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20 regole per scrivere un giallo

Una moderna riscrittura (ex novo, in verit!) Hanno ottanta anni ma non li dimostrano! Parlo delle Venti regole per scrivere un giallo di S. S. Van Dine (pseudonimo di Willard Huntington Wright, 1888- 1939), il grande giallista americano dellepoca doro. Proprio cos! Nel leggerle e nel rileggerle la domanda nasce spontanea: quale autore moderno non le sottoscriverebbe quasi tutte? Dico quasi perch, in realt, qualcosa cambiato, non tanto dentro il testo, quanto nel contesto di produzione. Il va sans dire: sono cambiati i tempi (non una contraddizione)! La concorrenza, soprattutto sotto forma di telefilm di avanguardia trattanti tematiche correlate (cito per tutte la mitica serie di CSI, quella originale con William Petersen nel ruolo di Gil Grissom per intenderci!), spietata, mentre le intasate strade dellinterweb non lesinano emozioni criminali ad ogni click anche solamente pensato. Tuttavia, non si pu negare che questo genere letterario (chiamiamolo cos, osiamo, che ci sar di male?) abbia dimostrato uninsospettata capacit di resistenza ai reiterati attacchi. La sua forza scaturita dallessersi chiuso a riccio conservando intatte le peculiarit (forse anche grazie al lavoro di puntellatura fatto da Van Dine!). Questa ferma impostazione strutturale e stilistica sar, per quanto mi riguarda, larma vincente che ne garantir la sopravvivenza e il successo di pubblico per molto altro tempo ancora. Ci non vuol dire che alcune delle regole dettate ottanta anni fa dallo scrittore americano, non presentino una qualit obsoleta, mentre inutile negare che altre sono state completamente superate dal naturale evolversi dellumano sentire (e quindi dalle pratiche criminali messe in atto, e quindi dalle metodologie investigative adottate). Bisogna riconoscerlo! Non vi nulla di male o di presuntuoso nel mantenere una simile posizione; soprattutto, nulla viene tolto alla grandezza dellautore. Allo stesso modo, nulla vieta che i vecchi insegnamenti possano coesistere con regole nuove, destinate, nelle intenzioni, a tappare le falle, rispetto al segmento temporale mutato, laddove queste siano state riscontrate. Quella che segue appunto una libera riscrittura, (ex novo, in realt!) delle 20 regole per scrivere un giallo, secondo il mio modestissimo intendimento. Propone quindi una privata visione delle cose della narrativa poliziesca e non ha alcuna mira universale (neppure questa una contraddizione in termini, caso mai qualcuno lo pensasse!). Per queste stesse ragioni e per il rispetto che si deve sempre a chi di gran lunga pi meritevole di noi, non mancher, quando sar necessario, di rimarcare qualunque forte presa di posizione rispetto alle indicazioni originali di Van Dine. Un romanzo giallo sar dunque tanto pi valido quando l' autore non dimentica che:

1. Un giallo un giallo. Non un libro davventure, n di spionaggio, n un romanzo rosa, ma neppure un trattato filosofico o unopera che cambier la storia del mondo. Di pi, la scrittura nel giallo, per forza del suo destino, sempre una scrittura di partenza, MAI una scrittura darrivo (altra cosa sono le valide trame inserite in situazioni letterarie differenti, si veda, per esempio, il bellissimo plot criminale n Il nome della rosa di Umberto Eco). Questo significa che se un giallista ritiene di essere scrittore a tutto tondo, sar con altre prove che dovr dimostrarlo. Allo stesso modo, i critici letterari illuminati, in possesso della verit sulle cose, dovrebbero evitare di sentirsi ingiuriati e di esortare il popolo degli addetti ai lavori a non prendere sul serio gli autori di romanzi gialli; ci accade puntualmente ogni volta che c' un risveglio d'interesse per la loro produzione! God forbid!! 2. Un buon romanzo giallo non ha significati altri. Inutile quindi tessere le lodi dellautore per avere posto in primo piano problematiche sociali pregnanti per i nostri tempi, o sottili qualit semantiche. Un buon romanzo giallo dovrebbe essere valutato, solo ed esclusivamente, per la qualit della trama criminale e per la fluidit con cui questa si fonde nella storia raccontata. 3. Se vero che i romanzi gialli possono essere scritti da tutti, vero pure che non tutti possono scrivere romanzi gialli. Optare per una simile scrittura, significa confessare di essere portatori sani di una perversione mentale (per guardare il bicchiere mezzo pieno, occorre dire che tale perversione si accompagna sempre con una indispensabile vena geniale) che si estrinseca con la stessa (con la scrittura per intenderci, non diventando un serial killer ricercato dallInterpol!). Questa una conditio sine qua non; astenersi dunque letterati desiderosi di nobilitare il genere (spinti principalmente da esigenze di portafoglio!), autori dotati pronti a mettersi alla prova, giornalisti di cronaca nera che giustificano il malfatto con lesperienza vissuta e simili! 4. Latmosfera un elemento insostituibile nel romanzo giallo e si fa tuttuno con lorizzonte dattesa. In altre parole, il giallo, per essere tale, deve catturare il lettore fin dalle prime pagine, seducendolo e rassicurandolo sul suo essere a casa. Su questo punto dissento quindi dalle indicazioni date da Van Dine nella regola 16. A giustificazione del mio dire, cito alcune delle pi grandi creazioni di genere di tutti i tempi: And then there were none, Mousetrap, The murder of Roger Ackroyd, The Murder on the Orient Express, ecc. In questi romanzi, latmosfera diventa elemento attivo del plot; non un caso neppure che gli stessi siano stati scritti da Agata Christie, maestra nellutilizzo di simili tecnicismi (perch tali diventano nellexperienced writer). Per dirla tutta, nella produzione di questa grandissima autrice inglese, la capacit di creare atmosfera si da tempo sublimata oltre la scrittura: ad un appassionato di gialli, basta tenere un suo libro in mano per sentirsi a casa! 5. Non esiste un romanzo giallo senza una geniale trama criminale! Chiamatelo come volete, ma un giallista (non importa quanto famoso, non importa quanto venerato!) che riveli una cronica incapacit di ordire un meccanismo criminale perfetto e ad hoc, non degno di questo nome.

