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Numero 50 dicembre 2006

Periodico in rete a cura della Associazione Culturale Idee e contributi per lALTERNATIVA Punto Rosso

SOMMARIO Sulla democrazia Democrazia sociale e movimenti di Samir Amin


Per tutti i movimenti, grandi o piccoli che siano, come per tutti i partiti politici, rivoluzionari o riformisti, la sfida la stessa: consiste nel far prevalere le logiche della lotta su quelle dellorganizzazione.

Europa in Movimento - Vittorio Agnoletto Anche in Europa gli Stati generali dellantimafia
Libera ha chiesto un impegno concreto allassemblea di Strasburgo per creare uno strumento europeo che accolga le esigenze di coordinamento delle associazioni che lottano contro le organizzazioni mafiose transnazionali.

La Forza del Deboli - Alda Radaelli Volontariato: pi organizzazioni che attivisti


Si accentua la polarizzazione allinterno del composito mondo del volontariato tra le organizzazioni pi grandi con base associativa o aderenti alle sigle nazionali del volontariato e i piccoli nuclei di volontari.

Lavoro Precariet Diritti - Armando Rinaldi La "buona flessibilit", ovvero 3,5 milioni di precari
Lassurda convinzione che lassoluta liberalizzazione del mercato, la flessibilizzazione generale del mercato del lavoro, la limitazione del controllo pubblico sul mercato stesso costituiscano le ricette giuste per il rilancio economico, hanno prodotto danni immensi.

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Redazione: Bruno Carchedi (339/2237866), Roberto Mapelli, Giorgio Riolo presso Associazione Culturale Punto Rosso di Milano tel e fax: 02/874324 - 02/875045 - carchedi@puntorosso.it Per approfondimenti: Archivio del Sapere Condiviso su www.puntorosso.it

Samir Amin

Democrazia sociale e movimenti


1. La democrazia unesigenza in s e un mezzo con cui le classi popolari fanno valere le loro rivendicazioni La democrazia intesa nel senso generale di riconoscimento della legittimit delle diverse concezioni dei rapporti fra gli individui e la societ, della diversit degli interessi come della diversit delle istituzioni necessarie a promuoverne lattuazione la condizione ineliminabile dellemancipazione degli uomini. Non si pu concepire lemancipazione se non c quella dello spirito. In ogni campo, la democrazia offre alla creativit le pi ampie chances. Ma la democrazia intesa qui nel senso pi preciso delle istituzioni che ne definiscono le pratiche e le forniscono la struttura rappresenta anche un mezzo: quello di sostenere gli interessi del popolo (delle classi popolari) o al contrario di impedirne lattuazione. In questo senso bisogna dunque distinguere accuratamente i mezzi della democrazia popolare da quelli della democrazia riservata ai privilegiati. Dare alla democrazia lattributo di popolare pu sembrare un pleonasma, visto che demos in greco significa popolo. Ma il pleonasma reso necessario dal fatto che la democrazia proposta oggi dallideologia dominante stata ideata e costruita ad uso dei privilegiati e non per sostenere gli interessi delle classi popolari. Una vera democrazia indissociabile dal progresso sociale. Ci significa che deve combinare le esigenze della libert con quelle, non meno importanti, delleguaglianza. Questi due valori non sono spontaneamente e necessariamente complementari, anzi spesso sono in conflitto. La libert, associata alla propriet posta sullo stesso piano, e santificata dal sistema economico, riduce lo spazio delle rivendicazioni di eguaglianza. Giacch la propriet sempre distribuita in maniera diseguale e riguarda necessariamente solo una minoranza. Nella nostra epoca, caratterizzata dai grandi oligopoli finanziari dominanti, lestrema disuguaglianza e lassociazione libert/propriet combinate insieme pongono il potere reale nelle mani di una plutocrazia, riducendo la democrazia alla pratica di inutili rituali. Di converso, il potere pu garantire luguaglianza (o almeno una certa dose di minore disuguaglianza) come spesso accaduto nella storia contemporanea senza tollerare lesercizio delle libert di cittadini. Combinare libert ed eguaglianza rappresenta la caratteristica intrinseca della sfida che i popoli contemporanei devono affrontare.

2. La democrazia istituzionale proposta dallideologia dominante costituisce un ostacolo al vero progresso sociale La democrazia che noi conosciamo non stata e non ancora ideata per favorire lespressione delle rivendicazioni popolari, ma per opporvi ostacoli assai difficili da superare. Tre insiemi di riflessioni sulle istituzioni e sulle pratiche di questa democrazia deformata illustreranno la nostra tesi. 2.1. Le tendenze recenti che dominano nella pratica istituzionalizzata della democrazia elettorale e rappresentativa dei paesi europei perseguono apertamente lobiettivo di ridurre ci che i promotori chiamano leccesso di democrazia! Ladozione del sistema uninominale a un turno (a volte a due) in luogo del proporzionale (quando esisteva) ha lobiettivo dichiarato di annullare la portata dei voti minoritari e di dare il primato ai candidati centristi, che accettano di subordinarsi alle regole del sistema (al mercato) e al discorso convenzionale che mira a legittimarlo. Bisogna sottolineare che la Gran Bretagna, patria dorigine della democrazia come si dice ha sempre usato il voto uninominale, al pari degli Stati Uniti.

Ladozione del sistema presidenziale, e il principio dellelezione del Presidente a suffragio universale diretto, perseguono lo stesso scopo. Tale scelta destinata a costringere lopinione pubblica generale a coagularsi intorno a due candidati, che si dicono di destra e di sinistra, ma che di fatto sono obbligati a farsi concorrenza al centro in questa situazione di polarizzazione. Gli Stati Uniti e sulla loro scia lAmerica Latina hanno sempre fondato i rispettivi sistemi costituzionali su questi principi, con perfetta conoscenza di causa riguardo agli effetti, come testimoniano i testi dei padri fondatori. Nellepoca contemporanea il principio stato largamente adottato in Africa e in Asia, per ragioni che si rifanno alla stessa logica. Progredisce anche in Europa, ed stato adottato per la V Repubblica in Francia, nonostante la tradizione che lo associava al bonapartismo. Ma qui funziona male, perch lopinione pubblica rifiuta di coalizzarsi intorno a due soli candidati (almeno principali). Il risultato non ha favorito lapertura di spazi di scelta, ma produce invece i risultati aberranti che conosciamo (per esempio dover scegliere fra Chirac e Le Pen)! Anche il principio del parlamentarismo fondato sul voto uninominale che favorisce due grandi partiti produce risultati analoghi e d dei Primi ministri che sono quasi dei Presidenti. 2.2. Il progetto di costituzione europea (che il popolo francese e olandese hanno rifiutato, ma di cui le istituzioni europee impongono comunque lattuazione) aveva lambizione di rendere sacri i principi di una democrazia rappresentativa in grado di frapporre ostacoli allespressione efficace delle rivendicazioni popolari. Il progetto non solo riprende la sacralizzazione della propriet che le varie Dichiarazioni (del 1789, degli Stati Uniti e di altri paesi) avevano formulato, ma le conferisce un valore assoluto, che era stato rimesso in discussione almeno in parte allindomani della Seconda guerra mondiale, quando le classi popolari dopo la vittoria sul fascismo avevano acquisito una legittimit mai goduta prima nei paesi capitalisti (e che oggi stanno perdendo). Sulla scia di questa evoluzione, il progetto annulla il concetto stesso di servizio pubblico, che limitava il campo di espansione della libert dei proprietari imponendo il rispetto di aree di attivit sociali gestite in base al principio di uguaglianza. Tale principio di uguaglianza (relativa) nellaccesso alleducazione, alla salute, alla sicurezza del lavoro e delle pensioni, ad alcuni bisogni essenziali (acqua, energia, trasporti) viene ormai sacrificato allesigenza di espansione del mercato, aperto allo sfruttamento da parte del capitale. Non voglio svolgere qui nei dettagli il tema dellevoluzione che rafforza i diritti delloligarchia finanziaria in tutta una serie di settori che non si riferiscono alla Costituzione, che riguarda i principi fondamentali e non linterpretazione definitiva della loro attuazione. Il progetto europeo riduceva inoltre in misura considerevole i poteri legislativi delle nazioni, subordinandoli alla supremazia della legge europea. Ora si sa molto bene che mentre negli Stati europei i poteri legislativi si costituiscono sulla base di elezioni parlamentari, ci non accade a livello di Unione Europea. Lo slittamento di tali poteri dai parlamenti nazionali alle stanze burocratiche di Bruxelles favorisce un altro slittamento apertamente auspicato, in direzione del governo dei giudici un governo sempre conservatore incaricati di pronunciarsi in materia di conformit o meno delle leggi nazionali (votate) alle istruzioni di Bruxelles (che non lo sono). Il progetto di Costituzione, con il suo riferimento formale alla NATO, annulla leventuale portata di scelte democratiche in materia di politica estera. La NATO unalleanza (e dunque in via di principio legata a circostanze precise, e che pu essere denunciata dai governi eletti), per di pi militare e affidata dufficio alla direzione degli Stati Uniti (uno Stato estero rispetto allUnione Europea)! Labolizione della sovranit degli Stati in questo contesto sinonimo dellabolizione di un diritto democratico fondamentale, quello di svolgere una politica estera ispirata alla volont del popolo. Il fatto che questo testo sia impacchettato in una fraseologia che si rifa alle pretese radici della civilt europea ( stato evitato di poco il richiamo cristiano o giudaico-cristiano) non rafforza certo la portata democratica del progetto, ma al contrario ne limita il significato.

Si capisce bene come Giscard dEstaing, padre (assai reazionario) del testo, abbia dichiarato che esso buono quasi quanto la Costituzione degli Stati Uniti! 2.3. Infatti il testo di quella Costituzione, che ci viene presentato come garanzia di continuo sviluppo della democrazia in America (in contrasto con pretesi progressi e regressi in Europa) stato ideato dai suoi autori per evitare il rischio che emergessero le rivendicazioni popolari. Su questo piano, i padri fondatori avevano una sorprendente lucidit, che hanno espresso con una franchezza addirittura cinica. Anzitutto proclamando solo due valori fondamentali, la libert e la propriet, ed eliminando quindi laspirazione alleguaglianza. Lideologia dominante degli Stati Uniti rimasta caratterizzata fino ai nostri giorni dal disprezzo per luguaglianza, sacrificata sullaltare della competizione (che si pretende favorevole alla creativit e alliniziativa), essa stessa prodotta a sua volta dalla combinazione fra libert e propriet che diventa la libert dei proprietari (la supremazia del mercato). Tale espressione estrema dellideologia e della cultura politica perfettamente funzionale al capitalismo abolisce il concetto di solidariet, che definisce non solo le aspirazioni socialiste ma ha anche avuto nella storia unimportanza molto maggiore della competizione per realizzare i progressi dellumanit. E in secondo luogo, ideando deliberatamente le forme istituzionali proprie di una democrazia rappresentativa e procedurale: c la democrazia se si rispettano le forme che essa prevede, senza che sia necessario sapere a chi serve la decisione e chi ne sono invece le vittime. Il voto uninominale e la concentrazione dei poteri nelle mani di un Presidente riducono di molto e quasi annullano le possibilit che emerga una rappresentanza popolare autentica. La Rivoluzione francese invece, cosciente di questi pericoli, aveva scelto di non designare un Presidente (un re eletto). La democrazia rappresentativa e procedurale che opera in una societ subordinata al primato della competizione fra i proprietari, favorisce il potere del denaro, le cui espressioni nella vita politica USA hanno assunto forme ancor pi estreme di quelle europee. Si sa che impossibile partecipare a una campagna elettorale senza disporre di somme immense; si sa che negli Stati Uniti la legge autorizza senza restrizioni il finanziamento delle campagne elettorali da parte dei capitalisti pi opimi, e che le stesse regole valgono per la stampa ecc. A sua volta, la democrazia procedurale rafforza il potere dei giudici, simbolizzato dalla Corte Suprema. E si pu temere giustamente che tale potere si eserciti il pi delle volte in senso conservatore. Sono queste precauzioni conservatrici che spiegano la longevit della Costituzione degli Stati Uniti. Giscard dEstaing non si sbagliava quando auspicava per lEuropa una costituzione che impedisse perfino di pensare qualcosa di diverso dal capitalismo, dando un carattere di incostituzionalit e quindi di illegittimit ad ogni aspirazione di andare oltre, verso il socialismo. Inoltre, come ben si sa, la democrazia in questione come ad Atene era riservata ai bianchi di origine europea. I padri fondatori erano non solo favorevoli alla schiavit ma erano anche essi stessi direttamente proprietari di schiavi. E non pensarono mai che gli indios meritassero qualcosa di diverso dallo sterminio. Le ondate successive di immigrazione hanno fatto il resto: sostituire la cristallizzazione di coscienze comunitariste a quella di una coscienza politica di classe (rinvio qui al mio libro Il virus liberale). La depoliticizzazione di massa dellopinione pubblica (che si esprime anche con lastensionismo della met dei cittadini, quelli poveri), evidentemente invidiata dagli amici europei degli USA, il prodotto di questa costruzione sistematica che merita assai poco la qualifica di democratica.

