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35/07 - N6 Maggio 2009

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GRAFICA EDITORIALE
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STAMPA
Tipografia Romana Zona Industriale Capurso (Ba)

CONSORZI DI RECUPERO

COMBUSTIBILE DA RIFIUTO

DISTRETTO DELLEDILIZIA

Il Co.Re.Pla ha festeggiato i suoi primi 10 anni


QUAGLIULO A PAGINA 27

La centrale Enel di Fusina brucia CDR di alta qualit


MACCHIA A PAGINA 16

Una grande occasione di crescita economica per la Puglia


REGINELLA A PAGINA 15

EDITORIALE

PIEMONTE/ Gli ottimi risultati sono stati raggiunti con la collaborazione degli Enti locali

In forte incremento la raccolta differenziata


ATTIVITA ESTRATTIVE Promuovere la cultura dellinformazione

In Puglia una nuova legge regionale che riforma il settore

di Giuseppe dalena*

entre i processi produttivi industriali dettano, ormai, le regole del mercato, aggiornando costantemente il rapporto di domanda-offerta, procede lento ed incerto il processo di cultura ambientale. LEuropa impone nuovi indirizzi normativi, ai quali i singoli Stati membri sono chiamati ad adeguarsi, nellottica di una sempre maggiore attenzione alle questioni ambientali. Ogni Paese, attraverso la propria attivit legislativa, regola ed applica gli indirizzi comunitari, causando, spesso, la diffusione delle pi varie interpretazioni, le quali evidenziano costantemente quelli che sono i vuoti normativi. Le imprese, quindi, si pongono larduo dilemma di riuscire a districarsi in questo complesso caos normativo, soprattutto, nel momento in cui sono chiamate ad osservare una direttiva che appare spesso lacunosa e ambigua. In questottica Industria&Ambiente continua la propria missione, curiosando tra le capacit critiche di tutti coloro che vivono il disagio provocato dalla mancanza di una certezza legislativa. Si continua ancora a parlare di emergenza, ma la vera emergenza insiste nella carenza di una cultura ambientale. Servono indirizzi chiari ai quali gli utenti possano riferirsi al fine di poter costruire un pensiero imprenditoriale allineato al sistema ambiente e che dia i giusti risultati. Linformazione deve essere presente presso qualsiasi utente, impresa o cittadino, affinch tutti quanti siano consapevoli delle proprie azioni, dalla gestione dei rifiuti casalinghi, sino alla gestione del recupero della risorsa rifiuto. *Presidente Consorzio Creta

piemontesi producono sempre meno rifiuti e fanno crescere la raccolta differenziata che supera la soglia simbolica di un milione di tonnellate. Nel consuntivo sui dati 2007, elaborato dal Settore Programmazione Gestione Rifiuti dellAssessorato allAmbiente, i numeri parlano chiaro: a testa ogni anno -6 kg. di produzione totale di rifiuti, +21 kg. di raccolta differenziata, -27 kg. di rifiuti in discarica.

Il 2007 ci regala due buone notizie: la prima racconta che diminuiscono leggermente i rifiuti che i piemontesi producono quotidianamente; la seconda conferma quanto avevamo anticipato nelle previsioni: la raccolta differenziata, con poco pi di un milione di tonnellate, raggiunge il 45,3% superando il traguardo nazionale (45%) previsto dalla legge finanziaria per il 2008, obiettivo raggiunto con un anno danticipo. DE RUGGERO A PAGINA 8

L
LANCIERI A PAGINA 30

Sequestrate 95mila tonnellate di rifiuti, 43 discariche abusive. Di rilievo i controlli in materia di traffici transfrontalieri tra Italia e Albania
sua costante e vigile presenza sul territorio pugliese in tutti i comparti operativi dinteresse istituzionale e, segnatamente, nellattivit di repressione delle violazioni tributarie, contrasto alla criminalit organizzata,

Bilancio positivo della Guardia di Finanza

REATI AMBIENTALI

a Guardia di Finanza, quale Polizia Economica e Finanziaria a tutela degli interessi erariali degli Enti locali, dello Stato e della Comunit Europea, anche nellanno 2008/2009 ha manifestato la

prevenzione e repressione delle frodi comunitarie, lotta al traffico di sostanze stupefacenti e alla contraffazione, tutela ambientale. A PAGINA 4

ECOMONDO 2009
FIERA INTERNAZIONALE

rimini fiera 28/31 ottobre 09

REGIONE PUGLIA

LAqp Spa investe nel settore dei rifiuti


A PAGINA 28

AITEC

Il ruolo dei cementifici per recuperare energia da CDR


REGINELLA A PAGINA 12 A PAGINA 17

BANDO PUBBLICO PER BONIFICA DI AMIANTO


Possono accedere agli incentivi i propietari di fabbricati civili ed industriali e singoli cittadini

Industria&Ambiente

Sicurezza ambientale e tutela della salute


Il Comune di Andria ha stanziato 50mila euro per incentivare la rimozione e lo smaltimento di manufatti in cemento-amianto

IL PROGETTO
di ROssella ReGinella

utela dellambiente e qualit della vita. Il Comune di Andria ha approvato il regolamento per la concessione di contributi per la rimozione e lo smaltimento di amianto. La proposta, prevede in otto articoli complessivi, una serie di attivit tese alla salvaguardia dellambiente e alla tutela della salute pubblica, incentivando gli interventi di bonifica e messa in sicurezza. La diffusione in tutto il territorio nazionale di manufatti contenenti amianto spiega Leonardo Di Pilato, assessore allambiente - impone un forte impegno a livello locale per supportare cittadini e aziende nel loro corretto smaltimento. per questo che il Comune di Andria ha stanziato 50.000 euro, che dovranno essere confermati e aumentati nei prossimi anni, per incentivare la rimozione e lo smaltimento di questi materiali e per evitare labbandono di lastre e fibre in aree isolate Il contributo prevede per ogni singolo edificio, da 800 euro per superfici da 0 a 50 mq., a 1.000 euro per superfici da 51 a 100 mq. a 1200 euro per superfici oltre i 100 mq. Gli interventi prioritari riguarderanno le aree industriali, artigianali e le zone nelle immediate vicinanze di asili, scuole, ospedali ed impianti sportivi.

Leonardo Di Pilato Ass. Ambiente Comune di Andria

Con questo provvedimento economico aggiunge ancora Di Pilato - la prima volta che il Comune incentiva concretamente le bonifiche di coperture in materiale contenente amianto. Questo prevedimento mira a tutelare la salute pubblica e rientra nella campagna di incentivazione approvata dal Comune di Andria per ridurre linquinamento ambientale in citt. Inoltre, limportanza di questo atto amministrativo deriva dal fatto che le spese per lo smaltimento sono molto alte, fino a 10 euro per mq. e che lamianto presente in moltissimi manufatti, dalle fabbriche alle piccole costruzioni di privati, che hanno avuto grande diffusione nei decenni passati. Oltre alle coperture, sono ad esempio presenti nelle canne fumarie e nei serbatoi dacqua. Una stima nazionale ci dice che le coperture contenenti amianto potrebbero arrivare a 2 miliardi di mq.

Soggetti beneficiari ed interventi ammissibili al contributo. Possono accedere agli incentivi i proprietari, siano essi persone fisiche o giuridiche, di fabbricati ed edifici civili, produttivi, commerciali e agricoli che intendano ristrutturare o demolire strutture rivestite damianto previa rimozione dellamianto stesso; demolire

ed eventualmente sostituire con altro materiale non contenente amianto pannellature isolanti per pareti e controsoffitti; rimuovere ed eventualmente sostituire con altre non contenenti amianto intere strutture coibentate in (tubazioni, caldaie) o altri manufatti (serbatoi canne fumarie); sostituire lastre amianto piane o ondulate di ce-

mento amianto impiegate per la copertura degli edifici. Interventi di bonifica Quando il materiale contenente amianto duro e compatto e in buone condizioni di conservazione, il proprietario deve mettere in atto un programma di controllo e manutenzione come previsto dal Decreto Ministeriale 06/09/1994 e successive modifiche e integrazioni (deve essere nominata una persona che valuti, nel tempo, lo stato di conservazione dei materiali che lo contengono e, pu essere lo stesso proprietario). Quando il materiale contenente amianto, friabile, danneggiato o deteriorato, necessario un intervento di bonifica, nel rispetto della normativa vigente, previa approvazione del piano di lavoro da parte dellAzienda Sanitaria Locale, secondo quanto stabilito dalla Legge 257/92. Messa in sicurezza Incapsulamento: previsto un trattamento con prodotti penetranti o ricoperti che inglobano le fibre damianto; confinamento: linstallazione di una barriera a tenuta che separi lamianto dalle aree occupate delledificio; rimozione dellamianto: questo tipo dintervento il pi costoso, e deve essere effettuato da ditte autorizzate e specializzate, per garantire che le procedure siano eseguite secondo quanto stabilito dalla norma e rispettando la sicurezza delle persone e dellambiente.

ono passati quindici anni da quando lamianto stato bandito in Italia (la legge che lo vieta del 1992), ma lemergenza dovuta a l l u s o scriteriato di questo materiale altamente nocivo per la nostra salute non finita. Il picco di casi di mesotelioma, il tumore maligno a lunga incubazione provocato dallamianto, si raggiunger nel 2020, dice a Newton Marino Gatto, professore di Ecologia del Politecnico di Milano. E il peggio che non si ammalano solo gli operai che per anni hanno lavorato nelle fabbriche di amianto. Se lasbestosi, la malattia professionale tipica della categoria, richiede lunghe esposizioni a dosi massicce di fibre di amianto, chiamato anche asbesto, e dunque colpisce solo chi lavora quotidianamente a contatto con esso, bastano sporadici contatti con lamianto, poche fibre insediate in profondit nei polmoni, per provocare malattie anche pi gravi. Per questo solo adesso, anche

ARPA PUGLIA

Bonificare correttamente per evitare patologie derivanti da fibre di amianto


Blonda:LArpa impegnata con le forze di polizia e le istituzioni nel prevenire ogni forma di rischio per la salute

Massimo Blonda Direttore Scientifico Arpa Pulia

se lamianto non si usa pi, si iniziano a vedere le vere conseguenze della sua diffusione: sono passati trentanni dal

periodo di massima produzione, e le fibre assediate nei polmoni dei cittadini esposti hanno iniziato a rivelarsi.

Le attivit svolte da Arpa Puglia spiega Massimo Blonda, Direttore Scientifico - si collocano, in genera-

le, in un quadro normativo che vede la esclusiva competenza nel campo della vigilanza igienico-sanitaria sulla possibile esposizione a rischio amianto della popolazione generale e lavorativa, nonch, di supporto tecnico-scientifico per le strutture laboratoriali. Arpa Puglia costantemente impegnata con le forze di Polizia e le Istituzioni Locali nel monitorare ogni aspetto che riguarda la salute pubblica. Lobiettivo prevenire. Rossella Reginella

SPECIALE GUARDIA DI FINANZA


Numerose le competenze attribuite alla Guardia di Finanza in ambito ambientale

Industria&Ambiente

Accertamenti economici fiscali e contrasto ai crimini ambientali


I DATI/ Nei primi tre mesi del 2009 sono state sequestrate 95mila tonnellate di rifiuti, 43 discariche abusive e aree demaniali per oltre 687mila metri quadrati

REPORT O9

a Guardia di Finanza, quale Polizia Economica e Finanziaria a tutela degli interessi erariali degli Enti locali, dello Stato e della Comunit Europea, anche nellanno 2008/2009 ha manifestato la sua costante e vigile presenza sul territorio pugliese in tutti i comparti operativi dinteresse istituzionale e, segnatamente, nellattivit di repressione delle violazioni tributarie, contrasto alla criminalit organizzata, prevenzione e repressione delle frodi comunitarie, lotta al traffico di sostanze stupefacenti e alla contraffazione, tutela ambientale. Le competenze dei militari della Guardia di Finanza, ad ampio raggio, fanno si che i servizi svolti con riguardo ai crimini ambientali non siano circoscritti allarea di primo intervento, al mero sequestro, agli accertamenti di sola polizia giudiziaria, ma proseguano con lo sviluppo di approfonditi, indispensabili accertamenti economico finanziari nei confronti di soggetti interessati al ciclo dei rifiuti, alle attivit industriali ed estrattive e imprenditoriali; accertamenti, questi, condotti dai reparti territoriali proprio in ragione delle competenze riconosciute alla sola Guardia di Finanza, quale Polizia economico finanziaria; accertamenti che si muovono verso gli interessi economici, colpendo gli eventuali arricchimenti sotto il profilo dellevasione fiscale e dellindividuazione di patrimoni illeciti eventualmente accumulati; in ci, assume assoluta valenza la felice congiunzione di qualifiche di polizia giudiziaria e di polizia tributaria, attribuite in via esclusiva ai soli militari della Guardia di Finanza. Lattivit operativa delle Fiamme Gialle Pugliesi, nel corso del 2008 ha

Gen. Luciano Inguaggiato Comandante Regione Puglia Guardia di Finanza

portato ai seguenti risultati: sono stati segnalati 707 soggetti; di questi 489 denunciati allAutorit Giudiziaria; sequestrati rifiuti industriali per oltre 52 mila tonnellate ed aree demaniali per 1,3 milioni di metri quadri. In tale ambito, i Finanzieri hanno accertato infrazioni in materia di tributo speciale per il deposito in discarica di rifiuti solidi (c.d. ecotassa) per un ammontare di circa 2,8 milioni di euro. Nello specifico settore Traffici illeciti di rifiuti in ambito transfrontaliero, sempre nella prefata annualit, lattivit condotta dai militari del Comando Regionale Puglia, tra laltro, ha

portato: al sequestro di 147 tonnellate di rifiuti tossici e pericolosi presso lo scalo portuale di Bari, rifiuti rinvenuti a bordo di cinque tir provenienti dal Kosovo; in unaltra operazione, in fase di conclusione, al sequestro di 2.122 tonnellate di prodotti destinati ad altri Stati comunitari e di 80 tonnellate di scarti di lavorazione. A conferma della qualit e della continuit dellimpegno profuso in Puglia, nei primi tre mesi del 2009, i risultati conseguiti, sempre in tema di contrasto ai crimini ambientali, sono di sicuro rilievo. Sono stati infatti segnalati 139 soggetti, di cui 103 denunciati allAu-

torit Giudiziaria; sequestrati rifiuti industriali per oltre 95 mila tonnellate, 43 discariche abusive ed aree demaniali e non pari ad oltre 687 mila metri quadri; altrettanto ingenti le infrazioni, in fase di rendicontazione, relative alla ecotassa. La tutela ambientale in Puglia passa anche attraverso la sottoscrizione di apposite convenzioni con gli Enti Locali tramite ricerca e scoperta degli illeciti ambientali caratterizzati da pi rilevanti profili economico-finanziari. In particolare, attraverso uno specifico software possibile monitorare tutti i siti sottoposti a sequestro, per verifi-

care, tra laltro, gli esiti e le effettivit delle procedure afferenti le bonifiche dei medesimi siti, anche in relazione ad eventuali finanziamenti destinati a tali finalit; numerosi i controlli in materia di traffici transfrontalieri di rifiuti tra lItalia e lAlbania, in attuazione delle prerogative sancite nellAsse II del Programma Operativo Interreg III Italia-Albania 2000-2006. Lattivit di studio condotta da esperti del settore ha portato alla redazione di un approfondito vademecum operativo, distribuito anche a tutti i Reparti Operativi della Puglia impegnati nello specifico settore.

Industria&Ambiente

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Monitorate le discariche autorizzate e controllate le imprese che operano nella gestione dei rifiuti

Polizia Provinciale Eseguiti 2287 controlli in ambito territoriale

Lazione condotta in Puglia dalle forze dellordine di estrema rilevanza

Laboratorio operativo di rilievo internazionale


Siglato il nuovo accordo con la Regione Puglia per la tutela ambientale Coinvolti Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Arpa Puglia, Corpo Forestale dello Stato e il Consiglio Nazionale delle Ricerche
di ViTO FeliCe uRiCCHiO*

e caratteristiche di globalit e sistemicit tipiche della tematica ambientale richiedono approcci sinergici caratterizzati da forte multidisciplinariet ed elevato grado dinnovazione: in tale logica lo scorso 25 febbraio 2009 stato siglato il nuovo Accordo di Programma per la tutela dellambiente che coinvolge le tre le Forze dellOrdine impegnate nel settore ambientale (Comando Tutela Ambiente dei Carabinieri, Guardia di Finanza e Corpo Forestale dello Stato), ARPA Puglia ed Istituto di Ricerca Sulle Acque del Consiglio Nazionale delle Ricerche. La Puglia stata la prima Regione italiana ad introdurre linnovazione tecnologica, organizzativa e gestionale per il controllo e la tutela dellambiente nelle pratiche investigative e di analisi ambientale, propagando la propria esperienza in altre 6 regioni italiane. I progetti pugliesi sviluppati nel settore dei controlli ambientali sono annoverati tra le buone pratiche di livello nazionale sul portale www.buoniesempi.it, il Thesaurus delle Azioni di Sistema e delle Esperienze di Innovazione realizzato per conto del Dipartimento della Funzione Pubblica e sul portale http://www. nonsolofannulloni.forumpa.it del Ministero della Pubblica Amministrazione e linnovazione. Linteresse scientifico allapplicazione di modelli matematici, allimplementazione di software specialistici, di sistemi di intelligenza artificiale e di dispositivi elettronici avanzati, ad applicazioni pratiche di interesse sociale, ambientale e soprattutto sanitario ed assai rilevante anche in ragione della forte connotazione interistituzionale che assume, consentendo di sperimentare sul campo i risultati della ricerca ed ottenendo stimoli e suggerimenti per ulteriori implementazioni ed affi-

