancipazione degli ebrei, V.P. Gastaldi

Il mito dell’ordine cavalleresco cristiano nello Schleswig, nel Nord della Germania,
condiziona non poco lo sviluppo della Mas- è rivelatrice del duplice disagio ebraico-
soneria continentale. Il forte accento cristia- tedesco. Eppure è proprio in Germania che
no da esso introdotto durante l’Illumini-
nella Libera Muratoria smo il dibattito sul-
diventa un ostacolo l’emancipazione
all’integrazione degli degli ebrei13, comin-
ebrei nelle Logge tede- ciato nel 1749 con
sche. Se alcune ammet- Die Juden di Les-
tono qualche ebreo, sing, è più intenso
molte li rifiutano e altre sia tra i cristiani, sia
addirittura frappongono tra gli ebrei14. Sul-
ostacoli ai Fratelli israe- l’argomento nume-
liti in visita, regolarmen- rose sarebbero le
te iniziati in Inghilterra o in Olanda. figure del mondo ebraico da ricordare: da
In altre parole, la Massoneria tedesca è lo Naftali Herz Wessely a Daniel Isaac Itzig, a
specchio della società circostante, nella David Friedländer… Una figura giganteg-
quale non sono ancora penetrate a fondo le gia su tutte. È quella di Moses Mendels-
idee espresse in uno dei più bei manifesti shon, il filosofo padre della Haskalah (l’Il-
della tolleranza e dell’aconfessionalità. luminismo ebraico). Egli, nel medesimo
Alludo a Nathan il Saggio (1779) di Got- tempo, affronta su un versante i pregiudizi
thold Ephraim Lessing, direttore della dei gentili, per convincerli della pari digni-
Biblioteca Statale di Wolfenbüttel il cui tà degli ebrei e, sull’altro versante, cerca di
sovrano è il duca Ferdinando di Brunswick- fugare le diffidenze delle autorità rabbini-
Lüneburg-Wolfenbüttel, Eques a Victoria che, preoccupate che la convergenza da lui
della Stretta Osservanza Templare e, dal proposta tra cultura tradizionale ebraica e
1772, Gran Maestro di tutte le Logge scoz- cultura occidentale moderna non finisca per
zesi (qualche eco Templare è leggibile per- far perdere ogni identità religiosa agli ebrei.
fino nell’opera lessinghiana). Egli sa conquistarsi un tale prestigio intel-
La storia tormentata dell’Ordine dei Fra- lettuale che nel 1771 è nominato membro
telli Asiatici12, fondato a Vienna dal bavare- dell’Accademia delle Scienze di Berlino,
se Hans Heinrich von Ecker und Eckhoffen ma il re non ne convalida la nomina perché
agli inizi degli anni Ottanta, poi trasferito ebreo. Per l’autore del Phaedon le porte del-

12 Katz 1970.
13 Katz 1964.
14 La commedia filosofica di Lessing è stata tradotta per la prima volta in italiano di recente: Les-
sing 2002. I cinque dialoghi composti tra il 1778 e il 1780 Ernst und Falk. Gespräche für Freimäurer sono
stati pubblicati nel 1975 col titolo Ernst e Falk: colloqui per massoni, traduzione e introduzione di L.
Parinetto, Milano-Roma.
• 30 •

l’Accademia restano sbarrate, come quelle nel Regno di Vestfalia nel 1807 con re
delle Logge; e se ne dorrà con l’amico Les- Gerolamo Bonaparte; nel 1811 a Francofor-
sino, appartenente alla Loggia Zu den drei te, Amburgo, Brema, Lubecca e nel
Goldenen Rosen di Meclemburgo; nel 1812 in
Amburgo. Prussia, ma il decreto rea-
Fra gli scrittori tedeschi le li esclude ancora dai
emancipazionisti non va pubblici impieghi e, ben si
dimenticato il funzionario intende, non sono previsti
prussiano amico di Men- i diritti politici.
delsshon, Christian Wil- Mendelsshon dunque
helm von Dohm, che tra il non ha mai potuto sedersi
1782 e il 1783 pubblica i nelle colonne di nessuna
due volumi del saggio Loggia ma ci ha lasciato
Über die bürgerliche Ver - uno degli insegnamenti
besserung der Juden15. più autenticamente mas-
Dohm vuole trasformare sonici. Lo scopriamo nel
gli ebrei prussiani in sudditi-soldati disci- corso del carteggio intrecciato con il pasto-
plinati con eguali diritti civili ed eguali re zurighese Johann Kaspar Lavater, misti-
doveri degli altri abitanti. Per questo insiste co e massone, che gli dedica un libro invi-
sulla bürgerliche Verbesserung ( m i g l i o r a- tandolo alla conversione. A lui Mendels-
mento civile) chiedendo agli ebrei radicali shon, il 12 dicembre 1769, replica:
mutamenti di costume ed educativi quasi
fosse necessaria una degiudaizzazione com- La mia religione, la mia filosofia e la mia
pleta per inserirli nel quadro di uno Stato condizione giuridica sono altrettanto impe -
militare assoluto. A lui, come a molta Mas- riose ragioni per evitare ogni discussione reli -
soneria tedesca del Settecento, piace l’idea giosa, e per non parlare nei miei scritti che
delle verità comuni a ogni religione. Non con
dell’ebreo non-ebreo16. La sua opera può
la polemica, ma con l’esercizio della virtù mi
forse influenzare l’imperatore Giuseppe II e
auguro di poter refutare l’opinione sprezzan -
magari alcuni intellettuali francesi della te che si ha di un ebreo17.
periferia, ma non ha seguito né in Prussia,
né negli altri Stati germanici. L’ e m a n c i p a-
zione civile degli ebrei in questa vasta zona Gli intellettuali illuministi francesi sono
europea sarà così una conquista tarda, in molto impegnati sul fronte della tolleranza
conseguenza delle conquiste napoleoniche: per fare cessare le persecuzioni contro gli

15 Bernardini 1992.
16 Sui rapporti ebraico-tedeschi in età di Aufklärung sono molto utili Stern 1950 e Meyer 1967.
17 Citato in Poliakov 1976: 205.
• 31 •
La Massoneria e l’emancipazione degli ebrei, V.P. Gastaldi

ugonotti. Dopo la revoca dell’Editto di difesa dei famigliari sopravvissuti al boia;


Nantes (1685), finita tragicamente anche ottiene la revisione del processo e la riabili-
l’ultima, estrema resistenza, che dura sino tazione del povero sventurato. Con meno
al 1710 nelle Cevenne a Le Mas Soubeyran successo, tre anni dopo, Voltaire interviene
(dove ora è allestito il commuovente Musée a favore di François Lefèvre, cavaliere De
du Desert), gli ugonotti La Barre, condannato al
sono vittime di una poli- supplizio della ruota e
tica di annientamento: decapitato per non esser-
600.000 riescono a rifu- si tolto il cappello al pas-
giarsi all’estero; 5.000 saggio di una processio-
finiscono forzati sulle ne. Nell’uno e nell’altro
galere; 107 i pastori giu- caso egli offre un esem-
stiziati; a centinaia e pio di coerenza con le
centinaia le donne sono idee enunciate nel Trat -
recluse nelle prigioni o tato sulla Tolleranza
nei conventi per catecumeni. Proclamando (1763). Ma la sensibilità del filosofo di Fer-
il suo volere (tel est Nôtre bon plaisir, reci- net non si estende agli ebrei. Mai.
ta la formula) il Re Cristianissimo pensa
che basti un decreto sovrano per cancellare Per lui, il nemico mortale della ragione,
dal Regno la “macchia” protestante. Nei della religiosità pura e della pacifica convi-
suoi domini, i calvinisti non esistono più venza civile è rappresentato dal fanatismo
e… chi non esiste non può reclamare alcun religioso cattolico, erede del fanatismo
diritto civile! I soli matrimoni e funerali cri- veterotestamentario. Per écraser l’Infame e
stiani ammessi sono quelli cattolici. Qual- ridicolizzare la Chiesa, gli è cinicamente
cuno, tuttavia, nella clandestinità continua a comodo attaccare l’Antico Testamento e gli
professare la propria fede, sfidando in ogni ebrei mettendosi al riparo dalla reazione
momento i rigori della repressione. Nel dello Stato e della Chiesa. E lo fa in manie-
1772 scoppia il caso Calas: Jean Calas, ra spregiudicata, con i toni del disprezzo e
negoziante ugonotto di Lacabarède, vicino della licenziosità. A volte, nel sarcasmo
a Tolosa, viene ingiustamente accusato del- arriva fino al punto di vantarsi di essere
l’omicidio del primogenito forse intenzio- Voltaire, cristiano, Gentiluomo di camera
nato a convertirsi al cattolicesimo; l’intera addetto alla persona del Re Cristianissimo,
famiglia (moglie e altri cinque figli) è come accade nella lettera sferzante di repli-
imprigionata e Jean giustiziato a seguito di ca alle rimostranze pacate dell’ebreo bordo-
un processo scandaloso. Voltaire assume la lese Isaac Pinto nel 176218.

18 Citato in Poliakov 1976: 113. Sull’attitudine di Voltaire nei confronti degli ebrei restano fonda-
mentali Emmerich 1930 e Hertzberger 1968. È molto utile anche il Commento di E. Loewenthal a Voltaire
1997.
• 32 •

Al di là delle incongrue posizioni di Vol- tazione dell’altro accresce in ognuno la con-


taire, contraddittorie con la lotta ai pregiu- sapevolezza di sé e del prossimo, insegna a
dizi e con i valori massonici di fratellanza “levigare la pietra” e a predisporre i mate-
universale (il Fratello riali per la costruzione
Voltaire vedrà la luce di una umanità una.
iniziatica nella Loggia Se nella documen-
parigina delle Nove tatissima opera Révo -
Sorelle pochi mesi pri- lution et sociabilité en
ma di morire), resta Normandie au tour -
ampiamente confer- nant des XVIII et
mato il giudizio di XIX siècles. 6000
Patrick Girard circa la françmasson de 1740
profonda indiff e r e n z a à 1830 Eric Saunier
– se non ostilità – può citare il caso di
degli illuministi enci- due fratelli ebrei tede-
clopedisti francesi schi, Gersom e Elie-
verso gli ebrei del loro zer Homberg, entrati a
tempo19. Basta pensare che le “voci” Juifs e fare parte delle Loggia “La Fedeltà” di Le
J u d a i s m e, redatte da Louis de Jaucourt per Havre nel 1777; va precisato che si tratta di
la grande Encyclopédie di Diderot e D’A- un fatto assolutamente straordinario da
lembert, non contengono il minimo cenno a inquadrare in un contesto di molteplici fat-
un’integrazione civile dei seguaci della reli- tori che lo favoriscono. Le Havre è un por-
gione mosaica20. È la prova della parte to molto attivo, aperto sui redditizi com-
d’ombra dei Lumi europei, come la defini- merci atlantici; la Loggia è scaltra e pronta
sce acutamente Pierre-Yves Beaurepaire21. ad accogliere come Fratelli numerosi e
Analogo è l’atteggiamento delle Logge importanti stranieri gens de négoce; gli
francesi del periodo e ciò è ben in contrasto H o m b e rg si convertono al cattolicesimo
con il progetto ideale di dare corpo a quella dopo pochi mesi!22
“repubblica universale dei Fratelli” che La tendenza generale della Massoneria
attraverso il confronto, il rispetto e l’accet- francese delle varie Obbedienze resta quel-

19 Girard 1989.
20 Sull’emancipazione degli ebrei francesi cfr. Girard 1976; Hertzberger 1968; Katz 1984; Feuer-
werker 1976.
21 Voce Juifs in Encyclopédie de la Franc-maçonnerie diretta da Eric Saunier, Librairie Générale Fran-
çaise, 2000.
22 Saunier 1998. Dello stesso autore è notevole anche L’Autre et le Frère. L’Etranger et la Franc-
Maçonnerie en France au XVIII siècle.
• 33 •
La Massoneria e l’emancipazione degli ebrei, V.P. Gastaldi

la delineata in un Catechismo massonico del Francia sono sottoposti a tre status giuridi-
1744 nel quale leggiamo: on ne peut y ci diversi. Nel Sud-Ovest, principalmente a
admettre que ceux qui portent le nom de Bordeaux e a Bayonne, ma anche nei picco-
chrétiens. Si on y trouve li centri di Bidache,
des infidèles comme les Labastide-Clairence
Juifs, les Turcs ou d’au - e Saint Esprit-lès-
tre, ils sont entrés par Bayonne (dove costi-
abus pour n’avoir pas tuiscono addirittura
été bien connus. Persino la maggioranza della
più drastico è un “rego- popolazione) vi è il
lamento” marsigliese gruppo degli ebrei
del 1767: tous profane sefarditi “portoghe-
qui aurait le malheur si”, discendenti degli
d’être Juifs, Nègres, ou ebrei battezzati a for-
Mahomettans ne doi - za nella penisola ibe-
vent point être proposés23. rica e sfuggiti agli
Insomma, lo spazio della sociabilità frater- auto-da-fè della Santa Inquisizione. Accolti
na francese prerivoluzionaria rimane molto da Enrico II con le Lettere patenti del 1550
permeabile ai pregiudizi. In ciò sta la ragio- (poi rinnovate dai monarchi successivi),
ne per la quale Jacob Katz non vuole chia- sono state loro concesse le libertà di movi-
mare la Libera Muratoria una società “neu- mento e di residenza. Inizialmente tenuti a
tra” e preferisce definirla “semineutra”. comportarsi da buoni cattolici, a poco a
Non è dunque la Massoneria francese del poco, con discrezione, hanno abbandonato
secolo dei Lumi a promuovere l’emancipa- la fede imposta e assunto le pratiche di
zione degli ebrei transalpini. Sono invece quella antica, organizzandosi in comunità
da esplorare altri luoghi privilegiati nei qua- (Bet El, Nefusot Yehouda, etc.) e ormai non
li la ricerca di una nuova sociabilità sfocia nascondono più il loro ebraismo25. In virtù
spesso in proposte innovative/rivoluziona- delle patenti ricevute, essi sono “sudditi del
rie che coniugano utilità pubblica e diritto Re” e godono di alcuni diritti civili, com-
individuale alla felicità: le Accademie pro- preso quello di proprietà immobiliare. Dedi-
vinciali. Ciò ha appunto fatto con grande ti ai commerci internazionali, sono protago-
maestria Daniel Roche24. nisti della vita economica della regione e
È necessaria una premessa descrittiva. partecipano alla vita sociale e amministrati-
Alla vigilia della Rivoluzione, gli ebrei in va senza troppe limitazioni. Quando nel

23 Vedi nota 18.


24 Roche 1984 e 1988.
25 Nahon 1981.
• 34 •

febbraio 1789 vengono convocati gli Stati dei predicatori periodicamente inviati per la
Generali, prendono parte all’elezione dei loro conversione. La loro cultura profana è
rappresentanti del Terzo Stato scarsa quanto quella
e un loro esponente, David religiosa. L’Inquisi-
Gradis, manca la nomina zione impedisce il
solo per pochi voti. Un altro possesso del Talmud
loro membro, Jacob Rodri- e dei “libri ebraici”
guès Pereire, inventore di un dai tempi controrifor-
linguaggio per sordomuti, mistici del Concilio
protegge gli ebrei parigini e tridentino e l’ultima
contribuisce ad allestire le confisca operata con
due sinagoghe di rue Saint- una perquisizione nei
André-des-Arts e di rue des ghetti è dell’agosto
Bucheries e, nel 1780, 1754. Da un punto di
acquista un terreno in rue de vista economico, il
Flandres adibito a primo gruppo negli ultimi
cimitero ebraico ufficiale di decenni si è conquista-
Parigi26. Disinvolti nella vita sociale, sono to un certo spazio con il commercio dei
altrettanto disinvolti nella pratica religiosa, bozzoli e delle seterie. Da un quarto di
lasciando scandalizzati gli ebrei osservanti secolo, tuttavia, tra gli “ebrei del Papa” e la
che li ritengono eretici: mangiano cibi proi- Francia si è stabilito un nuovo rapporto.
biti, non rispettano come si deve lo Shabbat, Infatti, durante la breve occupazione milita-
posseggono una buona cultura profana ma re dei territori papalini (1768-1774), Ver-
sono assolutamente scarsi in quella religio- sailles ha dichiarato l’annessione di Avi-
sa. In molti aspetti anticipano la figura del- gnone e del Contado incorporandone tutti
l’ebreo assimilato contemporaneo. gli abitanti come “regnicoli”, ossia sudditi
Assai meno favorevole è la situazione francesi, senza distinguere gli ebrei dai cri-
degli ebrei dell’enclave pontificia di Av i- stiani. Al ritorno della sovranità pontificia
gnone e del Contado Venessino. Gli “ebrei non cessano le rivendicazioni annessionisti-
del Papa”27 sono rinchiusi nelle quattro car - che. Ciò non significa che gli “ebrei del
rières di Carpentras, Avignone, Cavaillon e Papa” possano emigrare dove vogliono
L’Isle sur Sorgue dove vengono sottoposti a all’interno dello Stato francese, perché
tutte le angherie inventate nel corso dei devono scontrarsi con l’opposizione dei
secoli dal governo papalino: non mancano Parlamenti di Aix en Provence, o di To u l o u-
nemmeno il segno distintivo (un cappello se, e a Parigi devono addirittura contrattare
giallo) e l’obbligo di assistere ai sermoni annualmente l’autorizzazione reale.

26 Girard 1989.
27 Moulinas 1981.
• 35 •
La Massoneria e l’emancipazione degli ebrei, V.P. Gastaldi

Il gruppo più consistente di popolazione organizzati in comunità con dei capi che
ebraica è comunque quello concentrato nel rispondono alle autorità locali e mantengo-
Nord-Est, in Alsazia, Lorena no l’ordine all’interno. Essi
e nei cosiddetti “Tre Ve s c o- non sono considerati “regni-
vati” (Metz, Toul e Verdun), coli”, bensì stranieri da
province nuove, acquisite sfruttare ad arbitrio. Nel
dal Re Sole con i trattati di 1715, ad esempio, gli ebrei
Vestfalia (1648) e di di Metz e della Generalità
Ryswick (1697). Sono ebrei sono costretti a pagare un
tudesques, ossia askenaziti, contributo di 40 sous a
prevalentemente dissemina- famiglia a beneficio del
ti nei centri rurali. Il loro duca di Brancas e della con-
stanziamento è sempre pre- tessa di Fontaines (due
cario e da rinegoziare di favoriti del reggente), in
volta in volta: alcuni grandi cambio di “protezione ed
centri, come Strasburg o , abitazione”, cioè per evitare
non ne permettono la perma- l’espulsione. Il contributo
nenza sino al 1784. Sono soggetti a pedag- verrà poi trasformato nel 1720 in una rendi-
gio personale ogni qual volta entrano nella ta annuale di 20.000 livres da corrisponde-
cinta murata di una città. La struttura socio- re ai due aristocratici e ai loro eredi.
professionale genera conflitti latenti con il Il modo in cui gli ebrei askenaziti
mondo dei gentili: parlano una lingua dell’Alsazia e della Lorena vivono è tradi-
incomprensibile; vestono in maniera diver- zionalista, ma non del tutto chiuso ai movi-
sa; le loro attività economiche sono il com- menti di rinnovamento della Haskalah men-
mercio di roba usata, del bestiame e il pre- delsshoniana. Il capo degli ebrei dell’Alsa-
stito di denaro. Il punto di forza è la forni- zia, Cerf Berr, chiede a Mendelsshon di
tura di cavalli all’esercito, della quale il scrivere un’opera in difesa dei propri
facoltoso Cerf Berr ha quasi il monopolio confratelli (e il filosofo berlinese preferisce
esclusivo. Qualche esponente è molto ricco, girare l’incombenza a Dohm: il primo volu-
la massa è composta di miseri venditori me del suo saggio già ricordato verrà subito
ambulanti28. Hanno poca cultura profana, in tradotto in francese da Jean de Bernouilli
compenso posseggono una notevole cultura nel 1782)29; il capo degli ebrei della Lorena,
religiosa, mantenuta con grandi sacrifici ad Beer Isaac Berr, è un fervente seguace
altissimi livelli: la cattedra rabbinica di dell’Haskalah; a Metz, Isaïe Berr Bing tra-
Metz è tra le più ambite d’Europa. Sono duce il Fedone di Mendelsshon. Dall’altra

28 Szajkowski 1954.
29 Baurell 1984.
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parte, il conte Honoré Gabriel Riqueti de mio, ma ribandisce il concorso per l’anno
Mirabeau pubblica nel 1787 l’importante dopo, quando verranno proclamati ex aequo
studio Sur Moses Mendelsshon et sur la tre vincitori.
réforme politique des Juifs. La scelta della Società reale di Metz ci
Ciò che può sembrare para- lascia ancora attoniti per il
dossale, anche l’ambiente coraggio e l’apertura dimo-
cristiano è attento e interes- strati. Uno dei vincitori,
sato alla questione ebraica: infatti, Claude Antoine
nel 1785 la Società Reale di Thiéry, è un avvocato di
Arti e Scienze di Metz, una Nancy, che presenta la D i s -
delle tante accademie pro- sertation sur cette question:
vinciali sapidamente studiate Est-il des moyens de rendre
da Daniel Roche30, bandisce les Juifs plus heureux et
un concorso per il 1787 sul plus utiles en France; un
tema: Est-il des moyens de altro, Baptiste Henry Gré-
rendre les Juifs plus hutiles goire, abate e curato di
et plus heureux en France?. Emberménil nella diocesi
(Vi sono dei mezzi per rende - di Metz, viene premiato per
re gli ebrei in Francia più utili e l’Essai sur la régénération
f e l i c i ?) Nel quesito è dato per scontato che physique, morale et politique des Juifs; il
nella situazione presente gli ebrei in Francia terzo, Zalkin Hourwitz, è un “ebreo polac-
non sono “utili”, ossia armonicamente inse- co” di Lublino, che ha trasmigrato in tutta
riti tra gli altri abitanti, e, di conseguenza, Europa, sempre respinto dal numero chiuso
non sono nemmeno felici. È un rimprovero degli ebrei autorizzati a risiedere, e alla fine
rivolto sia agli ebrei sia alla società che li si è arenato a Parigi, dove vive emarginato
circonda. Non soddisfatta dei testi pervenu- tra gli emarginati facendo l’ambulante irre-
ti, perché non rispondenti alle finalità prati- golare. Egli propone una Apologie des
che suggerite e auspicate – la Società reale juifs32. Come si vede, l’Accademia metzina
aspira più all’utilità che allo sfoggio, più ai va oltre la semplice tolleranza e offre un
progressi della saggezza politica e della esempio emblematico d’integrazione in
ragione generale che alla gloria delle Lette - nome della saggezza e della ragione. I tre
re31 – la giuria non attribuisce nessun pre- autori concordano nell’individuare i torti

30 Vedi nota 21.


31 Vedi nota 16.
32 I saggi sono stati ripubblicati in edizione anastatica dall’Editions d’Histoire sociale, EDHIS, Pari-
gi, 1968, e fanno parte della collezione La Révolution Française et l’émancipation des Juifs, 1787-1806 in 8
voll., comprendente lettere, memorie, discorsi parlamentari e pubblicazioni diverse. La collezione integra,
ma non sostituisce, la raccolta quasi introvabile di Halphen 1851.
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La Massoneria e l’emancipazione degli ebrei, V.P. Gastaldi

della società cristiana e nell’indicare la state 1789 (più di 700 devono trovare ripa-
necessità di ripararli abolendo tutte le leggi ro al di là della frontiera, nel Cantone di
e le misure discriminatorie che impedisco- Basilea, dove vengono soccorsi dalle auto-
no ai discendenti di Abramo rità patriziali della
di vivere normalmente e piccola repubblica);
sviluppare le proprie attitu- poi, la formulazione
dini individuali in libertà, astratta della Dichia -
sicurezza e armonia, con razione universale dei
vantaggio personale e del- diritti dell’uomo e del
l’intera comunità che li cittadino non contie-
accoglie. ne nessun richiamo
Figlio dei Lumi, l’abate specifico agli ebrei di
Grégoire ha un approccio Francia e non li
antropologico vicino alle emancipa direttamen-
tesi di Buffon secondo le te. Anzi, nel decreto
quali alcuni segmenti del- attuativo, declassa gli
l’umanità sono degenerati ebrei “portoghesi” e
fisiologicamente con l’andare del tempo. “del papa”, parificando il loro status a quel-
Gli ebrei sono uno di questi segmenti. Con lo degli askenaziti del Nord-Est.
uno schematismo che accusa la presenza di Inizia allora un dibattito politico convul-
ancora qualche pregiudizio di fondo, egli so, fatto di petizioni, proteste, indirizzi, dis-
elenca alcuni fattori di simile dégénérescen - cussioni parlamentari con colpi di scena,
ce nelle regole alimentari, nelle condizioni rinvii, imboscate, votazioni a sorpresa. Il
igieniche e nella pratica dell’endogamia. cammino degli ebrei francesi verso la citta-
Meno tassativo di Buffon, egli però crede dinanza è tormentato e scandito in quattro
che la perfettibilità umana sia un patrimonio tempi: il 28 gennaio 1790 gli ebrei “porto-
e un dovere comune a tutte le stirpi e a tutti ghesi e spagnoli” tornano a godere dei dirit-
gli individui: ciascuno deve squadrare e ti precedentemente goduti e, s’ils remplis -
levigare in sé e da sé le pietre per la costru- sent les conditions, sono citoyens actifs; il
zione del Tempio dell’Uomo. 13 giugno del medesimo anno, gli ebrei di
Il concorso metzino si esaurisce quando Avignone diventano cittadini per volontà
ormai la società francese d’ancien régime è degli insorti avignonesi che proclamano la
entrata nella crisi economica e politica irre- loro riunificazione alla Francia con imme-
versibile. Qualche mese dopo scoppia la diata applicazione delle leggi vigenti nel
Rivoluzione che, nelle fasi iniziali, si Regno; il 10 giugno 1791 sono rivestiti del-
mostra una cattiva matrigna per gli ebrei. la cittadinanza gli ebrei del Contado Ve n e s-
Anzitutto, in Alsazia e in Lorena sono vitti- sino, i cui abitanti hanno deciso il ricon-
me di un’ondata di attacchi e saccheggi giungimento con Parigi; infine, il 27 set-
contadini durante la Grande Paura dell’e- tembre 1791, con un voto dell’Assemblea
• 38 •