3. I progressi della democrazia si sono ottenuti con le lotte popolari, e i progressi sono stati pi marcati nei momenti rivoluzionari

Lideologia dominante associa la democrazia alla libert di mercato (cio di fatto il capitalismo) e pretende che siano indissociabili: nessuna democrazia senza mercato, quindi neppure pensare al socialismo democratico. Si tratta solo di una formula ideologica nel senso volgare e negativo del termine e anche tautologica, che suppone che il concetto di democrazia sia ridotto a quello del povero modello statunitense. Per il momento la storia del capitalismo realmente esistente come sistema mondializzato dimostra che anche questa democrazia mutilata sempre stata leccezione e mai la regola. Nei centri stessi del capitalismo, cio in Europa occidentale e centrale e negli Stati Uniti, i progressi della democrazia rappresentativa sono sempre stati il prodotto delle lotte popolari, frenate il pi a lungo possibile dai detentori del potere (i proprietari). E un fatto incontestabile, che si tratti dellallargamento del suffragio (il suffragio universale un fatto recente), del rafforzamento del potere legislativo di fronte ai privilegi dei re, delle aristocrazie associate e degli alti comandi militari, del ricorso al sistema proporzionale, di limiti alla libert dei proprietari (diritti del lavoro, sicurezza sociale, ecc.). Su scala del sistema del capitalismo mondiale la vera unit in cui si muove lo sviluppo del capitalismo lassociazione fra democrazia (monca) e capitalismo ancor pi visibilmente priva di fondamento reale. Nelle periferie (che includono il 75% dellumanit) integrate nel capitalismo reale mondiale, la democrazia non stata mai o quasi mai allordine del giorno del possibile, o anche auspicabile per il buon funzionamento dellaccumulazione capitalistica. In questa situazione arriverei a dire che i progressi democratici nei centri del sistema, anche se prodotti delle lotte delle classi popolari, sono nondimeno stati ampiamente facilitati dai vantaggi che le societ interessate detenevano nel sistema mondiale. Marx stesso si aspettava importanti effetti positivi dallintroduzione del suffragio universale: la possibilit di una transizione pacifica al socialismo. La storia non ha confermato le sue speranze. Il suffragio universale operava infatti allinterno di societ infettate dallideologia nazionalista e imperialistica e dai vantaggi ad essa associati (vedere lopera di Luciano Canfora, La democrazia). I movimenti popolari e i popoli in lotta per il socialismo e la liberazione dal giogo imperialistico sono stati allorigine di spinte democratiche autentiche, disegnando una teoria e una pratica in grado di associare democrazia e progresso sociale. Questa evoluzione oltre il capitalismo, oltre la sua ideologia e la sua pratica riduttiva di una democrazia rappresentativa e procedurale si annunciata molto presto, gi ai tempi della Rivoluzione francese. Si poi espressa in maniera pi matura e pi radicale nelle rivoluzioni ulteriori, nella Comune di Parigi, nella Rivoluzione russa, in quella cinese e in alcune altre (Messico, Cuba, Vietnam). La Convenzione montagnarda non solo impone grandi riforme democratiche (il suffragio universale, labolizione della schiavit), ne proclama i principi fondanti (uguaglianza, solidariet, diritto alla vita, allistruzione, ecc.), ma prevede inoltre dei sistemi istituzionali adatti a perseguirli (rifiuto del presidenzialismo, ecc.). Quali che siano stati i limiti di questi progressi spiegabili senza difficolt con le condizioni oggettive delleconomia dellepoca essi hanno peraltro ispirato nuove speranze, espresse poi dalle comunit babuviste. La Comune di Parigi fa proprio questo retaggio e lo spinge pi avanti. La Rivoluzione russa procede alle grandi riforme che sono condizione di una possibile evoluzione socialista e democratica: la riforma agraria, lespropriazione dei capitalisti. Poi viene la deriva statalista. Ma senza dubbio la Rivoluzione cinese che pone i principi di una democrazia popolare (nulla a che vedere con le omonime democrazie dellEuropa orientale) portatrice di progressi sociali e democratici reali, che definivano una tappa della lunga transizione al socialismo democratico. Labolizione della propriet privata della terra e la garanzia delluguale accesso per tutti ne costituiva lasse principale. La realizzazione delle comuni, gestori collettivi della produzione agricola, delle piccole industrie e dei servizi pubblici (scuole, ospedali, ecc.) poteva costituire un quadro istituzionale efficace per una democratizzazione progressiva della gestione di tutti gli aspetti della vita sociale.

sociale. I limiti, le incoerenze e gli arretramenti della democrazia popolare cinese hanno cause molteplici, analizzate da Li Chun (The transformation of Chinese socialism, Duke Univ. Press, 2006): le contraddizioni oggettive che oppongono i tre poli necessari di un progetto di transizione di lunga durata (lindipendenza nazionale, lo sviluppo delle forze produttive, il progresso dei valori di uguaglianza e del socialismo) ma anche e non meno importante lassenza di formulazione delle garanzie giuridiche formali dei diritti dellindividuo e listituzionalizzazione imprecisa dei poteri. La linea di massa che invita le classi popolari a formulare le proprie rivendicazioni, offre il mezzo per farlo, e non erige il partito ad avanguardia autoproclamata che insegna al popolo una verit di cui ha il monopolio della conoscenza, senza dover apprendere dal popolo, deriva appunto dalla logica fondamentale di un progetto democratico. Questo principio si pone agli antipodi della tesi per cui la teoria apportata dallesterno al movimento. La linea di massa non pu peraltro costituire un sostituto dellistituzionalizzazione dei diritti e delle organizzazioni. Io non sono fra quelli che si astengono dal criticare severamente le derive autoritarie, e anche sanguinose, che hanno accompagnato i momenti rivoluzionari della storia. Spiegarne le ragioni non equivale a giustificarle e non riduce la loro portata distruttiva rispetto al futuro socialista che veicolavano. Ma bisognerebbe rammentare che le violenze pi sanguinose sono sempre state quelle della controrivoluzione. Il terrore bianco di Versailles conta le sue vittime a decine di migliaia; il numero delle vittime innocenti della Comune non supera il centinaio. Le derive sanguinose dello stalinismo non sono il prodotto della logica socialista, bens della volont di arrestarne il progresso e di sostituirvi uno statalismo che io definisco capitalismo senza capitalisti. E bisogna ancora rammentare i crimini permanenti del capitalismo/imperialismo realmente esistente, i massacri coloniali, quelli associati alle guerre preventive condotte oggi dagli Stati Uniti e dai loro alleati. In queste condizioni la democrazia, quando non semplicemente cancellata dallordine del giorno, soltanto una tragica mascherata, come si vede in Iraq.

4. La democrazia, oggi in regresso, pu avanzare nel mondo solo a condizione di assumere le forme di una democrazia sociale istituzionalizzata. Nel contesto attuale del capitalismo mondializzato la democrazia (anche nelle sue forme mutilate) non in progresso reale o potenziale ma al contrario recede sotto la minaccia della perdita di legittimit e credibilit. Il mercato decide tutto, il Parlamento (quando esiste) niente. Per di pi la guerra contro il terrorismo serve, come si sa, da pretesto per ridurre i diritti democratici, per aumentare i profitti della plutocrazia, forma nuova della borghesia finanziaria del capitalismo senile. I popoli rischiano allora di essere attratti dallillusione di ripiegamenti identitari (para-etnici e/o parareligiosi), essenzialmente antidemocratici, che li rinchiudono in un vicolo cieco. Ovunque, anche se le condizioni dei centri sono molto diverse da quelle delle periferie del capitalismo mondializzato contemporaneo, la sfida ha la stessa natura: andare oltre il capitalismo e la democrazia rappresentativa, in altri termini adottare posizioni radicali in queste due direzioni, che sono indissociabili. E questa la condizione per il progresso della democrazia. Voglio dunque avanzare alcune proposte generali che permetterebbero di progredire in questa direzione: adottare carte dei diritti (carte nazionali e internazionali, carte specifiche relative a settori definiti, come i diritti delle donne, dei contadini, delle organizzazioni operaie, della gestione dei servizi pubblici o delle imprese pubbliche e private, ecc.) che osino rimettere in discussione il carattere sacrosanto della propriet, e affermare il primato dei valori che associano libert ed eguaglianza, sviluppo e progresso sociale. E naturalmente la definizione dei mezzi necessari perch queste carte non restino allo stato di pii desideri; rafforzare i poteri dei parlamenti eletti, adottare il sistema proporzionale, abolire i sistemi presidenziali: dovrebbero essere priorit assolute nei programmi politici di una sinistra che voglia veramente restituire alla democrazia il senso perduto;

aprire spazi di gestione democratica e popolare in tutti i settori, nei servizi sociali, nelle imprese produttive, nella gestione municipale e condurre le lotte necessarie perch i poteri ne riconoscano la legittimit; ristabilire il rispetto integrale della sovranit delle nazioni, considerando che non pu esistere alcuna democrazia sovranazionale se le aspirazioni democratiche sono schernite a livello nazionale ( il caso dellUnione Europea). Non possibile sacrificare i progressi dei popoli pi avanzati in nome di un qualsiasi vantaggio a lungo termine dei grandi complessi regionali, perch i progressi effettivi ottenuti in uno o in pi paesi possono avere effetti di trascinamento sugli altri, mentre allinearsi sulle esigenze dellunione regionale significa quasi sempre mettersi al passo del paese meno avanzato. Questa scelta equivale di fatto a far prevalere gli interessi dominanti per i quali lapertura mondiale (dei mercati) ha unimportanza decisiva e preminente rispetto a quelli delle classi popolari.

Con un programma radicale di questo tipo le sfide sono sicuramente importanti. Oltre alla variet delle situazioni concrete, si possono individuare tre insiemi di difficolt comuni e notevoli: nei paesi del centro capitalista/imperialista le classi popolari (e anche in gran parte le classi medie, almeno potenzialmente) aspirano certamente a un maggior grado di democrazia reale, a maggiore eguaglianza, solidariet e sicurezza sociale (garanzie sul lavoro, per il sistema pensionistico, ecc.). Non detto che lideologia della competizione selvaggia sia accettabile in Europa come negli Stati Uniti. Ma i popoli del nord sono disposti a rinunciare ai vantaggi importanti loro procurati dalla rapina del pianeta, che significa mantenere i popoli del sud nel sottosviluppo? La preoccupazione ecologica per uno sviluppo durevole dovrebbe far mettere seriamente in discussione quei vantaggi. Bisogna constatare che, probabilmente per questa ragione, le manifestazioni ecologiche non superano la fase di pii desideri; i paesi della periferia possono affrontare la sfida solo se per un lungo periodo di transizione (su misura secolare) i sistemi politici di democrazia popolare riescono a combinare felicemente tre obiettivi: mantenere e rafforzare lindipendenza nazionale entro un sistema internazionale multipolare fondato sul principio di una mondializzazione negoziata, accelerare lo sviluppo delle forze produttive, altrimenti non ha senso parlare di eliminazione della povert e della costruzione di un mondo multipolare equilibrato, e affermare il posto crescente dei valori del socialismo e in particolare delleguaglianza. In questa sfida sono impegnati i tre quarti dellumanit. Ma se ci condiziona il progresso parallelo della democratizzazione della societ, in senso inverso e complementare mi sembra difficile che al nostro tempo si riesca a raggiungere uno sviluppo degno di questo nome (cio accelerato, di tipo sociale se non socialista, e accompagnato dal rafforzamento dellindipendenza nazionale) per mezzo di dispotismi illuminati. Non c dubbio che unautocrazia illuminata sarebbe meglio dei dispotismi oscurantisti, che non disturbano affatto gli imperialisti. Non c dubbio che esistono forse ancora delle situazioni per le quali, a breve termine, non si pu sperare nulla di meglio. Ma mi sembra evidente che ci che si pu ottenere in questo contesto politico non democratico si scontrer molto presto con limiti invalicabili; la democrazia non una ricetta che basta applicare. Realizzarla un processo che non ha fine, il che mi porta a preferire il termine di democratizzazione. Per il momento la ricetta in questione pluripartitismo pi elezioni non solamente rinchiude entro lopzione di una democrazia rappresentativa e procedurale monca, riservata alla gestione della vita politica, e perci diventata perfettamente antipopolare oggi, nellepoca del capitalismo senile, ma per di pi, associata al liberismo economico, sta diventando una farsa. Con questa ricetta la lotta per la democrazia perde la sua legittimit. Accettare questa soluzione come meno peggio porta a rinchiudersi in un vicolo cieco demoralizzante. E i discorsi relativi alla buona governance e alla riduzione della povert non offrono alcuna risposta agli effetti distruttivi del liberismo. Mi sembra utile, per terminare, segnalare le grandi scelte che bisogna discutere e che riguardano i metodi di lotta in grado di farci progredire con successo nelle direzioni qui indicate. Questo dibattito interpella direttamente i movimenti che si ritrovano nei Forum sociali.