Vito Felice Uricchio

namenti promossi dagli stessi utilizzatori. Tale scenario di proficua collaborazione ed attiva sinergia rende la Puglia un laboratorio operativo di rilievo internazionale, in cui sperimentare approcci e metodologie innovative orientate a contrastare le principali cause di inquinamento derivanti da comportamenti illeciti, riducendo i pericoli per la salute umana e per lambiente e conseguendo, al contempo, un effetto deterrente e dissuasivo nel segno della prevenzione. Le innovazioni trasferite alle pratiche operative di indagine comprendono i modelli cognitivi dello spazio geografico che consentono la formalizzazione di tali aspetti sociali in ambiente GIS,

permettendo di riprodurre e ripercorrere i ragionamenti umani, con la possibilit di considerare un numero estremamente pi ampio di dati georeferenziati ed informazioni alfanumeriche con i rigori delle regole strutturate. Tale tecnica favorisce lapprofondimento delle basi teoriche della predittivit, attraverso lanalisi pi intrinseca delle fattispecie che hanno condotto alla configurazione del reato, la ricostruzione del relativo modello e linterpolazione, ai fini predittivi, di cosa e quando potr manifestarsi. Nella costruzione dellapparato modellistico riveste particolare interesse limplementazione di metodologie per incrementare lautoapprendimento dei sistemi informatici integrati allo scopo di allineare le logiche dindagine alle logiche poste in essere dalla stessa organizzazione criminosa. I sistemi di autoapprendimento consentono di superare i pi sofisticati meccanismi di modellazione di strutturazione delle informazioni e delle regole, attraverso la semplice acquisizione dei risultati (ad es. di indagine) ottenuti con esito positivo e la determinazione indiretta dei relativi algoritmi. Lefficace azione condotta in Puglia dalle Forze dellOrdine impegnate nel settore ambientale, con risultati operativi di estrema rilevanza, incrementa quotidianamente le potenzialit di tali approcci, favorendo anche la formalizzazione dei modelli cognitivi utilizzati dagli investigatori per lo sviluppo delle indagini. Infatti, la matematica e linformatica offrono differenti metodi per formalizzare la conoscenza quali relazioni algebriche e linguaggi funzionali, mentre le ultime innovazioni consentono la formalizzazione dei cosiddetti dati semantici incasellabili in data base e riferiti anche a inferenze, algoritmi e modelli computazionali. *Consiglio Nazionale delle Ricerche

ono numeri importanti quelli del bilancio 2008 dellattivit della Polizia Provinciale di Bari. Cifre che confermano lottimo lavoro svolto dagli agenti in organico, coordinati dal comandante Francesco Greco. Un gruppo altamente specializzato e professionale, che forma e guida un esercito parallelo di volontari. Il nucleo di Polizia ha eseguito 2287 controlli, producendo 595 verbali, 19 notizie di reato, 51 ingiunzioni emesse e 151 contestazioni per violazioni amministrative (Mud). La sezione ambientale spiega Fratesco Greco - ha svolto il compito essenziale di assicurare il rispetto delle regole e degli standard ambientali fissati dal legislatore presidiando e controllando costantemente il territorio. Organizzata in sette pattuglie, ha operato soprattutto sul fronte dei controlli ambientali ad imprese, richiesti dal Servizio Rifiuti ed Ambiente dellEnte. Inoltre, sono state monitorate le discariche autorizzate presenti sul territorio provinciale e sottoposti a controllo alcuni impianti di depurazione, quelli di trasformazione dei prodotti agricoli quali cantine, oleifici e caseifici, al fine di verificare il corretto smaltimento dei reflui di lavorazione e dei fanghi. Infine, sono stati individuati molteplici siti oggetto di abbandono incontrollato di rifiuti pericolosi e speciali, soprattutto a ridosso dei centri urbani. Per lo sviluppo delle attivit ambientali, a fronte di 512 richieste di accertamento, sono stati eseguiti n. 673 controlli. Lesito delle attivit investigative, ha determinato la contestazione di 95 processi verbali, 2 comunicazioni di notizie di reato alla competente Autorit Giudiziaria e relativi sequestri preventivi. Le attivit ed i risultati conseguiti nel passato esercizio 2008 conclude Greco evidenziano chiaramente una continuit sia qualitativa che quantitativa di tutte le attivit rispetto allanno 2007. Detta operosit pu considerarsi senzaltro condizione essenziale per conseguire ulteriori miglioramenti futuri. Di rilievo, laumento dellorganico che a breve lEnte finalizzer, ove se supportato da idonee risorse finanziarie, che naturalmente sfocerebbero nel normale e progressivo rinnovamento delle basilari dotazioni strumentali, di un Servizio ormai quotidianamente, sotto gli occhi e i giudizi di unutenza sempre pi attenta, potr sicuramente determinare, un rinnovato impulso a fare sempre meglio, da parte di tutti gli agenti di Polizia Provinciale.

di anna MaRia MaCCHia

Industria&Ambiente
In Puglia serve una nuova politica economica a tutela dellarea industriale di Taranto e della fascia Ionica

LASSOCIAZIONE

AMBIENTE E/E VITA

Tecnologie ambientali per una siderurgica sostenibile


La legge regionale sulle emissioni di diossina e la crisi economica impongono il massimo impegno nella soluzione di tecniche progettuali
di MauRO Capasa*

n ambientalismo moderno non pu fermarsi alla protesta ed alla testimonianza delle conseguenze negative di un progresso tecnologico legato al puro profitto economico. Cos come non si pu ipotizzare uno scenario di sviluppo nazionale senza lacciaio. Per questi motivi ci impegniamo con ogni nostra azione perch Taranto diventi la sede dei progetti pi avanzati di Ricerca e Sviluppo nel settore siderurgico. Lattuale crisi economica e finanziaria, che ha colpito lindustria dellauto, ha fortemente condizionato il settore siderurgico, ma secondo gran parte degli osservatori specializzati, la situazione tendenziale continuer a vedere, per diversi anni, un aumento dei consumi mondiali di acciaio. In Italia, su 40 siti produttivi, solo tre sono a ciclo integrale, Taranto, Piombino e Trieste. In queste tre citt si concentra per la produzione di acciaio di qualit: il forno elettrico, che funziona prevalentemente con rottami di ferro, ha un minor impatto ambientale, ma produce un acciaio meno pulito e quindi di minore qualit. Altro aspetto non trascurabile connes-

Mauro Capasa

so alla competitivit del prodotto italiano ed europeo: un buon risultato in campo ambientale non pu costituire uno svantaggio economico per lindustria siderurgica: uno spostamento della produzione in altre regioni, possibilmente attraverso impianti meno efficienti, determinerebbe non solo il mancato raggiungimento dellobiettivo di ridurre le emissioni di CO2, ma anche ulteriori costi sociali in termini di occupazione. Linnovazione dei processi siderurgici

integra un complesso di tecnologie in tutta la filiera produttiva. La problematica complessa, e pertanto va affrontata in ogni suo aspetto, dalluso razionale delle risorse fossili non rinnovabili, agli aspetti ambientali ed energetici nei processi di trasformazione, alluso e riuso dei prodotti siderurgici, agli impatti sociali connessi alla sicurezza dei lavoratori e dei cittadini coinvolti. Si parla oggi di Politiche Integrate di Prodotto

(I.P.P.), che fanno riferimento a cinque tecnologie innovative: tecnologie netshape (produzione di componenti finiti o quasi finiti), riduzione/fusione diretta da minerale e carbone, trattamenti superficiali in continuo di nastri dacciaio, processi metallurgici per prodotti speciali, tecniche innovative di modellazione e automazione di processo. A queste tecnologie si affiancano i protocolli di ricerca a medio e lungo termine.

Tra questi, ULCOS (Ultra Low CO2 Steelmaking) riunisce circa 50 partner, tra cui produttori di acciaio, laboratori di ricerca, universit e altri attori. Nato nel 2004, attualmente sviluppa quattro tecnologie: laltoforno con riciclaggio di top-gas con cattura e immagazzinamento del carbonio (CCS); riduzione del minerale di ferro con CCS; pre-riduzione del gas naturale con CCS ed elettrolisi diretta del minerale di ferro. Nella seconda fase si sperimenter la modifica di un altoforno con riciclo del gas, con produzione di acciaio priva di emissioni di CO2, per un costo complessivo di 300 milioni di euro. La citt di Taranto pu e deve diventare la sede di attuazione di queste nuove tecnologie, con il coinvolgimento di tutti gli attori locali, in primis Politecnico di Taranto ed Arpa Puglia. Taranto quindi, quale sede della nuova Piattaforma Tecnologica dellAcciaio, per convertire le esperienze lavorative maturate sul campo in nuove professionalit per lattuazione dei progetti, nellambito di una politica industriale per la siderurgia compatibile con lambiente. *Coordinatore Regionale Ambiente e/ Vita-Puglia

Industria&Ambiente

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Previsti contributi per progetti di interesse pubblico e di promozione ambientale

DELLA VITA

QUALITA

La finanziaria 2009 ha introdotto nuovi meccanismi dimpulso per investimenti pubblici

LArt. 23 del D.Lgs 185/2009, autorizza gruppi di cittadini a proporre proposte progettuali e operative

Progetti per larredo urbano mirati alla qualit dellambiente


di GianluCa seliCaTO*

Opportunit di sviluppo e di educazione ambientale con iniziative di sensibilizzazione

a Finanziaria per il 2009 ha introdotto nuovi meccanismi dimpulso dellazione pubblica a bassi costi per lente ed elevata soddisfazione per i cittadini. Si tratta di uninedita forma di promozione e attuazione di progetti ad opera della societ civile cui compete (tempo permettendo) approntare, sostenere e portare a compimento interventi mirati al miglioramento della qualit dellambiente urbano. Lart. 23 del decreto legge n. 185/2009, autorizzando gruppi di cittadini organizzati a formulare allente competente proposte operative di pronta realizzabilit, introduce nel nostro ordinamento un nuovo modello procedimentale imperniato sul consenso tra pubblico e privati. Prescindendo dallermetismo di talune espressioni utilizzate dal legislatore listituto presenta, al tempo stesso, tratti di particolare interesse ed elementi che alimentano alcune perplessit. Sotto il primo profilo, la sottoposizione al giudizio dellente di progetti privi di oneri a suo carico (ma idonei, al tempo stesso, a soddisfare esigenze diffuse tra la gente) non pu che costituire unopportunit dindiscutibile valore. Ben vengano, pertanto, tutte le proposte operative di pronta realizzabilit, cui la norma fa riferimento, contenenti una puntuale indicazione dei costi e mezzi di finanziamento necessari a completare lopera senza che lente

debba impegnare finanze proprie. Anche lampiezza dellambito oggettivo di applicazione dellart. 23 che si rivolge a microprogetti di arredo urbano o di interesse locale lascia ben sperare, non intravedendosi motivo alcuno per riservare al soggetto pubblico liniziativa in tali settori. Resta solo da capire se i progetti di interesse locale vadano considerati, nellesegesi dellenunciato legislativo, specificazioni della pi definita categoria degli interventi di arredo urbano ovvero iniziative idonee a conseguire obiettivi pi ampi di interesse pubblico in ogni settore di intervento quali lambiente, i beni culturali, il trasporto locale, ledilizia scolastica,

ecc Ulteriori lumi occorrerebbero al riguardo delle dimensioni dei progetti cui la Finanziaria si rivolge, al fine di prevenire interpretazioni divergenti del prefisso micro. Pur in attesa di un intervento chiarificatore non ci si pu esimere, per, dallaffrontare i principali profili di criticit delle nuove norme, in buona parte riconducibili alle singolari quanto stringate regole procedimentali: la proposta, una volta consegnata alle cure dellente, innesca infatti un iter amministrativo il cui svolgimento andrebbe meglio disciplinato dalla potest regolamentare degli enti locali cui spetta la fissazione di regole

pi puntuali. Ove pure lo sviluppo del procedimento venisse opportunamente scandito, il collegamento dellistituto ad altre ipotesi in cui lente chiamato a dichiarare la corrispondenza a pubblico interesse di una proposta dei privati ne evidenzierebbe altri (e pi seri) limiti. Il maggiore tratto di differenziazione dei microprogetti di arredo urbano dal procedimento del promotore (collaudata partnership pubblico privata volta al cofinanziamento privato di opere pubbliche) risiede, infatti, nella scelta del legislatore della Finanziaria di associare il valore del silenzio-assenso allinerzia dellente che si protragga oltre due mesi dal rice-

vimento della proposta ex art. 23; solo nel caso in cui gli interventi riguardino immobili sottoposti a tutela storicoartistica o paesaggistico-ambientale al silenzio prolungato non conseguirebbe alcun effetto amministrativo, restando sospeso liter fino allintervento delle autorit competenti. Limplicita autorizzazione allesecuzione delle opere verrebbe meno, invece, nel caso in cui lintervento non venga avviato nei sei mesi successivi. Queste disposizioni hanno gi alimentato le prime critiche da parte di associazioni di categoria che intravedono il rischio di lesione degli interessi legittimi dei residenti controinteressati e la possibilit che il disordine urbano dei nostri centri, gi insostenibile, aumenti. Il dito puntato, inoltre, sulla difficolt per i Comuni, in specie di grandi dimensioni, di prendere rapidamente posizione sulle numerose proposte che potrebbero pervenire nei prossimi mesi (cos Assoedilizia). Alcuni di questi dubbi appaiono in verit eccessivi, essendo sufficiente, per lente oberato o preso alla sprovvista, rivolgere ai promotori una snella richiesta di chiarimenti interruttiva del termine dei sessanta giorni. Di contro, il rischio della proliferazione delle attivit amministrative fondato. Un giudizio complessivo sui microprogetti dovr pertanto attendere tempi pi maturi. Intanto, cittadini e associazioni possono iniziare ad affinare le idee. *Universit di Bari

LINIZIATIVA

RISORSE IDRICHE

RECUPERO

Ristampa e Terracube insieme per promuovere la cultura ambientale


Pianta un sogno un progetto etico

Corpo Forestale dello Stato Illeciti fluviali e prelievi idrici, la Puglia tra le regioni in Italia con pi reati ambientali
Effettuati 43mila controlli sul territorio

Consorzio Ecodom Avviate al trattamento e recupero oltre 40mila tonnellate di rifuti elettrici
Giorgio Arienti: Puntiamo al raddoppio
uaranta mila tonnellate tra frigoriferi, lavatrici e lavastoviglie (Raee). E quanto ha raccolto lEcodom, il Consorzio italiano di recupero e riciclaggio degli elettrodomestici, su tutto il territorio nazionale da gennaio 2008 a febbraio 2009. Non solo: grazie al processo di trattamento e riciclo dei Raee, 848 mila tonnellate di anidride carbonica non sono state immesse nellatmosfera, e si e evitata la dispersione di una significativa quantit di gas che danneggiano lo

erracube una giovane azienda pugliese che si occupa di tutela ambientale. Dal recupero alla produzione di prodotti ecologici. Terracube punta ad offrire supporto e soluzioni chiavi in mano ad aziende, enti, e istituzioni in campo ambientale. Sostiene azioni ed iniziative responsabili e sostenibili verso lambiente circostante, reinvestendo parte dei propri utili in attivit atte a migliorare la qualit dellambiente. Nel dettaglio lofferta si distingue in due grandi aree: supporto alla gestione Raee (Rifiuti di Apparecchiature

Elettriche ed Elettroniche) e rigenerazione e riciclo delle Raee. Terracube commercializza prodotti innovativi nel campo della tutela ambientale, che derivano dal riciclaggio, prodotti verdi, gi esistenti sul mercato o autoprodotti, tutti certificati ecolabel o a filiera CO2. Pianta un Sogno un progetto etico ambientale che si propone di migliorare la qualit dellaria, attraverso la messa a dimora e la tutela di aree verdi nel territorio in cui un progetto nasce e si sviluppa.

ono stati 43.495 i controlli sul territorio effettuati nel 2008, in media 119 al giorno con 17.492 persone controllate. Questi i numeri dellattivit del Corpo forestale dello Stato nellambito della tutela delle risorse idriche. Le operazioni di controlli hanno riguardato quattro ambiti di attivit: polizia fluviale, prelievi idrici, abusi e captazioni illecite, inquinamenti a pesca illegale. Maglia nera degli illeciti fluviali va al Lazio, dove sono stati riscontrati 86 reati. A seguire nella classi-

fica delle regioni meno virtuose contro il patrimonio idrico ce la Calabria con 52 reati, seguita dalla Campania con 40, quindi la Toscana con 29 e la Lombardia con 28. Tra le regioni con meno illeciti al primo posto ci sono le Marche con 5 reati, la Liguria e il Molise con 6. Bene anche la Basilicata con 10 reati e la Puglia con 13. Nellultimo anno le persone denunciate per crimini fluviali sono state 400, i sequestri penali 79 e 114 quelli amministrativi.

strato di ozono. Questanno - spiega il direttore generale di Ecodom Giorgio Arienti - puntiamo al raddoppio dei rifiuti raccolti, allaumento delle prestazioni ambientali del riciclaggio e alla diffusione della cultura della responsabilit nella gestione dei rifiuti. Dati alla mano, infatti, lutilizzo di materie prime, quali ferro, alluminio, rame e plastica, ottenute dal riciclo di 40 mila tonnellate di Raee comporta un risparmio energetico di circa 76,8 milioni di kWh di energia elettrica.

Industria&Ambiente

SPECIALE REGIONI

Nellambito della raccolta differenziata il Piemonte vanta una serie di eccellenze: il comune di Costigliole dAsti stato premiato da Legambiente come il miglior comune riciclone dItalia con oltre il 70%

Nicola De Ruggero
di niCOla de RuGGeRO*

piemontesi producono sempre meno rifiuti e fanno crescere la raccolta differenziata che supera la soglia simbolica di un milione di tonnellate. Nel consuntivo sui dati 2007, elaborato dal Settore Programmazione Gestione Rifiuti dellAssessorato allAmbiente, i numeri parlano chiaro: a testa ogni anno -6 kg. di produzione totale di rifiuti, +21 kg. di raccolta differenziata, -27 kg. di rifiuti in discarica. Il 2007 ci regala due buone notizie: la prima racconta che diminuiscono leggermente i rifiuti che i piemontesi producono quotidianamente; la seconda conferma quanto avevamo anticipato nelle previsioni: la raccolta differenziata, con poco pi di un milione di tonnellate, raggiunge il 45,3% superando il traguardo nazionale (45%) previsto dalla legge finanziaria per il 2008, obiettivo raggiunto con un anno danticipo. Il merito di questi risultati positivi va principalmente allimpegno costante dei cittadini piemontesi e al sistema degli Enti locali che, sulla materia della gestione dei rifiuti, ha maturato in gran parte della regione unattenzione e una professionalit determinanti per raggiungere il livello attuale. E un segno preciso della volont di salvaguardare le risorse che abbiamo a disposizione che, come sappiamo, non sono infinite. In termini assoluti sono state prodotte quasi 2,27 milioni di tonnellate di rifiuti urbani. Di questi 1,02 milioni di tonnellate sono di raccolta differenziata, destinate al riutilizzo, al riciclaggio e al recupero. Rispetto al 2006 la produzione complessiva risulta essere stabile, pur in presenza di un incremento di abitanti che si aggira intorno alle 50mila unit. I rifiuti avviati a smaltimento si sono ridotti di circa 100.000 t (-7,5%), circa 1.243.000 tonnellate, mentre la raccolta differenziata ha avuto un incremento di poco superiore alle 100.000 t. (+11%), circa 1.030.000 t. Nel 2007 le frazioni maggiormente raccolte in maniera differenziata risultano essere la carta e il cartone (330.000 t circa; 75,6 kg pro capite), lorganico (199.000 t circa; 45,2 kg pro capite), gli sfalci e le potature (121.000 t circa; 27,6 kg pro capite), il vetro (98.000 t circa; 32,2 kg pro capite) ed il legno (87.000 t circa; 20,7 kg pro capite). I RAEE, rifiuti di origine elettrica

PIEMONTE/ Gli ottimi risultati sono stati raggiunti con la collaborazione degli Enti locali

In forte incremento la raccolta differenziata


ed elettronica, raggiungono un valore pro capite pari a 2,8 kg anno, una prova significativa - sottolinea lassessore - del recupero di materiali spesso preziosi, adatti al riutilizzo e pericolosi per lambiente. Rispetto al 2006 le frazioni che presentano un maggiore incremento in termini assoluti sono la frazione organica (+ 28.500 t.), seguita da carta (+ 27.000 t.), vetro (+ 15.000 t.), sfalci e potature (+ 12.500 t.). Il trend di aumento della raccolta differenziata conferma, soprattutto negli ultimi tre anni, che il recupero di materiale una realt consolidata e in espansione costante. Purtroppo permangono ancora evidenti differenze tra i diversi ambiti provinciali: accanto alle conferme delle eccellenze di Novara (61,8%), del VCO (56%) e di Asti (54,5%), si segnala il 46,5% raggiunto dalla provincia di Torino, che con i suoi 2 milioni di abitanti influisce significativamente sul dato piemontese. Infine Cuneo raggiunge il 40,6%, Alessandria il 37,9%, Biella il 35,6%, Vercelli il 25,5. Nellambito della raccolta differenziata il Piemonte vanta una serie di eccellenze: il comune di Costigliole dAsti stato premiato da Legambiente come il miglior comune riciclone dItalia con oltre il 70%. Sempre a livello nazionale, tra i primi quattro capoluoghi di provincia, tre sono piemontesi (Verbania al primo posto, con il 72,4%; Asti ed Novara, rispettivamente al terzo ed al quarto posto). Per favorire il recupero di materiali e la riduzione dei rifiuti alla fonte lAssessorato allAmbiente continua a promuovere tra i piemontesi azioni di buona pratica quotidiana, il progetto del detersivo alla Spina e di informazione capillare, il Progetto Recupero. Il primo, che ha ormai numeri importanti, oltre 12 tonnellate di plastica risparmiate e circa 34 tonnellate di CO2 non emesse - conclude de Ruggiero - diventato un esempio per altre realt

regionali ed stato inserito dal Governo tra i cento migliori esempi di buona amministrazione in Italia. Il secondo, unimportante azione di comunicazione ai cittadini per certificare e dimostrare leffettivo recupero dei rifiuti raccolti in modo differenziato sul nostro territorio, il modo pi immediato per eliminare definitivamente i residui di scetticismo nei confronti della raccolta differenziata. Una mostra itinerante nelle citt del Piemonte ha fatto conoscere ai cittadini i risultati del loro impegno quotidiano. *Assessore Ecologia e Ambiente Regione Piemonte

LA PROVINCIA DI BARI E TRA LE PRIME IN ITALIA


l Consiglio Provinciale di Bari, allunanimit, ha approvato il Regolamento per la disciplina delle competenze pro- vinciali in materia di bonifica e ripristino ambientale dei siti contaminati in attuazione delle Legge Regionale n.17/2007. Grande soddisfazione stata espressa dal Presidente della Provincia, Vincenzo Divella, dallAssessore Provinciale allAmbiente, Romano Carone, sia per il dato politico che ha visto compatto tutto il Consiglio Provinciale, sia perch la Provincia di Bari, la prima della Puglia, si dotata di un regolamento sulle competenze in materie di bonifica e ripristino ambientale.

