Vous êtes sur la page 1sur 43

Storia della geografia e delle esplorazioni Prof.

: Astengo Appunti presi alle lezioni 7-10-03 Trattando delle esplorazioni, analizzeremo vari modi di esplorare i territori vicini e lontani; tra i primi che si cimentarono nelle esplorazioni vi sono sicuramente arabi e cinesi. Gli arabi conoscevano bene il Mediterraneo e le sue coste spagnole, nord-africane e medio-orientali; i cinesi invece dopo alcuni viaggi abbandonarono i loro tentativi ritenendo disagevole il contatto con i Barbari. Metodi che risultano abbastanza differenti da quelli usati dagli Europei, dallantichit fino a tempi relativamente moderni. Analizzando le conquiste europee e i tentativi di uscire dallEuropa inevitabile fare riferimenti al Mar Mediterraneo: innanzitutto un mare da cui difficile uscire, poich i suoi due sbocchi principali, Gibilterra e Dardanelli, presentano una corrente che spinge (tra i 2 e i 4 nodi) allinterno di esso. Quindi sia dal Mar Nero che dallOceano Atlantico si instaura una corrente che spinge verso il Mar Mediterraneo, per cui difficile uscirne (poich la corrente spinge nel verso contrario a chi sta uscendo). I venti che prevalgono soffiano da N-W, ma frequente che si mischino a venti locali che soffiano da N.; questi fattori rendevano la navigazione abbastanza difficile e veniva effettuata solo in buona stagione (sar cos fino al Medioevo). Inoltre nella navigazione venivano evitate le coste del Nord-Africa poich presso di esse si trova una corrente anti-oraria di circa 1-1.5 nodi. Analizzando le fotocopie: 1) presente unindicazione (o incisione) rupestre, con scene di vita quotidiana. Sembra rappresentare una sorta di catasto, con lindicazione delle vie, delle case (alcune aggiunte posteriormente); ritorna il mito della scala, alcune case la possiedono come accesso ai piani superiori, mentre una posizionata come a significare un accesso allaldil, o forse indica una continuazione della cartina. E difficile per chiamare carta questo documento, perch per farlo bisogna avere una certa quantit di notizie anche sul popolo che lha prodotta, cosa che in questo caso manca. Una carta non universale perch ogni popolo crea le proprie e le notizie sul popolo sono dunque fondamentali. In questo caso si tratta della popolazione dei Camuni di cui abbiamo davvero poche notizie. Da essi possiamo passare poi ai Sumeri (e alle popolazioni Mesopotamiche) intorno al V millennio a.C. e agli Accadi nel III il cui re amava farsi raffigurare e in una di queste raffigurazioni, in una statua per la precisione, viene ritratta una tavoletta, su cui vi una pianta geometrica in scala (forse di un palazzo o di una citt). 2) Viene rappresentato il mondo allora conosciuto. Vengono riprodotti vari luoghi, alcuni senza i nomi, solo sapendo che l si trovava un luogo, e poi alcuni settori esterni rappresentanti il cosmo secondo i Babilonesi. Cera ancora la convinzione che la Terra fosse piatta e cos sar fino a Pitagora. Sar proprio Pitagora e poi i suoi discepoli a diffondere lidea di una Terra sferica. 3) Il mondo secondo gli Egizi. Vengono riportate tre brevi diciture, Nut, Shu e Keb. Shu sarebbe il padre, Nut e Keb rispettivamente sorella e fratello. Il mondo secondo gli antici egizi inizialmente sarebbe stato costituito da Nut e Keb sdraiati luno sullaltra, il che avrebbe impedito la vita. Ad un certo punto per arriv Shu, il padre, che solleva Nut e allontana Keb, e permette cos lo sviluppo della vita. Tornando alle popolazioni che si sono avventurate in esplorazioni, non possiamo tralasciare gli Egiziani: essi erano un popolo piuttosto sedentario e questo viene testimoniato in molte occasioni. Erodoto ci testimonia per una spedizione ordinata da un Faraone intorno al 600 a.C., per

circumnavigare lAfrica. La spedizione, che da ascrivere per vari motivi pi ai Fenici che non agli Egiziani, comunque rispett le fermate per semine e raccolti e si dice che impieg circa 3 anni per compiere il viaggio. Una durata abbastanza ridotta e che sembra improbabile anche ad Erodono stesso, il quale per ci fornisce un dato che, se per lui screditava del tutto la spedizione, a noi invece d motivo di credere che sia stata effettuta veramente, poich ci dice che i marinai, una volta giunti presso le coste meridionali dellAfrica vedevano il Sole alla propria destra. Una cosa per lui impensabile viste le scarse conoscenze in merito, ma che per noi rappresenta la prova dellavvenuta spedizione, poich la nave si trovava nellemisfero boreale. Gli Egiziani navigavano nel Nilo e nel Mar Rosso ma raramente si avventuravano fuori dei territori da loro conosciuti e/o controllati. Importavano materie e prodotti sia dallAfrica che dal MedioOriente ma erano per lo pi sedentari. Ci non imped loro di sviluppare ottime qualit cartografiche, in quanto ne necessitavano spesso per via delle piene del Nilo. Inoltre creavano piante immaginarie per il Regno dei Morti. Grandi navigatori nel Mediterraneo furono invece i Cretesi, che per primi stabilirono le rotte verso le coste e verso alcune isole come Melo e Cipro, e verso lEgitto stesso. Cipro deriva dal greco cio rame, da cui si capisce limportanza dellisola. Bisogna anche notare cosa si intendeva una volta per attracco in un porto: oggi abbiamo una certa idea legata al porto, ma una volta arrivare in un porto voleva dire arrivare su una spiaggia sabbiosa e tirare in secco la nave per metterla al sicuro. Dopo i Cretesi fiorir la civilt Micenea. Anche Omero, nella Grecia antica e non classica, ci d segnali di una certa padronanza delle conoscenze geografiche e nautiche, come ci testimonia lui stesso nel canto III dellIliade, in cui parla dellesistenza di popoli lontani o di climi particolari. Forse lui non era molto esperto circa largomento, forse inventa anche un po, quello che per certo conosceva era il mondo greco e quello circostante. Documenti allegati: 3 fotocopie. 1) Roccia dei campi di Bedolina 2) Tavoletta di Nuzi 3) Carta Cosmografica (XXX Dinastia, 350 ca a.C.) --------------------------------------------------------------------8-10-03 Intorno al 400 a.C., abbiamo testimonianze di viaggi ed esplorazioni tramite i racconti di Erodoto. Egli si stupisce di coloro che hanno ridotto il mondo in sole tre parti, ovvero Africa, Asia ed Europa; riteneva inoltre che lEuropa da sola fosse pi lunga di Asia ed Africa messe insieme. Come abbiamo gi visto precedentemente, Erodoto ci racconta della spedizione egiziana per circumnavigare lAfrica. Grande importanza nella colonizzazione e nella navigazione del Mediterraneo va attribuita per ai Fenici, i quali fondarono colonie in Sicilia e nel Nord-Africa, tra cui la pi importante fu sicuramente Cartagine, centro culturale fenicio. Cartagine commerciava con una piccola cittadina della costa spagnola vicino a Cadice, Tartesso: era una cittadina molto prospera ed importante per i commerci che in essa si potevano svolgere. Infatti l arrivava lo stagno dalle cosiddette Isole Cassiteridi, isole immaginarie che in realt si riferivano alla zona della Cornovaglia. Lo stagno aveva una grande importanza soprattutto se legato al rame dalla cui fusione si otteneva il bronzo. Tartesso quindi era importante come centro di scambi e i Fenici sembravano averne il monopolio. Questo fino a che non si intromisero i Greci che cominciarono a trafficare anche loro con la cittadina di Tartasso la quale per rappresaglia fu distrutta dai Fenici. Oltre allo stagno, unaltra materia decisamente importante: lambra, proveniente dal Mar Baltico. Questa materia aveva un grosso vantaggio, cio poter essere trasportata per via terrestre, cosa che non poteva avvenire per tutte le materie, visto che alcune necessitavano di altri tipi di trasporto. Un commercio importante sar quello legato alle spezie, provenienti in gran parte dallAsia. Le spezie erano importanti anche perch nellantichit non vi era modo di conservare i cibi e le carni, e le spezie venivano usate proprio a questo scopo.Unaltra colonia molto importante nel bacino del Mediterraneo Massalia (Marsiglia) che per greca. Tornando ancora una volta ai Fenici, intorno

al 500-480 a.C. essi conobbero il loro periodo di massimo splendore, anche per quanto riguarda le esplorazioni. Successivamente a questi anni verranno sconfitti dai Greci e di conseguenza ridimensionati. Per quanto riguarda invece i viaggi di cui ci giunta notizia, si parla di un certo Annone Cartaginese in una stele: avrebbe compiuto una spedizione di circa 60 navi con pi o meno 30000 uomini ma erano logicamente troppi per il numero di navi a disposizione. Si ipotizzato dunque che vi fosse un errore nella cifra, ma anche 3000 sembra impossibile in quanto sarebbero stati troppo pochi. Comunque a prescindere dalle cifre, in questo viaggio dovrebbero essere state fondate alcune colonie sulla costa africana ma il racconto incompleto e non sappiamo come and a finire. I viaggi come si sa non vengono fatti solo a scopo esplorativo ma anche e soprattutto a scopo commerciale, e cos sempre pi si verific in passato che il destinatario andasse a prendersi le merci cos da eliminare lintermediario e pagare di meno. E questo il caso di Imilcone nel suo viaggio verso la Cornovaglia che non completer perch spaventato dalla nebbia. Parallelamente alla caduta Cartaginese si assiste allo sviluppo greco, sia in ambito coloniale che in quello delle rotte commerciali. Si dice che il primo greco a varcare le Colonne dErcole sia stato Coleo di Samo. I greci sono pi portati a rappresentare i dati geografici: proprio in Grecia che si sviluppa lidea di un cosmo inteso come un tuttuno che governa il mondo e dunque conoscendolo si pu conoscere luniverso. I greci devono molte delle loro conoscenze a contatti con popolazioni vicine e lontane, in particolare con i Persiani. Essi conoscono una grande espansione con Ciro I e Ciro II, ma soprattutto con Dario. Ciro II sar colui che dar la maggior espansione alla Persia, mentre il suo successore Cambise cercher di espandere i domini verso Sud. Ma con Dario che si osano le conquiste maggiori, ovvero quelle verso Nord (dove stavano gli Sciti) e verso Ovest (la Grecia). Gli Sciti per combattere i Persiani usano le tecniche proprie delle popolazioni russe, cio ritirarsi verso linterno distruggendo tutto ci che trovavano in modo da lasciare il nemico senza rifornimenti. Nel tentativo di conquistare la Grecia, Dario subir perdite immani, cos come i suoi successori Serse ed Artaserse. Poi fra Greci e Persiani verr stipulata una pace intorno al 450 a.C., e si assister a scambi culturali fra i due popoli, scambi grazie ai quali abbiamo notizie su altri popoli, come quello indiano che ci viene descritto da un certo Ctesia. Sempre in questo periodo, intorno al 500 a.C., si hanno notizie di rappresentazioni del mondo che per a noi non sono giunte. Il primo a costruire una carta sarebbe stato Anassimandro, un filosofo greco, ma si hanno solo notizie poche certezze. Seguente ad Anassimandro, dovrebbe trovarsi Ecateo, sempre nel tentativo di costruire una carta, che secondo gli storici sarebbe stata realmente prodotta. Infatti tramite le poche notizie a disposizione, gli esperti sono riusciti a rielaborarne un modello, rappresentante una Terra piatta, idea che ormai al tramonto proprio in questi anni. Documenti allegati: 2 fotocopie. 4): Itinerari fenici e cartaginesi 5): Rappresentazioni del mondo (Omero, Ecateo, Erodoto, Dicearco, Eratostene) 9-10-03 Come accennato nella lezione precedente, il primo mappamondo di cui abbiamo qualche certezza dovrebbe essere quello di Ecateo (forse prima di lui Anassimandro). Il mappamondo altro non che la rappresentazione in piano di tutta la superficie terrestre. Si confonde spesso con un altro termine, globo. In Ecateo possiamo osservare una bipartizione del mondo abitato: Asia ed Africa che sembrano un tuttuno e poi lEuropa. Successivamente si passer ad una tripartizione, con Asia, Africa ed Europa, e questa concezione durer fino al Medioevo. Si dice che quando Colombo scopr lAmerica sapeva bene di essere in una quarta parte del mondo ma non avrebbe osato dirlo per paura dellInquisizione. Lo far invece Vespucci. Tornando alle rappresentazioni del mondo, Erodoto ce ne d una che probabilmente non apparteneva a lui stesso poich non c nessuno che parli di Erodoto in termini di cartografo: ebbene in quella carta compaiono Asia ed Europa

confinanti sul Tanai (oggi il Don) mentre il Nilo stabiliva il confine tra Europa ed Africa. Intorno al 300 a.C., Dicearco disegn una carta in cui erano presenti due linee, una N-S, laltra E-W. Il centro della sua carta, dove si incontravano le linee, erano Rodi. E un primo abbozzo a quello che poi sar il sistema dei meridiani e dei paralleli. Chiudendo largomento relativo alle rappresentazioni, vediamo di tornare sulle spedizioni: nel 326 a.C., Alessandro Magno cominci una spedizione punitiva contro i Persiani; coinvolger tutta la Grecia non solo la Macedonia. Durer circa dieci anni, nei quali sconfigger pi volte i Persiani, conquister lEgitto, raggiunger la Palestina, le sponde del Mar Caspio, i fiumi Oxes e Jaxates, e infine arriv fino in India, dove sconfisse il raja che si offr di governare come sotto il suo potere. Alessandro arrivato fino alle sponde dellIndo, ma sa di un altro grande fiume sempre su quel territorio, il Gange, ma non lo raggiunger mai, poich dopo dieci anni di campagna militare i soldati si rifiutarono di appoggiarlo chiedendo di tornare in patria. Ormai per Alessandro aveva assimilato i costumi Persiani, parla dei popoli conquistati come fossero i suoi. Nel tornare indietro Alessandro morir improvvisamente nel 323 a.C., e da quel momento in poi il suo regno andr in rovina e verr diviso in pi parti. I risvolti geografici furono molto importanti, poich si fece finalmente luce su quelle che erano le reali dimensioni dellAsia, sullorografia (catena dellHimalaya), sul fenomeno delle maree fino ad allora sconosciuto, nonch scoperte di tipo biologico come i grossi cetacei dellOceano Indiano. Entrarono in gioco i cosiddetti bematisti coloro i quali si occupavano di misurare le lunghezze dei tragitti svolti, in modo da avere una certa quantit di informazioni. Queste informazioni vennero utilizzate da uno studioso del tempo, Eratostene di Cirene, il quale le rappresent su carta. Lo stesso Eratostene misur per primo la lunghezza della circonferenza terrestre, con poche informazioni che seppe per utilizzare al meglio: egli infatti sapeva che a Siene (lodierna Assuan) in una giornata durante la stagione estiva, il sole non gettava ombra da una colonna, mentre lo stesso giorno ad Alessandria il sole gettava ombra. Calcol quindi la misura dellangolo ad Alessandria, conosceva le distanze tra i due luoghi, e tramite una proporzione, riusc a stabilire un valore della circonferenza terrestre di soli 40000 km sbagliato. Successivamente, si ciment nellimpresa un certo Posidonio, che us un metodo simile: calcol langolo che una stella creava in un luogo preciso (?) mentre a Cipro la stella era visibile allorizzonte. La misura risult di circa 1/3 inferiore a quella reale, ma sar comunque accettata per secoli (fino a Colombo) a scapito della misurazione di Eratostene che invece era quella giusta. Un altro viaggio di cui abbiamo notizia quello compiuto da Pitea di Marsiglia, un greco, intorno al 300 a.C.; effettu un viaggio nel Nord-Europa e circumnavig lInghilterra, arrivando a toccare le coste Scandinave per addentrarsi fino nel Baltico, alla ricerca dellambra. E a partire da questa esplorazione che si stabil la forma pressoch triangolare per lInghilterra. Nel corso del viaggio, Pitea identific un posto col nome di Thule: non sappiamo a quale luogo si riferisse, sappiamo solo che era situato molto a Nord. Eratostene nella sua rappresentazione tenne conto anche della spedizione di Pitea. Facendo un salto storico fino ai Romani, troviamo un mondo molto pi pragmatico. Dellet romana sappiamo che luso delle misure del terreno era molto frequente, soprattutto quando venivano fondate nuove colonie. Stabilirono due linee nelle citt, il cardo e il decumano, che costituivano lossatura centrale della citt, da cui si sviluppavano poi le zone periferiche. Anche i Romani costruirono rappresentazioni grafiche, si dice ad esempio che Agrippa ne avesse fatta incidere una nel marmo per metterla nel Foro. Sempre al periodo romano risalirebbe un altro documento che ci giunto probabilmente in forma di copia medievale di un originale romano: la Tabula Peuntingeriana. E una carta stradale (7 metri per soli 30 cm), che sottolinea laspetto pratico della cartografia romana. Era divisa in dodici segmenti ma manca il primo (forse gi nelloriginale). La carta non in scala per cui il cartografo segna la lunghezza in miglia per ogni strada che rappresenta. Ad ogni spezzata vi sono dei nomi, apparentemente sconosciuti: non sono infatti nomi di citt ma bens di locande e stazioni dove cambiare i cavalli. La carta romana rappresenta quindi strutture pubbliche. Ci sono tre citt identificate come centri imperiali, ovvero Roma, Costantinopoli ed Antiochia, il che fa pensare che la carta risalga pi o meno al 365 d.C.

Documenti allegati: 1 fotocopia: 6) Porzione della Tabula Peuntingeriana 16-10-03 Per quanto riguarda i viaggi e le esplorazioni del passato trattiamo ancora Tolomeo e Marino di Tiro, entrambi bibliotecari ad Alessandria. Marino viene prima, il predecessore, ma di lui non sappiamo quasi nulla se non quello che ci dice Tolomeo. Sappiamo quindi che Marino aveva creato una carta totalmente deformata del mondo, in cui i meridiani erano segmenti di retta paralleli tra loro. Quello dei meridiani paralleli il primo rimprovero che Tolomeo muove a Marino, mentre il secondo riguarda lestensione del mondo: Marino, secondo Tolomeo, aveva esteso troppo il mondo abitato, dalle Canarie fino al Sinus Magnus, un golfo immaginario in Asia, per un totale maggiore ai 200. Tolomeo dice che secondo lui il mondo si estendeva invece per 180 (ma anche lui sbagliava, in realt sono 135). Tolomeo verr ricordato per le sue opere a Bisanzio, ma totalmente dimenticato a Roma. Scrisse due opere, una geografica ad una astronomica, questultima dimenticata fin da subito, salvo poi essere recuperata dagli arabi che la riportarono in Europa. Egli poneva la Terra al centro dellUniverso, ma si rese conto che gli astri avevano un moto irregolare, cosa anomala, e la spieg (o tent di farlo) con la Teoria degli Epicicli: la sua teoria geocentrica sar accettata fino al Rinascimento. Venne accettata poich poneva la Terra al centro dellUniverso, quindi era in armonia con la dottrina della Chiesa, per cui la Terra era il prodotto di Dio. Poi via via si fece strada la teoria eliocentrica, ed i promotori avevano grandi argomenti per dimostrarne la validit. Tornando comunque a Tolomeo, nella sua opera troviamo un elenco di coordinate geografiche per molti luoghi. In base ai dati riportati si possono costruire anche carte del mondo e regionali. Ci sono carte costruite in base ai suoi dati, ma sono sicuramente posteriori a Tolomeo, e alcune di esse sono conservate sul Monastero del Monte Athos, in Grecia. Infatti dellepoca di Tolomeo non c rimasto nulla. Lopera consisteva di due carte del mondo (una con 27 tavole, laltra con 60). Nel 1410 un Bizantino, Emanuele Crisalora, port con s a Roma una copia della geografia di Tolomeo. Costantinopoli era sotto i colpi degli Ottomani, ma allimprovviso questi ultimi furono attaccati dal Regno di Tamerlano, per cui furono costretti a difendersi e ad abbandonare momentaneamente lobbiettivo di Costantinopoli. Questo permise a Costantinopoli di sopravvivere per altri 43 anni. Crisalora, non fu comunque in grado di tradurre lopera di Tolomeo, la cui traduzione fu effettuta da un suo allievo e in poco tempo ne vennero prodotte una grande quantit. Si potrebbe dire con un termine moderno, che lopera di Tolomeo costitu un best-seller. Via via furono aggiunte in appendice altre tavole, dette Tabulae Novae, ovvero le pi recenti, perch pi passava il tempo e pi ci si rendeva conto che lopera non era affidabile. Con larrivo del 1500 lopera di Tolomeo non fu pi stampata. Vedremo in seguito come anche Colombo si fosse preparato ed avesse studiato la geografia di Tolomeo ma anche quella di Marino. Infatti mentre Tolomeo stabiliva unestensione del mondo di circa 180 e Marino invece di oltre 200, Colombo utilizz questultimo perch gli faceva comodo, e in base a Marino appunto stabil che in un mese di navigazione sarebbe arrivato in Asia, pensando che lestensione del continente Asiatico fosse molto pi di quella reale. Tolomeo fece anche numerose proiezioni del mondo, la prima conica, la seconda conica modificata, per non avere una brusca angolazione allEquatore (cosa che si verificava nella prima proiezione): i meridiani e i paralleli vengono arrotondati e resi convergenti. Per quanto riguarda la rappresentazione dellAsia, Tolomeo disegna un Oceano Indiano chiuso, mentre lIndia molto appiattita, con unenorme isola sul meridione (probabilmente lodierna Sri Lanka). E probabile che nel disegnare questa enorme isola, Tolomeo abbia staccato parte dellIndia trasformandola in isola. La geografia di Tolomeo venne dimenticata nellAlto Medioevo nellEuropa Cristiana; sopravvisse, come gi visto, nellEuropa Bizantina. A testimonianza che i viaggi nellantichit si svolgevano, ci sono alcune strutture come i monasteri che lo dimostrano: i monasteri costituivano posti di riposo per i viaggiatori, ed il caso ad esmpio del monastero di S.Gallo, di cui c giunta una rappresentazione. Unaltra rappresentazione del mondo ce la fornisce intorno al VII secolo d.C., Cosma Indicobleuste (cos chiamato perch era stato in India); una

delle poche rappresentazioni non sferiche, prodotte nel Medioevo, periodo storico che mantiene la visione della Terra sferica. La rappresentazione presente in unopera di Cosma stesso, e immagina che il mondo sia un baule, sul cui fondo siederebbe il mondo abitato. Le pareti e la parte alta sarebbero la volta celeste. Cosma stabilisce lo stereoma, un confine fra il mondo abitato e laldil: permette di vedere le stelle ma non ci che si trova aldil di esse, cio il Paradiso. Il mondo abitato rappresentato come quadrangolare: nella parte superiore (nel Paradiso) nascerebbero i quattro fiumi pi importanti dellantichit: Nilo, Gange (o Indo), Tigri ed Eufrate. Gli ultimi due sono certi, i primi sono dedotti. Come facessero a nascere lass e poi a discendere gi fin sulla Terra, Cosma non lo spiega. Nella rappresentazione ci sono anche i mari pi noti, ovvero Mediterraneo, Caspio e Golfo Persico. Secondo Cosma, nella navigazione non si pu mai uscire dai Golfi: come si giunga per in India senza uscire dai Golfi, Cosma non lo dice. Cosma cerca di spiegare anche alcui fenomeni naturali come il d e la notte, e d una spiegazione alquanto fantasiosa: ovvero il Sole, che gira intorno alla Terra, si nasconde dietro un monte dando origine alla notte. Stessa cosa vale nel caso delle eclissi: lombra proiettata sulla Luna sarebbe quella del monte dietro cui si troverebbe il Sole. Cosma dice di aver solo cercato di interpretare luniverso e non pretende che la sua interpretazione valga come prova scientifica. Rimanendo nel periodo dellAlto Medioevo, una navigazione da ricordare quella di San Brindano: era un monaco irlandese che ebbe notizia della Terra Promessa e decise di andarvi con alcuni fratelli. Si prepararono al viaggio con 40 giorni di digiuno (forse non era il metodo migliore), e le navi erano leggere e rivestite in pelle, tipiche navi irlandesi. Il racconto pieno di fatti miracolosi, rappresenta una sorta di viaggio di iniziazione verso il Paradiso, con varie prove da sostenere lungo il viaggio. E come se ogni prova raffigurasse un paesaggio ben preciso, ed proprio per questo che merita di essere ricordato in ambito geografico, perch si riconoscono elementi geografici propri dellOceano Atlantico Settentrionale, come Islanda, Mar Glaciale Artico, oppure elementi del paesaggio come gli iceberg. Documentazione allegata: 1 fotocopia (?) 21-10-03 Tra i grandi viaggiatori del passato troviamo senzaltro anche gli arabi: essi, cominciarono la loro conquista del Mediterraneo a partire dallEgitto, che costituiva il serbatoio di grano per lImpero Bizantino (Imperatore Eraclio). La loro espansione si estender successivamente a tutto il NordAfrica, tanto da arrivare nel 711 d.C. presso lo Stretto di Gibilterra, prima di essere definitivamente fermati nel 732. I musulmani sono portati a viaggiare anche dalla loro stessa religione, che prescrive loro di compiere nella vita almeno un pellegrinaggio a La Mecca; inoltre in ogni luogo devono sapersi orientare verso La Mecca per poter pregare. Il primo racconto che ci giunto di un viaggio quello di un certo Salab, ma si tratta di un viaggio leggendario. Si dice che il califfo avesse fatto un sogno in cui avrebbe previsto che dalla Cina sarebbe arrivate disgrazie e rovine: diede incarico dunque a questo Salab perch attraversasse tutta lAsia per giungere fino alla Muraglia Cinese e verificare se i suoi timori fossero fondati o meno. Un viaggio vero fu compiuto intorno al IX-X secolo da un mercante, di nome Suleyman: un periodo di grandi movimenti per il mondo musulmano che arriv fino allodierna Saint Tropez. Vi rimasero per circa 70 anni, durante i quali usavano compiere frequenti scorrerie nellinterno per derubare o rapire i viaggiatori. Intorno al 970 per rapirono un pezzo grosso ovvero San Maiolo, abate di Cluny, di ritorno da Roma: in quel caso i Cristiani decisero di non pagare alcun riscatto ma anzi di coalizzarsi e cacciare definitivamente i musulmani. Fu un periodo di riscatto per i Cristiani, che cominciarono a non farsi pi schiacciare dai musulmani. Alcuni sostengono che tale reazione si deve al fatto che era stato superato il fatidico anno 1000, di cui i Cristiani avrebbero avuto paura, perch temevano la fine del mondo; questa teoria falsa, perch non vero che i Cristiani attendessero la fine del mondo, magari qualcuno ma non certo la maggior parte. Infatti anche prima del 1000 si possono notare segni di questo riscatto cristiano. In ogni caso lessere venuti a contatto con i musulmani giov