Nazionale, vengono dichiarati cittadini gli Friedrich Klopstok e ancora più dall’esote-
ebrei dell’Alsazia, della Lorena e dei Tre rismo cabalistico, Franz è tra i fondatori
Vescovati. Ora soltanto gli ebrei possono dell’Ordine dei Fratelli Asiatici nelle cui
con enfasi salutare nella Francia la nuova- logge “Melchizedek” siedono insieme
antica patria: le sue “Ebrei, Turchi, Persia-
montagne sono il ni, Armeni, Copti” (in
nostro Sion, i suoi realtà ebrei e cristiani)
fiumi il nostro scambiandosi recipro-
Giordano, le sue camente i nomi: i cri-
acque, le acque del - stiani assumono nomi
la nostra libertà. ebraici e viceversa.
Non meno enfatica- Nel 1792 Franz Tho-
mente il rabbino di mas von Schoenfeld
Metz, dopo la vitto- ha la seconda muta-
ria di Valmy, com- zione. Si trasferisce a
pone un inno sull’aria della Marsigliese. Strasburgo (dove è stato attivo per un trien-
Nell’intreccio tra Logge massoniche e nio il “Filosofo sconosciuto”, Louis Claude
clubs giacobini, gli ebrei trovano una via di de Saint Martin), prende il nome di Sig-
integrazione nella patria appena acquisita. mund Gottlieb Junius Frey, si fa giacobino
Se Hourwitz diventa una figura nota nei cir- e finisce ghigliottinato il 5 aprile 1794
coli rivoluzionari33, vi è pure un altro lega- insieme a Danton.
me sotteso tra la Massoneria e le aspirazio- L’aurora della libertà è presto offuscata
ni ebraiche a un t i q q u n, rinnovamento radi- dalle cupe nuvole di nuove tempeste: la for-
cale dei tempi e della società. È quello del mula dei giuramenti civili imbarazza, ma si
frankismo e dei suoi adepti, portato in Fran- trova un compromesso; la campagna antire-
cia dai fratelli Junius ed Emmanuel Frey34. ligiosa che impone il culto della Dea Ragio-
Parenti di Jakob Frank, seguace dell’ultimo ne dai riti parodistici e neopagani ferisce la
finto Messia Shabbatai Zevi, i fratelli Frey sensibilità austera e astratta della ritualità
appartengono a una famiglia ebraica di ebraica; il nuovo calendario basato sulle
Brno, in Moravia, i Dobruska, convertita al decadi e non sulle settimane sovverte le
cattolicesimo cambiando il cognome in feste; tutte le sinagoghe vengono chiuse, gli
Schoenfeld. Nella prima metamorfosi, arredi saccheggiati; a Metz, Haguenau e in
Moses Dobruska diventa Franz Thomas molte altre località alsaziane e lorenesi si
Schoenfeld, nobilitato da Maria Teresa. ripete il lugubre spettacolo del rogo dei libri
Affascinato dalla “repubblica dei dotti” di ebraici; il Terrore miete vittime. L’incubo

33 Kahn 1898, riedito nel 1998 a cura di B. Franklin, New York, Editions historiques franco-juives.
34 Scholem 1981. Sul frankismo si veda inoltre Mandel 1984.
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La Massoneria e l’emancipazione degli ebrei, V.P. Gastaldi

finisce nel 1795 quando è ripristinata la Pochi anni dopo, nel 1806, per inquadra-
libertà dei culti e quello ebraico può rivive- re con esattezza l’ebraismo nello Stato e per
re. A confermare la definitiva pace religiosa riorganizzare le comunità ebraiche dei suoi
con l’eguaglianza giu- domini diretti o
ridica di tutti i cittadi- mediati, Napoleone
ni indipendentemente convoca a Parigi
dalle loro convinzioni, un’assemblea
interverrà poi Napo- straordinaria com-
leone. Se con il Con- posta di 111 perso-
cordato del 1801 rista- nalità eminenti del
bilisce il cattolicesimo mondo ebraico,
come religione di Sta- scelte sia tra i rab-
to, subito si premura bini più reputati (vi
di confermare ai mem- saranno tra gli altri
bri delle minoranze i anche Jacob Israel
diritti acquisiti. Per Carmi da Reggio
questo verrà celebrato Emilia e Abram
in una serie di incisio- Vita Cologna da
ni, come quella di Mantova, già depu-
François Louis Cauche, tato della Repubbli-
riprodotta sulla copertina del saggio di Katz ca Cisalpina e cavaliere della Legion d’O-
Hors du Ghetto. Ne ricordo tuttavia anche nore) sia tra gli esponenti civili più autore-
un’altra, del 1802, particolarmente elo- voli delle varie comunità. All’assemblea
quente nell’uso della simbologia: Napoleo- Napoleone pone una serie di quesiti sui rap-
ne sta in piedi su una specie di piedistallo; porti tra ebrei e gentili nell’ottica ebraica,
nella sinistra tiene la pergamena del decre- sul trattamento dei matrimoni misti, sull’os-
to “Libertà dei Culti”; con la destra indica servanza delle leggi statali. Le risposte del-
in alto un triangolo luminoso con iscritto il l’assemblea vengono passate, per una con-
Tetragramma beneficamente irraggiante; è valida dottrinale, a un Gran Sinedrio di 71
attorniato da nove personaggi che nell’ab- membri (come l’antico Gran Sinedrio di
bigliamento individuano le fedi cattolica, Gerusalemme) appositamente riunito a
ebraica, protestante, ortodossa, armena, Parigi nel febbraio 1807. In quell’occasio-
confuciana, musulmana e, nello sfondo, c’è ne, Napoleone introduce il sistema conci-
persino l’indiano pellerossa con il tipico storiale: un Concistoro Centrale a Parigi
copricapo di piume. Nella didascalia si leg- diretto da tre rabbini e da due laici, e una
ge: Libertà dei Culti mantenuta dal Gover - serie di Concistori locali, uno per ogni
no – Un Governo saggio protegge tutte le dipartimento o gruppo di dipartimenti con
religioni – Voi siete tutti fratelli, amate tut - almeno 2000 ebrei. A tali concistori è
ti il Governo sotto il quale vivete. demandato il compito di amministrare le
• 40 •

comunità, sorvegliare l’applicazione del il povero Tommaso Crudeli37 è la vittima


regolamento del culto, sovrintendere al designata da Roma per ripristinare la pro-
reclutamento per il servizio militare35. pria supremazia sul Granducato).
Le uniche oasi felici
Sull’Italia prerivo- sono allora quelle di
luzionaria grava un Livorno e Venezia. A
silenzio deprimente. Livorno, la presenza
Non vi è il minimo cosmopolita di un por-
accenno a un dibattito to mercantile assai atti-
emancipazionista, né vo, sia per i traffici
tra i cristiani, né tra gli mediterranei, sia per
ebrei. Gli unici passi quelli con l’Olanda e
di avvicinamento tra i l’Inghilterra, crea una
due mondi, che vivono vivacità latomistica
gomito a gomito, eppu- nella quale riescono a
re sono separati da un muro invalicabile e inserirsi anche gli ebrei che lì godono di
inviolabile costruito dalle imposizioni chie- uno status giuridico e sociale accettabile in
sastiche, sono quelli, sporadici, che avven- base alla Lettera patente “Livornina” del 10
gono in poche Logge di derivazione ingle- giugno 1593. Nella Serenissima, invece, gli
se. Sono casi rari che si realizzano soltanto ebrei sono sottoposti a tutte le interdizioni
quando si combinano diversi fattori favore- abituali (il primo ghetto è stato istituito pro-
voli. La Massoneria settecentesca italiana prio a Venezia nel 1515) ma l’Inquisizione
ha una presenza rilevante nei domini sabau- pontificia ha poco spazio e il regime, esau-
di di terraferma, nella Milano illuministica, sto, è incapace di infierire. Nella città lagu-
nel Regno di Napoli, nel Granducato di nare, nel 1772, viene istituita una Loggia
Toscana, che diviene presto (1738) posses- intitolata “L’Union”. Ha una patente ingle-
so del Fratello massone Francesco Stefano se ed è diretta da Pietro Antonio Gratarol.
di Lorena, marito di Maria Teresa. Ma in Tra i suoi membri vi sono gli israeliti
tali situazioni, o non vi sono ebrei (come a Beniamino Treves, con la carica di Maestro
Napoli e a Milano), o la Massoneria è forte- delle Cerimonie, Vita Sachi, Isacheto Beli-
mente aristocratica e legata alla Stretta lios e un non meglio identificato Raccà38. È
Osservanza Templare (come a Torino), o la interessante notare la declinazione veneta
vigilanza inquisitoriale della Chiesa è mas- dei nomi, quasi a sottolineare l’aspirazione
siccia e oppressiva36 (come a Firenze, dove ad appartenere alla “nazione” marciana. Vi

35 Anchel 1928; vedi anche AA.VV. 1979.


36 AA.VV. 1991.
37 D’Anzio 1988.
38 Francovich 1974.
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La Massoneria e l’emancipazione degli ebrei, V.P. Gastaldi

è pure da notare la composizione, assai distintivo; consente il libero esercizio di tut-


significativa, dell’Officina: nelle sue colon- ti i mestieri manuali e delle arti intellettua-
ne si incontrano molti stranieri, come fran- li, nonché l’attività economica in campo
cesi e inglesi, e soprattutto “bar- agricolo (però a mo’ di
nabotti”, ossia i membri affittanza soltanto) ;
dell’aristocrazia mer- concede e incorag-
cantile veneta che più gia l’accesso a tutte
sono scontenti del le scuole pubbliche
declino politico ed eco- e a tutte le facoltà
nomico della Repubbli- universitarie (eccet-
ca e vanno alla ricerca to teologia); per-
di nuovi assetti sociali mette la libera scelta
per modernizzarla e rivi- della residenza (con
talizzarla39. I loro proget- l’esclusione di alcune
ti non riusciranno a esse- città minerarie della
re realizzati. Boemia e della capita-
La tolleranza è, invece, le Vienna, per la quale è
instaurata quale sistema legale vigente a necessaria un’autorizzazione speciale).
Trieste e nel complesso mosaico dei domi- Come si vede, non è già un godimento
ni asburgici – caratterizzati da un’estrema universale dei diritti civili, ma la tolleranza
varietà di lingue, culture, e confessioni reli- è quasi completamente raggiunta e consa-
giose – con la Patente di Tolleranza emana- crata in una legge. D’altro canto, le norme
ta da Giuseppe II nell’autunno del 1781. attuative della Patente di Tolleranza sono
Con essa, luterani, calvinisti, cristiani orto- introdotte in tempi diversi nelle varie pro-
dossi, ebrei e maomettani ottengono la vince dell’Impero: il 27 settembre nel
libertà di culto. Da parte loro, gli ebrei sono Ducato di Mantova, il 2 novembre in Boe-
già stati oggetto di uno speciale Rescritto mia, il 19 dicembre a Trieste, il 2 gennaio
imperiale il 16 maggio precedente, nel qua- 1782 a Vienna e nell’Austria tutta. Quella di
le è manifesta la volontà dell’imperatore di Giuseppe II è, comunque, la legislazione
fare uscire gli ebrei dalla plurisecolare europea del periodo più avanzata. Essa
segregazione coatta. Nel suo illuminismo, rispecchia le tesi di von Dohm, anche se è
al tempo stesso autocratico, razionalista ed difficile precisare con esattezza l’influenza
utilitario, Giuseppe II, da un lato, impone del funzionario berlinese sulle scelte del
agli ebrei di usare la lingua del paese in cui monarca austriaco. Accrescere le risorse a
abitano, limitando l’uso dell’ebraico al solo disposizione del Governo, migliorare l’eco-
servizio divino; dall’altro, abolisce il segno nomia, avere sudditi meno poveri ed igno-

39 Cfr. Berengo 1956; Trentafonte 1984; Venturi 1990.


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ranti, più soddisfatti e tranquilli, circoscri- Giuseppe II, divenuto sovrano unico
vere ed eliminare le interferenze ecclesia- dopo la morte della madre Maria Teresa, è
stiche nei poteri civili, raffor- più tollerante dell’augusta
zare lo Stato sono gli obiet- genitrice e agisce in due
tivi che Giuseppe II intende direzioni. Da un lato, vuole
realizzare con una politica eliminare qualunque inter-
di rigido controllo burocra- ferenza esterna negli aff a r i
tico centralizzatore. È il dell’Impero e cerca un
metodo che egli applica alleato interno per la
anche nella riorg a n i z z a z i o- modernizzazione economi-
ne della Massoneria. A ca e sociale dei suoi domi-
riguardo è forse utile una ni: con il decreto del 25
breve divagazione. marzo 1781 proibisce a
La prima Loggia vienne- ogni Ordine profano o reli -
se è installata il 17 settem- gioso di riconoscere una
bre 174240. In essa, il 20 qualsiasi autorità straniera
gennaio 1743, viene iniziato cui inviare fondi. Taglia
Joseph Riga, esperto di lingue così la sudditanza della Mas-
orientali e Hofjude (ebreo di Corte)41 del soneria asburgica a quelle straniere e crea la
principe d’Ottingen-Spielberg. Un mese e Gran Loggia Nazionale austriaca, procla-
mezzo dopo, il 7 marzo, in occasione del- mata dai rappresentanti delle 45 Logge esi-
l’ingresso di altri sei candidati, Maria Tere- stenti nell’Impero (ad essa non aderiscono
sa, ben informata dai gesuiti, ordina un’ir- le 17 Logge dei Paesi Bassi austriaci). Dal-
ruzione armata nella Loggia, fa sequestrare l’altro lato, la volontà centralistica giusep-
gli arredi ed ordina lo scioglimento dell’Of- pina culmina l’11 dicembre 1785 nell’Edit-
ficina: da allora per la Massoneria asburg i- to che precisa il numero delle Logge per-
ca inizia un calvario di vita clandestina e messe: una per ogni città capitale dei vari
repressioni, interrotto da brevi parentesi di Stati da lui governati, con l’eccezione di un
libera espressione42. Alcune Logge cercano massimo di tre a Vienna. Inoltre, impone
la legittimità di costituzione e la protezione alle Logge superstiti di notificare alle auto-
di Potenze massoniche e di sovrani stranie- rità il piè di lista degli aderenti e il calenda-
ri quali gli Hannover (la dinastia che regna rio delle riunioni. In tale modo configura
in Inghilterra dal 1714), o gli Hohenzollern una Massoneria funzionale al potere e con-
prussiani. tigua ad esso, ma anchilosata e impoverita.

40 Bernheim, A. s.v. Autriche, in Encyclopédie de la Franc-Maçonnerie.


41 Sulle figure e i ruoli degli “ebrei di Corte”, si veda in particolare Stern 1950.
42 Bernheim, A. s.v. Autriche, in Encyclopédie de la Franc-Maçonnerie.
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La Massoneria e l’emancipazione degli ebrei, V.P. Gastaldi

La sensibilità massonica tuttavia dipingerà L’emancipazione ebraica attuata dalla


il decennio giuseppino (1780-1790) con i Francia rivoluzionaria è, tuttavia, un esem-
colori della nostalgia pio che anima le più forti
di un’età d’oro da speranze. Non c’è dun-
rimpiangere. E non que da stupirsi se gli
senza ragione: alla ebrei italiani esultano
morte di Giuseppe II, quando le truppe france-
infatti, gli avveni- si, comandate da Napo-
menti della Rivolu- leone, valicano le Alpi,
zione Francese susci- sbaragliano gli eserciti
tano una profonda coalizzati e s’impadro-
impressione nel suc- niscono di tutta la peni-
cessore Leopoldo II sola. Dovunque arrivino,
(1790-92) e l’ostilità furibonda del bigotto i generali francesi fanno abbattere e brucia-
e reazionario Francesco II, che arriva a re i portoni dei ghetti. Sulle ceneri dei gioio-
chiedere alla Dieta di Regensburg di sop- si falò, spesso innalzano gli alberi della
primere la Massoneria in tutti i territori del libertà in un tripudio di fanfare e con lo sfa-
Sacro Romano Impero. Molti Stati tedeschi villio di coccarde giacobine, ostentate con
si oppongono, ma egli è libero di imprime- allegria al posto degli infami segni distinti-
re una svolta reazionaria e clericale non pri- vi; dappertutto le feste della fratellanza si
va di ferocia contro la Massoneria nei suoi intrecciano con le esercitazioni della Guar-
Stati e in quelli satelliti. dia Civica formata dai vecchi e nuovi citta-
Ed è appunto la paura per la Rivoluzione, dini. Dovunque arrivano, i liberatori pro-
sobillata nel popolino dai governanti e dal- mulgano un decreto che più o meno suona:
la predicazione di un clero retrivo, a provo- Considerando che i principi della Repubbli -
care i primi episodi di reazione selvaggia ca Francese respingono le distinzioni che
che colpiscono gli ebrei ancora prima che la tendono a stabilire differenze fra li cittadini,
Rivoluzione Francese arrivi effettivamente si decreta che gli ebrei godranno li medesi -
nel nostro paese. È quanto, ad esempio, mi diritti che gli altri cittadini44.
accade nel 1793 a Roma, in concomitanza Tali principi vengono con solennità riba-
con l’assassinio del diplomatico e propa- diti nelle effimere Carte costituzionali delle
gandista francese Giuseppe Ugo de Basvil- Repubbliche giacobine. Tutte riconoscono,
le, con l’attacco e l’assedio del ghetto, nar- infatti, l’eguaglianza dei cittadini e la liber-
ratici con toni dolenti dal maggiorente Tran- tà dei culti, come, ad esempio, la Costitu-
quillo Del Monte43. zione della Repubblica Cisalpina dell’anno

43 Sereni 1970.
44 Milano 1963 e De Felice 1955; Milano 1964.
• 44 •

V (luglio 1797), che all’art. 354 recita: A contro le comunità dell’Italia centrale cau-
niuno può essere impedito l’esercizio del sando distruzioni e morte. A Pesaro, Urbi-
culto che ha scelto, conformando - no, Lugo, Arezzo, Pitigliano, Siena, Monte
si alle leggi […] Nessuno può San Savino, Senigal-
essere obbligato a contribuire lia… i ghetti sono presi
alle spese di qualunque culto. d’assalto, saccheggiati
Poco importa poi se i principi e dati alle fiamme dalla
della libertà dei culti e dell’e - plebaglia fanatizzata da
guaglianza dei cittadini non si predicatori ignoranti e
fondono in quello dell’egua - senza scrupoli e da
glianza dei culti. Si è già paghi squadracce in cerca di
ed orgogliosi di quanto stabili- bottino. La devastazio-
to nell’art. 4 della Costituzio- ne maggiore la subisco-
ne della Repubblica Cispada- no il 7 maggio 1799 gli
na, del 27 luglio 1797: La ebrei di Monte San
Repubblica Cispadana conser - Savino (in provincia di
va la religione della Chiesa Arezzo), la cui piccola
cattolica apostolica romana. comunità non riuscirà
Non permette verun altro eser - mai più a ricostituirsi. È
cizio di pubblico culto. Solo agli ebrei per - poi la volta di Senigallia (18 giugno) dove
mette la continuazione del libero e pubblico si contano 13 trucidati, mentre per fortuna
esercizio del loro culto per tutto il territorio. gran parte della comunità si salva via mare,
Non vuole però che alcun cittadino, o abi - rifugiandosi presso i correligionari di A n c o-
tante nel suo territorio, quando viva ubbi - na protetti dall’illuminato vescovo Onorati.
diente alla legge, sia inquietato per opinio - Il 28 agosto, a Siena, le vittime della strage
ne religiosa45. saranno addirittura 1946.
L’adesione degli ebrei italiani al nuovo L’ordine si ristabilisce non appena Napo-
ordine politico è spontanea e generale. Ma leone ritorna sulla scena italiana e sgomina
la storia è pronta a tradirli. Il primo respiro gli avversari con campagne fulminee. L’e-
di libertà è brevissimo. A mano a mano che mancipazione completa è allora ripristinata
le truppe francesi si devono ritirare sotto i e gli ebrei si fanno protagonisti della vita
contraccolpi della coalizione antinapoleoni- economica, sociale e politica dei regimi sta-
ca, mentre il grande corso è impegnato nel- tali creati e rimaneggiati da Napoleone, il
la campagna d’Egitto, la reazione sanfedista quale estende gradualmente il sistema con-
e delle bande dei “Viva Maria” si scatena cistoriale anche in Italia47. Gli studi, le pro-

45 Fubini 1970.
46 Sierra 1970 e Pavoncello 1970.
47 Laras 1979 Sierra 1969.
• 45 •
La Massoneria e l’emancipazione degli ebrei, V.P. Gastaldi

prietà prediali, l’attività industriale, l’am- determinatezza alla Carboneria e ai moti


ministrazione pubblica e le Logge massoni- liberali, alla Giovine Italia mazziniana, o
che non sono più vietati alla politica cavou-
agli ebrei italiani, che riana e, infine, alle
vi si dedicano con suc- imprese garibaldi-
cesso, riscuotendo sti- ne. Insomma, alle
ma e considerazione. fasi eroiche del
Il crollo dell’impero nostro Risorg i m e n-
napoleonico precipita to51. Attilio Milano
gli ebrei nella più pro- commenta, con
fonda frustrazione. Il sintesi efficace:
congresso di Vienna
vuole riportare indietro La foga con cui gli
l’orologio della storia ebrei si gettarono
di un quarto di secolo, nella lotta per l’indi -
restaurando l’ancien pendenza italiana,
sia nella fase cospira -
régime e le sue leggi di-
trice sia in quella insurrezionale, e lo scotto
scriminatorie con i ghetti obbligatori, le
che vi pagarono, furono notevolmente supe -
interdizioni, i segni distintivi etc. Vengono riori al loro rapporto numerico.
in tal modo annullati in blocco agli israeliti
i diritti acquisiti con la recente legislazione. Milano prosegue con l’acuta osserva-
Il rincrudimento delle loro condizioni è par- zione:
ticolarmente umiliante e doloroso in Pie-
monte, negli Stati della Chiesa48, nel Lom- Anche le loro aspirazioni erano più vaste
bardo Veneto49 e nel Ducato di Modena, un di quelle degli stessi patrioti, perché per essi
po’ meno grave nel Granducato di Tosca- siffatte aspirazioni dovevano avverarsi su due
na50. È il secondo tradimento della storia. piani sovrapposti: quello italiano e quello
Da esso, gli ebrei maturano la consapevo- ebraico52.
lezza piena che il loro riscatto è inscindibil-
mente legato al riscatto nazionale italiano. E il deciso risveglio culturale ebraico
Ecco perché aderiscono con entusiasmo e puntualmente si verifica grazie ad alcune

48 Laras 1973.
49 Berengo 1987. Fra i vari divieti vi è quello tassativo circa la professione di farmacista, retaggio
del medievale pregiudizio che vede nell’ebreo l’avvelenatore dei cristiani: Nissim 1970.
50 Salvadori 1993.
51 Bedarida 1961; Formiggini 1970; Foa’ 1978.
52 Milano 1963.
• 46 •

eccezionali personalità, quali il livornese Frattanto lo spettacolo esecrabile delle


Elia Benamozegh53, pioniere del dialogo condizioni in cui vivono le minoranze per-
ebraico-cristiano, e il trie- seguitate ferisce la
stino-padovano Samuel sensibilità degli intel-
David Luzzatto, suo ami- lettuali e dei politici,
co e critico54. In altre che vogliono rico-
parole, l’impegno ebrai- struire le vene della
co tende a far sì che l’Ita- modernizzazione
lia diventi “I Tal Yà”, sociale, occluse dai
u n ’isola della rugiada governi della Restau-
divina: una patria al razione. Il dibattito
medesimo tempo politica sull’emancipazione
e spirituale. nel nostro paese è
Al riguardo, non c’è finalmente fervido e
bisogno di sciorinare lun- generoso. Tra il 1830
ghe liste di nomi bene- e il 1848 si susseguo-
meriti e di eroi. Ci basta no molti interventi,
sapere che vi sono ebrei che portano la firma
affiliati alla Carboneria della migliore inteli -
già nel 1815 a Livorno; gencija e dell’emer-
che in numero cospicuo gente classe politica
sono tra gli insorti piemontesi del 1821; che liberale e democratica. Il primo invito a
i più stretti collaboratori di Ciro Menotti nei rompere il muro dell’intolleranza viene, nel
moti di Modena del 1831 sono i due attivis- gennaio 1830, da un commosso articolo di
simi fratelli Emilio e Angelo Usiglio, l’ulti- Gabriele Pepe, pubblicato sul numero 109
mo dei quali, condannato a morte in contu- della fiorentina Antologia del Vieusseux.
macia, scampa il patibolo con un tormenta- Seguono due interventi di Giuseppe Mazzi-
to esilio che lo avvicina a Mazzini di cui ni, apparsi sulla Jeune Suisse del novembre
diviene il fidato segretario; che lo sventura- 1835; poi Roberto e Massimo D’Azzeglio55,
to Abramo Isacco Forti di Lugo di Roma- Cesare Balbo, lo stesso Cavour, Niccolò
gna finisce invece giustiziato nel 1832 per Tommaseo, Vincenzo Gioberti e un popola-
aver promosso l’insurrezione di Faenza; che no carismatico di nome Angelo Brunetti,
i Todros di Torino dissipano un patrimonio famoso con il nomignolo di Ciceruacchio,
per sostenere la sfortunata spedizione nella che nel luglio 1847 è capace di trascinare i
Savoia nel 1834. romani, generalmente ostili o indifferenti, in

53 Lattes 1901; Benamozegh 1990; Benamozegh, Scritti scelti; Benamozegh 1977.


54 AA.VV. 1966.
55 Ghisalberti 1979.
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La Massoneria e l’emancipazione degli ebrei, V.P. Gastaldi

una grande manifestazione di fratellanza Poiché i protestanti valdesi sono già stati
con gli ebrei proprio nella piazzetta del emancipati con la Lettera patente del 17
ghetto56. Tuttavia, il capo- febbraio 1848 n. 673, le
scuola nell’affrontare il eccezioni riguardano
problema non tanto in chia- ormai esclusivamente gli
ve umanitaria sentimentale, ebrei, tuttora tenuti ai
ma con poderose e serrate m a rgini. In proposito,
argomentazioni storiche, assai pertinenti sono le
giuridiche, ed economiche, precisazioni di Guido
è Carlo Cattaneo nel saggio Fubini sullo Statuto
Ricerche economiche sulle Albertino, che se pur
interdizioni imposte dalla non sancì l’eguaglianza
legge civile agli Israeliti, dei diritti per gli ebrei
scritto nel 1835 e pubblica- piemontesi e liguri, aprì
to solo due anni dopo a tuttavia la strada alla
causa delle cocciute ostilità loro emancipazione57 g r a-
della censura austriaca. duale segnata dalle suc-
Le idee emancipazioni- cessive leggi: il R.
ste circolano e si radicano nel- Decreto del 29 marzo n. 688
la società italiana e, durante la “primavera concede il godimento dei diritti civili e l’ac-
delle nazioni” quarantottesca, sono recepite cesso ai gradi accademici; il Decreto Luo-
nelle carte Costituzionali che i sovrani si gotenenziale del 15 aprile n. 700 ammette
affrettano a concedere. Le più liberali e gli ebrei al servizio militare; e, infine, la
avanzate sono gli Statuti del Granducato di Legge del 19 giugno n. 753 dispone nel suo
Toscana (15 febbraio) e del Ducato di Par- articolo unico:
ma (28 marzo). Non ancora esente da pre-
giudizi è invece lo Statuto del Regno di Sar- La differenza di culto non forma eccezione
degna, concesso dall’ambiguo e bigotto al godimento dei diritti civili e politici ed alla
Carlo Alberto. Nell’art. 24, infatti, recita: ammissibilità alle cariche civili e militari.