Protocollo dintesa per un corretto smaltimento e recupero dei rifiuti agricoli


Coinvolte le organizzazioni sindacali e le istituzioni
principi di responsabilizzazione e cooperazione, favorisca la raccolta differenziata, il recupero e il riciclaggio e il corretto smaltimento dei rifiuti, semplificando le procedure burocratiche a carico degli operatori agricoli, nel rispetto delle norme nazionali e regionali e riducendo i costi di gestione degli stessi rifiuti. La collaborazione con le organizzazioni sindacali diretta, inoltre, a prevenire ogni possibile forma di smaltimento incontrollato o inidoneo di rifiuti agricoli, nonch a contenere i costi di gestione degli stessi. La Provincia di Bari spiega Vincenzo Divella attraverso questa intesa, vuole organizzare la raccolta dei rifiuti agricoli educando tutti alla corretta gestione dellambiente. Parte da qui, dunque, una campagna di promozione e di sensibilizzazione con le organizzazioni agricole affinch si possano conseguire i risultati dellaccordo. Per lungo tempo si tentato di governare la questione dei rifiuti speciali derivanti dalle attivit agricole spiega Romano Carone - e spesso sono sorte difficolt, con una diffusa discrepanza esistente tra le norme vigenti in materia e lattuazione loro data, con questo accordo, si potr realizzare un nuovo modello di gestione dei rifiuti agricoli, responsabilizzando tutti i soggetti coinvolti. (r.r.)

Romano Carone

Laccordo finalizzato ad organizzare un circuito di gestione rifiuti di provenienza agricola che, in attuazione dei

Industria&Ambiente

Numerose le richieste ricevute dagli enti locali per accedere ai contributi sul risparmio energetico

Energia: La Regione Marche investe 92milioni di euro

INCENTIVI

I bandi si riferiscono alla programmazione dei fondi europei Por 2007/13 per la competitivit e prevedono importanti novit in ambito energetico
Stefania Prestigiacomo Ministro dellAmbiente

Manovra economica a tutela dellambiente


n Italia la met dei veicoli circolanti sono ancora euro 0, euro 1 ed euro 2. La modulazioni degli incentivi a seconda del livello di emissioni, con il super bonus per i mezzi ibridi, a metano ed elettrici, la previsione di un incentivo specifico per la istallazione di impianti a Gpl e a metano e lincentivazione alla dotazione di filtri speciali anche per i bus urbani, una spinta verso ladozione di modelli di auto pi ecologici. E la prima volta spiega il Ministro Stefania Prestigiacomo - che un progetto di rilancio delleconomia assume come elemento base il valore che gli interventi avranno per lambiente. Una strategica che proietta il nostro paese in avanti in coerenza con gli interessi nazionali e con gli impegni assunti a livello internazionale e coniugando lecologia con lo sviluppo. Di rilievo anche tutta la filiera degli interventi per il risparmio energetico. Questo conclude la Prestigiacomo - utile alla nostra economia per importare meno combustibili fossili; utile al nostro ambiente perch abbassa i livelli di inquinamento e utile anche per rispettare gli impegni con lUnione Europea. (r.r.)

Marco Amagliani Assessore Ambiente Regione Marche

SVILUPPO ENERGETICO

n vero e proprio boom di domande ricevute dagli Enti locali alla Regione per i bandi di concessione contributi sul risparmio energetico e le fonti rinnovabili. Le domande presentate sono 389 di cui 104 per impianti fotovoltaici, 47 per impianti solari termici, 191 per lilluminazione pubblica, 18 per impianti geotermici e 29 per impianti di cogenerazione e trigenerazione. Gli investimenti dei progetti ammontano a 92,66 milioni di euro per una richiesta di contributo pari a 70,2 milioni di Euro. I bandi si riferiscono alla programmazione dei fondi europei POR per la competitivit e loccupazione per il periodo 2007-2013, che prevede unimportante linea di intervento in campo energetico-ambientale. I progetti presentati dagli Enti locali spiega lAssessore allAmbiente Marco Amagliani -consentirebbero di migliorare i gi buoni risultati del Pear sia in termini di nuova produzione energetica che di riduzione dei gas ad effetto serra. Dato che le risorse disponibili riusciranno a soddisfare poco pi del 20% delle domande pervenute, risulta opportuno procedere con uningente integrazione delle risorse nellambito dei fondi UE destinati alla Regione. Per soddisfare tutte le domande servirebbero 55 milioni di euro. Come dimostra la grande risposta ai bandi regionali i contributi in campo energetico-ambientale rappresentano una leva strategica per rilanciare leconomia e loccupazione. Gli interventi di risparmio energetico e di sfruttamento delle rinnovabili offrono opportunit di lavoro duraturo e sostenibili a imprese industriali, artigiani, liberi professionisti, dislocati su tutto il territorio regionale.

IL PROGETTO

A Foggia il primo impianto a biogas agricolo per produrre energia


Limpianto servir il fabisogno di 300 famiglie

ascer a Foggia il primo impianto a biogas agricolo da 1 MW e sar alimentato da circa 6.000 tons/ anno di sottoprodotti orticoli (scarti di broccoli e finocchi, tipici della zona) e con biomasse agricole provenienti da circa 300 ettari. Limpianto a fonti rinnovabili produrr energia elettrica pari al fabbisogno di pi di 300 famiglie e circa 7 milioni di chilowattora termiche che verranno recuperate ed utilizzate per il post-trattamento del digestato, un concime ad alto conte-

nuto organico. Limpianto a biogas della Mipa Agricola commissionato alla EnviTec Biogas sar un punto di riferimento regionale che fornir a numerosi agricoltori della Capitanata non solo una diversificazione valida per abbassare i costi e ammontare i ricavi dellattivit agricola ma, allo stesso tempo, anche un investimento ecocompatibile, che risparmia fonti fossili, valorizza risorse locali, riduce le emissioni in atmosfera e tutela, quindi, lambiente e la natura.

Limpianto di digestione anaerobica - afferma Michele Ruberto, amministratore della Mipa Agricola - permetter di stabilizzare il reddito delle aziende agricole per quella parte di ettari coltivata a biomassa e per un periodo certo di 15 anni. Al giorno

doggi nessuna coltivazione offre una simile garanzia. Inoltre, lintera energia termica in esubero dallimpianto verr utilizzata in un successivo ed innovativo processo tecnologico. In tal modo eviteremo limmissione gratuita di calore nellambiente.

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Industria&Ambiente

La Bar.Sa in continua crescita e si propone di imporsi come azienda di eccellenza nella nuova provincia BAT in tema di gestione integrata del ciclo dei rifiuti, elevando da un lato la percentuale di raccolta differenziata e dallaltro investendo nelle nuove tecnologie di gestione rifiuti.

Sviluppare sinergie per una corretta gestione dei rifiuti


La Bar.Sa unazienda speciale in continua evoluzione

LAZIENDA
di ROssella ReGinella

erito di una notevole campagna di sensibilizzazione, promossa dallAmministrazione Comunale e dalla Bar.Sa Spa, che ha coinvolto anche le scuole con una serie di campagne di comunicazione e di sensibilizzazione. Complice, sicuramente il senso civico ed una buona coscienza ambientale dei cittadini: certo che continua a crescere la raccolta differenziata, che nei primi mesi del 2009 ha raggiunto il 22%. Barletta, dunque, sembra segnare uninversione di rotta. Infatti, il maggiore risultato raggiunto in termini ambientali riguarda proprio la raccolta differenziata, incrementatasi anche grazie allintroduzione dei nuovi sistemi di raccolta. Un dato in controtendenza ed in costante e forte aumento rispetto allanno 2008. Una soddisfazione doppia. Tanto abbiamo ancora da fare spiega Fabrizio Cangelli, Presidente Bar.Sa Spa - ma certamente la strada intrapresa quella giusta. E importante in questi

Leonardo Cangelli Presidente Bar.Sa S.p.a.

casi non abbassare la guardia, consapevoli delle difficolt che ci sono quando si allinizio di un processo nuovo. Un risultato scaturito dalla convinta partecipazione di tutte le realt positive del nostro territorio. E la conferma inequivocabile della voglia di riscatto di unintera citt, che ha saputo coagulare intorno ad un progetto, cittadini, studenti e docenti, servendosi dellopera encomiabile e dello spirito di servizio mostrato da tutti gli operatori impiegati nel comparto della gestione dei rifiuti. Questo risultato deve rappresentare uno stimolo ulteriore affinch si continui a lavorare nel solco tracciato, certi di determinare una svolta epocale nella politica ambientale della nostra Citt. Gli obiettivi che la societ Bar. Sa S.p.a. - prosegue - intende portare avanti nel breve-medio periodo sono

da ricercare innanzitutto nella incentivazione della raccolta differenziata, che ad oggi si attesta sulla percentuale del 22%, dato incoraggiante, ma che deve spingere lazienda a migliorare da un lato i sistemi di raccolta, incrementando il servizio di raccolta porta a porta che gi viene effettuato per la carta, dallaltra informare e sensibilizzare la cittadinanza alla corretta educazione ambientale, che necessariamente il punto di partenza per una migliore fruibilit del servizio svolto dalla Bar.Sa. Infatti, le iniziative svolte a favore della raccolta differenziata a Barletta hanno avuto un largo successo in termini di partecipazione, vedi la campagna di

Capitan Eco, che ha coinvolto i ragazzi delle scuole, cosa che rivela la continua necessit di sensibilizzazione comunicativa in questo settore. Al fianco di tali iniziative la Bar.Sa, tuttavia, intende adottare delle misure pi strutturali che le permettano di essere competitiva con le percentuali di raccolta differenziata che la Regione impone ai vari bacini. In questo senso sar fondamentale per lazienda dotarsi di altri tre eco-centri da collocare nei punti strategici della citt, in modo da creare per ogni circoscrizione una propria isola ecologica di quartiere. La sfida che il nuovo management aziendale intende portare avanti la chiusura del ciclo dei rifiuti a Barlet-

ta, attraverso una pi spiccata vocazione industriale ed impiantistica da attribuire allazienda, sfruttando le risorse industriali presenti sul territorio, le possibilit e le indicazione che verranno dal Piano di Ambito dellAto Ba/1. La Bar.Sa - conclude Cangelli - unazienda in continua crescita e si propone di imporsi come azienda di eccellenza nella nuova provincia BAT in tema di gestione integrata del ciclo dei rifiuti, elevando da un lato la percentuale di raccolta differenziata e dallaltro investendo nelle nuove tecnologie di gestione rifiuti in linea con le indicazioni comunitarie, puntando dove possibile al recupero energetico dei rifiuti.

www.consorziocreta.com info@consorziocreta.com

Boni che di siti contaminati Sistemi Integrati Ambientali

Sede legale: via Torpisana, 102 - 72100 Brindisi Direzione Generale: via Cappuccini, 21 - 70017 Putignano (Ba) Tel.: 080/4931341 Fax: 080/4051761

Industria&Ambiente

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di ROssana BaliCe*

li artt. 240 e seguenti del D.Lgs. 152/06 impongono lesecuzione di interventi di recupero ambientale anche di natura emergenziale al responsabile dellinquinamento che pu non coincidere con il proprietario ovvero con il gestore dellarea interessata. Appare evidente che sul proprietario dellarea inquinata, non responsabile della contaminazione, non incombe alcun obbligo di porre in essere gli interventi ambientali in parola ma solo la facolt di eseguirli al fine di evitare lespropriazione del terreno interessato gravato da onere reale, al pari delle spese sostenute per gli interventi di recupero ambientale assistite anche da privilegio speciale immobiliare. La normativa citata prevede infatti che, in caso di mancata esecuzione degli interventi in argomento da parte del responsabile dellinquinamento ovvero in caso di mancata individuazione dello stesso, le opere di recupero ambientale vanno eseguite dallAmministrazione competente la quale potr rivalersi sul soggetto responsabile anche esercitando, nel caso in cui la rivalsa non vada a buon fine, le garanzie gravanti sul terreno oggetto dei suddetti interventi. Conseguentemente il proprietario, ove non sia responsabile della violazione, non ha lobbligo di provvedere direttamente alla bonifica, ma solo lonere di farlo se intende evitare le conseguenze derivanti dai vincoli che gravano sullarea cio quelli dellonere reale e del privilegio speciale immobiliare. Ne deriva che il provvedimento di messa in sicurezza e bonifica ben pu essere notificato al proprietario al fine di renderlo edotto di tale onere (che egli ha facolt di assolvere per liberare larea dal relativo vincolo), ma non pu

Compete alle istituzioni il recupero ambientale dei siti inquinati


Lente potr rivalersi con le garanzie dei terreni oggetto di bonifica
imporre misure di bonifica senza un adeguato accertamento della responsabilit, o corresponsabilit, del proprietario per linquinamento del sito (Cons. Stato, Sez. V, 29 agosto 2006 n. 5045 e Sez. VI, 5 settembre 2005 n. 4525). Daltronde il D.Lgs. 152/06 succitato, nel ribadire allarticolo 192 il divieto di abbandono e di deposito incontrollati di rifiuti sul suolo e nel suolo, riprendendo quasi integralmente le disposizioni del decreto Ronchi, ha stabilito che chiunque viola i divieti in parola tenuto a procedere alla rimozione, allavvio al recupero o smaltimento dei rifiuti ed al ripristino dello stato dei luoghi in solido con il proprietario e con i titolari di diritti reali o personali di godimento sullarea, ai quali tale violazione sia imputabile a titolo di dolo o colpa, aggiungendo, tuttavia, che tale responsabilit deve risultare in base agli accertamenti effettuati, in contraddittorio con i soggetti interessati, dai soggetti preposti al controllo. Infatti, leventuale iniziativa spontanea del proprietario, volta alla rimozione dei rifiuti o al contenimento dellinquinamento sul proprio terreno, non pu assurgere di per s, in mancanza di altri elementi univoci e precisi, ad affermazione di responsabilit nellinquinamento stesso, posto che sussiste senza dubbio linteresse del proprietario incolpevole a limitare in ogni caso linquinamento sul proprio fondo, anche per impedirne la perdita di valore economico. Si aggiunga ancora, per completezza, che non potrebbe essere neppure considerato implicito riconoscimento di responsabilit, lesecuzione, da parte del proprietario, di provvedimenti autoritativi e coercitivi adottati dallAmministrazione ai fini della bonifica; tenuto conto che, per pacifica giurisprudenza, la mera attuazione, da parte del destinatario, di un provvedimento di natura esecutoria, in difetto di altri indizi chiari e non equivoci, non pu dare luogo ad acquiescenza nei riguardi dellAmministrazione (T.A.R. Milano Lombardia 2/4/08). Altrettanto significativo che certa giurisprudenza (T.A.R. Veneto, 28/3/07), afferma che il proprietario incolpevole, pur non essendo passibile di unordinanza di bonifica del sito, pu esserlo con riferimento alla messa in sicurezza demergenza, qualora ne sussistano i presupposti anche nellinteresse della pubblica incolumit. *Avvocato

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Industria&Ambiente
Citt Sostenibile ospiter unarea per le aziende allavanguardia in tema di progettazione sostenibile

ECOMONDO 2009
FIERA INTERNAZIONALE

Questanno in Fiera si discuter di ciclo completo del rifiuto, dalla prevenzione alla raccolta, al trattamento e riuso

Favorire lo sviluppo ambientale

Reclaim Expo sar larea dedicata alle bonifiche ambientali di siti contaminati

Simone Castelli
di ROssella ReGinella

Alessandra Astolfi

a mercoled 28 a sabato 31 ottobre 2009 Rimini Fiera riproporr lappuntamento con il consolidato gruppo di manifestazioni dedicate alla qualit ambientale. Guidate da Ecomondo, fiera internazionale del recupero di materia ed energia e dello sviluppo sostenibile, giunta alla 13esima edizione, si affiancheranno Key Energy (3 Fiera Internazionale per lEnergia e la Mobilit Sostenibile), Ri3 (5 Rassegna della Rigenerazione, Ricarica e Riuso) e Cooperambiente (2 edizione della fiera dellofferta cooperativa di energia e servizi per lambiente). Nel 2009 anche una grande novit: la

prima edizione di Energyes, salone dedicato a sistemi e soluzioni per un uso efficiente dellenergia. Ormai Rimini Fiera rappresenta una tappa virtuosa spiega Simone Castelli, direttore della Business Unit di Rimini Fiera per chi lavora a favore della sostenibilit ambientale facendone una chiave di successo. Lofferta fieristica garantisce infatti una panoramica completa e di alto livello per tutti coloro che operano nel cosiddetto business verde. Di anno in anno la proposta fieristica si arricchisce di progetti specializzati, ormai possiamo affermare di aver creato un Sistema ambiente Rimini, luogo nel quale lirrinunciabile obiettivo di tutelare le risorse trova risposte concrete ad ogni

livello. Per spiegare la consistenza della proposta di Rimini Fiera sufficiente ricorrere ai numeri che la definiscono. Nel 2008 - ricorda Alessandra Astolfi, project manager di Ecomondo - hanno visitato Ecomondo 64.858 visitatori (+12% sul 2007), 429 i giornalisti accreditati, 1.000 le aziende disposte su 70.000 metri quadrati. Nel programma ricchissimo degli eventi collaterali, imponente il contributo dei seminari scientifici messi a punto dal comitato presieduto dal Prof. Luciano Morselli: 250 le relazioni scientifiche (15% di carattere internazionale), 700 i relatori e oltre 100 le istituzioni rappresentate. Di rilievo la presenza internazionale con Green Ventures, borsa di coope-

razione internazionale frequentata da operatori di 23 Paesi di tutto il mondo. Questanno, Ecomondo vedr confermate le sezioni che tradizionalmente la caratterizzano, a partire dal cuore espositivo riguardante il ciclo completo del rifiuto, dalla prevenzione alla raccolta, fino al trattamento e al riuso. Reclaim Expo sar larea dedicata alle bonifiche ambientali di siti contaminati in forte espansione; ad Oro Blu saranno presenti le imprese particolarmente attive e tecnologicamente avanzate in tema di risparmio dellacqua nellindustria e trattamento acque primarie e acque reflue. Si arricchir di un tavolo tecnico di alto prestigio che metter a fuoco workshop di profilo internazio-

nale; Inertech lunico appuntamento di riferimento per il settore delle demolizioni e del riciclaggio nel comparto delle costruzioni. In evidenza, tecnologie e competenze di un settore che ha grande necessit di iniziative dedicate; Metal-Eco tratter il mondo dei metalli ferrosi e non ferrosi; Citt Sostenibile ospiter in una grande area espositiva le aziende pi allavanguardia in tema di progettazione sostenibile, prodotti, materiali, tecnologie e servizi volti alla tutela del paesaggio, al risparmio energetico e idrico, alla riduzione di CO2, ad una migliore qualit negli stili di vita. Una carrellata dei migliori progetti europei ed internazionali che rappresentano modelli virtuosi per i nostri amministratori progettisti e imprese.

