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Municipio Roma II
Municipio Roma II
Piano Regolatore Sociale
2008 -2010
1. Introduzione pag. 1 - 11
8. Il Piano Municipale per l’infanzia e l’adolescenza (Legge 285/97) pag. 247 - 251
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Indice Piano regolatore sociale 2008-2010
Il Piano Regolatore Sociale costituisce il quadro unitario entro il quale realizzare una nuova fase
nella pianificazione sociale del territorio, quella che, dopo i Piani di zona, porterà alla costruzione
di un Piano Regolatore Sociale in ciascuno dei 19 Municipi romani.
Lo stesso itinerario di costruzione del Piano con la convocazione degli attori sociali, l’ascolto dei
cittadini, la progettazione partecipata rappresenta già di per sé un importante intervento di
costruzione di una partnership diffusa.
Costruire il Piano Regolatore Sociale non vuol dire infatti solo confezionare un buon documento,
quanto attivare in modo permanente una nuova modalità di lavoro fondata sull’incontro tra
responsabilità istituzionali e responsabilità civiche.
E’ un impegno graduale, da affrontare rafforzando le occasioni di comunicazione, di formazione e
aggiornamento, di valorizzazione dei saperi professionali.
Il potenziamento dei servizi già attivi, come l’assistenza domiciliare ad anziani e disabili, insieme
ai servizi di sostegno alle famiglie e di prevenzione dei disagi hanno costituito il nucleo di
interesse maggiore, mentre i servizi cosiddetti di prossimità e di creazione di strutture leggere e
polivalenti sono nei fatti da sperimentare, in questi anni, introducendo alcuni accorgimenti tecnico-
giuridici, come protocolli di intesa locali ed accordi di programma con le forze produttive o con
istituzioni ed organismi pubblici, che formeranno la cornice strutturata di regole entro i cui ambiti
si dovrà operare.
Attraverso la concertazione, intesa come struttura contrattuale avanzata ed innovativa (si pensi alla
creazione di consorzi/fondazioni con centri studi, fondazioni bancarie e non-profit, operatori
privati e pubblici) è possibile lo sviluppo delle vere potenzialità del Municipio e delle risorse
presenti sul territorio, in cui l’amministrazione svolga una funzione di supervisione, in termini di
regolazione e monitoraggio.
Le azioni di sistema debbono soprattutto riguardare la verifica della logica sociale delle politiche
cittadine con l’attivazione di momenti di pianificazione urbana integrata (interazione del piano
regolatore sociale con i piani urbanistici, per gli alloggi, formativi ed occupazionali, per la tutela
dell’ambiente, per i trasporti e le mobilità, etc).
Solamente una visione larga del sistema del Welfare, la volontà di cogliere l’opportunità che la
legge offre di mettere mano ad una riforma del sistema locale, permette il coinvolgimento di tanti
soggetti, che si occupano di attività culturali, sportive, religiose, sindacali, di associazioni di
impresa, categoriali, degli organismi del volontariato.
Lavorare sull’integrazione dei servizi e del sistema è l’obiettivo che la legge pone; con la Asl, con
il distretto territoriale e con i Dipartimenti.
Ma l’ottica dell’integrazione va applicata anche agli altri attori sociali, ad altri soggetti e alle altre
politiche.
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Indice Piano regolatore sociale 2008-2010
Dal lavoro dei tavoli di co-progettazione sono scaturiti alcuni percorsi di lavoro su cui impiantare
il sistema di welfare locale e che potranno rappresentare opportunità di confronto su:
- politiche abitative;
- politiche della formazione e del lavoro;
- politiche per il tempo di vita;
- politiche per la vita di relazione;
- politiche per la sicurezza, l’ambiente, la salute.
Molti soggetti sono stati parte attiva nel lavoro dei tavoli, ma è necessario che la partecipazione
raggiunga livelli di maggiore coinvolgimento. Per questo motivo, accogliendo anche una richiesta
pervenuta da più parti, il Municipio si attiverà nel futuro per la costruzione di tavoli permanenti
di confronto con i cittadini e tutte le realtà sociali del territorio.
La costruzione di tavoli permanenti, seppure compito impegnativo, rappresenta senza dubbio una
utilissima risorsa ed opportunità di comunicazione tra cittadini ed istituzioni per la creazione di
servizi sempre maggiormente rispondenti alle esigenze provenienti dal territorio
Il Piano Regolatore del Municipio Roma II fa propri gli obiettivi di priorità sociale del Piano
nazionale individuando le seguenti linee di azione:
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Indice Piano regolatore sociale 2008-2010
Questa sezione fornirà perciò informazioni su “chi, cosa, come e quando” si farà per lavorare in
rete, a livello intra-municipale ed intermunicipale e integrare i servizi e gli interventi sociali con
quelli del sistema sanitario, dell’istruzione, della formazione e dell'educazione non formale, del
lavoro e per l'occupazione, del credito e della finanza, dell’abitare, della mobilità, delle politiche
familiari e giovanili, ambientali, culturali e sportive.
E’ importante distinguere i “servizi”, che hanno carattere di stabilità e continuità, dai “progetti”, che
invece hanno una durata temporanea e presuppongono un’organizzazione provvisoria (per la durata
del progetto).
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Indice Piano regolatore sociale 2008-2010
“Azioni di Integrazione”
Sono azioni e progetti di integrazione tra le Politiche Sociali e le altre Politiche di sviluppo
cittadine. Per ogni azione di integrazione il piano indica ipotesi progettuali specifiche. In
particolare:
Integrazione con le - Nuovi spazi per la fruizione e produzione della cultura diffusa per la
politiche culturali e sportive soddisfazione di bisogni sociali a carattere trasversale
Integrazione con le
- Sostegno alla genitorialità
Politiche per la Famiglia
Si ritiene utile introdurre, come prospettiva progettuale, una modalità di pianificazione degli spazi
urbani che parta dalla lettura dei bisogni sociali dei quartieri della città.
In particolare nell'ambito del Piano Regolatore Sociale vengono individuate una serie di azioni
specifiche:
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Capitolo 1 Piano regolatore sociale 2008-2010
CAPITOLO 1
INTRODUZIONE
La legge 328-quadro del 2000, ha reso possibile la riforma dei servizi e degli interventi sociali e
costituisce senza dubbio il punto di riferimento fondamentale per i cittadini e per tutti gli attori
sociali.
In particolare, la legge 328/2000 prevede la realizzazione di un sistema integrato di interventi e
servizi sociali per una protezione sociale attiva, capace di mettere in campo opportunità, servizi e
trasferimenti economici a sostegno delle persone e delle famiglie, anche attraverso la definizione
del Piano di zona
Sulla base di quanto disposto dagli artt 6 e 19 della legge 328/00, il piano regolatore sociale è il
dispositivo-quadro che impegna il Comune nella programmazione e realizzazione del sistema
cittadino degli interventi e servizi sociali.
Nel 2002, nella nostra città, è stato avviato il processo che ha portato all’adozione del Piano
regolatore sociale del Comune di Roma, approvato dal Consiglio comunale con la delibera n.35 del
15 marzo 2004.
La costruzione del Piano è avvenuta a livello cittadino, con un’attività di coordinamento supportata
dall’Ufficio centrale di Piano e dalla Commissione di esperti; un lavoro di raccordo tra Assessorati
per l’individuazione e la definizione degli assi trasversali di politiche integrate; a livello
municipale, attraverso "un processo di costruzione partecipata e negoziata dei Piani di zona
municipali, che ha visto il coinvolgimento e la mobilitazione degli attori sociali presenti a livello
micro territoriale; a livello intermunicipale attraverso le conferenze sanitarie locali e gli accordi di
programma congiunti per ciascuna Asl referente dei rispettivi municipi.
Il Piano regolatore sociale generale è stato il riferimento programmatico dell’azione
dell’amministrazione comunale in questi anni.
Il Piano regolatore sociale generale, è quindi il documento programmatico triennale che definisce
le politiche sociali del Comune, in attuazione della legge 328, formato dal Piano Cittadino e da 19
Piani di Zona municipali.
I Piani regolatori sociali dei municipi costituiscono una evoluzione dei Piani di zona avviati in tutti
i Municipi a partire dal 2002; l’esperienza dei piani di zona è risultata positiva in quanto ha
consentito di ampliare il raggio di azione dei servizi sociali, mediante nuove progettualità, ed
inoltre, ha innovato profondamente il metodo della pianificazione partecipata dell’intervento
sociale.
A partire dai risultati ottenuti in questi primi anni di lavoro, si rende necessario riprendere il
percorso e avviare una nuova fase con la predisposizione di veri e propri Piani regolatori
sociali municipali.
Il Piano Regolatore Sociale si differenzia dal Piano di zona anche per la maggiore considerazione
degli aspetti di integrazione delle politiche sociali con quelli dello sviluppo territoriale e della
qualità della vita nei diversi quartieri di Roma.
Si tratta di costruire una effettiva integrazione territoriale dei servizi, delle risorse e dei sistemi,
mettendo in rete gli interventi e i servizi sociali con:
il sistema sanitario e sociosanitario;
i sistemi della scuola, della formazione e dell'educazione non formale;
il mondo della ricerca, della cultura e dello sport;
gli interventi di promozione e di sostegno della famiglia e dei giovani;
il mondo produttivo e le agenzie per l'occupazione; il comparto del credito e della finanza;
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Capitolo 1 Piano regolatore sociale 2008-2010
Per ciascun sistema è necessario individuare i soggetti con cui ci si raccorda (dirigenti, responsabili,
referenti, ecc.); le aree e i settori di integrazione; le modalità di integrazione (a livello istituzionale,
gestionale e professionale); le iniziative e i progetti innovativi.
Il percorso di costruzione del Piano Regolatore Sociale diventa per i Municipi un’occasione
importante per avviare un’azione più sistematica di lavoro in rete, di collegamenti e accordi
interistituzionali, di progetti condivisi.
Passaggio indispensabile per la costruzione del piano regolatore sociale è la partecipazione degli
attori sociali del territorio, pertanto il secondo Municipio ha organizzato due spazi significativi di
partecipazione:
Uno spazio aperto di analisi e valutazione partecipata dei progetti, interventi ed attività realizzate
nel precedente Piano di zona.
L’8 ottobre è stata organizzata, presso la sala conferenze del Museo civico di zoologia, la giornata
dal titolo “Verso il nuovo piano regolatore sociale” alla quale sono stati invitati cittadini,
associazioni e cooperative.
Nel corso della giornata gli operatori del servizio sociale hanno illustrato i progetti del piano di
zona cercando di evidenziare i risultati raggiunti, ma anche analizzando criticità e prospettive per il
futuro.
La collaborazione degli enti gestori dei progetti ha consentito di accompagnare i report con
immagini, dati e riflessioni sulle diverse attività svolte.
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Capitolo 1 Piano regolatore sociale 2008-2010
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Capitolo 1 Piano regolatore sociale 2008-2010
Il calendario degli incontri viene inviato, soprattutto attraverso la posta elettronica alle associazioni
presenti sul territorio, alla Consulta dell’handicap, alla Consulta del volontariato, alle scuole, a tutte
le associazioni sportive e culturali
Il primo tavolo generale di coprogettazione, si è tenuto il 22/11/08 presso la sala consiliare del
Municipio, al quale erano state invitate la maggior parte delle realtà sociali presenti sul territorio
(membri della consulta del volontariato, membri della Consulta sull’handicap, sindacati, scuole,
cittadini).
E’ l’occasione per illustrare brevemente gli obiettivi del nuovo piano regolatore sociale, con
particolare riferimento alle indicazioni fornite dal Dipartimento V e per concordare le modalità con
le quali si terranno i successivi tavoli di coprogettazione.
Per ciascuno dei cinque tavoli tematici viene stabilito di realizzare un primo incontro di dibattito e
confronto ed un successivo incontro conclusivo nel quale raccogliere anche le eventuali proposte
progettuali scaturite dai gruppi di lavoro che si sono spontaneamente costituiti al termine del primo
incontro.
Nel relazionare sull’esito e sui risultati dei tavoli di coprogettazione si è ritenuto opportuno
elaborare un resoconto che, seppure sintetico, consentisse di riportare nel modo più fedele possibile
istanze, richieste, proposte e riflessioni dei partecipanti.
Il primo tavolo “Scuola formazione, educazione”, a causa della indisponibilità della sala consiliare
per la giornata programmata viene spostato al 10/12/07.
Le presenze sono numerose, vi sono rappresentanti delle scuole dei diversi ordini (asili nido, scuole
materne, elementari e medie). Sono assenti invece rappresentanti delle scuole superiori. E’ presente
soltanto un genitore quale rappresentante del Consiglio d’istituto. Il servizio sociale ritiene che sia
indispensabile successivamente indagare per comprendere meglio le ragioni di tale assenza e per
individuare nel futuro delle modalità di coinvolgimento delle scuole superiori che accolgono nel
loro ambito ragazzi in una fascia di età particolare che esprime sovente disagi o problematiche a
livello sociale e psicologico.Sono presenti inoltre alcuni rappresentanti di organismi del terzo
settore.
Numerosi sono gli spunti che emergono nel susseguirsi degli interventi. Alcune delle
argomentazioni sono più attinenti alle tematiche del Piano regolatore sociale, altre sembrano forse
discostarsene, ma ne esce comunque un confronto interessante e stimolante.