Tutti i regnicoli, qualunque sia il loro tito - È facile contrapporre al tortuoso percor-
lo e grado, sono eguali dinanzi la legge. Tut - so sabaudo la limpida formulazione dell’art.
ti godono ugualmente i diritti civili e politici, VII dei Principi Fondamentali della Costi-
sono ammissibili alle cariche civili e militari, tuzione della Repubblica Romana del 1849
salvo le eccezioni determinate dalla legge. che senza indugi proclama:

56 Canepa 1977 e 1981.


57 Fubini 1970.
• 48 •

Dalla credenza religiosa non dipende l’e - sia delle comunità che lo compongono. Con
sercizio dei diritti civili e politici. buona pace dei seguaci di Barruel e Bre-
sciani, ossessionati dal-
Il richiamo alla l’idea di un rapporto
Repubblica Romana di necessario tra massoni
Giuseppe Mazzini, Car- ed ebrei coalizzati in un
lo Armellini e Aurelio fantomatico complotto
Saffi ci permette di d e m o - p l u t o - m a s s o n i-
riannodare il filo del co-giudaico, si tratta
discorso parallelo sulla piuttosto di un legame
Massoneria italiana. fatto di ideali condivisi.
Dalla sua riorganizza- Vi sono al riguardo
zione, avvenuta sotto un luogo e un perso-
l’egida napoleonica con naggio emblematici:
la fondazione del Gran- Villa il Vascello ed
de Oriente d’Italia nel Ernesto Nathan.
1805, essa non ha mai L’estrema difesa del-
precluso le sue porte agli ebrei. Discrimina- la Repubblica Romana si svolge sulle pen-
ta dalle persecuzioni poliziesche della dici del Gianicolo, per la precisione al Casi-
Restaurazione specialmente rivolte ai pub- no dei Quattro Venti e a Villa il Vascello,
blici impiegati58 e costretta a lavorare nella dove i volontari, accorsi da tutta l’Italia,
clandestinità, essa risorge a nuova vita lega- resistono eroicamente per un mese ai can-
le a Torino nel 1859, assumendo fra i propri noneggiamenti e agli attacchi delle truppe
valori fondativi anche quelli patriottici del- francesi. Molti sono i caduti nell’epica lot-
l’indipendenza e della libertà nazionale del ta. Fra di essi vi sono anche il ventitreenne
nostro e di tutti i popoli oppressi, condizio- Giacomo Venezian, venuto dalla lontana
ni indispensabili per poter creare un’effetti- Trieste59, e l’ancor più giovane Ciro Finzi,
va catena d’unione fraterna e universale. già distintosi l’anno prima sulle barricate di
Tra ebraismo e Massoneria italiana si stabi- Milano. Villa Il Vascello è ora la sede del
lisce una convergenza di ideali. Ambedue Grande Oriente d’Italia60.
anelano a uno Stato laico e democratico che Il personaggio è Ernesto Nathan61, l’i-
abolisca ogni forma di discriminazione e sraelita anglo-italiano figlio di Sarina Levi
lasci libero accesso alla ricerca del miglio- Nathan da Pesaro (colei che ospita Giusep-
ramento civile e morale sia degli individui pe Mazzini durante gli anni più amari del-

58 Arisi Rota 2001.


59 Fano Jacchia 1972.
60 Benocci 2003.
61 Isastia 1994; AA.VV. 1998; Conti 2003.
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La Massoneria e l’emancipazione degli ebrei, V.P. Gastaldi

l’esilio londinese) e fratello di Giannetta Caporetto, il nostro paese corre il rischio di


Nathan Rosselli nella cui casa Mazzini spi- sfaldarsi. Egli incarna l’idea di una Masso-
ra il 10 marzo 1872. neria educatrice e
Uomo di adamantina capace di risvegliare
integrità e di potente le coscienze assopite
carica ideale, Nathan, ai sentimenti dei
oltre che sindaco di doveri civili, dell’a-
Roma dal 1907 al more fraterno e della
1913, è Gran Maestro comune difesa della
del Grande Oriente giustizia, contribuen-
d’Italia dal 1896 al do a formare l’identità
1903, quando si dimet- nazionale italiana. Il
te per ragioni di salute. programma massoni-
Ultrasettantenne, si co e di Nationalbil -
arruola volontario nel- dung di Nathan sono
la prima guerra mon- del tutto coerenti con i
diale. Il supremo principi di libertà,
maglietto di Gran Maestro gli viene aff i d a- eguaglianza e fratellanza che campeggiano
to una seconda volta nel 1917 quando, dopo in tutti i Templi.

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The Body Snatcher
L’uomo e il corpo morto
di Paolo Delaini
Farmacista

The development of scientific medical studies could profit by the examination of


dead matter. The dead body, human and animal, is an unlimited source of infor -
mation and an excellent field of experimentation. Restrictions and limitations
which governments and religions impose on the study of dead matter are originat -
ed from ancient tabooes, medieval superstitions and ancestral fears. Today more
than ever the words of William Shakespeare are still topical: There is no darkness
but ignorance.

rammenti di organi interni, lem- che ci passa davanti. Sono corpi sezionati, è
bi di pelle, ossa e cartilagini di la vita come non l’abbiamo mai vista, è il
ogni specie animale che abbia mondo che ci circonda visto da dentro, sia-
mai popolato la terra, il cielo o i mari. Rac- mo noi.
capriccianti feti nati deformi, insetti, scim- Questa collezione del vivente, nascosta
mie, lo stomaco di una megattera. nel cuore di Londra, racchiude gli esempla-
I vasi pieni di formalina sono illuminati ri raccolti da John Hunter (1728-1793), uno
da una luce bianca e disposti su lucide scaf- dei padri della chirurgia, un medico perva-
falature; in mezzo un lungo corridoio. L’at- so da quella curiosità di osservare che soli-
mosfera è quella che regna nei musei dove tamente appartiene ai grandi scopritori. Alla
sono custodite le opere d’arte più importan- fine del Settecento, Hunter ha raccolto,
ti. Ad ogni passo si ha la sensazione di sezionato e confrontato le parti di corpi
avanzare lungo il cammino dell’evoluzione, umani e animali che riusciva a catturare nei
le gambe si muovono lentamente, gli occhi suoi viaggi come medico di marina o che
faticano ad abituarsi ad un simile spettaco- arrivavano nella sua casa di Leicester Squa-
lo. Susann, che mi accompagna, scherza re dal vicino giardino zoologico, il cui diret-
dicendo che prova un senso di nausea. La tore non poteva mancare nel novero dei
mente sembra non volere accettare quello suoi amici.
• 56 •

Per rendere oggi lo spirito di questa rac- Con una certa scaltrezza, il nostro chi-
colta ospitata nella prestigiosa sede del rurgo doveva impadronirsi dei cadaveri che
Royal College of Sur - lo interessavano non appena
geons di Londra, si morti, prima che i tessuti
potrebbe paragonarla iniziassero a corrompersi,
all’impresa dei nostri per poter consegnare ai
giorni di costituire una posteri quanto di meravi-
banca del genoma. I glioso aveva incontrato nel-
pezzi che uno dopo la sua vita, conservare le
l’altro arrichirono la preziose testimonianze di
collezione di Hunter rare malattie o inusuali
corrispondono alle deformità, evidenziare lo
scoperte sulla decifra- straordinario risultato con
zione del codice gene- cui le varie specie animali
tico annunciate ogni risolvono le necessità biolo-
giorno sulle pagine dei giche, adattandosi ai diversi
giornali. ambienti naturali.
Ma oggi, mentre Il lettore andrà a questo
visito le sale del suo punto avvisato: la congrega
museo, Hunter, che cui iscriviamo Hunter è quel-
gode di grande e storica stima quale indaga- la dei dissotterratori di cadaveri. Se vorrà
tore del vivente mi appare piuttosto come il continuare la lettura e si accorgerà di avver-
più illustre dei raccoglitori di cadaveri. Mi tire una certa simpatia per questi personag-
sembra possa essere collocato a buon dirit- gi, allora anche per lui il nostro punto di
to tra quegli scienziati accomunati dalla partenza, l’Hunterian Museum, sarà il luo-
passione per l’avventura nei territori ine- go ideale per riflettere sulle scelte che le
splorati e proibiti della natura: il terreno del- nuove frontiere della scienza di oggi, quel-
l’indagine necroscopica. Come quegli le della genetica, ci invitano a compiere. I
esploratori, ha osato infrangere i divieti ed nuovi campi di indagine che tanto spaven-
ignorare i rigidi precetti che regolavano il tano e fanno discutere richiameranno alla
seppellimento dei corpi e aborrivano il con- mente del nostro lettore i territori percorsi
tatto con la materia morta. Appassionato dal alcuni secoli fa da questi intrepidi pionieri
contributo che sentiva di portare al progres- armati di coltello e stilo ma anche di pala e
so delle conoscenze, per perseguire i suoi piccone. Il nostro Hunter sarà in questo un
scopi non esitava a escogitare qualche testimone eccellente: i suoi studi sulla gene-
imbroglio (quando non complessi sotterfu- tica lo portarono tre secoli fa ad effettuare la
gi) o a scendere a patti con personaggi prima inseminazione artificiale che la storia
loschi più adatti al fumo delle taverne che ai della medicina ricordi, mentre il museo da
fasti delle accademie scientifiche. lui allestito costituisce la più perfetta raffi-
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The Body Snatcher. L’uomo e il corpo morto, P. Delaini

gurazione di quell’albero contorto che, ses- dogli che sembrano zucche per non parlare
sant’anni dopo la sua morte, Charles Dar- dei dipinti ottocenteschi del narvalo evo-
win avrebbe adottato come metafora della canti un ippogrifo. Non potendo vedere i
sua teoria sull’evoluzione della specie. cetacei al naturale, questi diventavano
Ripercorrendo le imprese di oggetto delle più
questi medici dallo spirito fervide fantasie.
irrequieto risulterà chiaro Melville precisa
come vietare nuovi campi di che anche i più
indagine alla ricerca non ser- grandi naturali-
va a fermarne il progresso sti, di solito rigo-
ma solo a deviarlo alimen- rosi osservatori,
tando traffici illeciti e spin- avevano descrit-
gendo a gesta clamorose. to balene e tra
questi Aristotele,
Scheletri e giganti Plinio, Aldrovan-
di, Linneo, ma
Ho incontrato per la pri- che solo Hunter
ma volta John Hunter tra le ed Owen ne ave-
pagine di Moby Dick. Le balene, al tempo vano viste di vive. Hunter aveva raccolto
di Melville, erano la più grande metafora molte ossa di balena, ma nutriva molti dub-
del meraviglioso e di come le paure umane bi sul fatto che dallo scheletro arenato di
siano, in fondo, la rappresentazione di ciò una balena ci si potesse fare un’idea della
che si ignora. A quel tempo nessuno aveva sua vera figura: infatti l’ossatura dei cetacei
mai visto balene nel loro ambiente naturale. dà pochissimo l’idea della forma generale.
I disegni scientifici, come spiega lo stesso Hunter diceva che il semplice scheletro di
Melville, venivano eseguiti sugli esemplari una balena ha con l’animale rivestito lo
arenati, e somigliavano a quelli di una nave stesso rapporto che un insetto ha con la sua
naufragata, con la chiglia sfondata senza più crisalide che lo avvolge tondeggiante.
nulla della maestosità e della flessuosità Ecco anche qui il chirurgo che fin da
dell’esemplare nel suo ambiente naturale. fanciullo si ostinava ad aprire, di ogni cosa,
Nelle chiese, i predicatori evocavano i ceta- l’involucro esterno quasi fosse un baccello
cei quale simbolo stesso dell’inferno. L’i- e sgusciarne il contenuto osservandone i più
gnoranza delle cose portava a conclusioni piccoli componenti come se la realtà si
grottesche, come risulta dal modo bizzarro comprendesse solo scendendo ai suoi costi-
con cui, al tempo di Melville, venivano rap- tuenti più minuti.
presentate le balene nei libri di scuola, sulle Eppure la sua passione erano proprio i
insegne delle locande o tra le pagine dei giganti, ma non solo quelli del mare. In par-
testi biblici: balene con gobbe da dromeda- ticolare uno gli era così caro che lo volle
ri, esseri deformi con occhi enormi, capo- con lui nel suo ritratto più noto.
• 58 •

Il cimelio è conservato in fondo al corri- tal punto da impegnare tutte le sue ultime
doio del museo, dove svetta, illuminato da risorse per assicurarsi che il suo cadavere
una luce più intensa: è lo scheletro di un sarebbe sfuggito al coltello di Hunter.
uomo alto quasi tre Byrne escogitò un piano
metri. Le ossa hanno degno di un baleniere
un leggero colorito del Pequod: il suo cada-
marrone. È il segno vere, rinchiuso in una
che rimane dopo che, bara di piombo, sarebbe
attraverso la bollitura stato portato al largo nel
in acqua, si scarnifica Mare del Nord e gettato
un cadavere per con- nelle profondità marine.
servarne l’ossatura. Più Il resto della vicenda è
in basso, una didasca- cosa nota; come Hunter
lia accenna appena a riuscì a corrompere a
come quelle ossa furo- caro prezzo uno dei
no il frutto del più becchini e ad org a n i z-
astuto furto di cadave- zare, nella locanda dove
re che la storia della la carovana funebre
medicina abbia mai aveva trovato ristoro, la
contemplato. La preda, sostituzione del corpo
il più grande scheletro umano che un medi- con pietre dello stesso peso della salma in
co naturalista e collezionista come Hunter modo da non destare il minimo sospetto
potesse desiderare, giunse a Londra alla fine nella comitiva degli esecutori testamentari
del Settecento. Ma vi giunse sulle sue gam- che ripresero il loro insolito viaggio con-
be: era ancora ospitato all’interno del suo vinti di seppellire nelle profondità marine il
legittimo proprietario, un gigante irlandese mistero di quell’eccezionale creatura.
di nome Byrne. Questi si guadagnava da
vivere esibendosi per le strade come spetta- The Body Snatcher
colo mirabolante, e proprio tra i vicoli di
Londra si ammalò ancor giovane di tuber- Robert Louis Stevenson pubblicò nel
colosi. La storia che segue è quella di un 1898 uno dei suoi racconti più inquietanti,
inseguimento tra il chirurgo “cacciatore” e The Body Snatcher. “Il ladro di cadaveri”
il giovane gigante ormai allo stremo delle racconta la sordida storia di due furfanti che
forze. Questi venne presto a sapere di esse- profanano le tombe di chi poche ore prima
re braccato e che le sue spoglie sarebbero aveva ricevuto una degna sepoltura. La not-
state profanate il giorno stesso della sua te, i due malfattori trasportano sul carro i
morte per essere smembrate e studiate da cadaveri avvolti in un sacco mentre la piog-
quello che allora era il più grande chirurg o gia, bagnando l’involucro che li riveste, vi
della Gran Bretagna. L’idea lo terrorizzò a disegna i tratti del volto dei morti rivelan-
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The Body Snatcher. L’uomo e il corpo morto, P. Delaini

done poco a poco le sembianze. Questa genze di mercato procurando un prodotto


immagine che piacerà molto a Borges sem- sempre più vicino alle esigenze dei com-
bra uscita dal più tetro dei racconti di Edgar mittenti: avevano addirittura messo a punto
Allan Poe. I due vendono i cor- una tecnica di soff o c a m e n t o
pi, frutto della loro rapina, ad delle vittime che ne preser-
un laboratorio di anatomia per- vava interamente gli organi.
chè vengano poi sezionati Quando questo racconto
durante le lezioni universitarie venne pubblicato, alla fine
dal più famoso chirurgo di Sco- dell’Ottocento, pochi lettori
zia. Il racconto di Stevenson potevano ricordare che gli
insiste sulla linea sottile e il avvenimenti descritti da Ste-
gioco di apparenze che separa- venson non erano frutto del-
no la legalità dal crimine, il per- la fantasia dell’autore ma il
benismo dal malaffare. I medi- preciso racconto di un fatto
ci per ambizione commettono di cronaca realmente avve-
cose efferate; chi sembra un nuto circa settant’anni pri-
rispettabile clinico, si rivela poi ma. Con una sola differenza:
uno spietato assassino e la soglia la realtà dei fatti era stata così
che divide la vita dalla morte viene conti- tetra e grottesca da superare di gran lunga
nuamente varcata dai personaggi del rac- ogni possibile racconto fantastico.
conto, tanto da risultare difficile distingue- Proprio questa era la trama dei delitti
re la realtà della morte dal ricordo della vita. che, una volta scoperta, portò alla rovina il
Una sera, l’assistente incaricato di ricevere più illustre chirurgo di Scozia, Robert
in consegna i corpi e pagare i due malfatto- Knox, insinuando nella popolazione di
ri, riconosce nel volto del cadavere appena Edimburgo una tale avversione contro di lui
consegnato le sembianze di una donna di che, durante le indagini che lo riguardarono,
mestiere con cui si era intrattenuto la sera egli trovò per molti mesi la sua casa presi-
prima. Il corpo della donna mostra i segni di diata da una folla urlante e dovette cam-
violenze che non lasciano nessun dubbio sul muffarsi con abili travestimenti per poterla
fatto che essa sia stata da poco assassinata. raggiungere incolume.
Profondamente turbato, il giovane medico Robert Knox era un grande chirurgo e
scopre che il commercio alimentato dalle un docente universitario dotato di eccezio-
richieste di cadaveri del laboratorio di ana- nale carisma. Indagare il corpo umano era
tomia aveva innescato una serie di orribili per lui un’avventura continua. Sapeva
delitti: i due furfanti avevano trovato nel- comunicare a chi seguiva le sue lezioni la
l’omicidio un modo poco faticoso di pro- sensazione di partecipare ad un evento che
cacciarsi i cadaveri, fornendo agli anatomi- avrebbe potuto cambiare la storia della
sti corpi perfettamente conservati. I com- scienza. Preparava le sue lezioni di anato-
mercianti di corpi si erano adeguati alle esi- mia con tale meticolosità e gusto per la tea-
• 60 •

tralità che ben presto, oltre agli studenti del corpo umano risultasse evidente l’opera
suo corso, si ritrovarono ad assistervi, in divina dell’autore della creazione. Darwin
una sorta di esaltazione intellettuale, avvo- lo descriveva come ributtante, trasandato e
cati, preti, nobili e curiosi fino a quando le sempre sporco del sangue dei cadaveri. Pro-
lezioni di Knox divennero prio l’orrido aspetto dei cor-
un appuntamento obbli- pi da sezionare, pochi, mal
gato per chi ad Edimbur- conservati, e spesso riutiliz-
go volesse apparire in zati troppe volte, traumatiz-
società. Se un uomo di zò Darwin che nel 1827
cultura fosse passato da lasciò Edimburgo. Un anno
quella città, non avrebbe dopo, nel 1828, scoppiò lo
potuto mancare una visita scandalo che travolse Knox.
ad uno dei maestri dell’a- Le indagini, avviate in
natomia comparata. seguito all’omicidio di quin-
Come potè accadere dici persone, dimostrarono
che il più illustre profes- come questi erano stati
sore della prestigiosa paradossalmente provocati
scuola di medicina di dagli ostacoli che la legge
E d i m b u rgo, la stessa scuola dove venne poneva all’indagine anatomica. Il tavolo
inviato il giovane Charles Darwin quando il anatomico, la sfida tra le scuole di medici-
padre sperava di farne un medico di succes- na, e con essa il progresso della scienza,
so, finisse implicato in una squallida vicen- richiedevano continui rifornimenti di mate-
da di omicidio? Perchè si dovette giungere riale umano da sezionare. Ma, non esisten-
a commettere un crimine per perseguire uno do ancora una legge che destinasse le salme
scopo fondamentale al progresso della alla ricerca, queste dovevano essere trafu-
scienza quale studiare in un laboratorio ana- gate nei cimiteri.
tomico il corpo umano? Darwin arrivò ad Così si favorì il fiorire di un commercio
Edimburgo nel 1825, ma non si entusiasmò illegale e la nascita di una categoria di spe-
per quello che offriva la migliore scuola cialisti che vennero subito chiamati “resur-
medica della Gran Bretagna. Trovò le lezio- rezionisti”, data la tempestività con cui
ni noiose e le cattedre assegnate non per riportavano alla luce i corpi dei defunti.
meriti ma per pressioni di politici o eccle- Questa tetra attività non ebbe altrettanta
siastici. A scoraggiare definitivamente il fortuna in paesi, come la Francia o l’Au-
nostro studioso e a convincerlo a cambiare stria, che avevano varato leggi che assegna-
il suo campo di studi fu proprio l’incontro vano alle università un certo numero di cor-
con un docente di anatomia: Alexander pi per la ricerca pur essendo retti da gover-
Monro. Questi teneva lezioni di poco inte- ni di ispirazione cattolica. Altrove, invece,
resse, durante le quali sembrava preoccupa- divenne oggetto addirittura di un fenomeno
to solo di dimostrare come dall’esame del di import-export: i cadaveri passavano tran-
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The Body Snatcher. L’uomo e il corpo morto, P. Delaini

quillamente la frontiera se nello stato vicino muscolari e bianco delle fasce tendinee,
i cimiteri si potevano profanare con più comunicano una forte sensazione di irreal-
facilità. tà. Le pose forzate cui i corpi sono costretti
Nel 1828 durante le indagini che segui- risultano grottesche: come sono lontane le
rono agli scandali, sir forme plastiche dei dise-
Astley Cooper – un allie- gni anatomici degli
vo di Hunter – comparen- scuoiati di Leonardo da
do davanti alla commis- Vinci o quelle, scolpite
sione d’inchiesta parla- nel legno, degli spellati
mentare, annunciò che che Ercole Lelli disegnò
pagando i profanatori di per il teatro anatomico
tombe avrebbe potuto dell’Archiginnasio a
avere il corpo di ognuno Bologna. L’espressione
di loro commissari un del viso scarnificato è
giorno prima della morte. invece beffarda e sa di
monito: ricorda quella dei
Body Worlds corpi scheletrici o scortica-
ti che gli incisori rinascimentali incornicia-
Fino a pochi decenni fa visitare l’interno vano nei frontespizi dei primi trattati anato-
del corpo umano era solo uno dei sogni del- mici, a volte con una clessidra in mano qua-
la fantascienza. Il film Viaggio allucinante si a cercare nella brevità dell’esistenza il
raccontava di uomini miniaturizzati che consenso per la scena di dissezione che
navigavano in un minuscolo sottomarino occupava il centro delle loro illustrazioni.
dentro i vasi sanguigni. Quarant’anni dopo La mostra Body Worlds è frutto del
quel film, grazie alla mostra itinerante Body lavoro dell’anatomista Gunther von
Worlds, è possibile entrare nel corpo cam- Hagens, che ha perfezionato una tecnica di
minando tra cadaveri opportunamente pre- plastificazione dei tessuti immergendoli in
parati evidenziandone l’architettura interna, plexiglas liquido da cui si aspira l’aria
poi plastificati e messi in posa. Si può creando il vuoto. La tecnica porta a risulta-
osservare una struttura composta di ossa e ti sorprendenti, ma è la trasformazione cui i
muscoli intenta a giocare a basket, mentre corpi sono sottoposti o forse l’assurdità del-
uno scorticato impegnato al tiro con l’arco le pose a lasciarmi il dubbio che tutti quei
fissa i visitatori con i suoi grandi bulbi ocu- corpi abbiano davvero lasciato in vita il loro
lari dall’iride che gli acidi hanno reso azzur- consenso a tanto scempio delle carni accet-
ro intenso. Il cranio, aperto ad arte, lascia tando di finire immortalati nella plastica in
intravedere i due emisferi cerebrali. Certo atteggiamenti che scimmiottano i gesti degli
non si tratta che di parti di noi stessi, ma atleti olimpici. Sembra invece che una con-
così estrapolate dal contesto unitario e nel sistente parte dei moltissimi visitatori che
crudo contrasto dei colori rosso dei fasci nei diversi paesi del mondo vi accorrono,
• 62 •

abbia espresso il desiderio di essere un gior- nascoste e la dissezione, aprendone l’invo-


no plastificata. Così forse, per il narcisisti- lucro, ne rivela la meravigliosa architettura.
co desiderio di essere in qualche modo eter- Il furto dei corpi ha rappresentato il
nati, si risolverà l’annoso problema degli bisogno di conoscenza contro le leggi che
anatomisti di non avere corpi a disposizio- ne impedivano l’accesso, con bolle papali o
ne per la didattica: fino leggi bizzarre che nel cor-
ad ora sono stati in mol- so del tempo ne centelli-
ti ad apprezzare le sco- navano la donazione
perte della scienza, limitandola ai corpi dei
pochi ad offrirsi come condannati a morte, dei
strumento di ricerca. E fedeli di altre religioni,
risulterà esorcizzato il delle donne di malaff a-
timore di pensare le pro- re, perché a loro l’anima
prie membra distese sul oltre al corpo era già
tavolo anatomico men- stata rubata. Fino ai
tre degli estranei vi fru- nostri giorni.
gano all’interno. In un angolo della mostra, un corpo
Questa mostra non è diversa da quella scorticato è seduto a giocare a scacchi. L’ i n-
offerta dalla collezione settecentesca di tento è di mostrare le miriadi di funzioni
Hunter. Si sono affinate le tecniche per con- nervose e muscolari implicate durante un
servare la materia. Così i corpi liberi dalle impegno di questo genere. Guardandolo,
angustie alchemiche dei vasi di formalina non si può non pensare all’immagine di
possono inscenare una danza macabra pur Antonius Blok, il cavaliere del film di Berg-
nella rigidità imposta dalla plastificazione. man che gioca la sua partita con la morte,
Il corpo morto, sottratto alla sepoltura e anche se il corpo che ci sta davanti, più che
al decadimento e costretto con artifici chi- al cavaliere, assomiglia alla figura con la
mici a disposizione della scienza, non è più falce vestita di nero. Lei, intanto che la
a pezzi, ma intero. E torna a far paura, ci scienza indugia, i corpi li porta via davvero.
inquieta come ci infastidisce la vista di una
cosa fuori posto. L’ Hunterian Museum si trova nel centro
Di quello che più ci spaventa, accettia- di Londra, presso il Royal College of Sur-
mo solo una perfetta riproduzione, non la geons of England, in Lincoln’s Inn Fields,
realtà. Ma il corpo morto è pieno di verità oppure in www.rcseng.ac.uk/museums.
La “questione galiziana”:
Massoneria e potere imperiale tra 1772 e 1790
di Fabio Martelli
Università di Bologna

The division of Poland in 1772 is a very important event in the European political
culture and it represents a significant phase for Freemasonry’s thought too. The
Habsburg Galicia in fact shall be a reformation ground by the hand of Joseph II,
without the Enlightenment and lighted tenor given by the emperor to the new form
of Government cancelling the vulnus to Polish rights. The main character of Ger -
man Freemasonry, of Knight Templar culture, are called to celebrate the new Gali -
cian freedom and most of all the triumph of reason above the former superstition
and intolerance.
According to the same adhesion to a propagandistic trend, Kratter and Traunpaur
show to the Reich the victories of Joseph II: they repropose the complex relationship
between the Governments of the XVIIIth century and the contemporary Freema -
sonry, considering them by the instrumental and philosophical points of view.