parecchio al mondo cristiano e gli scambi culturali furono notevoli. Per quanto riguarda la fine del mondo ci sono tre date che erano considerate le potenziali: 1000, 1033 (mille anni dopo la morte di Cristo) e 1054 (avvenne un fenomeno astronomico, cio il passaggio di una supernova, che illumin le notti per parecchio tempo e fu interpretato come un segno del destino). Saint-Tropez, costituiva per gli arabi un posto strategico, poich partendo da l potevano facilmente insidiare le navi europee che navigavano nel Mediterraneo. Usavano navi particolari, le galere, con unautonomia di 2-3 giorni, per cui avevano il tempo di andare a cercare le navi in giro per il Mediterraneo, cosa che non potevano fare partendo dalle coste del Nord-Africa, perch avrebbero impiegato quel tempo solo per arrivare fin sulle coste europee. Quindi la cacciata dei musulmani dallEuropa continentale rese pi sicuri anche i traffici per mare. Lespansione araba volger anche verso est, come in India; i viaggiatori musulmani si muovevano per lo pi nel mondo islamizzato. Ci sono giunte parecchie testimonianze di viaggi compiuti da musulmani, tra cui uno che and a Roma, mentre un altro, partito per un viaggio, incontr un gruppo di vichinghi e si aggreg a loro finendo in Danimarca a Trelleborg, e quindi abbiamo una sua interpretazione del mondo vichingo, ovvero uninterpretazione araba del mondo nordico. Nel 1183 uno scrittore araba, particolarmente devoto, che stava a Granada, decise di effettuare il suo primo pellegrinaggio a La Mecca. Nel suo viaggio toccher molti posti, tra cui Ceuta, Alessandria, il Nilo, attravers il Mar Rosso e arriv prima a Jedda e poi a La Mecca. Nel ritorno pass da Baghdad, in Palestina (naturalmente visit Gerusalemme), and a S.Giovanni dAcri, ultima roccaforte cristiana a cadere, ed infine, una volta arrivato in Sicilia, a Messina e a Trapani, si imbarc per Cartaghena e di l fece ritorno a Granada. Per un totale di tre anni, come gi detto in precedenza. Come si potuto notare il viaggiatore musulmano ha compiuto tre lunghi viaggi per mare, tutti su nave genovese, quindi cristiana: si deduce che i viaggi per nave venivano effettuati ugualmente e tranquillamente. La navigazione, aprendo una breve divagazione, si effettuava con vela triangolare latina (molto utile nel Mediterraneo in condizioni di vento variabile); nel 1350 nel Mediterraneo per la velatura torna ad essere quadrata. Come ci si spiega tale cambiamento? La risposta molto facile: nel 1300 si diffonde la peste, che mieter milioni di vittime, si calcola quasi la met della popolazione europea, e la velatura triangolare impiegava pi uomini mentre la quadrata meno, e siccome gli uomini erano pochi, il gioco presto fatto!. Con la ripresa economica successiva alla peste, si svilupper una velatura mista ed in questo periodo che nascono le navi moderne. Tornando ai viaggi, grazie ad essi si assiste a numerosi scambi culturali e lEuropa ne usufru parecchio. Merita sicuramente un cenno anche un certo Ibn Batuta, un viaggiatore arabo che part nel 1325 e rappresenta il Marco Polo degli arabi. Egli infatti part per La Mecca, passando per il Nord-Africa: non vi giunse immediatamente poich incontr disordini in Egitto. Si diresse allora in Asia Minore, Anatolia e Mesopotamia per poi giungere a La Mecca. And successivamente in India e si ferm a Delhi dove diventer Kadhi ovvero un giudice di pace: visit anche le Maldive e venne inviato in Cina dallambasciatore di Delhi. La descrizione che ne fa molto sbrigativa, quindi non abbiamo la certezza che ci sia andato davvero, forse ha riportato solo notizie sentite qua e l, oppure potrebbe aver compiuto un soggiorno molto breve. Torn a Tangeri dopo 24 anni. Lanalogia con Marco Polo si completa con la dettatura delle proprie memorie ad un letterato esattamente come fece proprio Marco Polo. Ibn-Batuta torn nel 1349, ma a differenza di M.Polo, si rimise in viaggio a poco tempo di distanza: infatti tra il 1352-54 and allesplorazione dei regni a sud del Sahara, di cui era giunta notizia. Infatti nel 1310 aveva destato curiosit il pellegrinaggio effettuato dal Re del Mali a La Mecca: aveva al suo seguito una carovana di schiavi con tanto oro e proprio su queste informazioni su bas Ibn-Batuta nella sua ricerca. Visit proprio il Mali, e raggiunse Timbuct, la capitale del Deserto. Sorge vicino alle rive del Niger (a 30 km) ed era importante come centro commerciale, infatti da l le merci venivano poi dirottate verso il Nord-Africa. Quando ci giungeranno gli europei, troveranno una Timbuct decaduta, poich i Portoghesi le avevano tolto il commercio con il loro insediamento nel Golfo di Guinea. Documentazione allegata: 1 fotocopia Al-Idrisi: mappamondo e carte regionali

22-10-03 Nella fotocopia consegnata nella lezione precedente, si parla di un certo Al-Idrisi, che visse presso la corte del Re Ruggiero, un sovrano normanno, e scrisse anche un libro sulle conoscenze geografiche del tempo. Nel mappamondo di Al-Idrisi il Sud posto in alto. Il Nord in alto una convenzione ma non stato sempre cos: nellantichit, in Europa, si usava ad esempio lEst in alto, perch si riteneva che il Paradiso fosse in Oriente. Gli Arabi ponevano invece il Sud in alto, come nel caso di Al Idrisi. Questi mappamondi come quello di Al Idrisi, sono interpretazioni delle sacre scritture: gli Arabi interpretavano il Corano, i Cristiani la religione cattolica. E evidente dunque come linteresse delle due parti si focalizzasse maggiormente su aspetti ben distinti tra loro. Infatti, Al-Idrisi ci presenta in maniera molto chiara proprio lAsia e il Medio-Oriente, mentre lEuropa viene messa poco in risalto, poich probabilmente era in possesso di poche notizie. Nel libro scritto per Re Ruggiero, nella sezione geografica, furono proposte molte carte regionali, unite successivamente in ununica carta. Il Sud sempre posto in alto. Spostando ora il nostro ragionamento sullargomento pellegrinaggi, abbiamo gi visto come ogni buon musulmano dovesse almeno una volta nella vita compiere un pellegrinaggio a La Mecca. Ogni fede aveva ovviamente i propri luoghi di culto: i centri pi frequentati dai pellegrini erano comunque tre, cio Gerusalemme, Roma e Santiago de Compostela; questultimo luogo si trova in Galizia allestremit del mondo, presso il capo Finis-Terrae. Il pellegrinaggio a Santiago inizi pi tardi rispetto agli altri, e se ne fa risalire lorigine ad un fatto leggendario, cio la morte di S.Giacomo: si dice che esso fu sepolto proprio l dopo essere stato trovato in mare con numerose conchiglie attaccate al corpo, dovute al prolungato periodo passato in acqua. Il motivo della conchiglia diventer ricorrente nella simbologia del pellegrinaggio a Santiago de Compostela. Insomma il motivo del pellegrinaggio in questo si dovrebbe, secondo la leggenda, al ritrovamento della tomba di S.Giacomo. Con linizio dei pellegrinaggi si risvegli anche un certo risentimento contro i mori. Nel lungo viaggio verso Compostela, i pellegrini avevano modo di imparare ed insegnare molte cose: erano quindi numerosi gli scambi culturali fra popoli diversi. Il pellegrino seguiva itinerari precisi perch quasi ogni citt presentava le proprie reliquie. Per il fedele esse rappresentavano un tramite con laldil. Le reliquie nel corso della storia verranno anche spostate da un posto allaltro e anche rubate: si diceva ufficialmente che lo spostamento doveva avvenire perch le reliquie dovevano trovarsi nel luogo sacro, e se il Santo non fulminava il ladro, voleva dire che era daccordo. La motivazione reale era soprattutto economica e si cercava di deviare il flusso pellegrino da un luogo ad un altro. Non mancavano poi quelli che bollavano le reliquie e l eccessiva venerazione di esse, come ad esempio Boccaccia che parla di un culto delle reliquie e lo mette a nudo nelle sue novelle. Bisogna sapere inoltre che spesso con la scusa del pellegrinaggio, molti delinquenti si spostavano da un paese allaltro, e la Chiesa si lament pi volte per questo fatto. Oppure con il tempo si svilupp labitudine di mandare qualcuno a compiere il pellegrinaggio per conto di qualcun altro. Come abbiamo accennato in precedenza, ogni pellegrinaggio aveva un proprio simbolo di riconoscimento: la conchiglia per Santiago, una spilla di piombo per Roma e Gerusalemme. La spilla di Gerusalemme rappresentava una foglia di palma mentre la spilla di Roma inizialmente mostrava una veronica, ovvero una veste con il volto della Madonna, e successivamente le chiavi di S.Pietro. Limmagine della veronica spar intorno al 500 con il Sacco di Roma. Il pellegrino aveva con s un bastone, che oltre a sorreggerlo lo difendeva anche dagli eventuali aggressori, e una piccola borsa di pelle di animale. La pelle di animale richiamava alle origini delluomo; la borsa inoltre doveva essere aperta e non chiusa con lacci, a significare che il pellegrino sarebbe stato pronto a dividere con gli altri quel poco che aveva. Esistevano per i pellegrini dei luoghi dove dormire e ristorarsi: erano ubicati o presso i luoghi sacri oppure sui valichi. Uno ad esempio si trova sul S.Bernardo, che prende il nome dal Santo che ne decise la ricostruzione: in passato si chiamato Mons Jovis. E proprio i valichi e le Alpi in generale hanno da sempre rappresentato un ostacolo e un pericolo per i pellegrini: gli abitanti di queste si

organizzarono ben presto in consorzi e si offrivano di guidare i pellegrini nel passaggio del valico in cambio di somme in denaro. Che il passaggio fosse cosa ardua e pericolosa ce lo testimoniano in molti, come il caso dellArcivescovo di Canterbury o di due abati di Liegi di ritorno da Roma. Sappiamo abbastanza precisamente quanto accadde loro, che decisero di passare il Gran S.Bernardo in inverno: gi era difficile farlo negli altri periodi, figurarsi dinverno. Le guide infatti si offrono ugualmente di accompagnarli ma in cambio di una grossa somma. Sulle guide, che aprivano la strada ai religiosi, si abbatt per una valanga che li uccise. Gli abati dunque decisero di aspettare ancora qualche giorno per ritentare il passaggio, e rimasero nel villaggio (stranamente affollato) fino allEpifania. Successivamente partirono ed impiegarono solo due giorni a passare il Gran S.Bernardo. I pellegrinaggi per Gerusalemme (quello precedente era di ritorno da Roma) si svolgevano a piedi fino a Venezia o Bari/Brindisi, dopodich ci si imbarcava per la Terra Santa. I pellegrinaggi continuarono anche quando Gerusalemme cadde in mano musulmana. Le vie per giungere invece a Santiago erano molte, tra cui ricordiamo: Via Turonense, Lemovicense, Podense, Tolosana. Passati i Pirenei le vie si univano nel Camino de Santiago. Documentazione allegata: 1 fotocopia Peregrinatio ad limina S.Jacobi 23-10-03 Nel corso del XII secolo lEuropa comincia a prepararsi ad espandere i propri orizzonti geografici. Vengono compiuti tanti piccoli passi in vista dellapertura al mondo, come lOriente e la Cina. Proprio dalla Cina giungeva la seta, mentre da altri paesi provenivano le spezie (dal Borneo, Giava Molucche, ed in generale il Sud-Est Asiatico); la cannella proveniva invece dallo Sri Lanka. Molti di questi prodotti prima di giungere in Europa compivano lunghi viaggi: arrivavano via mare fino al Mar Rosso, e successivamente venivano trasferite ad Alessandria dove venivano smerciati: quindi un qualsiasi mercante di spezie doveva recarsi necessariamente ad Alessandria per comprarle. Le spezie avevano un ruolo importante non tanto per aromatizzare i cibi, quanto per conservarli; aromatizzavano solo i vini. Il fatto che questi prodotti provenissero da luoghi lontani aveva scatenato linteresse di molti. Interesse che, a causa di fenomeni storici e bellici contingenti, si spostava anche verso lOccidente: tra questi fenomeni ricordiamo la conquista musulmana di Gerusalemme (nel XIII secolo) e la quarta Crociata (1204) che port alla conquista di Costantinopoli e non di Gerusalemme. I Bizantini successivamente riusciranno a ristabilire il controllo e a riacquisire potere grazie allaiuto genovese. Un terzo avvenimento da ricordare quello che accade allinizio del XIII secolo: ovvero la creazione degli ordini religiosi mendicanti, francescani e domenicani. Non erano come gli altri ordini (ad esempio i benedettini), infatti questi nuovi ordini avevano come prerogativa quella di viaggiare e diventarono col tempo ideali viaggiatori-ambasciatori per il Papa. DallOriente giungono notizie circa unespansione sempre pi costante: quella Mongola, che aveva spazzato via lImpero dei Turchi Selgiuchidi che si frantum in varie parti e non poteva pi costituire un pericolo per lEuropa, anche per i viaggiatori e non solo per i commercianti. Da uno di questi Stati che si crearono nascer per lImpero Ottomano. DallOriente le notizie si succedono, perch non era una terra cos inesplorata anche dagli stessi europei: in molti infatti cerano gi arrivati e se tornavano indietro portavano le loro testimonianze. Ecco allora che un certo Dario di Gabala porta la notizia che esiste un Regno in Oriente, che, essendo rimasto ai margini dellespansione musulmana, non stato islamizzato e quindi un regno tollerante e diverso dai comuni regni islamici. Unaltra persona, Ottone di Frisinga, riporta pi o meno la stessa notizia, ma d indicazioni pi precise: a capo di questo Regno sta Gianni, capo spirituale ma anche temporale, che sarebbe discendente dei Re Magi. Successivamente verr conosciuto come il prete Gianni che avrebbe inviato una lettera ai tre massimi poteri europei, ovvero il Papa, lImperatore e lImperatore Bizantino: in tale lettera egli avrebbe cercato di esprimere il concetto secondo cui lunione delle due cariche (temporale-spirituale, Papa ed Imperatore) portava il benessere. Il Regno di Gianni sarebbe stato, come gi detto, ai margini

dellImpero musulmano e avrebbe compreso lIndia Maggiore (India), lIndia Minore (Birmania e Thailandia) e lIndia Mezzana (Etiopia). Siccome nel Medioevo non si trover mai nessun regno con tali connotati si cominci a dubitare dellesistenza non solo di tale regno ma anche dello stesso Gianni, tanto che successivamente alcuni studi avrebbero evidenziato come la lettera non fosse stata scritta da lui ma da un monaco di Metz. Sta di fatto comunque che la fantasia del Medioevo volle collocare a tutti i costi questo regno in una qualche parte del mondo, e lo colloc in Etiopia perch sembrava possedere quelle caratteristiche narrate. Come si pu notare dunque, il Medioevo un periodo di grandi fantasie, ma anche di fatti piuttosto certi come lespansione mongola. Essi usavano la cavalleria e lestrema mobilit come armi in pi, che in effetti gli Europei non conoscevano, poich essi combattevano con gli eserciti schierati gli uni di fronte agli altri. Usavano tecniche e strategie, e infatti i Mongoli distruggeranno lesercito russo sul Mar Nero e di questo fatto giungono notizie dalle colonie genovesi. Soltanto la morte di Gengis Khan costringer i Mongoli a tornare indietro per nominare un successore (Odotai). I Mongoli si diceva fossero crudeli e cruenti nelle battaglie, ma anche tolleranti nella religione. Questo indusse il Papa a pensare che tolleranza fosse sinonimo di disponibilit a convertirsi. E furono organizzate ben quattro ambascerie: due domenicane e due francescane. A capo dei domenicani vi erano Ascerino e Longunel ma nessuno dei due riusc a penetrare a fondo nellImpero Mongolo. Per i francescani invece erano stati scelti Giovanni Pian del Carpine ed un altro che per non part. Giovanni aveva gi 63 anni, quindi era molto vecchio, basso e grasso, in sostanza il meno indicato per svolgere quel lungo verso la terra Mongola. Ma sar proprio lui lunico a recapitare la lettera papale al Gran Khan; fu accompagnato da due monaci di cui il pi importante Benedetto di Polonia che ci ha lasciato un suo scritto sul viaggio. Ci fu un episodio in cui si trovarono molta paura perch i Mongoli fecero irruzione nel loro accampamento: saranno per proprio loro a scortarli poi fino alla capitale. Della risposta del Gran Khan, Giovanni Pian del Carpine non parla, neppure nel suo libro Historia Mongalorum: ne parler invece Benedetto. Fu un dialogo tra sordi poich il Papa voleva la conversione mentre il Gran Khan la accettava solo con la sottomissione del Papa allImpero Mongolo. Poche sono anche le indicazioni sullitinerario che ci d Giovanni, tranne che in una delle ultime sezioni del suo libro, a carattere etnografico. Del libro di Giovanni verranno fatte molte copie manoscritte. Egli fu poi eletto vescovo di una cittadina della Dalmazia. Mor poco dopo il suo ritorno, in tempo per scrivere il suo libro ed intraprendere la carica affidatagli. Un altro tentativo verso la Mongolia fu effettuato pi avanti da Luigi il Santo Re di Francia, un sovrano particolarmente pio, che organizz anche due crociate entrambe con esiti disastrosi (in una delle quali mor anche). Questa ambasceria verso la Mongolia, fu affidata a Guglielmo di Rubruck, un frante francescano fiammingo, che segu in parte litinerario di Giovanni Pian del Carpine. Erano cambiati i Gran Khan da allora ma Guglielmo not che erano molti gli Europei che si trovavano gi in Oriente. Ci racconta di una certa Pasca, oppure di un tale Guglielmo che faceva lorefice. Quindi i contatti cerano, ma poche ne erano le traccie. Documentazione allegata: 1 fotocopia Vie del commercio in Oriente 28-10-03 Intorno al 1250, due mercanti veneziani, Niccol e Matteo, fratelli, seguendo quanto fatto gi da altri europei, si trasferirono a Costantinopoli. Commerciavano pietre preziose, e questo li portava a viaggiare molto. Da Costantinopoli si spostarono verso Oriente. Abbiamo notizie sul loro conto grazie a Marco, figlio di Niccol. Appartenevano tutti alla famiglia Polo. Da Costantinopoli giunsero dapprima in Crimea e da l successivamente proseguirono fin presso un Re dei Tartari. Il Khan ricevette molto bene i mercanti e diede loro la possibilit di viaggiare sui suoi territori. Quando vollero tornare indietro furono bloccati da disordini locali, per cui proseguirono il loro viaggio, giungendo fino ad una grande citt, forse la capitale del Regno Mongolo. Il Khan allora era Kublay e fu proprio lui a spostare la capitale da Ulan-Bator a Pechino, ma non si sa con certezza in

quale delle due si trovassero i Polo. Fu Kublay che allarg notevolmente i domini mongoli, estendendoli fino dal Catai (Cina Nord) fino al Mangi (Cina Sud), cercando anche di invadere il Cipangu (Giappone) allestendo una grande flotta che fu per distrutta per ben due volte da un tifone (o kamikaze). Anche Kublay ricevette bene i due mercanti, mostrando anche una certa curiosit verso la religione cristiana: invest i mercanti del ruolo di suoi ambasciatori, con il compito di portargli 100 saggi sulla religione cristiana. A Roma questa curiosit fu interpretata come una volont di conversione, ma non era cos perch era solamente pura curiosit. Kublay diede inoltre due tavole doro ai mercanti, in modo che mostrandole potessero spostarsi tranquillamente nel suo Regno (oggi diremmo pass). Siamo nel periodo in cui si andava affermando la Pax Mongolia, che garantiva la libera circolazione nellImpero Mongolo. I due mercanti veneziani portarono con s il giovane Marco, una volta tornati e ripartiti da Venezia. Il Papa, Clemente V, era morto ed il Conclave continuava a riunirsi ormai da due anni, inutilmente, senza infatti riuscire ad eleggere un sostituto. Quindi per i Polo vi era il problema della risposta papale al Khan; si rivolsero allora al legato Pontificio, una sorta di sostituto del Papa, Tebaldo Visconti, che si trovava a S.Giovanni dAcri. Egli scrisse loro il messaggio da recapitare al Khan, ed inoltre assegn loro due aiutanti che li accompagnassero nel viaggio. Essi per abbandonarono presto il viaggio. I Polo dunque ripartirono da S.Giovanni dAcri e, quando ormai erano giunti in Asia Minore, furono richiamati a Roma perch il Papa nel frattempo era stato eletto, ed era lo stesso Tebaldo Visconti che desiderava cambiare il messaggio, scrivendolo ora in veste Papale. I Polo continuarono invece il viaggio attraverso lAsia Minore e si imbarcarono poi alla volta dellOceano Indiano; spaventati per dallaspetto particolare delle navi, preferirono proseguire via terra, seguendo la via della Seta e arrivarono fino a Pechino, la nuova capitale mongola. Il viaggio ebbe inizio nel 1271 e per arrivare a Pechino ci vollero tre anni e l rimasero per ben 17 anni. Il padre e lo zio di Marco Polo proseguirono i loro commerci, mentre lui fu mandato pi volte dal Khan a svolgere mansioni diplomatiche. Visit dunque lImpero. Il ritorno cominci intorno al 1291 anche se il Khan non era daccordo, perch avrebbe voluto trattenere a corte i Polo: Niccol e Matteo per si sentivano vecchi e pensavano che non avrebbero pi avuto le forze di intraprendere questo lungo viaggio se avessero aspettato ancora a lungo. Loccasione per partire fu fornita loro da un matrimonio combinato tra un Re Persiano (comunque sotto i Mongoli), Argun, ed una giovane ragazza mongola. Il viaggio di questa giovane cominci via terra ma fu interrotto dopo poco: decisero allora di farla partire con una nave e i Polo furono scelti per accompagnarla. Nel frattempo, quando giunsero in Persia, Argun era morto e le tocc sposare il nipote. Il viaggio dei Polo continu fino a Trebisonda per poi proseguire fino a Venezia. Il viaggio era durato 24 anni e dovettero faticare per farsi riconoscere e riaccettare dai Veneziani. Marco dir nelle sue memorie di aver assistito ad uno scontro navale fra Genova e Venezia (forse la battaglia di Curzola) e lui fu imprigionato proprio in quelloccasione a Genova nei sotterranei di Palazzo S.Giorgio. Con lui nella cella si trovava un Pisano, Rustichello, di professione letterato che lo aiut a stendere le sue memorie che inizialmente si intitolava Libro dei divisamenti dei paesi e solo successivamente Il Milione. Il viaggio occupa solo 2-3 capitoli, poi vengono raccontati i vari paesi visitati ma senza un ordine ben preciso. Secondo uno storico francese, Colombo lesse il Milione e lo interpret come un diario di viaggio ed ebbe limpressione che vi fossero distanze enormi per cui nelle sue rappresentazioni allung di molto lAsia. Il Milione ebbe grande diffusione sia manoscritta che a stampa: era scritto inizialmente in franco-provenzale (lingua dei romanzi cavallereschi), poi una prima edizione in latino fu curata da Frate Pipino. Il Milione fu copiato da un francese de Mandeville che scrisse un itinerario ed ebbe la stessa grande diffusione, con la differenza che De Mandeville non si era mai mosso da casa e aveva studiato tutto a tavolino. Ma la questione era proprio questa: non interessava se il viaggio fosse stato compiuto davvero o no, ma che il libro divertisse e piacesse. E divertiva e piaceva proprio perch raccontava fatti strani e di terre lontane, senza che per nessuno si chiedesse se raccontasse cose vere o meno. Documentazione allegata: 1 fotocopia La via della seta