Il momento attuale caratterizzato dallestrema diversit e dalla natura molteplice dei movimenti sociali di protesta e di lotta contro gli effetti devastanti delle strategie portate avanti dai poteri dominanti. Ma caratterizzato anche da una grande diffidenza nei confronti delle forme di organizzazione e di lotta delle sinistre storiche del XIX e del XX secolo, della loro tendenza spontanea ad autoproclamarsi avanguardie (un termine oggi ampiamente rifiutato) e ad affermarsi con metodi spesso poco rispettosi dei principi della democrazia. Queste accuse sono ampiamente fondate su unanalisi critica corretta di quel che sono state le lotte dei due secoli passati. Bisogna quindi assumerle seriamente per ispirare linvenzione creativa di nuove forme di organizzazione e di azione. In risposta a questa sfida molti movimenti e militanti accettano proposte che io giudico estremamente pericolose. Citer almeno queste: o il discorso sulla societ civile. Oltre allindeterminatezza concettuale, ci che si intende con questo termine si ispira largamente a un modello che valorizza lapoliticit (in particolare il rifiuto della politica dei partiti) a vantaggio dellazione pretesamene ravvicinata, di base, utile in via immediata (e quindi in realt incapace di rimettere in discussione i sistemi di potere giudicati troppo potenti e quindi invincibili). Il metodo favorisce evoluzioni negative, perpetuando lo sbriciolamento dei movimenti o la loro trasformazione in lobby di difesa di interessi particolari, a spese dellinteresse generale. La tradizione USA, di cui Negri riprende lelogio, ispira largamente questo discorso sulla moltitudine. Esso trova fondamento ideologico nella sopravvalutazione dellindividuo, che viene considerato come il nuovo soggetto storico della trasformazione, mentre le classi e le nazioni non lo sarebbero pi. Questa ideologia conviene alle minoranze di bobo (borghesi-bohme) delloccidente opulento sovrarappresentate nei Forum sociali ma non risponde alle attese delle immense masse di classi popolari. o Il discorso comunitarista, prodotto pressoch inevitabile della diversificazione delle origini dei componenti delle classi popolari (prodotta a sua volta dalle migrazioni dellultimo mezzo secolo). Largamente associata alla debolezza delle espressioni della coscienza di classe e della coscienza di cittadini, lideologia comunitarista, lungi dal favorire la maturazione delle coscienze menzionate, ne perpetua il sottosviluppo. Questa tradizione, venuta dagli Stati Uniti, dove ha svolto precisamente la funzione di ostacolo alla maturazione della coscienza politica di classe, oggi di gran voga in Europa. La stagnazione dei movimenti intrappolati nei metodi e nei discorsi qui criticati, i successi molto limitati (spesso insignificanti) delle lotte in cui si impegnano, favorisce a sua volta il loro allineamento sulla tesi della scelta del meno peggio per evitare il peggio. Ma tale scelta, visto che il meno peggio non molto diverso dal peggio, ha solo leffetto di demoralizzare le classi popolari.

Io voglio invece avanzare le proposte seguenti: organizzare la convergenza nella diversit, il che implica certo il rispetto della divergenza (compresa lindipendenza delle organizzazioni), ma anche la ricerca di piattaforme di azione comune capaci di promuovere la convergenza. Ci implica che si accetti che la definizione delle strategie di azione, degli obiettivi a breve termine e delle prospettive pi lontane debba essere al centro dei dibattiti. Compiti ai quali il Forum mondiale delle alternative auspica di contribuire; rifiutare lapoliticit. Ricordare che ogni movimento, ogni lotta, sono essenzialmente degli atti politici. E perci bisogna non certo rifiutare, ma al contrario ricercare lassociazione di partiti politici (o di loro segmenti e di attori posti apertamente sulla scena della politica). Per tutti i movimenti, grandi o piccoli che siano, come per tutti i partiti politici, rivoluzionari o riformisti, la sfida la stessa: consiste nel far prevalere le logiche della lotta su quelle dellorganizzazione. Queste ultime favoriscono la timidezza, lallineamento sul meno peggio. Le prime favoriscono invece la radicalizzazione delle lotte, la volont di trionfare.
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Europa in Movimento
Vittorio Agnoletto - segreteria@vittorioagnoletto.it

Anche in Europa gli Stati generali dellantimafia


Libera, lassociazione di don Ciotti da anni impegnata nella lotta contro le mafie, stata di recente al Parlamento europeo per una serie di incontri ufficiali con i rappresentanti dellassemblea di Strasburgo. Ai quali ha chiesto di impegnarsi per istituire a livello europeo una norma analoga alla legge italiana, per luso sociale dei beni confiscati alla mafia. Pochi giorni fa una delegazione di Libera, guidata dal presidente dellassociazione, don Luigi Ciotti, stata ricevuta al Parlamento Europeo dal Gruppo della Sinistra unitaria europea. Don Ciotti ha avuto la possibilit di presentare la sua associazione ai parlamentari europei, e di rilanciare ancora una volta gli Stati generali dellantimafia che si sono tenuti a Roma qualche settimana fa, con lappello affinch le autorit si impegnino concretamente nella lotta contro le mafie. Al Presidente del Parlamento Josep Borrell e al Commissario per la giustizia, libert e sicurezza Franco Frattini, don Ciotti ha presentato il vino, la pasta e l'olio prodotti dai giovani delle cooperative che lavorano sui terreni un tempo di propriet dei mafiosi. il frutto della legge 109/1996 sull'utilizzo sociale dei beni confiscati alla mafia, ha spiegato il fondatore di Libera, mostrando i prodotti delle terre confiscate a Provenzano e Riina. La normativa che consente luso a fini sociali dei beni confiscati alle organizzazioni mafiose vige solo in Italia. E questo proprio grazie allimpegno di Libera, che nel 1995 riuscita a raccogliere un milione di firme per questa causa. Contro il dilagare del fenomeno mafioso, non solo in Europa, ma in tutto il mondo, urge che lUnione europea adotti strumenti validi ha dichiarato don Ciotti. Si deve lavorare ora nella prospettiva di una dimensione globale delle mafie, chiedendo al Commissario Frattini di collaborare con il Parlamento Europeo affinch venga modificata la decisione della Commissione, relativa alla confisca dei beni. Dobbiamo infatti fare in modo che non diventino patrimonio dello stato, come avviene attualmente, ma che possa essere previsto un loro utilizzo sociale, sullesempio del modello italiano. Libera ha chiesto un impegno concreto allassemblea di Strasburgo per creare uno strumento europeo che accolga le esigenze di coordinamento delle associazioni che lottano contro le organizzazioni mafiose transnazionali. Lobiettivo quello di convocare gli Stati generali dellantimafia a Bruxelles nellautunno del 2007, in chiusura della Carovana Internazionale antimafie. Il GUE si impegner perch questo possa avvenire e perch il tema della lotta alle mafie sia iscritto nellagenda politica dellUnione Europea. Lavoreremo anche per ottenere maggiori controlli in alcune zone europee, come le isole Madeira e le isole Jersey, veri e propri paradisi fiscali che giocano un ruolo determinante nel riciclaggio del denaro sporco dei mafiosi. Infine, occorre rilanciare la Convenzione del 2000 sulla cooperazione giudiziaria a livello europeo, che alcuni Paesi, inclusa lItalia, non hanno ancora ratificato, e che rappresenterebbe uno strumento importante per unEuropa unita contro tutte le mafie.
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La Forza dei Deboli


Alda Radaelli - jasna@iol.it

Volontariato: pi organizzazioni che attivisti


(fonte: Redattore sociale 5/12/2006 - Renato Frisanco, responsabile studi e ricerche FIVOL - Osservatorio nazionale per il volontariato - Rapporto biennale) Aumentano i servizi alla persona e quindi il numero delle organizzazioni che se ne fanno carico (74,5% nel 2003), insieme al numero degli utenti, che secondo lISTAT sono passati complessivamente dai 2,5 milioni del 1997 ai 6,8 milioni del 2003. Il volontariato cambia volto. La nascita delle organizzazioni sempre pi connotata dalla iniziativa di gruppi di cittadini rispetto alla tradizionale capacit di affiliazione delle centrali nazionali del volontariato e della promozione ecclesiale. Si passa infatti dal 42,5% delle organizzazioni a matrice cristiana o confessionale del 1993 al 28,7% del 2001. Aumentano le organizzazioni espressione della volont dei cittadini e di partecipare e di tutelarsi, tanto da poter parlare di una secolarizzazione del fenomeno: Lidentit dei gruppi di volontariato si esplicita nel servizio e nella tensione comune verso obiettivi di risultato pi che nella condivisa matrice culturale o visione del mondo, laica o confessionale che sia. Di contro, ci sono pi associati e pi professionisti nei gruppi mentre diminuiscono consistentemente le organizzazioni composte dai soli volontari. Le associazioni sono sempre pi formalizzate (96 su 100 hanno uno statuto), registrate con atto pubblico (6 su 100 sono gruppi informali), dispongono di almeno due organi di governo (9 su 100 ne hanno pi di uno). La crescita pi cospicua ha riguardato lorgano di controllo che d conto della tendenza ad adeguarsi alle norme di trasparenza e buona gestione richieste dalliscrizione al registro del volontariato e dellassunzione di convenzioni e progetti. Si accentua anche la polarizzazione allinterno del composito mondo del volontariato tra le organizzazioni pi grandi con base associativa o aderenti alle sigle nazionali del volontariato e i piccoli nuclei di volontari. Le prime risultano pi lautamente finanziate dalle amministrazioni pubbliche e in grado di condizionare, se non proprio di monopolizzare, lofferta dei Centri di Servizio per il Volontariato, pi orientati verso un mercato sociale di servizi standardizzati. I piccoli gruppi di base del volontariato informale, puro (solo aderenti non rimunerati) sono scarsamente rappresentati e partecipi di coordinamenti e consulte locali e si trovano alle prese con il difficile turn-over dei volontari. Scrive Frisanco: Serve una politica di collaborazione tra le une e gli altri e un reciproco riconoscimento di valore nei coordinamenti e nelle consulte di appartenenza cos come uno stimolo al lavoro di/in rete, sia attraverso i criteri di assegnazione dei bandi pubblici che attraverso il finanziamento di progetti da parte dei Centri di Servizi.
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Lavoro Precariet Diritti