SINTESI DELLE TEMATICHE:
• DIRITTO ALLO STUDIO degli alunni diversamente abili: in riferimento al personale AEC
viene proposto da parte di alcune scuole che il servizio con le cooperative possa essere
gestito autonomamente; viene inoltre richiesta la possibilità di una gestione più condivisa.
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Capitolo 1 Piano regolatore sociale 2008-2010
Proposta anche la possibilità di pensare a delle forme di educazione sociale dei ragazzi: viene
riferito che nelle scuole dove la presenza di alunni stranieri è ridotta pare vi sia un atteggiamento di
minore tolleranza (Forse l’abitudine quotidiana alla condivisione contribuisce a sviluppare una
sensibilità maggiore e ad accendere la cultura della tolleranza).
NOTA : Progetto che è possibile utilizzare in collegamento con attività di centri diurni o in
collegamento con altri progetti della 328.
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Capitolo 1 Piano regolatore sociale 2008-2010
• FAMIGLIA E PSICHIATRIA
La famiglia spesso è costretta a farsi carico di problematiche per le quali i servizi non hanno
ancora individuato delle risposte: ad esempio adulti con disagio psichico che rientrano a casa
dopo un ricovero, viene proposto di istituire un servizio di dimissioni protette per gli
adulti con disagio psichico, tenendo conto del fatto che per questo genere di pazienti i
familiari di riferimento sovente sono anziani.
Viene evidenziata la mancanza di servizi per anziani con disagio mentale e viene lanciata
la proposta di avviare degli spazi di riflessione sul tema “anziani e psichiatria”.
Emerge la necessità di predisporre progetti ed interventi per la fascia adulti –anziani con
disabilità e/o disagio mentale perché è una fascia di persone poco supportata dai servizi.
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Capitolo 1 Piano regolatore sociale 2008-2010
Il terzo tavolo “Le politiche abitative, strumenti per inclusione sociale” si tiene il 3/12/2007,
partecipano soprattutto rappresentanti delle cooperative sociali, membri delle consulte ed operatori
sociali.
SINTESI DELLE TEMATICHE
• ABITARE E DISABILITA’
Parte del dibattito è incentrato sulle problematiche legate ai percorsi di autonomia dei disabili,
in particolare alla necessità di un supporto alle famiglie ed ai disabili per agevolare il processo
di distacco dalle famiglie di origine qualora, divenuti adulti, possano ipotizzarsi progetti di
costruzione di un proprio nucleo familiare.
Alcuni genitori di ragazzi disabili evidenziano come, spesso, un ostacolo a questo percorso sia
rappresentato da resistenze psicologiche dei genitori stessi che vivono talvolta sensi di colpa.
Viene pertanto ribadita la proposta della creazione di residenzialità temporanee per fornire
sollievo alle famiglie, per aiutarle e sostenerle nel processo di distacco dai ragazzi e per
consentire a questi ultimi di essere aiutati nel percorso verso una vita autonoma ed indipendente.
Per i ragazzi sperimentare dei periodi di allontanamento dalla famiglia di origine costituisce
sovente una occasione che stimola l’attivazione di risorse personali e l’espressione di nuove
modalità comunicative.(tali esiti sono stati spesso riscontrati in occasione di soggiorni o week-
end).
Pertanto, l’opportunità di sperimentare questo tipo di esperienza con regolarità nell’ambito di un
contesto abitativo e di condivisione con altri ragazzi, viene ritenuta utile e costruttiva.
Evidenziata la necessità di non pensare più al problema della residenzialità solo come
emergenza, ma come attivazione di un processo culturale che vede coinvolte anche le
famiglie che talvolta rischiano di essere vissute dai servizi solo come “creatori di problemi”.
Viene proposta la realtà di alcune case famiglie nate dall’iniziativa di familiari di disabili(fisici
o psichici).
Emerge con forza la necessità di costruire una rete territoriale, un forte collegamento tra le
famiglie, le istituzioni e le diverse realtà del territorio auspicando la creazione di un rapporto di
collaborazione e fiducia reciproci.
• ABITAZIONI E TERRITORIO
Emerge la difficoltà legata al nostro territorio di reperire alloggi a costi contenuti e la scarsa
disponibilità di spazi da utilizzare per la realizzazione di progetti sociali.
Una ulteriore difficoltà è legata talvolta a pregiudizi sociali , che si manifestano con
atteggiamenti di ostilità e diffidenza di proprietari di abitazioni e condomini qualora vengono a
conoscenza della possibilità di realizzazione di una struttura sociale nel proprio palazzo.
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Capitolo 1 Piano regolatore sociale 2008-2010
Presentati i progetti
1. “Le chiavi di casa” per la creazione di “abitazioni assistite” :della associazione Solaris
2. “Verso il mio futuro” per la creazione di una residenzialità temporanea presentato dal
gruppo di lavoro sulla residenzialità e redatto dalla signora Papini
Il quarto tavolo “ Il lavoro” in entrambe le date previste registra un livello basso di partecipazione.
Significativa la presenza di una rappresentante del Dipartimento XIV che illustra le linee che il
Comune di Roma intende perseguire in tema di formazione, orientamento al lavoro, tirocini e borse
lavoro.
Anche in questo tavolo la tematica centrale del lavoro viene riferita prevalentemente ai cittadini
affetti da disabilità.
Evidenziata la necessità di poter assicurare ai ragazzi adulti affetti da disabilità fisica o psichica
l’opportunità di una esperienza di lavoro , correlata non esclusivamente ad esigenze economiche
quanto alla necessità di non interrompere il processo di autonomia avviato. Per i ragazzi portatori di
disabilità, spesso, dopo la scuola di formazione, c’è il rischio della inattività.
Emerge con forza l’esigenza di non interrompere l’esperienza delle borse lavoro e dei tirocini
mirati, ne viene chiesto anzi l’ampliamento.
Viene proposta l’attivazione di una campagna di sensibilizzazione per le aziende e la costruzione
di una banca dati delle aziende affinché si aprano maggiori opportunità di tirocini e borse lavoro.
Proposta la possibilità che le aziende stesse possano essere testimonial per pubblicizzare e
promuovere la disponibilità ad accogliere soggetti svantaggiati per esperienze di lavoro.
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Capitolo 1 Piano regolatore sociale 2008-2010
Presentato il progetto delle associazioni dei familiari “Oltre le barriere” –“Aresam” per il
collocamento al lavoro delle persone con disagio psichico.
Il quinto tavolo “Sport , cultura, ambiente e tempo libero” ha visto la partecipazione di alcune
significative rappresentanze delle realtà culturali e sportive presenti sul territorio. Questo incontro
ha consentito di verificare che sul territorio del Municipio II sono presenti numerose attività ed
associazioni che promuovono iniziative e progetti estremamente interessanti.
E’ intendimento del servizio sociale del Municipio di procedere nel futuro ad un lavoro di
mappatura più sistematica di queste preziose attività (associazioni cinematografiche, teatrali,
musicali, ambientali) e creare un collegamento costante anche per l’inserimento in progetti a sfondo
sociale.
Il giorno 23 gennaio si è tenuta la riunione conclusiva del tavolo.
Nel tempo intercorso tra i due tavoli si è costituito un gruppo di associazioni che si è incontrato in
tre riunioni preparatorie per elaborare delle proposte progettuali.
Le proposte principali emerse sono le seguenti:
• Creare nel Municipio uno spazio specifico dedicato a tutte le associazioni e a tutte le
realtà del terzo settore, per far conoscere progetti, iniziative comuni, informazioni
specifiche, possibilmente con la disponibilità di un paio di stanze di cui una per le riunioni
(naturalmente accessibili ai disabili)
• Realizzare attività dedicate alla cittadinanza dove possano trovare espressione
l’associazionismo, il volontariato ecc. in spazi del Municipio (ad esempio biblioteca
municipale, laboratori e corsi)
• Promuovere i progetti (qualcosa è già in atto) che prevedono cicli di concerti di musica
classica, che possano includere guida all’ascolto, aperti alle scuole ed ai centri anziani.
• Realizzare manifestazioni ed eventi di sensibilizzazione su sport e giovani, natura ed
ambiente nelle aree verdi del secondo municipio, domeniche ecologiche, eventi sportivi,
eventi sulla raccolta differenziata, mercatini ecc.
• Realizzare un laboratorio sperimentale autobiografico sulla memoria per rendere
protagonisti i “vecchi” e “nuovi anziani” in quanto soggetti portatori di “memoria collettiva”
del territorio
• Promuovere i valori positivi eliminando ogni forma di discriminazione nello sport
giovanile
• Sollecitare gli organi competenti per la realizzazione di una piscina comunale, facilmente
accessibile e fruibile a tutti i cittadini (senza preclusioni di orario, accessibile ai disabili, con
prezzi contenuti)
• Sollecitare gli organi competenti affinché le risorse verdi presenti sul territorio(percorsi
lungo il fiume, piste ciclabili ecc) vengano tenute in uno stato “decoroso” e venga garantita
l’accessibilità e la sicurezza a tutti
Presentati i progetti
1. “Panathlon” l’etica nello sport giovanile che si propone di eliminare ogni forma di
discriminazione nello sport giovanile attraverso la conoscenza e diffusione dell
“Carta dei diritti del ragazzo nello sport”
2. “Mi ricordo di quando” laboratorio sperimentale autobiografico per rendere
protagonisti “vecchi” e “nuovi” anziani.
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Capitolo 1 Piano regolatore sociale 2008-2010
Dopo la conclusione dei tavoli di coprogettazione, si è avviata l’analisi dei materiali raccolti
(appunti, verbali, note, bozze di progetti) per individuare con maggiore chiarezza bisogni ed
esigenze del territorio.
Dai tavoli di coprogettazione sono scaturite poche bozze di progetto, ma sono stati estremamente
fecondi in quanto ad idee, proposte e richieste emerse nel corso dei dibattiti e che rappresenteranno
per gli uffici del servizio sociale spunto e stimolo a trasformarle in progetti concreti a servizio dei
cittadini.
Molte delle proposte forse non potranno trovare una immediata attuazione ma riteniamo che
possano costituire un obiettivo a lungo termine verso il quale orientare le scelte delle politiche
sociali nel nostro territorio. Significativo in particolare il tema di un Centro di riferimento per la
famiglia specializzato ed aperto a molteplici attività con idonei spazi (Obiettivo forse realizzabile
con fondi progettualità 285).
I componenti municipali dell’ufficio di piano hanno inoltre realizzato incontri con i referenti ASL
delle diverse aree e con i responsabili dei rapporti interistituzionali per acquisire tutti i dati relativi
ai servizi della ASL e per concordare contenuti ed obiettivi dei diversi progetti.
I criteri utilizzati dai servizi per l’elaborazione delle nuove schede progettuali sono i seguenti:
mantenimento dei progetti che si sono rivelati efficaci e per i quali è ancora
permanente il bisogno nel territorio: in questo ambito rientrano i progetti che intervengono sulle
liste di attesa per l’assistenza domiciliare e che offrono la possibilità di interventi in situazioni di
emergenza ( progetto “Attendere protetti” e “Tutti a casa” per gli anziani - progetto “Sesa” ,
“Non ti scordar di me” e “Hinsieme” per i disabili)
mantenimento di progetti la cui attivazione è recente e per i quali pertanto
non è ancora possibile disporre di dati di monitoraggio che consentano una valutazione del
progetto ( ad esempio “donne in sicurezza)
mantenimento di progetti che possano considerarsi quasi a rilevanza
cittadina, in quanto presenti in parallelo in tutti gli altri municipi della città ( progetto
“Dimissioni protette”)
rimodulazione di alcuni progetti in un’ottica di economicità dei costi di
gestione e secondo criteri di efficacia ed efficienza che consentono di garantire adeguati
standard qualitativi. La rimodulazione è avvenuta in alcuni casi attraverso l’accorpamento di
progetti similari con l’eventuale ritaratura di obiettivi e tipologie di utenti (ad esempio il
progetto “Borse lavoro adulti”e “Lavoriamo insieme-tirocini mirati”) in altri casi attraverso la
ridefinizione delle modalità di attuazione del progetto ( “comunità alloggio per anziani”)
integrazione di progetti esistenti attraverso la valutazione che a fronte di un
contenuto incremento economico è possibile ottenere un valore aggiunto anche per altri servizi (
progetto intersettoriale azioni di Liveas)
inserimento di nuovi progetti attraverso la valutazione delle problematiche
rimaste scoperte e attraverso la realizzazione di progettualità già delineate (“centro diurno
Alzheimer)
inserimento di nuovi progetti scaturiti dalle richieste del territorio e dalla
integrazione con la ASL (progetto per adolescenti, prolungamento del SISMIF)
conclusione di progetti la cui efficacia viene aumentata dall’introduzione di
progetti alternativi ( progetto “Non più soli. Sollievo alle famiglie per malati di Alzheimer)
Congiuntamente alla elaborazione dei progetti finanziati con la legge 328, nel piano regolatore
sociale vengono inseriti anche i progetti finanziati con i fondi della 285.
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Capitolo 1 Piano regolatore sociale 2008-2010
In questo caso la proposta progettuale dei servizi scaturisce da una attenta analisi dei progetti
realizzati con la legge 285 che ha portato alla formulazione di un programmazione più sinergica ed
integrata tra le progettualità afferenti alle due fonti di finanziamento.
