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PIERO BEVILACQUA

Benvenuti nellepoca della crisi endemica dove il profitto regna sovrano


Lo storico che elogia la radicalit parla di conflitti, lavoro, globalizzazione e rilancio dellagricoltura
PAOLO VALENTINI pvalentini@pubblico.eu @PaoloValentini2

CHI
Piero Bevilacqua professore ordinario di Storia contemporanea all'Universit di Roma La Sapienza. Nel 1986 ha fondato l'Istituto meridionale di Storia e di Scienze sociali (Imes), che tuttora presiede e ha diretto la rivista "Meridiana". I suoi ultimi libri sono Elogio della radicalit (Laterza, 2012) e Il grande saccheggio. L'et del capitalismo distruttivo (Laterza, 2011), Miseria dello sviluppo (Laterza, 2009) e La Terra finita (Laterza, 2011). Per lautore la parola Radicale, presa in prestito da Marx e attualizzata ai tempi che corrono, significa affondare lo sguardo in profondit, nei meccanismi costitutivi dei processi materiali. questo rinnovato e rivoluzionario sapere, questo sguardo a tutto campo sul vivente, che sta rivelando e non cessa ancora di scoprire i beni comuni dai quali dipendono la nostra vita e il benessere di tutti.

ccc Arrivati a fine anno, ancora una volta il lavoro che manca a preoccupare. Ci spiega cosa accaduto in questi anni? in atto a livello internazionale una pressione formidabile sul lavoro, sulla fabbrica e nei servizi; accade in Europa e negli Stati Uniti, per non parlare di quello che avviene in Cina. una lotta di classe dopo la

ore settimanali si sta tornando indietro. un segnale su cui i teorici e gli economisti dovrebbero riflettere. Negli Stati Uniti si invertita una tendenza storica secolare. Il binomio crescita e diminuzione dellorario di lavoro venuto meno. Prima, a inizio Ottocento, la vita del lavoratore veniva interamente sequestrata. Poi cominciano le regolamentazioni nelle fabbriche inglesi. Da allora stato un susseguirsi di lotte

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Il capitalismo non crea pi migliori condizioni di vita: in una fase di regressione


per la riduzione dellorario. Il conflitto operaio per la riduzione ha costretto il capitale allinnovazione tecnologica. Questo stato il meccanismo conflittuale virtuoso che ha fatto del capitalismo una macchina progressista. Il capitalismo si migliorato e ha dato vita a una societ che trasformava la ricchezza prodotta in fabbrica, in servizi e incremento degli spazi democratici. Nel paese che stato avanguardia di questo capitalismo si tornati indietro. Qualcosa di grave accaduto. Vuol dire che il capitalismo non crea pi migliori condizioni di vita ed in una fase

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una lotta di classe dopo la lotta di classe, come lha chiamata Luciano Gallino
lotta di classe come lha chiamata Luciano Gallino. Ma attenzione: l'attacco ai diritti del lavoro non di oggi ma si sviluppato e concretizzato prima della crisi attuale. I lavoratori americani lavoravano due mesi in pi rispetto ai lavoratori europei. Nel paese dove si lavorava quaranta

di regressione storica. Questo meccanismo si esteso a tutta lEuropa. Cosa chiede il capitalismo in Europa? Proprio l'allungamento dell'orario di lavoro e maggiore flessibilit. Larticolo 8 della riforma lasciata in eredit da Tremonti e Sacconi prevede dei contratti che derogano ai contratti nazionali; loperaio potrebbe essere costretto ad accettare l'allungamento del proprio orario lavoro fino a 60-65 ore. palese come la crisi costituisca unoccasione per far indietreggiare le condizioni del lavoratore. Il capitalismo, o meglio gruppi e forze dietro di esso, cavalcano la crisi, quindi? Il capitalismo a causa del crollo del comunismo e all'indebolimento dei sindacati senza una vera e reale opposizione porta se stesso a una forma di evidente cecit. La