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Industria&Ambiente
E stata pubblicata la nuova direttiva europea 2008/99 sulla tutela penale dellambiente che dovr essere recepita dagli Stati membri entro il 26 novembre 2010

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Sanzioni penali efficaci in materia ambientale


La nuova direttiva prevede un sistema sanzionatorio idoneo a garantire unapplicazione efficace della normativa comunitaria
di GiORGia BaRBieRi*

stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dellUnione europea del 6 dicembre 2008 la Direttiva 2008/99/CE sulla tutela penale dellambiente che dovr essere recepita dagli Stati membri entro il 26 novembre 2010. Tale direttiva pone fine alla controversa questione sulla competenza in materia di tutela penale dellambiente, apertasi in sede europea a seguito dellannullamento da parte della Corte di Giustizia della decisione quadro 2003/80/GAI proprio sulla protezione delambiente tramite le norme di diritto penale. Leffetto stato quindi quello di trasferire il potere di legiferare anche sui profili penalistici connessi a politiche comunitarie in materia ambientale alla legislazione comunitaria. La Direttiva ha dunque lo scopo di creare un sistema penale sanzionatorio idoneo a garantire una applicazione efficace ed omogenea della normativa comunitaria a presidio dellambiente. Sul piano applicativo essa destinata ad avere effetti sulle normative penali dei singoli Stati membri poich prevede che siano sanzionate a livello comunitario una serie di condotte di danneggiamento allambiente imputabili a persone fisiche e/o giuridiche

Giorgia Barbieri

idonee a provocare danni alla salute delle persone ovvero un significativo deterioramento della qualit dellaria, delle acque, della fauna e della flora. A tale scopo, utilizzando una formula ricorrente a livello comunitario, la Direttiva impone agli Stati membri ladozione di sanzioni penali efficaci, proporzionate e dissuasive nei confronti delle persone fisiche e giuridiche, senza per stabilire una soglia minima per le pene. Larmonizzazione viene perseguita mediante la previsione di comportamenti illeciti, ferme restan-

do le ulteriori forme di responsabilit da danno ambientale gi previste dalla normativa comunitaria e nazionale, nonch la facolt di stabilire sul piano nazionale disposizioni penali anche pi stringenti. Le previsioni della Direttiva sono destinate ad avere effetti sulla disciplina nazionale relativa alla responsabilit da reato negli enti, ai sensi del D.Lgs. 231/2001, estendendone il suo ambito applicativo anche ai reati ambientali. Allo stato, infatti, il decreto 231 non prevede la responsabilit amministrativa degli enti in dipendenza da reati ambientali. Lunica norma in materia ambientale che attualmente rinvia alle previsioni del d. lgs. 231/2001 quella di cui allart. 192 co. 4 del D.Lgs. 4/2008: si tratta per di un rinvio generico che, alla luce di una interpretazione sistematica della norma e dei fondamentali principi di tassativit e tipicit cui si ispira il diritto penale italiano, non pu che condurre ad escludere lapplicabilit della responsabilit ex decreto 231 agli illeciti ambientali. Pertanto, ferma restando lautonoma perseguibilit dellautore materiale del fatto illecito, con lentrata in vigore della Direttiva 2008/99/CE gli Stati membri saranno obbligati a prevedere la responsabilit penale per le persone giuridiche cui siano imputa-

bili i reati ambientali da essa indicati, se commessi a vantaggio da parte di persone: che rivestono una posizione apicale nellente, basata sul potere di rappresentanza, di gestione o di controllo dello stesso; soggette allautorit dellente e rispetto alle quali sia emersa la carenza di sorveglianza e di controllo da parte di un apicale. Manca nel testo qualsiasi riferimento alla tipologia di sanzioni applicabili agli enti, pecuniarie e/o interdittive, nonch, ai limiti edittali delle stesse sanzioni. Ci comporta unampia discrezionalit del legislatore nazionale in sede di recepimento delle disposizioni comunitarie. Al contrario, rispetto ad altri atti comunitari che lasciano pi libert agli Stati membri in ordine alla definizione della natura giuridica della responsabilit e delle relative sanzioni da applicare, la Direttiva impone lattuazione di un sistema sanzionatorio di matrice esclusivamente

penale. Tale anomalia rischia di determinare un problema di compatibilit tra la natura delle sanzioni a carico delle imprese e i principi costituzionali di ordinamenti ancorati al criterio della personalit della responsabilit penale. Daltra parte sembra ormai difficile dubitare circa la natura di fatto penale, anche se formalmente amministrativa, della responsabilit derivante dal decreto 231/2001. Infine stabilito che i comportamenti in questione siano puniti penalmente solo se posti in essere intenzionalmente o per grave negligenza. Lelemento psicologico caratterizzante le fattispecie criminose in materia ambientale quindi il dolo o la colpa grave. Anche tale aspetto potr determinare rilevanti effetti sulla disciplina del 231/2001, laddove la responsabilit degli enti venga fatta dipendere anche da reati colposi. *Avvocato

14 I DATI ISPRA

Industria&Ambiente

Migliora la raccolta differenziata, la discarica resta il sistema di gestione pi diffuso.

Nel nostro paese in calo la produzione pro capite di rifiuti


Ancora raro il ricorso allincenerimento dei rifiuti
li italiani producono meno rifiuti pro capite rispetto al passato, mentre si ferma la crescita della produzione totale nazionale. E quanto successo nel 2007 secondo il Rapporto Rifiuti pubblicato dallIspra, che mette in evidenza come il miglioramento della situazione sia dovuto principalmente allattivazione di specifiche politiche di prevenzione a livello territoriale, che lanno scorso hanno sortito i primi effetti sulla produzione di rifiuti. In particolare, le produzione pro capite registra una contrazione fino a 546kg/ abitante, rispetto ai 550 del 2006, con il valore pi alto registrato nel centro Italia, dove si producono 630 kg a persona, seguito dal nord con 539 e dal sud che si ferma a 508 kg. Si ferma anche la crescita nella produzione totale nazionale, che nel 2007 si attestata a 32,5 milioni di tonnellate, con un incremento di sole 40mila tonnellate pari ad appena lo 0,1 per cento. Lincremento stato di 14mila 800 tonnellate al nord, meno di 500 al centro e circa 23mila 800 tonnellate al sud del Paese: questo rallentamento il primo frutto delle politiche di molte amministrazioni locali, che da qualche anno operano per prevenire e minimizzare la produzione di rifiuti. Notizie positive anche per la raccolta differenziata, che nel Paese ha raggiunto il 27,5% della produzione totale di rifiuti, in aumento

RAPPORTO DI LEGAMBIENTE

dell1,7% nel 2007, per quanto ancora lontana dal target del 40% fissato per il 2007 dalla legislazione. Il nord supera abbondantemente lobiettivo, con il 42,4%, mentre ne restano lontani il centro, con il 20,8%, e il sud che si ferma all11,6%: la conferma dai dati per regione, con il Trentino Alto Adige e il Veneto che vanno oltre il 50%, rispettivamente con il 53,4% e il 51,4%, mentre balza al terzo posto il Piemonte, che col 44,8% cresce di quattro punti e scavalca la Lombardia (44,5%). Al sud, una menzione speciale per la Sardegna, che con lattivazione di specifici sistemi di raccolta anche domiciliare fa un grande balzo in avanti, passando dal 9,9% del 2005 al 27,8% di oggi, mentre restano sotto il 10% le altre regioni del Mezzogiorno, esclusa la Campania. Qui si raggiunge infatti un13,5% complessivo, ma ci sono situazioni molto differenziate per provincia, con Avellino e Salerno che superano il 25% e Benevento che arriva al 15,9%, mentre Napoli e Caserta si fermano rispettivamente al 10,3% e 7,1%. Nel capoluogo di regione, nonostante il permanere dellemergenza, cresce la raccolta differenziata, passata dall8,9% del 2006 all11,5% dellanno scorso: in generale, tra le citt con pi di150mila abitanti Reggio Emilia si conferma la pi virtuosa con il 46,6%, seguita da Padova col 39,4% e Torino col 38,7%. Come conseguenza del miglioramento nella differenziata, diminuisce la quantit di rifiuti conferita in discarica, che

Il sud in ritardo per limpiantistica

In Italia lemergenza rifiuti in continua trasformazione

I
pure continua ad essere la forma pi diffusa di gestione, raccogliendo nel 2007 il 46,7% del totale, con un calo del 2,4% rispetto allanno precedente, riduzione in termini quantitativi di oltre 614mila tonnellate, merito quasi esclusivo del nord Italia. Gi nel 2006 il numero di discariche in esercizio era diminuito di 34 unit, di cui 23 al sud e addirittura 15 nella sola Sicilia, mentre in Campania il loro numero stato molto variabile causa lemergenza, che nel 2007 ha vissuto una fase particolarmente critica. (a.m.m.)

n Italia lemergenza rifiuti non si ferma. Il fenomeno degli smaltimenti illeciti di rifiuti speciali e ancora aperto: quasi 20 milioni di tonnellate (19,7) nel 2005 sono scomparse nel nulla (formando un immaginaria montagna con base di 3 ettari e alta 1.970 metri) alimentando un business illegale annuo di circa 4,5 miliardi di euro. Questo quanto emerso dal rapporto di Legambiente Rifiuti made in Italy presentato a Governo e Parlamento. Sul fronte invece dei rifiuti urbani, secondo Legambiente, il 49% dellimmondizia prodotta dagli italiani viene smaltito in discarica, con il record di Molise e Sicilia che raggiungono rispettivamente le percentuali del 95 e 93%. Al centro sud in 15 anni 5 regioni

(Calabria, Campania, Lazio, Puglia e Sicilia) sono state commissariate per lemergenza rifiuti, costata circa 1,8 miliardi di euro. Al sud si paga poi il ritardo impiantistico dove sono attive il 45% delle discariche di tutto il Paese. Con una produzione nazionale dei rifiuti che aumenta dell8,4% dal 2003 al 2007. A fronte di questi dati, Legambiente propone un decalogo in cui si prevede, tra laltro, di aumentare il costo dello smaltimento in discarica, aumentare la raccolta differenziata porta a porta in tutti i comuni italiani, completare la rete impiantistica per il recupero e il trattamento dei rifiuti, rivedere il sistema di penalit e cancellare il Cip6, e introdurre i delitti ambientali nel codice penale.

Industria&Ambiente
La nostra regione ha avviato una legislatura che favorisce il miglioramento della qualit costruttiva in linea con le esigenze delledilizia E una grande opportunit per la Puglia divenire polo strategico di eccellenza sia nel costruire e sia nel progettare

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Edilizia: Al via il distretto Nuove opportunit di sviluppo


Entro il 2019 previsti investimenti per 8miliardi di euro
Salvatore Matarrese

di ROssella ReGinella

stato riconosciuto dalla Regione Puglia il Distretto Produttivo dellEdilizia Sostenibile, unaggregazione di attori pubblici e privati creata con lobiettivo di diffondere sul territorio un nuovo modo di costruire che contribuisca al miglioramento del comfort abitativo e alla riduzione dei consumi delle risorse naturali. Lopportunit stata offerta dalla legge regionale n. 23/2007 sulla Promozione e riconoscimento dei distretti produttivi, uno strumento che favorisce lunione di imprese per comparti produttivi o filiere in cui si coniugano produzione, ricerca, innovazione e formazione degli operatori, finalizzate ad incrementare la competitivit e a conquistare fette di mercato attraverso proposte innovative. Promosso e coordinato da Ance Puglia, il Distretto dellEdilizia Sostenibile coinvolge pi di 150 attori, tra imprese edili, produttori di materiali il cui fatturato complessivo 2007 stato di 430 milioni di euro per unoccupazione di 5.400 unit - sindacati, associazioni di categoria, ordini professionali, centri di ricerca come Cetma ed Enea, lIstituto per la Trasparenza degli Appalti e la Compatibilit Ambientale Itaca,

Presidente DAttolico

Nasce lUnione Microimprese

L
istituti di credito, scuole di formazione professionale, Universit e Politecnico di Bari. Il Distretto si propone di diffondere una nuova cultura costruttiva e favorire il mercato delle costruzioni ecosostenibili in Puglia: secondo le stime di una ricerca condotta dallEnea questultimo potrebbe toccare nel 2019 gli 8miliardi di euro, ripartiti equamente tra edilizia residenziale e non residenziale. In questo scenario anche la domanda di materiali eco-compatibili potrebbe passare in Puglia dai 72 milioni di euro del 2001 a 1,2 miliardi di euro del 2019. Il Distretto delledilizia sostenibile rappresenta sostanzialmente uninnovazione del prodotto e del processo inerente al settore delle costruzioni e offre lopportunit di valorizzare le sinergie tra tutti gli attori del sistema produttivo edile imprese, produttori di materiali, universit, scuole di formazione in grado di superare i vincoli della frammentazione dimensionale e delle competenze per tracciare insieme il percorso per unedilizia sostenibile e di qualit. Il riconoscimento del Distretto spiega Salvatore Matarrese, presidente ANCE Puglia ha una particolare valenza in questo momento di crisi per il comparto delle costruzioni. Rappresenta uninteressante opportunit di collaborazione ed integrazione a livello regionale tra mondo imprenditoriale, della formazione e della ricerca per consolidare la filiera delle costruzioni ed incrementare la propria competitivit, fattori questi determinanti per affrontare e superare gli scenari prospettati di crisi del mercato. La nostra regione ha avviato una legislatura che favorisce il miglioramento della qualit costruttiva in linea con le esigenze proprie delledilizia sostenibile. Il Distretto dellEdilizia Sostenibile rappresenta quindi una significativa opportunit per la Puglia e per divenire polo strategico di eccellenza sia nel costruire sostenibile che nel modello di partenariato pubblico-privato che andr a determinarsi.

e microimprese, aziende con meno di 10 dipendenti, costituiscono senza dubbio una delle basi portanti del nostro sistema economico. Nonostante diano lavoro al 47,7% degli addetti, sviluppino il 28,9% del fatturato Italia e siano la tipologia di impresa largamente pi diffusa (rappresentano il 94,9% di tutte le imprese italiane) sono spesso poco tutelate e rappresentate. E per dare voce a queste realt imprenditoriali nata lUnione Microimprese. Tra le priorit: migliore laccesso al credito per garantire liquidit e competizione. Il direttivo composto da Michele DAttolico (presidente), Nicola De Fano (vice presidente), Ernesto De Santis (segretario-tesoriere). (r.r.)