I servizi propongono pertanto che a luglio 2009, allo scadere del progetto Arteinsieme (finanziato
con fondi 285) ed alla concomitante scadenza del progetto Centro per il bambino e la
famiglia(finanziato con fondi 328) si possa dare attuazione alle seguenti rimodulazioni :
Centro per il bambino e la famiglia : attuare delle rimodulazioni per agevolare l’inserimento nelle
attività di bambini disabili (possibilità di incrementare il numero di operatori ecc.) in modo che
molte delle attività che facevano parte del progetto Arteinsieme possano confluire in questo
progetto.
Arteinsieme : concludere il progetto includendo le attività svolte nei progetti Centro per il bambino
e la famiglia e Fuoricentro
Centro polivalente per la famiglia :attivare un progetto per la costruzione di un centro polivalente
per la famiglia che possa garantire attività diverse in favore delle famiglie:
- creazione di uno spazio di incontro per le famiglie
- organizzazione di giornate ed eventi su tematiche utili alle famiglie(prevenzione,
pianificazione familiare, genitorialità, disturbi dell’alimentazione, adolescenza ecc.)
- promozione ed attivazione di gruppi di auto mutuo aiuto per le famiglie
- creazione di un servizio di mediazione familiare
- attività di divulgazione su tematiche inerenti la famiglia (affidamento familiare, adozione
ecc.)
- creazione e gestione di uno spazio “neutro” per gli incontri.
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
CAPITOLO 2
IL CONTESTO TERRITORIALE
Il contesto di riferimento
Passeggiata
Nella
storia
Il Municipio II è delimitato, nel tratto suburbano dalle strade consolari Flaminia e Salaria, oltre che
dalla Nomentana ed è costellato da Ville e Parchi pubblici che nel corso dei secoli hanno dato
un'impronta particolare a questo territorio. Le strade sono caratterizzate da molte testimonianze di
aree cimiteriali tante e tali che è impossibile citarle tutte, ma merita almeno ricordare:
Via Salaria: la Necropoli Salaria (muri di contenimento della via nel sottopassaggio di Piazza
Fiume, lato Via Nizza - Corso d’Italia, 38 tombe nella casa generalizia dei Carmelitani Scalzi - Via
Po angolo Via Sgambati nella rampa del garage), l'ipogeo di Via Livenza, il Sepolcro di Lucilio
Peto in Via Salaria 125, il Mausoleo di Massimo o Felicita (Via Simeto, 2) aperto solo il 23
novembre, il Cimitero di Trasone in Via Taro, le Catacombe di Priscilla.
Via Flaminia: le Catacombe di San Valentino Martire e Vescovo di Terni, in Via Maresciallo
Pilsudski angolo Viale Tiziano, aperte il 14 febbraio; testimonianze della traslazione del capo di
S.Andrea (conservato nella Basilica di S.Pietro) a Ponte Milvio.
A proposito di Ponte Milvio c'è da ricordare che è uno dei ponti più antichi e storicamente più
importanti di Roma. La sua origine risale al IV - III secolo a.C. ed era inizialmente di legno; fu poi
rifatto completamente e prese il nome dal magistrato che autorizzò la costruzione, tale Molvius,
donde Molvio e quindi Milvio. Ma per i romani fu e resta ponte Molle, anzi più esattamente Mollo,
denominazione che sarebbe derivata, secondo una strana versione, dal fatto che anticamente esso
molleggiava!
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
La statua di S.Andrea opera di Paolo Taccone (1462/63) eretta da Pio II Piccolomini ricorda la
presa in consegna della testa del Santo presso il Cimitero dei Pellegrini.
La Via Flaminia acquistò un'importanza notevole durante il medioevo con il diffondersi dei
pellegrinaggi. Era infatti l'arteria consolare più frequentata e la più sicura per arrivare a Roma dal
nord. Per questa ragione il tratto che da Ponte Milvio va a Porta del Popolo (circa 2,5 km) era
destinato alle grandi scenografie per l'accoglienza di personaggi illustri In visita al Pontefice.
Villa Giulia era utilizzata proprio per la sistemazione ed il soggiorno di coloro che andavano in
ricevimento al Vaticano (vedere ad esempio le grandi macchine scenografiche progettate da G.L.
Bernini e dal Canova).In Epoca Napoleonica, la Via Flaminia, nel tratto suburbano, fu scelta per
accogliere un maestoso parco pubblico dedicato a Napoleone Bonaparte, che non fu mai realizzato,
ma che influenzò il progetto di M.L. Berthauld della collina del Pincio nella sistemazione attuale.
Sulla Via Nomentana si trovano importanti cimiteri, tra questi, quello di Sant’Agnese sotto
l'omonima Basilica ed il Coemeterium Majus a cui si accede da Via Asmara e quello di Santa
Costanza.
Quattro sono, le porte che, dalle mura Aureliane, immettono nel Municipio:
La storia di queste porte ha origine nel terzo secolo dell’era volgare, (272 – 273 d. C.) quando
l’imperatore Aureliano cinse l’intera città di un ampio giro di mura, per una lunghezza di 19
chilometri, con quindici porte.
Porta Flaminia, più nota come Porta del Popolo, che per diversi secoli del I millennio si chiamò
porta S. Valentino, è stata negli ultimi cinquecento anni il massimo ingresso in città per chi veniva
da nord seguendo la via Francigena (Cassia) e Romea (Flaminia).
Porta Pinciana dava accesso alla via Salaria antica, oggi in via Pinciana . E’ una porta disadorna,
ma è interessante per una caratteristica militare: il generale bizantino Belisario, il cui busto è
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
incastonato nelle mura, la ricostruì dopo la distruzione ad opera dei Goti, ed ebbe un accorgimento
ancora visibile: l’arco d’ingresso, serrato tra due torri, fu posto di sbieco rispetto all'asse delle mura,
in modo che l'invasore a piedi o a cavallo, scoprisse il fianco coperto dallo scudo, dovendo
improvvisamente svoltare per l'entrata.
Porta Salaria semidistrutta dai bombardamenti del 20 settembre, unica porta del recinto Aureliano
ad essere stata demolita, per ben due volte, è stata definitivamente cancellata dalla storia nel 1927.
Dopo il 1870 fu ricostruita come era, con le due torri accanto ad un semplice arco. Nel 1921 fu
totalmente demolita e al suo posto, nacque piazza Fiume.
Porta Pia, nei pressi di Porta Nomentana (chiamata per molto tempo Porta S. Agnese), deve la sua
fama moderna al noto fatto d'armi che, il 20 settembre 1870 ha dato all'Italia Roma capitale.
La porta è una struttura fortificata, con un cortile interno. La parte interna è uno degli ultimi lavori
di Michelangelo che la progettò per volere di Papa Pio IV Medici nel 1560. I suoi ornamenti
segnano l’inizio del barocco.
La parte esterna che guarda alla via Nomentana, voluta da Pio IX, fu eretta dal suo architetto,
Virginio Vespignani e fu ornata da due statue ottocentesche, che indicano le due maggiori
catacombe che si possono visitare uscendo su via Nomentana: l’una indica le catacombe di Santa
Agnese l’altra le catacombe di S. Alessandro Papa situate al 14.mo chilometro della stessa via
Nomentana.
L’insediamento intensivo e l’urbanizzazione di questi quartieri del Municipio inizia ai primi del
‘900.
Tra il 1909 ed il 1911 furono realizzate Piazza Pitagora, piazza Ungheria, piazza Regina
Margherita, mentre via Monti Parioli e viale Maresciallo Pilsudski si sovrapponevano agli
antichi tracciati romani.
Nel quartiere Flaminio fu realizzato proprio nel 1911 lo stadio Nazionale e furono costruite le case
di viale Tiziano.
Il viale, oggi denominato viale Bruno Buozzi, mise in comunicazione tutta la zona costruita intorno
a piazza Pitagora e piazza Ungheria con via Flaminia.
Con il piano edilizio, redatto da Sanjust, approvato con R.D. del 30 marzo 1912, si poterono salvare
le aree verdi previste dal piano stesso: villa Borghese, villa Chigi, villa Savoia e dei Monti
Parioli.
Tra il 1908 e il 1926 fu costruito il quartiere Coppedè, il cui nome deriva dall’omonimo architetto
fiorentino Gino Coppedè, che lo progettò per civili abitazioni. Il cuore del quartiere è segnato dalla
originale prospettiva della via Diagonale (oggi via Doria).
Sotto un massiccio arco ribassato tra due palazzi, detto “arco Ambasciatori”, serrato tra due torri
cariche di ornamenti eclettici, si può ammirare un enorme lampadario di ferro battuto.
Nel 1922 fu realizzato viale delle Belle Arti: la zona fu poi urbanizzata con vie scalinate destinate a
rimanere per la pubblica utilità.
Tra via Nomentana e Corso Trieste si sviluppò un’edilizia fatta di palazzine borghesi, nascoste nel
verde; più tardi fu realizzata viale Eritrea.
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
Gli anni ‘50 videro il grande boom edilizio soprattutto nella zona dei Parioli. Comunque tutta
l’edilizia degli anni fra il ’42 e il ‘60 procedette con la tecnica dei saldamenti, quartiere con
quartiere, attraverso strade ed infrastrutture urbanistiche primarie.
Si salvò Villa Ada che, con il piano del 1931 venne vincolata a parco privato in quanto residenza
della famiglia reale.
Villa seicentesca, fatta costruire lungo l’antica via consolare come sede del Collegio Irlandese in un
territorio ricco di siti archeologici e di catacombe.
Risistemata agli inizi dell’800 con gusto neoclassico da Luigi Pallavicini, il parco presentava viali
regolari nei pressi del Casinò nobile (Casinò Pallavicini).
Nel 1872 la villa fu acquistata dal re Vittorio Emanuele II, che la destinò a riserva di caccia
facendovi costruire vari immobili, al fine di accogliere la famiglia reale e la corte, tra cui la
residenza reale e una torre di stile neogotico ( con un'abbondanza di decorazioni, teste di cavallo in
stucco e stemmi Savoia), che doveva mascherare un serbatoio, mentre altri edifici rurali vennero
ampliati e trasformati per ospitare le scuderie, costruite da Emilio Richter, direttore dei parchi reali.
La tenuta è stata trasformata, sotto Vittorio Emanuele II, in un grandioso parco all’inglese,
arricchito da numerose piante ed alberi, con l’inserimento di due laghi, poi prosciugati, di voliere e
serre per le piante esotiche. La villa fu ceduta al conte svizzero Tellfner, che le diede il nome della
moglie Ada.
Fu riacquistata nel 1904 dai Savoia, che ne fecero la residenza privata fino a Vittorio Emanuele III.
In tempi più recenti, con l’apertura al pubblico, sono stati costruiti viali per il passeggio ed un lago e
sono state inserite molte specie arboree, quali i salici, completamente estranee al modello romano di
giardino. Nel 1957 c’è stata una divisione consensuale tra il demanio statale e gli stessi Savoia. Nel
1987 sono rinati i timori di riedificazione della parte privata, poiché gli eredi Savoia hanno ceduto
la loro parte a privati. Il Comune ha avviato lunghe e complesse procedure per l’esproprio.
Le olimpiadi del 1960 sono strettamente collegate al progetto olimpico che prevede l’edificazione
di un intero quartiere: il Villaggio Olimpico.
Nel 1995, nella zona di Monte Antenne, viene inaugurata la Moschea e il Centro Culturale
islamico progettato dall’Arch. Paolo Portoghesi che costituisce il centro islamico più grande di
Europa.
Da qualche anno, una parte del territorio del Municipio è attraversato dai cantieri per la costruzione
di una nuova linea di metropolitana che potrà costituire una sorta di moderna “porta” di accesso a
questa parte della città oltre che uno snodo e collegamento sulla “rete del ferro” che consentirà una
diversa mobilità del territorio
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
AUDITORIUM - La pianta
Il complesso comprende inoltre una serie di spazi per attività commerciali, ricreative, di studio e di
esposizione.
Tutto il progetto rispetta le normative della legislazione italiana attualmente in vigore in materia di
disabili motori e visivi. Per i disabili motori sono previste uscite di sicurezza, ascensori antincendio,
luoghi sicuri e posti riservati nelle sale concerto per un totale di 26. Per quanto riguarda i disabili
visivi sono previsti percorsi tattili e mappe tattili.
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
Il Municipio II si potrebbe chiamare “la città delle ville”, grazie al notevole numero di giardini e
ville presenti su tutto il territorio del Municipio:
Numerosi nel territorio del Municipio II anche altri luoghi di interesse culturale, quali ad esempio:
Propilei Greci, Ingresso monumentale a Villa Borghese (Luigi Canina 1827). piazzale
Flaminio
Scalo Francesco de Pinedo, il famoso pilota dell’idrovolante "Gennariello". Le scale e le
rampe ripropongono lo schema dell’antico Porto di Ripetta. Lungotevere Arnaldo da Brescia
Palazzina di Giuseppe Capponi (1932). Lungotevere Arnaldo da Brescia 6
Ponte Giacomo Matteotti (Augusto Antonelli 1924-1929), dedicato alla memoria del
deputato, rapito il 10 giugno 1924 ed ucciso dai fascisti.
Ministero della Marina (Giulio Magni, 1914, realizzato tra il 1924 e il 1928) ispirato al neo
barocco o tardo eclettismo romano. Lungotevere delle Navi - via Flaminia
Oasi ecologica del WWF. WWF Lazio Lungotevere delle Navi, all’altezza del Ministero
della Marina
Ponte del Risorgimento, è il primo ponte romano in cemento armato, con una sola arcata di
m. 100 di luce.