competizione tra capitalismi indebolisce la forza lavoro anche se dimentica che i consumatori sono i protagonisti del consumo delle merci. Oggi viviamo una situazione paradossale: abbiamo una potenza produttiva incredibile a cui corrisponde una stagnazione dei salari, un allungamento dell'orario di lavoro, la riduzione del welfare, del salario differito (come si chiamava una volta) fornito dai servizi. In questi anni i ceti operai e la classe media hanno visto sia la stagnazione sia laumento dei costi. E poi cosa successo? Si sono lasciate indebitare le famiglie. Gli Stati Uniti rappresentavano la locomotiva perch i consumi, nell'espressione consueta degli esperti, tirano; il punto che hanno continuato a consumare indebitandosi attraverso una pubblicit ossessiva che non consentiva di farne a meno. Questo miracolo stato possibile grazie ai mutui e alle carte di credito. L'indebitamento delle famiglie esploso. A un certo punto sotto questa montagna di acquisti cera lindebitamento. Il marcio di questo meccanismo ora lo stiamo vedendo sotto i nostri occhi.

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Gli uomini, ormai, non contano nulla, sono spostabili, licenziabili


I nostri occhi vedono un cambiamento radicale nei rapporti di forza, come si diceva una volta? Larticolo 8 vuole derogare dai contratti nazionali di lavoro e prevede un controllo sempre pi serrato. Permetterebbe all'imprenditore, allinterno della fabbrica, di controllare tutte le attivit e lo spostamento dei lavoratori. Un grande fratello che ti guarda. Il lavoratore si deve sentire osservato tutto il giorno. Pu accadere che per ragioni di ristrutturazione interna diventi un lavoratore generico, pu diventare un contratto a progetto. Da un lavoro stabile si degrada a un lavoro precario, senza i vantaggi di un rapporto stabile. Lorario pu arrivare a 65 ore ma pu anche scendere a venti se lorganizzazione dellazienda lo prevede. Si pu vedere da queste norme che i lavoratori diventano delle cose. Questa lestrema barbarie e favorisce la decomposizione societaria. Gli uomini non contano nulla, sono spostabili, licenziabili. Queste logiche dettate dalle necessit di profitto, deformano la spiritualit di unepoca. una metastasi distruttiva in cui la dignit umana non conta pi nulla. Questo porta a una crisi che nasce dal profondo squilibrio mondiale della redistribuzione della ricchezza. In mani finanziarie e non solo accresciuta visibilmente mentre la grande massa dei consumatori non ha visto crescere la propria capacit di consumo. Avremmo dovuto ribellarci! E invece siamo stati ricattati Il ragionamento ricattatorio pi in voga questo: c' la competizione mondiale e noi non possiamo perdere il treno della competizione. Queste sono le mie risposte a tale provocazione: competere moltiplicando il lavoro perdente. Lo sviluppo

stato accompagnato dal welfare, ad un'economia sociale di mercato. La competizione avvenuta conservando i diritti e migliorando la vita e lintelligenza collettiva. Siamo indietreggiati sul piano della ricerca scientifica. Se non diamo uno sbocco ai nostri laureati e ai nostri ricercatori che non sanno dove sbattere la testa in Italia... Ricerca e creativit costituiscono una via per innovare senza dover gareggiare con Cina e India sul terreno della forza lavoro. Inoltre, la globalizzazione cresciuta sotto il segno dellideologia neoliberista. Il capitalismo ha realizzato un grandioso disegno. Ha trasferito le imprese dove la manodopera era indifesa e senza tutele. In questo modo i capitalisti hanno incrementato i loro profitti e hanno avuto un enorme vantaggio. La delocalizzazione ha permesso di tiranneggiare la classe operaia dei paesi dorigine. Se non vi sta bene questo contratto io sposto limpresa altrove. Questo ha dato allimprenditoria una capacit contrattuale forte e schiacciante. Anche lo spostamento economico sovranazionale ha creato un potere enorme. stato creato da Reagan, ma anche da Mitterand dando al capitalismo finanziario un potere che tiranneggia. La globalizzazione per un dato di fatto ormai? Io da marxiano so benissimo che lo scenario mondiale. Ho sempre creduto che laspirazione dellumanit il cosmopolitismo. Sono contrario alle chiusure nazionali e nazionalistiche e favorevole allEuropa sognata dai padri fondatori e accresciuta da contenuti sociali (non questa Europa, certo). Nellattuale fase storica si pu fare molto. Perch non si punta a creare degli standard minimi di regolamentazione dellorario massimo, di salario minimo uguale per tutti? Mi rendo conto delle difficolt tecniche, ma costituirebbe una forma diversa di globalizzazione. Il lavoro rimane inchiodato a forme di sfruttamento becere mentre alle merci consentita qualsiasi cosa. Non accettabile. Questi nostri governanti si riempiono la bocca di globalizzazione ma non fanno nessun minimo sforzo per proteggere il lavoro. Pu sembrare paradossale ma nonostante il lavoro di fabbrica sia diminuito (almeno in Europa), il lavoro dufficio somiglia sempre di pi al lavoro di fabbrica.

