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SULL'EGO

Dallillusione allEspressione
di Loris Belpassi

1 - DellEgo o del fraintendimento Per il Dharma parlare di "ego" significa parlare necessariamente di "fraintendimento dellego". Lego in s ci che fraintende se stesso, il fraintendimento dellesistenza intrinseca, autonoma e indipendente. E il fraintendimento della vera esistenza, sostanziale e reale, ed anche - fondamentalmente - lillusione dellindividualit separata. Ci che si definisce come atman proprio questa visione - che anche un sentimento primario, una ovviet - di un qualcosa di individualmente definito e identificato in se stesso e dunque in tal senso immutabile, non pi in alcun modo trascendibile. Si noti che tale senso dellego - il s o atman - se da un lato viene concepito come qualcosa di individualmente intatto e intangibile, dallaltro conferisce solidit e carattere a tutta la nostra esperienza concreta, in cui gli oggetti vengono anchessi concepiti e sentiti come forme individue, intrinsecamente esistenti. Dunque il senso del s non riguarda solo il nostro ego individuale, ma piuttosto il modo con cui noi sperimentiamo la realt: la nostra modalit cognitiva, la modalit cognitiva caratteristica del nostro tipo di mente.

Se tuttavia osserviamo bene il carattere di tale esperienza, se lanalizziamo come stato fatto dai filosofi del Dharma, non solo scopriamo che nella nostra realt non esiste, n pu esistere nulla che assomigli ad un atman, ma anche che la natura dellego smentisce clamorosamente ci che lego normalmente predica e sente di se stesso. Lego infatti non altro che un pensiero e una proiezione, allo stesso modo degli oggetti di cui si circonda. Ora, questa creatura del concetto, in s non pu aver nulla di sostanziale, n pu davvero stabilirsi come "individuato" o "personale". Non c nulla al mondo di pi universale di un concetto e conseguentemente nulla di meno individuato-in-s. Il concetto uguale allo stesso concetto: una tautologia. Lego, come forma dellesperienza, assolutamente identico ad ogni altro ego. Quando io dico di me stesso: "io", compio la stessa, identica operazione ontologica di qualsiasi altro io che dica la stessa cosa di se stesso. Da questo punto di vista, lego un processo interamente fungibile e interscambiabile: una funzione invariante. Non c modo di distinguere - a livello essenziale - un ego da un altro. Saranno solo le coordinate spaziotemporali che permetteranno di cogliere due ego come due fenomeni e non uno solo. E saranno le differenti identificazioni esperienziali, unite a differenti bagagli emotivi e reattivi (cio in termini buddhisti: karmici) che differenzieranno processi che altrimenti sarebbero assolutamente identici. In ci, ogni ego completamente destituito di sostanza individua propria, il fenomeno a cui pi si applica la pertinenza della vacuit. Non solo: i processi concettuali che conducono alla formazione dellego non sono autosufficienti, dipendendo da cause e condizioni empirico/materiali che ne costituiscono la base esistenziale. Alla luce di tutto ci, il fraintendimento di s che lego compie in se stesso appare in tutta la sua clamorosa portata.

2 - Una realt convenzionale


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Il fraintendimento di s, come marchio fondamentale dellego e del suo mondo, parrebbe gettare tutta la nostra esperienza in pasto allassurdo. Se io non esisto come credo di esistere, se il mondo in cui vivo ed opero non altro che una proiezione di quello stesso, inesistente "io" che credo di essere e non sono, che ne alla fin fine della realt, quale potr mai essere il mio senso, il senso della mia persona, il senso della mia vita? Ecco. La domanda - considerate le premesse - sorge per cos dire spontanea, ma se ci aspettiamo dal Dharma una risposta tragica, drammatica, o anche solo pessimistica o nonsensical ad essa, siamo completamente fuori strada. Stiamo facendo della filosofia. Il Dharma infatti afferma che il fraintendimento dellego conduce - n pi n meno - alla realt convenzionale, a quel mondo relativo costituito da regole e valori entro cui solitamente ci muoviamo ed operiamo. La realt a cui mette capo lego ha dunque una sua validit: una validit certamente relativa e convenzionale, ma non per questo inessenziale ed ininfluente. Forse che, in nome del fraintendimento dellego, potremmo essere legittimati a rubare, uccidere, violare, in quanto atti ininfluenti consumati nei confronti di persone illusorie, di esseri, cose e situazioni non veramente esistenti?