l di là dell’autopoiesi mito- avanzato pensiero illuministico, punto d’in-


grafica, la Libera Muratoria contro delle più elevate istanze in materia di
comincia a svolgere un ruolo tolleranza ed egualitarismo.
socio-culturale attivo solo a partire dagli Non è certo questa la sede per dibattere
ultimi decenni del XVIII secolo: in termini la natura originaria della Massoneria né la
detrattivi o apologetici (ma sempre collegati rilevanza di essa nell’Ancien Régime; vor-
ad una pur vaga ermeneutica cospirologica) rei solo osservare che in quel periodo giun-
la storiografia fece di essa un nuovo corpo ge a completamento il filone “classico” di
sociale che irrompeva o per distruggere il secolarizzazione guidato dalle monarchie,
Trono e l’Altare o che, al contrario, si pro- che un altro si sta affiancando ad esso in
poneva quale “braccio politico” del più forma di religio civica con Montesquieu e la
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rivoluzione americana, mentre un terzo, Forse memore del trauma della guerra di
incentrato sul tema della Nazione, sta pren- Successione e di certo ferita dalla Realpoli-
dendo forma con gli scritti di tik prussiana che le
Rousseau, per trovare for- aveva sottratto la Sle-
ma istituzionale nella Fran- sia, Maria Teresa non
cia rivoluzionaria. volle legittimare la
Più che non costituire nuova conquista in
una presenza inedita, credo analoghi termini: al
che la comparsa della grande Kaunitz spet-
Muratoria in forma politica tò così il compito di
vada considerata in rappor- reperire una motiva-
to a queste tre linee di seco- zione giuridica che
larizzazione della società, autorizzasse l’impe-
chiedendosi sino a qual ratrice a tale mossa in
punto la Massoneria fu, di base agli schemi di
volta in volta, ispiratrice o un diritto quasi feu-
piuttosto strumento (consa- dale o premoderno.
pevole o inconsapevole) dei Poiché gli annali
poteri che già operavano riferivano che nell’XI
per tali cambiamenti. Ad secolo i due principi
esempio di tanti monarchi che aderirono o russi che dominavano il territorio avevano
semplicemente protessero la Muratoria, da accettato di riconoscersi vassalli del regno
Federico II di Prussia allo zar Paolo, quali ungherese, tutto parve risolto.
furono “convertiti” a questa visione e quan- Maria Teresa portava la Corona di Santo
ti videro piuttosto in essa uno dei tanti stru- Stefano e perciò era legittimata a rivendica-
menti di secolarizzazione e di disciplina- re le terre di quegli antichi vassalli; dai
mento del corpo sociale e ancora, i circoli nomi di questi ultimi la nuova provincia fu
muratori dalla corte di Napoli a quella di chiamata Galizia (da Halich) e Lodomeria
Vienna, imposero alle élites i nuovi filosofi (da Vladimir). Tali preoccupazioni erano
o questi ultimi trovarono in essa un comodo invece estranee al figlio dell’imperatrice e
veicolo di diffusione del loro pensiero? suo correggente, Giuseppe II, il monarca
Questi interrogativi devono essere ana- illuminista per eccellenza, l’accanito seco-
lizzati caso per caso ed è ciò che mi pro- larizzatore, protettore di filosofi e liberi
pongo di fare in rapporto alla creazione del- muratori.
la Galizia asburgica. Nel 1773, nonostante le preoccupazioni
Nel 1772 prese inizio la drammatica della madre, Giuseppe visitò la nuova pro-
divisione dello Stato polacco tra i suoi vincia e dalle sue lettere emerge lo sconcer-
potenti vicini ed un vasto territorio fu così to per un contesto anomico, per un territorio
inglobato dalla corte di Vienna. retto da mille giurisdizioni locali spesso
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La “questione galiziana”: Massoneria e potere imperiale tra 1772 e 1790, F. Martelli

confliggenti, dominato dal caos e dalla bar- territori non erano così una provincia con-
barie, in cui la nobiltà polacca aveva ridot- quistata, ma piuttosto una nazione liberata
to l’elemento contadino a uno stato di ser- dal giogo polacco.
vitù e privato di ogni dignità i ceti medi. I temi sul tappeto erano dunque molti ed
Il progetto riformatore del monarca fu esigevano una adeguata propaganda espli-
razionale e drastico: cativa; la scelta di Giu-
centralizzazione seppe II cadde su due
dell’amministrazio- importanti esponenti
ne, riordino del della Massoneria tede-
fisco, abolizione sca, che avevano visi-
dei vecchi privilegi tato la Galizia come
e liberazione dei funzionari asburgici e
contadini. Questi che dovevano ora spie-
ultimi e i ceti urba- gare al popolo del
ni venivano elevati Reich le riforme del
al ruolo di alleati monarca.
della Corona nella Nel 1786 il Kratter
durissima repres- pubblicò a Lipsia il suo
sione della nobiltà trattato sulla Galizia,
locale; anche i privi- frutto di una permanen-
legi delle Chiese, compresa quella uniate, za di sei mesi in quelle terre; l’autore del
dovevano scomparire secondo il modello voluminoso testo ebbe cura di avvertire i
immaginato per tutto l’impero. suoi lettori tedeschi che sebbene la descri-
Era necessario creare un solido impian- zione di usi e costumi così strani avrebbe
to ideologico che giustificasse queste rifor- suscitato interesse e diletto, le atrocità per-
me traumatiche. petrate dai nobili polacchi erano tali da
Giuseppe II attinse allora alle parole scuotere e turbare la sensibilità del civile
chiave del suo impero moderno: liberazione popolo del Reich.
degli oppressi dalle pastoie feudali, lotta Già nell’appello introduttivo del Kratter
all’ignoranza e alla superstizione, tolleran- cogliamo una sfumatura di sapore murato-
za religiosa assoluta e sostegno incondizio- rio, poiché l’autore si rivolge in primo luo-
nato ai ceti produttivi (cioè ai borghesi del- go agli “amici dell’umanità”.
le città). L’opera si sviluppa secondo due registri:
La conquista legittimata in termini di da un lato l’autore narra il trionfo delle
diritto feudale, assumeva ora i contorni di riforme asburgiche che hanno trasformato
una “crociata illuministica” e, poiché la la Galizia in un paese civile, bene ammini-
Galizia era per eccellenza una terra multiet- strato, in cui tutti sono uguali dinanzi alla
nica, all’imperatore sembrò utile dare spa- legge e al fisco, mentre lo Stato provvede
zio anche al concetto di Nazione; i nuovi ad imporre il principio di Tolleranza.
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In forma manichea Kratter deve però tità antagonista. Galiziani sono dunque i
anche descrivere gli orrori del recente pas- contadini, i borghesi delle città, le minoran-
sato, quando la nobiltà polacca e la Chiesa ze e, ovviamente, anche gli ebrei; i polacchi
perpetravano ogni stessi, dismessi i
sorta di violenza panni dei crudeli
sugli infelici regni- padroni, potranno
coli: qui il testo impegnarsi a dive-
assume la forma del nire uomini civi-
romanzo, dilungan- lizzati, leali suddi-
dosi nelle descrizio- ti e dunque anche
ni di orrori e crudel- “buoni galiziani”.
tà degni della peg- In piena ade-
gior letteratura sen- renza al dettato
sazionalistica del muratorio il Krat-
tempo. ter cita costante-
È evidente la valenza ideologica di que- mente il concetto di “fratellanza umana”
sto approccio che, da un lato, attribuisce come ragione delle riforme e come approdo
poteri quasi taumaturgici al potere imperia- ultimo delle stesse.
le capace in appena un decennio di trasfor- Anche in materia religiosa tale imposta-
mare un secolare assetto sociale, mentre, zione si riproduce: con spirito invero ben
dall’altro, trasforma la certo brutale e iniqua poco tollerante, l’autore mette in ridicolo
oppressione dei ceti egemoni locali in un tradizioni, usi e liturgie della Chiesa uniate;
mostruoso regno della degenerazione dei particolarmente significative le pagine deri-
più barbarici istinti. sorie dedicate alla simbologia della trasmis-
Questa dicotomia, tanto cruda da appari- sione del bacio tra gli officianti e i fedeli.
re quasi ingenua, serve al Kratter per trac- All’opposto si pone la riflessione sulla
ciare un solco “biologico” tra la vecchia minoranza ebraica: priva di diritti, essa è la
classe dirigente e i sudditi per approdare ad componente sociale più oppressa, ma gli
una conclusione ribadita più volte anche se A s b u rgo l’hanno liberata elevandola alla
mai in forma esplicita: l’elemento polacco dignità che le spetta.
conquistò una terra multietnica, la sottomi- Per Kratter Giuseppe II è un nuovo Mosè
se alla sua violenza e ora Giuseppe II ha che ha traghettato il popolo eletto dalla
ridato ad essa la dignità di nazione. Certo il schiavitù polacca all’attuale stato di libertà.
concetto è tortuoso, ma si esplicita parlando Anche se la riscoperta dei diritti degli
dei galiziani come di una società composita Ebrei era da tempo un fattore dirimente nel
certo, ma da secoli avvezza a convivere, ad distinguere società retrive e regimi illumi-
utilizzare una stessa lingua e che anzi, pro- nati, l’enfasi dedicata al tema del “nuovo
prio in contrapposizione al feroce dominio Mosè” asburgico acquisisce una peculiare
polacco, ha costruito una propria autoiden- valenza su cui presto torneremo.
• 67 •
La “questione galiziana”: Massoneria e potere imperiale tra 1772 e 1790, F. Martelli

Nel 1787 il Traunpaur pubblica le sue ruolo centrale: come non ricordare allora
“Lettere” sulla Galizia: anch’egli, nativo di che proprio un italiano, il principe Eugenio,
Bruxelles, è un prestigioso esponente della quando si trovò a guidare di fatto l’impero,
Massoneria e, al contrario di quanto è stato diede vita ad alcune delle maggiori apertu-
scritto, la sua opera non va re verso i sudditi ebrei
letta come risposta pole- degli A s b u rgo. In ogni
mica a quella del Kratter; caso l’ufficiale si presen-
in realtà questo autore ta al lettore quale perfet-
modifica solo la forma let- ta incarnazione delle doti
teraria del suo predecesso- del viaggiatore dell’età
re, attenua certi toni enfati- dei Lumi: è curioso, ma
ci, espunge le descrizioni discreto, pronto a con-
più truculente, ma ripropo- frontarsi dialetticamente
ne le stesse conclusioni del con l’Altro, difendendo
Kratter. le proprie ragioni senza
Al di là della comune ferire la sensibilità del
appartenenza alla Murato- suo interlocutore.
ria, i due autori propongo- Come nella favolisti-
no gli stessi temi della pro- ca del tempo (o forse di
paganda imperiale; a ben ogni tempo) per conosce-
vedere il Kratter è stato il pri- re l’intimo pensiero dei
mo ad introdurre presso l’opinione pubbli- nativi, il protagonista dismette l’uniforme
ca la questione galiziana e perciò ha deciso ed assume le sembianze di un borghese; tra
di scuoterla con argomentazioni drastiche, gli incontri memorabili, quello con una
senza sfumature e con descrizioni di violen- famiglia di nobili polacchi, ospiti squisiti e
ze sconvolgenti. Ora che il pubblico ha già dotati di una moderna visione del mondo; si
recepito la drammaticità del problema, il è scritto che questa digressione narrativa
Traunpaur può abbandonare questi toni proverebbe una presa di distanze del nostro
quasi escatologici per adottare la forma di autore dai toni e dai contenuti del Kratter. In
una più sobria relazione di viaggio. realtà si tratta in primo luogo del solo epi-
L’io narrante del racconto di Traunpaur sodio in cui si loda un polacco, ma per di
è un ufficiale italiano al servizio dell’impe- più il Traunpaur subito precisa: egli faceva
ro in terra galiziana; la scelta di questa iden- onore ala sua patria, la Galizia. In altri ter-
tità non credo sia casuale perché in primo mini questo esempio dimostra la continuità
luogo ribadisce la natura multietnica del- ideale tra le due opere, poiché il Kratter
l’impero proprio in una terra abitata da aveva scritto che le riforme avrebbero civi-
popoli tanto diversi tra loro. lizzato i più sensibili tra i feroci e barbari
Va poi rilevato che in quest’opera il rap- polacchi, un assunto verificato così dall’uf-
porto con la componente ebraica assume un ficiale del racconto del Traunpaur.
• 68 •

Ma quest’ultimo autore ha toni e ambi- una forma indistinta, una massa nera che si
zioni filosofiche certo più elevate del suo rivela poi essere un ebreo profondamente
predecessore, tanto che la addormentato ed egli ne
sua opera è piena di attende il risveglio per
rimandi ai grandi pensato- poterlo interrogare circa la
ri del tempo; dal Candide condizione del suo popolo.
egli trae spunto per descri- Il protagonista appren-
vere la ancestrale confu- de che si tratta di un rabbi-
sione delle società del- no, un uomo tanto amabile
l’Europa orientale ed il e colto che i due presto
suo protagonista si parago- possono dialogare su Les-
na poi ad un novello sing e su Mendelssohn; di
Robinson. Quest’ultima fatto il rabbino si propone
citazione evoca l’idea di come una versione galizia-
un viaggiatore precipitato na di Nathan il Saggio, la
fuori dal mondo civile e fonte ideale, dunque, per
costretto ad affrontare la avere un approfondito ed
violenza di un mondo sel- equilibrato parere su quan-
vaggio: non si può non to le riforme hanno potuto
osservare che tale condi- fare per gli ebrei del paese.
zione non si adatta certo al Naturalmente il rabbino
quadro idilliaco della Galizia proposto dal- rievoca l’umiliante condizione
lo stesso Traunpaur, sempre preoccupato del suo popolo sotto il giogo polacco e vede
invece di dimostrare la quasi miracolosa in Giuseppe II una guida inviata a tutte le
trasformazione del paese derivante dalle nazioni dalla Provvidenza; egli aggiunge
riforme di Giuseppe II. poi che tutti gli ebrei delle future generazio-
Questa apparente discrasia credo costi- ni benediranno il nome dell’imperatore e
tuisca un sottile rimando dell’autore al suo quanto a sé non crede che quella dei polac-
bagaglio muratorio, in cui l’adesione alla chi sia una nazione malvagia: il mondo inte-
Massoneria e la successiva crescita cultura- ro, egli dice, è costituito da due sole oppo-
le ed esperienziale dell’adepto si propongo- ste nazioni, i buoni e gli empi.
no come un continuo viaggio iniziatico È questo un passaggio interessante per-
attraverso le tenebre della non conoscenza ché rivela la convinzione dell’autore in una
sino alla luce del sapere. più volte ribadita fratellanza di tutti gli
Istituito il riferimento ad un così puntua- uomini, il cui comportamento dipende dal
le artefice letterario, l’autore deve darg l i grado di cultura, affrancamento dalla super-
completezza; come Robinson anche il pro- stizione ed intima indole del singolo; in altri
tagonista trova il proprio interlocutore indi- termini il pensiero del Traunpaur dipende
geno: in un vicolo l’italiano scorge infatti dagli scritti di Montesquieu e Voltaire,
• 69 •
La “questione galiziana”: Massoneria e potere imperiale tra 1772 e 1790, F. Martelli

anche se, per dar voce alla propaganda sono infatti temi esclusivi della Massoneria,
imperiale che esalta la rinascita di una ma piuttosto istanze condivise dal mondo
nazione galiziana, è poi illuminista tutto, a comin-
costretto a mutuare, senza ciare naturalmente dallo
vera convinzione, il con- stesso Giuseppe II.
cetto stesso di Nazione da Il Traunpaur invece ci
Herder e Rousseau. propone riferimenti assai
Da queste “affinità elet- espliciti alla cultura
tive” tra il rabbino e il pro- muratoria: si tratta spes-
tagonista nasce una amici- so solo di una simbolo-
zia forte, ma di breve dura- gia, di un lessico e di un
ta per la morte dell’ebreo sistema di metafore di
di cui l’italiano sente di carattere simbolico ove
dover onorare la memoria la citazione di figure del
come uomo giusto e razio- passato che, se lette da
nale; quest’ultimo aggetti- un iniziato, consentivano
vo credo vada riferito di riconoscere il testo
soprattutto al passaggio in come opera di un libero
cui, interrogato dall’ufficiale circa la con- muratore. I passaggi più importanti in tal
vinzione dell’attesa del Messia, si sente senso sono però quelli dedicati al dialogo
rispondere dall’amico ebreo che crede in con il rabbino: i due uomini, prodotti di due
essa solo perché ciò gli è imposto dalla sua società e due culture tanto diverse, scopro-
funzione religiosa. no quasi senza sorpresa di coltivare una
Tentando di tracciare alcune coordinate comune passione per le stesse letture, le
circa questa vasta opera, possiamo aff e r m a- stesse forme di pensiero, le stesse opere.
re che, pur rispondendo alle esigenze di una Si tratta spesso di saggi d’avanguardia,
precisa committenza imperiale, essa testi ancora poco diffusi, eppure l’uff i c i a l e
comunque ci propone continui rinvii alla italiano, scrutatore disincantato e attentissi-
cultura muratoria. mo della realtà locale, non mostra alcuno
Il Kratter, importante massone, si era stupore scoprendo che il povero rabbino di
limitato ad esporre una serie di tematiche una sperduta cittadina galiziana conosce
fondamentali per l’ideologia giuseppina e al alla perfezione i più recenti capolavori del-
tempo stesso care al mondo della legge: la la letteratura muratoria ed illuministica ger-
critica feroce delle ingiustizie feudali, la manica.
condanna del ruolo del clero come nemico Ancora una volta siamo di fronte ad un
della filosofia e sostenitore delle vecchie messaggio rivolto ad iniziati: il rabbino che
oppressioni, l’idea di tolleranza e di fratel- nelle più povere periferie d’Europa padro-
lanza umana di cui l’affrancamento degli neggia il sapere filosofico più avanzato,
ebrei costituiva il più vistoso corollario, non evoca simbolicamente Salomone, il Tempio
• 70 •

e quel contesto ebraico che è alla genesi questo alveo si colloca anche il Kratter, la
della Massoneria secondo i miti delle logge, cui esaltazione di Giuseppe II come nuovo
rappresentando la culla della Massoneria ed Mosè non costituisce necessariamente una
il fondamento del suo sape- metafora massonica, trat-
re iniziatico. tandosi di un attributo rife-
Per il nostro autore, rito a molti monarchi del
vicino ai circoli templari- passato.
sti, il fatto che il rabbino Tutta muratoria è inve-
potesse comprendere ed ce la dimensione dell’epi-
amare le maggiori opere sodio del rabbino in Tr a u n-
della Muratoria tedesca era paur: il suo personaggio,
una scontata risultante del secondo lo schema templa-
sapere iniziatico celato nel- rista, emblematizza uno dei
la cultura ebraica; perciò mille rivoli in cui si è divi-
per un ebreo colto e di so il sapere iniziatico delle
indole “razionale” era origini; perciò la sua pro-
naturale decifrare il sapere messa secondo cui tutte le
massonico senza alcuna future generazioni ebraiche
fase maieutica preliminare. benediranno il nome dell’im-
La questione ebraica era centrale per gli peratore simboleggia in realtà il voto di
illuministi del tempo, ma non certo di uni- fedeltà a Giuseppe II, formulato in nome di
voca lettura: ad esempio il conte Potocki tutta la multiforme galassia massonica.
grande viaggiatore e inesausto campione di Pertanto queste due opere piuttosto che
riforme politiche e sociali, non ha difficoltà essere espressione di una componente mes-
nel riconoscere negli ebrei i migliori conti- sianica dell’ideologia Giuseppina, riprodu-
nuatori della speculazione aristotelica, cono invece le certezze di alcuni circoli
afferma che la loro persecuzione è il risulta- massonici tedeschi che vollero riconoscere
to di meschini calcoli politici, eppure crede in questo monarca l’iniziatore di una nuova
fermamente che solo il denaro sia impor- fase storica, caratterizzata dalla coinciden-
tante per essi. Molti illuministi collocano za tra gestione del potere e ideali muratori.
poi la cultura ebraica nella sfera di un esoti- Occorre perciò ritornare all’interrogativo di
co Oriente che merita tolleranza, ma che partenza, chiedersi cioè se la collaborazio-
tuttavia è estraneo alla civiltà europea. E ne tra dispotismo illuminato e Muratoria fu
l’elencazione dei pregiudizi antiebraici nei fisiologica o strumentale.
filosofi settecenteschi potrebbe continuare a Nel caso galiziano è innegabile che le
lungo. Ciò che mi preme rilevare è che il riforme imposte anche con durezza repres-
tema dei diritti dei sudditi ebrei e della loro siva dal governo di Vienna andassero tutte
tutela è un fattore molto importante nell’i- nella direzione auspicata dalla Massoneria
deologia imperiale del XVIII secolo: in germanica: la arretrata ed arrogante nobiltà
• 71 •
La “questione galiziana”: Massoneria e potere imperiale tra 1772 e 1790, F. Martelli

polacca era stata umiliata, equiparando tut- del dominio polacco, ben pochi dati concre-
ti i sudditi dinanzi al primato della legge, le ti potevano produrre circa la crescita del
minoranze etniche e religiose erano ora benessere dei ceti sociali affrancati.
tutelate e la stessa L’insistenza della condi-
potenza delle Chie- zione ebraica è di certo
se, viste come cen- sincera, ma, al tempo
tri di diffusione di stesso, questa è anche la
superstizione, era problematica in rapporto
stata posta entro alla quale ogni lettore
rigidi limiti. poteva, senza alcun dub-
Per i massoni di bio, meglio rilevare un
tutta Europa le oggettivo ed indiscutibile
riforme in Galizia cambiamento in un senso
dovevano apparire univocamente favorevole
come una tappa agli antichi perseguitati.
decisiva in una Nel caso galiziano è
dimensione pro- così evidente una ambi-
gressiva della storia; gua commistione di interessi
logica perciò la scelta della corte di affidare tra Muratoria e potere statuale: la prima, di
proprio a due massoni il compito di illustra- fatto politicamente assai debole nonostante
re all’opinione pubblica questo trionfo molte magniloquenti asserzioni, aveva un
imperiale in nome della Ragione. disperato bisogno di accreditarsi come for-
Ma non tutto era in realtà così semplice: za sintonica agli interessi imperiali, cercan-
nonostante il legittimismo teresiano, nel do in tal modo di mostrarsi all’opinione
1772 era iniziata in nome della Ragion di pubblica come un centro di potere capace di
Stato una crudele spartizione di una libera incidere sulle linee di governo.
nazione che presto si sarebbe conclusa con Giuseppe II, per parte sua, cercava pen-
la scomparsa della Polonia dalla carta d’Eu- satori capaci di rivestire di uno spirito filan-
ropa. Inoltre la politica di compressione dei tropico quella che era stata una cinica ope-
privilegi nobiliari e la “equiparazione” dei razione politica.
ceti egemoni alle classi subalterne era una L’incontro tra le due parti fu pertanto
costante ideologica degli A s b u rgo da oltre naturale ed armonico poiché sia l’imperato-
un secolo: essa esprimeva una linea centra- re sia gli intellettuali massonici erano ben
lizzatrice di ascendenza antichissima e che convinti di usare strumentalmente gli uni le
non aveva certo atteso lo spirito dei Lumi o riforme del primo, l’altro la filosofia dei
la filosofia muratoria per divenire una for- secondi.
ma di governo. I circoli muratori e la corte imperiale, sia
Del resto, mentre i nostri autori possono pure con motivazioni diverse, trovavano
molto scrivere circa la iniqua oppressione così in questa utopica descrizione della
• 72 •

Galizia intesa come laboratorio di una nuo- che potesse conservare un accettabile livel-
va civiltà retta dalla Ragione, elementi utili lo di crescita senza il controllo di soldati e
a dar loro prestigio e funzionari germanici.
consensi nell’opinio- Ma l’obiezione più
ne pubblica europea. forte consisteva nel
La finzione ebbe ricordare che la Gali-
termine quando nel zia era stata tolta alla
1799 i ceti egemoni Polonia con le armi e
della Galizia asburg i- che perciò, a iure vic -
ca (i cui confini si toris, l’impero l’aveva
erano ancora allarg a t i riorganizzata a pro-
a scapito della Polo- prio piacimento, scel-
nia) facendosi inter- ta legittima poiché la
preti della “Volontà conquista annullava
generale della nazione” reclamarono la così ogni precedente impegno contratto dallo
detta Magna Charta, cioè una sorta di costi- Stato rispetto ai corpi sociali. Erano le stes-
tuzione: il testo della richiesta, pur ridando se argomentazioni già usate nel 1671 da
potere alla nobiltà, nel lessico e nei conte- Vienna per abbattere i privilegi della nobil-
nuti si ispirava al Contratto sociale e alla tà ungherese dopo che essa si era ribellata:
Dichiarazione dei Diritti Universali del- le utopie sincere e gli ambigui reciproci
l’Uomo del 1789. riconoscimenti che avevano caratterizzato
La risposta imperiale fu ovviamente un l’intesa tra massoni tedeschi e corte asbur-
rifiuto: si negava che gli Stati Generali gica per idealizzare l’occupazione della
richiesti dagli appellanti potessero conside- Galizia e le riforme ad essa imposte da Giu-
rarsi come un organo rappresentativo, che la seppe II si erano così frantumate di fronte ai
Galizia stessa fosse realmente una nazione, duri imperativi della Ragion di Stato.
La dea Cibele, mito e complesso:
un ponte antropologico dalla preistoria ai nostri tempi
uno studio sperimentale fra psicoterapia, mito e antropologia

di Mario Bulletti
Psicologo Psicoterapeuta

The discovery of the Cybele’s complex has been defined as one of the most impor -
tant news in psychology. The post-analytical stream was born after this proper
finding and it took also to a new interpretation and a revision of dialectic and of the
Freudian psychoanalytic tecnique. Many are the involvements connected to the
Cybele’s complex: they come from the new consideration of the collective fenome -
nology to that of the individual, from the field of psychophysiology to the field of
psychopathology.
Postanalysis reflects the multidisciplinary of culture and its aim is to search for the
opposites’ consonance.

Gli antefatti relazione con la figlia. Era soprattutto la


madre che chiedeva un aiuto allo psicologo
ell’ottobre dell’anno 1983, ter- al fine di convincere la figlia ad abban-
minati gli studi in scienze donare la sua relazione sentimentale con il
familiari e sessuologiche pres- proprio fidanzato. Interdetto da tale richie-
so la facoltà di Medicina dell’Università sta convocai la ragazza in questione. Si trat-
Cattolica di Lovanio (Belgio) iniziai il mio tava di una giovane donna dell’età di
lavoro di psicoterapeuta nello studio di trentadue anni che mi raccontò di aver avu-
Perugia situato al numero 68 di via Gallen- to diversi fidanzati con i quali aveva sempre
ga. Tra gli utensili utilizzati per l’indagine dovuto rompere la sua relazione, in con-
psicologica, vi era quello del Complesso di seguenza della reiterata disapprovazione
Edipo notoriamente evidenziato nella della madre. Una disapprovazione che
teorizzazione psicoanalitica freudiana. Pro- giungeva fino alla violenza fisica, fatta
prio in questo periodo si presentò nel mio agire dalla madre attraverso il braccio del
studio una coppia di maturi coniugi perugi- padre. La ragazza, dal canto suo, sembrava
ni che avevano un grave problema di decisa, sul momento, ad opporsi ai voleri
• 74 •

della madre. La figura del padre, all’interno inconfutabilmente, a portare il peso della
del quadro familiare, si mostrava estrema- figlia per nove mesi e a partorirla con
mente remissiva, interpretando lo grande sofferenza. In tale affer-
stesso un ruolo secondario di mazione di possesso nei con-
sottomissione, la cui unica fun- fronti della figlia e di reiezione1
zione consisteva in un sot- nei confronti del padre, la
tomesso supporto alle decisioni madre precludeva2 il ruolo
della coniuge. Riconvocata la paterno del marito che veniva in
coppia parentale, la madre tal modo completamente estra-
affermò con decisione che la niato3. Così facendo la donna
scelta affettiva della figlia era affermava il suo potere sovrano
sbagliata, senza alcuna possibi- e inconfutabile sul destino della
lità di appello. Il padre, da parte figlia. Diveniva così palese-
sua, nell’esprimere il suo parere mente l’unico ente generante,
in merito alla questione, mostrò proclamando in tal modo la sua
solo qualche lievissima per- partenogenesi. Una partenogene-
plessità nei confronti della linea seguita dal- si legata anticamente al concetto della
la moglie. A rgomentò, con un bisbiglio divinità. Una posizione cultuale che fu in
sommesso: “questa povera figlia, così come anteprima matriarcale, ma che poi si ripro-
stanno le cose, non potrà mai farsi una pose nel patriarcato attraverso il culto del-
famiglia...”. Questa sua perplessità fu l’imperatore divinizzato4.
immediatamente censurata dalla coniuge Cercai a tal punto di ricondurre positiva-
che lo mise in tal modo fuori causa. Le mente alla ragione quella donna così forte-
argomentazioni dell’uomo furono rigettate mente volitiva, compiendo però in tal modo
con veemenza. La donna concluse aff e r- un errore dovuto all’inesperienza. Il tentati-
mando che era stata lei e solo lei, vo da me condotto ebbe inizio utilizzando

1 Laplanche – Pontalis 1990: 163, Forclusion: D .: Verwerfung. – E n.: repudation o foreclosure. –


E s.: repudio. – I.: reiezione. – P.: rejeção o repùdio. Terme introduit par Jaques Lacan: mécanisme spéci-
fique qui serait à l’origine du fait psychotique.
2 Laplanche – Pontalis 1984: 393, P r e c l u s i o n e: D.: Verwerfung. – E n.: repudation o foreclosure. –
Es.: repudio. – I.: reiezione. – P.: rejeção o repùdio. Termine introdotto da Jaques Lacan: meccanismo spe-
cifico che sarebbe all’origine del fatto psicotico.
3 Tannahill 1985: 34: una donna di una tribù aborigena australiana, dopo che le era stato spiegato come
vanno le cose secondo gli occidentali, si rifiutò nettamente di credere a ciò che le veniva detto: “lui non c’en-
trare niente!” disse sprezzante.
4 Mariotti 1983: 5: Da Augusto Caligola riprese l’idea di un culto imperiale, ma l’attuò con giova -
nile eccesso e con l’inserzione di elementi orientali. Impose dichiaratamente alle comunità dell’impero, sia
in Oriente che in Occidente e senza compromessi, il culto suo e dei suoi congiunti, collegandolo a quello sola -
re: in ogni tempio di qualsiasi religione doveva essere collocata la sua effigie fra quella degli altri dei.
• 75 •
La dea Cibele, mito e complesso, M. Bulletti

una strategia non direttiva. Una metodica rimase sottomessa, come direbbe Catullo,
tesa a far emergere le dinamiche attive, tras- per tutta la vita ai voleri della madre.
late in negativo5 nella circostanza. Il risulta- Riportata in tal modo la figlia a casa, la
to fallimentare non si fece atten- stessa si piegò ancora una volta
dere. Infatti la donna, come alla volontà della madre dive-
intuì che poteva attivarsi una nendo in modo definitivo colei
benché minima censura, anche che potremmo descrivere lette-
indiretta, che potesse mettere in ralmente o poeticamente come
questione la sua dialettica pul- “ancella della dea”8 madre.
sionale così nefanda6, di cui era Una madre che potremmo defi-
perfettamente cosciente, inter- nire, ora, senza alcuna ombra
ruppe immediatamente il suo di dubbio, una madre cibelica.
rapporto con lo psicologo. Dal- Attualmente, eseguendo
la figlia, rimasta in contatto con una verifica di accertamento,
me, seppi in secondo tempo, sono stato aggiornato dalla non
che la madre si recò, accompa- più giovane figlia, oramai cin-
gnata dal padre, nella casa del quantaseienne: la stessa vive
fidanzato con cui conviveva. In tale occa- ancora con la vecchissima madre rimasta
sione il padre, reso “furente di rabbia”7 (cfr. vedova pochi anni dopo l’evento da me nar-
G.V. Catulli) dalla moglie, malmenò pesan- rato. La matriarca, come mi riferisce la
temente la figlia che poi costrinse a salire, figlia, sentenziava e sentenzia a tuttoggi la
sempre con violenza, nell’auto dove l’a- frase: “ora stai con me, dopo la mia morte
spettava la madre. La madre, a sua volta, farai quello che vuoi”. Possiamo dire che
aggrediva e neutralizzava verbalmente con questo enunciato sancisce l’epitaffio con-
pesanti insulti il fidanzato che, uscito dalla clusivo e definitivo dell’evirazione operata
sua abitazione, voleva prestare soccorso alla sulla figlia. A tutt’oggi quella madre, al dire
ragazza. La storia si concluse in un definiti- della stessa, non ha perso né lucidità menta-
vo accasamento forzato della figlia che le né veemenza.