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Industria&Ambiente

A FUSINA UN PROGETTO SPERIMENTALE

La centrale Enel brucia CDR di qualit in piena sicurezza


La fase sperimentale del progetto ha dimostrato come le centrali ad elevata temperatura di combustione possano svolgere un ruolo di servizio con una considerevole riduzione delle emissioni
di anna MaRia MaCCHia

l Ministro dellAmbiente, Stefania Prestigiacomo, ha dato lautorizzazione a bruciare cdr, ossia combustibile da rifiuti, nella centrale di Fusina passando da 35 a 70 mila tonnellate di Cdr allanno (pari al 5 per cento del carbone utilizzato) e corrispondente a buona parte dei rifiuti prodotti dalla provincia di Venezia. Grazie allautorizzazione integrata ambientale, Enel potr utilizzare nella propria centrale Andrea Palladio Cdr da bruciare insieme al carbone per produrre energia, primo caso in Italia e in Europa. Due tonnellate di Cdr garantiscono i consumi elettrici annui di una famiglia, cosicch le 70mila tonnellate bruciate nella centrale sono sufficienti a soddisfare le esigenze energetiche di 35mila famiglie, pari a tutto il centro storico di Venezia. Risparmiando 65mila tonnellate di combustibile allanno e riducendo le emissioni di anidride carbonica in atmosfera. Il progetto era partito nel 1998, con un protocollo dintesa e un accordo di programma tra Enel, Regione Veneto, Provincia di Venezia, Comune di Venezia e lazienda Veritas, produttore di Cdr. Il progetto spiega il Ministro dellAmbiente, Stefania Prestigiacomo - consente di raggiungere ottimi risultati e una notevole diminuzione delle emissioni di CO2 e leliminazione degli scarti, perch le ceneri saranno trattate, usate per produrre cemento e quindi riutilizzate. Il tutto porter a un risparmio annuo di 12 milioni di euro per i cittadini e le amministrazioni locali grazie alla corretta gestione del ciclo dei rifiuti. Insomma, si risolve un problema ambientale sia dal punto di vista ecologico sia da quello economico. Il progetto di Fusina dimostra come la collaborazione tra imprese e istituzioni locali possa contribuire in modo significativo alla soluzione del problema dei rifiuti. Le centrali a carbone grazie alle elevate temperature di combustione, ai sistemi di pulizia dei fumi e ai collaudati percorsi di riciclo di ceneri e gessi ben si prestano a svolgere questo importante ruolo al servizio della comunit: in piena sicurezza per la salute e per lambiente, con sensibili risparmi per tutti i cittadini e con una considerevole riduzione delle emissioni complessive di anidride carbonica. La tecnica della combustione mista carbone-cdr spiega Ennio Fano, responsabile Grandi Progetti Infrastrutturali di Enel, anche se poco diffusa nel mondo (solo USA) abbia una valenza ambientale ed economica straordinaria. E poco diffusa in quanto, a

Ennio Fano Direttore Grandi Progetti Enel

differenza dellItalia, negli altri Paesi sviluppati si utilizzano inceneritori di rifiuti tal quale. In Italia invece molto complicato costruire inceneritori ed stata privilegiata la discarica. Peraltro, gli inceneritori hanno costi di costruzione ed esercizio molto elevati e di conseguenza per conferire i rifiuti ad un inceneritore i Comuni debbono pagare. Ci premesso in Italia nellambito dei rifiuti stata valorizzata una frazione secca e ben selezionata (classificazione merceologica) che trasforma il rifiuto in combustibile. Tale combustibile pu sostituire in una centrale elettrica del carbone dando luogo ad una serie di vantaggi ambientali. Lesperienza di Fusina conferma in pieno tali valutazioni: il cdr utilizzato infatti equivalente ai rifiuti prodotti

ogni anno da 300.000 persone e si stima in oltre 10 milioni il risparmio annuo per i cittadini e amministrazioni, senza contare il costo sociale derivante dallapertura di nuove discariche. Limpianto Enel di Fusina rappresenta il polo di sviluppo dei progetti Enel per la produzione e utilizzo di idrogeno attraverso lo sviluppo di cicli zero emission a combustione di idrogeno

con elevata efficienza di conversione e alta compatibilit ambientale: tra pochi mesi entrer infatti in funzione un impianto alimentato al 100% a idrogeno con potenza installata di 12 MW elettrici in grado di produrre energia elettrica pari al consumo medio annuo di 20.000 famiglie. Sar la pi grande centrale ad idrogeno, di taglia industriale, nel mondo.

RICERCA NOMISMA-ENERGIA/ MOLTE LE NOVITA DALLA COMBUSTIONE DI RIFIUTI

Vantaggi per la produzione di energia

LItalia fra i Paesi pi arretrati in Europa per la produzione di CDR

essuno la vuole (giustamente) ma se facciamo due conti, dallimmondizia potremmo ricavare circa 650 milioni lanno: queste sono le cifre elaborate da NomismaEnergia che ha calcolato i benefici (economici) che potrebbero essere raggiunti dallutilizzo del combustibile ottenuto dal trattamento dei rifiuti di qualit elevata. In base al rapporto, il CDR-Q (combustibile da rifiuti di qualit) potrebbe essere utilizzato nella co-combustione in centrali elettriche o nei cementifici, evitando cos anche la costruzione di nuovi impianti e luso di combustibili fossili. Sfruttando il CDR-Q si potrebbe,

quindi, produrre energia e avviare al recupero 8 milioni di tonnellate di rifiuti urbani. Una buona soluzione, se pensiamo che dal 1995 al 2007 la produzione di rifiuti urbani in Italia cresciuta del 27%, 7 milioni di tonnellate in pi ad un nuovo record di 33 milioni di tonnellate. Purtroppo il nostro, fra i Paesi pi arretrati in Europa: ancora poco diffuso il riciclaggio e destiniamo ancora gran parte dei nostri rifiuti - oltre il 60% - a discarica, contro un valore medio europeo del 38%. Nel nostro Paese, purtroppo le varie politiche territoriali, ambientali ed energetiche-economiche hanno limitato e rallentato nel

tempo lo sviluppo di tecnologie alternative: la soluzione proposta da Nomisma cio lutilizzo del prodotto CDR-Q potrebbe essere una soluzione in quanto utilizza come materia prima i rifiuti appositamente trattati e provenienti da processi di raccolta differenziata a monte. Avremmo da subito, benefici economici ed ambientali: dalla riduzione delle emissioni di anidride carbonica di 7milioni di tonnellate allanno, allaumento della produzione di elettricit da fonti rinnovabili per 2,7 TWh allanno, pari al consumo di un milione di famiglie. Rossella Reginella

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AITEC/ Lobiettivo dei cementifici italiani quello di contribuire alla gestione del ciclo del recupero

Occasione di sviluppo per produrre energia dai rifiuti


di FRanCesCO CuRCiO*

Il co-incenerimento nei forni da cemento non presenta alcun rischio aggiuntivo per la salute e lambiente. Lo dimostra anche la scelta compiuta da altri Paesi Europei

a presenza diffusa delle cementerie sul territorio nazionale (in tutte le regioni eccetto Liguria e Valle DAosta) rappresenta una notevole opportunit per recuperare materia e energia dai rifiuti, risparmiando preziose risorse naturali (calcare, argilla, marne, combustibili fossili), e per ridurre limpatto sullambiente dellattivit industriale. Tra i materiali alternativi utilizzabili ci sono residui e rifiuti provenienti dalle costruzioni, dallindustria meccanica, dalla metallurgia e dalla siderurgia, dalle raffinerie, dalle centrali termoelettriche, dal settore alimentare, e perfino dagli inceneritori di rifiuti. Lapporto di questi permette di: recuperare materia risparmiando risorse naturali provenienti dalle attivit estrattive; recuperare energia riducendo il consumo di combustibili, gi scarsi in natura; ridurre limpronta di CO2 complessiva; ridurre il volume di residui e rifiuti da avviare allo smaltimento finale. Negli impianti che usano combustibili da rifiuti che contengono biomassa si registra un abbassamento complessivo di emissioni di CO2. Ad esempio per ogni tonnellata di CDR utilizzata in cementeria al posto di combustibile tradizionale si emettono in atmosfera circa 1,1 tonnellate di CO2 in meno. Se poi si considera che se i rifiuti non vengono utilizzati in cementeria devono comunque essere smaltiti o in termovalorizzatori o in discariche le cui emissioni si sommerebbero a quelle della cementeria, che continua a funzionare con combustibili tradizionali, si comprende quanto sia vantaggioso il recupero di combustibile derivato dai rifiuti nei forni da cemento. Ancora due dati a favore del coincenerimento nelle cementerie. Il primo, nei forni da cemento si crea un ambiente

Francesco Curcio Direttore Generale Aitec

termodinamico che consente di prevenire la formazione delle diossine: i gas di combustione permangono a temperature superiori agli 850C (la cottura avviene ad una temperatura di circa 1.450C per il materiale) per tempi ampiamente superiori ai 2 secondi (primo grado) per essere poi raffreddati repentinamente prima della loro immissione in atmosfera (secondo grado). Il secondo, i forni da cemento non producono rifiuti industriali solidi ,(le ceneri vengono inglobate nel prodotto finale); questo significa che i rifiuti utilizzati nelle cementerie vengono valorizzati in modo totale. Lo stesso non accade ad esempio per i termovalorizzatori che producono rifiuti industriali (come le ceneri volanti, gessi da depurazione e fumi) che a loro volta devono essere smaltiti (normalmente se rispondenti alle specifiche di processo vengono recuperati in cementeria in sostituzione di materie prime naturali). Per essere utilizzati in cementeria tutti i residui devono essere di qualit certa, controllata e costante (tracciabilit dei residui). Questo aspetto da sottolineare perch gli impianti devono continuare a produrre cemento di qualit certificata e per farlo hanno bisogno di

combustibili che non arrecano disturbo al processo produttivo. Questo dovrebbe ulteriormente tranquillizzare le comunit locali: in una cementeria non si pu bruciare qualsiasi cosa, perch qualsiasi cosa non consente di produrre cemento. Lindustria della produzione di cemento fortemente energivora. La bolletta energetica del comparto pari a circa il 40% dei costi totali di produzione. Questo giustifica la costante ricerca di fonti energetiche alternative in grado di sostituire quelle tradizionali, scarse in Italia, soggette a dinamiche di prezzo e costi di trasporto considerevoli, senza dimenticare i riflessi negativi sullambiente di trasporti da territori lontani dai luoghi di utilizzazione. Il recupero di materie ed energia dai

residui classificato dalle istituzioni Europee, come una delle migliori tecniche disponibili per ridurre limpatto del settore cemento, da perseguire a livello comunitario e nazionale. Il coincenerimento nei forni da cemento non presenta infatti alcun rischio aggiuntivo per lambiente. Lo dimostrano i controlli effettuati sulle cementerie italiane che utilizzano combustibili alternativi in parziale sostituzione dei combustibili fossili tradizionali. Lo dimostra anche la scelta compiuta da Paesi europei generalmente considerati molto avanzati riguardo lattenzione per lambiente. In Germania, Svizzera, Norvegia, Austria si arriva a percentuali di sostituzione di circa il 50%. Lunica cementeria in funzione in Olanda ha sostituito nel 2008 oltre il

90% dei combustibili fossili tradizionali con combustibili da rifiuti. Nel 2007 la media Europea di sostituzione di combustibili tradizionali con combustibili alternativi era del 18%, pari a 5 milioni di tonnellate di combustibili fossili tradizionali risparmiati; la media italiana, nello stesso anno, era del 6%, pari a 270.000 tonnellate di combustibile fossile risparmiato. Le cementerie italiane sono tra le pi avanzate del mondo da un punto di vista tecnologico e, in teoria, potrebbero realizzare percentuali di sostituzione superiori a quelle degli altri paesi, in tutta sicurezza. *Direttore Generale Associazione Italiana Tecnico Economica del Cemento

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Industria&Ambiente

Unopera ambiziosa per chiarire gli aspetti legislativi del nuovo Testo Unico Ambientale
Il lavoro stato svolto da Roberto Garofoli, Magistrato del Consiglio di Stato

IL CODICE DELLAMBIENTE - NEL DIRITTO EDITORE

IL VOLUME
oberto Garofoli, Magistrato del Consiglio di Stato, ha svolto funzioni di magistrato ordinario e dei Tar, docente Luiss, Componente Cnipa, Capo Ufficio Legislativo del Ministero degli Affari Esteri. Autore di numerose opere monografiche, manuali e trattati. Direttore, con Pasquale De Lise (Presidente Aggiunto Consiglio di Stato), della Collana I Codici del Professionista, di cui il Codice dellAmbiente (Neldiritto Editore, febbraio 2009) lultimo volume pubblicato. Lopera appare ambiziosa. Un commento, al contempo dottrinale e giurisprudenziale, ad un codice che raccoglie discipline cos complesse e trasversali? In realt, il c.d. Codice dellambiente (D.Lgs. 3 aprile 2006, nr.152) si caratterizza per la eterogeneit delle materie disciplinate, e quindi delle competenze che vi sono chiamate in causa: malgrado la dichiarata ambizione di costituire un Testo Unico in materia ambientale, e nonostante i passi avanti in tal senso introdotti con la pi recente novella di cui al D.Lgs. nr. 4 del gennaio 2008 (che ha introdotto una serie di principi generali validi per tutto il Codice, e che in teoria dovrebbero rappresentare lelemento unificante della disciplina), il decreto nasce dalla giustapposizione di pi discipline, un tempo oggetto di testi normativi separati, dedicate ad alcuni macrosettori dellambiente (rifiuti, inquinamento dellaria, regime delle acque, difesa del suolo) o ad alcune discipline generali attinenti a detta materia (valutazione di impatto ambientale, danno ambientale). Lesame di una disciplina cos trasversale richiede competenze di differente natura. I direttori della col-

Roberto Garofoli Magistrato del Consiglio di Stato

lana e dellopera sono tutti giuristi: Pasquale De Lise, Presidente aggiunto del Consiglio di Stato, Lei e Raffaele Greco, Consiglieri di Stato. E vero. Ci siamo resi subito conto della esigenza di ampliare il ventaglio delle competenze da dedicare alla stesura del volume. Si reso necessario il ricorso a competenze trasversali: non solo giuridiche, essendo richieste conoscenze non limitate al diritto amministrativo, ma estese al diritto penale e al diritto civile (la disciplina, per molti versi affascinante, del danno ambientale e della sua riparazione costringe a confrontarsi col problema dei suoi rapporti con la normativa generale in tema di responsabilit civile da atto illecito, ex art. 2043 c.c.), ma anche tecniche, proprie di discipline scientifiche e ingegneristiche (idraulica, chimica, ambientale etc.). Proprio per questo motivo, allelaborazione dellopera hanno partecipato non solo giuristi (magistrati ordinari e amministrativi, avvocati, docenti universitari), ma anche tecnici e funzionari amministrativi. La materia anche in continua evoluzione. Si tenuto conto delle recentissime novit legislative, oltre che dottrinali e giurisprudenziali? Certo. Lintento stato sin dallinizio quello di realizzare unopera il pi pos-

sibile aggiornata, tenendo conto non solo delle pi recenti tematiche giurisprudenziali, ma anche delle continue modifiche normative che hanno interessato il Codice: questultimo invero, nei suoi pur pochi anni di vita, ha gi avuto vicende assai travagliate. Nato col dichiarato intento di dare attuazione nel nostro ordinamento ad una pluralit di direttive comunitarie, non sempre vi riuscito pienamente, come testimoniano le numerose procedure di infrazione cui il legislatore ha cercato di porre rimedio con due decreti correttivi (lultimo dei quali il gi citato d.lgs. nr. 4/2008); alcuni problemi applicativi sono stati risolti in questo modo, ma molti altri restano aperti, mentre rimane costante lesigenza di adeguare la disciplina ambientale ad una normativa comunitaria in continuo divenire. Per rispondere alla Sua domanda, devo osservare che si tenuto

conto delle nuove direttive n. 98 e 99 del dicembre 2008, recati rispettivamente una nuova disciplina generale in materia di rifiuti e i principi sulla tutela penale dellambiente (della prima si tenuto conto in sede di commento alla disciplina in materia di rifiuti contenuta nel T.U., segnalando i possibili punti di frizione che indurranno verosimilmente il legislatore a nuovi correttivi; della seconda si ritenuto opportuno inserire un commento analitico in appendice). Si anche ritenuto di offrire al lettore un commento ai due decreti legge emanati negli ultimi mesi per fronteggiare lemergenza ambientale nella Regione Campania, anchessi commentati in appendice unitamente alle rispettive leggi di conversione. A chi rivolta lOpera e perch la ritiene utile? Il Codice dellAmbiente lultimo volume di una collana di grande suc-

cesso (I Codici del Professionista), che ho lonore di dirigere con il Pres. De Lise e al cui interno sono gi stati pubblicati il Codice degli appalti pubblici (la cui terza edizione, in poco pi di un anno, stata pubblicata qualche giorno fa), il Codice delledilizia, il Codice dellespropriazione, il Codice delle sanzioni amministrative. Lobiettivo perseguito nella stesura dei volumi della collana proprio quello di offrire alloperatore le risposte agli innumerevoli problemi applicativi da affrontare nella prassi quotidiana. Cos, sotto ciascuna disposizione, oltre ad un essenziale inquadramento dottrinale, si trova la Sezione domande e risposte nella quale, in forma di domande, sono indicati pressoch tutti gli interrogativi interpretativi con le risposte tratte dalla pi significativa e recente giurisprudenza, nonch, infine, la Sezione Le formule, con le formule utili. (p.g.)

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Odori molesti: Carenze legislative in materia di tutela


Lo scarso controllo da parte delle autorit ha impedito la reale applicazione della legge
di paOlO GaROFOli* Giuseppe deCesaRe*

Paolo Garofoli

a molestia olfattiva rappresenta una questione aperta che non ha ancora trovato una reale soluzione normativa, nonostante il rischio di insorgenze di patologie anche di natura psicologica. La problematica trattata agli art. 674 c.p. - Getto di cose pericolose-, 844 c.c. - Immissioni-, 2043 - Fatto illecito - e 2050 - Responsabilit per lesercizio di attivit - con effetti poco incisivi per insufficienza di specifici atti normativi di quantificazione e qualificazione dei parametri identificativi della cosa odorifera rilasciata al fine di determinare puntualmente le condizioni di offesa. Anche la normativa in materia ambientale (ad esempio il T.U. Ambientale D.Lgs 152/06, il D.M. Amb. 5 febbraio 98 in materia di procedure semplificate

per il recupero dei rifiuti non pericolosi ed il D.Lgs 13 gennaio 2003, n. 36 in materia di discariche di rifiuti) afferma il principio generale secondo cui ogni attivit non debba costituire un pericolo per la salute delluomo e recare pregiudizio allambiente e nel contempo causare inconvenienti da rumore e odori, ma non riesce poi a sortire effetti significativi per regolamentare appieno le emissioni odorifere. La scarsa efficacia del quadro normativo vigente va ricercata verosimilmente nel fatto che la Parte Quinta al T.U. Ambientale D.Lgs 152/06, pur assumendo un concetto ampio di inquinamento atmosferico che si estende sino agli odori molesti, purtroppo non ne determina i relativi limiti quantitativi. Infatti, la richiamata Parte Quinta per le sostanze inquinanti ad impatto olfattivo fissa valori limite di emissione commisurati a parametri di tossicit e non alla sensibilit organolettica cui

sono associati valori decisamente pi bassi (Le sostanze maleodoranti solo raramente risultano associate ad un reale pericolo per la salute umana.) A titolo di esempio, il D.Lgs 152/06 per lidrogeno solforato (H2S) fissa il valore limite di emissione di 5mg/ Nm3 (5000 g/Nm3), mentre la soglia olfattiva 100% odor Threshold pari a 1,4 g/Nm3 . Tuttavia a fronte di un quadro normativo comunitario e nazionale deficitario la Regione Puglia dotata della legge n.7/99 recante ad oggetto Disciplina delle emissioni odorifere delle aziende. Emissioni derivanti da sansifici. Emissioni nelle aree a elevato rischio di crisi ambientale, modificata e integrata dallart. 4 della L.R. 14.7.07, n.17. La L.R. n.7/99 al capo I: definisce le sostanze odorifere con livello olfattivo molto basso (<1ppm); fissa per le emissioni puntuali i seguenti valori limite di emissione (VLE): Livello olfattivo

della sostanza odorifera 0,001 ppm Vle 5 ppm; 0,010 ppm - 20 ppm; fissa le prescrizioni sulle caratteristiche fisiche dei camini e valori di ricaduta al suolo di inquinanti a minimo 1:16.000 rispetto alle concentrazioni misurati allo sbocco del camino medesimo; impone la ricerca delle migliori tecnologie disponibili. Per le emissioni diffuse, quando lattivit posta a meno di 2000 metri dal perimetro urbano, prescrive: che le stesse siano trattate prima dello scarico in atmosfera; con la possibilit, a giudizio dellautorit di controllo, che i relativi serbatoi aperti, vasche, stoccaggi in cumuli, ecc sia confinati in ambienti chiusi. Al Capo II stabilisce le prescrizioni di esercizio e i limiti di emissione per i sansifici. Infine al Capo III fissa le riduzioni delle emissioni in atmosfera in aree dichiarate a elevato rischio di crisi

ambientale con lobbligo a carico delle imprese di far rientrare le emissioni in limiti pi bassi del 20% di quelli autorizzati o previsti in normativa. La legge n.7/99, pur rappresentando un forte strumento di difesa della qualit dellaria per territorio pugliese, presenta ancora forti incongruenze nonostante le modifiche introdotte dalla L.R. n.17/07. Stridente appare luso dellunit di misura (ppm) per la quantificazione delle sostanze odorifere che impedisce un facile raffronto con i valori di emissione fissati nella Parte Quinta del D.Lgs 152/06 espressi invece in mg/Nm3 ovvero in gr/h. La definizione del 1 c., art. 1, di livello olfattivo molto basso (<1ppm) e la definizione riportata nel restante testo normativo di basso livello olfattivo ( 0,010ppm) non risultano sufficientemente esplicitate e congruenti. La Giunta Regionale non ha ancora approvato i valori di TOC (Threshold Odor Concentration) che desunti dai valori di letteratura non soddisfano al requisito della univocit. Inoltre, lo scarso controllo da parte dellAutorit competente ha impedito la reale applicazione della legge stessa, specie nelle aree a rischio ambientale e nella gestione dei depuratori cittadini. Infine importante sapere se in caso di verificata impraticabilit della realizzazione degli interventi disposti per ladeguamento dellimpianto, ai sensi dellarticolo 5 bis, introdotto dalla L.R. 17/07, la Regione Puglia, ha disposto misure di finanziamento a favore delle imprese interessate dallobbligo della delocalizzazione dellimpianto. *Consulenti Ambientali