Armando Rinaldi - armrinaldi@yahoo.it

La "buona flessibilit", ovvero 3,5 milioni di precari


Che la situazione del mondo del lavoro nel nostro paese si trovi oggi a vivere una realt ricca di contraddizioni mi pare di poter dire che un dato che emerge chiaramente dai dati forniti da diversi enti di ricerca universitaria. Mentre da molte aree del paese continuano a pervenire notizie di aziende in crisi, che ridimensionano o delocalizzano le attivit, gli indicatori Istat snocciolano dati che confermano un costante aumento delloccupazione. Alle ottimistiche previsioni di crescita della produzione si contrappongono gli allarmi sullaumento del numero delle famiglie al di sotto della soglia di povert. Infine i tanti che ci rassicurano del fatto che i contratti flessibili sono la via maestra verso un impiego stabile e duraturo vengono smentiti dallaumento costante di una popolazione giovane e meno giovane costretta a vivere anni in assoluta precariet. Che gli elementi di preoccupazione siano di gran lunga prevalenti rispetto alle visioni ottimistiche dimostrato dal fatto che Assessorati al Lavoro di amministrazioni importanti quali quelli di Venezia, Milano, Bolzano, Roma, ecc. abbiano deciso di organizzare specifici convegni sulla situazione del lavoro nelle aree di competenza. Del resto chi presente e opera sul territorio ha una percezione della realt che va ben oltre le cifre delle indagini statistiche. Credo si debba convenire sul fatto che questa crescita di interesse costituisca un segnale positivo, ancorch tardivo, di una presa di coscienza dellimportanza del mondo del lavoro subordinato nel paese Italia e della necessit di individuare nuove e pi efficaci strategie di intervento. Una volta di pi questa constatazione rafforza quanto andiamo dicendo da anni e che qui riassumo molto brevemente: assurdo e sconsiderato pensare di intervenire, come si purtroppo fatto, su singoli aspetti di un quadro pi generale e complesso. Come in un puzzle ogni tessera si cala in un ampio contesto e, se inserita in modo errato, pu determinare ricadute negative sullintero contesto. Introdurre, come si fatto, forme di contratto flessibile nel mondo del lavoro (secondo i dati Istat le forme di contratto flessibile applicate dalle aziende sono 37, secondo lUniversit di Torino sono invece ben 51) senza tenere conto delle propensioni ben poco solidali delle imprese e della atavica furbizia nostrana, significa soltanto fare proliferare la precariet in modo incontrollabile. Recentemente, il ministro del lavoro Damiano ha dichiarato alla Tv che i lavoratori con contratti precari sono circa tre milioni e mezzo, ai quali vanno aggiunti almeno altrettanti lavoratori in nero. Stiamo parlando di quasi un quarto del totale dei lavoratori del nostro paese. Una percentuale di questo genere, con riferimento alle nuove generazioni, non pu non determinare ricadute devastanti sul piano economico e sociale: insicurezza generalizzata, impossibilit di programmare il futuro, diminuzione del tasso di natalit, contrazione dei consumi interni, contrazione della produzione industriale, crescita della domanda di intervento pubblico. Inoltre, i ripetuti interventi sul fronte previdenziale, incuranti del fatto che le dinamiche in atto nel mondo del lavoro hanno determinato lespulsione di centinaia di migliaia di lavoratori in et matura, producono conseguenze assolutamente identiche sui padri, le madri e su interi nuclei famigliari. Faciloneria e incompetenza, oltre che la preoccupazione di continuare a garantire i privilegi di chi da sempre privilegiato, hanno guidato le scelte dei governi nellultimo decennio. Un tassello fondamentale quale quello del sistema di welfare e del sostegno al reddito stato trascurato da tutti in modo colpevole e senza alcuna giustificazione. Da dieci anni si parla e si continua a parlare dellesigenza di una riforma del welfare di cui non si vede allorizzonte nessuna proposta concreta. Lassurda convinzione, ampiamente diffusa in tutti gli schieramenti politici, che lassoluta liberalizzazione del mercato, la flessibilizzazione generale del mercato del lavoro, la limitazione del controllo pubblico sul mercato stesso costituiscano le ricette giuste per il rilancio del paese Italia, hanno prodotto danni immensi che si sono tradotti in un peggioramento generalizzato delle condizioni

di vita di tante famiglie. Per chi ne avesse voglia, da laico convinto quale sono, suggerisco la lettura del volume Vite Fragili recentemente pubblicato dalla Caritas, una delle realt che hanno un rapporto con il territorio (cosa che nessun partito ha pi ormai da anni) e che toccano con mano tutti i giorni quale sia la condizione reale del paese. Per anni ci hanno raccontato lo splendore delle privatizzazioni, la necessit di liberare il sistema impresa da lacci e laccioli. Ne avremmo beneficiato tutti grazie alla libera concorrenza che ci avrebbe portato maggiori servizi a prezzi pi competitivi. Sfido chiunque a dimostrare che dalla liberalizzazione dei carburanti alle privatizzazioni di tutta una serie di servizi i consumatori abbiano tratto il bench minimo vantaggio economico. Dalla sanit allenergia, dai trasporti alle comunicazioni, dai servizi finanziari a quelli assicurativi, ecc. i prezzi sono costantemente aumentati in virt del fatto che le imprese operano costituendo cartelli il cui obiettivo quello di mantenere i prezzi elevati senza peraltro garantire un miglioramento dei servizi. E la logica liberista che concede tutto al mercato e allimpresa a scapito degli interessi dei cittadini. Tutto ci premesso ci siamo sentiti riproporre in molti recenti convegni sul lavoro le stesse ricette. Come in un copione trito e ritrito le note voci del coro degli esperti neoliberisti ci hanno parlato di "buona flessibilit", di necessit di riformare ulteriormente i criteri di accesso alle pensioni, di revisione di alcuni anomali privilegi che permangono nel nostro paese a tutela dei lavoratori ma a scapito di un sistema impresa che deve poter competere con maggiore aggressivit sui mercati globalizzati. Al contrario, si sono distinti per il loro contributo di idee, e vale la pena di citarli, alcuni docenti universitari che da tempo credo di poter dire costituiscono un punto di riferimento fondamentale nella ricerca di nuove strade decisamente alternative rispetto al credo dominante. Luciano Gallino, Andrea Fumagalli, Gianni Geroldi e pochi altri, pur nella diversit dei loro interventi, hanno saputo portare elementi di analisi innovativi che rifiutano di parcellizzare, e quindi scindere, i vari tasselli del problema lavoro per affrontarlo in quella logica dinsieme che la situazione oggi richiede. La denuncia della deriva di un sistema impresa che, giustificandosi con le logiche dettate dal libero mercato e dalla globalizzazione, ha spostato lattenzione dagli obiettivi del passato (che cosa si produce, come lo si produce, con quale livello di qualit, per quali consumatori, ecc.) allunico e diverso obiettivo dato dal ritorno dellinvestimento (gli utili che vengono garantiti agli azionisti), costituisce forse laspetto principale dal quale partire per qualsiasi analisi del mercato del lavoro si voglia fare. La necessit di interventi coordinati sullinsieme degli elementi che siamo portati ad identificare con il termine welfare (previdenza, assistenza, sostegno al reddito, ammortizzatori sociali, ecc.) ha assunto, negli interventi di chi si colloca fuori dal coro, una critica esplicita ai criteri con i quali si sono programmati e attuati provvedimenti legislativi gravemente lesivi della condizione economica e della dignit di tanti lavoratori espulsi dal ciclo produttivo. Infine decisa stata la critica ai provvedimenti, si chiamino essi pacchetto Treu o Legge 30, che hanno introdotto in Italia quei contratti flessibili che hanno determinato la crescita abnorme di una popolazione di lavoratori privi di qualsiasi tutela ai quali negato anche il diritto a programmare il futuro. In conclusione di questa lunga tornata di eventi si pu affermare che molto materiale utile al futuro confronto nelle sedi Istituzionali stato prodotto. Si tratta ora di capire se qualcuno a livello politico sar intenzionato a coglierne il significato rinunciando ad adagiarsi su teorie che troppi guasti hanno fin qui prodotto.
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Campagna di autofinanziamento 2007


Sostieni il movimento dei movimenti Lotta per la pace Costruisci la sinistra alternativa e un mondo migliore

Diventa socio/a di Punto Rosso


La tessera di Punto Rosso un piccolo atto concreto per essere nel movimento e contribuire alla costruzione della sinistra alternativa; per non arrendersi al liberismo e alla guerra e per costruire un mondo migliore. Tesserandoti sostieni il contributo attivo di P.R. al Forum Sociale Italiano, Europeo e Mondiale e contribuisci economicamente alle attivit di Punto Rosso - FMA: l'organizzazione dei grandi convegni e di centinaia d'occasioni di confronto tra le forze della sinistra alternativa; le edizioni Punto Rosso e la Libera Universit Popolare. Tesserarti semplice, puoi passare presso la nostra sede e portati via la tessera, puoi mandarci una mail o farci una telefonata e riceverla via posta, puoi rivolgerti a qualche socio che penser a fartela avere. Infine, puoi fare la tua tessera con un versamento sul conto corrente postale n. 37398203 intestato a Associazione Culturale Punto Rosso, indicando nella causale tesseramento 2006. La quota base di soli 20 euro (naturalmente si pu versare anche di pi). La tessera annuale di Punto Rosso contempla l'iscrizione automatica nella mailing list di informazione e l'abbonamento a Lavori in Corso, periodico elettronico dell'Associazione Culturale Punto Rosso diffuso via posta elettronica. Puoi diventare socio anche attraverso un Rid bancario (quota minima 50 Euro). Inoltre, nuovi e vecchi tesserati godranno, per tutto il 2006, di uno sconto del 15% sull'acquisto delle Edizioni Punto Rosso (oltre 60 titoli in catalogo) e del 10% sull'iscrizione ai corsi della Libera Universit Popolare.
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Via Pepe a Milano: una sede pi grande e pi funzionale che anche unopportunit di finanziamento
La nuova sede di Milano operativa da quasi un anno. Con la sua apertura abbiamo fatto un altro importante passo avanti. Lattivit generale, le iniziative politiche di Punto Rosso e i corsi della LUP hanno trovato uno spazio pi consono e pi funzionale. Per fare ci, abbiamo sostenuto costi significativi di ristrutturazione e dobbiamo, ogni mese, fare fronte ad un affitto per noi consistente. E necessario che le potenzialit offerte dai locali e dalla loro ubicazione, facilmente raggiungibile, nel centro di Milano, siano adeguatamente sfruttate, per contribuire alla coperture delle spese sostenute e a quelle di mantenimento. Dal febbraio del 2006 puntiamo a realizzare una cena al mese. Il costo non superer i 18 euro, comprensivi di vino e caff. Tutte le volte che sar possibile abbineremo alla cena uno spettacolo, una proiezione, una narrazione o quanto altro riusciremo ad approntare o ci verr proposto (attendiamo suggerimenti). Il costo non subir variazioni. Continueremo a dedicare grande attenzione alla scelta dei men e alla qualit della cucina. Una scelta, questa, che ha trovato un puntuale riscontro, come pu testimoniare chi ha partecipato, nelle cene organizzate nel 2005. Per una buona riuscita delle iniziative importante raggiungere i 60 coperti ( utile passare la voce e organizzarsi per partecipare, ogni tanto, con amici). La prenotazione importante e deve essere presa sul serio: abbiamo avuto casi di prenotazioni a cui non seguita alcuna presenza. Altre opportunit. Il salone sar presto ulteriormente rinnovato con interventi che ne miglioreranno lestetica e la funzionalit. E a disposizione di enti, associazioni e privati con costi daffitto contenuti. Il salone ha una pedana rialzata di circa quattro metri per due, dispone di impianto di amplificazione, ospita circa 100 persone se organizzato a platea e circa 60 se allestito a sala ristorante. Sono inoltre a disposizione schermo e video proiettore oltre a una cucina professionale completa con quattro fuochi e forno. Incontri e assemblee, corsi di ogni genere, iniziative commerciali, cene dassociazione, feste di compleanno, spettacoli e mostre sono alcuni dei possibili utilizzi. Invitiamo compagni e amici di Punto Rosso a sfruttare questa opportunit e a diffondere presso quanti possono essere interessati la comunicazione della disponibilit di questo spazio. Eleonora (bonaccorsi@puntorosso.it) ogni giorno a disposizione per la verifica della disponibilit e per illustrare il tariffario.
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Consorzio EquiLibri: il portale della lettura equa


Dalliniziativa di tre case editrici - MC editrice, Edizioni Punto Rosso, Edizioni dellArco - nasce un portale per la promozione e distribuzione dei libri e della lettura, con l'obiettivo di promuovere una lettura equa, nella sostanza e nella diffusione. Lequit dei rapporti d vantaggi a tutti. La distribuzione diretta casa-editrice/libreria consente sconti maggiori agli operatori e riduzioni del prezzo di copertina per i lettori. EquiLibri si propone di costruire un processo partecipato e aperto ai vari soggetti coinvolti, che sia in grado di realizzare condizioni e rapporti equi in ogni fase, dalla produzione del libro alla commercializzazione. EquiLibri funziona in primo luogo come consorzio di distribuzione diretta delle proprie pubblicazioni, per gestire in modo semplice ed efficace il rapporto con librerie, biblioteche e altri punti vendita, innovando nel metodo e nella sostanza la tradizionale distribuzione. EquiLibri promuove strutture di distribuzione fiduciarie e alternative, capaci di creare un concreto vantaggio anche in termini economici per le case editrici, le librerie, le altre strutture di vendita e per i lettori. Il sito internet www.consorzioequilibri.it diventa mezzo di contatto diretto tra le proposte editoriali e i vari operatori, utilizzando uno strumento virtuale in grado di semplificare le relazioni e l'acquisto, per concentrarsi sempre di pi sui contenuti di carattere culturale. Allindirizzo www.consorzioequilibri.it si pu da subito acquistare con le spese di spedizione a carico del consorzio, mentre lappartenenza alla rete delle librerie fiduciarie (aperta alle associazioni culturali) consente vantaggiose condizioni. Per maggiori informazioni info@consorzioequilibri.it
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PARMA
Alternative Europa Associazione Remo Gaibazzi
Soggettivo presente. Ricerche su teorie e figure del soggetto Col Patrocinio della Provincia di Parma