5 Laplanche – Pontalis 1984: 610: Transfert (o t r a s l a z i o n e): Questo transfert di apprendimento è


talora chiamato positivo, in opposizione a un transfert detto negativo che designa l’interferenza negativa di
un primo apprendimento con un secondo (?).
6 Laplanche – Pontalis 1984: 464-465: Pulsione di morte: Nel quadro dell’ultima teoria freudiana
delle pulsioni, designano una categoria fondamentale delle pulsioni che si oppongono alle pulsioni di vita e
tendono alla riduzione completa delle tensioni, cioè a ricondurre l’essere vivente allo stato inorganico. Rivol-
te dapprima verso l’interno e tendenti all’autodistruzione, le pulsioni di morte verrebbero successivamente
dirette verso l’esterno, manifestandosi allora sotto forma di pulsione di aggressione e di distruzione.
7 Vedi G. Valeri Catulli, Carmina, LXIII, Super alta vectus Attis celeri rate maria.
8 G.V. Catulli 1996.
• 76 •

Questo caso emblematico, proprio gra- preclusi o reietti dalla potente volontà di
zie all’insuccesso terapeutico, diventerà per quella donna. Una donna che esprimeva, in
me soggetto fondamentale di studio. Venne sé e per sé e pienamente, la figura di una
da me registrato come caso A e madre così dominante da
divenne il motore di quello stu- mostrarsi come un vero e
dio pluridisciplinare che mi por- proprio centro9 ginocratico
terà a formulare la teorizzazio- della vita familiare.
ne del complesso di Cibele. Scoprirò in seguito che
anche la suocera di Sig-
Analogie fra il caso A con mund Freud separerà,
quello dei vissuti freudiani attraverso la forzatura psi-
cologica,“per lunghi anni”,
Il caso A fu per me un rivo- le due figlie, Martha e
luzionario soggetto di riflessio- Minna Bernays, dai rispet-
ne, che potrebbe essere definito tivi fidanzati. Infatti, scri-
come quello della tipica “fortu- vendo alla cognata Minna,
na del principiante”. Entrambi gli attori il padre della Psicoanalisi affermerà riguar-
maschili, padre e fidanzato, si erano mostra- do alla futura suocera: come madre, dovreb -
ti incapaci di opporsi alla ferrea volontà del- be essere felice di sapere felici per quanto è
la donna: una madre che si mostrava reite- possibile i suoi tre figli, e sacrificare i suoi
ratamente dominante sulla vita affettiva del- desideri ai loro bisogni. Non lo fa, si lamen -
la figlia. Entrambi gli uomini, marito e ta di essere superflua, di essere trascurata,
genero in erba, apparivano platealmente cosa di cui noi, per la verità, non le diamo

9 Freud 1990: lettera del 21 febbraio 1883, pp. 31-32: Vi sono questioni serie che meritano di esse -
re trattate diversamente. Probabilmente sai di che si tratta. La mamma ha deciso di andare ad Amburgo con
te, prima di tutto per fare laggiù una ricognizione, poi per mettervi le tende. Schönberg le ha detto che è egoi -
sta, e che non ha trovato in lei la madre che cercava. Furono rotti i rapporti e ci fu grande ostilità. Voglio
dirti subito che ho preso posizione, ma ti pregherei molto, se mi concedi una certa influenza in proposito, di
non prenderne partito, nelle tue lettere, per la mamma, o di credere a tutte le sue lamentele che adesso senti
su di noi. Ora non credere che io le sia ostile o abbia rinnegato l’alta opinione che ho di lei, oppure che i miei
rapporti con lei siano meno affettuosi. Non credo di farle un torto; la vedo tra noi con una grande energia,
spirituale e morale, capace di grandi cose, senza una traccia delle ridicole debolezze delle donne anziane, ma
non si può fare a meno di riconoscere che essa prende posizione, contro noi tutti, come un uomo anziano.
Per il fatto che la sua energia e il suo fascino hanno resistito così a lungo, esige ancora una piena partecipa -
zione alla vita, e non da persona anziana, bensì vuole essere il centro, la dominatrice, il fine di tutto. Ogni
uomo, giunto all’anzianità con tutti gli onori, vuole la stessa cosa, ma nella donna ciò è insolito. Come
madre, dovrebbe essere felice di sapere felici per quanto è possibile i suoi tre figli, e sacrificare i suoi deside -
ri ai loro bisogni. Non lo fa, si lamenta di essere superflua, di essere trascurata, cosa di cui noi, per la veri -
tà, non le diamo alcun motivo, vuole trasferirsi ad Amburgo per una specie di raffinato capriccio, senza tener
conto che, così facendo, separa te e Schönberg, e me e Martha per lunghi anni.
• 77 •
La dea Cibele, mito e complesso, M. Bulletti

alcun motivo, vuole trasferirsi ad Amburgo convivenza della cognata Minna in casa
per una specie di raffinato capriccio, senza Freud13. Del ribelle Ignaz Schönberg, con-
tener conto che, così facendo, trario ai voleri della suocera e vittima del
separa te e Schönberg, e me e conflitto con la stessa,
Martha per lunghi anni10. non rimarrà più traccia.
Nell’evidenza dei fatti, la Il genero non gradito, o
suocera di Sigmund Freud meglio forcluso dalla
avrà lo stesso comportamen- suocera, seguirà, anche
to di separazione, sebbene se in modo più diploma-
meno cruento, agito dalla tico, lo stesso destino di
madre del caso A. Infatti reiezione del fidanzato
mentre la madre del caso A del caso A.
attivava una palese forzatura Ritornando proprio
fisica, la suocera di Sigmund al caso A, dopo l’evento
Freud rendeva attiva una palese forzatura del ratto della figlia, cominciai, giustamen-
psicologica. Quindi la forzatura si eviden- te, a nutrire dei dubbi sulle dinamiche edi-
ziava come strategia privilegiata tesa a divi- piche. In questo caso non c’era una figlia
dere ed allontanare le figlie dai rispettivi innamorata del padre o un figlio innamora-
fidanzati. Una forzatura evidente nel primo to della madre ma, in tutta evidenza, una
caso, mimetica nel secondo, ma pur sempre madre ferocemente innamorata della figlia.
espressione della volontà ginocratica. Con Iniziai quindi a supporre che sia la fase
il lamentarsi di essere superflua e trascura- preedipica che quella edipica fossero diret-
ta, attivava una tecnica molto più raffinata, te e pilotate da questo complesso patologi-
quella sadico-passiva dell’algolagnia11. co evirante agito dalla madre. Un comples-
Ignaz Schönberg, fidanzato della cogna- so che sarà finalmente messo in luce nel
ta Minna, si ribellerà alla suocera dicendo- campo di indagine della postanalisi, con la
le, come ci ha testimoniato proprio Sig- nomenclatura di complesso di Cibele. Mi
mund Freud, che: [...] è egoista, e che non ha resi conto anche che il nucleo della nevrosi
trovato in lei la madre che cercava12. Il risul- non era da ascrivere né alla fase preedipica,
tato di tale ribellione vedrà, anni dopo, la come teorizzato dal padre della psicoanali-

10 Freud 1990: 32, lettera a Minna Bernays del 21 febbraio 1883.


11 Hinsie – Campbell 1979: 24: Piacere del dolore. Termine introdotto da Schrenck-Notzing per com -
prendere sia il sadismo che il masochismo. Il sadismo viene chiamato algolagnia attiva, mentre il masochi -
smo algolagnia passiva.
12 Freud 1990: 31, lettera a Minna Bernays del 21 febbraio 1883.
13 Berthelsen 1990: 25: [Paula, la collaboratrice domestica di casa Freud] Contrariamente alla moglie
di Freud, la zia le appare “molto possessiva”. Paula si limita a prendere atto che la camera da letto di Min -
na è attigua a quella dei Freud e accessibile solo attraverso questa: evidentemente nelle case dei signori tut -
to è un pò strano.
• 78 •

si solo nel 193114, né a quella edipica, ma quel mio primo caso, mi spinse a ricercare
all’interno del complesso di Cibele. Esso la figura mitologica più rappresentativa del-
era il vero motore pulsionale nel quale, la madre evirante. Con mia grande meravi-
parafrasando proprio Sigmund Freud, pote- glia scoprii le icone di due dee che interagi-
vano essere definite la genesi di tut - vano in parallelo fra di loro,
te le fissazioni e rimozioni alle quali esattamente come interagi-
siamo soliti ricondurre il sorgere rono fra di loro la civiltà
delle nevrosi15. A ciò noi potremmo greca con quella romana.
aggiungere senza tema di smentita, Queste divinità erano: l’e-
ogni forma di psicopatologia. siodea Gaia o Gea: [...] d a l -
La scoperta del complesso di l’ampio petto, sede sicura
Cibele ci ha permesso di coniare il per sempre di tutti / gli
termine – postanalisi – poiché, il immortali che tengono la
campo di indagine della stessa, si vetta nevosa dell’Olimpo16, e
pone in diretta successione concet- l’anatolica Mater deum17
tuale al campo dell’indagine psicoa- Cibele. Seguendo il metodo
nalitica freudiana. dell’indagine postanalitica18,
le analogie all’interno del quadrinomio del-
le due dee si presentarono ben presto nella
L’Esiodea Gaia e la Frigia Cibele: due loro evidenza. In primo erano entrambe dee
espressioni ambivalenti del mito della incestuose. Nel narrato mitologico entram-
Grande Madre be amavano i propri figli; figli amanti pre-
destinati all’evirazione. Nella fattispecie
La forza evirante della madre cibelica di avremo Urano19 con la madre Gaia20, ed

14 Freud 1931: 64: Con ciò la fase preedipica della donna acquista un significato che finora non le
avevamo attribuito. Poiché in tale fase vi è spazio per tutte le fissazioni e rimozioni alle quali siamo soliti
ricondurre il sorgere delle nevrosi, pare necessario ritrattare la validità generale della tesi che il complesso
edipico sia il nucleo della nevrosi.
15 Freud 1931: 64.
16 Esiodo, Teogonia, 117-118.
17 T. Livii, Ab urbe condita, XXIX, 11.
18 Bulletti 2004.
19 Esiodo, T e o g o n i a,126-128: Gaia per primo generò, simile a sé, / Urano stellato, che l’avvolgesse
tutta d’intorno, / che fosse ai beati sede sicura per sempre.
20 Esiodo, Teogonia, 161-166: Presto,creata la specie del livido adamante, / fabbricò una gran falce e
si rivolse ai suoi figli / e disse, a loro - aggiungendo coraggio, afflitta nel cuore: / “Figli miei e d’un padre
scellerato, se voi volete / obbedirmi potremo vendicare il malvagio oltraggio del padre / vostro, ché per primo
concepì opere infami”.
Teogonia, 178-182: ma dall’agguato il figlio [Crono] si sporse con la mano / sinistra e con la destra prese la
falce terribile, / grande, dai denti aguzzi, e i genitali del padre / con forza tagliò, e poi via li gettò, dietro.
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La dea Cibele, mito e complesso, M. Bulletti

Attis21 con la madre Cibele22. Queste due sentava anch’essa la terra intera. La Grande
divinità erano le matriarche indi- Madre greca e la Mater deum
scusse del Pantheon patriarcale romana possedevano in loro una
pagano. Gaia rappresentata proprietà, quella definibile come
come metafora del “monte la più pregnante per ogni donna,
Olimpo”23 e Cibele rappresenta- legata all’essenza della fecondi-
ta come metonimia dei monti tà. Erano tutte e due madri di
Kybela. Di fatto, il nome di ogni creato, comprendendo dei e
Cibele derivava proprio da quel- uomini, animali e cose, ed anche
lo dei monti Kybela24, situati in madri di tutto il percepito, e per-
Anatolia. Nel Pantheon greco la sino del non percepibile. Quello
matriarca era esplicitamente della fecondità era un attributo,
Gaia e, per ciò che riguarda il una proprietà talmente consu-
Pantheon romano lo era, la stanziale da presentarsi come il
“Mater deum” Cibele. Gaia, in loro sinonimo più pregnante. Un
quanto Gea, rappresentava la terra intera. sinonimo che però conteneva al proprio
Cibele, a sua volta, in quanto anche Magna interno una duplice caratteristica legata alla
mater o Grande Madre dei Romani, rappre- funzione stessa. Nei fatti tale funzione pote-

21 Cattabiani 1989: 162: Egli [Attis, figlio di Cibele] torna alla madre primordiale, ridiventa andro -
gino in lei, si separa dalla propria virilità per risorgere nell’Uno. Il rito che rammentava il mito e lo attua -
lizzava per i partecipanti, si svolgeva nella seconda quindicina di marzo, intorno all’equinozio di primave -
ra: cominciava il 15, che nel calendario lunare antico era il giorno della luna piena, e culminava nei giorni
che segnavano il passaggio del sole dallo zodiaco meridionale a quello settentrionale. Questo legame con la
luna piena e il sole trionfante, su cui è superfluo spendere commenti, è testimoniato da una statua ai Musei
Vaticani dove Attis appare con il berretto frigio ornato da una falce lunare e i raggi solari.
Frazer 1973, XXXIV, Il mito e il rituale di Attis, vol. I: 546: Si davano [i novizi] in preda alla più sfrenata
eccitazione e lanciavano i pezzi tagliati del loro corpo verso la statua della crudele dea. Questi mutili stru -
menti di fertilità venivano poi impacchettati e sepolti rispettosamente in terra o in camere sotterranee sacre
a Cibele, dove, come per il sacrificio del sangue, venivano forse considerati capaci di richiamare Attis in vita
ed affrettare la risurrezione generale della natura, che allora faceva germogliare le foglie e sbocciare i fiori
sotto il sole primaverile.
22 Frazer 1973, XXXIV, Il mito e il rituale di Attis, vol. I: 546: [...] la madre di Attis concepì suo
figlio ponendosi in seno una melagrana proveniente dagli organi genitali tagliati ad un mostro chiamato
Agdestis, una specie di doppione di Attis.
23 Enciclopedia della geografia 1993: Olimpo (Grecia), il più alto (2917) massiccio montuoso della
Grecia centro-orientale, tra Tessaglia e Macedonia. Nell’antichità, sulla sua vetta, spesso nascosta dalle nubi,
si riteneva avessero la loro dimora gli dei.
24 Cassola 1991: 327: Alcuni studiosi moderni chiamano la madre degli dei «Cibele», e quest’uso,
che ha il vantaggio della semplicità, non può dirsi scorretto; ma non va dimenticato che il nome Cibele, come
Idea, Dindimene, ecc., deriva da un toponimo (i monti Kybela) […].
• 80 •

va definirsi, nel suo essere ambivalente ed quel “defunto”, derivato dal rovesciamento
ambigua, come felicemente gaia od infelice, negativo di f u n t o, participio passato del ver-
rivelandosi quindi in tutta la sua dualità bo fungere. Quindi la psicogenesi psicotica,
nevrotica. Seguendo lo schema tipi- rappresentata nel mito di Cibele ed
co della nevrosi, che [...] è per agita nel complesso che da esso
così dire la negativa della per - deriva, è la messa in scena del-
versione25, potremo senza dub- l’assassinio dell’anima compiu-
bio affermare che la risultante to da ogni madre cibelica sulla
della funzione della fecondità, psiche dei figli di ambedue i
ossia il procreato, veniva prede- sessi. In tal modo, per queste
stinato ad essere sadicamente due matriarche t e r ribili e t e r ri-
evirato. Quindi nella funzione ficanti, di cui la terra è para-eti-
del creare si esprimeva chiara- mologicamente metafora, è pos-
mente l’endiadi vita-morte. Per sibile definire una fenomenolo-
giustificare tale funzione si ave- gia che vede entrambe rifletter-
va nel culto di Cibele, una litur- si nello specchio nevrotico per-
gia, per così dire, riparatoria che diveniva verso, illuminato dalla fredda luce psicoti-
remunerativa nel momento stesso in cui, tre ca. Infatti per rimemorare, anche Gaia
giorni dopo la morte, si attualizzava la indurrà l’evirazione del figlio Urano. Una
resurrezione del figlio Attis. Ciò avveniva al evirazione che, come chiarificato, simboli-
fine di permettere alla madre la reduplica- camente equivale alla morte. Una morte che
zione all’infinito dell’evirazione mortifera si trasformerà in vita con il nascere della
agita sul figlio. Una funzione questa, che dea Afrodite: [...] una figlia/nacque [nel
esprime non solo una essenza nevrotico- mare, dalla spuma dell’immortale membro],
perversa, ma anche il sintomo più tangibile e dapprima a Citera divina/giunse, e di lì
della psicosi e della psicogenesi psicotica. poi giunse a Cipro molto lambita dai flutti26.
Una funzione il cui risultato sta proprio nel- A tal punto ci sembra importante evidenzia-
l’effetto della psicosi, vera e propria morte re l’analisi riguardante il campo perverso.
dell’anima, che diviene antitesi della fun- Un campo che ci obbliga a considerare la
zione. Un’antitesi che si rende evidente in dinamica del feticismo o del “fetichismo”27.

25 Freud 1905: 477: I sintomi dunque si formano in parte a spese della sessualità anormale; la nevro-
si è per così dire la negativa della perversione. La pulsione sessuale degli psiconevrotici permette di scor-
gere tutte le aberrazioni che abbiamo studiato come variazioni della vita sessuale normale e come manife-
stazioni di quella morbosa.
a) In tutti i nevrotici (senza eccezione) si trovano nella vita psichica inconscia moti di inversione, ossia fis -
sazione della libido su persone dello stesso sesso.
26 Esiodo, Teogonia,191-193.
27 Roudinesco – Plon 2005: 322.
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La dea Cibele, mito e complesso, M. Bulletti

Una dinamica che interessa la parte del cor- plificato fornisce, in breve, una esemplifi-
po o la “parte del cuerpo” con il corpo inte- cazione della dialettica feticistica, o più
ro o “como sustitutos de una perso- estesamente perversa, che lega
na” (cfr. E. Roudinesco e M. Plon). dialetticamente fra di loro le
In sostanza dovremo considerare il due matriarche del Pantheon
rapporto esistente nel calembour greco e romano. Una dialettica
pars pro toto. Il nome di Gea rap- che però, nel momento stesso
presenta, infatti, la totalità del cor- in cui è psicologicamente evi-
po terreno, ossia della terra. È per- rante, mostra, in tutta la sua
ciò il toto all’interno del quale sono evidenza, anche la sua contro-
contenute tutte le parti. Quindi la parte nevrotica.
persona Gea, nel momento in cui
permette la definizione del corpo I seicento anni del culto di
intero della terra, come avviene in Cibele a Roma
geografia, diviene metafora proprio
perché permette lo “scambio della persona Per ciò che riguarda l’introduzione della
con la cosa”28, come sancito da Roman Grande Madre Cibele nel mondo romano,
Jakobson. Il nome di Cibele, invece, deri- gli avvenimenti furono del tutto singolari.
vato da quello di una catena montuosa, rap- La dea Cibele ebbe la sua sede più degna a
presenta una parte del corpo della terra, partire dal 204 a.C. in un tempio per lei
ossia una pars pro toto. Di conseguenza, il appositamente elevato nell’acropoli della
nome Cibele si presenta come una metoni- Roma più sacra, quella quadrata, fondata da
mia, in quanto, sempre come sancito da Romolo sul colle Palatino. Andando a ritro-
Roman Jakobson, è: scambio della cosa con so di un anno nel tempo, ossia nel 205 a.C.,
la persona. Avremo quindi un insieme costi- potremo collocare la narrazione dell’arrivo
tuito dalle equazioni: Cibele sta a Gaia esat- della dea a Roma. Lo storico Tito Livio ci
tamente come la pars sta al toto o come la testimonia gli antefatti relativi al 4 aprile di
metonimia sta alla metafora. Inoltre, sotto il quell’anno, data in cui, la pietra nera di
profilo dinamico, Gea potrà essere divisa o berillo, simbolo della dea: [...] fu deposta
frazionata in parti, mentre Cibele, per som- nel tempio della dea Vittoria che è sul Pala -
mazione di parti, potrà costituire il corpo tino. Quel giorno fu dichiarato festivo. Una
intero della Grande Madre ossia di se stes- folla di popolo portò doni sul Palatino, dove
sa: la Terra. Perciò potremo aggiungere furono celebrati con un lettisternio dei ludi,
un’altra equazione, Gaia sta a Cibele esatta- detti Megalesi29. Il simulacro della Magna
mente come la proprietà del dividersi sta a Mater, Grande Madre fu portato a Roma,
quella del sommarsi. Quanto appena esem- sempre secondo Tito Livio, poiché, durante

28 Marchese 1989: 190, voce Metonìmia.


29 T. Livii, Ab urbe condita, XXIX, 14.
• 82 •

il periodo delle guerre puniche, era stata Frigia impose il suo culto nella capitale del-
trovata nei libri sibillini una profezia che l’impero nel periodo in cui iniziò la grande
diceva che, quando un nemico espansione di Roma accompagnando la cit-
venuto da terre straniere avesse tà eterna fin verso la fine del
portato guerra in Italia, si sareb - suo declino. Potremo, quindi,
be potuto cacciarlo e vincerlo se a ffermare che Roma, come
fosse stata recata a Roma da Attis, prese vita e forza dalla
Pessinunte la statua della dea, al nascere del suo vero
Madre Idea. Questo vaticinio potere, fino all’inizio della
trovato dai decemviri influì sul sua decadenza e morte.
senato, tanto più in quanto gli
ambasciatori che avevano porta - Il tempio romano del Pan -
to doni a Delfo avevano riferito theon e Cibele
che, quando essi avevano fatto
sacrifici ad Apollo Pizio, l’esame Alla dea Cibele, oltre al
delle viscere aveva dato esito tempio per lei elevato sull’a-
favorevole ed era venuto dall’oracolo un cropoli di Roma, fu anche consacrato, nel
responso che diceva che era prossima per il 27 a.C., un altro tempio, l’unico dei templi
popolo romano una vittoria molto più gran - pagani rimasto intatto fino ad oggi: quello
de di quella dalla cui preda erano venuti i del Pantheon. È il professor Umberto Cor-
doni che essi portavano30. Da allora in poi, dier31 che ci informa sugli antefatti: Secon -
la pietra nera della dea rimarrà indisturbata do una leggenda, Agrippa fu ispirato alla
sul tempio del colle Palatino dal 204 a.C., costruzione del Pantheon da un’apparizio -
fino a quando l’editto dell’imperatore roma- ne della dea Cibele, che gli promise aiuto in
no Teodosio I (379-395 d.C.), abolirà, nel una guerra contro la Persia in cambio della
392 d.C., tutti i culti pagani. Si tratta di un costruzione di un tempio magnifico, di cui
arco temporale che si estende per ben 597 gli mostrò l’immagine32. L’etimologia del
anni. Se consideriamo la data della fonda- nome è ben chiara. Infatti secondo il lingui-
zione di Roma, nel 753 a.C., e la fine del sta Giacomo Devoto, “Pantheon” è: “forma
suo impero con la deposizione dell’impera- sostantiv. della formula gr. pàntheon (hie -
tore Romolo Augustolo nel 476 d.C., avre- rón), tempio (h i e r ó n) di tutti (p a n -) gli dei
mo un arco di 1229 anni che corrisponde a (- t h e i o n)”33. In questo tempio infatti, come
poco più del doppio del regno di Cibele nel ci evidenzia ancora Umberto Cordier, vi
suo trono sul colle Palatino. Quindi la dea sono sette grandi nicchioni, alternativa -