29-10-03 Dopo Marco Polo sono molti i viaggi compiuti verso lOriente, per lo pi da altri mercanti ma anche da missionari. Infatti era stata attivata una diocesi a Pechino. Nel 1292, a questo proposito, sappiamo che fu mandato proprio a Pechino un certo Giovanni da Montecorvino, un prete; grazie a lui abbiamo una testimonianza della breve parentesi del Cristianesimo in Asia. Pi avanti, intorno al 1318 fu inviato sempre a Pechino un altro religioso, Odorico da Pordenone: torn nel 1330. Odorico segu un itinerario opposto a quello di Marco Polo, infatti fece landata via mare e il ritorno seguendo la via della seta quindi via terra. La sua descrizione dei popoli incontrati ebbe un buon successo, grazie anche ad una narrazione semplice ma non priva di elementi fantastici. Elementi che non solo riguardavano lAsia ma anche lEuropa, e pi precisamente lIrlanda: l infatti sarebbero esistiti alberi che generavano uccelli!. SullAsia ci sono molti elementi strani, come unisola dove non si poteva nascere, etc. Odorico fu colpito particolarmente da un monte nellIsola di Ceylon (odierno Sri Lanka): questo monte presenta una depressione che i Buddisti interpretano come limpronta di Buddha, mentre i Cristiani come quella di Adamo. Il monte non a caso si chiama Picco di Adamo ed sacro ad entrambe le fedi religiose. Odorico rimane talmente impressionato da tale rilievo da pensare che i fiumi che da esso nascono trasportino pietre preziose (per le quali lisola molto famosa). Si trasferir successivamente nelle isole di Giava e Sumatra, dove racconta di aver incontrato strani animali e una popolazione gi conosciuta, i Pigmei. Il mito di tale popolazione era gi vivo nellantichit, dapprima con Omero, poi con Erodoto, tanto che let classica aveva posto i Pigmei in Africa mentre il Medioevo li aveva spostati nel Medioevo. Odorico ci descrive anche le navi cinesi, con grande stupore. Odorico uno degli ultimi a viaggiare via terra verso la Cina. Forse lultimo sar Giovanni da Marignolle, che viaggi tra il 1432 e il 1438 e fu colui che mostr minore interesse verso le novit asiatiche. Le rotte si spostarono anche verso lIndia, e un tale Giordano da Semerach scrisse Mirabilia descripta in cui racconta proprio questa nuova rotta e ci che incontr in tale viaggio. Altri viaggi furono intrapresi poi in Asia Centrale (da Pasquale da Vittoria) e in Iran da un altro missionario. Grossi cambiamenti erano ormai in atto in Asia, che avrebbero fatto cambiare definitivamente lapproccio europeo verso queste terre. Infatti parte delle pianure russe vennero islamizzate e i mongoli furono cacciati dalla Cina, che sotto la dinastia dei Ming (1361) chiuse il Paese a tutto il mondo esterno. E non vi saranno pi contatti per circa due secoli, cosicch limmagine della Cina rest quella di Marco Polo. Le vie dellOriente diventano quindi difficilmente percorribili, e vengono pian piano abbandonate: si fa strada la via Occidentale. Genova una delle prime ad aprirsi allOccidente mentre Venezia rimase legata allOriente, difendendo le proprie colonie orientali e continuando il commercio delle spezie. Larrivo dei Portoghesi cominci a fare concorrenza al commercio dei Veneziani circa le spezie, ma le spezie dei Veneziani, trasportate via terra erano comunque preferite a quelle portoghesi che dovevano stare molti mesi in mare prima di arrivare in Europa. A met del 400 un fiorentino, Niccol de Conti, viaggi in India e ce ne parla un letterato, Poggio Bracciolini. Svolse il viaggio un po per mare e un po per terra, dandoci anche congnizioni nautiche. Racconta infatti che gli indigeni usavano le stelle come riferimenti e costruivano navi anche molto pi grosse rispetto a quelle europee. Hanno per i compartimenti stagni, cosa molto innovativa. Niccol de Conti visiter lIndia e Ceylon e da l si spost fino allodierna Indonesia. Nel viaggio di ritorno decise di fermarsi sul Sinai per visitare il Monastero di S.Caterina e l vi trov un altro europeo, un catalano che gli racconter di aver visitato luoghi ben pi conosciuti. Lelemento meraviglioso pressoch scomparso con Niccol, che invece preferisce concentrarsi su altri aspetti come quello etnografico. Sempre di questo periodo un Manuale della Mercatura di Pegolotti, un manuale fatto a tavolino raccogliendo testimonianze varie da pi mercanti. Forniva consigli di vario genere a chi volesse viaggiare. E unico nel suo genere perch difficilmente i mercanti fornivano informazioni, per paura di favorire i loro concorrenti. Come abbiamo gi avuto modo di constatare, il Medioevo era ricco di racconti fantastici, e dei cosiddetti viaggi a tavolino. Forse erano dovuti a

motivazioni che impedivano di viaggiare realmente, come ad esempio la peste del 300. Uno tra i pi curiosi libri a tavolino, fu sicuramente Inventio Fortunata, tutti ne hanno parlato molto nellantichit ma oggi non c rimasta alcuna copia di tale libro. Sarebbe stato scritto da un frate che nel suo viaggio sarebbe arrivato fino al Polo Nord, e le uniche notizie che abbiamo sono quelle riportate su alcune carte o documenti antichi. 30-10-03 Introduciamo oggi le navigazioni nel Mediterraneo. Questo mare presenta una corrente di circa 1,5 nodi che si muove in senso antiorario e tocca un po tutte le sponde del Mediterraneo. I venti non sono regolari, i pi comuni sono quelli provenienti da NW e vi sono inoltre venti solo stagionali In certi periodi dellanno esistono particolari venti, detti meltemi, che rinforzano quelli comuni. Boccaccio nella novella di Alatiel ci parla di congnizioni nautiche, perch ne era abbastanza esperto. Si calcolava sempre che il viaggio di ritorno durasse il doppio di quello di andata. Le navi pi usate erano le galere, e si calcola che avessero unautonomia di 10 giorni al massimo. Le galere trasportavano anche acqua per tutti gli occupanti. Spesso nel corso della storia, le navi musulmane costituirono un pericolo per quelle cristiane: quando per i musulmani cominciarono a perdere punti di riferimento nel Mediterraneo, risulteranno anche meno pericolosi. Inoltre, utilizzando navi con autonomia di soli 10 giorni non potevano spingersi molto in l nelle acque, arrivando ad esempio lungo le coste italiane. In Asia poi si andarono formando molti piccoli emirati, quindi costituivano una minaccia sempre minore. Tra questi piccoli emirati ve ne sar uno che piano piano prender il sopravvento sugli altri, quello Ottomano, che arriver a conquistare lOriente e Costantinopoli. Vennero momentaneamente fermati nella loro espansione solo dal Regno di Tamerlano, che contribu anche alla salvezza per ancora qualche decennio di Costantinopoli. Anche il Regno di Tamerlano ebbe comunque vita breve e si sfasci con la morte di Tamerlano stesso. LEgitto invece sar occupato dai Mamelucchi, una popolazione mista, proveniente dallAsia, il cui regno durer fino allarrivo di Napoleone. Tutta questa serie di avvenimenti rese i musulmani sempre meno pericolosi per le navi cristiani che viaggiavano nel Mediterraneo. Passiamo ora a dare uno sguardo dinsieme alle navi in se stesse, ovvero alla loro costruzione, e al loro impiego. Dopo la peste del 300 la navigazione sub dei cambiamenti: le navi infatti erano molto diverse rispetto a quelle romane. Innanzitutto per prima cosa veniva costruito il guscio. Serviva molta manodopera e a bassi costi, quindi cera un largo impiego di schiavi: erano proprio abili schiavi a costruire le navi. La navigazione anche nel Medioevo, cos come nellantichit, non si effettuava dinverno, e sar cos per ancora molto tempo, fino allet moderna. I Romani uavano una vela triangolare che permetteva di stringere il vento: si chiama anche vela latina. La vela era sostenuta da due elementi ma le operazioni per ammainare la vela e farla passare dallaltra parte risultavano lunghe e complesse. Inoltre con vento forte la nave tendeva ad affondare a prua e pi volte incorreva nel rischio di girarsi su se stessa. Nel Medioevo la nave da carico pi diffusa era la nave tonda. Diffusa nellAlto Medioevo fino al 300 presentava una chiglia arrotondata, ed aveva prua e poppa arrotondate. Presentava due timoni, disposti uno per lato, che fungevano da remi e che venivano controllati da due timonieri. Se per la nave si inclinava anche leggermente da un lato, diventava meno sensibile al controllo. Era dotata di una velatura triangolare (questo tipo di velatura alla latina resister almeno fino al 300). Esistono per navi tonde (cio da carico) anche con pi alberi. Con le Crociate si cominciarono a costruire nuove navi: a Genova veniva costruita lusciere per trasportare uomini armati e cavalli. I cavalli venivano stipati nella parte pi bassa della nave e il portellone sigillato, perch con la nave a pieno carico la parte inferiore finiva sottacqua. Furono costruite anche nuove galere, le pi usate per operazioni militari, con una disposizione per i remi a lisca di pesce. Ogni rematore aveva un remo, lo scafo per era piccolo, e quindi i rematori si trovavano in uno spazio molto ristretto ed inoltre posti molto in basso, per ottenere una rematura quasi parallela. Questo per comportava che con il mare mosso entrava acqua. Per ovviare a questi problemi, allo scafo della nave venne aggiunto un aposticcio che per non miglior di molto le

condizioni di chi stava allinterno della nave ma anzi costringeva la nave a ruotare su se stessa non appena subito una anche minima inclinazione. Furono create anche galere da mercato un po pi grosse ma comunque non adatte a grossi carichi, eccetto quelli di spezie (la tratta Venezia-Anversa si faceva con queste galere). Alcune galere furono utilizzate anche per trasportare pellegrini: lunica ragione di questo utilizzo era che venivano effettuati molti scali. Successivamente con le Crociate, fu introdotto un nuovo tipo di nave, la cocca nordica, con chiglia a V pi pronunciata, prua e poppa piuttosto dritte. Presentava una sola vela quadrata e un solo timone. Era nata per lAtlantico ed entr nel Mediterraneo con le Crociate, ma si afferm per la met del 300. Non si esclude che la peste abbia portato allutilizzo di questa nave: infatti a parit di tonnellaggio richiedeva meno della met dei rematori (marinai). Era utile in condizioni variabili (come nel Mediterraneo). Unevoluzione sulla cocca nordica si ebbe pi avanti con linstallazione di un doppio albero (e non pi solo uno) e una modifica alla vela (venivano installati dei lacci che collegavano la parte superiore e quella inferiore della vela, che consentivano in casi particolari di navigazione di sfruttare meglio le condizioni atmosferiche; lunico rischio era che la vela, essendo legata, potesse spezzarsi. Questi lacci venivano detti bonetti). Le modifiche pi sostanziali che si ebbero nel Mediterraneo furono le aggiunte di pi alberi, ottenendo quindi un frazionamento della velatura, con ogni albero che aveva pi vele. Inoltre si arriv ad una velatura mista con pi alberi e pi vele di vari tipi (triangolari o quadrati), ma questo solo molto pi avanti, nel 500 con le Caracche. Saranno queste ultime le navi delle esplorazioni (la S.ta Maria era una caracca) e le us anche Magellano. Nel frattempo per si erano sviluppate anche le caravelle, in genere pi piccole e con vele triangolari o quadrate a seconda della condizione, utili soprattutto per le esplorazioni sotto costa. I Portoghesi le usavano spesso, nelle loro esplorazioni delle coste Africane. Tra le armi, poich sulle navi venivano trasportate anchesse, prima del 400 le pi usate a bordo erano la balestra (da Genovesi e Veneziani) e larco lungo (dagli Inglesi). Nel 400 si diffonde lartiglieria: cerano diversi tipi di cannoni (forgiati non fusi perch le tecniche del tempo non lo consentivano ancora; i cannoni forgiati erano costituite da barre dacciaio saldate intorno ad un cilindro di legno). Questi cannoni erano a retrocarica: nella parte posteriore veniva introdotto dallalto il mascolo, lattrezzo che conteneva la polvere da sparo. Lartigliere era lunico sulla nave a svolgere solo ed esclusivamente la sua mansione, mentre tutti gli altri dovevano adattarsi a svolgere un po tutti i compiti. Questo perch il compito dellartigliere era estremamente delicato. Documentazione allegata: 1 fotocopia. Le navi pi comuni tra Medioevo e 500 4-11-03 Con la caduta di S.Giovanni dAcri, Chio assunse il ruolo di spicco nel Mediterraneo. Rappresentava un importante centro commerciale, e dellallume. Nel frattempo in Europa si stava aprendo la via delle Fiandre, mentre per arrivare in Inghilterra le merci venivano trasportate fino a Bordeaux e da l imbarcate per lInghilterra. Quando per si riusc a navigare fino allInghilterra, passando da Gibilterra, i mercanti videro aumentare di 7 volte i loro profitti. Intorno al 1291 si registra una prima esplorazione verso Occidente, ma evidentemente era ancora troppo presto: ce la racconta un certo A.DOria. Era la spedizione dei fratelli Vivaldi. Questi mercanti genovesi andarono in cerca delle Indie ma non si ebbe pi notizia di loro. Il cronista scrive nel 1294. Vengono considerati i precursori di Colombo. Su questa spedizione abbiamo molte altre testimonianze grazie a studiosi medioevali, tra cui un certo Pietro dAbano. Unaltra notizia molto interessante riguardante questa spedizione ce la offre un monaco, che nel 300 scrisse un particolare viaggio, a tavolino, ovvero mai compiuto. La notizia riguardava le due galere con cui i Vivaldi avevano affrontato il viaggio: il monaco dice che una delle due fece naufragio sulle coste Africane e gli occupanti furono successivamente portati nel cuore dellAfrica. In unaltra notizia ancora si dice che un genovese, Sorleone Vivaldi, sarebbe giunto in Africa in cerca del padre e dello zio, ma che gli fu impedito di proseguire nella sua ricerca dal Re locale. Un altro genovese, Antoniotto

Usodimare, scrisse una lettera dalle Coste africane diretta ai suoi creditori; in essa racconta ci che ha visto e anche di uno della stirpe riferendosi addirittura ad uno dei discendenti dei Vivaldi. Era molto improbabile, quasi impossibile che fosse realmente cos, essendo passati circa 150 anni; limportante per non tanto questo aspetto ma linteresse mostrato per tali imprese, ovvero per le esplorazioni verso lOccidente. In pi se poi i Vivaldi avevano usato delle galere, il viaggio sar diventato di sicuro insostenibile, perch non erano certo navi adatte a lunghi viaggi. Inoltre bisognava imparare nuove tecniche di navigazione, specie in mare aperto. Altre esplorazioni si ebbero nel corso del 300, e a testimonianza di questo abbiamo due carte: una del Mediterraneo, una della costa Africana. Nella carta Africana, del 1330, vengono rappresentate le Isole Canarie che quindi erano state scoperte (peraltro da un Genovese, Lanzarotto Maluccello). Anche Petrarca ci fornisce questa notizia. Le Canarie furono successivamente oggetto di esplorazioni sia Genovesi che spagnole. Esisteva una popolazione locale che non fu facile sottomettere. Di un altro viaggio verso le Canarie partito da Lisbona, ci d notizia Boccaccio: uno dei capitani delle navi era fiorentino, e molti prodotti furono portati in Europa dalle Canarie. Boccaccio scrive dopo limpresa. Tra il 300 e il 400 si registra anche un tentativo di impossessarsi delle isole, portato avanti da due avventurieri francesi, ma furono scacciati dalla popolazione locale. A partire dal 400 la situazione cambi definitivamente: nel 1415 una spedizione occupa Ceuta e d inizio allespansione Europea. Alla spedizione prese parte anche il Principe Enrico di Portogallo (fu lunica volta che sal su una nave, ma gli valse comunque lappellativo di Navigatore). Enrico si sarebbe ritirato poi nella cittadina di Sagres vicino al Capo San Vincenzo (Spagna meridionale): l avrebbe assunto i migliori cartografi e navigatori e diede inizio allespansione portoghese in Africa, finanziando e promuovendo le spedizioni. Enrico inoltre, essendo Gran Maestro dellordine di Cristo (una componente dei Templari), poteva disporre delle sostanze e delle finanze dellordine religioso. Enrico un uomo intelligente, capisce limportanza di espandere i domini in Africa per una nazione piccola come il Portogallo ma dallaltra parte sogna ancora una crociata: Costantinopoli stava cadendo e sogna di abbatterla attaccandola dallaltra parte (conquistando cio il Nord-Africa). Documentazione allegata: 1 fotocopia Isole atlantiche e costa africana 5-11-03 Oggi vediamo le esplorazioni portoghesi sulla costa africana seguendo la via delle Indie. A spronare i marinai contribuirono anche le leggende su isole fantastiche. Si parla di una certa isola Antilia o delle 7 citt; non si sa come siano nate ma sta di fatto che a partire dal 300-400 cominciano ad apparire anche sulle carte queste isole fantastiche. Una spiegazione in realt esiste, e sarebbe: nel 300 cominciano ad apparire le Canarie (1330) poi successivamente il gruppo di Madeira. Compariranno anche le Azzorre ma non quelle vere e proprie, perch infatti chi si era spinto pi in l nellAtlantico affermava di aver trovato un arcipelago di isole che in effetti rappresentavano le vere Azzorre, mentre le precedenti erano altre isole. La moltiplicazione delle isole sulle carte per tipico di questo periodo: pu darsi che le Azzorre siano state identificate pi volte e quindi localizzate diversamente. Tornando ai miti, si form quello dellisola dalle 7 citt: esiste una leggenda alle spalle secondo cui queste isole sarebbero state abitate da immigrati spagnoli. Queste citt sono raccontate come citt doro, quindi molto ricche, e questa leggenda durer a lungo, anche quando le esplorazioni successive confermeranno che cos non era. Comunque il dato importante da sottolineare la credenza che nellAtlantico vi fossero isole, ricche e abitate, e proprio questo spinse i marinai spagnoli ad affrontare questi viaggi esplorativi. Lespansione portoghese invece molto legata alla figura di Enrico il Navigatore. Per molti anni le esplorazioni non si spingono oltre il capo di Bojador. Oltre alle leggende, cera anche una motivazione reale che giustificava tutto questo: il viaggio dandata era generalmente facile, perch si aveva il vento in poppa, ma il ritorno era difficile, ed era necessario sfruttare le brezze, quindi navigare a zig-zag. Nel 1433 Jim Eales sarebbe stato il primo a superare questo capo. Nel compiere il viaggio di ritorno cap che il trucco

era di farsi trascinare lontano dalla costa sfruttando i venti alisei, per poi farsi respingere verso lEuropa sfruttando i venti Occidentali. Questo per denota unevoluzione delle capacit nautiche; tra gli strumenti pi utilizzati nelle misurazioni nautiche troviamo lastrolabio e il cerchio graduato. Lastrolabio era uno strumento difficile e non adatto propriamente ai marinai, per cui fu creato anche lastrolabio nautico che i marinai potevano usare pi facilmente rispetto a quello tradizionale per misurare langolazione delle stelle. La latitudine veniva calcolata utilizzando il quadrante dai portoghesi, ma per la misurazione della longitudine bisogner attendere il 700. Tutti gli strumenti erano per soggetti alla gravit; venne dunque in aiuto il mondo arabo, con uno strumento chiamato kamal che i portoghesi modificarono in unasta graduata per misurare laltezza in gradi delle stelle. Il suo utilizzo per era difficoltoso sia di notte, in cui era difficoltoso riconoscere lorizzonte, sia di giorno in cui il Sole abbagliava e rendeva difficile sempre lindividuazione dellorizzonte. Gli Inglesi nel 500, con un gioco di ombre, riuscirono ad ovviare al problema con uno strumento, lottante diventato poi sestante utilizzato fino a venti anni fa per definire le coordinate di una nave in mezzo al mare (punto-nave). Per svolgere questa operazione i portoghesi si avvalevano di due dati: la rotta seguita (con la bussola) e la velocit della nave (in maniera molto approssimativa). Nella vita di Enrico ogni anno il Portogallo conquist un pezzo di costa in pi. Da questi territori venivano portati schiavi e qualche prodotto, ma non rappresentavano ancora reali vantaggi economici. Verso la fine della vita di Enrico, navig per conto dei Portoghesi, nel 1455-56, un certo Alvise C da Mosto, un veneziano, che stese poi una relazione su queste sue esplorazioni. Le Canarie sono ormai colonizzate (una Bolla Pontificia assegnava le Canarie al Portogallo, mentre le altre isole dellAtlantico alla Spagna). La navigazione lo port oltre il fiume Senegal e allavvistamento dellarcipelago di Capo Verde. Nel suo racconto ci fornisce unindicazione molto importante: un genovese lanno prima vi era gi arrivato prima di lui in quei posti, quindi cera molta gente in giro per il mondo senza per che noi ne abbiamo prove. Altra informazione interessante che dove si trovava non si vedeva pi la stella Polare, perch si trovava nellEmisfero Sud, quindi vedeva un gruppo di sei stelle che formavano una Croce, la cosiddetta Croce del Sud. Lanno seguente a questi racconti giunse a Capo Verde, dove diede i nomi alle tre isole principali: la prima fu chiamata Buena Vista (oggi Boavista), la seconda SS. Giacomo e Filippo (oggi Santiago) e la terza Maggio (oggi Maio). Con la morte di Enrico la corona portoghese si disinteress un po alle esplorazioni geografiche perch le casse dellordine di Cristo, di cui Enrico era Gran Maestro, erano vuote. Per i dieci anni successivi le spedizioni furono date in appalto ad un privato, Esteban Gomez, che stipul un contratto con la corona che prevedeva, sotto pagamento di una quota annua alla corona stessa, che esplorasse ogni anno almeno 100 leghe. In cambio otteneva di poter commerciare con tutte le popolazioni incontrate. I progressi furono quindi lenti anche per le difficolt incontrate: il caldo, le malattie, le popolazioni bellicose, quindi molti morti durante il viaggio. Sulle rotte per lAmerica si calcolava di non avere perdite, ma nelle rotte per lAsia (con la circumnavigazione dellAfrica, una delle pi percorse dai Portoghesi) si calcolava il 20% di perdite sullequipaggio. Sulla rotta Pacifica, la pi lunga, Per-Filippine-Per, oltre il 50%. 6-11-03 Con la morte di Alfonso V sale sul trono portoghese, nel 1482, Giovanni II. C una ripresa dellinteresse per le spedizioni geografiche e gi lanno seguente nel 1483, partir una nave con a bordo materiale da costruzione per creare una base portoghese stabile nel Golfo di Guinea. Costruiranno un castello, di chiaro richiamo medioevale, detto il Castello della Mina. Ci stiamo avvicinando ormai al periodo di Colombo: Cristoforo Colombo nacque nel 1451, non si sa in quale giorno e mese, sappiamo grazie a lui che comp 41 anni durante il primo viaggio. Si scelsero le caravelle seguendo unottica ormai diffusa per cui solo tali navi potevano raggiungere il Golfo di Guinea. Su Colombo vennero dette molte cose, a partire dal dibattito sulle sue origini. Quasi certamente nacque a Genova da una famiglia modesta del levante: suo padre, Domenico, faceva il tessitore di lana (e non di seta), sua madre era Susanna Fontanarossa. Aveva tre fratelli e una