Per il 2 ciclo de Il mestiere dellintellettuale

DIVENIRE SOGGETTI. LA NOZIONE DI SOGGETTO TRA IL NOVECENTO E LOGGI: FILOSOFIA, POLITICA, AVANGUARDIE.
La riflessione su Il mestiere dellintellettuale, inaugurata circa un anno fa dallAssociazione Remo Gaibazzi, prosegue con un nuovo ciclo, promosso dalla stessa associazione insieme ad Alternative Europa e al collettivo di ricerca Soggettivo presente. Liniziativa attuale nasce da alcune considerazioni ben precise: non esistono, oggi, attivit intellettuali che non siano quasi esclusivamente di tipo accademico, opinionistico, o comunicativo, ed anche piuttosto diffusa la convinzione che dun altro genere dintellettuali non v alcun bisogno, tanto pi che potrebbe trattarsi di cattivi maestri. Qui si parte, invece, da una considerazione opposta: il fatto che non siano pi direttamente riproponibili le figure intellettuali degli anni sessanta e settanta del secolo scorso, rende ancor pi necessario il tentativo di riunire quelle energie sparse che ancora si esercitano ad alimentare una dimensione molteplice di confronto, e a riproporre un pensiero che intende intervenire senza essere riducibile a semplice scambio di opinioni. E in questo contesto che va collocato il tema di questi incontri. Scegliere come tema portante il soggetto potrebbe, tuttavia, suscitare pi duna domanda legittima: viviamo in un periodo in cui si sprecano le enunciazioni teoriche sulla morte del Soggetto (storico, artistico, di classe, ecc.), scomparso insieme alloggetto e alloggettivit. E tuttavia, queste dichiarazioni non impediscono in alcun modo il proliferare sia delloggettivismo pi banale che dei soggetti pi disparati: siamo evidentemente pieni di soggetti individuali, collettivi, mediatici, etici, politici, ecc. Per non parlare dei Grandi Soggetti: il Mercato, la Democrazia, lOpinione Pubblica, la Vita Insomma, ci ritroviamo con un soggetto per ogni occasione, cos come abbiamo un evento ad ogni sfilata di moda. Gli incontri che proponiamo intendono evidentemente percorrere unaltra strada: ripensare quei (cattivi) soggetti che nel secolo trascorso hanno cercato lemancipazione attraverso la rivolta - nella politica, nellarte, nella letteratura, nella filosofia; ripensare le figure del soggettivo tra il Novecento e il presente, attraverso le categorie di moderno e postmoderno; esaminare il significato di soggetto nel campo dellanalisi e dellinconscio; mettere alla prova questa categoria nelle politiche del mondo globalizzato e nelle attuali democrazie. Per verificare se c stato del soggetto, se pu essercene ancora; se, una volta tolte le maiuscole, si pu ancora divenire soggetti. La griglia concettuale su cui stato ideato il progetto suddivisa, a grandi linee, in tre aree concettuali: unarea prevalentemente filosofica, una pi propriamente politica, e una terza relativa allarte e ai linguaggi artistici e poetici. Si tratta, inevitabilmente, di aree che sincrociano in pi dun punto. Infine, unultima precisazione che vale anche come auspicio: questi incontri, cui si cercher di dare unimpronta seminariale, vorrebbero non essere semplicemente una sequenza di buone conferenze, ma sollecitare una riflessione pi complessiva e pi articolata sulla categoria di soggetto, anche per ulteriori iniziative. Sar compito (non facile) dei promotori cercare di raccordare le tappe di questa riflessione.

Gli incontri si terranno presso la sede dellAssociazione Remo Gaibazzi, in Borgo Scacchini 3/a (lat. Via XXII Luglio)
(il programma alla pagina successiva)

Gioved 26 ottobre, ore 17 Romano Luperini Dal moderno al modernismo: nascita duna nuova antropologia Venerd 3 Novembre, ore 17.30 Gianfranco Marelli L'arte di vivere per non vivere pi d'arte. L'Internationale Situationniste e i nuovi soggetti rivoluzionari della seconda met del Novecento. Venerd 10 novembre, ore 17.30 Valerio Romitelli La passione politica. Perch estinta, come pu risorgere ? Venerd 17 novembre, ore 20.30 Massimo Recalcati Il soggetto come discontinuit : etica e inconscio in Jacques Lacan Venerd 24 Novembre, ore 17.30 Roberto Finelli Globalizzazione come esteriorizzazione. Una nuova soggettivit tra liberazione, rappresentanza e riconoscimento Luned 4 dicembre, ore 17.30 Domenico Jervolino Prospettive ermeneutiche sulla soggettivit: identit, narrazione, traduzione Mercoled 13 dicembre, ore 17,30 Gianfranco Borrelli Soggetti, singolarit, democrazia. Luned 18 dicembre, ore 17.30 Edoardo Sanguineti La categoria di soggetto nellavanguardia poetica Gianfranco Borrelli, professore ordinario di Storia delle dottrine politiche Universit Federico II Napoli. Studioso della ragion di stato e dei paradigmi conservativi in politica, sta da tempo concentrando le sue ricerche sul funzionamento delle democrazie contemporanee, sui meccanismi di governance, e sulle possibili innovazioni democratiche nei processi di mondializzazione. Roberto Finelli, professore Straordinario di Storia della filosofia moderna Universit di Bari. Studioso dellidealismo tedesco, in particolare della filosofia di Hegel e del rapporto Hegel-Marx, si dedicato pi recentemente allanalisi filosofica del postmoderno e delle categorie della globalizzazione. Domenico Jervolino, allievo di Paul Ricoeur, di cui uno dei principali studiosi a livello internazionale, insegna come professore associato filosofia del linguaggio e filosofia teoretica allUniversit di Napoli Federico II. Sta lavorando attualmente sullopera di Jan Patoka, sugli sviluppi della fenomenologia di lingua francese, nonch sul rapporto ermeneutica-traduzione. E direttore della rivista Alternative. Romano Luperini insegna letteratura italiana moderna e contemporanea allUniversit di Siena ed professore aggiunto alla University of Toronto. Dirige le riviste di teoria letteraria Allegoria e Moderna . Studioso della letteratura italiana del Novecento, anche nel suo rapporto con le ideologie, ha recentemente dedicato alcuni saggi allanalisi critica del postmoderno. Gianfranco Marelli, insegnante, uno dei principali storici e studiosi dellInternazionale Situazionista e dei suoi protagonisti, in particolare sotto laspetto del rapporto arte-politica. Massimo Recalcati, psicanalista, docente dell'Istituto Freudiano di Milano, insegna Psicologia dell'Arte presso l'Universit di Bergamo, ed presidente di JONAS ( Centro di ricerca psicoanalitica per i nuovi sintomi). Ha dedicato vari saggi al pensiero di Jacques Lacan e del suo rapporto con la filosofia. Valerio Romitelli insegna Storia dei movimenti e dei partiti politici e Metodologia delle scienze sociali presso lUniversit di Bologna. E membro dellquipe di antropologia diretta da S. Lazarus all'universit Paris 8, e del Gruppo di ricerca sulletnografia del pensiero. E autore di vari saggi incentrati sulla distinzione tra politica e potere, e su categorie e sequenze della politica. Edoardo Sanguineti, poeta, narratore, critico e teorico della letteratura, tra i principali rappresentanti dellavanguardia poetica in Italia.

CORSICO
Comune di Corsico Assessorato alle Politiche Ambientali e Agenda 21 Assessore Dario Ballardini

Energia, rinnovabilit, democrazia


Ciclo di 5 incontri presso la Biblioteca Comunale di Corsico

Luned 18 dicembre ore 20.30 - 23,00 Serata introduttiva - relatore Mario Agostinelli, portavoce del Contratto Mondiale dell'Energia e del Clima, ricercatore Enea Fonti fossili e fonti rinnovabili - Insostenibilit dellattuale modello di sviluppo in termini climatici, economici, di salute, di vivibilit e di sicurezza - Lenergia come bene comune - Un nuovo modello energetico: distribuito, partecipato, democratico - Per un diverso uso del territorio e per una mobilit sostenibile Luned 15 gennaio ore 20.30 - 23,00 Risparmio ed Efficienza energetica - relatore Lorenzo Pagliano, docente di Fisica degli Edifici al Politecnico di Milano Luned 22 gennaio ore 20.30 - 23,00 Solare fotovoltaico e termico - relatore Giuseppe Farinella, Provincia di Milano, Assessorato alla Istruzione e alla Edilizia scolastica Luned 29 gennaio ore 20.30 - 23,00 Biomasse e biocombustibili - relatrice Marzia Campioni, Legambiente Luned 5 febbraio ore 20.30 - 23,00 Il ruolo delle Pubbliche Amministrazioni relatori: Sergio Zabot, Provincia di Milano, Assessorato all'Ambiente, Direttore Settore Energia Giuseppe Giambersio, Settore Energia Le linee guida della Provincia di Milano per i regolamenti edilizi - Le esperienze positive di alcuni Comuni della Lombardia - Le azioni possibili per abbattere gli impatti ambientali

A tutti i partecipanti verr dato come materiale didattico il libro Energia, Rinnovabilit, Democrazia, edito recentemente da Punto Rosso. Mario Agostinelli uno degli autori del libro.

Associazione Culturale LiberaMente Associazione Culturale Punto Rosso Libera Universit Popolare in collaborazione con Liceo Scientifico G.B. Vico di Corsico, ITIS "Righi", ITC "Falcone"
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LIBERA UNIVERSIT POPOLARE PROSSIMI CORSI - PRIMO SEMESTRE 2006-2007 Tutti i corsi si terranno dalle 18.30 alle 20.30 presso Punto Rosso, via G. Pepe 14 (ang. via Carmagnola) a Milano (MM2 Garibaldi) La Lup completamente autofinanziata. Per partecipare ai corsi, oltre alla quota di iscrizione singola, occorre fare la tessera annuale (da settembre ad agosto) che costa 3 euro. Attenzione! Chi intende partecipare ai nostri corsi pregato di avvisarci per tempo. La prenotazione per noi importante al fine di permetterci di meglio organizzare lattivit della Lup. Potete prenotare per telefono o via email.

CICLO MONOGRAFICO (3 CORSI) Una societ alternativa possibile? Rompendo il velo della rassegnazione e l'idea della fine della storia, i grandi movimenti sociali degli ultimi anni hanno rilegittimato l'idea che un altro mondo possibile. Tuttavia la societ capitalistica sembra oggi pi che mai capace di riassorbire le spinte pi radicali al cambiamento ed a neutralizzare mutamenti sociali veri e duraturi. I corsi che costituiscono il ciclo monografico della Lup 2006-2007, sono una ricerca attraverso i luoghi sociali, i grandi cambiamenti ed i soggetti collettivi per cercare di capire se oggi sia ancora possibile pensare davvero una societ alternativa ed immaginare una nuova teoria della trasformazione, ed a partire da quali fenomeni reali.

1) Comunit, territorio e nuove forme del conflitto sociale. Da Scanzano alla Val di Susa I territori e le comunit locali sono attraversati e cambiati dai processi di globalizzazione. Le reti ed i flussi economici, materiali ed immateriali, o ne annullano l'identit e la storia o le piegano a forme stereotipate adatte solo alla competitivit. I processi politici sempre di pi li escludono da vere forme di partecipazione alle scelte che riguardano la loro stessa vita. Proprio da qui, per, sembrano ripartire negli ultimi anni forme di conflitto che parlano a tutti. Durata: 4 incontri Quota di partecipazione: 15 euro Gioved 5 ottobre Globalizzazione, identit e territorio Relatore: Enzo Colombo (Universit di Milano) Luned 9 ottobre Territorio, crescita economica, capitalismo contemporaneo Relatori: Aldo Bonomi (Consorzio Aaster), Paolo Cacciari (deputato Rifondazione comunista) Gioved 19 ottobre La coscienza di luogo sta sostituendo la coscienza di classe? I conflitti delle comunit locali Relatori: Alberto Magnaghi (Univ. di Firenze, Rete nuovo municipio), Roberto Biorcio (Universit Bicocca) Gioved 26 ottobre Comunit locali e democrazia partecipata Relatore: Antonio Ferrentino (presidente Comunit montana bassa Val di Susa) 2) Il nuovo controllo sociale Nella societ contemporanea, il controllo sociale diventa sempre pi sottile, meno evidente e per questo pi pervasivo. Ma contemporaneamente, per assoggettare nuove sfere dell'individualit e delle reti sociali, deve garantire nuove forme di autonomia almeno apparente ad individui e gruppi. Come si sta evolvendo questa contraddizione, quali spazi apre?