30 T. Livii, Ab urbe condita, XXIX, 10.


31 Vedi U. Cordier, Guida ai luoghi misteriosi d’Italia.
32 Cordier 1997: 330.
33 Devoto 1989: 301.
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La dea Cibele, mito e complesso, M. Bulletti

mente rettangolari e circolari, che contene - evidente proprio grazie all’artefatto archi-
vano in origine le statue delle sette divinità tettonico della cupola a calotta semisferica
planetarie. Tali divinità planetarie, alla cui sommità fu praticato un foro circo-
erano anche dette “reggenti”. Ad lare a cielo aperto del dia-
esse venivano associate le ore di metro di 9 metri. Questa
ogni giorno. Attraverso il compu- grande apertura con il cielo
to del susseguirsi delle stesse, aveva un significato ben
venne determinata la sequenza evidente: non esistevano
dei giorni che ritroviamo ancora diaframmi od ostacoli fra la
oggi nella settimana attuale. dimensione terrena e quella
Alfredo Cattabiani ci informa al celeste, per cui il Pantheon
proposito che: Si attribuiva la si presentava come l’utero
prima ora, quella del mattino, al terreno aperto alla congiun-
pianeta più lontano, Saturno, e le zione feconda con il cielo.
altre gradatamente ai pianeti Nel tempio pagano del Pan-
meno lontani, Giove, Marte, theon, di fatto, si realizzava
Sole, Venere, Mercurio, per termi - simbolicamente l’amplesso
nare con la Luna, il più vicino34. Questa finalizzato al concepimento, fra magna
successione di pianeti definirà la geometria mater terrena e l’universo etereo. Metafori-
del tempo della nostra settimana. Il giorno camente potremmo dire dell’anima con il
di Saturno diverrà per noi il sabato, quello corpo. Una congiunzione che ci rinvia al
del Sole la domenica e poi ancora avremo concepimento del tempo presente anche
che dalla Luna avrà origine il lunedì, da nell’epifania esiodea di Crono, conseguen-
Marte il martedì, da Mercurio il mercoledì, te al matrimonio sacro fra la terra Gaia con
da Giove il giovedì e infine da Venere il il figlio cielo Urano. Quindi il Pantheon,
venerdì. Quindi palesemente la dea Cibele seguendo passo per passo l’iterazione idea-
sovraintendeva alla dimensione cronologi- le, è il luogo sacro dove la terra, generando
ca del tempo che da ogni ora si estendeva il cielo e poi unendosi con esso, dà vita al
alla settimana per poi fluire, senza interru- tempo, ed anche il luogo dove la terra od il
zione, al di là dei mesi e degli anni. A que- corpo, generando l’anima e fondendosi poi
sta vera e propria trascendenza del fluire con essa, dà vita all’essenza umana. Questa
cronologico, ritmato dai pianeti dell’univer- diade simbolica immanente e nel contempo
so generati dalla dea ed inglobati nel ventre segreta, del tempo e dell’essenza umana,
del suo tempio, si aggiunge un’altra eviden- celata nel simbolismo del tempio, non
za: quella dello hieros gamos tra cielo e ter- appartiene, però, alla Mater deum patriar-
r a. Questa fusione veniva favorita e resa cale ma alla pacifica Grande Dea della pri-

34 Cattabiani 1989: 32.


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migenia religione monoteista matriarcale. È estrema di una penisola, di fronte all’Ocea-


un reliquato concettuale che ripropone no Atlantico. Ciò che dimostra la concet-
caratteristiche specifiche concepite all’in- tualizzazione dello hieros gamos fra cielo e
terno del mito riguardante la terra, più precisamente fra i lumi-
prima divinità adorata dal- nari Sole e Luna con l’utero del-
l’essere umano. Un primato la Grande Dea, viene reso nel
che vedrà ogni altro culto concreto attraverso l’imperniarsi
nomenclabile solo come suc- spazio temporale ben preciso di
cessivo o secondo, in ordine una pietra di quarzo bianco con
numerico, a quello monotei- un orientamento ben particolare.
sta della Grande Dea. Le Ci informa al proposito Terence
coincidenze concettuali fra Meaden: l’entrata e la galleria
Gaia-Cibele e la Grande Dea [del tempio di Gavrinis] sono
sono immediatamente identi- state orientate in maniera tale
ficabili nella definizione che che questa pietra potesse essere
ci viene fornita dal paleoantro- illuminata al sorgere della luna
pologo Terence Meaden: Un elemento nel suo punto estremo a sud, condizione che
comune nei miti della creazione e dei riti si verifica ogni diciotto anni, e anche al sor -
annuali, che celebravano il rinnovamento gere del sole nel solstizio d’inverno ogni
del mondo, erano le Nozze Cosmiche o le anno36. Quindi si aveva un congiungimento,
Nozze Sacre (l’unione delle divinità), che all’interno del talamo uterino della Grande
garantivano l’eterno processo della creazio - Dea, con due pianeti diversi che scandiva-
ne e della continuazione dell’universo. no, esattamente ed inequivocabilmente, la
Assolutamente evidenti erano le nozze cele - cronologia dell’universo. Come si vede il
sti, quelle fra le divinità che rappresentava - doppio principio della congiunzione e del-
no il cielo e la terra, oppure il sole e la l’epifania scandita, che dava origine al tem-
luna35. Nel Pantheon si ripeteva quella con- po, era ben presente nel mondo matriarcale
giunzione, quello hieros gamos, fra cielo e monoteista già molti millenni prima della
terra che però era già oggetto di culto nel- nascita del matriarcato androcratico di
l’era neolitica. Un esempio fra tanti ci viene Gaia-Cibele. Nello specifico di queste due
fornito dal tempio di Gavrinis, luogo di matriarche androcratiche, Gaia concepisce
adorazione della Grande Dea, già quattro il tempo con un solo figlio, ossia Urano,
millenni prima della nostra era e dell’edifi- mentre Cibele concepisce il tempo con le
cazione del Pantheon. Questo santuario, è sette divinità reggenti di cui, in quanto
situato sull’isola di Gavrinis, al largo della mater deum, è la Magna Mater, la Grande
costa della Bretagna, eretto sulla punta Madre. Perciò si avrà palesemente, per que-

35 Meaden 1998: 63.


36 Ibidem, p. 43.
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La dea Cibele, mito e complesso, M. Bulletti

st’ultima, l’evidenza di un rapporto plurimo pio bretone della Grande Dea. Nei fatti,
od orgiastico, etero ed omosessuale. Un però, nel tempio di Gavrinis si celebrava la
matrimonio sacro che vedrà la partenogenesi della Grande Dea.
congiunzione nell’utero-tempio Infatti in questo tempio vi era già
della Grande Madre, spalanca- una venerazione che vedeva l’at-
to verso il cielo, non solo tra i tribuzione della mascolinità al
figli di sesso maschile ma Sole e della femminilità alla
anche fra la Luna e Venere, di Luna. Ambedue i pianeti però, in
sesso femminile. Quegli stessi un’epoca antecedente, anteriore
sette figli che, in quanto piane- al 10.000 a.C., essendo ritenuti
ti, gravitavano nel cielo etereo creazione partenogenetica della
per congiungersi con i loro cor- Grande Dea, erano espressione
rispondenti terreni, rappresen- diretta della universalità femmi-
tati simbolicamente dalle sette nea di tutto il creato. Un attribu-
statue delle divinità a loro cor- to, quello della femminilità, che
rispondenti. La filogenesi con- la Grande Dea estendeva a tutto
cettuale di questo plurimo matrimonio sacro l’universo da Lei generato. Per tal motivo
si rende evidente nella precedente liturg i a ogni concepimento era conseguente a quel-
della Grande Dea. Infatti lo scandirsi inizia- l’autofecondarsi da sé che avveniva in tutto
le del tempo, ossia il concepimento del tem- il percepibile ed il non percepito presente
po, veniva sancito, anche nel Pantheon, nell’universo. Un autofecondarsi da sé che
attraverso la connessione epifanica del sole si richiama e ci richiama alla riproduzione
e della luna, come, in precedenza, nel tem- protozoica per autoscissione. Un modello
pio di Gavrinis. Non a caso, secondo quan- riproduttivo che si esprime attraverso una
to ci fa notare Umberto Cordier, nel Pan- concatenazione infinita di autoscissioni che,
theon: il foro della sommità è il Sole che, nel momento in cui inizia a perdere la sua
infatti, agli equinozi proietta, sempre a mez - vitalità, si ravviva grazie allo scambio di
zodì, un raggio di luce che taglia il corni - sostanze interne che avviene fra queste cel-
cione proprio come l’astro in quei giorni lule. Uno scambio di sostanze che avviene
taglia l’equatore celeste37. Per ciò che inve- fra cellule identiche alla cellula madre per
ce riguarda la luna: la struttura è orientata cui questa singolare pratica ripropone quel-
con uno scarto di 5°, pari all’obliquità del - l’autofecondarsi da sé operato, nella prassi
l’orbita lunare, come il Palazzo della Ragio - concettuale, nella liturgia dalla Grande Dea.
ne di Padova e Castel del Monte di Andria. Di conseguenza, da questa partenogenesi
In sostanza nel tempio romano si volevano del monoteismo matriarcale, si avrà poi,
ottenere le stesse risultanti di congiunzione sempre all’interno del matriarcato monotei-
solilunare analoghe a quelle agite nel tem- sta, l’evoluzione concettuale dello hieros

37 Cordier 1997: 329.


• 86 •

gamos eterosessuale. Tale rivoluzione poté L’analogia distorta fra il mito di Cibele
avvenire grazie alla presa di coscienza del- e la teologia del cristianesimo
la paternità acquisita dall’uomo. Ci informa
al proposito l’antropologa inglese Risalendo ad epoche a noi
Reay Tannahill: nulla ci fa sup - più vicine, il Pantheon, uni-
porre che l’uomo, neppure lonta - tamente ai suoi significanti
namente, fosse conscio del proprio più reconditi, verrà donato
ruolo fisico nell’atto del concepi - intorno all’anno 608 dall’im-
mento. Sembra che questa consa - peratore romano d’Oriente
pevolezza si sia rivelata solo con Foca (602-610) a Papa Boni-
l’avvento dell’agricoltura poco facio IV che: guardava con
dopo il 10.000 a.C.: essa certo ebbe desiderio quel capolavoro
l’effetto di rafforzare l’ego maschi - dell’architettura antica che
le38. La partenogenia rimarrà però sembrava possedere tutti i
fissata nella mitologia del colletti- requisiti di una chiesa cri -
vo; una fissazione che si può facil- stiana39. Il tempio pagano
mente intravedere nei reliquati concettuali sarà consacrato a chiesa cristiana il 13 mag-
espressi nel mito. Infatti nel traslato evolu- gio del 609, in onore di S. Maria ad Marty -
tivo della partenogenesi si avrà un matri- res. Mille anni dopo, il corredo bronzeo
monio tra madre e figlio, nella fattispecie parietale posto all’interno di questo tempio
fra Gaia e Urano, nel quale il figlio maschio verrà fatto fondere da Papa Urbano VIII
non è altro che il frutto della partenogenesi Barberini ed utilizzato dal Bernini per
materna. Con Cibele anche le divinità reg- costruire il “baldacchino di San Pietro” e
genti sono un reliquato concettuale della cannoni per Castel S. Angelo: in quell’oc-
partenogenesi del matriarcato monoteista. casione, sulla famosa “statua parlante” di
Un reliquato che per estensione ingloba non Pasquino venne trovato, ben a ragione, un
solo l’insieme dei figli di sesso maschile ma cartello satirico che diceva in latino: quod
anche quelli di sesso femminile. Un sesso non fecerunt barbari fecerunt Barberini
femminile espresso nell’endiadi ideale e “ciò che non fecero i barbari, fecero i Bar-
carnale della dea Luna e della dea Venere. berini” (cfr. U. Cordier). Sull’utilizzo di
In sostanza, con il matriarcato monoteista, quel bronzo, usato per realizzare il baldac-
il concepimento è solo frutto della parteno- chino di San Pietro, ci informa l’illustre sto-
genesi mentre nel politeismo androcratico il rico dell’arte Ennio Francia: Iniziata nel
femminino viene messo in minoranza pur 1624 e terminata nel 1633, questa grandio -
conservando, la matriarca, ogni potere idea- sa opera fu commissionata all’artista da
le saldamente nelle proprie mani. papa Urbano VIII Barberini: allo stemma

38 Tannahill 1985: 5
39 Rendina 1983: 170.
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La dea Cibele, mito e complesso, M. Bulletti

del suo casato si riferiscono le api che, spar - mater deum Cibele ed il figlio Attis con la
se dappertutto, formano un motivo decora - mater dei Maria ed il figlio Gesù. A que-
tivo. Sotto il Baldacchino è l’altare papale st’ultima analogia, che è del resto impossi-
che si affaccia sulla C o n f e s- bile, poiché intervie-
sione40. Inoltre, le quattro ne fra personaggi
colonne vitinee, in bronzo inesistenti e perso-
dorato, alte ben 20 m, naggi storicamente
sostengono un baldacchino, esistiti, fece ben pre-
pure in bronzo dorato, dal sto seguito un aspro
quale scendono frange e conflitto religioso.
nappe a imitazione dei bal - Ci aggiorna al pro-
dacchini portatili41. I lega- posito l’antropologo
mi topici fra il culto di James Frazer: Sem -
Cibele ed il culto cristiano si bra, infatti, secondo
consolidano ancora una volta. Nei fatti il la testimonianza di un anonimo cristiano
legame fra la basilica di S. Pietro, centro del che scriveva nel secolo IV della nostra èra,
cattolicesimo, con il culto di Cibele ed che tanto i cristiani che i pagani erano col -
Attis, si rivela ancora più stretto grazie ai piti dalla sorprendente coincidenza fra la
reperti archeologici ritrovati in un altro san- morte e la risurrezione delle loro rispettive
tuario di Cibele, denominato Phrygianum, divinità, e che questa coincidenza era ogget -
situato proprio nell’area vaticana. Infatti, to di aspre controversie fra i fedeli delle due
come ci informa Renato Del Ponte: Nel religioni rivali: i pagani pretendevano che la
santuario della Grande Madre al P h r y g i a- risurrezione di Cristo era una imitazione di
num – oggi sotto le fondamenta di San Pie - quella di Attis; i cristiani asserivano con
tro – i dati epigrafici delle iscrizioni com - egual calore che la risurrezione di Attis era
memorative ci parlano di riti effettuati inin - una contraffazione diabolica di quella di
terrottamente almeno sino al 39042. Ai lega- Cristo. In queste dispute, non sempre corte -
mi topici, ora identificati nel loro essere si, i pagani avevano quel che a un osserva -
comuni, del Pantheon e del Phrygianum, tore superficiale potrebbe sembrare un gran -
con la chiesa di S. Maria ad Martyres e la de vantaggio: poter mostrare, cioè, che il
basilica di S. Pietro, bisogna aggiungere loro dio era il più antico, e quindi probabil -
quelli cultuali esistenti, in apparenza, fra la mente non era una contraffazione, poiché

40 Francia 1983: 41.


41 Francia 1983: 34.
42 Del Ponte 1992: 262-263: Fra il 382 ed il 391 (di fatto sino al 394) si vivrà a Roma una situazione
veramente insolita. Non esiste più culto di Stato, ma i collegi sacerdotali continuano a sussistere e ad officiare
i loro riti: le spese sono sopperite dall’ingente patrimonio delle famiglie più ragguardevoli dell’aristocrazia sena -
toria. Nel santuario della Grande Madre al Phrygianum – oggi sotto le fondamenta di San Pietro – i dati epi -
grafici delle iscrizioni commemorative ci parlano di riti effettuati ininterrottamente almeno sino al 390.
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come regola generale l’originale è anteriore la Pasqua stessa veniva: celebrata in tempi
alla copia. Questa debole argomentazione i diversi secondo antiche tradizioni delle sin -
cristiani la respingevano facilmente. Essi gole Chiese45. Quindi nell’impero romano, la
ammettevano infatti che secondo ricorrenza del 25 marzo, non
un ordine puramente cronolo - essendo riconosciuta da tutte le
gico Cristo era la divinità più Chiese, non poteva essere con-
recente, ma dimostravano siderata come canonica ed uni-
trionfalmente la sua reale prio - voca. A proposito di questa
rità, accusando la malizia di vexata quaestio, proprio nel
Satana, che in una occasione concilio tenuto a Nicea a parti-
così importante aveva superato re dal mese di maggio a quello
se stesso invertendo l’ordine di giugno del 325, verrà stabili-
usuale della natura43. Per ciò to il criterio per la nuova data-
che riguarda la liturgia relativa zione della ricorrenza pasquale
al mito di Cibele ed Attis con valido a tuttoggi46. Allo stesso
quella cristiana dobbiamo tempo, in quel concilio, venne
segnalare ulteriori coincidenze. Coinciden- anche operato un netto distinguo
ze di cui la prima è di carattere cronologico. per ciò che riguardava il rapporto con gli
Il dio Attis risorgeva, tre giorni dopo la sua accoliti del culto di Cibele ed Attis. Infatti,
morte ogni anno il 25 marzo. Anche la nell’elenco dei canoni sanciti, leggeremo
resurrezione del dio cristiano sembra che ciò che venne stabilito a proposito di: quel -
sia stata festeggiata nella stessa data. Ci pre- li che si mutilano o permettono agli altri di
cisa al merito Alfredo Cattabiani: secondo farlo su di loro, nella specifica leggeremo
sant’Agostino e San Cipriano, che registra - proprio nel primo canone: se qualcuno è
vano una tradizione diffusa fin dal proto - stato mutilato dai medici per una malattia o
cristianesimo, la prima Pasqua cristiana menomato dai barbari, può restare nel clero.
sarebbe caduta il 25 marzo, data che inglo - Ma se qualcuno, pur essendo sano, si è evi -
bava anche la creazione del mondo e l’incar - rato da sé, costui, se appartiene al clero,
nazione del Verbo con l’Annunciazione44. A conviene che ne sia escluso e in futuro nes -
tutti gli effetti la datazione del 25 marzo suno che abbia agito così sia ordinato. È evi -
non era univoca all’interno della Chiesa. dente che quello che è stato detto riguarda
Infatti nella realtà documentale si riscontra coloro che deliberatamente compiono ciò e
che, per ciò che riguarda la dibattuta que- osano mutilarsi; se poi qualcuno fosse stato
stione della data della ricorrenza pasquale, evirato dai barbari o dai propri padroni, ma

43 Frazer 1990: vol. II, pp. 565-566.


44 Cattabiani 1989: 163-164.
45 Aubert – Fedalto – Quaglioni 1995: 15.
46 Eusebio di Cesarea 1964: 5, 16; 5, 23, 24; 384ss, 408ss.
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La dea Cibele, mito e complesso, M. Bulletti

fosse degno sotto gli altri aspetti, i canoni lo molto più vicina a quella del Nuovo Te s t a-
ammettono nel clero47. Appare ben evidente mento piuttosto che a quella dell’evirato
che il riferimento a “coloro che osano muti- Attis. Ci informa al proposito, di quest’ulti-
larsi” si riferisce ai fedeli del mo, l’antropologo James Fra-
culto di Cibele ed Attis. Il zer: una luce squarciava
distinguo nei confronti degli improvvisamente le tenebre;
stessi non era solo di carattere la tomba s’era aperta: il dio
morale ma anche dottrinale, s’era levato tra i morti; e
viste le coincidenze riguardanti mentre il sacerdote toccava le
l’evento rivelato della resurre- labbra degli adoratori pian -
zione e della salvazione. Un genti con del balsamo, sus -
mistero che coinvolgerà non surrava loro dolcemente la
solo il dio Attis ma anche i suoi buona novella della salvazio -
credenti dopo la loro morte. ne. La resurrezione del dio
Questa concettualizzazione, era accolta dai discepoli come
però, si deve sempre al recupe- una promessa che anche loro
ro dei reliquati cultuali legati al avrebbero trionfato sopra la
mito monoteista primigenio della Grande corruzione della tomba49. Questa serie di
Dea. Tale affermazione si rivela, nella sua “coincidenze”, che si espresse in una con-
evidenza, fra i tanti, attraverso la redazione flittualità con i cristiani, è ancor oggi moti-
del paleoantropologo Terence Meaden: nel - vo di rimozione50. Una rimozione che però
l’epoca megalitica la divinità femminile era non riguarda il sicuro credo del teologo, che
onnipotente. Ella era l’oggetto dell’adora - rimane giustamente indifferente allo psico-
zione che condusse gli uomini a muovere tico culto cibelico, ma che invece mette sor-
pietre e montagne, a erigere templi e san - prendentemente in grave difficoltà un certo
tuari in suo onore. Ella era la Grande Dea. intellettuale laico. Un laico che contrasta
Come prodotto della natura, ella simboleg - con vigore la messa in evidenza del culto di
giava la natura in tutti i suoi aspetti. Suo Cibele ed Attis legando, secondo un para-
era il ciclo della vita da cui nascevano gli dosso inconcepibile, la psicopatologia del
esseri viventi dalla terra, e che alla terra tor - culto cibelico alla teologia cristiana. Questo
navano al momento della morte per rinasce - laico compie un errore madornale poiché
re nuovamente48. Una rinascita dell’essere non si rende conto che il cristianesimo non
umano nella sua unità corporale e spirituale ha a che vedere con il mito di Cibele. Per-

47 Aubert – Fedalto – Quaglioni 1995: 277-278.


48 Meaden 1998: 20-21.
49 Frazer (1973) Il mito e il rituale di Attis: 548.
50 Laplanche – Pontalis 1984: 514: Rimozione: si attua nei casi in cui il soddisfacimento di una pul -
sione, atta di per sé a procurare piacere, rischierebbe di provocare del dispiacere rispetto ad altre esigenze.
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ciò, al contrario di questi intellettuali laici, stenza che dà ragione al fatto che quel con-
la postanalisi, evidenziando la gravità della flitto non avesse, e non abbia, più ragione di
psicopatologia cibelica, si trova in pieno esistere. Ci siamo soffermati su questo pun-
accordo con il giudizio magistrale del teo- to poiché, nel momento stesso in cui l’inda-
logo che vede nel culto cibelico gine postanalitica ha messo in luce
una esplicita espressione della il complesso di Cibele, ha dovuto
“malizia di Satana”. Infatti l’ana- lottare contro una forte resistenza
logia dialettica fra la nomencla- da parte di certi intellettuali laici.
tura psicotica e quella satanica si Una resistenza che però, al con-
mostra chiaramente in tutto il suo trario, non è mai stata riscontrata
parallelismo sinottico. Ciò che in ambienti cattolici nei quali la
per il postanalista è l’espressione teorizzazione e la divulgazione
della più grave psicopatologia, del complesso in questione è sta-
per il teologo è l’espressione più ta invece sollecitata. Anche l’an-
intensa del male diabolico. tropologo Alfredo Cattabiani si
Attualmente, quello che si pre- conforma su tale linea concettua-
senta come evidente è l’oblio completo del- le. Scrive al proposito: di fronte a queste
la leggenda di Cibele ed Attis. Un oblio che somiglianze con i riti pasquali si sarebbe
dimostra anche, in sé e per sé, l’inconsi- tentati di parlare, come fece Simone Weil, di
stenza esistente fra il confronto di un mito un antico testamento pagano destinato ad
leggendario con quello della teologia, con- essere illuminato e purificato dalla Rivela -
figurata nella realtà storica del cristianesi- zione di Cristo51. Un antico testamento che
mo. Se esiste qualche coincidenza ideale, la vediamo legarsi con quello del pacifico
potremmo rilevare, semmai, fra la Grande matriarcato primigenio, attraverso l’univer-
Dea pacifica e benefica con quel cardine salità dell’amore.
concettuale dell’amore, sul quale si imper-
nia il cristianesimo. Un amore, che al con- Cibele e la psicosi
trario è denegato, ancor prima del concepi- Nel caso specifico del mito e del relati-
mento dell’essere umano, nella diabolica vo complesso di Cibele, potremo affermare
psicosi del culto cibelico che ritroviamo che sia il complesso che il mito da cui deri-
all’interno del complesso ad esso legato. va, si situano anche all’interno di una ambi-
Quindi l’alterità concettuale tra mito e reli- valenza fisiopatologica. Il complesso di
gione si rivela pienamente: non può esiste- Cibele, con andamento fisiologico, sarà
re legame fra Cibele e la storica testimo- destinato a tramontare esattamente come
nianza evangelica. È proprio la raggiunta l’Edipo. Un Edipo che dovrà: [...] cadere
consapevolezza e coscienza di tale inconsi- quando e perché ha fatto il suo tempo52. Di

51 Cattabiani 1989: 163.


52 Freud 1924: 28.
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La dea Cibele, mito e complesso, M. Bulletti

pari passo anche la maternizzazione fisiolo- risveglio il corpo mutilato del “miste”, ossia
gica, geneticamente comune ad ogni madre dell’accolito del culto di Cibele ed Attis.
che si occupa dei propri figli, dovrà definir- Questa autotomia od automutilazione non si
si in una gaia autonomia psicofi- presenta soltanto come l’attua-
sica degli stessi. Una autonomia lizzazione di un sintomo
che chiaramente non significa nevrotico perverso, spinto fino
la negazione di quel tenero all’estremo, ma anche, o più
legame affettivo con la madre precisamente, come espressio-
ma la rinuncia, da parte della ne, secondo la nosografia psi-
stessa, al legame incestuoso chiatrica, di una sindrome
sublimato con i propri figli. schizofrenica. Ci conferma al
Nella persistenza patologica del proposito l’illustre psichiatra
complesso infatti prevarrà, al Christian Müller: Lo schizofre -
contrario, il legame nevrotico nico, sovrastato da paure ses -
perverso con la prole. Nel con- suali, per fuggire il contatto
tempo si renderà anche evidente con l’altro sesso, cerca una
che la pratica dell’evirazione e dell’infibu- soluzione radicale nell’autocastrazione: con
lazione psicologica agite, sia nel mito che i mezzi spesso del tutto impropri questi
nel complesso, evidenzieranno la prevalen- pazienti si tagliano i testicoli, a volte anche
za del fattore psicopatologico. Le due cop- il pene; qualche volta riferiscono di aver agi -
pie endiadiche psicofisiologica-psicopato- to per ordine di voci54. Una voce che, nel
logica si renderanno all’evidenza dell’inda- mito, è quella della Grande Madre. La schi-
gine psicoanalitica, nel senso esteso della zofrenia, di fatto, si sovrappone perfetta-
parola. Infatti secondo Sigmund Freud: Il mente, lettera per lettera, al culto cibelico.
metodo d’indagine psicoanalitico può [...] Quindi il complesso di Cibele, da cui deri-
essere ugualmente applicato alla spiegazio - va, si rivela essere non solo il nucleo psico-
ne dei fenomeni psichici normali, e ha reso geno dell’endiadi nevrosi-perversione ma
possibile scoprire l’intima relazione tra pro - anche, e più chiaramente, come quello su
dotti psichici patologici e strutture normali cui si fonda ogni psicosi, secondo la
come i sogni, le piccole sbadataggini della nomenclatura postanalitica. Infatti, di con-
vita quotidiana, e fenomeni di gran valore certo, le psicosi, secondo Laplanche-Ponta-
come i motti di spirito, i miti e le creazioni lis, hanno una loro ben precisa suddivisio-
della fantasia53. Se il mito di Cibele si rifà al ne, espressa anche nella schizofrenia: La
sogno, si potrà parlare, più propriamente, di psicanalisi non si è posta direttamente il
un incubo. Un incubo che vedrà al suo compito di costruire una classificazione

53 Freud 1911: 496.


54 Müeller 1980: 93.
• 92 •

comprendente la totalità delle malattie men - percorrenza concettuale estremamente peri-


tali che lo psichiatra deve conoscere; l’inte - gliosa. Innanzitutto ciò che emergeva nella
resse si è rivolto dapprima alle affezioni più pratica sperimentale della psicoterapia che
direttamente accessibili all’inve - agivo via via nel tempo, era il
stigazione analitica e, all’interno mimetismo camaleontico messo in
di questo campo più ristretto di atto dalle madri cibeliche. Nel
quello della psichiatria, le distin - caso A, invece e fortunatamente
zioni fondamentali sono quelle per l’indagine psicologica, la
tra perversioni, nevrosi e psicosi. madre si esprimeva con un furore
In quest’ultimo gruppo, la che potrebbe essere definito tipi-
psicoanalisi ha cercato di defini - camente leonino. L’ e ffetto che ne
re diverse strutture: paranoia (in derivava era quello di suscitare,
cui essa include generalmente le proprio come nel carme di Catul-
affezioni deliranti) e schizofrenia lo, il terrore nella figlia al fine di
da un lato, malinconia e mania farla rimanere per tutta la vita
dall’altro. La teoria psicoanaliti - accanto a sé. Nella maggior parte
ca individua fondamentalmente in una per - dei casi, come verrà a noi esplicitato duran-
turbazione primaria della relazione libidica te l’esperienza professionale, la madre cibe-
con la realtà il denominatore comune delle lica opererà, quasi sempre, usando le più
psicosi e considera la maggior parte dei sin - sofisticate tecniche del mimetismo e del-
tomi manifesti (costruzione delirante in l’artefatto. Un chiaro esempio ci viene dal
particolare) con tentativi secondari di ripri - caso della suocera di Sigmund Freud inter-
stino del legame oggettuale55. È ben chiaro pretato dal padre della psicoanalisi come un
quindi che la “perturbazione primaria della “raffinato capriccio”. Un capriccio che avrà
relazione libidica” avvenga, o possa avve- come risultante il perenne ed ambiguo stato
nire, assolutamente in primo, nel legame di nubilato della figlia Minna Bernays.
oggettuale che la madre ha con i propri Questa finalità, ossia quella di determinare
figli. Un legame nel quale la madre non per- un ambiguo stato di nubilato o di celibato,
metterà il raggiungimento dell’autonomia psicologico o fisico, nei figli anche sposati,
agli stessi. Un legame che esprimerà in sé e verrà perseguita in vario modo da tutte le
per sé la più indicibile aggressività materna madri cibeliche. La figlia o il figlio rimar-
nei confronti della prole. ranno sempre legati, anche se fidanzati o
sposati, in modo prioritario, al “baricentro”
La Cibele dell’indagine postanalitica materno. I partners dei figli cibelizzati
saranno sempre figure di secondo piano. Il
Per ritornare all’elaborazione del com- centro affettivo primario rimarrà per ognu-
plesso di Cibele, la stessa comportò una no sempre la madre. Un baricentro affettivo