sorella: un fratello pi grande di lui, poco rilevante nella sua vita, Bartolomeo e Diego che invece ebbero un ruolo importante, soprattutto il primo, anche nelle esplorazioni. Diego era il pi piccolo e Colombo nutriva quasi un affetto paterno nei suoi confronti. Si sa che visse in una casa vicina ad una porta della citt quindi piuttosto in periferia. Non si pu ricostruire di preciso il luogo della prima residenza genovese di Colombo essendo oggi la citt molto cambiata. Verso i cinque anni si trasfer in unaltra parte della citt, sempre vicino ad una porta che era ormai in disuso per: ovvero Porta Soprana. Colombo e la sua famiglia furono poi costretti ad andare a Savona, forse a causa delle vicende politiche che vedevano coinvolto il padre. A Savona Colombo svolse la professione di oste e probabilmente proprio da l cominci i suoi viaggi: abbiamo infatti notizia di uno o forse due viaggi verso Chio. Le notizie sulla sua vita ce le fornisce Fernando Colombo, il secondo figlio di Colombo, quello illegittimo, in Historia delle vite e dei fatti di Don C.Colombo. Smentisce che egli sia morto povero, conferma che mor dimenticato ma comunque ricchissimo. Il suo figlio naturale diventer governatore di alcune terre scoperte dal padre. I problemi giunsero con il figlio di Diego, un tale Don Luis che ebbe il brutto vizio di sposarsi troppe volte (ben quattro). Fu per questo accusato di poligamia e messo in carcere: scapp dal carcere e una volta preso fu esiliato in Algeria. Diego si impossess dello scritto di Fernando e forse lo cambi apportando delle modifiche per renderlo pi interessante, poich Fernando non lo pubblic prima di morire: si trovano notizie infatti un po troppo fantasiose e che non sembrerebbero derivare dalla mano di Fernando, come quella che vorrebbe Colombo discendente addirittura della nobilt romana! Quindi lo scritto meno attendibile di quanto si credesse un tempo. Ancora nello scritto di Fernando troviamo notizia di un viaggio compiuto nel 1477 verso lestremo Nord. E il periodo in cui Colombo si stava trasferendo in Portogallo e sulle motivazioni che lo spinsero a tale trasferimento vi sono due ipotesi: una raccontata da Fernando, secondo cui la nave su cui si trovava Colombo vicino le coste portoghesi fu oggetto di un attacco dei pirati e Colombo fu costretto a raggiungere a nuoto il Portogallo, ed unaltra pi probabile secondo cui Colombo avrebbe raggiunto a Lisbona il fratello Bartolomeo che aveva un negozio di cartografia (sembra improbabile che Bartolomeo che era pi giovane avesse gi un negozio di cartografia, materia che richiedeva una certa esperienza; probabilmente lavorava soltanto in una cartografia) e che si era sposato l in Portogallo. Si parla anche di un primo viaggio di Colombo dal Portogallo verso il Golfo di Guinea ma non certo che labbia compiuto veramente. Cristoforo cominc di sicuro in Portogallo a maturare il suo progetto di andare in India navigando verso Occidente e lo propose al Re. Fernando si impossess successivamente di tutti i libri che erano stati del padre e sui quali aveva studiato per fondare le proprie certezze e quindi noi oggi possiamo sapere quali conoscenze geografiche avesse. Per alcuni studiosi per Colombo scrisse quegli appunti dopo il viaggio e quindi andrebbero solo a confermare quelle che erano le proprie credenze, ovvero di aver raggiunto lAsia. Tra i libri che sicuramente Colombo studi troviamo: la Bibbia, la geografia di Tolomeo, il Milione di M.Polo, lopera di Papa Pio II, e lopera di un tale Dailly. I libri fanno parte delle cosiddette Postille Colombiane. Colombo us i dati di tutte queste opere, credendo che la Terra fosse pi piccola di quanto realmente e inoltre credeva che il Giappone si trovasse laddove vi era lAmerica. Un altro studioso, il Toscanelli, parla delle stesse cognizioni di Colombo ma improbabile che i due abbiano avuto modo di parlarsi o scriversi, perch il Toscanelli era gi morto da tempo quando Colombo tent limpresa. Anche in Germania troviamo un certo Monetarius che proporr poi al Re di Portogallo la stessa impresa che Colombo stava gi effettuando per la Spagna. Quindi le credenze di Colombo erano gi piuttosto diffuse. Il periodo in cui Colombo prende contatti con Giovanni II quello della ripresa delle esplorazioni, in cui in tale Diogo Cao disse di essere giunto nel 1484 gi quasi allestremit meridionale dellAfrica (anche se inrealt mancava ancora un bel pezzo) e quindi Giovanni rifiut la proposta di Colombo di tentare una nuova impresa. Colombo dunque pass alla Spagna e si stabil in un convento dove un certo padre Marchesa lo appoggi nel suo progetto e lo mise in contatto con la corte regnante. Quando Colombo propose alla Corte spagnola il suo progetto la decisione fu molto lunga, ma non si crede ormai pi al fatto che gli oppositori al progetto credessero che la Terra fosse piatta. Nessuno infatti gi a quei tempi metteva pi in dubbio che la Terra fosse sferica ma si riteneva che le acque

fossero molte pi estese di quanto non credesse Colombo. Usavano ancora le concezioni aristoteliche delle sfere concentriche, per cui solo una parte della Terra emergeva dallacqua e non esistevano quindi gli antipodi. Nel frattempo Colombo ebbe un figlio dalla sorella di un suo marinario, ma non la spos mai perch ormai puntava in alto e sposarsi con la sorella di un marinaio non era certo il massimo. Del figlio Fernando ebbe per grande cura. In Portogallo comunque si stava ancora procedendo verso le Indie sfruttando il viaggio tradizionale: Bartolomeo Diaz aveva infatti doppiato lestremit dellAfrica, forse per caso. Quindi ecco le vicende portoghesi si intrecciano nuovamente con Colombo: non aveva molte speranze di uno risposta positiva perci cominci a proporre il proprio progetto anche ad altri sovrani (Inghilterra, Francia e Portogallo nuovamente). Torn da Giovanni II ma egli rifiut una seconda volta e altrettanto fece il responsabile spagnolo, Talavera. Colombo non si arrese e pretese di avere un colloquio diretto con i sovrani spagnoli, e si rec a S.ta F dove essi si trovavano. Fece pressioni soprattutto sulla Regina e gli propose di finanziare la sua opera; chiese un rimborso spese inizialmente e, poich si era fermato a questo, la Corona sembrava essere daccordo. Allora Colombo capendo che laccordo era vicino, alz le pretese (voleva la carica di Vice-Re delle terre conquistate, di Grande Ammiraglio e il 10% dei proventi in caso di scoperta di nuove terre o dellAsia): di fronte a tali richieste anche la Regina rifiut. Fu il tesoriere di corte che fece ritornare sui suoi passi la Regina e le fece accettare la proposta. I motivi erano due: 1) Colombo non aveva ancora scoperto nulla. 2) i profitti sarebbero stati enormi in caso di scoperta. Le cariche che Colombo chiedeva erano ereditarie e furono oggetto di dispute tra gli eredi e la Corona, che non riconoscer agli eredi il 10% dei profitti ma solo il 10% della quinta parte che spettava di diritto allo Stato. Ma bisogna dire anche che i parenti di Colombo alzeranno di molto le loro pretese: laccordo verr fissato poi sul 2%. Documentazione allegata: 1 fotocopia Il mondo secondo Enrico Martello: circa 1490 11-11-03 Le navi utilizzate da Colombo nel suo viaggio verso lAmerica erano due caravelle sequestrate dallo Stato e unaltra nave, la S.ta Maria, di propriet di un privato che diventer in seguito molto esperto nella navigazione della tratta Atlantica. Colombo fece cambiare prima di partire la velatura alla Nina, che assunse la vela quadrata pi adatta per viaggiare con il vento in poppa (cosa di cui Colombo era convinto). La Nina effettu tre viaggi nellAtlantico e fu poi rivenduta. Lequipaggio che viaggi con Colombo era proveniente in gran parte dalla Spagna meridionale, precisamente dalla Regione di Palos. Tra gli ufficiali da ricordare troviamo Martin Alonso, Pinzon e Vicente Janos che comandavano la Pinta e la Nina. Erano quindi tutti esperti marinai ed grazie a loro che Colomb trov subito lequipaggio per il viaggio. Non vero imbarc dei detenuti. Part il 2 agosto, una data significativa: quel giorno molte altre navi cariche di arabi che non avevano accettato di convertirsi partiranno (soprattutto verso le coste Nord-Africane). Una prima sosta fu alle Canarie per una riparazione al timone di una delle tre navi. Le informazioni sul viaggio le abbiamo tramite Colombo che tenne un diario di bordo e uno segreto: nel primo annotava le distanze false, in modo che i marinai leggendolo non si spaventassero per le enormi distanze percorse, e in quello segreto le reali distanze e la velocit. Si ritiene per, dopo accurati studi, che il diario di bordo, da lui volutamente falsificato, sia in realt pi vero di quello segreto, visti i margini di errore con cui si calcolavano le distanze e le velocit. In entrambi i viaggi di andata e ritorno, Colombo viaggio con i venti favorevoli, portandosi vicino agli Alisei allandata e pi a nord al ritorno, forse per un colpo di fortuna. Su consiglio di Pinzon, ad un certo punto in mare aperto si effettu un cambio di direzione verso SW poich egli riteneva di aver gi percorso tanta strada da aver gi superato il Giappone: dopo pochi giorni un marinaio di Pinzon avvist la terra. Nacque un piccolo caso in seguito a questo: le clausole del viaggio comprendevano una lauta ricompensa a chi avesse avvistato per primo la terra ma Colombo decise di non pagare il premio al marinaio di Pinzon, ritenendo che il merito fosse comunque il suo. Questo scaten lo sdegno di Pinzon che di fatto prosegu per qualche

giorno la spedizione da solo. Anche sulla prima terra toccata da Colombo ci sono molti dubbi: la teoria pi accettata quella del Morrison, secondo cui Colombo sarebbe arrivato dapprima a S.Salvador e passando poi attraverso alcune isole (Rum Key, Long Island, Crooked Island) sarebbe arrivato a Cuba, dove avrebbe avuto la certezza di essere arrivato in Asia. Bisogna ricordare comunque che il diario di Colombo non ci giunto in originale ma in forma riassunta di cui si occup Bartolom de las Casas: personaggio ambiguo, part dallEuropa con lambizione di arricchirsi nel Nuovo Mondo, fin con il diventarne il massimo difensore. Tornando a Colombo, disse che dopo larrivo a S.Salvador si diresse a Sud e che vide tante isole da non sapere in quale andare per prima: questo ha scatenato altre ipotesi perch in realt movendosi a Sud di S.Salvador non che vi siano poi molte isole allorizzonte e quindi lapprodo iniziale potrebbe essere stato un altro. Come gi detto, fu proprio lapprodo a Cuba che diede a Colombo la certezza di essere giunto in Asia; egli prosegu poi verso sud trovando unisola di discrete dimensioni che chiam Hispaniola (oggi Haiti e S.to Domingo) e ne esplor la costa Nord-orientale. Nel viaggio per la S.ta Maria si incagli e non si riusc pi a recuperarla: Colombo non disper pi di tanto, ma anzi lo interpret come un segno del destino e quindi decise di fondare un insediamento proprio dove la S.ta Maria si era incagliata, lasciando cos una trentina di persona sullisola e potendo riprendere il viaggio di ritorno sulla Nina. Nel frattempo la Pinta aveva continuato la sua esplorazione da sola ma si era messa anche alla ricerca di Colombo per intraprendere il viaggio di ritorno insieme. Colombo, a cui faceva comodo avere due navi anzich una sola, si dimentic della diserzione e riaccolse la Pinta. Un dato importante a favore di Colombo fu che non perse neppure un uomo nel viaggio e non vi furono altri imprevisti tranne quello gi descritto della S.ta Maria. Nel ritorno puntarono decisi verso le Azzorre ma in prossimit di esse una tempesta divise le due navi che si ritroveranno solo a viaggio ultimato. La Nina infatti, su cui viaggiava Colombo, fece scalo alle Azzorre per poi arrivare a Lisbona, mentre la Pinta arriv in Galizia. Anche lapprodo a Lisbona di Colombo dest perplessit: in fondo Colombo era passato alla Spagna abbandonando il Portogallo, poteva quindi anche essere rischioso approdare l. Il Re Portoghese, Giovanni II, si limit solo a constatare lavvenuta scoperta e a rammaricarsi di non aver creduto in Colombo. La Pinta, che credeva che la Nina non fosse arrivata mand un messaggero dalla Galizia alla corte spagnola, perch riferisse dellavvenuta scoperta ma la corte rifiut, affermando di accettare solo un resoconto dallAmmiraglio Colombo (che per Pinzon riteneva morto). Fu allora una corsa contro il tempo, ma Colombo aveva un vantaggio di qualche ora: entrambi infatti risalirono il fiume che porta a Palos. Quando Pinzon arriv e vide gi le vele ammainate della Nina, si dice che cominci il suo calvario che lo port in circa dieci giorni alla morte, secondo alcuni per il dispiacere, secondo altri per la sifilide. Purtroppo la sifilide fu uno dei regali del Nuovo Mondo allEuropa che comunque contraccambi con altre malattie contagiose, quali il vaiolo. Il ritorno di Colombo fu trionfale, aveva portato con s anche alcuni indigeni come campionario: oggi nella Biblioteca Privata dei Duchi dAlba, abbiamo una carta dellisola di Hispaniola (solo la costa NE) forse disegnata proprio da Colombo. Il viaggio mise in moto anche la diplomazia: tre bolle Pontificie furono emanate in quel periodo. Ripartivano le rispettive zone di possedimenti di Spagna e Portogallo. Il Papa era Alessandro Borgia, uno dei peggiori della storia, che stabil a taovolino una linea quasi orizzontale di 100 leghe che tagliava lAtlantico: i territori ad ovest di tale linea spettavano al Portogallo, ad est alla Spagna. Il Portogallo lament di essere stato spudoratamente sfavorito a favore invece della Spagna, cos che, tramite il Trattato di Tordesillas, la linea fu ampliata e quindi di conseguenze anche i possedimenti portoghesi. Questallargamento coinvolse ad esempio una grande regione sudamericana, ovvero il Brasile, che spett al Portogallo. Documentazione allegata: 1 fotocopia Il viaggio di Colombo 12-11-03

Del viaggio di Colombo abbiamo unaltra importante testimonianza, uno scritto dello stesso Colombo diretto al tesoriere spagnolo Sanchez, poi tradotto anche in latino. Colombo si sa che fece anche unaltra spedizione per tornare a riprendere quelli che aveva lasciati sullisola di Hispaniola. Questa volta part con una flotta davvero imponente, ben 17 navi, e tra queste era di nuovo presente la Nina. Il fratello Bartolomeo non fece in tempo a sapere che Colombo era tornato, che gi egli era ripartito per questo nuovo viaggio verso il Nuovo Mondo. Infatti Colombo ripar molto in fretta, gi nella prima met del 1493. Cominci a firmarsi con sigle particolari, come la seguente: S. SAS. XMY. Xgo ferens, che vengono interpretate in molte maniere dagli studiosi. Il viaggio trascorse tranquillo; Colombo segu una rotta pi meridionale toccando alcune isole delle Antille, che vennero chiamate S.ta Maria Redonda (disabitata), poi S.ta Maria Gallante (dal nome della nave su cui Colombo si trovava), S.Domingo (oggi isola di Domenica; dal nome del padre di Colombo). Molte altre isole vennero solo avvistate poich le popolazioni locali sembravano piuttosto bellicose e forse anche cannibali; altre isole incontrate furono chiamate once mil virgenes (oggi Is.Vergini) secondo una leggenda medioevale di S.Orsola, unaltra S.ta Maria di Guadalupa (dal nome di uno dei pi famosi santuari europei). Tra le isole di maggiore grandezza fu toccata Portorico, chiamata S.Juan Batista. Fu ritrovato anche il forte della Navidad, o meglio il luogo dove esso sorgeva, poich linsediamento era stato completamente distrutto e nemmeno degli uomini sembrava esserci traccia. Solo successivamente si seppe che erano stati tutti uccisi dal capo locale (che raccont per che ad ucciderli sarebbe stato un altro capo e non lui) perch si erano addentrati troppo allinternoin cerca di oro. Si scelse anche un altro luogo in cui porre un nuovo insediamento, la colonia Isabella: fu scelto da un dottore che era stato portato dalla Spagna, il dott. Cianca, ma la zona era malsana e paludosa, quindi fu una scelta non particolarmente felice. Unaltra testimonianza ancora del viaggio di Colombo la abbiamo da Michele da Cuneo, un amico di giovent di Colombo. Sembrerebbe essere autentica. Dopo la fondazione della seconda colonia, Colombo risped a casa parte della flotta, perch ormai troppa gente si trovava nel Nuovo Mondo, tra cui molti hidalgos che erano arrivati con il solo scopo di arricchirsi sfruttando gli indigeni. Guidati da Fernando de Torres, tornarono dunque indietro in molti, e impiegarono davvero poco: un solo mese, un record che rimase inviolato per molto tempo. Torres inoltre aveva anche il compito di ritornare nella colonia per portare nuovi viveri: il non sapersi sostentare sar una mancanza tipica degli insediamenti europei che rischiavano cos di morire di fame. Perch se per un certo periodo venivano avviati scambi con gli indigeni tra cibo e oggetti (che incuriosivano molto gli indigeni), quando i cibi scarseggiavano anche per gli indigeni stessi, essi si rifiutavano e quindi erano necessari viveri. Torres comunque ne port in abbondanza. Con Colombo aveva intrapreso il viaggio anche il fratello Diego, il pi piccolo, e insieme continuarono lesplorazione dellarea caraibica, toccando Hispaniola, Cuba e Giamaica. Colombo intravide il capo Occidentale di Cuba ma non lo esplor; convinto che fosse la propaggine del continente Asiatico, fece firmare un giuramento a tutti i marinai perch giurassero che cos era, di modo non diffondere lidea che questa terra fosse unisola. Ma al suo ritorno lidea si sparse subito e nelle carte ne abbiamo subito la testimonianza. A questo punto Colombo decise di prepararsi al ritorno ma a sorpresa incroci in America Centrale il fratello Bartolomeo, che nel frattempo si era fatto assegnare due navi dalla Corona. Questo ci indica come ormai il mondo fosse davvero cambiato: tutti percorrevano lAtlantico che non faceva pi paura, anzi anche chi, come Bartolomeo, non lo aveva mai solcato, poteva raggiungere il Nuovo Mondo in base a dati raccolti da alcuni marinai (forse da Torres). Colombo stesso ce ne d la prova arrivando in America e trovando comunque Hispaniola, anche deviando leggermente la rotta, ma anche Fernando de Torres che and e torn in brevissimo tempo. Se per la situazione delle rotte di evolveva in positivo, la situazione nella colonia Isabella stava precipitando. In molti chiamavano ormai Colombo Ammiraglio delle zanzare; nel 1496, forse con un po troppo ritardo, Colombo torn in Spagna per difendersi dalle accuse che gli venivano mosse, forse dagli stessi che erano stati accompagnati da Torres. Inoltre si ha notizia di un gruppo di disertori che sequestrata una nave in America tornarono in Spagna. Sta di fatto che comunque dopo il primo viaggio di Colombo, tutti volevano andare in America. Dopo il secondo viaggio il desiderio cal notevolmente, poich si

vedevano poche speranze di arricchirsi e nessuno era intenzionato a trasferirsi l. La Spagna dunque avrebbe volentieri abbandonato limpresa se non fosse stato per le notizie che giungevano da altre parti dEuropa secondo cui Portogallo e Inghilterra si stavano movendo nelle esplorazioni. Nel 1497 infatti il Portogallo aveva doppiato il Capo di Buona Speranza con B.Diaz e avevano organizzato una spedizione verso le Indie con Vasco de Gama. LInghilterra dal canto suo cominci le prime esplorazioni sulla stessa via dei Portoghesi ed Enrico VII affid a Giovanni Caboto (un veneziano) una piccola nave per compiere questa impresa: Enrico VII daltronde era rinomato per la sua avarizia. Il Portogallo si era mosso in netto ritardo perch Giovanni II non era molto aperto di fronte a questo tema e quindi di dovette attendere la sua morte e la salita sul trono di Re Manuel. Egli intravide la possibilit di avere altre isole strategiche come Azzorre e Madeira; i Portoghesi per non intrapresero la via di Colombo perch non avrebbe avuto senso. Seguendo infatti le dichiarazioni di Colombo stesso, erano necessari circa 40 giorni per arrivare in Asia (ovvero lAmerica), quindi 80 giorni per andare e tornare e con il rischio di percorrere una rotta poco conosciuta. Tanto valeva quindi continuare a percorrere la rotta Africana, completando la scoperta della costa che si affacciava sullOceano Indiano. Nel 1497 Vasco de Gama part sfruttando anche le notizie che erano giunte sui monsoni, che bisognava sfruttare se non si voleva rimanere fermi per molti mesi, e raggiunse prima Malindi (in Africa) e poi da l Caliput. Nel viaggio perse due navi, Diaz stesso si perse nellOceano e di lui non si ebbero pi notizie. Vasco de Gama imbarc un carico di spezie che, una volta arrivate in Africa, percorrevano il corso del Nilo e arrivavano ad Alessandria dove venivano smerciate e soprattutto i Veneziani le compravano. Larrivo portoghese sconvolse un po i traffici in quellarea, ma non pi di tanto visto che Venezia continu a prosperare ancora a lungo. Quindi mentre Colombo si appresta ad affrontare il suo terzo viaggio nel 1498, si aprono nuove vie sia da parte Portoghese che Inglese. Colombo in questo viaggio si diresse pi a sud e giunse alle foci dellOrinoco, nella Baia di Trinidad: chiamer questa nuova terra otro mundo ma non ancora nuovo cosa che invece far Vespucci. Colombo infatti non riteneva di aver scoperto una nuova parte di mondo ma solo una parte ancora inesplorata dellAsia. Ed essendo inoltre viva la credenza secondo cui proprio in Asia si sarebbe trovato il Paradiso Terrestre, Colombo credette di esservi quasi giunto. Rischi anche il naufragio a causa di una violenta onda, tipica alle foci dellOrinoco e del Rio delle Amazzoni. Si spost pi a nord dove sapeva esservi lIsola Hispaniola. Fu leggermente deviato nella sua traiettoria dalla corrente del Golfo che logicamente ignorava ma raggiunse comunque lisola. Un nuovo insediamento era stato creato a S.to Domingo ma la rivolta era gi in atto anche l. Solo larrivo di Bobadilla, funzionario amministrativo della Corona Spagnola riport la calma, arrestando per entrambi i fratelli Colombo e riportandoli in Spagna. L fu dapprima imprigionato e solo a fatica riusc poi a discolparsi dallaccusa di essere arricchito alle spalle della Corona. Ottenne nuovamente il favore della Corona ma rimase per un po di tempo disoccupato: risiedeva in un monastero a Siviglia e sar forse l che scrisse le Postille quella parte finale allopera curata dal figlio Bartolomeo, in cui venivano probabilmente cercate conferme a quelle che erano le sue credenze. Nel 1500 venne quasi definitivamente abbandonato e sostituito da un certo Ovando, che ricopriva per la Corona i suoi incarichi. Organizz un ultimo viaggio, ma ebbe limposizione di non andare ad Hispaniola. Documentazione allegata: 1 fotocopia I primi due viaggi di C.Colombo 13-11-03 Caboto part da Bristol nel 1497 con un equipaggio piuttosto esiguo. Il viaggio fu effettuato nel periodo estivo e in 40 giorni Caboto giunse sulle coste del Nord-America. Non si sa di preciso dove arriv Caboto poich non scrisse alcun diario di bordo quindi dobbiamo affidarci a notizie indirette sul suo conto e sul viaggio. Il figlio non fu come quello di Colombo, che diede un notevole contributo alla conoscenza delle scoperte paterne, ma anzi cerc di attribuirsene i meriti. Sappiamo del viaggio di Caboto da un certo Lorenzo Pasqualigo, un veneziano che mand una lettera

contenente notizie di questo viaggio proprio a Venezia (citt natale anche di Caboto). Unaltra lettera fu mandata da un inglese, J.Day, ad un certo Grande Ammiraglio, che con molta probabilit era Colombo. In questa lettera J.Day d alcune notizie a Colombo sulle nuove terre esplorate. Colombo in questo periodo era disoccupato e in prigionia e si dice che proprio a questo periodo si debbano le Postille Colombiane, ovvero quegli studi che avrebbero confermato le credenze di Colombo. Sembra quindi decadere lipotesi secondo cui abbia effettuato questi studi in preparazione del viaggio. Colombo comunque in procinto di ripartire per effettuare un altro viaggio verso il Nuovo Mondo, cos come Caboto lanno seguente, nel 1498, ripartir con cinque navi affidategli da Enrico VII, ma morir nellaffondamento della nave su cui si trovava. Dopo questo luttuoso episodio, lInghilterra non si interess pi alle spedizioni anche se molte navi continuarono a recarsi a Terranova per pescare durante il periodo estivo. Questi viaggi non sono registrati perch puramente commerciali. Anche portoghesi, spagnoli e irlandesi percorrevano questa rotta: spagnoli e portoghesi, disponendo di molto sale effettuavano una pesca detta verde, mentre chi di sale ne aveva meno come Inghilterra e Irlanda, effettuavano la pesca secca. Tornando a Colombo, il 4 viaggio fu compiuto con cinque navi ma gli fu imposto di non gettare lancora ad Hispaniola. La Corona non voleva disordini con il nuovo governatore, Ovando. Colombo per non si attenne al divieto e chiese ugualmente di poter entrare nel porto: in realt fu spinto a questa richiesta dal presentimento che un uragano stesse per abbattersi sulla zona. Ovando per non gli credette e non se ne preoccup neppure, negandogli laccesso e anzi dando il permesso ad alcune delle proprie di uscire dal porto. Colombo dunque fu costretto a ripararsi in un altro luogo mentre le navi di Ovando furono investite in pieno e travolte dalluragano. Nella sciagura mor anche il Bobadilla, il governatore spagnolo. Nel disastro si salv solo una nave, la pi piccola, che guardacaso conteneva i beni di Colombo sequestratigli dalla Corona e che gli vennero restituiti con la morte del Bobadilla. Colomb prosegu la sua esplorazione sulle coste dellHonduras; cercava lAsia o meglio lo stretto di Malacca che gli avrebbe consentito di passare nellAsia conosciuta. Cercava dunque un passaggio, non considerando lesistenza di un altro oceano tra il continente americano e quello Asiatico. Cercava in sostanza lOceano Indiano che riteneva si trovasse oltre le coste che stava esplorando. Continu il suo viaggio nellAmerica Centrale, in Honduras, Nicaragua e Panama, e proprio qui fece costruire un nuovo insediamento ma anche in questo caso la zona non era delle migliori, perch paludosa e abitata da indigeni piuttosto bellicosi. Perse anche una nave che fu abbandonata a Panama nella fuga dagli indigeni, quindi prosegu il suo viaggio verso Nord con le altre due navi. Ma arrivato sulle coste giamaicane affondarono anche le restanti due navi ormai perforate dai molluschi che si erano attaccati al fondo. Colombo dunque, sapendo che Hispaniola non era molto lontana da l, invi due uomini in canoa per chiedere soccorso. Il governatore per rifiut e anzi mand alcune navi a sorvegliare che cosa Colombo facesse sullisola. Solo dopo vari tentativi, Bartolomeo Fieschi, uno dei due inviati ad Hispaniola riusc a noleggiare una nave a sue spese e dopo otto mesi tornarono a casa. Al suo rientro, Colombo trova un ambiente diverso, quasi ostile nei suoi confronti: viene messo in disparte. Cerca di seguire la corte Spagnola nei suoi vari spostamenti di citt in citt e inizi anche i suoi reclami verso la corte stessa per farsi riconoscere quello che gli spettava (la Corona gli dava il 2%, cifra gi molto elevata, ovvero la decima parte della 5 che spettava di diritto alla Corona). Mor nel 1506 a Valladolid e cominci lodissea della sua salma: fu dapprima sepolto proprio a Valladolid e vi rimase per 4 mesi. Il figlio Diego decise poi di far spostare la salma nel Monastero di Triana vicino Siviglia dove Colombo aveva soggiornato. Nel 1514 in seguito ad una disposizione testamentaria di Diego, la salma di Colombo fu trasportata a S.to Domingo e sepolta insieme a quella di Diego. Il 600 sar per il periodo della pirateria, e nel 1644, temendo che unincursione di pirati avrebbe potuto trafugare la tomba, venne rimossa la lapide cosicch la tomba non fosse identificabile. Nel 1795, in piena Rivoluzione Francese, ad Hispaniola vi un eccidio di bianchi in seguito ad una rivolta dei neri (nella met francese dellIsola). Si chiama ormai Haiti e si instaurano due imperatori, uno dopo laltro, lultimo un certo Cristoph decisamente folle. La salma in seguito a questi eventi venne spostata a Cuba e poi da l subito trasportata nuovamente a Siviglia. Nel 1847 venne per trovata a