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Industria&Ambiente

Le regioni, entro trenta giorni della domanda hanno lobbligo di esaminare i requisiti

Iter burocratico faticoso per lesercizio dimpianto


Le regioni Puglia e Sicilia si sono dotati di una normativa che chiarisce la procedura autorizzativa degli impianti solari

ENERGIA SOLARE
di danilO laTTanZi*

n linea generale occorre, preventivamente, sottolineare che larticolo 117 comma 3 della Costituzione dispone che produzione, trasporto e distribuzione nazionale dellenergia una materia di legislazione concorrente tra Stato e Regioni. Nelle materie di legislazione concorrente spetta alle Regioni la potest legislativa, salvo che per la determinazione dei principi fondamentali, riservata alla legislazione dello Stato. In tal caso, dunque, allo Stato compete la determinazione dei principi fondamentali mentre alle Regioni spetta ladozione, nel rispetto dei principi statali, della legislazione di dettaglio. Le norme statali di principio possono avere uninfluenza differente, nel rispetto dellautonomia regionale, a seconda di come ciascuna Regione decida di esercitare le proprie funzioni. Lottenimento dellautorizzazione di installazione di un impianto fotovoltaico rappresenta uno degli elementi che maggiormente incide sulla tempistica legata allentrata in esercizio di un impianto. Poche regioni, ad oggi, hanno seguito lesempio della regione Puglia o Sicilia che si sono dotate di una normativa che chiarisce quale sia liter autorizzativo e/o burocratico per lo sviluppo di un determinato numero di MW da fonti rinnovabili. A livello nazionale, larticolo 12 del Decreto Legislativo 387/2003 razionalizza e semplifica la procedura stessa: la costruzione e lesercizio degli impianti di produzione di energia elettrica alimentati da fonti rinnovabili; gli interventi di modifica, potenziamento, rifacimento totale o parziale e riattivazione; le opere connesse e le infrastrutture indispensabili alla costruzione e allesercizio degli impianti stessi sono soggetti ad

una autorizzazione unica, rilasciata dalla regione o altro soggetto istituzionale delegato dalla Regione. In sostanza, la procedura ripercorre le seguenti fasi: il produttore presenta la domanda di autorizzazione allEnte pubblico competente (Regione o Provincia); la Regione, entro 30 giorni dal ricevimento della domanda di autorizzazione convoca la Conferenza dei Servizi; lautorizzazione rilasciata a seguito di un procedimento unico, al quale partecipano tutte le Amministrazioni inte-

ressate. Il rilascio dellautorizzazione costituisce titolo a costruire e esercire limpianto in conformit al progetto approvato e deve contenere lobbligo alla rimessa in pristino dello stato dei luoghi a carico del soggetto esercente a seguito della dismissione dellimpianto. Ovviamente, prima di dare inizio ai lavori, opportuno lasciare decorrere il termine entro il quale qualsiasi soggetto interessato (e quindi non favorevole alla realizzazione di un impianto) ha la facolt di impugnare il provvedi-

mento amministrativo dinanzi al TAR regionale competente. E noto a tutti i tecnici del settore che uno dei maggiori problemi connessi alla realizzazione di un impianto sta nella difficolt di ottenere in tempi brevi lautorizzazione alla connessione alla rete nazionale, nonostante le sanzioni penali a carico del gestore di rete previste ex lege. Ci premesso, su impulso dellAutorit, il CEI ha predisposto la norma CEI 0-16, a sua volta contenuta nellallegato n. 1 della delibera AEEG n. 33/08 che, essenzialmente, stabilisce le nuove regole tecniche di connessione di utenti attivi e passivi alle reti AT e MT agli impianti di tensione nominale superiore ad 1 kW. *Ingegnere

RIDUZIONE DELLA CO2


Nel Lazio la pi grande centrale solare dItalia

INVESTIMENTI SOLARI
In aumento nei comuni italiani gli impianti eolici e di energia

UNIONE EUROPEA
LItalia tra le prime Nazioni per investimenti in energie

orger a Montalto di Castro, in provincia di Viterbo, la pi grande centrale solare dItalia. Dove era prevista una centrale atomica la Regione Lazio ha deciso di far partire un cantiere per un impianto fotovoltaico da 24 MWp. E la risposta - spiega Filiberto Zaratti, Assessore allAmbiente della Regione Lazio - agli accordi italo-francesi voluti del Governo per la ripresa del nucleare nel nostro Paese. Limpianto che avviamo sar in grado di soddisfare il fabbisogno energetico di oltre 15.000 famiglie, evitando lemissione di 22.000 tonnellate di CO2 lanno e limpianto sar operativo gi a novembre 09, producendo energia pulita senza alcun costo aggiuntivo per i cittadini. Lesatto contrario delle centrali nucleari e la cui realizzazione ha tempi lunghissimi. (a.m.m.)

ono 245 i comuni che hanno almeno un impianto eolico nel proprio territorio, per 3.861 Mw (Megawatt), 1.022 in pi rispetto al 2007, che soddisfa il fabbisogno elettrico di oltre 3 milioni e 102 mila famiglie. E questo uno dei dati del rapporto di Legambiente Comuni rinnovabili, giunto alla quarta edizione. Secondo il dossier i comuni del mini-idroelettrico sono 698 (per impianti fino a 3 Mw) per una potenza totale installata di 617 Mw, in grado di produrre oltre 2.468 Gwh (Gigawattora) allanno pari al fabbisogno di energia elettrica di 987 mila famiglie. I comuni della geotermia sono 73 per una potenza installata pari a 723,79 Mw, con cui vengono prodotti ogni anno circa 5.569 Gwh di energia elettrica in grado di soddisfare il fabbisogno energetico elettrico di oltre 2milioni e 200mila famiglie. (a.m.m.)

n Europa lItalia il paese che ha deciso di investire la fetta pi elevata dei Fondi strutturali europei 2007-2013 per finanziare le energie rinnovabili: oltre un miliardo di euro rispetto ai nove miliardi di contributi europei che lItalia sta investendo tramite i progetti strutturali per obiettivi ambientali e tecnologie verdi. Lo ha sottolineato a Bruxelles la Commissaria Europea alla politica regionale Danuta Hubner nellillustrare lammontare nellUe degli investimenti per economia verde - 105 miliardi nei 27 stati membri - previsti dalla programmazione finanziaria in atto 20072013. Per la commissaria europea lItalia fra i paesi pi avanzati per luso delle energie rinnovabili. (a.m.m.)

Industria&Ambiente

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Achab Group e Legambiente insieme per un progetto che guarda allenergia rinnovabile

Energia Comune, un progetto che guarda al futuro


Il progetto consiste nel realizzare una stazione di ricarica per le auto elettriche

Parcheggi pubblici per produrre energia


Lenergia prodotta pu essere utilizzata per alimentare la rete elettrica locale, per caricare accumulatori elettrici e batterie
di danilO laTTanZi*

e aree adibite a produzione industriale o a centri commerciali hanno normalmente, anche per il rispetto dei vincoli urbanistici, notevoli aree scoperte attorno alla struttura coperta, spesso utilizzate come parcheggio a cielo aperto. Esistono soluzioni che possono rendere remunerativa lutilizzazione di buona parte di queste aree come parcheggio fotovoltaico. La soluzione offre molti vantaggi: sfruttamento ottimale della tettoia, perch i pannelli ne occupano quasi tutta la superficie; perch la sua inclinazione (da 20 a 30) si sposa perfettamente con il massimo sfruttamento dellenergia solare e inoltre, se necessario per orientarlo a Sud, si pu costruire il parcheggio a pettine; buona remunerazione dovuta alla totale integrazione architettonica dei pannelli fotovoltaici nella tettoia del parcheggio. Considerando che un parcheggio con 18-20 posti auto pu avere una tettoia di circa 350 m2 sulla quale possibile installare come elementi di copertura, moduli fotovoltaici di potenza di picco complessiva di circa 50 kWp, lanalisi costi e ricavi sicuramente remunerativa a medio termine. La pensilina oltre ad offrire un riparo dalla pioggia e dai raggi del sole alle auto parcheggiate, fornisce energia per tutta la durata del giorno trasformando in elettricit la radiazione solare. Lenergia prodotta pu essere usata per: alimentare la rete elettrica locale; alimentare utenze prossime situate lontane dalla rete elettrica; per

caricare batteria di accumulatori, (di tipo stazionario o automobilistico). La pensilina fotovoltaica per parcheggio auto pu essere utilizzata nei cosiddetti parcheggi di scambio, dove gli automobilisti possono lasciare le loro auto convenzionali e noleggiare delle auto elettriche per raggiungere i centri cittadini soggetti a restrizioni sulle emissioni. In tal modo la pensilina solare diviene la parte generatrice fondamentale di un sistema di mobilit urbana ad emissione zero. Infatti, il fotovoltaico non produce emissioni di alcun genere cos come lautovettura elettrica. Le dimensioni della pensilina fotovoltaica corrispondono alle dimensioni standard di un posto macchi-

na, progettato in modo da ottenere le seguenti peculiari caratteristiche: sistema molto modulare e flessibile; il progetto architettonico di questo elemento ad alta tecnologia ne permette linserimento estetico nellarredo urbano; il sistema non tende a nascondere o snaturare i moduli fotovoltaici, ma al contrario ne mette in risalto il carattere ornamentale usando moduli a doppio vetro che rendono le celle visibili anche dal basso. Lutilizzo di questo sistema stato sperimentato a Palermo presso la stazione FS di Notarbartolo, inaugurato nel febbraio del 1998. La particolarit dellintervento consiste nel realizzare una stazione di ricarica delle auto elettriche alimentata di-

rettamente da energia fotovoltaica. Un sistema modulare di pensiline in cui ogni modulo, corrispondente ad un posto auto, oltre a costituire lelemento di copertura per le auto elettriche, supporta un generatore fotovoltaico. In realt lenergia solare, trasformata dallimpianto fotovoltaico in energia elettrica nelle ore di insolazione, viene ceduta alla rete Enel e quindi riacquistata, secondo necessit, nellarco delle ventiquattro ore. La nuova infrastruttura pu essere considerata un parcheggio dinterscambio, cio di passaggio da un veicolo privato a trazione convenzionale ad uno pubblico a trazione elettrica. *Ingegnere

egambiente ed Achab Group rete nazionale di comunicazione ambientale, di nuovo insieme in un progetto innovativo che guarda allenergia rinnovabile come la scelta pi sostenibile per il futuro. Energia Comune il progetto che intende informare e formare, utilizzando strumenti di comunicazione integrata, tutti i cittadini sulla conoscenza dei processi energetici, del peso ambientale dei consumi di energia, delle tecnologie di efficienza, delle opportunit di risparmio e di contenimento dei costi. Il risparmio energetico oggi pi che mai una delle tematiche pi sentite e discusse: i cambiamenti climatici, infatti, stanno dimostrando che necessario invertire la rotta e cominciare ad investire concretamente sulle risorse rinnovabili, a risparmiare, ad usare razionalmente lenergia. Numerosi i vantaggi per chi sceglie lenergia rinnovabile: risparmio sulle spese energetiche, riduzione dellinquinamento atmosferico (emissioni Co2), fornitura omogenea di prodotti di qualit per tutti, possibilit di avere un servizio di installazione chiavi in mano, risparmiando tempo e risorse economiche, abbattimento del costo di acquisto degli impianti del 15-20%, possibilit di ottenere sgravi fiscali del 55% previsti dalla legge e di godere degli incentivi del Conto Energia, accesso agevolato ai crediti per linstallazione di strumenti di efficienza energetica. Obiettivo primario di Energia Comune quello di offrire supporto ai cittadini che intendono installare supporti solari e fotovoltaici, incentivando la cultura del risparmio energetico ed informando anche sui vantaggi economici derivanti da comportamenti virtuosi verso lambiente. Per garantire il necessario supporto tenico-informativo, Achab Group prevede, allinterno del progetto Energia Comune, la creazione di sportelli ad- hoc presso i comuni interessati, per consentire ai cittadini una fondamentale conoscenza degli strumenti a disposizione per consumare di meno e meglio, compresi quei piccoli gesti quotidiani utili alla riduzione del consumo energetico. Presso ogni Comune destinatario del progetto, sar attivato uno sportello informativo presso il quale i singoli cittadini potranno informarsi sulle modalit di installazione dei nuovi impianti solari termici o fotovoltaici. Saranno quindi creati i cosiddetti Gruppi di Acquisto Solare (GAS), ovvero raggruppamenti di famiglie siano interessate allinstallazione degli impianti, in modo da favorire lacquisto con un miglior rapporto costi/benefici. (r.r.)

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Industria&Ambiente

LAZIENDA

RACCOLTA DIFFERENZIATA La raccolta differenziata il sistema migliore per ridurre gli impatti negativi rappresenta una forma di risparmio

per la nazione, favorendo limpegno occupazionale ed miniera per le materie prime in ambito industriale.

Cooperativa Avvenire: Sviluppo e innovazione al servizio delle comunit


Lazienda leader nei servizi di igiene urbana serve 17 comuni con 300 dipendenti tra Puglia e Basilicata
di anna MaRia MaCCHia

DIRETTORI ARPA A CONFRONTO Vincere le criticit meridionali e progettare un programma ambientale

n azienda sensibile ai problemi ambientali, alle esigenze dei cittadini ed orgogliosa di poter mantenere occupazione stabile, in un periodo difficile per leconomia italiana. Parla, Antonella Ascatigno, Presidente della Cooperativa Avvenire, azienda leader nei servizi di igiene ambientale. La nostra unazienda in continua crescita, con circa 300 dipendenti e presente in 12 comuni della Puglia: Castellaneta, Laterza, Lizzano, Massafra, Mottola, Noci, Putignano, Sannicandro di Bari, Terlizzi, Lesina, Torremaggiore, Zapponeta e della Basilicata, Bernalda, Irsina, Montalbano Jonico, Montescaglioso. Il segreto del nostro successo che crediamo, fortemente, in tutto ci che progettiamo ed, in considerazione del mercato in cui operiamo, abbiamo scelto di adottare e rendere operativo in tutti i settori, un Sistema Integrato di Gestione Qualit e Ambiente, conforme alle norme nazionali. E in crescita la raccolta differenziata? Riteniamo che la raccolta differenziata sia il sistema migliore per ridurre gli impatti negativi dei rifiuti sullambiente e rappresenti una forma di risparmio per la Nazione, diventando la nuova miniera per le materie prime, inoltre, favorisce limpiego occupazionale, in un momento economico difficile, come quello che stiamo vivendo in Italia. Siamo soddisfatti di poter svolgere un ruolo attivo in questa area e di aver contribuito a realizzare percentuali di raccolta differenziata mensile, che hanno raggiunto punte superiori al 65%, in Comuni, come

ensare allo sviluppo nellItalia meridionale di una rete comune nel delicato settore ambientale, focalizzando sulle principali sfide che nel prossimo futuro le Agenzie ambientali regionali dovranno necessariamente vincere insieme, affrontando le criticit comuni e condividendone le conoscenze. E quanto emerso, a Catanzaro, al termine di un incontro tra i direttori generali delle Agenzie regionali per la protezione dellambiente (Arpa) del meridione. Allincontro con il commissario straordinario dellArpacal, Vincenzo Mollace ed il direttore scientifico, Antonio Scalzo, hanno partecipato, i direttori generali Sergio Marino (Arpa Sicilia), Luciano Capobianco (Arpa Campania), Giorgio Assennato (Arpa Puglia). Lincontro servito ha focalizzare il dibattito sulle diverse aree sensibili sulle quali oggi le agenzie ambientali sono chiamate a lavorare: dalla certificazione dei laboratori, alle emergenze ambientali trans

Giorgio Assennato Direttore Generale Arpa Puglia

regionali, ai programmi comunitari dellarea obiettivo 1, non dimenticando la formazione e leducazione ambientale sulle quali condividere progetti di ampio respiro. Lobiettivo finale, infatti, anche nellottica di dotare le Arpa di una sempre maggiore autonomia finanziaria, quello di studiare progetti comuni per catturare fondi comunitari per la realizzazione di attivit che interessino lintero Mezzogiorno dItalia. (r.r.)

Montalbano Jonico e Montescaglioso in cui si voluto fortemente, che si realizzasse il sistema di raccolta porta a porta, con scomparsa dei cassonetti stradali. Presto, partiremo con la stessa tecnica di raccolta nel Comune di Irsina. La gente collabora? Per ottenere migliori risultati e riuscire a coinvolgere i cittadini nei comuni in cui operiamo, ci siamo impegnati in una specifica campagna

di sensibilizzazione, che ha visto nel 2008 interessare, in misura prevalente, scuole elementari e della media. Abbiamo realizzato incontri formativi e di educazione ambientale (oltre 60), utilizzando video proiezioni, prodotti allinterno dellazienda, grazie ad uno staff di esperti; abbiamo, inoltre, divulgato oltre 17.000 opuscoli informativi, cd-rom, organizzato gare di raccolta e premiazioni finali, partecipato come tecnici del settore in altre

iniziative divulgative. Quali progetti avete per il futuro? Con la stessa convinzione e tenacia, intendiamo proseguire la nostra Missione e fare in modo che tutte le funzioni siano orientate a perseguire quelli che sono i nostri obiettivi aziendali, quali garantire la soddisfazione del Cliente, eliminare le difettosit, prevenire linquinamento ambientale,

rispettare i regolamenti e le leggi vigenti di carattere generale e ambientale applicabili alle attivit aziendali, aumentare i livelli di competitivit sul mercato, migliorare in modo continuo il Sistema di Gestione per la Qualit e lAmbiente Aziendale, ottimizzare la formazione delle risorse umane a tutti i livelli e garantire la sicurezza sul lavoro.