55 Laplanche – Pontalis 1984: 439-340: Psicosi.


• 93 •
La dea Cibele, mito e complesso, M. Bulletti

dichiarato senza ombra di dubbio, oppure ambivalente delle percosse fisiche od


celato nel segreto più intimo e nascosto. La aggressività psicologica. Al polo opposto
madre cibelica, dal canto suo, opera sempre riscontreremo, invece, sul piano psicologi-
con efficacia, seguendo modalità co una seduzione manifesta
psicofisiche cruente o incruente. od un’eccessiva tenerezza,
Nel caso A le modalità erano, sia oppure un eccesso di
sul piano psicologico che su apprensione o di preoccupa-
quello fisico, manifestatamente zione per eventi negativi.
cruente. Al contrario dell’esplici- In postanalisi, per motivi
tazione diretta vi è anche una pratici, viene utilizzato per
modalità isterica, quella del con- lo più il termine di evirazio-
troinvestimento, che si mimetiz- ne che però sottintende, nel-
za attraverso un apparente ecces- lo specifico femminile,
so di tenerezza ed apprensione. anche quello dell’infibula-
Ci esemplifica al proposito Sig- zione psicologica. Questa
mund Freud: L’isterica, per esem - endiadi verrà agita, dalla
pio, la quale tratta con eccessiva tenerezza i madre cibelica, al fine di impe-
suoi bambini che in fondo odia, non diventa dire al figlio od alla figlia di allontanarsi o
per ciò in generale più disposta ad amare di di sfuggire dal suo pericentro affettivo. Un
altre donne, e neppure più tenera nei con - pericentro che è sinonimo, in sé e per sé, di
fronti di altri bambini56. Questa strategia un ben definito recinto affettivo il cui con-
perversa seguita dalla madre è tesa ad ope- fine non può essere varcato dai figli. Inoltre
rare in modo indiretto quella che in psicoa- nella serie di automatismi che vengono atti-
nalisi viene definita come castrazione ma vati c’è sempre, alla base, quel reduplicare
che in postanalisi viene definita come evi- il traumatismo iniziale dell’evirazione. In
razione od infibulazione psicologica. realtà la madre cibelica non è altro che una
Ambedue, sia l’evirazione che l’infibula- donna che da bambina, durante la fase pree-
zione, sono chiaramente agite su di un dipica, ha subito l’evirazione psicologica da
esclusivo piano psicologico. I mezzi di parte della madre; che non ha permesso alla
intervento, per fissare la suddetta psicopa- bambina stessa di superare la fase preedipi-
ca in modo sostanziale. In pratica, l’evira-
tologia, sono però innumerevoli; mostran-
zione subita si reduplicherà in una serie
dosi come eterogenei od omogenei. Sono
infinita di concatenazioni che risalgono
eterogenei o specifici esprimendosi come
all’indietro nel tempo di figlia in madre,
escursioni bipolari quali la violenza fisica o
fino al passato più remoto. La dinamica
la violenza psicologica. All’interno di uno
attraverso la quale viene trasmessa questa
stesso polo possiamo rilevare una forma
concatenazione si attiva durante la fase
cruenta omogenea come ad esempio quella

56 Freud 1925: 304.


• 94 •

preedipica della bambina come un vero e dell’ambivalenza psicofisica, verranno uti-


proprio i m p r i n t i n g. Un processo, quello lizzati tutti gli artefatti che permetteranno la
d e l l ’imprinting, che secondo l’etologo H. messa in atto del rimando partenogenetico
Thomae è da considerare: attivato nella strategia
[...] come un caso di cibelica. Nel complesso
apprendimento “naturale” di Cibele è chiaro che
involontario, in cui il pri - vi sia un controinvesti-
mo fatto da prendere in mento affettivo, a carat-
considerazione sarebbe non tere nevrotico che si
tanto l’unione di determi - propone, di riflesso,
nati contenuti di conoscen - anche sul piano perver-
za in una precisa struttura so della partenogenesi.
comportamentale, bensì la La prassi perversa è
fissazione del comporta - chiaramente descritta da
mento in determinati schemi57. Quindi la Louise J. Kaplan: Incentrando la propria
fissazione del comportamento in determi- vita sul figlio e i suoi desideri infantili, la
nati schemi eviranti, si inscriverà in modo madre bloccherà lo sviluppo sessuale e
indelebile, nella personalità di base di ogni morale del bambino. Inoltre, concentrando i
figlio della madre cibelica. Tale dinamica propri desideri erotici sul figlio, presto o tar -
persisterà, per poi reduplicarsi, di madre in di la madre finirà per rivendicare la propria
figlia e interessando collateralmente anche menomata esistenza tormentando il figlio58.
il figlio di sesso maschile. La figlia sarà, Un figlio tormentato che nel suo nascosto è
quindi chiaramente, il tramite privilegiato e chiaramente la figlia attraverso la quale ver-
lineare del processo di evirazione cibelica. rà reduplicata la perversione del reingloba-
Un processo di evirazione che, sotto il pro- re la prole. Un inglobare, un circuire che ne
filo filogenetico della partenogenesi, ci impediranno la normale crescita psicologi-
rimanda, ancora una volta, alla riproduzio- ca e l’allontanamento fisiologico nell’auto-
ne asessuata dei protozoi. Un processo di nomia. A questo enunciato più che emble-
riproduzione, quello protozoico, per auto- matico della perversione farà da eco il sin-
scissione che vede l’assenza del maschio. tomo principale e più conclamato dell’iste-
Un’assenza che ci riporta paradossalmente ria: quello paradossalmente più mimetizza-
alla metafora della riproduzione asessuata. to dell’odio. Scrive al proposito Sigmund
Il maschio infatti, nella proiezione parteno- Freud: È molto più difficile dimostrare il
genetica cibelica, sarà sempre precluso o controinvestimento nell’isteria, dove pure,
reietto, sia in modo esplicito che implicito. in base alle aspettative teoriche, esso è
Per attualizzare tale esclusione, sul piano altrettanto indispensabile. Anche qui non si

57 Thomae 1954: 242.


58 Kaplan 1992: 226.
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La dea Cibele, mito e complesso, M. Bulletti

può non riconoscere una certa alterazione innumerevoli psicopatologie che ogni
dell’Io determinata da formazioni reattive, e occhio attento può intravedere ed ora, dopo
anzi in alcune circostanze questo fenomeno la concettualizzazione postanalitica, evi-
è talmente vistoso da denziare chiaramente.
imporsi all’attenzione
come sintomo principale Dal pacifico matriarcato
della malattia. In tale monoteista all’aggressi -
maniera viene risolto, vo patriarcato politeista
per esempio, il conflitto pagano
di ambivalenza nell’iste -
ria: l’odio contro una La conflittualità emblema-
persona amata viene
tizzata della matriarca
tenuto a bada con un
Cibele, non esisteva nel
eccesso di tenerezza e di apprensione per
periodo del matriarcato monoteista preisto-
essa. Va notato, tuttavia, che a differenza
rico. La cronologia dell’avvento della vio-
della nevrosi ossessiva queste formazioni
lenza nel regno cultuale/culturale della
reattive non mostrano la natura generale
Grande Dea ci viene presentata in tutta la
dei tratti di carattere, rimanendo confinate
sua precisa definizione dalla più illustre
ad alcuni particolari tipi di reazioni59. Que-
paleoantropologa del ventesimo secolo,
sta iterazione concettuale si riferisce chiara-
Marija Gimbutas: Mentre le culture euro -
mente al rapporto di odio nascosto che ha
ogni madre isterica con i propri figli. Un pee trascorrevano un’esistenza pacifica e
odio ben presente, anche se ben camuff a t o , raggiungevano una fioritura artistica e
nella madre Cibele che induce e quindi pro- architettonica altamente sofisticate nel V
voca l’evirazione del figlio Attis. Di fatto è millennio a.C., una cultura neolitica assai
proprio nel complesso di Cibele che possia- diversa, in cui si addomesticava il cavallo e
mo rilevare la radice più nascosta dell’odio. si producevano armi letali, emergeva nel
Un odio mimetizzato nel suo contrario più bacino del Volga, nella Russia meridionale,
impensabile; quello dell’eccesso di tenerez- e dopo la metà del V millennio, perfino a
za e di apprensione verso la prole. Un senti- ovest del Mar Nero. Questa nuova forza,
mento che si presenta esattamente all’oppo- inevitabilmente, cambiò il corso della prei -
sto dell’amore che la Mater Dei nutriva per storia europea. Io la chiamo la cultura
il figlio. Un odio cibelico che sotto forma di “Kurgan” (in russo “Kurgan” significa
aperto conflitto perseguita così profonda- “tumulo”), poiché i morti venivano sepolti
mente tutta l’umanità. Pertanto il comples- in tumuli circolari che coprivano gli edifici
so di Cibele, della cui scoperta la postanali- funebri dei personaggi importanti. Le carat -
si si fa vanto, diviene la chiave di lettura di teristiche fondamentali della cultura Kur -

59 Freud 1925: 304.


• 96 •

gan, che risalgono al VII e VI millennio a.C. come una corrente sotterranea, in molte
nell’alto e medio bacino del Volga sono il: aree geografiche. In realtà molti di questi
patriarcato; patrilinearità; agricol - simboli sono ancora presenti come
tura su scala ridotta e alleva - immagini della nostra arte e
mento di animali, compreso letteratura, motivi di grande
l’addomesticamento del cavallo suggestione nei nostri miti e
a partire dal VI millennio; posi - negli archetipi dei nostri sogni.
zione preminente del cavallo nel Viviamo ancora sotto il domi -
culto; e, di grande rilievo, fab - nio di quella aggressiva inva -
bricazione delle armi quali l’ar - sione maschile e abbiamo appe -
co e la freccia, la lancia e la na cominciato a scoprire la
daga. Elementi distintivi, tutti nostra lunga alienazione del -
che si accordano con quanto è l’autentica eredità europea:
stato ricostruito come fenomeno una cultura gilanica, non vio -
proto-indoeuropeo dagli studi lenta, incentrata sulla terra60.
linguistici e di mitologia compa - Oltre all’altissimo livello di
rata e che si oppongono alla cultura gilani - civiltà espresso nel periodo del matriarcato,
ca, pacifica, sedentaria dell’antica Europa, l’assenza di guerre, e quindi di odio fra col-
caratterizzata da un’agricoltura altamente lettività differenti (cfr. S. Freud), all’interno
sviluppata e dalle grandi tradizioni archi - di questa società pacifica, ci viene compro-
tettoniche, scultoree e ceramiche. vata anche dall’illustre genetista Luca
Così i ripetuti tumulti e le incursioni dei Cavalli-Sforza dell’Università Californiana
Kurgan (che considero protoindoeuropei) di Stanford: Abbiamo detto che mesolitici e
misero fine all’antica cultura europea all’in - neolitici prosperavano in due ambienti
circa tra il 4300 e il 2800 a.C:, trasforman - diversi: agli uni serviva la foresta, agli altri
dola da gilanica in androcratica e da matri - terreno favorevole all’agricoltura, che si può
lineare in patrilineare. Le regioni dell’Egeo ricavare da certi tipi di foresta abbattendo -
e del Mediterraneo e l’Europa Occidentale ne gli alberi. All’estrema periferia dell’e -
si sottrassero più a lungo al processo; in iso - spansione, per esempio in Spagna e Dani -
le come Thera, Creta, Malta e Sardegna marca, alcuni mesolitici sopravvissero a
l’antica cultura fiorì dando luogo a una lungo accanto ai primi neolitici, forse per -
civiltà creativa e invidiabilmente pacifica ché erano di costumi abbastanza avanzati
fino al 1500 a.C., mille-millecinquecento da non temere il confronto. Vi furono certa -
anni dopo la completa trasformazione del - mente numerosi contatti fra gli uni e gli
l’Europa centrale. Nondimeno, la religione altri, ma non ci sono tracce sicure di con -
della Dea e i suoi simboli sopravvissero, flitti. Gli agricoltori vivevano di solito in

60 Gimbutas 1990: XX-XXI.


• 97 •
La dea Cibele, mito e complesso, M. Bulletti

villaggi e in case singole senza protezioni noi. Ognuno di noi ne subisce, incontesta-
speciali, con palizzate tutt’al più utili per bilmente, le conseguenze dirette od in river-
trattenervi il bestiame. Solo millenni più bero della stessa. È indubbio che, quanto
tardi, e soprattutto all’epoca dei detto ha la sua rappresentazio-
metalli, compaiono chiare ne simbolica nella Grande
postazioni difensive61. Alla Madre, presente all’interno
pacifica cultura matriarcale della cultura greco-romana
faceva da eco un culto nel binomio Gaia-Cibele.
matriarcale ben specifico, Alla presenza di queste due
quello della Grande Dea. Una matriarche, solo per qualche
Grande Dea benefica, al con- millennio, si contrappone
trario della Grande Madre del l’inimmaginabile longevità
politeismo androcratico paga- della Grande Dea primige-
no. Quindi, sotto il profilo nia. Una presenza documen-
storico, il rovesciamento della tata a partire dal 500.000
pacifica cultura matriarcale fu a.C. Grazie a questa datazio-
determinato dall’aggressiva invasione dei ne possiamo affermare che essa
Kurgan che ribaltò la stabilità della più lon- ha superato la barriera del tempo nella qua-
geva civiltà umana. Un rovesciamento le si sono sviluppate tre differenti specie
cruento che colpì in primo, fin nel più pro- umane. Quella dell’homo antecessor 62, del-
fondo, ogni donna. È proprio da quel cruen- l’homo sapiens e dell’homo sapiens-sapiens,
to traumatismo che ebbe inizio, per contro- a cui noi apparteniamo. Per ciò che riguar-
reazione, e poi fissazione, la psicopatologia da il reperto archeologico che dimostra
cibelica. Una psicopatologia che si redupli- innegabilmente l’età della Grande Dea, esso
cherà per via matrilineare di madre in figlia, è costituito da una icona che ci viene
interessando collateralmente anche i figli di descritta dalla paleoantropologa Marija
sesso maschile. Una psicopatologia giunta Gimbutas: Una pietra triangolare come
intatta fino a noi con tutto il suo potenziale simbolo della Dea o del suo potere rigenera -
terrificante. Un potenziale che interessa tore risale forse al Paleolitico Inferiore. For -
ogni conflittualità intrapsichica, fra indivi- mati naturalmente o tagliati ad hoc, i trian -
duo e individuo, individuo e collettivo ed goli in selce, alcuni con i seni o la testa
infine, non per ultima, la belligeranza mai abbozzata al vertice del triangolo, si incon -
interrotta fra collettivi dell’umanità post- trano nei depositi Acheuleani/Heidelbergia -
matriarcale. Con l’avvento dei Kurgan, que- ni dell’Europa occidentale. Questa figura
sta reduplicazione cibelica è giunta fino a triangolare del Paleolitico Inferiore, in selce

61 Cavalli-Sforza 1995: 221.


62 Manzi 2004: 53
• 98 •

staccata dal nodulo, è dotata di seni e reca le to, così esteso e profondo, in ogni società e
tracce dei colpi inferti per modellare la testa, cultura, da superare ogni immaginazione.
i seni, la vulva. Le sporgenze naturali sono La scoperta del complesso di Cibele è stata
state scheggiate per formare i definita come rivoluzionaria
seni. La statuetta può reg - nel campo della psicologia
gersi su una superficie piat - dinamica e dell’antropolo-
ta. Ritenuta Heidelbergiana; gia sociale. Apre un nuovo
datata, sulla base dell’asso - campo di ricerca e visione
ciazione con utensili, proba - del mondo partendo da un
bilmente intorno al 500.000 presupposto basilare. Un
a.C63. Quindi il culto della presupposto ben visibile,
dea Cibele fa da ponte fra la una volta identificato, ma
cultura preistorica più arcai- che fino ad oggi è rimasto
ca con quella odierna del- celato all’interno del
l’Occidente. Un ponte soste- rimosso più tenace di ogni
nuto dalle analogie con la individuo e collettivo. Una
Grande Dea paleolitica, da ricerca tesa a migliorare e
una parte, e con quelle relati- difendere lo status della
ve alla nostra cultura occidentale, dall’altra. donna, della sua funzione materna, e di
Cibele però rappresenta la parte più psico- riflesso dell’umanità intera. La postanalisi,
patologica della nostra cultura. È l’icona più da sempre, propone, già prima di ogni altro,
aspra della sofferenza femminile. È proprio la parità delle quote rosa in ogni Parlamen-
su tale realtà e sull’indagine psicologica, to ed in tutte le istituzione di ogni Stato, e la
operata sulla stessa, dalla postanalisi che si perfetta equiparazione dei diritti fra donna
è definito il complesso di Cibele. Rimar- ed uomo, tenendo, giustamente, conto delle
cando ancora, è proprio sulla psicogenesi differenze psicofisiche esistenti. Una ricer-
cibelica che viene iterata ed amplificata tut- ca che è, in sé e per sé, un omaggio dovuto
ta la nostra ricerca in modo ampio e detta- a quella metà del cielo dal cui ventre fertile
gliato. Una ricerca che ci permette di affer- ogni essere umano viene concepito, nutrito
mare che ogni violenza subita dalla donna e conformato, per poi essere partorito alla
ha un riflesso negativo diretto ed immedia- luce della vita.

63 Gimbutas 1990: 21 La vulva rigeneratrice: triangolo, clessidra e zampe di uccello, p. 237, vedi
fig. n° 369.
• 99 •
La dea Cibele, mito e complesso, M. Bulletti

Breve introduzione al metodo postanalitico dinamica freudiana. Si differenzia fondamental-


mente da quest’ultima individuando il nucleo
Gli scritti e la tecnica di indagine postanaliti- delle nevrosi nel complesso di Cibele e non in
ca sono stati recensiti da illustri accademici di quello del pre-Edipo, come nell’ultima revisio-
fama internazionale. Fra questi citeremo il prof. ne operata dal padre della psicoanalisi2. Ad ulte-
Gianni Tibaldi1, già ordinario preso la Facoltà di riore distinzione, in postanalisi, la genesi di tut-
Psicologia dell’Università di Padova, delle quat- te le fissazioni psicopatologiche funzionali, qua-
tro discipline di: Teorie della Personalità; Psico- li le psicosi e quelle della diade nevrosi-perver-
logia della Personalità e delle differenze Indivi- sione è da far risalire al complesso di Cibele,
duali; Psicologia Generale e della Personalità; che ne diviene il nucleo.
Psicologia Applicata. La tecnica postanalitica, del soggetto disteso
Scrive l’illustre psicoclinico a proposito del- sul lettino al buio, segue il metodo dell’origina-
l’attività dello psicoterapeuta Mario Bulletti: le procedimento maieutico. Nei fatti, per ciò che
possiede una coerente epistemiologia, una seve - ci riguarda, fu proprio il filosofo greco Socrate
rità etica, una sensibilità clinica; ha scoperto ad utilizzare per primo la tecnica del “divano
una originale ed emotiva strada per svelare psicoanalitico”; infatti, anche secondo l’illustre
“l’origine psicoanalitica” ed è come una fonte storico della psicologia, Peter R. Hofstätter: il
inesauribile la cui capacità potenziale può supe - procedimento psicoanalitico si rivela ancora
rare i limiti di alcuni teoremi freudiani, per sorprendentemente simile ad un metodo curati -
andare verso nuovi e affascinanti orizzonti. La vo in uso nel mondo dell’antica Grecia, traman -
postanalisi di fatto è un messaggio ed un model - datoci da una caricatura che Aristofane ne fa
lo per dare un senso sistemico in questa pro - nella commedia “Le nuvole” (intorno al 425
spettiva. La postanalisi collega elementi antro - a.C.), dove attribuisce tale pratica a Socrate3.
pologici, simbolici, filosofici, psicosociali, psi - La postanalisi non si fa quindi il vanto dell’ori-
codinamici, storici, poetici, politologici, ed infi - ginalità in questo specifico e fondamentale pro-
ne clinici in un sistema coerente in cui scopre cedimento tecnico. Inoltre, nell’indagine posta-
una nuova interpretazione nei “misteri della nalitica, lo psicoterapeuta agisce da specchio al
mente”; apre una strada creativa della cura, la soggetto in analisi. Si tratta di una dinamica ana-
sola motivazione e traguardo di ogni vero ana - loga a quella dello specchio fisico durante la
lista. quale ogni persona può osservare quelle parti
Nei fatti la metodologia dell’indagine posta- del proprio corpo non visualizzabili se non con
nalitica, oltre a seguire i collegamenti enumera- uno specchio. In coerente analogia lo specchio
ti dall’illustre psicoclinico, prof. Gianni Tibaldi, dello psicoterapeuta evidenzia, per il soggetto in
segue a grandi linee i canoni della psicologia analisi, quei particolari di sé che il soggetto stes-

1 Rappresentante in Italia della “UNDL Foundation”, “Universal Networking Digital Language”


(ONU), Palais des Nations, di Genève; Presidente di “Glocalimage”; Membro del Consiglio Direttivo del-
la “Union des Associations Internationals”, Bruxelles.
2 Freud 1931: 64. Con ciò la fase preedipica della donna acquista un significato che finora non le
avevamo attribuito. Poiché in tale fase vi è spazio per tutte le fissazioni e rimozioni alle quali siamo soliti
ricondurre il sorgere delle nevrosi, pare necessario ritrattare la validità generale della tesi che il comples -
so edipico sia il nucleo della nevrosi.
3 Hofstätter 1978: 268.
• 100 •

so non riesce a visualizzare. Utilizzando la dia- In tal modo si aumenta la possibilità di veri-
lettica della psicologia comportamentale fica e revisione sullo svolgimento di ogni sedu-
potremmo affermare che tale impostazione ren- ta, a cui si deve aggiungere un aumento di eff i-
de attivo l’insieme dell’apparato dei “neuroni cacia e di efficiente riduzione della terapia stes-
specchio”. Ciò a cui ci riferiamo è stato rilevato sa. Questa strategia di riattualizzazione “in con-
dal prof. Giacomo Rizzolatto, dell’Università di tinuo” permette alla dialettica postanalitica un’i-
Parma, che: [...] ha scoperto speciali neuro n i terazione terapeutica affidabile, anche se più
della corteccia premotoria che si attivano quan - breve, aumentandone i margini di sicurezza.
do una scimmia esegue un preciso compito con Quest’ultima strategia segue anche la linea dei
la mano, per esempio portarsi alla bocca un’a - dettami, divenuti ormai canonici, del metodo
rachide. La cosa straordinaria è che gli stessi ben collaudato da Edgar Morin nella sua indagi-
neuroni si attivano quando l’animale osserva un ne sociologica a Plozevet: le principe de la
simile (o addirittura una persona) compiere la méthode que j’ai utilisée à Plodémet est de favo -
stessa azione. Rizzolatti ha chiamato queste cel - riser l’émergence des données concrètes, de sai -
lule “neuroni specchio”, suggerendo che essi ci sir les réalités humaines sous de diverses
offrono un spiegazione per l’imitazione, l’iden - dimensions, de chercher [...]6. “Il principio
tificazione, l’empatia e la possibilità di imitare metodologico che ho utilizzato a Plodémet è di
la vocalizzazione, tutti processi mentali inconsci favorire l’emergenza di dati concreti, di com-
propri delle interazioni tra le persone4. In posta- prendere la realtà umana sotto le sue dimensio-
nalisi viene utilizzata anche, per accentuare ed ni differenti, attraverso i dati raccolti [...]”. Le
accelerare la focalizzazione dei “processi men- corps des hypothèses ne peut être établi une fois
tali inconsci”, una tecnica specifica quale quel- pour toutes au terme d’une préenquête [...]7.
la collaudata da: W. Stekel e dalla scuola di F. Ciò poiché: il corpo delle ipotesi non può esse -
Alexander a Chicago (“terapia attiva”): il tera - re fissato definitivamente dopo aver compiuto
peuta interviene nel processo avanzando le la ricerca iniziale. È per tal motivo che la
interpretazioni che il paziente non sia ancora postanalisi cerca sempre la verifica delle istan-
riuscito a trovare5. ze emerse nella préenquête ovvero in ogni pri-
Inoltre a partire dall’ottobre del 1983 ad oggi, ma seduta a cui succederà sempre una seconda
ogni seduta viene registrata su magnetofono. Il seduta di verifica perennemente attive nel loro
soggetto in analisi, diviene, subito dopo la regi- succedersi. In sostanza, nelle sedute postanali-
strazione, possessore dell’audiocassetta. Si tiche, la concatenazione logica dei vissuti e dei
impegna a riascoltarla e a studiarla, seguendo concetti viene continuamente verificata e rimes-
anche precisi dettami suggeriti dall’analista. sa in discussione attraverso una propositiva
Dopo aver eseguito il suo lavoro di trascri- “attenzione selettiva”. Nei fatti già da lungo
zione di appunti, osservazione, correzione di tempo: Francis Crick e Christof Koch, neuro-
eventuali imprecisioni ed elaborazioni sulla scienziati del California Institute of Techno-
seduta medesima, produrrà le sue risultanti di logy, hanno sostenuto, in modo persuasivo che
questo insieme nella seduta successiva. l’attenzione selettiva non è solo un’importante

4 Kandel 2006: 66 -73.


5 Hofstätter 1978: 269.
6 Morin 1967: 394.
• 101 •
La dea Cibele, mito e complesso, M. Bulletti

area di indagine, ma anche un elemento fonda- scenza o sapienza eraclitea, la propria coscien-
mentale della coscienza 8. Quindi attraverso za, si accinge a salire i gradini che lo condur-
“l’attenzione selettiva” si passa dallo stadio ranno alla svolta decisiva del terzo stadio. Un
inconscio a quello della coscienza, salendo il terzo stadio nel quale si giungerà al cambia-
primo gradino di quella scala che conduce ver- mento fondamentale consistente nell’operare
so la prima meta di una nuova stabilità. Una con saggezza. Una saggezza, in sé e per sé,
stabilità che supera la conoscenza. Una cono- significante emblematico dell’armonia psicofi-
scenza che il filosofo presocratico Eraclito da sica. Un’armonia che, sebbene instabile, ognu-
Efeso (ca 550-ca 480 a.C.) definì come sapien- no di noi deve continuamente finalizzare con
za: È necessario che gli uomini amanti della maestranza.
sapienza siano esperti / di moltissime cose ( f r. Questo insieme metodologico della psicote-
35)9. Una sapienza o una conoscenza che si rapia postanalitica, utilizzato fin dall’ottobre
rivelano inutili se non può essere raggiunta la del 1983 a tutt’oggi, ha dimostrato ampiamen-
meta della saggezza: La saggezza è la virtù più te la sua efficace efficienza sul 90% dei casi in
grande, e la sapienza consiste nel / Dire cose analisi. Il bacino di utenza, all’87.5% privato,
vere e nell’agire avendo compreso la natura con soggetto pagante, è costituito a tutt’oggi da
delle cose (fr. 112). Nei fatti la sapienza eracli- circa 3000 casi analizzati di cui il 55% di sesso
tea è da intendersi soprattutto come nozioni- femminile, per un totale di circa 24000 ore di
smo. Un nozionismo che consiste nel conosce- psicoterapia. La verifica delle tesi postanaliti-
re lo statuto psicofisico dell’ordine naturale. La che è stata eseguita in tre continenti nello svol-
saggezza è intesa invece come una significazio- gimento dell’attività praticata in Europa, Afri-
ne alla quale si accosta maggiormente il nostro ca e Nord America. Durante tale verifica è sta-
significato della sapienza. ta sempre riscontrata la presenza del comples-
Quindi nell’insieme tecnico postanalitico, si so di Cibele visualizzabile in varie forme dina-
ha una percorrenza su tre livelli: nel primo, che miche addirittura antitetiche ma combacianti
potremmo definire metaforicamente come quel- agli antipodi più estremi. Una presenza però
lo di un apprendistato, il soggetto in analisi globale di cui la nuova psicologia del prossimo
ascolta il proprio inconscio. Nel secondo stadio, futuro, sia analitica che comportamentale, non
dopo aver sgrossato, attraverso una prima cono- potrà ignorarne la realtà.