Palazzina Vagnuzzi, originaria della metà del Cinquecento, oggi sede dell’Accademia
filarmonica Romana. via Flaminia 118
Villa Poniatowski, edificio cinquecentesco trasformato dal Valadier. via di Villa Giulia
Villa Borghese
Palazzina di Pio IV, eretta alla metà del Cinquecento, attorno alla monumentale fontana
dell’Acqua Vergine. via Flaminia, angolo via delle Belle Arti
Casina del Curato, costruita a cavallo tra la fine del ’400 e gli inizi del ’500, con graffiti
sulla facciata. via Jacovacci
Chiesa di S. Andrea, cinquecentesca progettata dal Vignola (1552-53) e restaurata dal
Valadier (1805). via Flaminia 19
Catacombe di S. Valentino. viale Maresciallo Pilsudski
Oratorio di S. Andrea a Ponte Milvio. via Flaminia 441, piazza Cardinale Ercole Consalvi
Ponte Milvio, costruito nel 109 a. C. dal censore Marco Emilio Scauro.
Fontana dell’Acqua Acetosa, eretta da Pio V nel 1616 e rifatta da Alessandro VII nel 1662.
Palazzina (Ugo Luccichenti 1940). piazzale delle Muse 6
Villa Polissena, in grazioso stile rococò. viale Romania
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
Villa Giulia, costruita per Giulio III tra il 1551 e il 1555, sede del Museo Etrusco.
Direzione Generale per i Beni Archeologici, Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia.
Villino Astaldi, ristrutturato e sopraelevato da Mario Ridolfi negli anni Cinquanta. via
Porpora
Istituto Poligrafico Zecca dello Stato (Garibaldi Burba 1913-18). piazza Verdi
Casino Borghese (Flaminio Ponzio, 1608-13, Giovanni Vasanzio,1617, Giovanni Lanfranco
1624-25). Villa Borghese
La Fortezzuola, casa secentesca del Gallinaro, trasformata poi in castello medievale. Villa
Borghese
Tempietto di Esculapio del giardino del lago (Antonio e Mario Asprucci 1785-87). Villa
Borghese
Monumento di Quinto Sulpicio Massimo del I secolo d.C. piazza Fiume
Ex stabilimento Birra Peroni (Gustavo Giovannoni 1908-22, ristrutturato da A.M. Racheli
1987-92). piazza Alessandria
Memoria della breccia aperta nelle mura il 20 settembre 1870. Corso d’Italia
Porta Pia, facciata esterna di Virginio Vespignani (1853-69) ed interna di Michelangelo
(1561-64).
Mausoleo di Lucilio Peto, tomba a tumulo della fine del secolo I a.C. via Salaria 125/a
Villa Albani (1747-67). via Salaria 92
Piazza Mincio: quartiere progettato da Gino Coppedé (1919-26). piazza Mincio
Parco Virgiliano, sistemato da Raffaele de Vico nel 1930. via Nemorense
Villa Ada. Secentesca, acquistata nel 1872 da Re Vittorio Emanuele, che vi fece il Palazzo
Reale.
La chiesetta del Divino Amore. Villa Ada
Catacombe di Priscilla. via Salaria 430
Catacombe di Giordani. via Salaria, angolo via Taro
Resti della città di Antemnae e forte militare (1882-94). Monte Antenne
Ponte Salario, edificato in muratura, già nell’Età Repubblicana, fu distrutto nel 1867 e
ricostruito nel 1874.
Villa Chigi (Tommaso Bianchi, Pietro Camporese 1763).
Tomba di Elio Callistio (metà secondo secolo), detta Sedia del Diavolo. Piazza Elio Callistio
Cimitero maggiore dove, secondo la tradizione, San Pietro avrebbe battezzato i primi
cristiani. Via Asmara 6
Edificio di Piero Aschieri (1931) Piazza Trasimeno 6
Basilica di Santa Agnese fuori le mura, Catacombe di S. Agnese e Mausoleo di Costanza.
Via Nomentana 349
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
• Flaminio
• VillaggioOlimpico
(compreso tra via Luisa di Savoia, fiume Tevere, via Flaminia)
• Parioli
(tra Viale Liegi, Viale Parioli, Viale Maresciallo Pilsudski, Via Flaminia, fiume Tevere,
fiume Aniene, Via Salaria)
• Pinciano
(tra Viale Liegi, Viale Parioli, Viale Maresciallo Pilsudski, Viale Tiziano, Via Flaminia,
Viale Muro Torto, Corso d’Italia, Via Salaria)
• Salario
(tra Viale Regina Margherita, Via Salaria, Corso d’Italia, Via Nomentana)
• Trieste-Vescovio
(tra Via Nomentana, Viale Regina Margherita, Via Salaria, fiume Aniene, Circonvallazione
Salaria)
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
• Africano
(tra Viale Etiopia, Piazza Gondar e Piazza Annibaliano)
Popolazione 124.897
Maschi 55.546
Femmine 69.351
(dato aggiornato a dic. 2006)
STRANIERI
PROFILO ISTITUZIONALE
Il Presidente
Il Presidente rappresenta il Municipio, convoca e presiede la Giunta.
È eletto a suffragio universale e diretto, secondo le disposizioni dettate dalla Legge per l'elezione
del Sindaco.
Esercita le funzioni attribuitegli dai regolamenti del Comune, nonchè quelle delegategli dal
Sindaco, quale Ufficiale di Governo, indice i referendum del Municipio e sovrintende al
funzionamento degli uffici e servizi.
Il Presidente del Municipio nomina i membri della Giunta e può affidare a uno o più Consiglieri
compiti specifici, delimitandone funzioni e termini.
Segreteria - Telefono: 06 69602 203 - 204 – 202
Fax segreteria: 06 69602 336
La Giunta è composta dal Presidente del Municipio, che la presiede, e da quattro Assessori, di cui
uno con funzioni di Vice Presidente.
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
La Giunta collabora con il Presidente del Municipio nel governo del Municipio, in attuazione degli
indirizzi generali del Consiglio e opera attraverso deliberazioni collegiali.
In particolare, la Giunta compie tutti gli atti rientranti nelle funzioni di indirizzo e di controllo
politico-amministrativo che la legge, lo Statuto o i regolamenti comunali disciplinanti l'ordinamento
dei Municipi non attribuiscano alla competenza del Consiglio o del Presidente del Municipio;
riferisce annualmente al Consiglio del Municipio sulla propria attività e svolge attività propositive e
di impulso nei confronti dello stesso.
Il Presidente del Consiglio del Municipio
Il Presidente dell’assemblea consiliare, presiede, mantiene l’ordine e assicura l’osservanza delle
Leggi, dello Statuto e dei Regolamenti nello svolgimento dei lavori del Consiglio, vigila sulla
correttezza formale e procedurale degli atti del Consiglio e ne valuta l’ammissibilità, anche
acquisendo, ove lo ritenga necessario, e prima di sottoporli all’espressione del Consiglio medesimo,
il parere di assistenza giuridico amministrativa da parte del Direttore del Municipio.
Il Presidente assicura la regolarità delle discussioni, dirige e modera la presentazione e il dibattito
sugli argomenti all’ordine del giorno, concede la facoltà di parlare, precisa i termini delle questioni
sulle quali si discute e si vota, proclama il risultato delle votazioni. Ha facoltà di sospendere e/o
chiudere la seduta per motivi inerenti l’ordine e la legittimità della stesse o riguardanti la migliore
conduzione dei lavori, quando ritenga necessaria l’acquisizione di ulteriori elementi o un
approfondimento delle tematiche attraverso atti a tal fine ordinati (ad esempio per concedere la
parola ai cittadini presenti in aula o per consultare gli Uffici o convocare la Conferenza dei
Presidenti dei Gruppi Consiliari). Convoca e presiede la conferenza dei capigruppo.
Il Presidente cura i rapporti del Consiglio con il Presidente del Municipio e la Giunta e promuove
gli interventi e le iniziative più idonee per rendere effettivo e costante il rapporto del Consiglio
Municipale con il territorio e gli organismi di partecipazione. Svolge funzioni di coordinamento
delle attività delle Commissioni Consiliari.
Il Consiglio
Il Consiglio del Municipio è l’organo di indirizzo e controllo politico-amministrativo e rappresenta
le esigenze della popolazione del Municipio, nell’ambito dell’unità del Comune.
È composto da venticinque consiglieri, compreso il Presidente, è eletto a suffragio diretto, secondo
le disposizioni del Comune di Roma, contemporaneamente al Consiglio Comunale e dura in carica
per un periodo di cinque anni.
Il Consiglio adotta Deliberazioni relative alle funzioni assegnate al Municipio, esprime indirizzi e
proposte su tutte le questioni di interesse del Municipio stesso, con l’approvazione di apposite
Risoluzioni, approva Mozioni e Ordini del Giorno.
Il Consiglio del Municipio adotta le iniziative necessarie nel caso di segnalazione da parte del
Difensore Civico di gravi e persistenti inadempimenti.
Svolge apposite sessioni per l’esame annuale della realizzazione degli istituti di partecipazione.
Le sedute del Consiglio del Municipio sono pubbliche.
Le Commissioni Consiliari
Le Commissioni Consiliari Permanenti sono istituite in rapporto ad argomenti e questioni di
interesse territoriale o relativamente a materie di competenza del Municipio.
Sono nominate dal Consiglio e svolgono, per conto dello stesso Consiglio, ciascuna nell'ambito
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
delle proprie competenze, funzioni istruttorie, referenti e propositive. Il fine è quello di ottenere,
attraverso una più approfondita e specifica trattazione, un migliore esercizio delle funzioni di
indirizzo e di controllo politico-amministrativo svolte dal Consiglio stesso.
La Commissione delle Elette è composta da tutte le Consigliere facenti parte del Consiglio del
Municipio. Ha il compito di avanzare proposte e osservazioni su ogni questione che possa avere
attinenza con una politica di promozione e valorizzazione femminile e con il perseguimento di una
politica di pari opportunità. Promuove incontri pubblici su singole tematiche connesse alla
condizione femminile.
Le Commissioni Consiliari Speciali sono nominate per la trattazione di particolari argomenti.
Il Consigliere Aggiunto
Il Consigliere Aggiunto rappresenta gli stranieri residenti o aventi domicilio nel territorio del
Municipio.
Ha titolo a partecipare, senza diritto di voto, alle sedute del Consiglio e delle Commissioni, con
diritto di parola sugli argomenti iscritti all’Ordine del Giorno.
Direzione Secs
(Socio Educativa Culturale Sportiva)
via Asmara 29/a, 00199 Roma
Tel 0686210038 - 06 86213737
Fax 06 86213737
Direzione Tecnica
via Nomentana 423, 00162 Roma
Tel 06 69602 801 - 06 69602 803
Fax 06 86327576
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
E’ destinato ai cittadini ed imprenditori che intendano avviare nel territorio del Municipio
un’attività produttiva o ricettiva.
Il processo di innovazione innescato dalla nascita dello Sportello Impresa nell’ambito dello
Sportello Unico del Commercio (SUCI) si posiziona all’interno del quadro generale di riforma
della nostra amministrazione rappresentata dalla semplificazione delle procedure secondo i
principi di sussidiarietà, di ragionevolezza, di trasparenza e di partecipazione.
Commercio al minuto
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
Eroga certificazioni e visure catastali (immobili e terreni) per Roma e tutto il territorio italiano per
compravendita, mutui e successioni.
È possibile avere una consulenza tutti i martedì dalle ore 14:30 alle ore 17:00 direttamente presso la
sede del Municipio II. Per ottenere una consulenza in altri giorni (sabato escluso), rivolgersi ai
seguenti numeri telefonici ed ai seguenti indirizzi di posta elettronica:
Consulenza tecnica e contabile
Ore 15:00 - 17:30
Tel 06 363 032 74
Consulenza giuridica e legale.
Ore 16:00 - 19:00
Tel 06 85 46 381
Il Difensore Civico
Via Dire Daua, 11
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
Il difensore civico, su sollecitazione di cittadini singoli o associati, tutela i loro diritti e interessi nei
confronti dell'Amministrazione Comunale (Uffici centrali, Municipi e Polizia Municipale) e delle
aziende e società partecipate (AMA, ATAC, ACEA, STA, Trambus ecc.).
Verifica che l'azione amministrativa sia svolta rispettando le normative e i parametri di legalità,
imparzialità e economicità. Rileva disfunzioni, ritardi, negligenze, abusi.
Interviene, se ci sono le condizioni, nei casi di diniego o differimento al diritto di accesso previsto
dalla Legge 241/90 sulla trasparenza degli atti amministrativi.