S.to Domingo (nella cattedrale) una cassetta con iniziali C.C.A. (Cristoforo Colombo Almirante) e molte altre iniziali che alludevano alle sue conquiste ed ai suoi titoli. In seguito a questo ritrovamento si cominciato a pensare che i resti di Colombo probabilmente sono rimasti a S.to Domingo e a Siviglia stato portato qualcun altro. Ci sono molti altri viaggi svolti sempre in questo periodo: nel 1498 Vespucci con alcuni ex-compagni di Colombo esplor un tratto di Sud-America; le navi entrarono nella Baia di Maracaibo e per il ricordo di Venezia che suscit nei marinai la zona fu chiamata Venezuela. Il Vespucci sar quello che scrisse di pi, e si attribu anche un viaggio mai compiuto (datato prima del 1492; cos poteva affermare di essere arrivato prima di Colombo). Ne effettu uno, almeno cos sembra, nel 1502 con i Portoghesi lungo le coste Brasiliane. Documentazione allegata: 1 fotocopia Le esplorazioni di Colombo in America Centrale 18-11-03 Analizziamo oggi la scoperta dellOceano Pacifico. Esso fu trovato per la prima volta da un certo Balboa, ma la Corona Spagnola era molto diffidente e mand un ispettore proprio come aveva fatto con Colombo: lispettore, un tale Arias, fece per processare e condannare a morte il Balboa. Venne successivamente creato un insediamento il Vecchio Panama che non si trovava dove sorge oggi Panama. E parlando del Pacifico immancabile parlare di Magellano. Egli era portoghese, figlio di contadini che cerc fortuna come tanti imbarcandosi verso lOriente. Si un alle grandi flotte che dopo le scoperte di Vasco de Gama andavano verso Oriente. Venivano acquistate le spezie e poi rivendute in Europa. Magellano prese parte alla 1 spedizione verso Malacca, che era un porto strategico perch l venivano smistati i prodotti cinesi e del Pacifico. Arrivato a Malacca, Magellano incontr lopposizione del sultano locale che aveva capito che larrivo europeo avrebbe portato alla fine del suo regno. Molti ufficiali che erano con Magellano furono uccisi, ma la maggior parte di essi riusc a tornare sulle navi e a riprendere il largo. Malacca verr poi conquistata definitivamente lanno successivo. E proprio lanno dopo Magellano diede incarico ad un suo amico, Serrano, in viaggio con lui di proseguire lesplorazione verso le Molucche su di una piccola imbarcazione. Le Molucche interessavano molto agli Europei poich l venivano prodotte le spezie pi pregiate (noce moscata e chiodi di garofano). Sembra che Serrano avesse poi raggiunto tali isole e che fosse diventato una sorta di rappresentante portoghese laggi. Magellano ripart dallisola di Goa ma naufrag ben presto e perse tutto il carico. Torn a Lisbona e visse di stenti. Prese parte ad una spedizione militare in Marocco dove ebbe lincarico di custodire i cavalli presi dai Nord-Africani ma fu accusato di averli venduti per ricavarne lincasso. Non si discolp in Marocco, perch intendeva farlo davanti al Re portoghese in persona. Diventando di fatto un disertore, and via dal Marocco per recarsi dal Re Manuel, che per non accett la sua motivazione e lo rimand in Marocco con lobbligo di seguire la trafila prevista per i casi come il suo. Per sua fortuna riusc a discolparsi e, una volta tornato a Lisbona, riand presso Re Manuel, ma questa volta per proporgli un progetto ambizioso: finanziare un viaggio alle Molucche. Egli rifiut, ritenendo troppo rischioso il progetto, per cui Magellano si rivolse come i suoi predecessori (Colombo in testa) ad altri sovrani europei: non dovette viaggiare molto perch il suo progetto fu accolto subito dal Sovrano Spagnolo, Carlo I. Egli era diventato da poco Re di Spagna e a breve sarebbe diventato Imperatore del Sacro Romano Impero, con il titolo di Carlo V. Era imparentato con le dinastie pi importanti dEuropa, per cui possedeva territori immensi, tra cui quelli Asburgici, e poi in Europa Orientale, Castilla e Aragona, Fiandre e Sud-Italia. Un impero immenso quindi e un sovrano giovane ed intraprendente, disposto ad investire in questo progetto voluto da Magellano. Questi ebbe il favore inoltre di molti nobili e spos al suo arrivo in Spagna una portoghese da poco trasferitasi in Spagna. Alla corte di Carlo V vi era un certo Faleiro, che si diceva capace di calcolare la longitudine in 4 modi diversi (tutti sbagliati), e quindi in base ai suoi calcoli aveva stabilito che le Molucche in caso di conquista sarebbero spettate alla Spagna per quella convenzione per cui parte dei territori spettavano alla Spagna e parte al Portogallo. In realt il calcolo era sbagliato perch le Molucche ricadevano nel

territorio portoghese, ma il calcolo era estremamente difficile visti i sistemi a disposizione. In Portogallo la notizia che la Spagna si apprestava ad intraprendere questo viaggio fu accolto con un po di timore da parte di un ambasciatore, un certo Alvarez, che lo comunic subito a Re Manuel. Inoltre fece notare Alvarez, al servizio spagnolo vi erano due ottimi cartografi portoghesi, i quali avevano confermato la notizia di Faleiro per cui le Molucche sarebbero spettate alla Spagna, con una perdita enorme in termini economici per il Portogallo. Lo stesso Faleiro contava di poter prendere parte alla spedizione come pari grado di Magellano, ma fu via via escluso, e non part neppure. Mor pazzo. Magellano part con una flotta di 5 navi. La cronaca del viaggio compiuto da Magellano ce la fornisce un vicentino, Antonio Pigafetta, che si imbarc allultimo come uomo in pi. Non poteva fare il marinaio perch era comunque un nobile, ma era alla prima esperienza nautica. A Magellano fu affiancato un certo Cartagena perch i marinai non si fidavano di lui. Abbiamo oltre alla relazione del Pigafetta, altre due relazioni: una di un anonimo genovese (forse Leon Pancaldo) e laltra di un funzionario di Carlo V ma molto sintetica. Attenendoci alla cronaca di Pigafetta, il viaggio cominci il 20 settembre 1519 e come prime terre tocc le Canarie, Capo Verde e Brasile per poi andare verso Sud e toccare quasi le terre antartiche. Linverno lo pass nella baia di S.Julian, dove si registr un tentativo di ammutinamento portato avanti dal Cartagena che cerc di impadronirsi delle navi e di detronizzare Magellano. Egli per svent il tentativo di ammutinamento condannando a morte il principale responsabile, mentre abbandon il Cartagena l dove si trovava. Al momento di ripartire una nave affond ma non mor nessuno. Venne trovato e faticosamente attraversato lo Stretto che diventer Stretto di Magellano (in 50 giorni); durante lattraversamento una nave disert e torn indietro. Magellano, passato nellOceano che gli si present davanti lo chiam Pacifico perch si present ai suoi occhi estremamente calmo. Nella traversata morirono 15 uomini. Il Pigafetta nota anche che il cielo australe diverso rispetto al cielo a cui si abituati nellEmisfero Nord e nota la Croce del Sud. Continuano la loro esplorazione non incontrando alcun isola sul loro cammino e vivevano ormai in condizioni disperate sulle navi. Tante isole furono solo avvistate, mentre approdarono su quelle isole che denominarono Isole dei Ladroni a causa della popolazione locale (oggi le Marianne). Bisogna fare un piccolo excursus: Magellano quando era andato per la prima volta alle Molucche aveva portato con s via di l uno schiavo, chiamato poi Enrico, che una volta giunto prima alle Marianne poi sempre pi vicino al continente Asiatico, comincia a comprendere il dialetto parlato, quindi probabilmente Magellano era giunto nei pressi dei luoghi da cui lo schiavo proveniva. Raggiunte le Filippine, Magellano cambi il suo atteggiamento nei confronti delle popolazioni locali diventando una sorta di missionario. Volle intraprendere una spedizione militare per conto del governatore dellIsola di Cebu contro unaltra isola, di Maktan (Filippine) e l morir in uno scontro sulla spiaggia. Il sovrano di Cebu, far poi scendere dalle navi di Magellano parte dellequipaggio e a tradimento li fece uccidere. Le navi, al riparo pi lontane dallisola di Cebu erano rimaste tre e per di pi con poco equipaggio. Assume il comando chi era pi in grado di comandare le navi e dopo aver vagato parecchio nella zona in cui erano approdati con Magellano, trovarono finalmente le Molucche. Imbarcarono le spezie, ma solo due navi intrapresero il ritorno, la Victoria e la Trinidad, perch la terza nave, la Concepcion, non ripart. Le strade delle due navi si divideranno, la Victoria percorrer lOceano Indiano e torn a casa compiendo un giro del mondo, mentre la Trinidad decise di ripercorrere la stessa strada al contrario, salvo poi consegnarsi ai Portoghesi che si trovavano alle Molucche. Quindi il primo uomo ad aver compiuto un giro del mondo completo potrebbe essere stato lo schiavo di Magellano, Enrico, che sparito durante i disordini a Cebu in cui Magellano mor, probabilmente aveva fatto ritorno a casa, per poi reimbarcarsi e proseguire il viaggio verso le Molucche. Il viaggio non era ancora terminato ed altre insidie si presentarono per la Victoria quando arriv al Capo di Buona Speranza, dove si era fermata per fare rifornimento. I Portoghesi che vi si trovavano avevano capito tutto, ovvero che la nave era spagnola e proveniente dalle Molucche, ma il viaggio riusc comunque a riprendere e la Victoria torn finalmente a casa. Questo viaggio apr nuove rotte sia verso le Molucche che verso le Filippine.

Documentazione allegata: 2 fotocopie Carta di J.Reinel, cartografo di Magellano Rotta della prima circumnavigazione del globo 19-11-03 Con la scoperta dellAmerica si svilupper anche la colonizzazione dei territori americani. La consuetudine spagnola voleva che il proprietario di una certa area fosse contemporaneamente anche proprietario delle persone che vi abitavano. Quindi disponevano di una grande abbondanza di schiavi, i quali non suscitavano nel padrone alcuna preoccupazione riguardo al loro mantenimento, tanto anche in caso di loro morte, il conquistadores avrebbe preso qualcun altro. La colonizzazione spagnola parte nel 1518 con Cortes che sbarc nel Messico, e precisamente nella zona dello Yucatan: l perse un uomo che fu fatto prigioniero dai locali. Ripartir dunque alla volta di Cuba dove non otterr il permesso dal governatore spagnolo di ripartire nella sua spedizione. Egli per, non attenendosi allordine, decise di ripartire ugualmente e fonda in Messico la citt di Vera Cruz (Vera Croce). Come gesto simbolico far bruciare le navi, per far capire che da l nessuno se ne sarebbe andato. Fonda una parvenza di citt, comunque nella piena legalit: Cortes era ossessionato dalla legalit e questo lo accomuner a molti conquistadores. Basti pensare che egli aveva con s un notaio che annotava ogni avvenimento. Venne creato anche un Consiglio Municipale in cui la figura pi importante era ovviamente quella di Cortes. Prima di proseguire e di addentrarsi nellImpero Azteco recuper luomo che era stato fatto prigioniero a Yucatan, ovvero Heronimo de Aguilar. Cortes recuper anche una donna locale, che alla fine spos, donna Marina. Con lausilio di ambedue pot proseguire la spedizione poich essi conoscevano tutte le lingue per poter capire e farsi capire. Presto Heronimo fu abbandonato, specialmente quando donna Marina impar lo spagnolo. Cortes si addentr nellImpero e venne allo scontro con una popolazione locale alleata degli aztechi. Dopo averla sconfitta, entr nella capitale azteca, posta su alcuni laghetti, dove oggi sorge Citt del Messico: il Re era Montezuma, che ebbe un atteggiamento ambiguo nei confronti dei nuovi dominatori poich era molto incerto. Infatti secondo le leggende gli spagnoli potevano rivelarsi o dei che tornavano presso il popolo azteco o come nuovi conquistatori. Quindi a questo si deve lincertezza di Montezuma. Vengono alloggiati nella grande piramide proprio al centro della citt. Nel frattempo per il governatore di Cuba che aveva impedito a Cortes di partire mand un esercito ad arrestarlo: egli dunque dovette tornare a marce forzate verso la costa dove lo attendevano. Non ci fu latteso scontro fa Cortes e i militari, ma anzi dopo essersi alleato con loro, ripart alla volta della capitale questa volta per con un numero nettamente maggiore di uomini. Intanto nella capitale la situazione precipitava: uno spagnolo del seguito di Cortes che aveva in mano il comando fino al suo ritorno ordin parecchie condanne a morte per molti aztechi (anche nobili) poich essi praticavano il sacrificio umano. Questo provoc la reazione azteca che fece prigionieri gli spagnoli nella piramide e stessa sorte dovettero subire sia il rientrante Cortes che le sue nuove truppe. Tutti si trovavano nella grande piramide assediati, ma gli spagnoli avevano un grosso vantaggio, cio il Re Montezuma come ostaggio. Egli cerc di parlare al popolo esprimendo parole delogio per gli spagnoli ma il suo stesso popolo lo lapid. Gli Spagnoli fuggirono dalla piramide di notte, sfruttando il fatto che durante la notte gli aztechi non erano soliti combattere. Gli Spagnoli dunque se ne vanno provvisoriamente, e proprio qui sta lerrore maggiore degli aztechi: essi ritengono che larrivo spagnolo sia stato solo un caso, un errore, e non si preparano ad un loro possibile ritorno, ritenendo che la situazione sarebbe tornata quella di prima. E infatti gli Spagnoli tornarono una seconda volta ponendo da subito sotto assedio la citt, potendo vantare anche unarma in pi: il vaiolo. Esso decim la popolazione locale, non abituata; mor anche il successore di Montezuma, Quiclauac, e al nuovo Re non rimase che rimettersi alla volont degli Spagnoli. Siamo negli anni 1519-1524. Dopo aver instaurato il proprio potere nella zona, gli Spagnoli decisero di non spostarsi n a Nord n a Sud, poich le zone desertiche del Nord nascondevano troppe insidie e in entrambi i casi erano troppe le popolazioni da sottomettere. Essi governarono sostituendosi di fatto alla classe dirigente che esisteva prima del loro arrivo, senza apportare grossi

cambiamenti. La seconda ondata di conquista sar quella di Pizarro, un altro grande conquistadores, verso il Per: colse anche il momento in cui lImpero locale, quello Inca, ne usciva da una guerra civile. Pizarro poteva contare su ancor meno uomini di quelli di cui disponeva Cortes. Lincontro tra Pizarro e il sovrano Inca, Atahualpa, avvenne in una cittadina e precisamente in una strettoia per cui il numero di uomini a disposizione contava relativamente. Pizarro si stava muovendo verso Sud mentre Atahualpa verso Nord: quando si incontrarono si avvicin per primo ad Atahualpa, un prete, padre Valverde, che gli porse una copia del Vangelo. Atahualpa guard questo strano oggetto senza capirne le scritte n lutilit, dopodich lo lasci cadere a terra. Questo scaten (o forse era solo il pretesto che cercavano) lira di padre Valverde che diede lordine di ucciderli tutti con la sua benedizione. Fatto prigioniero il Sovrano, raggiunsero la capitale, Cuzco: il sovrano per ottenere la libert riemp doro una stanza solo per gli spagnoli, ma non fu comunque liberato, anzi per ordine ancora di Valverde fu condannato a morte. Verr nominato un Imperatore fantoccio che di fatto era sotto la Spagna. Grosse debolezze come si erano riscontrate negli Aztechi le riscontriamo anche negli Inca: ad esempio il fatto che un Impero con 2000 anni di storia non conoscesse la scrittura, la ruota, non avesse memoria storica n conoscenze di tipo contrattuale, che non avesse mai avuto contatti esterni. Fu facile dunque per gli Spagnoli imporsi: la capitale fu posta a Lima e il porto principale a Caliao, vicino Lima. Come detto gli Spagnoli non faticarono a sostituirsi agli Incas ma non mancarono i tentativi di rivolta e di ribellione; tutto sommato fu pi facile imporsi in Messico, anche per ragioni dipendenti dagli stessi spagnoli. Infatti in Messico il controllo quasi totale mentre in Per non ci sono accordi tra gli spagnoli stessa e quindi si assiste ad una sorta di guerra intestina. Anche in questo caso lespansione si limit al territorio peruviano e non prosegu verso Sud, dove lunico tentativo fu quello di Valdivia, compagno di Pizarro, che per sar ucciso dalle popolazioni locali. Quindi alla luce di quanto abbiamo visto finora la Spagna si assicura un Impero territoriale, ambizione non condivisa ad esempio dal Portogallo che mira solo agli interessi commerciali, quindi ad avere basi commerciali qua e l e una flotta potente nellOceano Indiano. Lunico dominio territoriale portoghese sar una parte dellIsola di Ceylon (che era divisa in tre parti). Il Portogallo faticava a controllare anche solo questi possedimenti commerciali e questo spiega il tentativo fin da subito di incentivare i matrimoni misti per creare una nuova classe pi legata al Portogallo e che controllasse poi questi territori. Diversissimi saranno invece gli inglesi che non si mischiarono mai con la popolazione locale e che portarono nelle colonie i loro comportamenti e le loro tradizioni. In 50 anni comunque questo impero territoriale viene consolidato. Intorno al 1550 tutto il Sud-America verr esplorato: uno dei fratelli di Pizarro, Gonzalo, nel 1544 fu accompagnato da un altro esploratore prima nelle Ande e poi nella discesa verso il Brasile percorrendo un affluente del Rio delle Amazzoni. Gonzalo non percorse la parte sul fiume perch prefer tornare indietro, mentre la percorse il Lorellana, che and fino alla foce percorrendo buona parte del continente Sudamericano. Nel frattempo continuarono anche le esplorazioni nellOceano Pacifico. In base alle testimonianze dei 18 sopravvissuti di Magellano fu preparata una nuova spedizione guidata da un certo Loaysa nel 1526. Fu una spedizione come si suol dire nata male poich mor prima il Loaysa e poi i suoi due successori al comando. Erano partiti da Siviglia e passato lo Stretto di Magellano arrivarono alle Molucche. Un altro importante esploratore fu il Saavedra che per part gi dalle coste del Pacifico, ovvero da Acapulco, riducendo quindi la distanza. Era cugino di Cortes; gli venne dato lordine di soccorrere il Loaysa che era bloccato alle Molucche, ma due navi si persero e solo una le raggiunse. In seguito ad un ritrovamento sui fondali marini vicino le coste dellAlaska di due relitti spagnoli con cannoni datati 1522-23 si pensato che probabilmente queste due navi non si fossero perse ma semplicemente non si erano mai dirette alle Molucche ma direttamente verso lAlaska per tentare una nuova esplorazione. Il De Retes scopr pi avanti la Nuova Guinea, cos chiamata per il colore della pelle degli abitanti che ricordavano i neri della Guinea Africana. Tra i molti esploratori di questo periodo sicuramente da ricordare lUrdaneta: fu preso per partecipare ad un viaggio come esperto e scopr la via del ritorno passando di nuovo dal Pacifico, ripercorrendo in sostanza la stessa strada ma sfruttando i venti occidentali. Un metodo che Colombo aveva gi scoperto molti anni prima, ai

tempi delle sue scoperte, ma che gli Spagnoli impareranno solo molto tempo dopo. Da quel momento fu fondata una citt alle Filippine, Manila, e fu istituito un viaggio annuale nel Pacifico tra Caliao e Manila, chiamato il Galeone di Manila. La rotta era Caliao-Manila-Canton/MacaoCalifornia-Acapulco, passando a sud delle Hawaii allandata e a nord di esse al ritorno; per questo motivo esse rimasero per molto tempo sconosciute perch tutti vi passavano a nord o a sud. Di solito nel viaggio compiuto dal Galeone di Manila moriva la met dellequipaggio, ma era comunque lunico modo possibile per andare e tornare senza rischi dalle Molucche, poich i Portoghesi non permettevano di passare nellOceano Indiano. Fu un viaggio senza rischi fino al 600, poich a partire da questa data si diffuse la pirateria; gli inglesi si dimostrano i pi agguerriti, e il Galeone di Manila rappresentava una delle prede pi ambite. Lultimo viaggio del Galeone di Manila fu compiuto nel 1815 e la nave si chiamava Magellano. Gli studiosi cominciarono a capire che le terre emerse erano troppe nellemisfero nord rispetto a quelle dellemisfero sud. Si cominci ad ipotizzare lesistenza di un grande continente a Sud, ovvero lAustralia. Forse furono i portoghesi a toccarla per primi (la parte settentrionale) e infatti appare su alcune carte portoghesi questo nuovo lembo di terra. Anche i francesi per la riproducono, forse per copiando le carte dei portoghesi: essi la chiamavano Jav le grnd. Gli spagnoli la cercarono pi volte ma non la trovarono: si imbatterono in molti altri arcipelaghi di isole (Salomone, N.va Caledonia, Is. S.ta Croce) da cui capirono che da qualche parte doveva per forza esserci un grande continente. Per caso lAustralia fu scoperta invece dagli Olandesi nel corso del 600. Poich essi non volevano lo scontro con i Portoghesi nellIndiano cercavano di evitare le rotte portoghesi, tenendosi molto a Sud una volta passato il Capo di Buona Speranza. Quando ritenevano di essere circa nella longitudine di Java viravano a Nord ma in realt lavevano gi passata da molto e si imbatterono dunque in una nuova costa sconosciuta, quella occidentale dellAustralia. Documentazione allegata: 1 fotocopia Da e verso le Filippine 1525-65 20-11-03 Di sicuro nessuno nel corso del 500 avrebbe mai scommesso sul dominio Inglese dei mari, ma anzi la maggior parte si sarebbe sbilanciata a favore della Francia. Essa in fondo aveva 20 milioni di abitanti contro i 4 dellInghilterra, ed inoltre aveva scali marittimi sia nel Mediterraneo che nellAtlantico, ma per vari motivi non riusc ad imporsi e a cogliere questa grossa opportunit di dominare i mari. Influ di sicuro la guerra di religione che sconvolse la Francia e che vedeva coinvolti gli ugonotti; e pensare che comunque la Francia aveva cominciato a muoversi in questo senso, ovvero verso le esplorazioni, e con Giovanni da Verrazzano aveva compiuto le pi importanti nella prima met del 500. Del viaggio abbiamo una testimonianza che una copia della lettera di Giovanni da Verrazzano inviata al Re di Francia; siamo nel 1524 e il viaggio si comp con una sola nave, la Delfino. Abbiamo anche una carta di Girolamo da Verrazzano, fratello di Giovanni a cui si deve lesplorazione delle coste del Nord-America; in realt egli non era interessato al Nord-America ma bens a trovare un passaggio verso il Pacifico per giungere in Cina. LAmerica in s non interessava ancora. Fino a quel momento si era scoperta la costa Americana meridionale, fino allodierna Florida. Giunti pi a nord di essa, i fratelli da Verrazzano scambiarono una lunga striscia di sabbia per un istmo: pensarono di aver davvero trovato il passaggio verso il Pacifico e la scoperta fu riportata da Girolamo nella sua carta e pi volte ricopiata anche da altri cartografi negli anni successivi. Ci furono i primi contatti con gli indigeni che inizialmente si comportarono in maniera gentile ed ospitale mentre pi a nord (nellodierno Maine) furono ostili; Verrazzano ripercorse poi lAtlantico e torn indietro. Nella sua relazione aggiunse ai territori gi scoperti i suoi appena scoperti, ma sbaglia il calcolo relativo allestensione delle terre di circa il 50%. Ebbe per una grande intuizione ovvero che lAmerica un continente. Da Verrazzano non effettu altri viaggi per un po di tempo a causa di disordini interni al paese ma successivamente ebbe la possibilit di effettuare un nuovo viaggio di cui non vi testimonianza se non che durante lo