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Produzione di combustibili solidi secondari (CSS)


La direttiva ha permesso di far luce su alcune operazioni di recupero

LA NORMATIVA
di pasQuale FiORe*

a nuova direttiva rifiuti 98/2008/CE del 19 novembre 2008 ha permesso di far luce sul significato di alcune operazioni di recupero e smaltimento. In particolare sulloperazione indicata allallegato 2 (Operazioni di recupero), con R12 (Scambio di rifiuti per sottoporli a una delle operazioni indicate da R 1 a R 11). In tale allegato, viene specificato che in mancanza di un altro codice R

appropriato, esso pu comprendere le operazioni preliminari precedenti al recupero, incluso il pretrattamento come, tra laltro, la cernita, la frammentazione, la compattazione, la pellettizzazione, lessiccazione, la triturazione, il condizionamento, il ricondizionamento, la separazione, il raggruppamento prima di una delle operazioni indicate da R 1 a R 11. Il chiarimento riportato nella direttiva rifiuti avr un impatto di notevole rilevanza sia sulla disciplina nazionale (non solo nellambito del Dlgs 152/2006 in materia di gestione rifiuti, ma anche sul DM 05/02/1998 che disciplina le c.d. procedure semplificate) che sulle stesse autorizzazioni o iscrizioni rilasciate dagli enti competenti. Nella nuova direttiva il trattamento

viene definito come le operazioni di recupero o smaltimento, inclusa la preparazione prima del recupero o dello smaltimento; inoltre il recupero viene definito come qualsiasi operazione il cui principale risultato sia di permettere ai rifiuti di svolgere un ruolo utile sostituendo altri materiali che sarebbero stati altrimenti utilizzati per assolvere una particolare funzione o di prepararli ad assolvere tale funzione, allinterno dellimpianto o nelleconomia in generale. Lallegato II riporta un elenco non esaustivo di operazioni di recupero. Da quanto detto, possibile effettuare una serie di considerazioni. LR12 da intendersi come unoperazione di trattamento, intesa come una preparazione prima del recupero vero e proprio;

lR12 comprende operazioni come la cernita (che pu definirsi come la scelta, selezione effettuata in base a determinati criteri) e la triturazione; entrambe queste operazioni sono operazioni preliminari al trattamento vero e proprio (cio alleffettivo recupero). Se il recupero, quindi, inteso come unoperazione il cui fine principale quello di consentire ai rifiuti di sostituire altri materiali, allora le operazioni come lR3 (Riciclaggio/recupero delle sostanze organiche non utilizzate come solventi (comprese le operazioni di compostaggio e altre trasformazioni biologiche), lR4 (Riciclaggio/recupero dei metalli e dei composti metallici) e lR5 (Riciclaggio/recupero di altre sostanze inorganiche), hanno un fine ben preciso: lR3 di sostituire sostan-

ze (chimiche) organiche, lR4 quello di sostituire metalli e composti metallici e lR5 di sostituire sostanze inorganiche. Tutte queste operazioni permettono, quindi di sostituire dei materiali/ sostanze che verrebbero altrimenti utilizzati per assolvere una particolare funzione. I riflessi delle disposizioni del legislatore comunitario si avranno sugli impianti di produzione di Combustibili Solidi Secondari (CSS), tra cui il CDR (Combustibile da Rifiuti). In tali impianti si effettuano operazioni di messa in riserva (R13) e, successivamente, di cernita (selezione) e triturazione (configurabili come operazioni R12); tali operazioni sono quindi preliminari e precedenti al recupero vero e proprio (costituito dal recupero delle sostanze organiche, per esempio la gassificazione, ovvero dal recupero di energia). In questo modo, sia negli atti emessi dagli enti competenti che nello stesso DM 05/02/1998 (come auspicabile modifica del decreto ministeriale), la preparazione dei CSS non sarebbe pi configurabile come operazione di recupero R3, ma bens come operazione R12. *Consulente Ambientale

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Industria&Ambiente
DEPURAZIONI INDUSTRIALI La Depureco opera nei settori dellindustria alimentare, chimica, ortofrutticola, petrolchimicha e fornisce impianti monoblocchi per la gestione della depurazione

LAZIENDA

a Depureco Spa unazienda che opera per la difesa dellambiente e la conservazione delle sue risorse attraverso la realizzazione di impianti di depurazione e scarichi civili ed industriali. Dal 1975, anno di costituzione, in coerenza con i suoi programmi e con gli obiettivi prefissati, ha sviluppato tecnologie sempre pi avanzate e rispondenti alle richieste dei clienti, grazie ad unintensa attivit di ricerca finalizzata allaffinamento delle proprie capacit di progettazione e costruzione di impianti industriali. Liscrizione SOA nella categoria OS22 per 2.582.284 e la collaborazione con le maggiori societ italiane dingegneria, consentono alla Depureco di avere un capitale sociale sempre adeguato ai progetti di realizzazione ed alle commesse ricevute. Trattamento delle acque meteoriche. In questo ambito la Depureco fornisce diverse soluzioni tecniche standard, flessibili e su misura per le diverse tipologie di attivit per cui le norme regionali e nazionali disciplinano il trattamento delle acque meteoriche che dilavano le superfici impermeabili. In particolare, la societ offre supporto tecnico ai progettisti degli impianti di trattamento a servizio dei centri urbani o zone industriali, dove la componente ingegneristica risulta fondamentale per superare il problema dellestensione dei bacini tributari e di superfici sulle quali sono movimentate sostanze pericolose, che rivestono un

Depureco Spa: Azienda leader nella progettazione di impianti di depurazione L

serio problema di carattere ambientale, proponendo soluzioni tecniche efficaci dal punto di vista depurativo, in conformit ai limiti restrittivi imposti dalla legislazione vigente in funzione del corpo ricettore dello scarico (per esempio, nel caso di attivit quali autodemolizione, centri raccolta rifiuti, stazioni di carburante, officine, cen-

trali di betonaggio, sansifici). Inoltre, particolari soluzioni innovative ed economiche vengono proposte anche per superfici sulle quali non si movimentano sostanze pericolose, superfici per le quali prevista un ampia gamma economica di manufatti in CAV e in polietilene monoblocco, opportunamente progettati in funzione

dellestensione delle superfici di raccolta. Depurazione acque reflue industriali. Per gli scarichi industriali, con un continuo lavoro di ricerca svolto su impianti pilota presso il proprio laboratorio e direttamente nelle industrie, la Depureco si avvale delle tecnologie pi avanzate. Principali settori di intervento sono: industrie ortofrutticole, caseifici, centrali del latte, conservifici, cantine, distillerie, oleifici, salumifici, birrerie, allevamenti, mattatoi, concerie, industrie galvaniche, industrie chimiche, petrolchimiche e meccaniche, stazioni di servizio, autofficine, lavanderie, vetrerie, segherie

marmo e cementerie. Medie e grandi comunit. La Depureco presente nel campo del trattamento degli scarichi civili con impianti completi di grigliatura automatica, ripresa, disabbiatura e disoleazione, sedimentazione primaria, ossidazione a fanghi attivi, sedimentazione secondaria, disinfezione, trattamento terziario per la rimozione dellazoto e del fosforo, stabilizzazione e disidratazione fanghi. Piccole comunit. Per questi scarichi la Depureco fornisce impianti compatti monoblocco in ferro, prefabbricati in officina od in cemento armato. Occupano il minimo spazio e sono di tipo completamente automatico.(r.r.)

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La Corte Costituzionale boccia la legge Regionale


Vinto il ricorso della ditta Vergine di Fragagnano (Ta) contro la legge n.29/07 emanata dalla Regione Puglia

IL RICORSO
di eude alBRiZiO

orse non tutti sanno che lillegittimit costituzionale sancita dalla Corte Costituzione alla pregiudizievole norma della Regione Puglia (articolo 3, L. r. 29/2007) che stabiliva che nel proprio territorio potessero essere smaltiti rifiuti speciali, pericolosi e non, solo a condizioni che gli impianti pugliesi fossero i pi vicini al luogo di produzione dei medesimi rifiuti, deriva dalla personale battaglia condotta dalla ditta Vergine di Fragagnano. La ditta pugliese assistita dallo studio legale Quinto ha cos potuto vincere la sua battaglia legale sulla controversa questione normativa che lha vista come protagonista. Gli avvocati Pietro e Luigi Quinto ci

Avv. Luigi Quinto

hanno illustrato i punti di forza su cui si articolata la sua strategia difensiva: La nostra difesa ha colpito, in via preliminare, i meccanismi limitativi imposti dalla Legge Regionale pugliese. Tra questi vi lonere gravante sulle ditte conferenti che provengono dalle varie regioni, di dimostrare che,

lungo il tragitto del territorio nazionale, non vi sono altre discariche disponibili. Tale imposizione normativa non pu che configurarsi quale divieto assoluto poich le imprese produttrici, non sono in condizione di documentare tale situazione, tanto pi possono aver riguardo ai tempi di smaltimento

o avere un supporto a mezzo di dati obiettivi relativi alla capacit residua delle discariche operanti sul territorio nazionale. La tesi stata condivisa e fatta propria dal TAR di Lecce che, con ordinanza del 21 febbraio 2008, ha sospeso il provvedimento del dirigente della Provincia di Taranto con il quale si vietava allimpianto Vergine di ricevere rifiuti speciali extraregionali, rilevando vari profili dincostituzionalit. Innanzi alla Corte Costituzionale, il 16 dicembre 2008, siamo riusciti a far

valere il palese contrasto della legge con i principi comunitari e costituzionali sulla concorrenza delle imprese operanti nel settore. A ci si aggiunga la copiosa giurisprudenza della Corte Costituzionale che non consente limitazioni sul territorio nazionale alla circolazione dei rifiuti speciali a differenza dei rifiuti urbani. Ed ecco quindi che la Corte Costituzionale, con sentenza n. 10 del 23 gennaio 2009, ha ritenuto fondate le eccezioni dincostituzionalit sollevate dalle Sezione di Lecce del TAR Puglia affermando che, in riferimento al trasporto dei rifiuti, deve escludersi che tutte le Regioni possano adottare misure volte ad ostacolare, in qualsiasi modo, la libera circolazione delle persone e delle cose fra le Regioni, stante il vincolo generale imposto alle Regioni dallart. 120, comma 1, della Costituzione. I legali, inoltre, aggiungono che: La decisione della Consulta ha una notevole portata generale in quanto oltre a stabilire che le Regioni non possono introdurre divieti relativi che, in qualche modo, condizionino lingresso di rifiuti al rispetto di particolari procedure fra Regioni, non far gravare oneri risarcitori sulla Regione in favore delle imprese operanti in Puglia. Con questo risultato non si pu che sperare in un promettente inizio per mettere ordine al quadro della gestione dei rifiuti speciali allinterno di un sistema che contemperi da un lato, le regole del mercato, che sempre pi fuggono da vecchi sbarramenti doganali, dallaltro, le esigenze di tutela per le imprese che investono nei rispettivi territori.

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Industria&Ambiente

CONSORZI DI RECUPERO

Promuovere la cultura del recupero e del riciclo


Il Conai ha avviato a nuova vita oltre il 67% dei rifiuti di imballaggio immessi al consumo I rifiuti raccolti e differenziati a livello urbano rappresentano delle risorse di alta qualit
di pieRO peRROn*

l settore del riciclo dei materiali rappresenta una risorsa per uneconomia eco-sostenibile. Al di l degli scenari globali di mercato, che non presentano un trend positivo e prevedono per il 2009 un ulteriore calo della produzione industriale, lo sfruttamento delle materie prime seconde costituisce una sorta di tesoretto, un capitale di scorta utilizzabile in sostituzione di materie prime vergini, per uneconomia che dovr orientarsi sempre pi in senso ambientale. In questo senso in Italia il settore industriale delle materie prime seconde derivanti dal riciclo come lacciaio, alluminio, carta, legno, plastica e vetro ha conosciuto una crescita di valore economico negli ultimi anni; lincremento dellutilizzo di materia prima seconda ha inoltre evitato di pesare sullo stock di risorse primarie e garantito un risparmio di risorse energetiche, oltre ad evitare la costruzione di nuove discariche. Grazie a Conai, il Sistema Nazionale di recupero e riciclo dei rifiuti di imballaggio nel 2007 sono stati avviati a recupero il 67% dei rifiuti di imballaggio immessi al consumo sul territorio nazionale: delle 12.452.000 tonnellate di imballaggi consumate, ne sono state recuperate 8.400.000 tonnellate, quasi il 70%. Unottima percentuale a livello europeo, che vede lItalia tagliare il traguardo del 60% stabilito della normativa, con un anno di anticipo e con 7 punti percentuali in pi. Nel caso di alcuni materiali si raggiungono veri e propri livelli di eccellenza a livello europeo: per esempio nel riciclo dellalluminio lItalia prima in Europa a pari merito con la Germania e terza a livello mondiale, dopo Stati Uniti e Giappone. Nella carta siamo giunti al 70% di riciclo e siamo al terzo posto in Europa. Anche nel comparto del legno, quasi tutti i pannelli truciolari prodotti in Italia derivano da imballaggi, vecchi mobili o residui di lavorazione del legno. Un ulteriore effetto che in dieci anni la crescita del recupero, dellordine del 135%, ha portato allinversione di tendenza tra quantit recuperate e riciclate e ricorso alla discarica. Prima dellistituzione del Conai due terzi degli imballaggi finivano in discarica, oggi la situazione si ribaltata e sono soltanto un terzo. Un punto debole invece la scarsa utilizzazione del recupero energetico, che vede lItalia agli ultimi posti in Europa (con Spagna, Grecia e Portogallo) con il 10% di rifiuti di imballaggio avviati a termovalorizzazione. Le miniere metropolitane. I rifiuti raccolti e differenziati a livello urbano rappresentano delle vere e proprie

Piero Perron - Presidente Conai

miniere metropolitane, giacimenti di risorse che possono essere sfruttati per tornare a nuova vita grazie al riciclo. In questi anni Conai ha contribuito a dare impulso alla raccolta differenziata urbana, per incentivare il riciclo e il recupero dei materiali. Il nuovo accordo quadro Anci-Conai siglato lo scorso dicembre, va proprio nella direzione di garantire continuit e certezza allo sviluppo alla raccolta dei materiali su tutto il territorio nazionale. Laccordo prevede infatti che, dal 2009 al 2013, ai Comuni convenzionati con il sistema Conai-Consorzi venga riconosciuto e garantito un corrispettivo economico in funzione della quantit e della qualit dei rifiuti urbani raccolti, con una rivalutazione annuale dei 2/3 dellindice nazionale dei prezzi al consumo. I rifiuti di imballaggio vengono conferiti

dai Comuni al Sistema Consortile, che li avvia a riciclo in appositi centri individuati sul territorio. Viene sancito inoltre un impegno nuovo per lo sviluppo della raccolta differenziata dei Comuni in un momento di mercato non favorevole, perch lAccordo d agli enti locali la garanzia del ritiro del materiali raccolti al di l degli obiettivi richiesti dalla legge e, questa la novit rispetto al precedente testo, riconoscendo il corrispettivo economico dovuto. Uno degli obiettivi del Sistema Consortile nei prossimi anni sar quello di continuare a diffondere sul territorio modelli gestionali con un elevato standard qualitativo e sostenere il processo di sviluppo della raccolta degli imballaggi nelle aree in ritardo, con lo scopo di allineare, nel medio-lungo periodo, i livelli di raccolta differenziata a quelli delle Regioni pi virtuose. *Presidente Conai

CONSORZIO REMEDIA

CONFINDUSTRIA ANIE

redici mila missioni di ritiro effettuate, per il riciclo di 21.376 tonnellate di Raee derivanti dai nuclei domestici pari ad oltre un terzo dei rifiuti elettronici gestiti in Italia dai sistemi collettivi e corrispondenti a circa 3,5 milioni di apparecchiature elettroniche a fine vita: elettrodomestici, televisori, cellulari, computer, macchine fotografiche, climatizzatori, solo per citare alcuni oggetti nel multiforme e variegato mondo dei rifiuti elettrici ed elettronici. Trentacinque milioni i cittadini serviti grazie ad una struttura capillare, operativa presso l85% dei centri di raccolta iscritti al centro di coordinamento Raee, ossia in oltre 2.580 piazzole ecologiche in tutta Italia. I produttori sono orgogliosi - spiega Roberto Lisot, Presidente ReMedia - dei traguardi raggiunti dal consorzio nel primo anno di operativit ed intendono assicurare un forte impegno per lambiente anche per il futuro. In particolare il consorzio prevede per il 2009 di gestire 44.000 tonnellate di rifiuti elettronici, il doppio rispetto al risultato del 2008. (a.m.m.)

A recupero e riciclo 21mila tonnellate di Raee

stato istituito il coordinamento nazionale di pile e accumulatori (Ccnpa). Alla presidenza stato nominato Guidalberto Guidi, presidente di Confindustria Anie. Il centro stato costituito nellambito del Forum pile e accumulatori su iniziativa di Confindustria Anie, rappresenta a livello nazionale le aziende produttrici di pile e accumulatori (espressione di oltre il 90% dei relativi mercati). Il consorzio non ha fini di lucro e agisce secondo criteri di efficienza, efficacia, economicit, nel rispetto della libera concorrenza sul mercato. Risponde a precisi obiettivi (previsti dal decreto), tra cui: lottimizzazione delle attivit di competenza dei sistemi, collettivi o individuali, dei produttori, al fine di incrementare le percentuali di raccolta e di riciclaggio dei rifiuti di pile e accumulatori, lorganizzazione per i consorziati di un sistema capillare di raccolta dei rifiuti a copertura omogenea dellintero territorio nazionale e il sostegno allattivit dei sistemi di raccolta separata. (a.m.m.)

Istituito il coordinamento nazionale di pile e accumulatori (Ccnpa)

Industria&Ambiente

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CO.RE.PLA

Nel 2008 Co.Re.Pla ha festeggiato i 10 anni di vita. Come tutti gli anniversari ha fornito loccasione per aprire una riflessione su un decennio di attivit, costellato di successi e di sfide vinte.