Come chiedere l'intervento del Difensore Civico
Presso il punto di ascolto del Municipio II, Via Dire Daua 11, oppure direttamente presso l'Ufficio del
Difensore Civico www.difensorecivico.roma.it - info@difensorecivico.comune.roma.it
Servizio giardini
via Salaria (interno Villa Ada)
06 86 20 61 47 FAX 06 86 20 7363
AMA
Sede AMA Via Dire Daua, 11
Ufficio di collocamento
Iscrizione (numero verde) 800 81 82 82
Iscrizione (residenti nel Municipio II) via D'Onofrio 60
Tel 06 40 80 17 70
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
IMPIANTI SPORTIVI
A.S. Circolo delle Muse via R. Fauro, 150. Principalmente attività ginnico-motoria, privato
Bowling Brunswik Lungotevere dell’Acqua Acetosa, 10 privato
Circolo Sportivo Giulio Onesti Largo Giulio Onesti, 1 Gestione Coni, attività principale: Baseball
Galoppatoio Villa Borghese Viale del Galoppatoio, 25,Sport equestri
Ginnastica Roma Via del Muro Torto, 5.Principalmente attività ginnico-motoria
Palazzetto dello Sport Viale Tiziano snc. Gestione Coni, attività principale: pallavolo
Parioli Tiro a Volo Via E. Vajna, 21 attività principale: pallavolo
Polo Club Via dei Campi Sportivi, 43
Stadio Flaminio Piazzale dello Stadio. Gestione Coni
Stadio Paolo Rosi Via dei Campi Sportivi, 7.Gestione Coni, attività principale: atletica leggera
Tennis Club Parioli Largo O. De Morpungo, 2. Privato, attività principale: calcetto
Tennis Flaminio Lungotevere Salvo D’Acquisto, 6
TEATRI
BIBLIOTECHE
MUSEI
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
LE CONSULTE
Le Consulte sono un organismo di partecipazione dei cittadini alla vita politica del Municipio ,
attraverso il confronto con le istituzioni. Sono state istituite per rappresentare le varie Associazioni
che operano in un determinato settore.
I requisiti di partecipazione degli organismi alle consulte sono attualmente regolati dall’art. 9 del
regolamento del Municipio, modificato dalla Delibera del Consiglio del Municipio n. 8 del 26
febbraio 2008
Consulta per i problemi dei cittadini disabili
Il compito della consulta è proporre e stimolare la realizzazione di tutte le iniziative necessarie volte
a garantire il rispetto dei diritti del cittadino disabile.
In particolare, la Consulta elabora proposte per il Consiglio del Municipio e per tutti gli organi
istituzionali competenti cui spettano le scelte attuative e ne verifica la realizzazione; promuove
indagini, studi, rilevazioni particolari sulle condizioni e sui problemi dei cittadini disabili.
La Consulta dura in carica quattro anni e il rinnovo della stessa avviene con apposito atto
deliberativo del Municipio. La Consulta si riunisce, di norma una volta al mese per discutere e
promuovere azioni rivolte a mantenere e migliorare i servizi ai disabili.
Alla Consulta possono partecipare membri esterni esperti dei problemi in discussione, invitati dalla
Consulta stessa.
La domanda di adesione deve essere presentata al Presidente del Municipio e al Presidente della
Consulta corredata di:
Statuto;
Atto Costitutivo;
Curriculum delle attività svolte nell'ambito delle problematiche delle persone disabili.
Le richieste di adesione vengono esaminate ed esaudite con periodicità trimestrale, previa
approvazione da parte del Consiglio del Municipio.
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
La Consulta del Volontariato dura in carica quattro anni ed il rinnovo avviene con apposito atto
deliberativo del Consiglio del Municipio II.
La Consulta si riunisce una volta al mese per discutere problematiche riguardanti i bisogni della
cittadinanza, con particolare attenzione ai soggetti "deboli", suggerendo iniziative mirate alla
prevenzione e/o risoluzione del disagio.
La domanda di adesione, rivolta al Presidente del Municipio e al Presidente della Consulta, deve
essere corredata di:
Statuto;
Atto Costitutivo;
Curriculum dell’associazione delle attività per il volontariato;
I nominativi del rappresentante e del sostituto.
Le richieste di adesione devono essere presentate entro il 15 gennaio o entro il 15 aprile o entro il
15 luglio o entro il 15 ottobre.
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
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31. SOCIETA’ SAN VINCENZO DE’ PAOLI Conferenza del sacro cuore Immacolato di Maria
(Parrocchia Basilica ai Parioli) Piazza Euclide 00197 Roma tel 06 8070358
32. A.L.I.C.E. Sezione Regione Lazio – ONLUS Associazione per la lotta all’ictus cerebrale
Via Arrigo Devila 16 00179 Roma
Premessa
All’interno del più complesso piano di riassetto della struttura comunale e del processo di
decentramento, la U.O. S.E.C.S. di questo Municipio ha elaborato un’ipotesi di riorganizzazione
della propria struttura disegnando una architettura operativa ritenuta più idonea a costituire le basi
per lo sviluppo di un sistema integrato di interventi e servizi rivolti alla persona ed alla collettività.
Per quanto riguarda i Servizi alla persona e gli interventi prestati dall’unità organizzativa è
necessario sottolineare che essi comprendono tutte le attività preminentemente sociali, ma non
solo, poiché anche gli interventi in tema di servizi educativi e culturali rappresentano un fitto ed
intersecato ambito di intervento a sostegno di tutti i cittadini.
L’organizzazione è un sistema complesso e dinamico nel quale si articolano le finalità, gli obiettivi,
le strategie, i metodi e gli strumenti di decisione e controllo, le risorse (manageriali, professionali,
umane, tecniche, finanziarie, patrimoniali, …), i sistemi di relazione e di comunicazione, gli
strumenti operativi.
L’organizzazione operativa di una unità deve pertanto rispondere a tre diverse esigenze :
− trasformare in progetti esecutivi il piano programmatico dell’organo politico;
− realizzare con efficacia, efficienza e trasparenza i progetti;
− rendere fruibili i risultati a tutti i soggetti destinatari .
Ripensare gli Uffici e i Servizi, pertanto, ha come scopo quello di assicurare economicità, efficacia,
efficienza e rispondenza al pubblico interesse dell’azione amministrativa, nel rispetto del principio
della distinzione dei ruoli e delle responsabilità e della valorizzazione delle risorse umane e
finanziarie del Municipio.
La riorganizzazione dell’unità deve anche tener conto di tutti quei fattori, interni ed esterni, che
costituiscono l’asse di innovazione del Municipio Roma II cercando di costruire un sistema
allargato dei servizi nel quale si possa essere in grado di gestire la promozione sociale, la
coprogettazione territoriale e la partecipazione attiva della cittadinanza superando un welfare
residuale a favore di una condizione di tutela generalizzata dei diritti della persona e dei diritti del
cittadino.
Al Municipio sono ormai decentrate e trasferite importanti funzioni per la concreta attuazione degli
interventi in favore della persona e delle famiglie e per assicurare protezione e promozione della
solidarietà sociale. Il nuovo quadro giuridico di riferimento, la posizione dei destinatari dei servizi,
l’organizzazione del nuovo sistema integrato degli interventi, le trasformazioni nei rapporti fra
pubblico e privato, il nuovo ruolo del terzo settore, il riordino della disciplina delle IPAB, i nuovi
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
Inoltre le novità previste dalla legge n. 328/00 implicano un nuovo percorso nell'attuazione dei
servizi. La legge quadro del sistema integrato dei servizi alla persona n. 328/2000, rappresenta in
realtà il nuovo fulcro sul quale far convergere il pensare e l’agire dei servizi ; essa riscrive le regole
dell’assistenza con l’obiettivo di realizzare politiche e prestazioni coordinate nei diversi settori della
vita sociale.
• A LIVELLO ISTITUZIONALE:
1. l’evoluzione normativa nel settore socio sanitario integrato impone nuovi ruoli interistituzionali
;
2. la trasformazione dell’ente locale e, per conseguenza diretta del decentramento territoriale, il
Municipio passa da erogatore di servizi a regolatore, responsabile della "cabina di regia dei
progetti "
3. nasce l’esigenza di sviluppare una capacità di governance, promuovendo, coordinando ed
interagendo con gli altri attori del tessuto socio-economico.
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
• A LIVELLO SOCIALE:
1. la conoscenza più approfondita della società, la capacità di lettura dei suoi bisogni e l’analisi
dinamica delle esigenze individuali e collettive;
2. l’entrata in vigore della “Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e
servizi sociali (328/2000) stabilisce il ruolo di regia dell’Ente locale;
3. la nuova architettura della programmazione e dell’integrazione socio-sanitaria a livello
nazionale, regionale e zonale attraverso la stesura di un Piano di Zona Sociale del Municipio;
4. lo sviluppo e il riconoscimento di un ruolo forte del terzo settore, nella progettazione oltre che
nella realizzazione di progetti;
5. una cresciuta cultura e coscienza dei diritti del cittadino che impone un servizio
qualitativamente sempre più alto, trasparente, misurabile, e soprattutto oggettivamente
valutabile.
Il lavoro di rete, quanto più possibile integrato con il settore sanitario e con le scuole, dovrà dare
capacità e competenza alle persone per renderle in grado di utilizzare al meglio le risorse che esse
stesse hanno, per garantire un intervento sempre più capillare e mirato alle necessità ed alle
esigenze dei cittadini .
Risorse umane
L’area sociale è organizzata secondo un modello che comprende il servizio sociale professionale
suddiviso in vari settori, costituiti da gruppi di assistenti sociali e altri operatori (quale l’educatore
professionale e lo psicologo) e dal personale amministrativo.
Responsabile del servizio sociale è un’assistente sociale direttivo (titolare di posizione
organizzativa).
Per area sociale si intende quindi il complesso dei servizi assistenziali, delle prestazioni e delle
professioni che si intrecciano nel lavoro sociale.
La legge 328 del 2000, per realizzare il processo di integrazione prevede l’impegno combinato di
tre grandi aree in cui si articolano i servizi alla persona: Area Sociale - Area Sanitaria - Area
Educativa.
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
L’Area Sociale costituisce l’ambito complessivo del lavoro sociale pubblico a prevalente carattere
assistenziale, dove l’assistenza rappresenta un’attività rivolta ai cittadini.
L’assistenza si può infatti realizzare e sviluppare anche con semplici prestazioni professionali
erogate tramite figure professionali formate e/o abilitate ad esercitare abilità intellettive, educative
e conoscenze pratiche per azioni concrete di aiuto quotidiano; tutto ciò dopo aver svolto una attenta
valutazione ed analisi dello stato di bisogno e predisponendo progetti personalizzati, con
l’attivazione di risorse pubbliche preferibilmente in collegamento anche con le realtà territoriali del
volontariato o della solidarietà familiare o del vicinato in un’ottica di lavoro di rete.
L’assistente sociale è la figura fondamentale e centrale quale profilo tipo dell’area sociale.
E’ presente in tutti i processi specifici dell’area con due funzioni prevalenti, la valutazione del
bisogno e la “presa in carico” del caso socio assistenziale.
L’educatore professionale rappresenta una professione che interviene su alcune problematiche
tipiche delle società moderne dove si evidenzia la necessità di un’azione educativa intensiva nel
percorso di aiuto alla persona.
Lo psicologo presta il suo lavoro intellettuale, soprattutto nel settore minori e famiglie, attraverso
interventi specialistici.
- 1 Funzionario Direttivo
- 5 Istruttori amministrativi (di cui 1 unità con contratto interinale in scadenza)
- 1 CPT ( terminalista )
La attuale disponibilità di risorse umane è senza dubbio inadeguata in rapporto ai compiti ed alle
attività previste.
In virtù dell’impegno programmatorio e progettuale evidenziato anche in questo Piano e delle
35
Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
Alla luce della attuale normativa e delle più ampie indicazioni europee, si rileva comunque il
fulcro su cui tutti gli interventi debbono convergere : i servizi diventano rilevanti non solo
per il benessere individuale, ma anche per la crescita economica e culturale di tutta una
collettività.
In questa prospettiva è necessario che i servizi sociali debbano mettersi in asse con i servizi
sanitari, le scuole, gli interventi di formazione, i servizi per l’impiego.
Anche se forniti da enti diversi, i cittadini si aspettano che questi servizi funzionino come
un’unica rete integrata.
Rispondere a questa attesa è la sfida che i Servizi Sociali debbono raccogliere, anche se è
necessario prevedere un tempo affinché ciò avvenga.
Nel nuovo sistema integrato dei servizi, il servizio sociale deve pertanto agire nelle seguenti
direzioni di sviluppo:
- oltre che incentivare un ulteriore incremento quantitativo dei servizi, occorre elaborare
innovazioni finalizzate ad una minore segmentazione dei percorsi istituzionali per gli individui,
evitando i servizi solo per i minori, per le donne, per gli handicappati;
- rendere i servizi il più possibile flessibili ed adattabili alle esigenze dei cittadini
- orientare l’intervento sia sul disagio manifesto, sia sulle problematiche della vita quotidiana;
- potenziare l’integrazione tra servizi, in particolare con la ASL , le scuole, altre istituzioni
- trasformarsi da erogatori di prestazioni ad attivatori di risorse sociali
- far sì che l’intervento dei gestori, affidatari della realizzazione dei progetti, sia armonico e
concertato con altre iniziative progettuali e attività istituzionali già presenti nel territorio e che
interessino lo stesso ambito di intervento
In questo senso dobbiamo interpretare anche il Piano Sociale di Zona del Municipio che diventa
espressione della realtà di un territorio.
Il lavoro di rete, grazie anche alla partecipazione delle consulte, e alla sinergia di tutti i soggetti
attivi del territorio, dovrà ridare capacità e competenza alle persone per renderle in grado di
utilizzare al meglio le risorse che esistono e che possono concorrere, ciascuna con la propria
specificità, a modificare le condizioni che creano il disagio.