svolgimento Verrazzano mor ai Caraibi. Lerrore compiuto da Verrazzano circa listmo che avrebbe collegato lAtlantico al Pacifico continu per ancora alcuni anni fino a quando un altro esploratore, Jacques Cartier, partito nel 1534 non costeggi gli stessi territori. Egli arriv fino allIsola di Terranova e si trov poi nellestuario del fiume S.Lorenzo. Venne a contatto con la locale popolazione degli Huroni sterminata poi nel corso del 600 da unaltra popolazione locale a lei nemica. Dal loro sterminio nacque il mito del buon selvaggio di cui essi diventarono limmagine. Cartier convinse il Re locale delle sue buone intenzioni ed egli accett, affidandogli anche i suoi due figli perch fossero condotti a Parigi e riportati in Canada dopo un anno. Cartier torn dunque lanno dopo e risal il corso del S.Lorenzo: linsediamento era posto in un punto particolare chiamato Quebec. In realt Cartier non aveva perso la speranza di trovare il passaggio verso il Pacifico ma cominciava comunque a rendersi conto di essere in un fiume. Dopo aver riconsegnato i figli al Re locale, Cartier volle proseguire nella sua spedizione verso linterno risalendo il corso del fiume, ma sia il re che i figli si mostrarono contrari allimpresa affermando che gli Dei non era favorevoli ed avrebbero generato una tempesta colossale: in realt temevano che Cartier si alleasse con una popolazione locale che si trovava pi allinterno. Cartier prosegu ugualmente raggiungendo lodierna Montreal e lisola di S.Elena. L furono fermati dalle rapide e quindi preferirono tornare indietro al villaggio. Una volta tornati presso il villaggio decisero di svernare, cio di passare linverno in quel luogo. Ma linverno sar durissimo, specialmente perch i Francesi non sapevano come procurarsi il cibo e gli abitanti del posto non erano disposti a scambiare il cibo con oggetti quando esso scarseggiava anche per loro. Sta di fatto che Cartier appena fu possibile ripart, vista anche lepidemia di scorbuto che aveva colpito il suo equipaggio, abbandonando il forte che aveva fatto costruire e rapendo il re locale. Egli aveva raccontato molte storie fantasiose sulle popolazioni dellinterno, e Cartier volle che le raccontasse anche di fronte al Re di Francia. Parlava di un paese ricco doro poco distante dal suo, ma non era vero. Cartier gli promise che lo avrebbe riportato in Canada entro un anno. In Francia ebbe un grande successo tanto che fino il Re gli credette. Nel 1534 e poi nel 1536-37 furono effettuati i nuovi viaggi verso il Canada ma nel frattempo il re locale, DonnaCona, era morto e non torn pi in Canada. Il comando dellesplorazione non fu pi affidato a Cartier ma ad un certo Robervall, che per non sembrava molto convinto e di fatto non si decideva mai a partire, tanto che Cartier ad un certo momento prese liniziativa e part da solo assumendo nuovamente il comando del suo 3 viaggio. Al suo arrivo in Canada il governatore provvisorio non si dimostr dispiaciuto della morte di DonnaCona e i francesi nel frattempo proseguirono le loro esplorazioni verso linterno. Il percorso verso i grandi laghi era difficoltoso risalendo il S.Lorenzo perch vi erano troppe rapide; era meglio percorrere un altro piccolo affluente del S.Lorenzo vicino Ottawa, in cui le rapide non si avvertono quasi. Anche questa volta per linverno fu durissimo e le vittime molte ed appena pot Cartier ripart. Arrivato a Terranova pronto a salpare verso lEuropa incontr le navi di Robervall che finalmente si era deciso a partire ed era arrivato in Canada: egli gli chiese di proseguire il viaggio con lui ma Cartier rifiut, disertando, anche perch i soldati non lavrebbero consentito. Nella seconda met del 500 entrarono in scena gli Inglesi. Uno dei pi importanti fu Sir Martin Frobisher; part con una piccola nave alla ricerca del passaggio verso il Pacifico. Si era diffusa la consuetudine secondo cui erano tre i passaggi possibili per giungere in Asia, quello di NW, di NE e di N, uno attraverso lAmerica, uno attraverso lAsia ed infine lultimo, quello a Nord attraverso il Polo Nord che fortunatamente nessun mai prov. Frobisher cercava quello di NW. Egli pass lo stretto di Davis a sud della Groenlandia e si ritrov in un fiordo profondissimo per cui si convinse di aver trovato il passaggio per il Pacifico. Siamo nel 1574. Porta ancora il suo nome questo passaggio. Perse molti uomini rapiti dagli eschimesi e dovette tornare a casa. Diede ordine ai suoi uomini di raccogliere tutto ci che potesse destare interesse, tra cui anche un nuovo minerale la pirite. Analizzato in Europa esso inizialmente fu ritenuto inutile, poi intorno agli anni 70 del 500 uno studioso italiano, probabilmente corrotto, afferm che da esso si poteva ricavare addirittura loro. E in base alle sue affermazioni nel 1576-77 con Frobisher partirono altre due navi da carico che caricarono pirite allinverosimile; altra cosa negativa fu che Frobisher non pot andare avanti nella Frobisher Bay

rimanendo dunque convinto che quello fosse il passaggio verso il Pacifico e la Cina. Ripart una terza volta per fare un altro carico di pirite ma nel frattempo il minerale era stato rilavorato e ci si rese conto della sua totale inutilit e quindi una volta tornato in Europa cadde in disgrazia e mor nel 1599 in una spedizione militare. Sempre nel 1578 era partito anche Francis Drake che comp un intero viaggio del globo, saccheggiando molti porti spagnoli. Sempre in questo periodo vi furono molti altri che compirono spedizioni in Nord-America, tra cui ricordiamo Davis e Hudson; nel 1630 si concluse che non vi era un passaggio marittimo verso il Pacifico e quindi la ricerca si spost sulla terra, basandosi su di unassurda credenza per la quale i continenti avrebbero avuto una struttura piramidale con i rilievi posti al centro e siccome lAmerica presentava i propri rilievi proprio vicino alle coste si pens che quello fosse il centro o che comunque fosse l vicino. Non considerarono il fatto che invece la teoria era assurda e che il Nord America la smentiva in pieno presentando zone montuose in prossimit delle coste e zone pianeggianti allinterno. Documentazione allegata: 1 fotocopia Planisfero di Girolamo da Verrazzano, 1529 25-11-03 Continuando i tentativi di approdare alle Molucche passando dallAmerica, si cercava il cosiddetto passaggio di NW: siamo nel 1500 ed un certo Maldonado invi al Ministro che si occupava delle Indie un suo resoconto circa questo passaggio. Pi avanti intorno al 1580, si ebbe notizia che tre navi inglesi avevano raggiunto il Pacifico passando proprio dal passaggio di NW e quindi furono immediatamente inviate navi da parte spagnole per verificare quanto riportato. La notizia di un marinaio greco ribattezzato poi Juan de Fuca, il cui nome fu dato allo stretto che separa lisola di Vancouver dalla terra ferma. Probabilmente egli aveva percorso quello stretto e dopo esserne uscito credette di aver trovato il famoso passaggio di NW che in realt non era ancora stato scoperto. Il figlio di Caboto invece, era al servizio della Spagna e per conto di essa aveva esplorato la foce del Rio della Plata aprendo le frontiere alla colonizzazione di queste zone e in et avanzata era passato al servizio inglese: ormai organizzava solo i viaggi poich non poteva pi affrontarli, per verso il passaggio di NE, ovvero verso Oriente. Nel 1533 vi fu la prima esplorazione in questo senso, con una flotta composta da tre navi e guidati da due comandanti. Una delle tre navi fu bloccata dai ghiacci e tutti gli uomini morirono, mentre le altre due superarono Capo Nord e penetrarono nel Mar Bianco. Giunsero in una cittadina, Colmagro (vicino lodierna Arcangelo), durante linverno: gli inglesi l presero contatto con i Russi e avrebbero voluto commerciare con loro, ma i russi si rifiutarono poich non avevano il permesso dello zar Ivan IV il Terribile. Dunque gli Inglesi vollero raggiungere Mosca per incontrare lo zar. Furono da lui ricevuti ed egli si disse disposto a commericiare con loro. Interessavano soprattutto i tessuti in lana, oltre alle armi e a strumenti tecnologici e in cambio offrivano canapa, olio e pellicce. I Russi si dimostrano acquirenti curiosi e anche un po pignoli: infatti desideravano la lana solo blu e avevano labitudine di bagnarla per vedere se si restringeva (quindi se era nuova). Al ritorno delle navi in Inghilterra era salita al trono Maria la Cattolica: fu disposta unaltra spedizione sempre diretta al Nord della Russia e gli scambi via via si intensificarono. Lo zar voleva unalleanza militare ma gli inglesi non erano interessati, e avevano solo scopi commerciali. La nave per nel ritorno da questa seconda spedizione affond vicino alla Scozia e mor tutto lequipaggio, tra cui vi era anche un ambasciatore russo. Lanno dopo per continuare le esplorazioni in questo senso fu inviato Anthony Jenkinson: egli per cercava ancora il passaggio di NE, da molti ormai dimenticato poich i traffici con i Russi sembravano molto vantaggiosi tanto che La Compagnia del Catai che finanziava le spedizioni divent Moscovian Company. Jenkinson pens di raggiungere la citt di Astrahan, attraversare il Mar Caspio (su cui si trova) e proseguire poi via terra per i territori mongoli. Jenkinson si rese conto ben presto che il controllo mongolo era ormai solo un miraggio e di fatto i mongoli avevano perso la loro importanza, sostituiti da tante popolazioni bellicose che rendevano la via impraticabile per un mercante. Jenkinson effettu due viaggi. Agli occhi degli inglesi, le manifestazioni religiose russe

apparivano alquanto strane ed arretrate ma solo con Pietro il Grande vi sar un tentativo di modernizzare il paese, e ai tempi degli inglesi regnava ancora Ivan IV. Ancora una spedizione in questo senso sar quella effettuata dal Bowes che cerc di rabbonire Ivan IV che si era molto adirato in seguito al provvedimento preso dalla regina di vietare le pellicce (per proteggere lindustria tessile) che sfavoriva i commerci russi. Alla morte di Ivan IV, gli successe al trono per poco tempo Teodoro (che era folle) e poi il famoso Dimitri, un bambino, che per la sua giovane et non poteva regnare e la reggenza fu affidata a Boris Godunov che per, facendo sparire il bambino, in poco tempo divent zar. Tra il 1605-1613 si presentarono ben due persone che dicevano di essere Dimitri, il primo fu chiamato falso Dimitri, il secondo pseudo-Dimitri. Si generarono disordini che continueranno fino al 1613 con lavvento dei Romanov. Ma i commerci russi erano ormai in calo. Si cercavano nuovi paesi e i Gesuiti effettuarono esplorazioni in Cina e Giappone: dal Giappone furono prelevati 4 giovani e condotti in Europa. Nel frattempo in Giappone il cristianesimo fu vietato e al loro rientro i 4 furono processati. I Gesuiti seppur aperti e di ampie vedute capirono che in Cina non era possibile farsi accettare: non piacevano i loro canoni tipici (umiliazione, vesti modiche,). La ricerca del passaggio di NE non era comunque del tutto cessata: verso la fine del 500 alcune navi inglesi provarono a proseguire oltre il Mar Bianco ma si bloccarono sempre nel Mar di Kara. Entrarono in gioco anche gli olandesi: stavano per liberarsi degli spagnoli. La Compagnia delle Indie cominci ad operare una sorta di dominio sui territori con cui commerciava e sar cos fino a met 800: infatti con la Rivolta Indiana ci sar lo scioglimento della Compagnia delle Indie e lIndia divent colonia della Corona Inglese; gli inglesi si costituirono in compagnia coloniale per cercare nuovi mercati e si lanciarono alla ricerca del passaggio di NE. Tra tutte le nazioni che avevano un Impero coloniale uno era giunto al tramonto: si tratta del Portogallo che con la morte di Sebastiano II intorno al 1570, pass sotto il controllo del Re di Spagna che ne era il parente pi vicino. Non vi fu una fusione fra i due paesi , ma il Re spagnolo sacrific notevolmente lImpero coloniale Portoghese e lOlanda si sostitu ad esso (occup ad esempio lisola di Ceylon). Un altro che invece tent di trovare il passaggio di NE fu William Barents. Esperto navigatore, fece anche un atlante portolano del Mediterraneo proprio per i navigatori come lui. Effettu tre viaggi: ebbe lidea di passare a Nord dellIsola di Nova Zemlja ma la nave fu bloccata dai ghiacci e fu costretta a svernare. La carta che abbiamo davanti stata scritta dal cartografo ufficiale della Compagnia delle Indie sulle informazioni dei marinai che erano con Barents. Non si tent pi questa via perch era successo qualcosa. I cosacchi stavano conquistando la Siberia guidati da un certo Jermak e la offrirono allo zar. E quindi nel 1636 i Russi erano giunti allestremit dellAsia e in quellanno i cosacchi passarono lo Stretto di Bering: esistevano quindi sia il passaggio di NE che quello di NW. La scoperta rimase nascosta per fino al 700 quando vi arriv un danese, Bering. Documentazione allegata: 1 fotocopia Il passaggio di NE sulle informazioni di Barents 26-11-03 Il 2 viaggio di circumnavigazione della Terra fu quello compiuto da Drake; era un corsaro al servizio della Regina Elisabetta. Aveva una piccola flotta ma le piccole navi vennero ben presto abbandonate e il viaggio prosegu di fatto solo con lammiraglia Pelikan; il nome fu poi cambiato perch non piaceva il nome di un uccello cos goffo come il pellicano!. Drake part nel 1477 e torn nel 1480. Si diresse subito verso il Brasile, su cu facevano rotta anche Portogallo e Francia. I francesi soprattutto avevano instaurato un ottimo rapporto con gli indigeni. Fece scalo in Brasile essenzialmente per i rifornimenti e svern nella Baia di S.Giuliano, la stessa di Magellano. E proprio le orme di Magellano sembrano essere state seguite da Drake, visto quanto testimoniato nel diario di bordo tenuto da Francis Fletcher. Anche tra i marinai di Drake vi fu un tentato ammutinamento sempre nella Baia di S.Giuliano, proprio come era accaduto a Magellano. Gli ammutinati volevano far fallire la spedizione. Sedato lammutinamento, la flotta attravers lo stretto

di Magellano (le piccole navi erano gi state abbandonate) e poi si diresse inizialmente a sud poich riteneva che i due oceani, Pacifico e Atlantico, si unissero. In un secondo momento cambi la rotta e navig verso Nord e cominci i saccheggi a tutti i porti spagnoli che incontr sulla sua strada. Gli spagnoli vennero colti di sorpresa perch ritenevano di essere soli nel Pacifico e non erano molto attrezzati per combattere gli inglesi. Una volta svuotati i magazzini, Drake ripartiva prima che la notizia si diffondesse; fu saccheggiato anche Caliao, il porto spagnolo sulle coste peruviane. L gli spagnoli erano sicuramente pi attrezzati ma non riuscirono ad opporsi un po perch colti di sorpresa e un po per la bravura di Drake. Solo quando egli ripart furono inviati tre galeoni per inseguirlo, ma non lo trovarono (forse non provarono neanche, non volendo lo scontro con Drake). Si ferm in California, dove la nave venne rimessa in sesto in vista del ritorno in patria. La California fu battezzata Nuova Albiona e Drake se ne impossess in nome della Regina. Nel ritorno Drake prefer evitare di ripercorrere la stessa via dellandata, poich riteneva che allo stretto di Magellano gli spagnoli lo stessero aspettando. Dunque attravers il Pacifico e lIndiano e nel 1480 fece ritorno a Plymouth. Nel 1495 prese parte ad una spedizione contro i porti spagnoli nelle Indie ma mor di colera durante la spedizione. Tornando al suo ritorno dallAmerica, aveva ragione a pensare che lo attendessero allo Stretto di Magellano gli spagnoli: infatti un abile ma sfortunato comandante, Pedro Sarmiento di Galboa, fu mandato proprio l ad attendere Drake. Attese a lungo ma invano. Visto il prolungarsi dellattesa, pens di colonizzare la zona e fortificarla in vista di un possibile scontro. Torn dunque in Spagna ed il suo progetto fu accettato, ma il comando della missione fu affidato ad un certo Flores che non aveva alcuna intenzione di trasferirsi nello Stretto ma se mai, di dare la caccia alle navi straniere nellAtlantico. Sarmiento dunque fu costretto a raggiungere con poco equipaggio il Sud-America. Fond due colonie, a 100 km di distanza (troppi per difendersi). Il primo inverno trascorse con il forte pericolo di morire di fame e stenti: Galboa si rese conto che cera necessit di uomini e viveri. Torn unaltra volta in Spagna per avanzare le proprie richieste, ma ecco che comincia una vera e propria odissea: giunto in Brasile viene trattenuto per ben due anni perch l fece naufragio e non riusc ad affittare unimbarcazione per appunto due anni. Quando finalmente ottenne la nave e si imbarc verso la Spagna, fu catturato dagli Inglesi e fatto prigioniero: fu portato spesso a Corte, poich era un uomo colto e la Regina non disdegnava di colloquiare con lui. Dopo due anni di prigionia fu rilasciato ma non aveva fatto ancora i conti con gli ugonotti che lo rapirono una volta giunto in Francia e lo trattenerono per altri due anni. Quando finalmente riusc a raggiungere la Spagna era passato ormai troppo tempo e gli uomini delle colonie erano sicuramente tutti gi morti. Un terzo viaggio di circumnavigazione fu effettuato da un certo Cavendish, che ripet la rotta di Drake. Pass dunque dallo Stretto di Magellano, saccheggi navi e porti che incontr e torn in patria nel 1488 (anno inoltre della vittoria inglese sulla invicibile armada spagnola). Nel 1493 ritent una nuova spedizione, ma questa volta non raggiunse neanche lo Stretto e si perse nellAtlantico a causa dei venti che lo spinsero al largo e l mor. Era molto giovane, sui trenta anni, ma affetto gi da un male strano, alcuni ipotizzano un tumore al cervello, che gli causava forti sbalzi dumore. Per quanto riguardava laspetto della navigazione ormai anche la via del Pacifico era stata aperta e il Pacifico non rappresentava pi solo un lago spagnolo. Certamente la navigazione attraverso lo Stretto di Magellano non era facile ma comunque non impercorribile. In pi si affacciarono anche gli Olandesi che incominciarono a percorrere quella rotta. Spesso la scelta olandese di percorrere questa rotta era motivata dal fatto che in Olanda esisteva una compagnia di navigazione, e chi non apparteneva ad essa non poteva percorrere la rotta Indiana doppiando il Capo di Buona Speranza. Quindi nel 1515 una spedizione olandese, partiti da Horn, doppiarono la parte estrema del SudAmerica, trovando quindi unaltra via (molto pi facile) per raggiungere il Pacifico. I due comandanti erano La Maire e Schouter entrambi di Horn, da cui lodierno Capo Horn. Ormai gli olandesi avevano in mano le rotte nautiche. Tra gli altri grandi navigatori merita sicuramente di essere ricordato, Henry Hudson, di cui abbiamo pochissime notizie. Si sa che era inglese e che era sposato con un figlio che port con s nelle sue spedizioni. Il suo nome appare nel 1607 quando fece la prima esplorazione nellAtlantico. Viaggiava per una compagnia mercantile. Non si sa se la

meta di questa prima spedizione fosse il passaggio di NE o quello di NW. Viaggi nellAtlantico settentrionale e scopr le isole Jan Mayen. Comp altri viaggi, di cui importante il terzo: lo fece al servizio degli olandesi con meta iniziale il passaggio di NE salvo poi cambiare e dirigersi verso quello di NW. Scopr un fiume, oggi fiume Hudson (che bagna New York) e lo risal fino allodierna cittadina di Albany. Scopr lisola di Manhattan e decise di far ritorno in Inghilterra e di ritornare al servizio inglese. Giunto dunque a Bristol, lasci che le navi olandesi se ne andassero e si rimise alla ricerca del passaggio di NW. Lequipaggio era dunque misto, composto da olandesi e inglesi. Il diario del viaggio fu tenuto da un certo Abacuc, un uomo al servizio di un matematico; non si sa quanto veritiero possa essere tale relazione. Si parla di un equipaggio piuttosto scalamanato e difficile da controllare. Hudson comunque torn nellAtlantico Settentrionale e penetr in uno stretto, lo Stretto di Hudson e sfoci in unimmensa baia, appunto la Baia di Hudson. Vista la grandezza del luogo e poich non vedeva laltra costa, Hudson ritenne di essere giunto nel Pacifico. Trovando i ghiacci, dovette svernare ; in primavera lequipaggio si ammutin e Hudson insieme ai suoi fedeli, furono calati con scialuppe nel mare. Gli ammutinati prima di partire per lEuropa andarono in cerca di viveri ed i tre principali colpevoli dellammutinamento furono uccisi dagli esquimesi. Il che fu la fortuna di coloro che ritornarono al momento del processo che subirono per aver abbandonato Hudson: la colpa fu data ai tre che erano morti e gli ammutinati riuscirono a farsi assolvere. Nel 1611 una nave comandata da un certo Button, fu inviata per cercare Hudson. In realt egli cercava pi che altro il passaggio di NW e non Hudson. Constat che la Baia era chiusa e che quindi non si trovava in mare aperto. Di Hudson invece si persero le tracce. Di sicuro raggiunse la terra ferma e forse linsediamento francese di cui ignorava lesistenza: il Quebec. Un inviato francese, successivamente disse di aver ritrovato i resti di un insediamento sicuramente occidentale, e non da escludere che sia stato quello costruito da Hudson e dai suoi fedeli, tra cui uomini anche molto esperti in queste campi di competenza. Costruito dunque un forte sarebbero poi morti l. Nel frattempo si espandono gli insediamenti inglesi e francesi nel Nuovo Mondo grazie anche ai Missionari. Essi inviavano poi resoconti in patria, ma spesso li riempivano di notizie per fare colpo sulle alti classi nobiliari, perch essi finanziassero le loro imprese. Grazie ai missionari nel corso del 600 fu esplorata la zona dei Grandi Laghi in America, ma anche la Cina e il Congo. Il 600 fu per anche il secolo dei pirati: nel 1679 part un certo Dampier che il governatore di Giamaica definif come un poco di buono, propenso alle scorrerie e agli atti di saccheggio e vandalismo. Insomma parole non di elogio nei suoi confronti. Egli si imbarc su molte navi di pirati, nellAtlantico e nel Pacifico; pass poi su navi indigene e locali, toccando sia lOceano Indiano che lAustralia. Dopo 19 anni di navigazione decise di tornare in patria e di scrivere un libro in base alle sue esperienze: il suo libro diventer un best-seller, come si direbbe oggi, e subito gli fu affidata una spedizione scientifica in Nuova Guinea e in Australia. In tarda et, nel 1710, si imbarc come consulente nella spedizione del Rogers. Esplor il Pacifico che rappresentava ancora la parte pi oscura del globo. Non accadde nulla di importante durante questa esplorazione, se non un fatto: il ritrovamento nellisola di J.Fernandez di un marinaio che per 4 anni era rimasto l nellisolamento pi totale. Dampier si sta avvicinando alla grande epoca dei lumi: in questo periodo un noto studioso, Halley, disegn la prima carta della declinazione magnetica. Halley sar legato a Cook, grande esploratore che fu inviato per studiare inizialmente, un passaggio di Venere sul Sole, nel suo primo viaggio. Documentazione allegata: 1 fotocopia Carta delle scoperte di H.Hudson 27-11-03 Un grosso ostacolo alle esplorazioni continuava ad essere anche nel 600 il calcolo della longitudine. Vi furono molti tentativi al riguardo, tra cui quelli di Galileo Galilei che poi era intenzionato a venderli per ricavarne qualcosa. Si sa che egli aveva scoperto alcuni satelliti di Giove, i cosiddetti pianeti medicei, e proprio dalla loro osservazione (dalle loro eclissi ) egli aveva individuato un metodo per calcolare la longitudine. Si sfruttava dunque leclissi ma era un