Riuso materie plastiche vera risorsa industriale


La raccolta differenziata ha fatto segnare forti aumenti in tutta Italia, trainata anche dal dirompente effetto mediatico della grande crisi dei rifiuti della Regione Campania
di GiORGiO QuaGliulO*

el 2008 Co.Re.Pla ha festeggiato i dieci anni di vita. Come tutti gli anniversari significativi, anche questo ha fornito loccasione per aprire una riflessione su un decennio di attivit, costellato di successi e di sfide vinte, ma anche sullindubbia e per molti versi irreversibile evoluzione del contesto di riferimento e del sistema nel suo complesso. Entrando nel merito del bilancio, utile fornire alcuni spunti di riflessione: la raccolta differenziata ha fatto segnare forti aumenti in tutta Italia, trainata anche dal dirompente effetto mediatico della grande crisi dei rifiuti della Campania. Si sono raggiunte le 590.000 tonnellate di raccolta differenziata di rifiuti dimballaggi in plastica conferite al Consorzio (in aumento del 19% rispetto al 2007), con positivi segnali di dinamismo provenienti anche da alcune importanti realt finora in grave ritardo (Campania in primis, ma anche Puglia); laumento della raccolta, tuttavia, non comporta una simmetrica crescita del riciclo. Ci pone con forza la questione della qualit della raccolta che, va ricordato ancora una volta, solo lo strumento ritenuto pi funzionale per uno scopo, che e resta il riciclo. E quindi in primo luogo necessario incentivare le Amministrazioni a fornire ai cittadini servizi che permettano di ridurre sempre pi i conferimenti impropri e supportarle in questa direzione. Parallelamente, dal momento che in corso di attivazione lennesimo processo di ridefinizione del quadro normativo di

Giorgio Quagliulo Presidente Co.Re.Pla

riferimento (il d.lgs. 152/6), sarebbe forse opportuno iniziare una profonda riflessione per superare lanomalia insita nella normativa vigente, che vuole la parte pubblica (Comuni e/o ATO) impegnata al conseguimento di obiettivi quantitativi di sola raccolta (per giunta in mancanza un qualsiasi criterio unitario per la contabilizzazione della stessa), priva quindi di qualsiasi riferimento circa leffettiva riciclabilit di quanto raccolto, e la parte privata (il sistema Conai/Consorzi) obbligata al raggiungimento di obiettivi di effettivo riciclo di quanto conferito. Lauspicabile riconciliazione degli obiettivi permetterebbe di costruire un sistema in cui alla condivisione di responsabilit possa corrispondere una effettiva collaborazione rispetto ai fini. E peraltro questa la direzione in cui, saggiamente, pare andare lUnione Europea, la quale nella nuova diret-

tiva sui rifiuti pone per il 2020 obiettivi certamente molto sfidanti, ma da calcolarsi non sulla semplice percentuale di raccolta differenziata, bens su quella di rifiuti preparati (cio resi effettivamente compatibili) per il riutilizzo e il riciclaggio; il terzo elemento forte che si ricava dallesperienza del 2008 deriva proprio dalla

crisi economica e dai suoi impatti, ed ha una portata di ordine generale: la filiera che trae origine dalla raccolta differenziata e si chiude con la produzione di materia prima seconda in realt parte dellintero ciclo della produzione, di cui costituisce uno specifico segmento. Se questultima rallenta su scala globale, come nellattuale fase

recessiva e come ben documentano ad esempio i recenti dati sulla produzione industriale in Italia, anche la domanda di materia prima riciclata diminuisce e, potenzialmente, pu arrestarsi del tutto. A soffrirne in primo luogo sono i prezzi di vendita (che calano in linea con quelli di tutte le materie prime), ma cosa succederebbe se, al limite anche azzerando i prezzi, la domanda continuasse a latitare o, comunque, ad essere di molto inferiore allofferta di materiali sul mercato? Fino a che punto si pu chiedere al Sistema delle Imprese, o meglio al Sistema-Paese nel suo complesso, di farsi carico di costi crescenti per supplire ad un mercato non ricettivo? In questi primi dieci anni abbiamo dimostrato che il riciclaggio dei rifiuti dimballaggio in plastica non n una chimera n unoperazione mediatica, ma una realt industriale che andata espandendosi e consolidandosi, creando lavoro ed introducendo innovazione. Un successo alla cui base sta limpegno dei cittadini e il lavoro delle imprese, in un quadro di riferimento politico e normativo sempre troppo instabile. E proprio perch di successo si pu parlare che ora possibile, se non doveroso, interrogarsi sul futuro di questo sistema, sapendo che riformare pi difficile che creare, ma anche avendo il coraggio di riconoscere con trasparenza e semplicit i limiti dellattuale impianto, immaginando le soluzioni per un futuro dove la sostenibilit economica e la sostenibilit ambientale possano avere pari dignit. *Presidente Co.Re.Pla

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Industria&Ambiente

LAZIENDA

Acquedotto Pugliese Spa investe nel settore dei rifiuti


Il nuovo impianto Aseco consente allAqp di completare la filiera della depurazione, di ridurre i costi di smaltimento attraverso il riutilizzo dei fanghi prodotti dagli impianti
Vera occasione di sviluppo per lazienda
di anna MaRia MaCCHia

al produttore al consumatore. E quello che avverr, a brevissimo giro di tempo, nellAseco, lazienda, situata in contrada Lama di Pozzo, a Marina di Ginosa, impegnata nella trasformazione di rifiuti organici in ammendante vegetale, ovvero in compost di qualit. La struttura stata, infatti, rilevata dallAqp e, pertanto, potr trattare e fare compostaggio dei fanghi, derivanti dagli impianti di depurazione, che, come noto, dipendono dallo stesso Acquedotto Pugliese. Una sorta di filiera corta, la prima, nel settore, del centro sud: i fanghi organico-biologici dai depuratori arriveranno nella struttura Aseco, gestita dallAqp; saranno trasportati e trattati da personale dipendente e, quindi, reinseriti nel ciclo vitale della natura, attraverso la trasformazione, sempre negli impianti Aseco, in compost da comme rcial i z z a re, ovvero in fertilizzanti naturali ecocompatibili. Tra le garanzie, anche quella della certezza della provenienza dei fanghi in entrata negli impianti: tutti rigorosamente derivanti da depuratori pugliesi. Strategia aziendale. Il riutilizzo dei fanghi sui suoli agricoli, per lazione ammendante e correttiva del terreno (il fango ricco di sostanza organica) costituisce per lAqp, in piena sintonia con la Regione Puglia, il ciclo integrale dellacqua, nel pieno rispetto dellambiente, delligiene e delle norme di legge e forma pi idonea ed utile al mantenimento della fertilit dei suoli e alla limitazione dei fenomeni di erosione e di desertificazione, gi presente nelle nostre aree. In tale ottica, il compostaggio potrebbe rappresentare una idonea soluzione, in quanto da un lato permetterebbe di ottenere un prodotto pi stabilizzato rispetto al fango tal quale e quindi meno

Vincenzo Romano Amministratore Aseco Spa

putrescibile, con maggiori garanzie sia per la salvaguardia ambientale sia per la salute delle persone e rappresenterebbe la forma di recupero biologico, espressamente prevista dalla Direttiva 91/156CEE sui rifiuti e ripresa dal D.Lgs. 152/06, delle sostanze organiche, dallaltro lutilizzo di compost presenta minori vincoli normativi di applicabilit al terreno rispetto al fango tal quale. La pratica di compostaggio, in tale contesto, si andrebbe ad inserire nella filiera depurativa quale completamento del trattamento biologico dei fanghi di depurazione, nel quale la sostanza organica biodegradabile viene trasformata in acidi umidi ed in prodotto finale stabile. Il processo biologico che si sviluppa durante il processo di compostaggio rientra tra le tecnologie efficaci per il trattamento finale sui fanghi di depurazione. Te c n o l o g i e avanzate. Aver individuata una societ dotata di strutture impiantistiche per la produzione del compost di qualit - spiega Vincenzo Romano, amministratore dellAseco - idonee al trattamento di un significativo quantitativo dei fanghi prodotti da Aqp, efficienti per le tecnologie installate e di recente realizzazione, permetter alla nostra azienda per i prossimi anni, di fronteggiare adeguatamente le problematiche dello smaltimento corretto dei fanghi di depurazione e senza inconvenienti tecnici sulla produzione del compost di qualit, senza eccessivi costi di interventi di manutenzione straordinaria.

SVILUPPO ECONOMICO ED ENERGIA

Energia in condotta: Inaugurata la prima centrale idroelettrica in Puglia di Acquedotto Pugliese


E stata installata una turbina di nuova generazione

Ivo Monteforte Ad Acquedotto Pugliese

a sempre la cura per lambiente e lattenzione verso uno sviluppo eco sostenibile al centro dellimpegno di Acquedotto Pugliese. Le storiche centrali idroelettriche di Padula, Monte Carafa e di Battaglia realizzate negli anni 20 ne sono viva testimonianza. Oggi Acquedotto Pugliese rinnova il suo impegno perseguendo un piano strategico integrato per lutilizzo di energie alternative, rinnovabili e pulite e riconvertendo parte degli ac-

quisti in forniture eco compatibili e rispettose dellambiente. A Villa Castelli, in particolare, stata installata una turbina di nuova generazione in grado di servire energia elettrica ad un Comune di 3.500 abitanti. Il piano prevede la realizzazione a regime di 10 centrali idroelettriche che sfruttano i salti dellacqua trasportata nelle condotte, linstallazione di impianti eolici e fotovoltaici su siti aziendali e la riconversione entro il

2010 di almeno il 30% degli acquisti in forniture eco-compatibili. E in corso di appalto la realizzazione di un impianto fotovoltaico di 1 Mega Watt che sar installato sul partitore di Parco del Marchese e che interesser unarea di 30.000 metri quadrati. Al termine delle attivit, Acquedotto Pugliese sar in grado di produrre circa 33.000 MWatt/h, una quantit sufficiente a servire un Comune di 30.000 abitanti. (r.r.)

Industria&Ambiente

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LAZIENDA

Linnovativo processo di lavorazione concepito da ILG consente di ottenere pelli free of chrome e, dunque, con un impatto minimo sullambiente sia a livello di processo produttivo che di smaltimento finale, pur conservando caratteristiche di naturalezza e morbidezza.
paesi europei. Dopo il suo ingresso nel settore dellarredamento ILG sta proseguendo le attivit volte allo sviluppo del prodotto per verificare i possibili utilizzi della collezione di pelle Arborea anche in altri comparti. Riteniamo che la crescente sensibilit ambientale dei consumatori spiega Attilio DApolito, presidente della Italian Leather Group SpA alla fine premier i prodotti e le imprese con minore impatto sullambiente. Quello che ci aspettiamo, superata questa difficile fase congiunturale, linteressamento di altri settori come il calzaturiero, la pelletteria, labbigliamento. A tal proposito aggiunge DApolito - siamo gi in contatto con alcune aziende del settore moda interessate a utilizzare la nostra pelle ecologica. Italian Leather Group si avvale di tre stabilimenti produttivi, di cui due in Italia (a Monopoli e ad Arzignano in provincia di Vicenza) e uno in Argentina (a Villa Flandria). Fanno parte del gruppo anche la Italian Leather Usa e la Long Life Germany che promuovono e commercializzano le pelli sul mercato statunitense e tedesco. Tutte le fasi del processo produttivo e dello smaltimento dei residui di lavorazione sono monitorate con grande attenzione per garantire il massimo rispetto dellambiente; di recente anche lo stabilimento di Monopoli, dopo quello argentino, ha conseguito la certificazione ambientale secondo le norme ISO 14.001. Le rigorose procedure produttive e di controllo trovano invece evidenza nelle certificazioni ISO 9001, 9002 e ISO TS 16949 (specifica per il settore Auto) ottenute nel corso degli anni dai diversi stabilimenti.

LItalian Leather Group leader nella produzione di pelle ecologiche


I residui di lavorazione possono essere utilizzati per il compostaggio

NOVITA
di ROssella ReGinella

made in Puglia la prima collezione di pelle Free of Chrome per arredamento prodotta su scala industriale. Si chiama Arborea ed stata concepita e prodotta da Italian Leather Group di Monopoli, una delle realt pi importanti in Italia nella lavorazione e commercializzazione di pelli per selleria dauto ed arredamento. Arborea stato il risultato finale di un progetto avviato diversi anni fa dal centro Ricerca & Sviluppo ILG di Monopoli in collaborazione con consulenti tecnici esterni italiani e stranieri. Linnovativo processo di lavorazione concepito da ILG consente di ottenere

pelli free of chrome e, dunque, con un impatto minimo sullambiente sia a livello di processo produttivo che di smaltimento finale, pur conservando

caratteristiche di naturalezza e morbidezza. La principale novit del processo produttivo riguarda la concia delle pelli,

che non avviene con il cromo ma con tannini sintetici. Diversamente dalle pelli conciate con il cromo le pelli F.O.C. non richiedono, al termine del loro ciclo di vita, alcuna particolare procedura di smaltimento; anzi, possono essere impiegate in processi di compostaggio per ottenere compost utilizzabile come fertilizzante. Capace di rispondere alla crescente sensibilit verso la tutela dellambiente, la pelle Arborea presenta inoltre un alto grado di morbidezza (essendo i tannini sintetici composti da molecole particolarmente piccole), di naturalezza e pu essere facilmente tinta (poich i tannini sintetici svolgono unazione neutra rispetto al colore, facendo cos assumere alle pelli conciate una base bianca - cosiddette pelli Wet white). Presentata in anteprima mondiale nel gennaio 2007 al Salone internazionale del mobile di Colonia la pelle Arborea ha incontrato linteresse di alcune catene specializzate nella distribuzione di divani e complementi darredo di Stati Uniti, Giappone e di diversi

Comune

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lambiente che ti premia per averlo rispettato e non inquinato, ma soprattutto vinci per Te stesso! Questo programma pensato per Te che ogni giorno lavori nella tua cucina e quindi utilizzi oli da cucina e grassi di origine vegetale e animale. Aderisci al nostro piano di raccolta per gli oli e i grassi vegetali e animali esausti utilizzati per la cottura dei cibi, organizzata in collaborazione con il Tuo Comune, particolarmente sensibile alla corretta gestione dei rifiuti, dalla raccolta differenziata allo smaltimento. Versali nellapposito contenitore che ti verr consegnato, al resto penseremo noi della Sieco e cos sarai in regola con tutto e forse potrai aiutarci anche a promuovere questo servizio presso altri bravi cittadini... come Te! Per maggiori informazioni puoi rivolgerti al Tuo Comune di residenza. Visita il nostro sito web www.siecospa.it oppure telefona al numero verde 800 999 531, un nostro responsabile ti dar ogni ragguaglio e informazioni in merito.

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Speciale

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Industria&Ambiente
Lobiettivo della nuova legge quello di semplificare il procedimento autorizzativo fornire certezze

ATTIVITA ESTRATTIVA

In Puglia una nuova legge regionale che riforma il settore


Le provincie hanno competenze nel settore estrattivo
di MaRCO lanCieRi*

on delibera di Giunta regionale del marzo scorso, la Regione Puglia ha adottato un disegno di legge (nuova disciplina generale in materia di attivit estrattiva) con lobiettivo di aggiornare finalmente la normativa in materia di attivit di cava, risalente di oltre ventanni. Il nuovo D.d.l. regionale sancisce in particolare lesigenza di pianificare e programmare lattivit in coerenza con gli altri strumenti di pianificazione territoriale, al fine di contemperare linteresse pubblico allo sfruttamento delle risorse del sottosuolo con lesigenza prioritaria di salvaguardia dellambiente e difesa del suolo. A tale riguardo viene in rilievo la previsione che, per la prima volta, individua le aree nelle quali lattivit estrattiva totalmente preclusa, ad esempio nelle aree naturali protette e nei siti di interesse comunitario. Per i profili di tutela paesaggistica e idrogeologica previsto un rinvio dinamico alle previsioni contenute rispettivamente nel Piano paesaggistico e nel Piano di assetto idrogeologico. Viene poi evidenziata la necessit di

Marco Lancieri

privilegiare, ove possibile, lampliamento delle attivit estrattive in corso rispetto allapertura di nuove cave e di programmare e favorire il recupero ambientale e paesaggistico delle aree abbandonate o dismesse, in linea con i principi di sostenibilit dellattivit estrattiva formulati dallUnione Europea. Si prevede la possibilit di effettuare, per una sola volta, interventi di ampliamento nelle aree di cava abbandonate o dismesse, nella misura massima

del 50% delle aree gi esaurite, purch il progetto di recupero riguardi lintera area di cava. Ulteriore obiettivo della nuova legge quello di semplificare il procedimento autorizzatorio e di ridurre i tempi di durata degli stessi, come richiesto dagli operatori del settore ed in particolare da Confindustria, che a pi riprese ha segnalato leccessivo protrarsi dei tempi dattesa per il rilascio delle autorizzazioni. A tal fine il d.d.l. rende obbligatorio limpiego della conferenza di servizi, ferma restando lautonomia del procedimento di valutazione dimpatto ambientale. Si accentra cos nellunica sede della Conferenza di Servizi lattivit di acquisizione documentale e quella delle pronunce di competenza dei diversi soggetti istituzionali coinvolti. Altro elemento di novit senzaltro rappresentato dallattribuzione alle Province della competenza a rilasciare le relative autorizzazioni, mentre si mantiene al livello regionale la competenza in materia di programmazione e pianificazione generale. A tale riguardo, il d.d.l. affida la pianificazione estrattiva al P.R.A.E. (Piano regionale delle attivit estrattive), indi-

viduato come lo strumento strategico di pianificazione economica e territoriale delle attivit estrattive in Puglia. Viene anche sancito il principio secondo cui il P.r.a.e. costituisce variante agli strumenti urbanistici generali e le previsioni ivi contenute prevalgono automaticamente sulle eventuali previsioni difformi contenute nei piani urbanistici. Di particolare rilievo poi la norma che introduce, per la prima volta in Puglia, il principio dellonerosit dellautorizzazione. La disposizione in questione prevede che la giunta regionale, ogni anno, sentite le Associazioni

di categoria, stabilisca i criteri per la determinazione degli oneri finanziari a carico delle imprese estrattive, in relazione alla quantit e alla tipologia dei materiali estratti nellanno precedente, nonch i criteri per la ripartizione di tali oneri tra Regione, Province e Comuni. Infine, prevista listituzione della Consulta Regionale per le Attivit estrattive, fortemente voluta dagli operatori del settore per rilanciare lintero comparto. *Avvocato, Consulente Assessorato Ambiente Regione Puglia

Industria&Ambiente

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28.31 Ottobre 09 - Rimini Fiera

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in collaborazione con: ANCI ATIA Azzeroco2 Cial CNA CNR - Consiglio nazionale delle Ricerche CO.N.I.P - Consorzio Nazionale Imballaggi in Plastica Cobat . - Consorzio Obbligatorio Batterie Esauste Comieco Comune di Rimini Conai Confagricoltura Confapi Confartigianato Confcommercio Confesercenti Consiglio Nazionale Periti Industriali Consorzio Italiano Compostatori Consorzio Nazionale Riciclo Imballaggi Acciaio Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati Corepla Coreve ENEA Federambiente FISE-UNIRE ICE Il Sole 24 Ore INCA-Consorzio Interuniversitario Nazionale della Chimica per lAmbiente ISPRA Istituto Superiore di Sanit ISWA ITALIA ITSUSCHEM Kyoto Club Legambiente Ministero dellAmbiente e della Tutela del Territorio e del Mare Ministero dello Sviluppo Economico Osservatorio Nazionale sui Ri uti Polieco Provincia di Rimini Rappresentanze Associative di Produttori di Beni Regione Emilia Romagna Rilegno S.C.I. Divisione di Chimica dellAmbiente e dei beni culturali SAFE Unido UNITEL Universit di Bologna e Polo Scientifico Didattico di Rimini

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