3 - Formazione dellego Il mondo quale normalmente ci appare, quale normalmente appare allego, costituito da un insieme di oggetti posti entro uno spazio e disposti in una sequenza, ossia in un divenire. Ogni cosa, ogni situazione, viene esperita come conclusa e definita. E la rappresentazione dellatman entro cui lego organizza i suoi dati. Questa visione di datit, di oggettualit, di indipendenza di tutti i dati presenti nellorizzonte del mondo, del mondo stesso e dellego che lo costituisce, non rappresenta tuttavia la vera natura dei fenomeni. Il Dharma a tale proposito
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molto esplicito: questa visione sorge allorch non c il riconoscimento della base che costituisce i fenomeni. Nel nostro mondo, nellesperienza dellego, la base che costituisce e manifesta tutti i fenomeni non riconosciuta. Allorch il manifestato non coglie pi il manifestante, se ne separa cognitivamente e, a questo punto, in mancanza dellesperienza della base, il manifestato sperimenta se stesso e la sua stessa esperienza come base: nasce cos lillusione dellesistenza intrinseca, indipendente e sostanziale, lillusione dellego e degli oggetti. Il Dharma definisce questa non-cognizione fondamentale come avidja, ossia "incapacit di vedere", "non-visione" che d luogo alla formazione della coscienza, ossia allego, attraverso la mediazione delle energie egoiche sedimentate nella base (samskara) e (ri)prodotte continuamente dallattivit (karma) dellego stesso. Tra questi tre elementi esiste uninterdipendenza funzionale che crea le condizioni di ci che il Dharma chiama samsara, ossia lesistenza ciclica e condizionata fatta di continuit ininterrotta di nascita e morte. Tale condizione, di per s senza inizio e senza fine, pu tuttavia cessare se lego recupera la visione della base, se - in altri termini - la separazione fra manifestato e manifestante cessa di esistere.

4 - La sadhana dellego I modi per recuperare la visione della base, eliminando la cesura da cui lego sorto, costituiscono quel che il Dharma definisce come "il sentiero", intendendo con ci il percorso in cui lego procede dallillusione allilluminazione. Se lego si costituito come formazione reattiva alla mancanza desperienza della base, chiaro che il recupero di tale esperienza non potr non modificare anche le modalit cognitive e dunque la costituzione dellego stesso. Tutti i metodi messi in atto dal Dharma possono essere considerati "mezzi abili", tesi da un lato a indebolire il senso di intrinsicit, di indipendenza e di autonomia dellesperienza egoica e, dallaltro, a recuperare la visione della
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base attraverso lo smantellamento delle oscurazioni prodotte dalle energie karmiche dellego stesso. I due processi - daltronde - sono fra loro strettamente correlati: quanto pi lego allenter il senso di chiusura e di separazione cognitiva entro cui sorto, tanto pi la sua trasparenza, la trasparenza della separazione e del limite, potr iniziare ad avviare la manifestazione della base. Cogliere s e il mondo come fenomeni puramente convenzionali, ossia privi di natura propria e sostanziale, esperire tutti i dati del mondo non pi nella reciproca indipendenza e separazione, ma nella loro mutua interdipendenza, sono cos le basi metodiche attraverso le quali il Dharma erode il senso dellatman, realizzando al contempo la vera natura, insostanziale e priva di un s, di tutti i fenomeni condizionati. Lapparire, il tralucere della base, inizia in questa condizione di assoluta trasparenza, di interdipendenza totale, in cui il reale viene esperito come puramente ideale o convenzionale, in cui le apparenze sono appunto apparenze vuote di s, in cui la pesantezza e la fissit lascia il posto a un divenire dinamico, a una leggerezza impalpabile che rapisce il cuore e potenzia la mente. E luniverso della sadhana, in cui lego impara a giocare con le sue proiezioni, a svelarle ed a svelarsi in esse. E luniverso dei bodhisattva, esaltato dal Vajrayana, in cui lego si sublima e si amplia, ma non sparisce laffacciarsi alla modalit della gnosi o jnana, in cui lego finisce per transustanziarsi. Lego, nella sua ordinariet, esprime ed espresso dalle modalit della coscienza dualistica, in cui si danno contemporaneamente i poli del soggetto, delloggetto e dellatto cognitivo. E il piano in cui la distinzione logica immediatamente differenza, indipendenza e quindi sostanzialit, intrinsicit. Quando lego, liberandosi di questa rigida cappa, inizia a sperimentarsi come puramente ideale e convenzionale, la differenza solida, lindipendenza chiusa, la sostanzialit greve, lasciano il posto ad una distinzione leggera, ma cognitivamente molto potente, ad unintuizione profonda che sostituisce quasi completamente labituale meccanismo dellelaborazione concettuale, lo sforzo meccanico del pensiero.
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La gnosi appunto quella modalit intuitiva in cui la distinzione viene colta nellunit, ci che si determiner - una volta maturata - come la visione che i buddha hanno della realt fenomenica.