al giorno e lavorare tutti. Una societ ricca e opulenta come la nostra potrebbe farlo benissimo. Mentre ci fanno sentire drammaticamente poveri. Cambiando argomento, lei si occupato molto di storia dell'agricoltura. La crisi pu essere un'occasione, come in parte sta avvenendo, per il ritorno alla terra di molti giovani? Stiamo vivendo in termini ecologici al di sopra delle nostre possibilit. Lasciare la citt per la campagna non solo una scelta di settore produttivo ma una scelta di vita. Conosco molti ragazzi che hanno lasciato Roma, citt dove insegno, per la campa-

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La crisi unoccasione per lagricoltura: servono Gas e filera corta


gna nei dintorni. Hanno cominciato a produrre beni agricoli. Uno dei problemi di oggi riguardo all'ambiente stato l'abbandono delle colline interne: non c pi la mezzadria, non ci sono pi i piccoli proprietari che curavano il territorio nel quale vivevano. I fenomeni naturali che si svolgono nellAppennino non vengono filtrati dalla presenza e della manutenzione e quando ci sono intense piogge le alluvioni colpisco le zone costiere. Avremmo bisogno di riportare la popolazione delle aree interne. Quale migliore opportunit offerta dal ripristino dellagricolutura? Noi abbiamo una biodiversit agricola incredibile che ci fa il paese pi ricco dEuropa e potremmo produrre in collina una quantit straordinaria di frutti. Potremmo sviluppare forme diverse di distribuzione dei prodotti utilizzando i gruppi solidali d'acquisto e la filiera corta o a chilometro zero. Potremmo incentivare delle forme di trasformazione straordinarie nel campo agroalimentare. Si possono creare piccoli distretti agroalimentari. I borghi possono creare nuove economie. Sarebbe necessario un po di impulso politico. Si pu dire ai giovani di partecipare a un grande progetto di manutenzione. Le prospettive ci sono, ma noi abbiamo un ceto politico vecchio e non soltanto una questione anagrafica. Renzi pi vecchio di DAlema. Parlano di ambiente ma non sanno di cosa parlano. Non sanno nulla di quello che accade allambiente planetario. Vivono in un sopramondo autoreferenziale. Non sanno niente di agricoltura. Ultima domanda: la sinistra che fa in questi tempi di burrasca? Io penso che sia possibile una sinistra diversa. La sinistra ufficiale da segni di risveglio. Ma la sinistra dei movimenti ad essere molto ricca di elementi culturali nuovi. Essa ha una visione non identitaria della sinistra. Si sforza di innovare. La sinistra che si formata nelle lotte contro linceneritore e le discariche ha messo insieme tematiche storiche con le ragioni ambientali. Sono state proteste libere e spontanee affiancate dallintervento di medici e biologi che hanno fornito nuovi strumenti. nata una cultura che mette insieme saperi, partecipazione e democrazia. la sinistra plurale nel nostro paese.

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Il lavoro dufficio somiglia sempre di pi al lavoro di fabbrica


Non mettere al primo posto il lavoro significa per una societ perdere la modernit. Eppure ci sarebbero le condizioni per vivere bene? Viviamo in unepoca paradossale. Si produce cos tanta ricchezza che si potrebbe vivere tutti meglio. Unorganizzazione diversa del lavoro consentirebbe di danneggiare meno lambiente, invece si continua a correre. Queste politiche di austerit porteranno al disastro e la crisi destinata a diventare un fatto endemico. Noi, oggi, avremmo bisogno di lavorare quattro ore

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