fenomeno troppo raro e comunque non attuabile da una nave che si trovava in mare. Inoltre leclisse veniva osservata in varie citt del globo e di conseguenza lora in cui veniva vista era diversa da luogo a luogo. Un primo esemplare di orologio a pendolo fu inventato da un olandese ma logicamente in mare non poteva funzionare subendo gli sbalzi della nave. Losservazione delle eclissi e luso del pendolo sulla terra ferma contribuirono comunque alla creazione di buone carte. Il metodo di Galileo non era sbagliato, tenendo anche conto della frequenza con cui queste eclissi avvengono: aveva solo il limite di non poter essere attuato in mare. Un altro metodo fu poi quello basato sulle distanze lunari, senza bisogno dellorologio. Ma gia nel corso del 500 gli orologiai si erano messi allopera per creare orologi funzionanti anche in mare. Un fatto importante a questo proposito avvenne con un navigatore inglese. Di ritorno da una spedizione a Cadice, incontr molta nebbia il che gli impediva di imboccare la via per la Manica. Temendo di urtare scogli o isole, riun a bordo dellAmmiraglia i piloti per una consultazione sul da farsi: decisero di andare verso nord per un paio dore ritenendo che fosse il tempo necessario per raggiungere la Manica. In realt per essi si trovavano gi molto pi a nord, e questo lo aveva gi capito un marinaio, che, a suo rischio e pericolo, aveva portato al comandante i propri calcoli. Il comandante lo fece impiccare e mai errore pi grave fu commesso (bisogna sapere comunque che i marinai non potevano assolutamente fornire calcoli sulle rotte perch potevano anche essere anche spie): fatto sta che la flotta nel giro di poco tempo urt unisola e ben quattro affondarono, causando oltre 2000 morti. Guardacaso solo il comandante dellAmmiraglia era riuscito a sopravvivere ed aveva raggiunto le coste inglesi a nuoto: fu per poi ucciso da una donna sulla spiaggia dove era arrivato. Questo naufragio cos vicino a casa scosse parecchio lopinione pubblica tanto che venne addirittura istituita una commissione per lo studio ed il calcolo della longitudine (anche se in questo caso specifico il problema era stato causato da un errore di latitudine) con un premio di 2000 sterline per chi avesse fornito una dimostrazione plausibile. La longitudine fu invece la causa di unaltra strage quella della flotta dellAmmiraglio Hanson. Egli effettu un viaggio di circumnavigazione del globo e, una volta passato lo Stretto di Magellano, volle fare scalo allisola di J.Fernandez per rifornirsi di viveri, ma non sapendone la longitudine si diresse ad ovest. Trovando per le coste cilene, cap lerrore e si diresse verso est ma nel frattempo erano morte ben 70 persone. Intanto in Europa nel corso del 700 vi era stato un avvenimento bellico, la guerra dei 7 anni, che vide da una parte lInghilterra e la Prussia e dallaltra la Francia e lAustria. Se in Europa il contrasto maggiore fu fra la Prussia e lAustria, furono le colonie i principali terreni di scontro per Inghilterra e Francia. La guerra sanc la vittoria della Francia che perse il Canada. Gli inglesi, forti di nuovi possedimenti strappati ai francesi, vollero estendere ancor di pi il loro dominio e si lanciarono in altre esplorazioni. in questo periodo che nascono nuove scienze come lantropologia. Dopo la pace di Parigi, che sancir la vittoria degli inglesi e la fine della guerra, furono intraprese parecchie spedizioni nel Pacifico. Cerano alcune informazioni sbagliate sulla collocazione di alcuni arcipelaghi come le Is.Salomone che figuravano al centro del Pacifico: infatti dopo la loro scoperta da parte degli spagnoli nel 500 non erano pi state ritrovate. Altre spedizioni importanti furono quelle di Boungainville, Byron e Wallis: questultimo scopr un arcipelago di isole al centro del Pacifico che diventer uno scalo importantissimo, ovvero le Isole della Societ con Tahiti. Una di queste isole fu denominata Re Giorgio in nome di Giorgio III che govern lInghilterra dal 1760 al 1820. Gli successe Giorgio IV dal 1820 al 1830, poi Guglielmo dal 1830 al 1837 ed infine dal 1837 al 1902 la Regina Vittoria. Le Isole della Societ presero questo nome dalla Royal Society. Per quanto riguarda Boungainville egli era francese ed ag pi o meno nello stesso periodo di Wallis. Voleva trovare una patria per gli abitanti del Canada, che ormai era passato agli Inglesi. Pens alle isole Falkland, poi Malvine, ma la Spagna si oppose e quindi i coloni furono dapprima costretti a sbarcare in Brasile e poi da l furono rimpatriati in Francia. Nel Pacifico, Boungainville ebbe un ruolo importante, toccando anche lui le isole della Societ (che ignorava fossero gi state scoperte e per questo ribattezz Tahiti N.va Cithera). Proseguendo nel viaggio tocc le Samoa e le Salomone (aveva toccato le vere Salomone, quelle scoperte dagli spagnoli nel 500, ma inconsapevolmente). Anche un altro esploratore, il Carter era passato di l ma non le aveva riconosciute. Tornando al problema della longitudine, una

grossa occasione per calcolarla fu offerta dal passaggio di Venere sul Sole. Halley ne aveva previsto il passaggio nel 1761 ed uno successivo nel 1769. Il mondo scientifico si mobilit e i migliori scienziati vennero inviati nelle varie parti del globo per osservare tale fenomeno: non ebbero per molta fortuna. Infatti lAbate Chat, inviato in Siberia, non appena aveva piantato i propri strumenti fu investito da una tempesta di pioggia, e gli abitanti diedero la colpa ai suoi strumenti, e dovette scappare. Ancora pi sfortunato fu uno studioso mandato in India: nel viaggio fu catturato dagli inglesi. Fu liberato quando ormai era troppo tardi e il fenomeno era gi avvenuto. Decise di aspettare in India i successivi 8 anni per osservare il secondo passaggio, ma quel giorno il tempo era nuvoloso e non dunque vedere nulla. Altri andarono in America, nella Bassa California, altri ancora a Tahiti. Un civile si offr di guidare la spedizione per Tahiti, ma il comando venne affidato ad un comandante desperienza, James Cook, poich un civile destava sospetti e difficilmente avrebbe saputo tenere la disciplina a bordo. James Cook era un esperto comandante, proveniente da una famiglia modesta. Lorigine modesta di molti comandanti gener nel corso della storia parecchi disordini, poich i nobili non erano disposti a farsi comandare da persone inferiori a loro. Cook inoltre si era gi distinto nella guerra dei 7 anni come ottimo cartografo e topografo. Insieme a Cook si imbarcarono molti studiosi, scienziati, botanici, antropologi, tra cui vi era anche un botanico famoso, Sir Josef Banks. Ricchissimo, si diede alla botanica e pag anche la sua quota per partecipare alla spedizione. Sar colui che promuover lesplorazione dellAfrica. Cook era protetto da un certo Lord Sandwich, malato del gioco dazzardo ma anche uomo potente e sul quale Cook aveva fatto colpo. Giunti a Tahiti, effettuarono le osservazioni del caso e proseguirono poi scoprendo la Nuova Zelanda. Essa era gi stata avvistata nel 700 da un olandese che riteneva fosse parte del continente Australe; Cook invece constat la sua divisione in due isole. Urt anche contro la Barriera Corallina, causando una falla alla nave, che fu riparata nella Botany Bay dove si fermarono. Erano morti molti uomini nel viaggio. Al suo ritorno venne preparato un secondo viaggio in cui si pensava che Cook risolvesse la questione Australe. Documentazione allegata: 1 fotocopia Il viaggio di Boungainville 2-12-03 Il primo viaggio di Cook ebbe un ottimo successo scientifico; era tornato nel 1771 ma gi lanno dopo, nel 72, Cook ripart verso lestremo Sud del mondo con il compito di scoprire la terra australe incognita. Nelle carte appariva un grosso continente, ma non si sapeva quale fosse e quanto grande fosse. Cook doppi in questo secondo viaggio il Capo di Buona Speranza e si spinse molto a Sud, fin troppo, tanto che fu bloccato dai ghiacci. Era partito con due navi, e siccome durante il viaggio si erano perse di vista, si ritrovarono in Nuova Zelanda, luogo scelto anticipatamente per lappuntamento in caso di smarrimento. Cook si spinse fino a 70 Sud e defin dunque i limiti del continente australe, che era dunque piccolo e non cos vasto come si riteneva. Fece successivamente tappa a Tahiti prima di tornare in Inghilterra. In questo secondo viaggio non port con s Sir Josef Banks, risultato troppo scomodo dopo il primo viaggio, poich fin con lattribuirsi gran parte delle scoperte. Cook invece port con s due Botanici, padre e figlio, gli Hoster. Anche il secondo viaggio, terminato nel 1774-75, fu ritenuto un successo anche se non aveva centrato pienamente lobiettivo previsto. Gi nel 1776 Cook ripart per un terzo viaggio, anche questa volta con due navi, la Discovery e la Resolution (ammiraglia gi del 1 viaggio), con il compito di esplorare la parte settentrionale del Pacifico, giungere allo Stretto di Bering e accertarsi dellesistenza dei passaggi di NE e NW. Trov un arcipelago ancora sconosciuto, le Is. Hawaii, che risultavano proprio al centro del Pacifico e quindi fuori dalle rotte spagnole che le evitavano sempre, passando o troppo a Nord o troppo a Sud. Queste isole erano abitate da polinesiani che al suo arrivo accolsero bene Cook e compagni; da l poi raggiunse lo Stretto di Bering ma fu bloccato dai ghiacci. Non cerc i passaggi di NE e NW poich un certo ammiraglio De Ponte, secondo una notizia diffusasi su un giornale europeo, sembrava gi averlo scoperto; solo molto tempo dopo si

seppe che era stata tutta uninvenzione del direttore del giornale, per vendere qualche copia in pi, ma la presenza dei passaggi sulle carte geografiche rimarr a lungo. Cook sapeva comunque che vi era la possibilit di raggiungere a piedi loceano Artico partendo dalla Baia di Hudson, secondo quanto riferito da un funzionario che lo aveva fatto di persona. Cook dunque non si preoccup pi di tanto della presenza o meno di questi passaggi e una volta scoperte le Aleutine, torn alle Hawaii dove svern. Questa volta per gli abitanti dellisola si dimostrarono ostili, spaventati dal ritorno di questi europei, e un po come successo a Magellano, in seguito ad uno scontro, Cook venne ucciso. Il suo successore, capitano Clark, ripet il tentativo di trovare i passaggi di NE e NW, ma fu bloccato anche lui dai ghiacci e dovette rientrare. Nonostante la sua morte, il terzo viaggio di Cook fu ritenuto comunque buono dallAmmiragliato inglese. La Francia, visti i risultati conseguiti dagli inglesi, decise di organizzare anche lei una spedizione. La Francia si era fermata ai tempi di Boungainville, e da allora non aveva pi ripreso con le spedizioni. Due navi furono messe a disposizione, con un certo La Perouse a capo dellAmmiraglia e laltra affidata ad un tale De Langle. Luigi XVI diede ben 16 pagine di istruzioni ai due, su come comportarsi con gli indigeni, cosa sottrarre loro, cosa osservare, e cosa non fare. Sono istruzioni che tutto sommato gli fanno onore, volendo egli mantenere un atteggiamento non offensivo nei confronti degli indigeni. Salparono da Brest nel 1785 e la data massima prevista per il rientro fu fissata per il luglio del 1789, e non pi tardi di luglio. Si capisce facilmente che, essendo in corso la Riv.Francese, nessuno si accorse per un po di tempo che le navi non erano pi tornate. La spedizione del La Perouse navig nel Sud-America, tocc le coste argentine e cilene e poi raggiunse lisola di Pasqua. Si diressero poi verso lEstremo Nord, costeggiarono Alaska e Canada, poi nel Pacifico toccarono alcuni gruppi di isole e giunsero in Asia, prima nella Penisola di Kamcatka e poi arrivarono alla citt di Pietropaolo. Da l La Perouse invi al Re di Francia un resoconto della prima parte del viaggio e subito dopo il viaggio riprese verso Sud, arrivando a toccare le Isole Tonga e la costa settentrionale dellAustralia. L si sa che incontrarono navi inglesi che trasportavano nuovi coloni, precisamente detenuti. Dopodich non si seppe pi nulla e anche il loro ritardo nel rientro pass inosservato per molto tempo. Dopo un po di tempo, lAssemblea se ne accorse e mand due navi a cercare La Perouse, a capo delle quali vi era DEntrecasteaux, un nobile provenzale. Egli costeggi tutta lAustralia, definendone i confini e fece poi un ulteriore giro verso le Isole di S.ta Croce. Arrivarono in unisola, Vanikoro, su cui vi era lipotesi che si trovassero alcuni sopravvissuti della spedizione del La Perouse. In contro a DEntrecasteaux andarono per alcuni indigeni, che riferirono che nessun europeo era l presente, anche se in realt doveva esservi qualcuno. Fecero allora ritorno e nel 1793 giunsero a Giacarta, colonia olandese, ma DEntrecasteaux nel frattempo era morto di colera: l appresero di quanto stava avvenendo in Francia e molti decisero di non tornarvi. Nel 1819, dopo le guerre napoleoniche, un inglese Peter Dillon che si trovava nel Pacifico aveva avuto modo di trasportare un disertore, tedesco, delle guerre napoleoniche da unisola allaltra. Qualche tempo dopo, Dillon, incuriosito da quello strano personaggio, decise di fare ritorno su quellisola per vedere cosa facesse; e proprio quelluomo gli and incontro su di una scialuppa, vestito di tutto punto ed accompagnato da alcuni indigeni, tra cui uno che trasportava una sciabola con le iniziali di La Perouse. Molti altri oggetti si constat che provenivano dallisola di Vanikoro, e quando Dillon torn in Europa rese pubblica la notizia. Subito la Francia si attrezz per organizzare una spedizione a Vanikoro, affidata a Durville. Arrivati laggi si seppe che una delle due navi del La Perouse, aveva fatto naufragio contro la Barriera Corallina dellisola e molti dellequipaggio erano stati uccisi dagli indigeni, mentre altri furono poi lasciati liberi sullisola. Dellaltra nave, lammiraglia su cui si trovava La Perouse, non si sapeva nulla. Solo dopo la 2^ guerra Mondiale, grazie allo sviluppo dellarcheologia subacquea, furono ritrovati i resti dellAmmiraglia che probabilmente aveva fatto naufragio dapprima contro la prima barriera corallina ed in seguito contro la seconda, finendo completamente distrutta. Unaltra spedizione molto conosciuta quella del Bounty, comandata dal Blaigh, un ufficiale che era stato con Cook, quindi molto esperto. Doveva giungere a Tahiti per raccogliere le piante del pane da piantare poi nelle Indie Occidentali. Tent di doppiare il Capo Horn, ma i venti contrari glielo impedirono e dovette dunque passare dallaltra parte del

globo, arrivando a Tahiti con un anno di ritardo. Con lui vi era un certo Fletcher, un nobile, che non amava farsi comandare da Blaigh, perch di modeste origini. Infatti dopo la sosta a Tahiti, lequipaggio si ammutin alle Tonga e Blaigh con pochi fedeli furono calati con una scialuppa e senza armi nellOceano, convinti che presto sarebbero morti. Molti degli ammutinati si fermarono poi definitivamente a Tahiti, mentre molti altri si stabilirono nellisola di Pitcairn perch segnata in maniera errata sulle carte e quindi difficilmente raggiungibile se non per caso (e quindi non sarebbero stati ritrovati). Per quanto riguarda Blaigh comp una vera impresa riuscendo ad arrivare con una sola scialuppa fino ad una colonia portoghese molto pi a nord, che lo rimpatri. In cerca degli ammutinati del Bounty andr Sir Edward Edwards, che li cattur ma fece naufragio sulla Barriera Corallina Australiana e non torn pi in Inghilterra. Anche gli Spagnoli decidono di muoversi nelle spedizioni nel Pacifico, vista ormai la contemporanea presenza di francesi, inglesi e anche russi che hanno conquistato lAlaska. Gli spagnoli dunque si muovono verso la costa pacifica e conquistano lalta California, senza un interesse ben preciso, ma solo per evitare che lo facessero altri. L vennero costruite delle missioni cio fortezze e da esse part lurbanizzazione. Gli spagnoli affidarono ad Alessandro Malaspina (italiano) anche una spedizione intorno al mondo nel 1789; tocc il Sud-America, il Pacifico e le Filippine. Altro grande comandante fu George Vancouver, anche lui di modeste origini: con lui non vi sono civili, ma solo militari. Vengono effettuati esclusivamente rilievi cartografici. E finito il tempo delle esplorazioni civili, tutto rientra nelle mani dei militari. Documentazione allegata: 1 fotocopia La spedizione del La Perouse 3-12-03 Una prima carta scientifica dellAfrica risale alla met del 700; fino ad allora infatti esistevano solo carte fantasiose per lAfrica. Il continente africano era conosciuto sulle coste ma ancora un mistero rappresentava il suo interno. Non era facile addentrarsi per vari motivi, tra cui la natura, le popolazioni indigene e lassenza di fiumi da poter risalire. Questa prima carta scientifica appartiene al Dunville, che la lasci praticamente vuota al suo interno (si era soliti riempirle con elementi fantasiosi legati al mondo animale o anche umano). Persisteva ancora il problema delle fonti del Nilo, gi noto dallantichit classica in cui, ad esempio, Tolomeo riteneva che il Nilo attraversasse tutta lAfrica. Un paese gi esplorato e abbastanza conosciuto era lEtiopia per opera dei portoghesi. Avevano costruito una missione (fortezza) che il Re Etiope aveva consentito loro poich gli erano venuti in aiuto; da l poterono poi proseguire verso linterno e giungere al Nilo Azzurro una delle principali ramificazioni del Nilo. Non erano le sorgenti ma la loro scoperta fu comunque utile ai fini della conoscenza pi completa del corso dacqua e delle sue ramificazioni. E il Dunville lo riproduce cos come fu cartografato dai portoghesi. Linterno dellAfrica resta comunque un mistero nel 700. Una figura molto importante per le esplorazioni africane quella di James Bruce, un nobile terriero. Fisico possente (1.95 m) e carattere arrogante e spavaldo ne erano le caratteristiche salienti che lo rendevano un uomo potente e temuto; aveva anche una discreta cultura, aveva studiato teologia ed ad un certo punto della sua vita volle addirittura farsi prete. Cambi idea e si rec a Londra per farsi assumere dalla Compagnia delle Indie ma una volta arrivato nella capitale britannica si spos; svolse un grand-tour in giro per lEuropa, tipico dei nobili. Visit il Portogallo e il Belgio, conobbe le antichit classiche, la vita di corte e il Rinascimento, vide i diversi effetti del governare. Viaggi inoltre in un periodo molto turbolento quello della guerra dei 7 anni. Tornato in Inghilterra si fece ricevere dal primo ministro Pitt per presentargli una sua proposta di attacco alla Spagna. La sua proposta fu ovviamente rifiutata per non spezzare quel clima di pace che faticosamente si stava creando in Europa ma ebbe comunque dei vantaggi da questa esperienza, come il farsi conoscere a corte. Tanto che in poco tempo fu eletto console ad Algeri. Laggi gli era stato assegnato anche il compito di riprodurre, tramite disegni, ogni rovina. Non era un abile disegnatore e si arrangi inizialmente con lausilio della camera

oscura, poi per si decise ad assumere un giovane studente di architettura. Il consolato in Algeria era molto difficile, inoltre il Bey di Algeri era violento ed arrogante tanto quanto lui. Dopo due anni si fece sostituire, ma non aveva perso la speranza di entrare nella storia per una grande impresa: ed infatti volle scoprire le fonti del Nilo. Con lo studente si rec in Egitto; attravers il Mar Rosso e ne deline perfettamente ogni aspetto (soprattutto cartografici). Arriv alla capitale dellEtiopia dove si spacci per medico; non lo era ma svolse comunque la professione e semplicemente applicando alcune norme igieniche ottenne ottimi risultati tanto che fu insignito anche del titolo di governatore della provincia meridionale. Vedr molte atrocit commesse sugli indigeni, ma lo lasciavano del tutto indifferente. Questo fa emergere un lato negativo della persona che fu Bruce ma daltronde egli non si propose mai di civilizzare il mondo solo di scoprirlo. Riusc a giungere presso le sorgenti del Nilo Azzurro, gi scoperte secoli prima dai portoghesi. Quindi fin qui non aveva compiuto nulla di eccezionale se non fosse che durante tutto il tragitto, ogni giorno egli aveva effettuato osservazioni astronomiche, annotando ad esempio ogni elemento delloccultamento dei satelliti di Giove. I dati da lui raccolti permetteranno ai geografi di costruire carte precise sulla zona da lui percorsa (Etiopia). Segu successivamente il corso del Nilo e una volta arrivato nel Mediterraneo, raggiunse lItalia e poi torn in patria. E proprio al suo ritorno commise lerrore forse pi grave della sua esistenza: si inimic Samuel Johnson, uomo molto colto (autore del vocabolario tuttora in uso). Johnson in giovent aveva scritto un romanzo ambientato in Etiopia e rappresentava una delle persone pi informate circa lEtiopia, avendo tradotto i testi dei missionari portoghese che per primi laveva esplorata. Quando il Bruce cerc di screditare i missionari portoghesi attribuendosi onori che non gli spettavano e facendoli passare per ignoranti, Johnson si irrit molto. Il Bruce da quel momento in poi fu oggetto di ironie e satire e, indignato, si ritir in Scozia. L si rispos per la seconda volta, ebbe anche un figlio. Ma mor anche questa moglie, e Bruce cadde in depressione: gli amici gli suggerirono di stendere le sue memorie. Egli, riconoscendo di non essere un buon scrittore, assunse un letterato a cui dett le proprie imprese. Il suo libro non ebbe grande successo in Inghilterra, mentre in Francia s. Mor nel 1794 cadendo in casa e battendo la testa. Rappresent lultimo viaggiatore individuale e sicuramente il pi grande esploratore dellAfrica del 700. In quegli anni nacque anche lAfricain Association, nel 1788, a capo della quale vi era Sir Josef Banks gi incontrato ai tempi di Cook. Lobiettivo che si pose questa associazione era di scoprire le fonti dei fiumi pi importanti, quindi il Nilo, il Niger, il Congo e lo Zambesi. Si part con il Niger e per trovare un esploratore disponibile si mise uninserzione su un giornale. Si present per primo un americano ma non part neppure perch mor. Aveva intenzione di partire da Il Cairo. Lanno dopo lincarico fu affidato ad un ufficiale inglese, Daniel Houghton, che decise di raggiungere le sorgenti del Niger partendo dal Gambia. Spar e non se ne seppe pi nulla. Dopo due fallimenti non fu facile trovare persone disponibili e bisogner attendere un medico, Mungo Park che part nel 1795 anche lui dal Gambia. Risal il corso del fiume fino a Timbuctu, che non proprio sul fiume ma l vicino. Non sbarc a terra per timore di essere assalito, ma fu comunque rapito e solo dopo tre anni, dopo essere stato rilasciato, riusc a raggiungere nuovamente il Gambia. Dato per morto Park nel frattempo lInghilterra aveva affidato ad un tedesco, Frederick Horneman lincarico di scoprire le fonti del Niger. Egli part da Il Cairo come era lidea del primo esploratore; aveva il vantaggio di saper parlare benissimo larabo il che lo aiut parecchio, e spesso si spacci proprio per arabo. Anche di lui per non si seppe pi nulla se non che mor a circa un giorno di distanza dalle sorgenti del Niger, per cui ce laveva quasi fatta. Il Park invece, tornato in patria, aspett dopo le guerre napoleoniche per intraprendere il suo secondo viaggio: questa volta part con una scorta armata. Ripet lo stesso itinerario del primo viaggio, ovvero partendo dal Gambia, ma quando arriv al Niger aveva perso gi pi di met equipaggio. Si dimostr ostile verso gli indigeni, forse per quello che aveva subito nel primo viaggio, e dopo aver preso due canoe e averle riunite insieme, diede lordine di sparare a tutte le altre canoe indigene. Questo gli caus forte odio tanto che appena fu costretto a scendere a terra perch aveva incontrato una magra del fiume fu assalito ed ucciso. Per altre spedizioni bisogner attendere dopo il Congresso di Vienna, quindi verso il 1820. Ormai la base di partenza era Tripoli e un esploratore, Clupperton raggiunse da l il lago Ciad. Da l, senza