Nella struttura organizzativa del nuovo sistema integrato è di fondamentale importanza il ruolo
degli operatori del Servizio Sociale in particolare gli Assistenti Sociali che dovranno essere formati
a svolgere un più articolato lavoro di coordinamento dei servizi affinché interpretino un nuovo ruolo
e svolgano la loro attività nei seguenti ambiti :
1. elaborazione di progetti e programmazione degli interventi di servizi sociali
2. pianificazione, organizzazione e gestione
3. monitoraggio dei servizi prestati
4. analisi e valutazione della qualità degli interventi e della soddisfazione dell’utente
5. ricerca sociale per orientare gli indirizzi verso il versante più necessario
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
Risorse strutturali
La U.O.S.E.C.S., unità organizzativa di cui fanno parte i servizi sociali, è attualmente ubicata in Via
Asmara 29/a, presso una sede distaccata rispetto a quella centrale, (sita in V . Dire Daua 11);
La attuale collocazione dovrebbe avere carattere di temporaneità e si auspica nel prossimo futuro la
possibilità di trasferimento in una sede maggiormente idonea alle attività ed ai compiti del servizio
sociale: sono necessari infatti ambienti idonei all’accoglienza del pubblico con una suddivisione
degli spazi che possa offrire l’opportunità di attivare ed utilizzare nel modo migliore tutti gli
strumenti del lavoro professionale.
La strumentazione informatica è sufficientemente adeguata.
SPORTELLO POLIFUNZIONALE
Tale sportello, operativo dal 2001, offre un primo momento di accoglienza e di filtro delle richieste
dei singoli cittadini.
Inoltre svolge i seguenti compiti:
- fornire informazioni corrette ed aggiornate sui servizi sociali, educativi, culturali e sportivi,
anche attraverso materiale esplicativo messo a disposizione degli utenti;
- aiutare il cittadino a compilare i moduli e i fac-simile di domande , al fine di accedere agli uffici
e servizi con maggiore consapevolezza;
Lo sportello persegue i seguenti obiettivi:
- Accogliere, sostenere ed aiutare il cittadino a superare lo stato di incertezza iniziale nell’accesso
ai servizi pubblici;
- evitare al cittadino-utente di fare lunghe file e razionalizzare i tempi di attesa;
- favorire la collaborazione e l’integrazione tra i diversi servizi dell’unità organizzativa;
- sperimentare e migliorare la collaborazione interna ed esterna attraverso strumenti di rilevazione
- snellire il percorso di attivazione dei vari servizi, attraverso una accoglienza più mirata.
Lo sportello è aperto tutti i giorni, dal lunedì al venerdì , nel rispetto degli orari del Municipio.
L’apertura quotidiana, oltre che ad orientare e facilitare il cittadino, permette agli uffici percorsi più
diretti.
SEGRETARIATO SOCIALE
Il 13 Novembre 2007, in linea con quanto previsto dalla legge 328/2000 il Municipio II di Roma, ha
attivato il servizio di accoglienza sociale, affidandone la gestione al C.E.I.S. (Centro Italiano di
Solidarietà).
L’attivazione di questo spazio, rappresenta il primo passo verso la costruzione di un efficace
segretariato sociale che parte dall’obiettivo di informare e orientare i cittadini residenti, sulle risorse
e sui servizi socio-sanitari presenti nel territorio, creando un luogo di accoglienza in rete con i
servizi e le realtà territoriali.
Si vuole inoltre garantire la possibilità a tutti i cittadini, ed in particolare a quelli che vivono una
condizione di maggiore fragilità, di poter trovare uno spazio accogliente in cui essere ascoltati ed in
cui poter esprimere i propri problemi rivolgendosi a figure professionali in grado di comprendere e
leggere “il bisogno”.
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
Il rispetto della dignità umana, l’importanza dell’ascolto attento e partecipato, l’accoglienza senza
pregiudizi, sono alcuni dei fondamentali principi che muovono l’attività del segretariato sociale.
Il segretariato sociale, più che un servizio assistenziale, costituisce un intervento che può essere
inquadrato nei compiti istituzionali degli enti locali e muove dal fondamentale diritto del cittadino di
conoscere le risorse del territorio in relazione al suo bisogno, e di essere orientato e sostenuto per
fronteggiare le esigenze della vita che mutano con il variare delle situazioni personali o sociali.
Il segretariato sociale opera in una logica di prevenzione, riduzione e, laddove sia possibile,
eliminazione delle condizioni di disagio individuale e/o familiare derivanti da inadeguatezza di
reddito, difficoltà sociali, disturbi psichiatrici e di dipendenza, comunque in condizioni di scarsa
autonomia.
Rendere accessibile alla cittadinanza l’informazione sociale ha una valenza particolare, infatti, così
facendo, si promuove la partecipazione dei cittadini alla vita sociale e democratica.
Molti diritti sociali non vengono goduti perché molti cittadini ne ignorano l’esistenza. Altri invece
rimangono disattesi perché i possibili interessati si arrendono di fronte alle complessità burocratiche
e procedurali che incontrano. Numerosi interventi potrebbero essere affrontati positivamente dal
sistema integrato degli interventi e dei servizi sociali, ma rimangono inevasi per mancanza di un
orientamento chiaro e spesso incomprensibile. Ne deriva che spesso un numero consistente di
cittadini vive un senso di marginalità e di isolamento che contrasta con il precetto costituzionale
secondo il quale: “è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale,
che limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della
persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica,
economica e sociale del Paese”1.
Risulta più evidente con questa premessa quanto sia fondamentale la funzione del segretariato
sociale, la cui valenza innovativa rischia di essere sacrificata a fronte dell’inadeguatezza delle
risorse, della carenza di modelli operativi e forse, in senso lato, della difficoltà di percepirne la
funzione strategica.
La legge 328/2000 prevede un sistema integrato di Welfare incluso un livello essenziale di
prestazioni erogabili sotto forma di beni e/o servizi, informazioni adeguate e consulenze.
Il segretariato sociale rappresenta di fatto un’opportunità organizzativa nuova nel sistema dei servizi:
è il punto di confluenza delle informazioni, nonché di riferimento e di raccordo per lo sviluppo di un
lavoro che crea integrazione tra le risorse e gli operatori del territorio.
Al personale del segretariato sociale viene chiesto di assolvere, in modo particolare, a tre funzioni
specifiche alle quali ne aggiungiamo una quarta che riteniamo fondamentale ed in linea con la
filosofia della legge stessa.
1. Informare con precisione e con dati aggiornati, decodificando la domanda. Informare
significa anche promuovere la partecipazione della comunità locale.
2. Fornire conoscenza e aiuto assumendo un ruolo attivo e di mediazione tra cittadino e
servizio richiesto.
3. Monitorare la situazione a livello di zona, per essere in grado di segnalare con puntualità di
dati, alle sedi decisionali, la realtà aggiornata sulla situazione dei servizi e dei bisogni
emergenti,: “per assicurare una compiuta conoscenza dei bisogni sociali…e poter disporre
tempestivamente di dati e di informazioni necessari alla programmazione, alla gestione e
alla valutazione delle politiche sociali.”
4. Attuare, attraverso l’accoglienza, un ascolto attento, cercando di cambiare l’ottica
assistenziale, in un’ottica globale di erogazioni di servizi di chi si avvicina ai servizi socio-
sanitari.
1
Articolo 3 comma 2 Costituzione della Repubblica Italiana3
38
Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
L’art. 22, comma 4 lett. a della 328/2000 prevede, tra i livelli minimi di assistenza da garantire in
ogni ambito territoriale, la presenza diffusa dello Sportello di Segretariato Sociale al fine di
consentire una adeguata informazione a tutti i cittadini sui diritti e le opportunità offerte, nel rispetto
di progetti individualizzati d’intervento.
I principi cardine che ispirano l’attività del segretariato sociale e del servizio sociale di base sono:
• garantire a tutti i cittadini il diritto ad un’informazione puntuale e personalizzata in merito ai
diritti, alle prestazioni e alle modalità di accesso ai servizi;
• assicurare che l’erogazione dei servizi si svolga effettivamente nel rispetto dei principi di
equità, imparzialità, unitarietà di accesso alla rete dei servizi;
• sviluppare processi di integrazione tra i diversi servizi;
• promuovere lo sviluppo di reti di solidarietà e processi di partenariato con gli organismi di
terzo settore e con le risorse sociali presenti sul territorio comunale.
Il servizio di segretariato sociale è definito nel piano di zona come “servizio territoriale di primo
livello” che ha compiti di informazione, di prevenzione, di rilevazione dei bisogni dell’utenza e di
prima risposta.
Le principali funzioni:
• analisi della domanda sociale e orientamento del cittadino alla rete di servizi e opportunità
presenti sul territorio;
• primo filtro ed eventuale presa in carico del caso;
• segnalazione, collegamento e integrazione con gli altri servizi specialistici (di secondo
livello) e con le altre risorse della comunità locale quando la situazione è multiproblematica
e richiede l’intervento integrato di più operatori/servizi;
• intervento di co-progettazione con le famiglie;
• promozione di risorse della comunità locale;
• sviluppo di azioni preventive con l’obiettivo di rimuovere e diminuire i fattori di rischio che
possono provocare condizioni di emarginazione e di disagio sociale;
• partecipazione ai processi di verifica e valutazione degli interventi attuati a livello
comunale.
Le attività si dividono in due azioni distinte: una di segretariato sociale di base rivolta
all’orientamento, al filtro e all’informazione, e l’altra dedicata alle prese in carico, per quei “nuovi
casi” che hanno bisogno di un approfondimento:
• colloqui individuali,
• analisi dei bisogni,
• invio ai servizi presenti sul territorio ed extra territorio,
• elaborazione di progetti sociali individuali,
• visite domiciliari,
• costruzione di un data base per la registrazione, il protocollo e l’archiviazione delle richieste
del cittadino,
• orientamento e accompagnamento del cittadino ai servizi di secondo livello o sanitari,
• raccolta dati e informazioni,
• lavoro e organizzazione di back-office,
• partecipazione alle riunioni di coordinamento promosse dai servizi sociali o con operatori di
altri enti,
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
Obiettivi
L’obiettivo centrale del segretariato sociale è quello di migliorare le risposte alle domande di
informazione per l’accesso ai servizi socio - sanitari, con riduzione della complessità e della
ridondanza delle modalità in atto.
Rendere più accessibile, qualificato e fruibile il sistema di risposte ai bisogni di persone e famiglie.
Realizzare il passaggio da un accesso ai servizi socio-sanitari, complesso e differenziato, ad una
soluzione che favorisca la semplificazione dei percorsi e un’efficace presa in carico di chi si trova in
difficoltà personali o sociali.
Inoltre tra gli obiettivi è importante citare:
- ampliare competenze professionali, capacità operative e relazionali ed abilità di lettura del
bisogno dei cittadini;
- costruire un sistema distrettuale di rilevazione e diffusione delle informazioni sull’esistenza,
sulla natura e sulle procedure necessarie per accedere ai servizi;
- facilitare al cittadino l’espletamento delle prassi;
- smistare e/o segnalare le richieste dei cittadini ai servizi ed agli enti competenti;
- collaborare con il servizio sociale di II livello, per fornire supporto di assistenza tecnico-
amministrativa;
- svolgere attività di osservazione sulla situazione globale dei servizi presenti nella comunità:
valutazione costante del loro funzionamento, individuazione delle carenze e delle relative cause,
rilevazione dei bisogni emergenti nella zona in base alle richieste;
- effettuare analisi e sintesi qualitative e quantitative dei dati rilevati sulla situazione locale dei
servizi per contribuire al processo di programmazione ed organizzazione degli interventi;
- promuovere la partecipazione dei cittadini alla programmazione dei servizi sociali e socio -
sanitari, come attivazione della comunità locale e promozione di azioni di cittadinanza attiva;
- sensibilizzare e diffondere buone prassi ed interventi in favore dei diritti dei cittadini disagiati;
- sviluppare reti sociali di supporto.
Strategie usate
Basandosi sul concetto che il sistema di Welfare deve rinnovarsi considerato che da “ State” si
sta trasformando in “mix” ossia “Sistema integrato degli interventi e servizi sociali”, la
strategia che si intende perseguire è quella di:
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
Attività di front-office
− Informazioni e diffusione di notizie di carattere generale.
− Raccolta della domanda avanzata dal cittadino.
− Istruttoria di istanze del cittadino per l’accesso ai servizi.
− Accompagnamento e attivazione delle risorse esistenti per il soddisfacimento del bisogno
espresso dal cittadino.
− Presa in carico per nuovi casi che accedono al servizio.
Attività di back-office
− Visite domiciliari.
− Sviluppo dei progetti a favore degli utenti presi in carico.
− Monitoraggio e ricerca sulla realtà sociale locale.
− Raccolta e diffusione dati sullo stato globale del servizio.
− Costruzione di “mappe“ di reti istituzionali e di risorse formali ed informali del territorio.
Il servizio affidato ad operatori, già nella dotazione organica dei comuni, sarà diretto alla gratuita e
corretta informazione dell’intera comunità, nel rispetto delle pari opportunità, della riservatezza a
garanzia della privacy del cittadino.
LE FASI DI ATTIVAZIONE:
Il servizio svolge compiti di filtro per l’accertamento dei bisogni e di primo osservatorio sociale
fornendo:
• Pubblicizzazione del servizio.