Durata: 5 incontri Quota di partecipazione: 15 euro Gioved 16 novembre Dai corpi alle menti. Come cambia il controllo sociale? Dove immaginare nuovi spazi di libert? Relatori: Andrea Fumagalli (Universit di Pavia), Cristina Morini (saggista) Gioved 23 novembre Le reti dell'immaginario. Media e nuovi media tra manipolazione ed informazione diffusa Relatori: Giovanni Cesareo (sociologo della comunicazione), Roberto Rosso (Attac) Gioved 30 novembre Famiglie di individui. La modificazione della famiglia nell'epoca della centralit dell'individuo Relatrice: Silvia Vegetti Finzi (psicanalista, saggista) Luned 4 dicembre Educare chi? La scuola da formatrice del cittadino a fabbrica dell' individuo asociale Relatori: Paolo Giovannetti (Iulm), Francesco Muraro (Lup), Daniela Strona (insegnante) Gioved 14 dicembre Chi governa la societ? La privatizzazione della societ ed il ruolo dei media, della finanza e delle nuove agenzie di socializzazione Relatore: Oscar Marchisio (Universit di Bologna) 3) Natura umana, forme di vita contemporanee, istituzioni politiche Nella storia del pensiero moderno, diverse idee sulla natura umana sono state la base per costruire diverse teorie politiche, democratiche o autoritarie. Oggi la natura umana, le caratteristiche fondamentali dell'essere umano, sembrano diventare sempre pi esposte e visibili nelle forme di vita contemporanee, nella produzione, nel consumo, nella costruzione dell'immaginario collettivo. E' possibile, allora, ripensare al rapporto tra natura umana e politica ed immaginarlo come premessa teorica per una trasformazione radicale della societ? Durata: 3 incontri Quota di partecipazione: 10 euro Marted 30 gennaio Le basi materiali della vita e le istituzioni politiche. Il rapporto tra natura umana, condizione umana e trasformazioni politiche. Relatori: Paolo Virno (Universit della Calabria), Giuseppe Pirola (Istituto Aloisianum) Marted 6 febbraio Linguaggio, forme di vita contemporanee e trasformazioni sociali. Un passaggio d'epoca? Relatori: Felice Cimatti (Universit della Calabria), Carlo Casalone (Rivista Popoli) Marted 13 febbraio Le grandi mutazioni scientifiche e tecnologiche. L'ambivalenza tra intensificazione del controllo ed apertura all' autogoverno. Relatori: Massimo De Carolis (Universit di Salerno), Gianni Tamino (Universit di Padova)

ATTUALIT E FORMAZIONE Storia del materialismo nella filosofia occidentale: il Novecento La storia del materialismo non una storia semplice e lineare come uninveterata tradizione ideologica ci ha abituato a pensare, non c un Soggetto che dalle origini solca le onde del tempo colorandosi del clima delle differenti epoche. E una storia complessa e stratificata, plurale e discontinua fatta di incomprensioni, fraintendimenti, trasformazioni creative, invenzioni concettuali. In questo corso proviamo a tracciare alcune linee di questa storia. Durata: 5 incontri Quota di partecipazione: 15 euro Marted 14 novembre Bloch e il materialismo del non ancora Relatore: Padre Giuseppe Pirola (Istituto Aloisianum) Marted 21 novembre Lukacs e l'Ontologia dell'essere sociale Relatore: da definire Marted 28 novembre Adorno e la Dialettica negativa Relatore: Giorgio Giovannetti (insegnante) Marted 5 dicembre Althusser e il materialismo aleatorio Relatore: Vittorio Morfino (Universit Bicocca) Marted 12 dicembre Foucault e la materia della storia Relatore: Fulvio Papi (Universit di Pavia) Marted 19 dicembre Deleuze e l'immanenza radicale Relatore da confermare Sociologia del calcio Il calcio cambiato. Lo scandalo di calciopoli ha fatto emergere, oltre ad un sistema fondato su una sorta di oligopolio criminale organizzato, una rete di rapporti e alleanze tra calcio, finanza, media e politica. Come fatta questa rete? E perch si fatto diventare il calcio una delle cose fondamentali (e immancabili) della nostra vita quotidiana? A cosa (a chi), serve? Durata: 3 incontri Quota di partecipazione: 10 euro Gioved 18 gennaio Economia e comunicazione del sistema calcio contemporaneo Relatore: Antonio Smargiasse (collaboratore de Il Manifesto) Gioved 25 gennaio La centralit sociale e culturale del calcio in Italia. Relatore: da definire Gioved 1 febbraio Il tifo, le tifoserie e le curve: caratteristiche e trasformazioni recenti Relatore: Aldo Pardi (ricercatore e saggista)

Gruppo di lettura KARL MARX LA MISERIA DELLA FILOSOFIA Risposta alla Filosofia della miseria del Sig. Proudhon Durata: 8/10 incontri. Luogo: Punto Rosso Inizio gruppo lettura: giovedi 21 settembre 2006 ore 21.00 - 22.30. Quota iscrizione: 10 Euro.

E necessario dotarsi del libro: Karl Marx, Miseria della filosofia, Editori Riuniti. Per chiarimenti e iscrizione, chiamare Luca Danesini (cell. 338/3651675)

Associazione Culturale Punto Rosso Libera Universit Popolare Via Pepe 14, 20159 Milano Tel. 02/874324 - 02/875045 (anche fax) lup@puntorosso.it - www.puntorosso.it
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Novit Edizioni Punto Rosso


I libri si possono chiedere direttamente alleditore pagandoli con un versamento sul conto corrente postale n. 37398203 intestato a Associazione Culturale Punto Rosso (specificando la causale) I nostri libri sono distribuiti nelle librerie anche da: Diest Distribuzione, Via Cavalcanti 11, 10132 Torino. Tel. 011/8981164. I libri si possono acquistare on-line su www.consorzioequilibri.com e www.365bookmark.it

------------------------------------------------------------------------------------------------------------ANDREA FUMAGALLI

LAVORO - Vecchio e nuovo sfruttamento Pubblicato in collaborazione con Carta


Nei tempi della flessibilit che si trasforma in precariet, il tema del lavoro sempre pi centrale nella vita degli individui. Ma che lavoro ? E che trasformazioni ha subito nella rivoluzione informatica degli ultimi trent'anni? Ci hanno sempre detto che il lavoro rende liberi e a maggior ragione dovrebbe essere vero oggi, dove la fatica della fabbrica sempre pi sostituita dalle capacit mentali. Ma proprio cos? Andrea Fumagalli insegna Economia Politica all'Universit di Pavia. Svolge attivit di ricerca sui temi del mercato del lavoro e della distribuzione del reddito. Collabora con Punto Rosso e scrive su numerose riviste di movimento. E' uno degli animatori della EuroMayDay precaria. I Tascabili Punto Rosso, pp. 210, 7 Euro, ISBN 88-8351-065-8

MARIO VITIELLO

TRASPORTI Mobilit, qualit della vita, democrazia


(in collaborazione con Attac-Italia)
La mobilit un diritto? Se lo , rientra tra quelli fondamentali di cittadinanza. Ma un diritto negato! L'ingorgo blocca la Ferrari e la Panda, e a suo modo rende democratica la congestione. Il mito dell'automobile inarrestabile, o le relazioni pi autentiche viaggiano su una bicicletta? La privatizzazione del trasporto pubblico obbligatoria? Oppure esiste un modo alternativo, partecipato, democratico e solidale per far funzionare autobus e tram? E cosa c'entrano le lotte in Val Susa con gli scioperi dei ferrotranvieri? E le mobilitazioni contro il Ponte con le proteste dei pendolari di Lodi? Questo libro, in modo semplice e chiaro, offre percorsi alternativi di analisi e delinea uno scenario di proposte non scontate che restituiscono a mobilit e territorio la dignit di beni comuni.

Mario Vitiello, 38 anni, ingegnere, ferroviere, socio di Attac Italia dal 2001. Collabora con il comitato locale di Milano. Per lavoro ha a che fare stabilmente con binari, stazioni, cantieri di lavori pubblici. I Tascabili Punto Rosso, pp. 112, 6 Euro. ISBN 88-8351-061-5

ROBERTO ROMANO

ECONOMIA PUBBLICA Stato, mercato, diritti


Presentazione di Alessandro Santoro Postfazione di Luigi Cavallaro
La globalizzazione ha tolto agli Stati ogni possibilit di un vero intervento nell'economia? Davvero il mercato pi efficiente e pi capace di garantire la crescita e lo sviluppo economico? In Italia ed in Europa molte cose sembrano dimo-

strare il contrario. Questo libro vuole essere un contributo per riaprire un grande dibattito sull'economia pubblica, sul ruolo dello stato nell'economia reale e su come sia possibile costruire un nuovo contratto sociale nelle nostre societ.

Roberto Romano lavora presso il dipartimento contrattazione della Cgil Lombardia con incarichi di studio ed collaboratore del quotidiano Il Manifesto. E' stato assistente del Presidente della Commissione Attivit Produttive della Camera dei Deputati Nerio Nesi nella legislatura 1996-2001. I Tascabili Punto Rosso, pp. 112, 6 Euro. ISBN 88-8351-062-3

AAVV

ENERGIA Rinnovabilit Democrazia


Aria, Acqua, Terra e Fuoco, i quattro elementi fondamentali impiegati da Empedocle per descrivere il mondo in cui viviamo, sono tra loro interconnessi. Il Fuoco lenergia viene oggi utilizzato dalluomo e consumato cos dissennatamente, in particolare nelle sue forme fossili, da compromettere i cicli della biosfera, dando luogo ad un inarrestabile degrado dellaria, dellacqua, della terra. C' bisogno di una alternativa. Questo libro cerca di fare delle proposte in questa direzione. "Nessuno potr pi dire che i movimenti non avanzino proposte positive e realizzabili.... Un documento di notevole lucidit e compattezza, che fornisce una coerente prospettiva di riferimento!" (Wolfgang Sachs, Wuppertal Institut) Energia vita e non solo, come avvenuto nella crescita del mondo ricco, consumo per il superfluo. Laccesso ad essa indispensabile affinch le parole democrazia e lotta alla povert si trasformino nel cuore di un programma di cambiamento. Ma abbiamo ancora molto da imparare (padre Alex Zanotelli, missionario comboniano) Sta crescendo impetuosa la consapevolezza che la riappropriazione dei beni comuni un diritto dellumanit. Il movimento per lacqua ha gi conquistato un posto rilevante nellagenda politica dei movimenti e attraversa ormai le istituzioni. Benvenuto al contratto per lenergia e il clima. (Riccardo Petrella, Contratto mondiale per lacqua)

Hanno collaborato alla stesura del presente saggio: Guido Agostinelli, Mario Agostinelli, Ugo Biggeri, Orsola Bolognani, Roberto Brambilla, Paolo Cacciari, Nicola Cipolla, Sandro Finardi, Maurizio Gubbiotti, Paola Iannizzotto, Gianni Naggi, Vincenzo Naso, Lorenzo Pagliano, Maurizio Pallante, Ciro Pesacane, Debora Rizzuto, Karl Ludwig Schibel, Massimo Serafini, Gianni Tamino, Pierattilio Tronconi, Renato Valota, Antonio Vermigli. Collana I Tascabili di Punto Rosso pp. 112, 6 Euro - ISBN 88-8351-053-4

STAI VIVENDO UN EQUILIBRIO PRECARIO La precariet nella vita e nel lavoro delle donne
A cura di Linda Santilli Atti del III Campeggio di Scuola di Politica del Forum delle donne. Palermo, 3-8 settembre 2005
Il volume raccoglie gli atti del 3 Campeggio nazionale di Scuola di politica organizzato dal Forum delle donne di Rifondazione comunista a Palermo dal 3 all8 settembre del 2005. Al centro del dibattito un tema di straordinaria attualit, quello della precariet del lavoro e della vita delle donne, affrontato attraverso molteplici angolature dai partecipanti alliniziativa: donne e uomini di differenti generazioni, cittadinanza, provenienza geografica. La precariet sul lavoro, la precariet della propria identit, delle proprie relazioni e delle proprie collocazioni nel mondo, dei propri saperi per leggerlo e trasformarlo facendo tesoro della pratica femminista del partire da s e degli strumenti politici dellinchiesta/autoinchiesta il filo conduttore che attraversa i sette seminari, nel moltiplicarsi di domande. Quale il rapporto oggi tra riproduzione sociale, lavoro, reddito? Tra produzione e riproduzione? Quale peso hanno oggi queste sfere nella vita delle donne? In che misura e a quali condizioni il lavoro continua ad essere un canale di liberazione dentro cui si costruisce il senso di s? 24 punti di vista che dialogano tra loro tentando una narrazione che dia conto della complessit. Voci narranti non sulla precariet ma dalla precariet, attraverso le tematiche della femminilizzazione del lavoro, delle trasformazioni del mercato globale, dellimmigrazione, della cittadinanza europea, dei saperi e della scuola, del processo di militarizzazione della vita, del riemergere di ideologie identitarie.