BIBLIOGRAFIA

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Thomae, H. (1954) (a cura di) Handbuch der Psychologie 3: Entwicklungspsychologie, C.J. Hogre-
fe, Göttingen.
Segnalazioni editoriali

SOTTO LA DIREZIONE DI DANIEL LIGOU


Dictionnaire de la franc-maçonnerie
Edizione rivista, corretta e ampliata da Charles Porset e
Dominique Morillon
Quadrige / Puf, Presses Universitaires de France, 2006, Parigi.
pp. 1357 € 43

Cos’è la Massoneria? Come si diventa massone? Perché si


parla di società segrete, di riti misteriosi, di iniziati? Cosa sono
un’obbedienza, una loggia, un gran maestro? Perché la Masso-
neria ha suscitato tanto odio, è stata messa all’indice e ancora, ai
nostri giorni, richiama numerosi sospetti? Facendo riferimento
ad un precedente lavoro pubblicato nel 1974, questo dizionario ha conosciuto, fin dai
tempi della sua prima edizione nel 1987 in versione rilegata, un successo considerevo-
le. Questa quinta edizione in formato tascabile testimonia di un interesse sempre vivo
per la “massonologia”.
Lontano dallo svelare dei pretesi “segreti massonici”, questa opera riflette, lontano
da tutte le polemiche, la molteplicità di sensibilità e di approcci e testimonia in modo
esaustivo e rigoroso, in un preciso inquadramento storico, la ricchezza delle obbedien-
ze. Sono presentate le nozioni, i personaggi, i costumi, i luoghi dove esiste ed è attiva
la Massoneria. Una importante bibliografia completa il dizionario che si dimostra il
“dizionario di una Massoneria nelle idee e nei fatti”.

Il semplice fatto che l’edizione precedente – datata al 1997 – sia andata esaurita,
testimonia della viva attenzione che non solo i massoni ma anche i profani che si inte-
ressano all’Ordine hanno manifestato nei confronti della nostra opera.

4/2006
HIRAM
• 104 •
SEGNALAZIONI EDITORIALI

Ben inteso, non abbiamo modificato molto la presentazione dell’opera, ma qualche


articolo è stato aggiunto e riaggiustato: qualche nuova voce e delle biografie sono sta-
te sviluppate. Abbiamo riammodernato la storia dell’Ordine non solo in Francia ma
anche in altri paesi e per non appesantire inutilmente l’insieme, qualche sezione è sta-
ta soppressa. Si tratta di un Dizionario massonico e non di un Dizionario di simboli o
di esoterismo o di società segrete. Non ci siamo limitati però alla “Massoneria stricto
sensu”, ma abbiamo inteso il tema in senso più ampio.
La logica ci ha imposto tre orientamenti: innanzitutto la necessità di dedicare un arti-
colo a ogni paese del mondo dove vive o ha vissuto la Massoneria. Il secondo motivo
della ricerca è stato la parte biografica. Sappiamo infatti che è incompleta. Fare un
Dizionario biografico dei soli Massoni francesi, come quello che Alain Le Bihan ha
dedicato ai Fratelli parigini del Grande Oriente di Francia tra il 1773 e il 1790, avreb-
be avuto bisogno di molti anni di lavoro, di numerosi collaboratori, di molti volumi e
molto denaro per ottenere dei risultati comunque incompleti e discutibili. Noi ci siamo
limitati ai dignitari delle diverse obbedienze, a quelli che hanno esercitato un ruolo
importante nella vita politica, sociale, economica, scientifica e letteraria. Bisogna spe-
cificare che il concetto di “importanza” non poteva essere altro che soggettivo.
Resta così la terza ragione: il contenuto intrinseco della Massoneria, il suo rituale o
i suoi rituali, il suo simbolismo, la sua vita e le sue regole. Dato che tutti questi arg o-
menti sono immensi, è stato necessario “privilegiare”. In linea generale abbiamo sacri-
ficato l’antico per il moderno analizzando e definendo le realtà contemporanee. Per
esempio, dal punto di vista dei gradi, abbiamo mirato a dare una parte essenziale alla
“Mark Masonry” anglosassone, al Rito Scozzese Antico e Accettato e al Rito Scozze-
se Rettificato. Per il resto ci siamo in genere accontentati di menzioni o di brevi indi-
cazioni. Sarebbe stato impossibile e anche inutile analizzare i circa trecento gradi di
“cavaliere” enumerati da Ragon, in un modo peraltro incompleto.
D’altro canto il Dizionario non poteva essere un semplice catalogo delle realtà attua-
li. Come sempre, la storia spiega il presente. Il Rituale, massonico o meno, proviene da
epoche lontane. Per questo abbiamo mirato in ogni articolo a rintracciare una dialetti-
ca spazio-temporale che ci sembrava indispensabile, sia sul piano dell’istituzione che
su quello della prassi e anche eventualmente dell’ideologia.
dalla presentazione di Daniel Ligou (2005)

4/2006
HIRAM
• 105 •
SEGNALAZIONI EDITORIALI

IL PENSIERO MAZZINIANO
Democrazia in azione
Anno LXI, numero 2, Maggio-Agosto 2006

Editoriali e commenti
Dall’irripetibile Bicentenario al futuro di un’Associazione, R.
Balzani
Popolo e Costituzione, R. Brunetti
L’identità di patria e l’orizzonte umano del XXI secolo, P.
Caruso
Saggi e interventi
Primo Risorgimento
Arte e azione nel pensiero di Giuseppe Mazzini, G. Bersa
Mazzini e l’esilio londinese. Progetto politico e democrazia sociale, N. Dell’Erba
100 anni del monumento di Don Giovanni Verità, F. Fabbri
Il maggiore dei finanzieri Callimaco Zambianchi, G. Severino
Mazzini, contorno e figura, S. Rogari
Secondo Risorgimento
Una memoria ritrovata: le vicende della Brigata Ebraica, M. Proli
Randolfo Pacciardi: un eroe di altri tempi, F. Bucci e R. Bugiani
Terzo Risorgimento
Il professor Serafini Umberto, G. Panizzi
I significanti nella “manovra-bis” governativa, F.M. Giuliani
Attualità del socialismo liberale, L. Rocca
Nella società dell’informazione, F. Ferrero
Quale Stato Sociale?, D. Mirri
Cultura e Società
La chitarra di Giuseppe Mazzini, M. Finelli
Satira di ieri e di oggi, M. De Vincentis
Oltre la competizione, M. Emanuele
Un parere controcorrente: per la liberalizzazione della droga, A. Chiti-Batelli
Intorno alla democrazia, L. Bruni
Studi Repubblicani
Il teatrino della storia, A. Carioti
Denaro e “conoscenza” nella Chiesa Cattolica, G.F. Fontana

4/2006
HIRAM
• 106 •
SEGNALAZIONI EDITORIALI

Libri Cultura e Società


Riletture, P. Calamandrei
L’opzione, A. Colombo
Scelta ragionata, P. Caruso
Fra gli scaffali, recensioni, P. Odifreddi
Segnalazioni dalla Rete
XXIV Congresso Nazionale A.M.I. a Napoli
Programma

NATHAN GELB
Il quadro dei delitti. Un’indagine del Principe di Sansevero.
Sperling & Kupfer Editori, Milano, 2006. pp. 482 € 18,00

“Il diavolo stesso non saprebbe compiere nulla di tanto diabolico!”


Così da Roma Papa Benedetto XIV commenta l’orribile catena di
delitti che insanguina la cittadina di Clisson in Bretagna. Omicidi
raccapriccianti, a metà strada fra alchimia e satanismo. Ma a tira-
re in ballo il demonio, nel 1753, occorre sempre cautela. Per que-
sto il pontefice, aggirando Inquisizione e polizia, affida in segreto
l’indagine al celebre alchimista napoletano Raimondo de Sangro
Principe di Sansevero. Piccoletto ma di elevato ingegno, intuito
folgorante e lingua tagliente, dai mille imprevedibili artifizi, l’improvvisato detector
s’imbatte in maniaci adoratori di reliquie, irrequieti “fantasmi”, cacciatori di pietre filo-
sofali. A ffronta poi un serial killer che smembra le proprie vittime, marchiandole con
oscuri geroglifici, e possiede una singolare q u a l i t à…A complicare le cose, il mistero
di due ampolline vecchie duemila anni, provenienti dal tesoro dei Templari. Ma cosa
lega un’abbazia benedettina al castello del più sinistro pedofilo omicida finito sul rogo
tre secoli prima? E perché mai su tutto incombe un famoso quadro di Bosch, che cau-
sò la morte del pittore e continua a scatenare follia, delitti, maledizioni? Audace intri-
co di passioni, ambizioni e crimini, sorretto da uno stile vigoroso e diabolicamente
coinvolgente, Il quadro dei delitti è un originalissimo noir sull’alchimia. Arte ambigua
che scatena l’ambivalenza insita nell’uomo; ponte seducente sospeso tra corpo e spiri-
to, maschile e femminile, passato e presente. Ma quando i colpi di scena si saranno
esauriti, il lettore sgomento si troverà di fronte a una realtà che supera ogni fantasia.
Una verità che è il tassello mancante al Codice da Vinci. Una verità che Dan Brown non
poteva conoscere, perché direttamente recuperata dal passato.

4/2006
HIRAM
Recensioni

Del seguente volume proponiamo due recensioni, la prima a cura di V. Paolo Gastaldi, la
seconda a cura di Luigi Sessa.

ANNA MARIA ISASTIA, GUIDO LAJ


L’eredità di Nathan. Guido Laj (1880-1948) Prosindaco di Roma
e Gran Maestro.
Carrocci Editore, Roma, 2006, pp. 237, Euro 18,60

di V. Paolo Gastaldi

Nella fitta trama di grandi anniversari che affollano il 2006,


alcune ricorrenze passano il rischio di finire in sordina. Penso,
ad esempio, alla data del 20 marzo 1906 quando, nella Loggia
“Rienzi” di Roma, vide la luce iniziatica Guido Laj, futuro Gran
Maestro del Grande Oriente d’Italia, per la precisione il primo
Gran Maestro eletto dopo le persecuzioni del fascismo, i travagli dell’esilio (così ben
ricostruiti nel recente saggio di Santi Fedele La Massoneria italiana nell’esilio e nella
clandestinità. 1927-1939, Milano, Franco Angeli, 2005) e il difficile risveglio dell’Or-
dine liberomuratorio italiano per eccellenza, il GOI, avviato già tra mille pericoli nella
clandestinità, con i nazisti che occupavano la capitale, e formalmente ripristinato il 4
giugno 1944, cioè lo stesso giorno della liberazione di Roma da parte degli Alleati,
quando venne creato il Comitato di Gran Maestranza, composto appunto da Guido Laj,
Umberto Cipollone e Gaetano Varcasia.
In generale, le date dell’iniziazione dei Fratelli vengono dalla storiografia accade-
mica o sottaciute – quasi si trattasse di un avvenimento troppo intimo e personale, tut-
to sommato irrilevante – o, quanto meno, sottovalutate a vantaggio di quelle di eviden-
za pubblica profana: la nascita, gli studi compiuti, il matrimonio, le svolte della carrie-
ra intrapresa, le vicende famigliari, le polemiche ingaggiate, le opere realizzate, la mor-
te fisica. Per fortuna, Anna Maria Isastia e Guido Laj (nipote del Gran Maestro sopra
ricordato) non hanno atteso i due anni che ancora mancano al LX anniversario della
morte di Laj per far uscire il saggio L’eredità di Nathan. Guido Laj (1880-1948), Caroc-
ci, Roma, 2006.

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HIRAM
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RECENSIONI

I due autori si sono divisi equamente i compiti. Mentre la Isastia ha tratteggiato con
efficacia l’impegno culturale e l’attività massonica di Laj, il nipote Guido ha focaliz-
zato l’attenzione sull’operato di pubblico amministratore nel Consiglio Comunale di
Roma svolto dal nonno in due momenti cruciali della storia italiana: il ribollente Primo
dopoguerra e il persino più drammatico Secondo dopoguerra. Avvalendosi di un cospi-
cuo materiale d’archivio inedito, spesso attingendo alle carte e ai ricordi privati della
famiglia, i due autori, con rigore scientifico, ci hanno tratteggiato un nitido profilo bio-
grafico, che si staglia sullo sfondo della storia generale del nostro paese.
La lettura del saggio sprona una serie di riflessioni nient’affatto marginali sulla sto-
ria della nostra Istituzione e persino sulla sua configurazione attuale. Ma, anzi tutto, chi
fu Guido Laj? Nato a Messina nell’aprile 1880 da una famiglia originaria di Cagliari,
Laj manifestò fin dagli anni giovanili uno spiccato interesse per i problemi della socie-
tà italiana in transizione verso le ardue conquiste della modernità: l’emancipazione
degli emarginati, l’adeguamento delle istituzioni statali alle nuove esigenze della demo-
crazia, la consapevolezza dell’identità nazionale da consolidare nel popolo italiano
opponendosi nel medesimo tempo alle montanti borie nazionalistiche di un imperiali-
smo da straccioni, ai feroci livori antiunitari e reazionari di parte clericale, alle ingan-
nevoli lusinghe dell’Internazionalismo proletario in nome di una religione civile capa-
ce di costruire un’autentica Città dell’Uomo nella quale sono praticati la dignità di tut-
ti e il mutuo affratellamento entro i landmarks del sacro trinomio di Libertà Egua-
glianza e Fratellanza. In ciò sta – verso il passato – l’eredità di Ernesto Nathan, ma
anche la continuità futura e la vitalità attuale del Grande Oriente che, a ragione, ha volu-
to intitolare la Gran Loggia del 2004 “La Città dell’Uomo”.
Nato nella stagione in cui all’epopea risorgimentale era succeduta la prosa dell’Ita-
lietta, Guido Laj ha sentito fortemente il richiamo mazziniano al senso del dovere per-
sonale quotidiano, alla probità pubblica e privata, alla solidarietà verso i bisognosi e
all’impegno per un riscatto universale. D’altra parte, il richiamo mazziniano significa
forte tensione spirituale che non si identifica, né si fossilizza nel dogmatismo di nessu-
na Chiesa istituzionalizzata, ma si libra negli spazi sconfinati dell’universalità del-
l’Uomo.
Egli rappresentò, dunque, una Massoneria che custodisce i valori della Tradizione
esoterica e della spiritualità, ma taglia i ponti con gli stereotipi tenebrosi della segre-
tezza maneggiona e rifiuta le derive fantasiose dell’occultismo dei mestieranti, perché
sa e può moralmente farsi carico di colmare i deficit di progresso e di civiltà della nazio-
ne, facendo sentire la sua voce ogni volta vengano messi in discussione i temi della con-
vivenza civile. Solamente così il perfezionamento che noi perseguiamo nelle nostre Offi -
cine non si limita all’individuo, ma deve riverberarsi sulla società.
Nella ricerca della trasparenza, egli interpretò una Massoneria che si pone come
punto di riferimento ed elemento di coesione metaideologico tra le forze progressiste
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attive nella società non per appagare le ambizioni personali di qualcuno ma per il bene
comune. Con un pizzico di maliziosa ironia egli ammoniva: abbiamo bisogno di candi -
dati alla persecuzione assi più che di aspiranti ad un portafoglio di ministro.
Uomo integerrimo, era pronto a offrire il fraterno abbraccio a chiunque fosse ani-
mato da vero spirito massonico, ma altrettanto fermo nel precludere le porte del Tem -
pio a coloro che vengono a noi non pervasi da spirito di sacrificio ma da desiderio di
appoggio, di favore, di aiuto nei loro interessi, nei loro affari. Traggo le citazioni dal dis-
corso d’insediamento pronunciato da Laj il 19 novembre 1945 e non è difficile trovare
in esse una straordinaria consonanza con l’indirizzo attuale della nostra Famiglia. Allo-
ra, per usare un’immagine retorica di Giovanni Bovio, la Massoneria viveva una sua
primavera periodica. Proprio come ora.

Un libro interessantissimo, tutto da leggere, che prendendo lo spunto da quello che


fu il conclamato successo dell’amministrazione Nathan che ha segnato indelebilmente
la storia del Comune di Roma, attraversa tutta la prima metà del XX secolo, riportando
in luce e rinfrescandolo alla poco attenta memoria dei cronisti e degli storici uno spac-
cato della società romana dell’epoca quasi interamente dimenticato se non pure volu-
tamente del tutto ignorato.
Nella prospettiva indicata dagli Autori, il punto di riferimento e di partenza è senza
dubbio l’irripetibile esperienza politico-amministrativa che ancora oggi, con ammira-
zione, ci riporta al grande sindaco di Roma che fu Ernesto Nathan. La trattazione del-
l’argomento recupera alla memoria un vero e proprio stile di vita, una particolare edu-
cazione civica e morale che distinse eccezionalmente un certo numero di uomini la cui
cultura si era forgiata in un ambiente che essi stessi avevano con il loro lavoro, con il
loro esempio, con il loro contributo di idealità concorso a costituire: quell’ambiente che
le cronache del tempo non erano insolite definire massonico-risorgimentale.
Con palpitante senso della realtà, il libro ci introduce nelle vicende della vita comu-
nale romana proprio a partire dal momento della più profonda crisi economica che suc-
cede alla fine della prima guerra mondiale, allorché gli scontri politici si accendono per
la conquista dei seggi amministrativi di una città che versa in condizioni più che pre-
carie. In tali circostanze va affermandosi in virtù di una vigorosa preparazione tecnica

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il personaggio chiave, protagonista della rievocazione che via via che si dipana appas-
siona sempre più il lettore per le vivide descrizioni precisate nei dettagli del racconto.
Una difficile quanto esauriente ricerca di dati biografici caratterizza il lavoro della
Isastia la quale riesce a dar conto della vita ufficiale di Guido Laj e, cosa perfino com-
movente, dal quadro che ne deriva, emerge anche una descrizione intimistica in cui gli
elementi della profonda umanità del protagonista si integrano con le più vigorose e
mature espressioni di una vita vissuta nel culto del dovere, dell’etica e della probità.
È stimolante notare che agli autori interessi molto mettere in luce l’interazione del
Laj con gli uomini politici e con gli amministratori del suo tempo. Dall’approfondi-
mento di questi rapporti, dalle difficoltà di cui essi sono espressione, la figura del Laj
emerge sempre con la maestosità caratteristica di un uomo intemerato di fronte al dove-
re che negli incarichi che gli vengono affidati pone sempre l’impegno più sentito. Così,
sia per ragioni inerenti la sua indiscussa professionalità, sia per ragioni che afferiscono
alla sua specchiata moralità ed onestà, sia, infine, per ragioni che si fondano su di una
inflessibile dirittura politica e liberale che, non senza sopportati disagi e privazioni, lo
hanno sempre distinto, così, dicevamo, nel momento della riconquistata libertà politi-
ca dell’Italia postbellica, è la stessa pubblica amministrazione che rende al Laj la giu-
stizia negatagli durante il restrittivo regime fascista. È nella quasi apoteosi del pubbli-
co riconoscimento delle sue virtù civiche, nel riscatto dei suoi meriti umani, ammini-
strativi e politici, che quasi per decreto del rinascente Stato gli viene riconosciuto, che
si ristabilisce quel collegamento massonico lungamente coltivato in clandestinità e che,
sul finire del 1945, il Grande Oriente d’Italia, risorgente espressione della Comunione
massonica italiana del dopoguerra, corona con la di Lui elezione a Gran Maestro.
Tutto questo e molto di più, viene descritto con precisione di riferimenti storici e con
una sagace perizia che mette in rilievo, di volta in volta, le angustie, i presentimenti, le
appassionate prese di posizione del protagonista e di tutta una classe di operatori della
politica e delle funzioni pubbliche. Tutto questo e molto di più, fanno di questo libro
una indagine, perfino attuale, indispensabile al conseguimento di una completa e docu-
mentata visione generale del periodo e dello scenario socio-politico, economico-ammi-
nistrativo, culturale e morale della prima metà del XX secolo a Roma.
Entrare nel merito degli argomenti trattati sarebbe togliere al lettore il piacere di sco-
prire un vero e proprio nuovo mondo, relativo a fatti la cui importanza, forse proprio in
questo libro, per taluni aspetti collaterali, viene messa in luce per la prima volta ed
offerta al grande pubblico con semplicità di espressione e documentata asseverazione.
Auspico che questo libro sia letto da un vasto pubblico, non solo per le provate qua-
lità degli Autori di cui, in particolare, è molto nota la concretezza e precisione della Isa-
stia, ma anche per le insospettabili “chicche” storiche che vengono a profusione elar-
gite nel testo. Buona lettura.

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FRANCO VALGATTARRI
Il Rito di York in Italia, 1962-1983.
Artemis srl, 2004, Reggio Calabria

di Giuseppe Cacopardi
L’ho letto con attento e partecipe interesse, ed entro nel merito della cronistoria soltan-
to per l’odore di leghismo emanante da alcuni giudizi e brani. Per esempio, a pagina 80:
[…] un evidente tentativo di alcuni Compagni, devoti a Salvini [chi era costui?] (pochi
ma alcuni c’erano, provenienti dalla Calabria, che si esponevano con temerario corag -
gio), di cercare spazi e di insinuare dubbi e zizzanie; a pagina 91: Battelli rispose per le
rime, dispiacendo ai più, ma incontrando un discreto consenso in un gruppo che rac -
coglieva qualche milanese, qualche calabrese, quelli di Palermo, quelli di Napoli […].
Come se “quelli” fossero anonimi, raccogliticci disturbatori della curva sud e non Com-
pagni partecipanti a pieno titolo.
A quel tempo era “calabrese” anche Eduard Stolper, colui che aveva presentato di per-
sona al Capitolo n° 1 di Milano alcuni Fratelli di Cosenza, poi condotti per esservi esal-
tati: furono i fondatori del Capitolo Diapason di Cosenza. Alcuni, ancora vivi e vegeti,
potrebbero fargli da utili e buoni testimoni, come per esempio Camillo M., Giuseppe
O., Claudio P.; Stolper nel 1979 era Deputato per la Campania, Puglia e Calabria, pre-
sente il 3 Novembre all’installazione dei dignitari dei Capitoli di Lecce e Foggia insie-
me col citato Giuseppe O. e lo scrivente. Quel giorno, all’installazione seguì l’esalta-
zione dei Fratelli leccesi e foggiani cui ho partecipato reggendo per tutto il rito un Fra-
tello sofferente, indimenticabile luce massonica per la Puglia e per l’Italia: sto ricor-
dando e rammentando Carlo Gentile.
La parte storica totalmente mancante è quella degli accadimenti seguiti, negli ultimi
mesi del 1981, all’incredibile, infelice episodio di Cedar Rapids: cioè l’immediata dis-
sociazione e il contemporaneo o successivo scioglimento di numerosi Capitoli; con
qualche ulteriore malessere nell’Ordine già scosso dall’affare P2. La reazione, subito
dopo la notizia, cominciò a Cosenza con l’unanime decisione del Capitolo di dissociarsi
dall’operato del Sommo Sacerdote, di confermare fedeltà e obbedienza al GOI e di
sciogliersi (inviando contemporaneamente il tesoro del Capitolo alla tesoreria del Gran
Capitolo). Copia del deliberato fu inviata a tutti i Capitoli italiani; a ruota seguì il Capi-
tolo di Napoli e via via altri Capitoli si dissociarono; se non rammento male, pochi
Capitoli seguirono quello di Trieste che approvò l’operato del concittadino Sommo
Sacerdote Aldo Pecchia.
Manca anche la memoria di molti fedeli e attivi Compagni: fra essi Walter Zurlini di
Parma; il concorrente di Battelli quale Sommo Sacerdote Fabio Gelmi e Leo P. di Bolo-
gna, Vittorio Avolio di Napoli, Walter D. e Alfredo B. di Lecce e i foggiani di cui non
rammento i nomi.
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Dalle loro vicende si può risalire alla scomparsa ancora persistente di molti Capitoli e
capire la crisi dell’Arco Reale del Rito di York negli anni successivi al 1981 fino al
periodo della ripresa, che credo cominciata con l’opera appassionata del carissimo
Compagno Franco Rizzi.
Non rammento e non so se Franco Valgattarri c’era. Io c’ero, anche come G.S.

RAFFAELE LEUZZI
Francescantonio Leuzzi
Nuove Edizioni Barbaro, Delianuova (RC), 2003

di Giuseppe Cacopardi

È la biografia succinta ma documentata, scientifica, politica e muratoria, del docente


universitario calabrese che nel 1927 fu tra i dodici che rifiutarono di giurare fedeltà al
fascismo.
Nato a Lubrichi di S. Cristina d’Aspromonte il 10 giugno 1865, morì a Delianuova il
21 settembre 1945, tra lo scandalo dei benpensanti per avere rifiutato prete, confessio -
ne, estrema unzione e funerali religiosi (tratto dalla prefazione di Pasquino Crupi). Stu-
diò Medicina a Napoli, e in quella Facoltà universitaria rimase docente di Anatomia
umana normale e poi di Semiotica chirurgica, venendone allontanato senza retribuzio-
ne per il mancato giuramento. Da buon calabrese reagì, iscrivendosi ultrasessantenne
in Farmacia; laureatosi, tornò in Calabria a Delianuova, conservando a Napoli amici-
zie e stima dei tanti che lo apprezzavano anche quale politico e conferenziere attivissi-
mo, mazziniano e repubblicano.
Iniziato nel 1892 dalla RL Aspromonte all’Or. di Delianuova (da cui, insieme con la RL
Domenico Romeo, nacque la RL Giovanni Bovio all’Or. di Reggio Calabria) nel 1914
è Maestro della RL G. Bovio all’Or. di Napoli; lo ritroviamo nel febbraio 1944 con
delega del S.C. di RSAA a convalidare quale Pot.mo 33 la ripresa dei lavori e l’opera-
tività della RL G. Bovio, la più antica RL reggina, ancora attiva col n° 275.
È un degno lavoro di storia di un dilettante (soltanto omonimo del Massone) che, in
tempi disincantati, riporta alla memoria la testimonianza di un uomo coraggioso e fede-
le che non potè veder vincere la sognata Repubblica ma soltanto ripristinata la libertà
di pensiero e d’azione politica; per difenderla, si era battuto contro la nascente dittatu-
ra alle elezioni politiche del 1924 capolista repubblicano in Basilicata e in Calabria. Un
Libero Muratore da onorare quale esempio di uomo libero e di buoni costumi non sol-
tanto per i calabresi, di Maestro fedele alla promessa di non dovere, non potere, non
volere piegarsi alla violenza liberticida.

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