• Rilevazione e monitoraggio, qualitativa e quantitativa dei Servizi e degli utenti che si mettono in
contatto con il segretariato sociale.
• Archiviazione dei dati rilevati.
• Informazioni sui Servizi presenti nel territorio e i relativi criteri di accesso per la fruizione degli
stessi.
• Compilazione della domanda.
• Analisi qualitativa e quantitativa sulle istanze dei cittadini.
• Istruttoria delle istanze per la fruizione dei servizi.
FINALITA’ DEL PROGETTO:
• Avvicinare i soggetti e le famiglie alle istituzioni, alla cultura della partecipazione alla
programmazione dei servizi mediante una maggiore conoscenza, un’aumentata semplicità di
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
approccio alle prassi tecnico-amministrative, nonché una riduzione dei tempi di accesso alle
attività ed alla rete dei servizi.
• Orientare e accompagnare il cittadino verso l’autonomia e verso scelte consapevoli.
• Creazione un software relativo all’inserimento dati degli utenti, che oltre alla funzione di
archivio, risulti efficace per elaborazioni statistiche mirate alla lettura dei bisogni dei
cittadini per semplificare ed orientare la futura progettazione di servizi.
Nel periodo di riferimento, ossia dal 13 novembre 2007 al 30 Gennaio 2008, lo Sportello Sociale
del II Municipio ha accolto 235 persone. Di queste 138 sono donne (58,7%) e 91 uomini (38,7%)
genere
Frequency Percent
F 138 58,7
M 91 38,7
dato mancante 6 2,6
Total 235 100,0
42
Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
Grafico n: 1
Differenze di genere
150
numeri assoluti
100
50
0
Donne Uomini
L’età media degli utenti è di 58,8 anni, con una variazione che va dai 13 ai 91 anni.
La loro nazionalità è in prevalenza italiana con 169 utenti (72%), tra gli stranieri l’area geografica
di provenienza con maggiore utenza è quella dal Sud America con 22 utenti (9.4%) e, a seguire,
quella proveniente dall’Africa del Nord con 17 utenti (7,2%)
nazionalità
Frequency Percent
Italia 169 71,9
Sud America 22 9,4
Africa Nord 17 7,2
Est Europa 9 3,8
Africa Sud 6 2,6
Asia 5 2,1
dato mancante
7 3,0
Grafico n: 2
Nazionalità dell'utenza
Numeri assoluti
200
150
100
50
0
Ita Su Af Es Af As
lia d ric tE ric ia
Am a ur a
de o de
er lN pa lS
ic ud
a or
d
Paesi di provenienza
43
Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
La tipologia di utenza vede soprattutto interessato il settore degli anziani con 95 persone (40%),
seguiti dagli adulti con 81 persone (34,5%) e infine i minori con 48 casi (20,4%).
settore
Frequency Percent
anziani 95 40,4
adulti 81 34,5
minori 48 20,4
adulti/m 2 ,9
adulti/a 1 ,4
celibe 1 ,4
Handicap 1 ,4
minori/a 1 ,4
dato mancante 5 2,1
Total 235 100,0
Grafico n: 3
Classe d'area
numeri assoluti
100
80
60
40
20
0
A
H
nz
du
an
in
or
ia
di
lti
ni
ca
p
Fasce d'età
La principale richiesta con cui gli utenti giungono allo sportello, è di rinnovo di un contributo
economico con 145 casi (61,3%), la mensa diurna o notturna con 34 (13,4%), e una richiesta di
assistenza domiciliare con 16 utenti (6,7%). Il dato mancante, presente nella tabella, rappresenta
tutte quelle situazioni in cui la richiesta non rientrava nelle categorie preesistenti, necessiteranno in
futuro di un approfondimento.
44
Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
Richiesta
Frequenza Percent
Rnnovo contributo 145 61,3
Mensa diurna e/o serale 34 13,4
Assistenza domiciliare 16 6,7
Richiesta Modesta Valente 3 1,3
borsa lavoro 3 1,4
Accogleinza notturna 3 1,4
Inserimento al nido 3 1,4
Aiuto per alloggio 3 1,4
Inserimento centro diurno 2 ,8
Altro 9 4,2
Dato mancante 15 6,4
Total 236 100,0
Richieste utenti
numeri assoluti
200
150
100
50
0
Ri Me As "M Ins Am Inf
nn ns sis od er m op
ov a ten es im in en
o co d iur za t a ent istra sio
nt na do V ale o to ne
rib m aln re so
ut ici nti " id di
o lia o cia
so le
re ste
tipologie di richieste gno
CONTATTI TELEFONICI
Dalle prime ed elementari elaborazioni operate sulle telefonate ricevute e fatte, possiamo stabilire
quanto segue:
14 14
12 Richiesta 12 Richiesta
contributo contributo
10 10
SAISA SAISA
8 8
6 Centri diurni 6 Centri diurni
4 4
2 Rete interna Rete interna
2
0 0
Rete esterna Rete esterna
A B C F G A B C F G
45
Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
20
Richiesta contributo
15
SAISA
10 Centri diurni
Rete interna
5
Rete esterna
0
A B C F G
3,5
Richiesta
3 contributo
2,5
Centri diurni
2
1,5
Rete interna
1
0,5
0 Rete esterna
A B C F G
6
Richiesta contributo
4 Centri diurni
2 Rete interna
0 Rete esterna
A B C F G
Da questo breve elaborato, appare chiaro come ad una prima analisi dei dati raccolti (telefonici e
attraverso i colloqui effettuati) la richiesta degli utenti viene focalizzata su:
1. un aiuto economico per quanto riguarda gli adulti
2. una valida assistenza domiciliare per gli anziani
3. un altro punto che ci sembra degno di nota è quello che riguarda le “nuove emergenze” ossia
tutte quelle problematiche legate ai senza fissa dimora, o le difficoltà legate alla casa e al
lavoro.
46
Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
CAPITOLO 3
SETTORE ANZIANI
PERSONE ANZIANE
“Penso alla mia condizione di anziano e mi rendo conto del piacere che provo a stare a casa mia e di essere aiutato in casa ,
nel luogo dove sono sempre stato , dove potrei girare ad occhi chiusi.
La mia casa è il luogo della mia vita.
Guai se mi sradicassero”
47
Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
INTRODUZIONE
Come già evidenziato nell’analisi del Primo e del Secondo Piano di Zona, si conferma il dato che
gli anziani vivono più a lungo e ciò rappresenta indubbiamente una grande conquista di civiltà, la
realizzazione di un traguardo a lungo sognato.
Tuttavia, in questa profonda rivoluzione delle possibilità di vita della popolazione, spesso si
colgono e si evidenziano solo i lati negativi, cioè in termini di maggiori costi ed oneri a carico
della collettività.
Esiste, però, anche un’altra faccia della medaglia, importante da rimarcare: l’allungamento della
vita libera risorse umane preziose, crea nuove opportunità, apre nuove possibilità, un tempo
precluse dagli elevati livelli di mortalità.
Rimarcare i risvolti positivi dell’invecchiamento non significa negare che esso ponga dei problemi
nuovi alla società ed alle politiche.
Il progressivo aumento della popolazione anziana comporta indubbiamente maggiori interventi di
protezione e cura delle persone.
Tale aumento impone soprattutto un ripensamento profondo delle politiche di protezione sociale
ed un allargamento dell’orizzonte degli interventi.
Una parte consistente di anziani non è più soltanto portatrice di domande di servizi assistenziali e
sanitari: chiede anche interventi di natura integrativa, di informazione e di formazione, di
sicurezza, di tempo libero.
Stando alle proiezioni statistiche, questo quadro prevede un aumento della quantità e della qualità
delle richieste nel corso dei prossimi decenni.
Si ritiene necessario rimarcare tali considerazioni, soprattutto per dare un taglio preciso alla
definizione del Piano regolatore sociale cittadino e municipale, orientato al superamento delle
rigidità che contraddistinguono attualmente il rapporto tra domanda ed offerta; l’una in costante
crescita, l’altra in continua, affannosa rincorsa.
In questa ottica anche questo Terzo Piano regolatore sociale municipale individua, come scelta
prioritaria, la consapevolezza che il territorio non può reggersi senza promuovere al suo interno
lo spirito di comunità di chi la vive, per permettere a tutti i suoi cittadini di godere non solo di
affermazioni personali isolate, ma della crescita della qualità sociale complessiva dell’intero
ambito urbano.
Quindi, la progettazione ed organizzazione del Piano deve sviluppare strategie e misure di
prevenzione del disagio e dell’esclusione sociale, considerare i cittadini e le famiglie non
“oggetto” di interventi, ma soggetti protagonisti della rete degli interventi e dei servizi sociali.
E’ necessario aprire nuovi spazi ed opportunità per l’esercizio della cittadinanza attiva nel campo
sociale (soprattutto della popolazione anziana della cosiddetta terza età), attuando un principio di
reciprocità, per cui a fronte di tale impegno vi sia un riconoscimento concreto, sostenendo l’auto
organizzazione dei cittadini, tramite la messa a disposizione di spazi, servizi, opportunità di
impegno.
In questo modo si può costruire un Welfare delle “responsabilità e dei diritti”, non un sistema
soltanto assistenziale,(dove l’organizzazione dei servizi viene decisa tra ente pubblico e soggetti
erogatori e il cittadino è un mero utente destinatario degli interventi), ma un sistema basato sulla
combinazione avanzata tra responsabilità istituzionali pubbliche e responsabilità socialmente
diffuse.
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
In Italia i “grandi vecchi“, di età superiore agli 80 anni, rappresentano il 22% degli anziani.
L’allungamento delle aspettative di vita, insieme alla riduzione del tasso di fecondità totale ha
portato l’Italia ad essere il primo paese in cui la popolazione degli ultrasessantacinquenni ha
superato quella dei giovani con meno di 15 anni.
L’invecchiamento della popolazione, soprattutto in alcune regioni e comunità locali, sta
modificando fortemente le reti familiari e l’insieme dei bisogni cui esse tradizionalmente facevano
fronte.
Come già evidenziato, gli anziani che vivono soli sono oltre 2,6 milioni, di cui circa l’81 % donne.
Particolarmente a rischio sono le persone anziane sole che non hanno figli, fratelli, sorelle, oppure
hanno figli che vedono raramente.
L’invecchiamento è un processo naturale che riguarda tutte le persone e che si sviluppa in modo
differenziato secondo i contesti sociali, culturali e familiari nei quali esso avviene.
Non si tratta di un processo omogeneo e lineare:le condizioni che esprimono la vecchiaia sono
diverse, come sono diversi i bisogni ad essa correlati.
Dal punto di vista funzionale ci sono situazioni di totale autonomia e situazioni di totale
dipendenza.
Rispetto ai legami con la comunità e quindi ai meccanismi di appartenenza sociale, mentre
aumentano le persone anziane che contribuiscono alla vita sociale, permangono situazioni di
debolezza e fragilità dipendente dall’invecchiamento dei ruoli sociali.
L’invecchiamento si sviluppa all’interno delle reti e nei contesti comunitari, per cui ciò implica
l’assunzione di precise responsabilità da parte delle componenti giovani e adulte della famiglia,
relativamente ad ognuna delle varie fasi in cui si sviluppa l’invecchiamento e non soltanto nel
momento in cui si manifesta la dipendenza in rapporto a condizioni di non autonomia.
Nella famiglia tali responsabilità riguardano di norma i figli, indipendentemente dalla condizione
di convivenza, figli che a loro volta possono essere già coinvolti in un loro processo di
invecchiamento.
Tale dato è in aumento.
Riconoscere e valorizzare il rapporto di tutela e di sostegno che i figli possono offrire ai genitori
anziani, comporta offrire ai figli una serie di servizi e di aiuti, destinati ad integrare il lavoro di
cura (quotidianamente o per periodi di sollievo), a sostenere psicologicamente la persona, ad
offrire risorse economiche (quando necessarie) per far fronte ai maggiori impegni.
Questo complesso di fenomeni legati ai mutamenti demografici e sociali, richiede una forte
innovazione e diversificazione nell’offerta dei servizi degli interventi nonché nella creazione di
sinergie e collaborazioni tra i servizi, reti familiari, associazioni di auto e mutuo
aiuto,volontariato.
In tale logica vanno valorizzate e sostenute le risorse che la comunità può mettere a disposizione,
in particolare attraverso le associazione e i gruppi di volotariato (anche di volontariato anziano),
secondo i principi di solidarietà inter ed intra-generazionali.
E’ sempre utile ricordare che il Piano Nazionale Sociale 2001-2003 propone che le Regioni e gli
Enti Locali, nel progettare il sistema integrato di interventi e servizi , affrontino esplicitamente il
problema relativo al sostegno alle famiglie con a carico persone anziane non autosufficienti,
prevedendo misure ed interventi volte a potenziare i servizi di assistenza domiciliare e sviluppare
l’offerta di servizi di sollievo.
A tale riguardo si pone l’obiettivo di promozione di una visione positiva dell’anziano ed anche
questa terza programmazione triennale deve orientarsi in questa ottica.
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
La condizione di parziale autosufficienza è certamente la più diffusa tra gli anziani di questo
territorio. Essa è caratterizzata da difficoltà motorie, decadimento psicofisico ed un isolamento
sociale solitamente conseguente.
Difficoltà motorie:
con il passare degli anni l’apparato osteo-articolare subisce una serie di modificazioni strutturali e
funzionali, che si traducono spesso, a causa di una scarsa attività, in processi patologici tipici
dell’anziano.