inoltrarsi troppo raggiunse il Niger ma non le sorgenti. Tornato in patria, ripart con un servo, Richard Lender e torn esattamente dovera gi stato. Voleva discendere il fiume fino alla foce ma mor e non fece in tempo. Quando il suo servo torn in patria, i suoi racconti furono ritenuti cos credibili dalla Corona che gli fu affidato lincarico di completare la spedizione. Egli cos ripart, scoprendo finalmente le sorgenti del fiume e completando lesplorazione: era il 1830. Quindi si impieg molto tempo per percorrere tutto il Niger (1790-1830). Paralleli a questi viaggi ne furono compiuti molti altri informali: erano in crescita gli esploratori dilettanti cos come le donne esploratrici. In uno di questi viaggi due inglesi risalirono il Nilo fino alla quarta cateratta. Nel 1830 si scioglie lAfricain Association e viene creata la Royal Geographic Society; segretario fu eletto Galton, un medico ma anche uomo di cultura vastissima che scrisse libri su molti argomenti, tra cui geografia, esplorazioni, genetica, biologia, meteorologia che detenne il ruolo per 40 anni. Scrisse tra gli altri un libro The art of travel per i viaggiatori con moltissimi consigli ed ebbe un grande successo. Documentazione allegata: 1 fotocopia Esplorazioni di M.Park e R.Lender 4-12-03 Tra i grandi esploratori dell800 vi sicuramente David Livingstone; nato da famiglia poverissima nel nord dellInghilterra, suo padre svolgeva la professione di venditore ambulante di th cos da poter distribuire volantini religiosi, essendo lui molto credente. Il reddito molto basso della sua famiglia lo costrinse a lavorare in fabbrica fin da bambino, per 14 ore al giorno, facendo il giuntatore. Nonostante tutto si diplom e poi studi medicina a Glasgow. Voleva farsi missionario ed entr a far parte di una societ che finanziava le spedizioni missionarie. Inizialmente il suo desiderio era quello di andare in Cina, ma fu poi attratto dal Sud-Africa e vi and. Arrivato a Citt del Capo fu assegnato alla missione nel Colobeng, in una zona al limite del deserto Kalahari. In quattro anni riusc a convertire solo un uomo, il capo trib, che per era convertito per modo di dire. Prese in moglie Mary Moffath, figlia del Reverendo Moffath che lo aveva accolto ed assegnato in Sud-Africa alla sua prima missione. Essa lo accompagn in numerosi viaggi, salvo quando Livingstone ritenne pi opportuno lasciarla a Citt del Capo. In compagnia di un certo Hoswell, un cacciatore, Livingstone raggiunse il lago Ngami (che gli valse anche una medaglia) e il villaggio di Lignanti in cui abitava una trib molto povera, quella dei Makololo. Questa trib diventer la protetta di Livingstone. Per avere in cambio qualcosa davano loro stessi, vista lestrema povert e lassenza di materie prime da offrire. Raggiunse poi il fiume Zambesi, lo risal e giunse a Luanda, in Angola dove fu accolto dai Portoghesi. Ripart e decise di tornare a Lignanti per percorrere lo Zambesi fino alla foce e dunque compiere un primo viaggio di esplorazione dellAfrica interna. Scopr delle cascate e le denomin Vittoria, in nome della Regina, e subito dopo vi trov un altopiano disabitato su cui ebbe lidea di trasportare la trib dei Makololo che avrebbe potuto costrursi una nuova civilt, vista la zona sicuramente migliore e pi accogliente. Livingstone viaggiava sempre da solo affidandosi alla benevolenza indigena. Raggiunse la foce dello Zambesi e successivamente torn in Inghilterra, dove rimase qualche anno per stendere le proprie memorie; vendette circa 70000 copie e fu superato solo da un altro libro quello di Stanley che era incentrato sulla sua figura. Non ebbe difficolt a farsi assegnare una nave per la spedizione: voleva nuovamente risalire lo Zambesi e portare la trib Makololo sullaltopiano. Limbarcazione fu per bloccata dalle rapide e dovette rinunciare. Ebbe notizia di un lago che si trovava l vicino, il lago Niassa (oggi Malawi) ed era intenzionato a raggiungerlo ma la nave non riusciva a navigare su fondi bassi ed inoltre si stava rompendo; se ne fece assegnare unaltra con cui riusc ad arrivare al Lago Niassa che per scopr gi frequentatissimo. L perse la moglie. Torn in Inghilterra ma il viaggio in Africa era stato un totale fallimento. La sua reputazione non fu comunque scalfita ed in questi anni Livingstone comincia ad impegnarsi contro la schiavit. Nel frattempo in unaltra parte dellAfrica veniva creata la Sierra Leone, un paese che avrebbe dovuto accogliere, nelle intenzioni

inglesi, gli schiavi da loro liberati. Ma fu un fallimento e la Sierra Leone divent anchessa colonia. La Liberia invece, acquistata lindipendenza nel 1830 la mantenne intatta; fu fondata da filantropi americani. La tratta degli schiavi costituiva una vera piaga sociale e vi erano dei veri e propri magnati di questi traffici. Mentre Livingstone era impegnato nello Zambesi, la Royal Geographic Society riprese il tema delle sorgenti del Nilo. Furono scelti due personaggi profondamente diversi tra loro: Richard Burton e John Henning Speeck. Burton era un ex ufficiale inglese, era stato in India e conosceva ben 30 dialetti e lingue diverse ed aveva il singolare hobby di travestirsi da indigeno e mescolarsi tra loro. Era stato poi anche a La Mecca e in Etiopia quindi era luomo ideale per questa spedizione, avendo inoltre scritto anche saggi su archeologia, traduzioni, Laltro ufficiale, Speke era sicuramente meno fantasioso. Nel loro primo tentativo di scoprire le fonti del Nilo furono assaliti e Speke catturato e ferito. Nel 1858, due anni dopo, partirono da Zanzibar e viaggiarono verso Ovest, raggiungendo il villaggio di Tabora dove seppero di un grando lago nelle vicinanze, il Tanganica. Entrambi stavano male ma decisero di recarsi comunque a questo lago: dopo averne misurato il livello stabilirono che era troppo basso per alimentare il Nilo. Intuivano comunque che l vicino doveva esservi il bacino che alimentava il Nilo. Gli indigeni infatti parlavano di un fiume che doveva essere un immissario del lago. Tornarono al villaggio di Tabora dove decisero di fermarsi per curarsi: Burton stava davvero male. Nel frattempo Speke venne a sapere dellesistenza di un altro grande lago, il Lago Vittoria, e in 15 giorni lo raggiunse a piedi, convinto di aver trovato il bacino. Torn a Tabora per riferirlo a Burton che non mostr molto interesse poich non lo aveva coinvolto nella spedizione. Ritarnarono indietro a Zanzibar ma Burton decise di partire un po dopo, stipulando un patto con Speke che fino al suo arrivo in Inghilterra egli non avrebbe parlato delle scoperte fatte. Il patto fu ovviamente non rispettato e quando Burton torn in Inghilterra, Speke era gi famosissimo. Entrambi scrissero un libro, quello di Burton sicuramente fu pi avvincente. Nel 1862 vi fu unaltra spedizione di Speke in compagnia per di un altro ufficiale Augustus Grant, ottimo cartografo e facilmente subordinabile. I due sbarcarono a Zanzibar, raggiunsero Tabora ma commisero poi un errore: invece di tornare a sud del lago, dove gi Speke era stato, compirono una sorta di arco giungendo nellestremit nord del lago. Si ritrovarono nel Regno dUganda, dove soggiornarono a lungo presso il Re Mutesa, un tiranno sanguinario. Per farsi ben volere gli regalarono un fucile ma il Re lo adoper come un giocattolo e le esecuzioni sommarie si moltiplicarono. Speke raggiunse un punto in cui un grosso corso dacqua si dirigeva verso Nord. Decisero di non tornare indietro ma di risalire il fiume, ma limpresa non riusc del tutto e furono fermati dalle cascate. Evitarono nel loro tragitto il Lago Alberto. Fu inviato un certo Peterick per portare aiuto a Speke ma questultimo non lo incontr: incontr invece un altro interessante personaggio, Samuel Baker un uomo anziano in compagnia della moglie (giovanissima). Aveva trascorso 8 anni in Ceylon, poi si era trasferito in Egitto dove aveva percorso il Nilo; volle offrire un aiuto a Speke chiedendogli in cambio che gli dicesse cosa vi fosse ancora da scoprire. Speke indic il Lago Alberto, e Baker vi si diresse. Quando Speke torn in patria godette per un po di tempo di buona fama ma via via cominciarono le critiche, specie da parte del Burton che affermava che forse Speke non aveva visto lo stesso lago nei due viaggi, ma due laghi diversi. Nel 1874, una Societ decise di invitare entrambi ad un dibattito pomeridiano: al mattino i due si incrociarono dopo anni che non si vedevano, ma al pomeriggio si present solo Burton. Si seppe poi che Speke era morto, ufficialmente in un incidente di caccia, ma Burton afferm sempre che secondo lui si era suicidato perch non aveva il coraggio di presentarsi davanti al pubblico e a lui. Ma entrambe le possibilit sembrano da scartare: la prima perch sembra un incidente possibile per un cacciatore dilettante non per un uomo esperto come lui, la seconda perch Speke non era tipo da suicidarsi prima di aver esposto le proprie ragioni, peraltro vere. Perch infatti se il dibattito si fosse svolto, Burton avrebbe avuto probabilmente la meglio perch ottimo oratore ma in realt sbagliava perch Speke aveva scoperto e ritrovato anche la seconda volta, il Lago Tanganica. In sostanza per la morte improvvisa e strana di Speke non fece che avvalorare le teorie (sbagliate) di Burton. Un ulteriore pasticcio si ebbe al ritorno in patria di Baker che affermava che il bacino da cui si alimentava il Nilo era il Lago Alberto. Quindi si avevano tre esploratori, ognuno con unidea

diversa: la Royal Geographic Society decise allora di affidare il compito di fare chiarezza sullargomento al pi esperto esploratore africano: David Livingstone, il quale accett. Documentazione allegata: 1 fotocopia Lesplorazione dello Zambesi da parte di Livingstone 9-12-03 Samuel Baker aveva esplorato la parte settentrionale del Lago Alberto mentre la restante parte laveva solo ipotizzata, disegnandola di fatti molto estesa. Come abbiamo gi anticipato nella scorsa lezione, vista lintricata situazione che si era creata circa le sorgenti del Nilo, venne inviato nuovamente Livingstone in Africa per dirimere la questione. In realt egli credeva che le fonti del Nilo fossero molto pi a sud rispetto alla realt, ed infatti inizi la sua esplorazione dal lago Nassa. Per tre anni non se ne seppe pi nulla, era come scomparso in Africa. Allora il direttore del New York Herald un giornale di New York, Gordon Bennett, decise di finanziare una spedizione alla ricerca di Livingstone guidata da Henry Stanley, un conquistatore senza scrupoli di umili origini. Era emigrato da bambino negli Usa dove era stato adottato da un ricco signore che lo fece studiare: dopo aver preso parte ad una spedizione militare in Etiopia fu molto fortunato. La spedizione, era punitiva, nei confronti del Re dEtiopia, Teodoro, che aveva proposto alla Regina Vittoria di sposarsi: essa per non rispose mai al Re Africano. Questo lo irrit parecchio, tanto da imprigionare tutti gli inglesi che si trovavano sul suo territorio. Fu dunque decisa questa spedizione che avrebbe dovuto punire Teodoro e alla quale partecip anche Stanley, che fu fortunato perch riusc a mandare per primo i resoconti della battaglia, il che gli fece acquistare una buona fama di giornalista in patria e anche il Bennett, il mandante della spedizione. Lincontro fra Stanley e Livingstone avvenne vicino al lago Tanganica: insieme ne esplorarono la parte settentrionale. Dopodich Stanley decise di tornare in patria, dove scriver How I found Livingstone libro che avr un grande successo. Livingstone invece prosegu nella sua spedizione sebbene fosse mal ridotto. Mor sulle sponde del Lago Bangweolo e il suo corpo fu imbalsamato e sistemato in un tronco dalbero, e successivamente trasportato per 800 km fino alla costa. I servi che trasportavano la sua salma incontrarono una spedizione britannica anchessa alla ricerca di Livingstone, guidata da un certo Cameroon; la salma fu imbarcata su di una nave e portata a Londra dove venne sepolta a Westminster. Peraltro la figura di Livingstone era stata spesso associata alla lotta alla tratta degi schiavi, e proprio in questultima spedizione si dice che egli assistette ad una strage di circa 300 morti operata dagli arabi, ma la sua et avanzata e la sua condizione non gli permisero di intervenire. Per il fatto scosse il Principe del Galles che si rivolger al khediv dEgitto per intraprendere una politica comune per combattere la schiavit: bisogna ricordare inoltre che siamo nella seconda met dell800, e proprio in questo periodo, nel 1869, venne aperto il Canale di Suez che apriva di fatto nuove rotte anche per la tratta degli schiavi, che era diventato un business. Furono dunque concordati alcuni avamposti militari lungo il territorio egiziano sul canale, a capo dei quali fu posto Samuel Baker. Egli per quattro anni detenne questo compito; il Cameroon intanto aveva completato la traversata dellAfrica ma non aveva ancora risolto il grosso problema che riguardava lAfrica, cio le sorgenti del Nilo. Escluso il lago Tanganica, rimanevano come possibili fonti i laghi Vittoria ed Alberto. Venne organizzata unaltra grande spedizione per risolvere una volta per tutte la questione e il comando fu affidato ad una vecchia conoscenza: Henry Stanley, che godeva di ottima fama in patria. Era una spedizione composta da ben 300 persone tra armatori e portatori, e solo 3 di questi erano europei (due fratelli pescatori del Galles e un portiere dalbergo dove Stanley aveva soggiornato) ma morirono tutti e tre durante la spedizione. Stanley fu molto criticato per una sua decisione presa in Africa: infatti egli si era messo daccordo con il potente mercante di schiavi di Zanzibar perch si facesse scortare dai suoi uomini armati. Questo aveva una sua motivazione: gli uomini sarebbero arrivati tanto nellinterno che da soli, una volta abbandonati, non avrebbero pi tentato di tornare indietro e a quel punto avrebbero solo potuto seguire il proseguire della spedizione. Venne circumnavigato il lago Vittoria e si ebbe la prova che il fiume

che da esso usciva era il Nilo, e quindi aveva ragione Speke. Stanley avrebbe voluto esplorare anche il lago Alberto, ma era gi stato esplorato da un italiano, Romolo Gessi. Dopo questa esplorazione, Stanley guid solo spedizione di conquista: sar al servizio del Re del Belgio, Leopoldo, nella conquista del Congo. Le potenze europee si stavano muovendo, e anche la Germania che era arrivata in ritardo, si era assicurata i suoi possedimenti facendo firmare protettorati ai capi locali. Il Tanganica divenne territorio tedesco, lInghilterra fece sua la zona di Mombasa e quindi il Kenya. Per quanto riguardava la tratta degli schiavi, non si era di certo fermata: percorreva altre vie, specie interne, ma non pi il Nilo. Questo grazie alla corruzione dei funzionari egiziani che spinger il nuovo capo degli avamposti, il Gordon, prima a ridursi lo stipendio fino ad 1/3 e poi addirittura a licenziarsi. Il khediv egiziano inoltre si era indebitato fino al collo per ammodernare lEgitto, ma il paese era piombato in una profonda crisi, tanto che egli scapp sul Bosforo e nel paese si scaten una vera rivolta soprattutto contro gli stranieri. Dovette intervenire una flotta anglo-francese che bombard Alessandria per riportare la calma. In Sudan per era nato un movimento e un certo Mohammed Ahmed se ne proclam profeta: aveva riunito intorno a s molti fedeli e proclam la guerra Santa. Questo movimento stermin la gendarmeria egiziana ed assedi una cittadina. Il profeta o madhi era sempre pi potente ma inizialmente il primo ministro inglese, Gladstone, non volle intervenire. Tra lesercito egiziano sterminato vi era anche il fratello di Samuel Baker, un certo Valentine: era stato a lungo un ufficiale inglese, ma accusato di aver aggredito una donna in treno a sfondo sessuale, fu espulso dallesercito britannico e dovette scontare due anni di carcere. Dopo si arruol prima per i turchi e poi per gli egiziani e si temeva che potesse meditare una vendetta contro gli inglesi, ma mor in battaglia. Gladstone fece dunque intervenire lesercito per portare la calma, ma lo fece andare via subito, forse troppo presto, affidando il comando della zona ad una persona fidata e vicina allInghilterra, Gordon, che gi aveva avuto il comando degli avamposti in Egitto. Ma anche egli fu sconfitto e il madhi riconquist nuovamente il Sudan; tra gli uomini che erano al suo servizio vi era anche un tedesco, un sopravvissuto del Gordon, che era governatore dellEquatoria. Stanley fu inviato per recuperarlo con ben 500 uomini, ma egli non sembrava n assediato n scontento di stare con il madhi. Nel viaggio mor pi della met del seguito, e furono toccati il Congo e il Tanganica. La spedizione complet il quadro dei grandi laghi africani con la scoperta di un nuovo lago, il Lago Edoardo (inizialmente Edoardo Alberto) ed inoltre fu scorto il Monte Ruwenzori. Il tedesco fu condotto verso Sud dove si trovava il consolato tedesco. Torn poi in Equatoria al servizio del Kaiser e l mor assassinato. Siamo ormai alla fine del secolo, e solo Stanley vedr il 900. Alla fine dell800 venne inviata finalmente una spedizione contro il madhi, che era ormai gi morto: la spedizione infatti aveva ben 18 anni di ritardo. Il nuovo governatore diceva di comandare per conto del madhi era molto furbo. La spedizione raggiunse Khartoum e la liber; era presente anche un giovanissimo W.Churchill. La spedizione per inseguire il madhi si spost sempre pi a sud e gli eserciti di Inghilterra e Francia si incontrarono a Fashioda, rischiando una guerra. Documentazione allegata: 2 fotocopie Ultimo viaggio di Livingstone Confronto fra le spedizioni di Speke-Grant e di Baker 10-12-03 L800 per i continenti il secolo dei rilievi cartografici. Si aprono anche nuove vie, ma lo scopo primario diventa la cartografia. La Terra assume sempre pi una sua forma. Non mancano ancora casi di espansione come per lInghilterra nel nord-america, ma sono limitati. Nei primi anni dell800 vi fu una spedizione militare guidata da Louis e Clarke che attraverser tutti gli USA dallAtlantico al Pacifico, realizzando quello che era stato il sogno dei grandi esploratori degli States. Dopo la guerra dei 7 anni la Francia perse le proprie colonie in India e si affermarono gli inglesi. NellIndia meridionale vi era un potente sultano, Tipu Said, che and allo scontro con gli inglesi e inflisse loro una dura sconfitta. Nel 1799 la capitale del regno di questo sultano fu per

assediata e il sultano stesso imprigionato. Da quel momento e per ben 80 anni fu iniziata quellopera di rilevamento cartografico dellIndia. In molti si succedettero alla direzione di questopera e lultimo fu un certo comandante Everest; fu definita con lui una fitta rete di triangolazione. Appena egli and in pensione, fu scoperta la montagna pi alta del mondo, e a lui fu dedicata. Laccesso dei membri inglesi era molto pi facile nellIndia meridionale, mentre si incontravano non poche resistenze nella parte settentrionale, dove gli stranieri non erano ben visti. G li inglesi dunque furono obbligati ad inventarsi una figura che governasse per loro, ed il caso del pandit, una figura che si potrebbe dire addestrata. Questi pandit non potevano scrivere appunti, avevano a disposizione solo uno strumento girevole su cui erano scritte le preghiere che essi costantemente leggeva e recitavano. Su questi strumenti a volte essi riportavano qualche appunto (cosa peraltro vitatissima) sui dati di cartografazione, i quali per lo pi venivano memorizzati e ripetuti a memoria come una preghiera, tanto che si riteneva che essi pregassero mentre invece ripetevano dati cartografici da riportare agli inglesi (direzioni e numero dei passi). Come gi detto ci vollero ben 80 anni per ottenere una carta dettagliata dellIndia. Stessa cosa faranno i Russi in Siberia. Nell800 comunque vi era ancora un paese inesplorato, lontano e del tutto nuovo, dove i coloni ritenevano davvero di dover cominciare tutto da capo: lAustralia. Poco abitata, per lo pi sulla costa, e da una popolazione locale piuttosto timida e che cerc di evitare il pi possibile il contatto con gli europei, tanto da ritirarsi sempre pi allinterno. Interno dellAustralia che era del tutto sconosciuto. Il grande sviluppo ebbe inizio intorno al 1850: la parte meridionale, nota come Stato di Victoria, si espanse con la corsa alloro. Pochi anni prima, nel 1848, la stessa cosa era avvenuta in California. Arrivarono molti cercatori doro da tutto il mondo. Le regioni interne erano solo ipotizzate: alcuni credevano addirittura che allinterno vi fosse un mare Mediterraneo quindi un clima mite e una folta vegetazione, il che avrebbe permesso la costruzione di insediamenti. Un tedesco tent le prime esplorazioni in Australia, era Leichkardt: egli aveva raggiunto il Golfo di Carpentaria ma se ne persero le tracce non appena si addentr nel deserto. Gli insediamenti si svilupparono un po sulla falsa riga di quanto avvenuto in Nord-America, ovvero tutti sulla costa orientale. In entrambi in casi infatti vi una Catena montuosa che impediva nei primi tempi di allargare gli insediamenti: negli Usa gli Appalachi, in Australia la Grande Barriera Divisoria. In Australia questa catena montuosa verr superata dalla spedizione del Lawson. Nel grande sviluppo che il sud dellAustralia conobbe, c da ricordare anche la nascita di una Societ Geografica a Melbourne: sar proprio tale societ ad organizzare una spedizione verso il Golfo di Carpentaria per battere i cugini di Adelaide. Scelsero come comandante della spedizione un certo Bourk, che non aveva alcuna esperienza esplorativa. Come mezzi vennero comprati alcuni cammelli in India e furono assunte delle guide indiane. Alla spedizione si uinirono anche studiosi, scienziati, botanici, e al momento della partenza sembrava pi un circo che una spedizione scientifica. Fu raggiunta la localit di Menindee sul fiume Murray, e l il grosso della spedizione si ferm in attesa di viveri da Melbourne. Solo un gruppo ristretto prosegu nella spedizione verso Nord e raggiunse il Cooper Creek, un fiume che a seconda del periodo dellanno pu essere secco o meno. L anche questo gruppetto si ferm ad attendere il resto della spedizione che era rimasto ad Menindee. Non vedendoli arrivare, Bourk decise di proseguire con altre 3 persone, lasciando il gruppo al Cooper Creek e dicendo di aspettare l circa tre mesi il suo ritorno. Aveva infatti stimato in tre mesi il tempo necessario per raggiungere il Golfo e tornare al Cooper Creek. Impieg ben due mesi per arrivare quasi al golfo: non arriv al mare ma era molto vicino. Si ferm a causa delle condizioni del tempo e delle condizioni fisiche degli animali. Durante il ritorno mor uno dei quattro e da qui in poi iniziarono una serie di disavventure volute dal caso che non ebbero termine. Infatti i tre sopravvissuti impiegarono altri due mesi per tornare al Cooper Creek per un totale di quattro mesi. Tornarono di pomeriggio e proprio nella stessa giornata ma al mattino, il gruppo che era rimasto ad aspettare Bourk era partito, poich la spedizione ritardava di ormai un mese e i viveri l al Cooper Creek cominciavano a scarseggiare. Quindi ecco la prima coincidenza sfortunata. Era stata per lasciata unincisione su di un albero, che gli aborigeni non comprendevano: si diceva di scavare nel

terreno per cercare una cassetta, nella quale vi era un biglietto che informava appunto che quella mattina il gruppo era ripartito verso sud per tornare indietro. I tre, senza pi animali e con pochi viveri si incamminarono lungo il Cooper Creek dopo aver lasciato anche loro un biglietto e il diario del viaggio nella cassetta ma senza lasciare incisioni. Il gruppo che nella mattinata era partito andava molto velocemente e raggiunta la localit di Menindee raccolti viveri ed animali decise di tornare al Cooper Creek, per verificare se mai i tre fossero arrivati. Quando essi arrivarono non trovarono nuovamente nessuno e non venne loro neanche in mente di scavare per vedere nella cassetta poich non vi erano segni del passaggio dei tre. Il gruppo dunque se ne and nuovamente e questa volta definitivamente: i tre che si erano incamminati lungo il Cooper Creek, resisi conto che non avrebbero fatto molta strada si ristorarono presso una fattoria nel deserto e fecero poi nuovamente ritorno al Cooper Creek, ma ancora una volta arrivarono leggermente in ritardo, quando i soccorsi erano gi passati! Un anno dopo fu inviata una spedizione per cercarli o almeno per accertarne la morte e solo uno fu trovato: era stato nutrito e curato dagli aborigeni. Tra le esplorazioni compiute in questo periodo bisogna evidenziare quelle compiute da sognatori o da persone che inseguivano miti o leggendi. E il caso di un certo Fawcett, esperto cartografo, che allinizio dell800 fu inviato in Sud-America per dirimere la questione dei confini. Si era interessato alle leggende e ai miti locali, ed affermava di aver trovato un manoscritto anonimo attribuito ad un certo Raposo (esploratore portoghese del 700) che parlava delle regioni interne del Brasile come sede di una grande civilt. Descrisse un altopiano da cui si scorgevano strane luci. Quando il Fawcett torn in Europa per la prima guerra mondiale, con i suoi racconti ispir un celebre libro Il mondo perduto ad un famoso scritto Conandoyle. Nel 1925 lo stesso Fawcett organizz una spedizione ma spar in Amazzonia. Ma non pass anno che non giungessero notizie di questa spedizione. Dopo la guerra, il figlio di Fawcett sorvolando la zona con una aereo risolse il problema: laltopiano descritto esisteva, le luci erano inventate. Le rovine di una grande citt altro non erano che formazioni calcaree. Documentazione allegata: 1 fotocopia La triangolazione dellIndia

Vous aimerez peut-être aussi