6.Lettore e investigatore devono avere entrambi le stesse possibilit di risolvere l'enigma. Tutti gli indizi devono essere (chiaramente) presentati e descritti. Questa regola molto simile alla prima regola di Van Dine. A fare la differenza lavverbio plainly, chiaramente appunto, che io metto tra parentesi. Ritengo, infatti, che proprio per proteggersi contro le invasioni di cui si gi detto (televisione, cinema, internet), il romanzo giallo debba potersi difendere con le sue stesse armi, nello specifico, la scrittura. La qualit scritturale nel giallo sta quindi nella sua capacit di farsi indizio (senza trasformarsi in arma ingannevole, sintende!), dando cos, al lettore attento, e solamente a questo, la possibilit di scoprire il colpevole con relativa facilit. 7. La soluzione del giallo deve essere univoca. Ci DEVE essere solo e soltanto una verit sul come si sono svolti i fatti. Questa anche condizione imprescindibile per valutare la qualit della trama. 8. La soluzione del giallo deve essere sempre a disposizione del lettore capace. 9. Il colpevole pu essere uno qualunque dei personaggi, non importa il suo ruolo. Ancora, ci possono essere pi colpevoli in uno stesso romanzo. Qui mi trovo di nuovo in disaccordo con le regole 10,11, 12, 17 di Van Dine. A mio avviso, le necessit della storia e della trama criminale giustificano queste indicazioni; si potrebbero portare poi molti esempi di capolavori di genere che sono diventati tali proprio in virt dellutilizzo di simili strategie (cito per tutti, Murder on the Orient-Express). 10. Un giallo pu contemplare la presenza di pi investigatori. Per esempio, questo accade quando linchiesta delle forze di polizia presentata parallelamente a quella del detective dilettante. consigliabile per che ci sia solo un personaggio-eroe nella cui capacit di ragionamento il lettore attento possa riporre la propria fiducia. 11. Non esiste giallo senza il suo bel cadavere. Anzi, un solo cadavere, la maggior parte delle volte, non sufficiente. 12. Non vi cadavere senza un delitto. O meglio, la storia raccontata DEVE contemplare almeno un morto vittima delle macchinazioni dellantieroe. 13. Gli omicidi commessi dalle varie organizzazioni criminali non hanno dignit tra le pagine di un giallo. Peculiarit esclusiva di questo genere, che poi anche lelemento primo che gli conferisce una qualit affascinante, un focalizzare sulle motivazioni istintive del crimine. Il giallo ci ricorda dunque che tutti noi siamo dei potenziali assassini. Non solo: pi insospettabile il personaggio in questione, pi crescono le possibilit che il colpevole sia davvero lui (o lei).

14. Fermo restando che il colpevole potrebbe essere un character minore (vedi regola 9), i personaggi principali dovrebbero essere presentati subito, meglio ancora dovrebbero essere elencati, con tanto di ruolo, in una pagina dedicata prima che la narrazione abbia inizio. Un lettore attento, che si appresta a leggere un giallo, dovrebbe essere visto alla stregua di uno scacchista che sta per cominciare la sua partita: necessita naturalmente di tutte le pedine, ma dopo spetter solo e soltanto a lui fare scacco matto. 15. Loriginalit pure una condizione imprescindibile del plot criminale. Uno scrittore pu utilizzare stratagemmi gi noti, qualunque essi siano, ma una trama non valida se non contiene una qualche peculiarit che distinguer il romanzo da tutta la produzione precedente. 16. La metodologia investigativa del personaggio-eroe dovrebbe sempre essere supportata da una grande capacit di ragionamento logico e da un approccio al caso fondamentalmente empirico, ovvero basato sullesperienza (non solo delle cose criminali, ma anche, e soprattutto, del quotidiano). 17. Lantieroe sportivo unaltra peculiarit del romanzo giallo. Con questo voglio dire che ad un eroe che far di una metodologia investigativa misurabile la sua arma prima, dovr corrispondere un antieroe capace di ordire una trama criminale dotata di una qualit scientifica. La base scientifica data dalla riproducibilit dellesperimento (niente trucchi trascendentali quindi!). 18. Il denouement della storia dovrebbe sempre essere ad appannaggio dellinvestigatore-eroe. 19. Il denouement non pu essere MAI parziale. Il lettore attento deve potere SEMPRE terminare il libro, con la minima soddisfazione di avere visto spiegata, non solo la ragione dessere di ogni indizio rivelatosi veramente valido, ma anche quella di ogni passaggio fuorviante (ci debbono essere, altrimenti sarebbe troppo facile). Insomma, tutti i nodi devono venire al pettine (mai luogo comune fu pi appropriato). 20. Un giallo soprattutto una sfida dellautore al lettore. Ne consegue che un lettore attento non pu limitarsi ad indicare questo, o quel personaggio, come sicuro colpevole. Le possibilit che sia nel giusto sono naturalmente molto alte considerando il numero limitato di personaggi. Non vi sono dubbi invece che un segugio che si rispetti si distingue dal detective dilettante, non tanto perch invariabilmente capace di scoprire il colpevole, quanto perch sempre in grado di spiegare, nei dettagli, come si sono svolti i fatti. Se consideriamo che le cose possono essere andate in una ed in una sola maniera (vedi regola 7), tutto dire!

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