Linda Santilli. Nata il 13 settembre 1966 allAquila. Laureata con una tesi in storia contemporanea sul progetto politico e culturale del Fronte Sandinista. Lavora presso lufficio nazionale del Forum delle donne. E responsabile scientifica dellArchivio femminista Rosa Luxemburg del Prc e coordinatrice del gruppo di ricerca Patriarcato del partito. Ha pubblicato articoli e saggi su tematiche ispirate al femminismo in varie riviste ed ha curato diverse pubblicazioni. Pubblicato in collaborazione con il Forum delle Donne del Partito della Rifondazione Comunista Collana I quaderni del mare, pp. 184, 10 Euro. ISBN 88-8351-064X

IL MIRACOLO CINESE Visto dallinterno, dal punto di vista di autori cinesi


Il titolo dell'edizione inglese di questo libro China Reflected. Esso va inteso in due sensi. Il primo rinvia allimmagine della Cina riflessa dallo sguardo degli autori cinesi. Che cosa succede oggi nellinterno del paese? Quali sono i problemi pi importanti agli occhi degli intellettuali? Le informazioni veicolate dai media dominanti non permettono di rispondere a queste domande. Il secondo senso rinvia alla riflessione propriamente detta, a quella necessaria per lavorare a una migliore comprensione delle tendenze di fondo, allo scopo di dare slancio alla nostra militanza. Pubblicare questopera non significa semplicemente mettere insieme una serie di articoli, ma anche incoraggiare e facilitare le interazioni fra i diversi autori. Questo libro daltronde un derivato dellazione di Arena (Asian Regional Exchange for New Alternatives). Praticamente tutti gli autori qui riuniti hanno gi partecipato alle nostre attivit in quanto personerisorsa su differenti problematiche di interesse generale per la Cina e il resto dellAsia. (dallintroduzione di Lau Kin Chi).

Indice:Introduzione. Condizioni della critica intellettuale in Cina di Lau Kin Chi. Rappresentazioni della Cina rurale nei discorsi della modernizzazione di Lau Kin Chi. Bilancio e prospettive dello sviluppo rurale in Cina allalba del ventunesimo secolo di Wen Tiejun. Problematica rurale e sviluppo diseguale in Cina di Huang Ping. Tavola rotonda sullo sviluppo rurale e lamministrazione locale in Cina con Lau Kin Chi, Bai Nansheng, Chen Xin, Huang Ping, Wen Tiejun, Jeannie Manipon e Lot Felizco. Repressione del movimento sociale di Tienanmen e nascita del neoliberalismo cinese di Wang Hui. Logiche e difficolt della cultura consumistica e della crescita cinese di Chen Xin. Ruolo e funzioni dei sindacati in Cina: realt e impressioni evolutive di Feng Tongqing. Classi e rapporti di genere nel discorso dominante in Cina di Dai Jinhua. Intellettuali, Stato, media e ideologia neoliberale in Cina di Dai Jinhua Le Edizioni Punto Rosso pubblicano in italiano i Chaiers di Alternatives Sud del Centro Tricontinentale di Louvain-la-Neuve (Bruxelles) e diretti da F. Houtart. I quaderni di Alternatives Sud hanno lobiettivo di far conoscere il pensiero e le analisi del Sud sui rapporti sociali mondiali e sullevoluzione delle societ del Sud. La parola Alternatives indica una prospettiva diversa rispetto a quella delleconomia dominante nella fase attuale di ristrutturazione dellaccumulazione capitalistica con le sue conseguenze sociali, politiche, culturali. La parola Sud sostituisce linadeguata espressione Terzo Mondo. Collana Quaderni di Alternatives Sud, pp. 160, 11 Euro. ISBN 88-8351-063-1

AQUI MANDA EL PUEBLO! Chiapas: resistenza e autonomia dai caracoles zapatisti


Testi di: Miguel Alvarez Gndara - Marta Duran de Huerta - Giunta del Caracol di Morelia - Magdalena Gmez - Onsimo Hidalgo Dominguez - Mani Tese Lucca - Emilio Molinari - Carlos Montemayor - Miguel Pickard - Pablo Romo - Don Samuel Ruiz Garcia - Jorge Santiago Santiago - Serapaz
"Qui comanda il popolo e il governo obbedisce". I protagonisti del conflitto chiapaneco, e gli osservatori pi attenti, raccontano la storia e le caratteristiche della ribellione che svegli il mondo e che si trova ancora intatta a rinnovare sfide e ad accendere gli animi di milioni di persone unite nel grande movimento contro la globalizzazione neoliberista. Fotografie di volti coperti, che incarnano una proposta politica diversa, capace di rinnovarsi anche a distanza di 12 anni col nuovo slancio della VI Dichiarazione della Selva Lacandona. I concreti sentieri dell'autonomia che centinaia di migliaia di indigeni costruiscono quotidianamente in mezzo al silenzio dei grandi media, esempio di resistenza e di affascinante alternativa. L'esperienza di un dialogo fra due mondi che propongono un modo di fare solidariet che parte dal basso e cammina verso la dignit e la giustizia dei popoli.

Formato 21x26, pp. 296 - 100 foto, 25,00 - ISBN 88-8351-052-6

SAMIR AMIN

PER UN MONDO MULTIPOLARE In appendice l'Appello di Bamako


Il momento attuale della globalizzazione caratterizzato dallemergere dellimperialismo collettivo della Triade, composta da Stati Uniti, Europa e Giappone, attraverso la quale si esprime la solidariet fondamentale del capitale dominante. Contemporaneamente, attraverso il controllo militare del pianeta, gli Stati Uniti subalternizzano i loro alleati per costruire un mondo unipolare. I popoli non possono avanzare i loro progetti di progresso sociale e di democratizzazione se non contrapponendosi al progetto di Washington e cercando di imporre la ricostruzione di un mondo multipolare. In questa prospettiva, il libro analizza gli ostacoli e i dilemmi che interpellano il movimento mondiale. LEuropa sar in grado di rompere con latlantismo e con la sua subalternit agli Stati Uniti? La Cina riuscir a perseguire il suo sviluppo sulla base di un socialismo di mercato, nonostante la sua adesione al Wto conprometta le sue potenzialit? Il Sud riuscir a ricostruire una sua autonomia e alleanza allaltezza della sfida in corso? La prospettiva multipolare richiede una riforma radicale dellOnu che qui formulata nello spirito del rispetto della sovranit dei popoli e della democratizzazione della societ. Questa analisi evidenzia le interdipendenze che legano le opzioni politiche e sociali, peculiari delle diverse nazioni e regioni del mondo, con le loro implicazioni geostrategiche.

Collana libri/FMA n. 14, pp. 234, 12 Euro

GLOBALIZZAZIONE E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE


Atti del corso sulla cooperazione organizzato dalla Provincia di Milano - Assessorato alla pace e alla cooperazione, in collaborazione con la Libera Universit Popolare e lAssociazione delle Ong Lombarde (gennaiogiugno 2005) Saggi di: Gildo Baraldi, Andrea Baranes, Guido Barbera, Davide Bazzini, Augusta Borghi, Giampaolo Calchi Novati, Marco Capodaglio, Francesco Castelli, Janiki Cingoli, Ada Civitani, Jos Luiz Del Roio, Fabrizio Eva, Fabiana Folloni, Giorgio Garelli, Maria Gatti, Giordano Golinelli, Silvia Jelmini, Gian Paolo Morelli, Isidoro Mortellaro, Mauro Perini, Lele Pinardi, Giuseppe Pirola, Elena Pisano, Rosa Riboldi, Carla Ricci, Maurizia Russo Spena, Raffaele K. Salinari, Roberto Savio, Javier Schunk, Lorenzo Sola, Andrea Stocchiero, Luigi Vinci, Alberto Vitali, Angelo Zorzoli Collana Libri/FMA n. 15, 12 Euro Il libro stato realizzato con il contributo della Provincia di Milano - Assessorato alla Pace e alla Cooperazione Internazionale

IL DIRITTO ALLA SALUTE


a cura di Fulvio Aurora e Erminia Emprin Gilardini
Il libro prova a definire una alternativa credibile all'antitesi tra la "libert del mercato" e "l'opprimente burocrazia dello stato", in cui il diritto alla salute per tutti si coniughi con il diritto di ognuno ad essere preso in carico individualmente dal sistema sanitario nazionale. La necessit di garantire il carattere pubblico del sistema sanitario si coniuga quindi con la necessit di garantire l'individualizzazione delle prestazioni. Per questo si propone che la programmazione pubblica si intrecci con il controllo sociale sulla macchina sanitaria: per questo si propone che la gestione statale si integri con meccanismi di controllo che incorporino la partecipazione dei cittadini, che valorizzino le mille esperienze di organizzazione e di autotutela a cui il popolo dei cittadini ha dato vita in questi anni. Alla barbarie di uno stato succube del mercato si contrappone una socializzazione dello stato, un processo di partecipazione dal basso che possa correggere i burocratismi statali e determinare il pieno rispetto dell'individuo dentro il processo di prevenzione, di cura e di riabilitazione.

Questo libro stato realizzato dal Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea - Area tematica Lavoro e Diritti sociali. Con il contributo di: Gruppo consiliare del Prc - Regione Emilia Romagna; Gruppo consiliare del Prc - Regione Piemonte; Gruppo consiliare del Prc - Regione Toscana Le autrici e gli autori: Fulvio Aurora, Franco Berrino, Marco Caldiroli, Silvana Cesani, Luciano Cristaldi, Patrizia Dicaccamo, Erminia Emprin Gilardini, Paolo Fierro, Walter Fossati, Matteo Gaddi, Julian Tudor Hart,

Paolo La Marca, Andrea Micheli, Angelo Minghetti, Mauro Perino, Francesco Piobbichi, Dorino Piras, Nicoletta Pirotta, Roberto Polillo, Elio Rossi, Gabriella Stramaccioni, Pippo Torri, Mario Valpreda, Arduino Verdecchia, Anna Villarini. Introduzione di Paolo Ferrero. Coedizione Punto Rosso / Carta, pp. 360, 12 Euro

FABRIZIO GIOVENALE

LA RISALITA
Oltre che libro di indagine sul degrado ambientale globale, La Risalita pu essere considerato un semplice e lineare manifesto per il nuovo governo dell'Unione. Un auspicio, una speranza, una necessit. Il mondo sta andando per il verso sbagliato. Sembra che non ci sia la possibilit di sopravvivenza per la nostra specie. A meno che non si cambi paradigma rispetto a quello imposto dal mercato e da un'idea perniciosa di sviluppo e si cominci ad occuparci di fatti concreti: l'acqua, l'aria, le risorse, la flora, la fauna. A preoccuparci della salute del mondo. Per il futuro. Fabrizio Giovenale con parole facili ci indica la strada possibile dopo l'ubriacatura della "Terza via" in parte svanita, ma sempre incombente. Quella che partendo dalla forza di coscienza del limite delle risorse mette il primato sulle motivazioni ambientali. I beni comuni sono di tutti e devono bastare per tutti. Il libro indica sinteticamente, come una mappa che offre ai nuovi governanti, gli elementi programmatici di una piattaforma alternativa che si nutre di ciclo corto, di isole urbane, di salvaguardia della superficie agraria nazionale, rimboschimento, risparmio idrico ed energetico, ma soprattutto di nuova cultura e di "educazione permanente" per re-imparare sobriet e cooperazione.