5 - Leredit dellego Caratteristica del Dharma quella di essere "la via di mezzo". Da questo punto di vista, esso non considera lAssoluto come unica realt esistente di per s, n lo nega ammettendo unicamente la pluralit dei fenomeni. In altri termini, il Dharma non assolutista o monista, cos come non materialista e pluralista. La verit pu darsi solo nellunit fra uno e molteplice, fra assoluto e variet fenomenica. E ci che conosciuto nel Vajrayana come "unit di nirvana e samsara" o anche "unit di verit assoluta e verit relativa". E fondamentalmente lunit di base e di manifestazione, di assoluto e di relativo. Quando la base non riconosciuta, la manifestazione, il relativo, tendono a diventare tutta quanta la realt, lorizzonte cognitivo si restringe e i fenomeni acquisiscono solidit e intrinsicit: - come abbiamo visto - il sorgere dellego e della modalit dualistica della coscienza. Quando la base inizia a tralucere, lego e la solidit fenomenica si assottigliano e si stemperano, i limiti vengono allora colti per quello che sono: proiezioni mentali che costruiscono un universo convenzionale. E il percorso della gnosi, dei corpi dei bodhisattva, esemplificato nelle sadhane del Dharma. Ma poi, quando la base si manifesta in tutta la sua incoercibile evidenza, il manifestato si unisce completamente al manifestante, nel senso che ogni separazione cessa. Qui la gnosi che - pur restando un individuale - in s contemperava unit e molteplicit, si immerge completamente nella sua base che non pi una gnosi che nasce nel molteplice e nel fenomenico, ma un tipo di gnosi assoluta e primaria, che sorge da s, spontaneamente.

Il risultato ci che il Dharma definisce come prajna, che la capacit della realt assoluta di contemperare in s assoluto e relativo, di essere al contempo s e la distinzione funzionale e complementare di s. La prajna, pur nascendo dalla gnosi e pur contenendo in s tutte le particolari modalit, cognitive e operative, della gnosi, la supera infinitamente, in quanto in essa ogni distinzione completamente fusa nellunit e non nel senso - si badi - che nellunit le distinzioni cessano di essere, ma in quello per cui le distinzioni sono lespressione della stessa spontaneit della base che si rivela a se stessa. E questo il traguardo ultimo di vipassana, in cui lesperienza della vacuit e della lucidit della base - tipica di samatha - si coniuga con larticolazione dialettica della manifestazione della base. E il piano dellespressione della base, la presenza spontanea che ne manifesta la natura. Lego in un certo senso ultimamente non si dissolve, ma diventa la declinabilit infinita della base, larticolazione della presenza spontanea, una con la base stessa.

Conclusione Alla fine di questo breve, ma crediamo denso viaggio allinterno dellego, potremmo tentare di rispondere alla domanda delle domande che sorta nei miti di ogni cultura, di ogni tradizione. Se la base sempre presente ed attiva e fonda e sostiene ogni manifestazione fenomenica, perch mai tale manifestazione deve essere soggetta a corruzione e separarsi dalla sua base, perch mai - in altri termini - deve esserci unoscurazione, una separazione, un fraintendimento e tanto, tanto dolore? La risposta ancora una volta quella che d il Dharma.

Illuminazione e illusione sono coesistenti e complementari, sono due vie, due possibilit sempre presenti ed aperte. Cos, leternit presuppone il tempo e viceversa, proprio come lilluminazione presuppone lillusione e viceversa. Analogamente, nellego che dolorosamente viene al mondo e cerca la sua liberazione, c implicito ed immanente laspetto di Espressione dellAssoluto. LAssoluto che il-da-sempre-completo-in-s, pu essere davvero completo solo perch vive in una Manifestazione Infinita. Nel momento dellEspressione, lAssoluto, come il-da-sempre, comprende un divenire, che anche un dasempre-divenuto e che in s postula il divenire e lillusione come gi-dasempre-superati nella sua stessa Verit di S. Lego ed il suo mondo sono lespressione contingente di questa dialettica assoluta. Buddhismo & filosofia

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