Fabrizio Giovenale urbanista. Decano della vecchia guardia ambientalista, quella di Aurelio Peccei, Laura Conti, Antonio Cederna. Gi vicepresidente di Italia Nostra, tra i fondatori di Legambiente. Autore di saggi sulle politiche territoriali e ambientali: Come leggere la citt, 1977; Il tempo delle vacche magre, 1981; Nipoti miei, 1995; Rapporti uomo-Terra: che cosa cambiato, ottobre 2005 (in Accadde domani a cura di G. Prestipino e T. Serra, ed. Aracne). Ha collaborato a "Paese Sera", "Il Manifesto", "Avvenimenti". Scrive su "Liberazione", "La Nuova Ecologia", "QualEnergia". pp. 160, 10 Euro

PIETRO MITA

LO ZINGARO E IL COMUNISTA Ritratto di Pietro Al


Una vita nomade quella di Pietro Al. Militante di base, instancabile organizzatore politico nella sua Puglia degli anni 70. Senatore della Repubblica. Impegnato in forme nuove di militanza nellet del precariato diffuso, alla ricerca di un rapporto inesplorato tra politica di movimento e riflessione teorica nella Roma di inizio millennio. Proprio le generazioni di giovani che oggi si ribellano al neoliberismo possono leggere questo libro come il racconto di uno simile a loro, che ha provato a cambiare il mondo. E anche un libro sulla Puglia. Sulle contraddizioni, sulle aspettative e sulle lotte che hanno attraversato questa regione negli ultimi 40 anni.

Pietro Mita, per decenni insegnante di scuola media superiore, ha sempre conciliato lattivit politica e limpegno nella scuola pubblica italiana. La contestazione del 68 lo vide protagonista nellUniversit di Lecce e nella societ pugliese. Negli anni 70 partecip a diverse esperienze di movimento e di organizzazione politica nella nuova sinistra. E stato promotore di numerose iniziative culturali ed ambientaliste. Eletto Deputato nel 1992 per Rifondazione Comunista, nella Commissione Cultura della Camera, si occup di informazione radio-televisiva, Beni Culturali e Pubblica Istruzione. Sindaco di Ceglie Messapica fino al 1999 e dirigente nazionale dellANCI (Associazione Nazionale Comuni dItalia). Attualmente Consigliere Regionale in Puglia per Rifondazione Comunista. Novit Edizioni Punto Rosso, pagg 160, 10 Euro

ERNESTO SCREPANTI

IL CAPITALISMO Forme e trasformazioni


Il modo di produzione capitalistico non riducibile alla propriet privata dei mezzi di produzione. La storia cinsegna che ci pu essere sfruttamento capitalistico anche in sistemi in cui la propriet privata non svolge alcun ruolo nel controllo del

processo produttivo. Abbiamo dunque bisogno di una teoria generale che riesca a dar conto anche del capitalismo di stato, del capitalismo corporativo e di altre forme ancora, oltre che di quello classico. La prima parte del libro propone la costruzione di una tale teoria generale partendo dalla tesi che listituzione fondamentale del capitalismo il lavoro salariato, cio la relazione contrattuale che genera il comando capitalistico nel processo produttivo. La seconda parte del libro affronta vari temi del dibattito sul capitalismo contemporaneo, dal postfordismo alla globalizzazione alla disoccupazione di massa. Dopo aver criticato varie opinioni correnti, propone uninterpretazione delle trasformazioni attuali del capitalismo come determinate dai movimenti di lungo periodo del conflitto di classe fondamentale e delle scelte politiche del grande capitale multinazionale. Conclude offrendo una spiegazione degli attuali processi di mondializzazione come manifestazioni di una forma nuova di imperialismo, limperialismo globale.

Ernesto Screpanti insegna Economia Politica allUniversit di Siena. Tra le sue pubblicazioni recenti sullo stesso tema si segnala The Fundamental Institutions of Capitalism, Routledge, Londra 2001. Collana Il presente come storia - pp. 184, 13 Euro - ISBN 88-8351-054-2

EUROPA, DOVE VAI? Dalla crisi del percorso liberista della costruzione europea alle prospettive alternative
Saggi di Luigi Vinci, Franco Russo, Isidoro D. Mortellaro, Lidia Menapace, Andrea Ricci, Roberto Musacchio, Mario Agostinelli, Marco Bersani Formato 11x16, pp 144, 8 Euro, ISBN 88-8351-051-8
Dopo la bocciatura della Costituzione europea ad opera dei referendum popolari di Francia e Olanda, eventi che denotano la crisi profonda del percorso liberista della costruzione europea e non un arretramento nazionalistico e di destra, quali prospettive alternative si aprono per un processo di unit europea basato sulla democrazia partecipativa reale e sui bisogni fondamentali delle popolazioni? E quali le analisi e le proposte di una sinistra alternativa all'altezza della sfida sociale e politica in campo?

GIOVANNI VIANSINO

IMPERO ROMANO - IMPERO AMERICANO Ideologie e prassi


E possibile la comparazione tra lImpero Romano e lImpero Americano? Il libro mostra come questa comparazione fatta dagli intellettuali di Bush sia solo un prodotto ideologico con lo scopo di legittimare un dominio tuttaltro che simile a quello antico dei romani.

Novit, pp. 198, 12 Euro

STEFANO CALZOLARI - MIMMO PORCARO

L'INVENZIONE DELLA POLITICA Movimenti e potere


Quali sono le pi importanti novit introdotte dal "movimento dei movimenti" nel pensiero e nell'azione politica? E' possibile restare fedeli a queste novit e, nello stesso tempo, trovare la strada d'una maggiore continuit e di una maggiore efficacia, evitando sia l'ossessione per il potere di Stato che la retorica del "sociale"? E, ancora, quanto siamo di fronte a novit reali e quanto invece a indicazioni urgenti per un pensiero della politica all'altezza dei tempi che ancora non c'? Con tagli teorici che si incrociano e si differenziano i due saggi contenuti nel volume iniziano a rispondere a questi problemi che sono all'ordine del giorno.

Novit. pp. 664, 15 Euro

RAFFAELE K. SALINARI

RE-ESISTENZA CONTRO SOPRA-VIVENZA - SECONDA EDIZIONE Tredici affermazioni di liberazione dallImpero-fattuale


"Questo un saggio di critica del bioliberismo. Tutto ci che vi si critica dunque intimamente connesso al nostro essere. La lotta politica e quella interiore si riflettono reciprocamente, dato che l'avversario parte di noi. Chi presume di essere gi nel numero dei "re-esistenti" non lo legga. Chi invece intuisce di essere a cavaliere tra le due concezioni opposte dell'essere ci trover - spero - argomenti di riflessione".

La fase imperiale realmente operante vede contrapporsi due espressioni del vivente radicalmente distinte. Da una parte lottanto i Re-esistenti: nati per creare l'Evento Unico della liberazione, essi affermano il libero dispiegarsi di ogni espressione-di-vita, la loro necessit di perseguire il gioco dell'appartenenza ad un sistema-mondo di relazioni che si riconosce nel "rispetto del destino di tutti". Ad essi si oppongono i Sopra-viventi, gli adepti del potere gerarchizzante, i servi dell'Impero-fattuale. Il loro scopo quello di sequestrare la possibilit della liberazione totale reificando la vita. Alienando il vivente da se stesso essi cercano di impedirne la liberazione perch non possono riprodursi che all'interno di un sistema imperiale nel quale, alcune espressioni-di-vita, letteralmente sopra-vivono ad altre. In tredici affermazioni l'autore delinea un "percorso insurrezionale" giocato sulla creazione istantanea di un "tempo nuovo", consapevolmente libero dai condizionamenti imperiali. E' il tempo dell'Orizzonte degli Eventi, nel quale la liberazione si materializza istantaneamente per chi in grado di "far insorgere consapevolmente il proprio amore".

Coedizione Punto Rosso/Carta, pp. 160, formato 11x16,5, 8 Euro, ISBN 88-8351-048-8 Raffaele K. Salinari nato a Zurigo nel 1954. Medico-chirurgo, ha lavorato per oltre venticinque anni nelle Nazioni Unite e in diverse Organizzazioni Umanitarie in Africa, Asia e America latina. Autore di numerosi saggi sulle tematiche della cooperazione internazionale allo sviluppo, docente di Diritto della cooperazione nelle Universit di Bologna, Parma e Urbino. Presidente della Federazione Internazionale Terre des Hommes e membro del Consiglio Internazionale del Forum Sociale Mondiale. A cura di IMMA BARBAROSSA E SIMONA RICCIARDELLI

LA ROSA E LE SPINE
Atti del seminario internazionale su Rosa Luxemburg. Napoli, Bagnoli, Citt della Scienza, 4 dicembre 2004 Presentazione di Scipione Semeraro, intervento di Fausto Bertinotti. pp. 144, 10 Euro

Edizioni Punto Rosso Via G. Pepe 14, 20159 Milano Tel. e Fax 02/875045 02/874324 edizioni@puntorosso.it www.puntorosso.it

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Offerta promozionale del Punto dincontro Einaudi Electa di Wanda Tosi per associati e simpatizzanti di Punto Rosso
Un punto d'incontro ormai consolidato nella realt milanese e della sinistra, con cui collaboriamo da molto tempo e che rischia di non esserci pi per le solite difficolt economiche di chi vive di libri. Una pizza e unuscita al ristorante in meno e qualche libro in pi. Non arricchite noti evasori fiscali, non aggravate le gi precarie condizioni ambientali di Milano (una citt letteralmente data in pasto, oltre che ai Suv, ai fuoristrada, alle auto, ecc., alle attivit commerciali, soprattutto bar, ristoranti, happy hour, ecc.). Si propone alle compagne e ai compagni iscritti al Punto Rosso, il libro da poco uscito di Pietro Ingrao, Volevo la luna, Einaudi a 15,00 anzich a 18,50 e quello di Rossana Rossanda, La ragazza del secolo scorso, Einaudi a 15,00 anzich a 18,00. Su tutti i libri c comunque sempre lo sconto del 15% ed possibile usufruire di particolari campagne e promozioni attraverso la formula Conto Aperto: a partire da 25 al mese si possono comperare i libri desiderati, e ricevere un omaggio, sempre in libri Einaudi, a scelta, dal 10 al 15% sul valore acquistato. Ricordiamo le Grandi Opere in estinzione: Storia del marxismo, Storia dItalia, Annali, Storia dellItalia Repubblicana, Storia dEuropa, Dizionario della Resistenza, Millenni e Pliade. Di prossima uscita il I volume del Dizionario del Comunismo. Agente Wanda Tosi

Punto dincontro Einaudi - Electa Via Volta 20, 20121 Milano


Tel.02/6572082 - Tel/fax 02/6592278 - puntodincontro@libero.it Orario: 9.30 - 13; 15.30 - 19 da luned a sabato

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Una richiesta da Cagliari a Punto Rosso
From: "su dotori" dr.drer@email.it Ciao! Scusaci l'intromissione nella vostra casella di posta. Ti rubo solo alcuni minuti. Non ci conosciamo ma ritengo che ci siano dei valori di fondo che ci uniscano. Siamo una band musicale di Cagliari. Facciamo musica rap e ragga e cantiamo in sardo e in italiano. Cantiamo dell'oppressione e dell'ingiustizia, della nostra terra e dei popoli fratelli, dell'antifascismo coerente, dell'atrocit della guerra e della grande forza delle lotte popolari. Tutto con parole molto semplici. Sin dagli anni 90 siamo ospiti fissi nelle festa dell'Unit, di Liberazione, feste di solidariet e feste militanti varie sia a Cagliari che un p in tutta l Isola. Ti fai un'idea di noi visitando il nostro sito web www.crcposse.org. Vengo al dunque e ti chiedo un favore. Alla pagina web http://www.crcposse.org/sar/crcposse.audio.htm si pu ascoltare e scaricare gratuitamente la nostra musica. Perch non diffondi questo indirizzo web a tutti i vostri amici e compagni, i giovani, i giovanissimi e anche i meno giovani? Abbiamo creato il sito proprio per diffondere la nostra musica gratuitamente, in modo che tutti possoano accederci. Sono certo che farebbe piacere a qualcuno/a tra i vostri compagni e di sicuro fai un grande favore a noi, diffonendo la nostra musica in maniera orizzontale e gratuitamente, cos come da nostre scelte politiche. Aj! Grazie dell'attenzione e del tempo che ci hai dedicato. Saluti dr.drer & crc posse
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