L’osteoporosi, l’artrosi, l’artrite , gli esiti di fratture, costringono l’anziano ad una deambulazione
difficoltosa che necessita di supporti (bastoni, grucce, deambulatori) o, comunque, di
accompagnamento.
Subentra, inoltre, una certa dose di timori relativi alla paura di cadere che impediscono all’anziano
di uscire da solo.
In questo Municipio, caratterizzato dalla presenza di barriere architettoniche, da un traffico
intenso con mezzi pubblici di trasporto spesso inadeguati, recentemente anche modificati nel loro
itinerario e nella loro denominazione numerica, la vita sociale della persona anziana, parzialmente
autosufficiente è messa in seria difficoltà.
Inoltre, occorre sottolineare che la frequenza ai tre Centri anziani, è resa difficoltosa dalla
collocazione distanziata rispetto agli itinerari dei mezzi pubblici, oltre che dal tipo di attività
proposte calibrate sulla popolazione anziana pienamente autosufficiente.
I rappresentanti la cosiddetta terza età costituiscono, infatti, i frequentatori prevalenti, mentre gli
anziani parzialmente autosufficienti sono di solito i rappresentanti la quarta età (dai 75 anni in su)
e non usufruiscono di tali strutture.
Si è infatti assistito recentemente alla nascita di un nuovo tipo di conflitto “intergenerazionale tra
terza e quarta età”.
Decadimento psicofisico
Anziani a rischio:
Nella nostra società fortemente orientata al lavoro, a modelli giovanili e produttivi, essere anziani
e senza lavoro può significare perdere potere e sentirsi soli.
Nel Municipio II si assiste frequentemente ad un fenomeno di isolamento progressivo in seguito
all’impoverimento di persone che in passato sono state benestanti, ma con un tenore di vita troppo
elevato per le possibilità economiche presenti.
Spesso si tratta di persone che hanno lavorato nello spettacolo, o che hanno comunque frequentato
l’alta borghesia.
L’impoverimento determinato dalla necessità di sopravvivere con la sola pensione sociale, ha
comportato per loro l’impossibilità di frequentare quelle “amicizie“, la vergogna per
l’abbassamento del tenore di vita, la reticenza a chiedere aiuto.
Si assiste, di solito, in questi casi all’instaurarsi di tendenze depressive che tendono a ridurre
l’autonomia anche dove non ci sono le premesse di tipo organico.
Tali fenomeni sono anche rinforzati dalle carenze di risorse familiari in quanto, di solito, si tratta
di persone immigrate da altri paesi e città d’Italia che non hanno parenti a Roma.
Data la particolarità di tale Municipio in cui si assiste alla coesistenza di ceti stratificati, si
incontrano all’estremo opposto casi di persone anziane, di solito domestiche o sarte, quindi con
una prevalenza femminile, che attualmente percepiscono i minimi pensionabili o la pensione
sociale. Queste persone hanno sviluppato una loro dignità che le porta ad essere reticenti nel
chiedere aiuto e, solitamente, provengono da altre città e paesi e sono prive di riferimenti familiari
a Roma.
Anche in questi casi si assiste ad un isolamento progressivo, legato ai decessi delle poche amiche
coetanee, che pone le persone anziane a rischio di depressione e di decadimento psicofisico, anche
laddove le premesse di tipo organico consentono buoni livelli di autonomia.
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
IL CONTESTO TERRITORIALE
DATI DI SFONDO
Dati demografici
La tipologia degli interventi sociali evidenzia che il Municipio Roma II ha nel tempo realizzato
servizi alle persone caratterizzati da elementi di innovazione e flessibilità, ampliando la gamma di
prestazioni a disposizione dei cittadini e rendendo progressivamente più agevole il loro accesso.
I dati evidenziati nella parte generale e nel sistema di offerta attuale costituiscono la base da cui
partire per una migliore e reale definizione del piano.
Il Municipio Roma II ha una componente anziana decisamente rilevante sull’intera popolazione
residente; è cospicua la presenza della terza età ma è ancor più importante rilevare la massiccia
presenza degli anziani che superano i 75 anni ( cosiddetta quarta età ).
È inoltre diffusa la condizione di vedovanza, soprattutto tra le donne over 75 anni, e proprio gli
anziani rimasti vedovi costituiscono le famiglie monoparentali.
Il processo di invecchiamento è in trend positivo da ormai un decennio: il II Municipio risulta
essere il terzo sul territorio comunale per la presenza di anziani tra gli 80 e gli 84 anni e primo per
la presenza degli anziani che hanno più di 84 anni, superando così di gran lunga anche la quarta
età. La percentuale dei centenari è altissima.
I problemi relativi alla popolazione anziana sono di diverso genere: possono dipendere dallo stato
di salute delle persone stesse e quindi sollevare i problemi del decadimento psicofisico, della
autosufficienza; al pari non possono essere trascurate anche le problematiche relative
all’isolamento, all’esclusione sociale, alla povertà che conseguono alla situazione di solitudine in
cui versano gli anziani. I tre grafici sottostanti sono stati elaborati dai dati dell'ultimo censimento
della popolazione.
Essi mostrano la distribuzione per fasce di età nel II Municipio in confronto con la stessa
distribuzione su scala comunale, un grafico che esalta le differenze fra la distribuzione comunale e
quella municipale ed infine un grafico che evidenzia la composizione di genere per ogni fascia di
età nel II Municipio.
L'andamento della curva ricalca fedelmente quello della media comunale; pur evidenziando che
esistono delle differenze fra la parte sinistra del grafico e la parte destra, fra le fasce più giovani e
quelle più anziane.
La corretta interpretazione dei dati, però, deve tenere conto anche della collocazione geografica
del municipio e della sua storia.
Dai cinquanta anni in su le cose cambiano, si inverte la tendenza e la popolazione è
percentualmente più numerosa rispetto al totale comunale, in particolare dai 50 anni ai 65: è lo
"zoccolo duro" dei residenti attivi,
ancora coinvolti nel lavoro e che
probabilmente risiedono nel municipio
da diversi anni ma che comunque
dobbiamo considerare come persone
"giovani", certamente non anziane.
il genere femminile è
percentualmente più presente del
maschile dai 25 anni in su.
In particolare, dopo gli ottanta anni, il segmento di età che più caratterizza il municipio per la sua
massiccia presenza, le donne sono la drastica maggioranza.
Prima di parlare di "anziani", quindi, si dovrebbe approfondire come minimo l'appartenenza al
genere, oltre che la distribuzione sul territorio municipale.
Essere consapevoli del dato relativo al genere consente di prendere decisioni più efficienti.
Ci sono pochi giovanissimi ma molti, anzi molte "anzianissime" oltre gli ottanta anni.
POPOLAZIONE ULTRA65ENNE
% sul totale
Municipio 65 - 69 70 - 74 75 - 79 80 - 84 Oltre Totale pop.
II Municipio
7.759 6.253 5.832 4.968 5.814 30.626 25%
Roma 21%
ANZIANI POVERI
Situazione socio-economica
Le pensioni al minimo erogate a Roma in favore di anziani sono circa 171.329, pari al 44,9% sul
totale delle pensioni erogate ad anziani.
Il rapporto tra le pensioni al minimo erogate ad anziani e gli anziani complessivamente residenti
evidenzia un "indice di povertà anziana" comunale pari al 33,9%. Significativamente al di sopra
del valore medio si collocano il I (52,5%) e il VII (47,9%) Municipio, con circa una pensione
53
Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
povera ogni due. Valori più modesti di povertà anziana si registrano, invece, nell’ XI (17,3%), III
(23,6%), XVII (24,0%), II (25,2%) e IX Municipio (26,9%).
Se si guarda, poi, ai singoli Municipi, il risultato è quello mostrato dalla tabella, da cui emerge, in
generale, un sostanziale equilibrio, ad eccezione del III e del I Municipio, che riportano i valori
che più si discostano dal valore romano (rispettivamente al di sopra e al di sotto della media
romana).
Donne anziane povere
Municipio anziani poveri di cui F %
I 13.937 10.825 77,7
II 7.677 6.162 80,3
III 3.207 2.659 82,9
IV 13.340 10.654 79,9
V 9.239 7.363 79,7
VI 11.135 8.741 78,5
VII 10.703 8.471 79,1
VIII 8.656 6.909 79,8
IX 8.671 6.891 79,5
X 10.939 8.566 78,3
XI 5.159 4.044 78,4
XII 6.202 4.879 78,7
XIII 8.896 7.049 79,2
XV 10.480 8.409 80,2
XVI 9.416 7.569 80,4
XVII 4.467 3.635 81,4
XVIII 10.860 8.639 79,5
XIX 11.722 9.394 80,1
XX 6.623 5.288 79,8
Roma 171.329 136.147 79,5
Se si scende ancora di più nei particolari, un dato molto interessante è quello relativo alla
condizione degli "anagraficamente soli", ovvero degli iscritti all’anagrafe come celibi/nubili,
divorziati/e o vedovi/e.
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
In particolare, sono soprattutto i Municipi XVII, III, I e II a presentare una concentrazione elevata
di anziani "poveri" e "anagraficamente soli", mentre sono i Municipi XII, la X e la XI a trovarsi
nella condizione opposta.
Va evidenziato, inoltre, che l’84,7% degli anziani "poveri" e "soli" è di genere femminile.
Graficamente, la distribuzione degli "anziani poveri soli" per sesso è quella descritta dal grafico
sottostante:
Le pensioni complessivamente erogate a Roma sono, per la maggior parte dei casi, di importo al
minimo o medio-basso.
Graduatoria dei Municipi sulla base del numero di pensioni di importo "al minimo"
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
Graduatoria dei Municipi sulla base del numero di pensioni di importo "medio-basso"
Per quanto concerne le pensioni di importo medio-basso (dal minimo fino a un massimo di 750
euro), troviamo significativamente al di sopra della media comunale (pari a 24,6%) l’VIII
Municipio (28,1%) e il V 26,8%). Significativamente al di sotto, invece, sono l’XI e il XII
Municipio e (entrambi al 20,0%) e, a seguire, il XIII (22,1%)
Graduatoria dei Municipi sulla base del numero di pensioni di importo "medio-alto"
Per le pensioni di importo medio-alto (compreso tra 750 euro e 1250 euro), il valore medio
romano è pari al 13,3%. Al di sotto di questa classe di importo troviamo soprattutto i Municipi I e
XX (entrambi con l’11,7%); al di sopra troviamo, invece, ai primi posti, il X Municipio (14,5%) e
il IX (14,2%).
Graduatoria dei Municipi sulla base del numero di pensioni di importo "alto"
Infine, con riferimento alle pensioni di importo "alto" (oltre i 1250 euro), rispetto ad una media
comunale del 13,9%, l’VIII Municipio (7,3%) e il VII (9,7%) sono in modo evidente al di sotto
della media; il XII (21,9%), il XIII (21,2%) e l’XI Municipio (20,2%), invece, si collocano al di
sopra di essa .
57
Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
Per quanto riguarda le pensioni di importo alto, c’è, inoltre, da aggiungere che nell’80% circa dei
casi, queste riguardano gli uomini.
Nel prospetto sottostante si sono elaborati i dati relativi alle richieste di sostegno economico
soddisfatte nel 2007, con i fondi del bilancio comunale, suddivisi per quartiere.
Si evince che il quartiere Africano è quello in cui si evidenzia maggiormente il bisogno
socioeconomico, seguito dal Trieste e dal Flaminio.
non
AFRICANO VESCOVIO NOMENTANO TRIESTE FLAMINIO PARIOLI SALARIO residenti TOTALE
o altro
55 17 11 20 20 11 10 1 145
Il capitolo ha lo scopo di descrivere ciò che costituisce il fondamento primo della pianificazione
sociale, cioè i bisogni degli abitanti del Municipio.
La prima parte si concentra sulla domanda esplicita, cioè sulla descrizione delle richieste di
prestazioni sociali da parte dei cittadini (numero, tipologie, evoluzione della domanda, eventuali
domande insoddisfatte, liste d'attesa, ecc.).
Una seconda parte tenta di ricostruire i bisogni reali, che non sempre coincidono con la domanda
(ad esempio perché a volte le domande sono “indotte” dall’offerta oppure perché alcuni bisogni
rimangono "sommersi" a causa di barriere che ne inibiscono l’evoluzione verso una domanda
esplicita di intervento).
Nel Municipio II, dall’analisi aggiornata dei bisogni sociali delle persone anziane, si individua la
necessità di impostare azioni volte al:
Potenziamento del Servizio di assistenza domiciliare (integrata con i servizi sanitari) - Parziale e
graduale abbattimento delle liste di attesa esistenti
con personale qualificato, con particolare cura dello sviluppo delle capacità relazionali degli
operatori nel leggere le richieste non espresse e nel saper dare risposte che tengano conto del
bisogno di ascolto;
• Consolidamento territoriale dei centri diurni per anziani fragili che sappiano
coniugare il sollievo alle famiglie e l’offerta di attività riabilitative, ricreative, di
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
L’art. 2 della L . 328/00 indica il DIRITTO ALLE PRESTAZIONI come basilare per tutti i
cittadini, i quali hanno necessità di usufruire di prestazioni e servizi organizzati in un sistema
integrato di interventi.
Tale sistema di protezione sociale ha carattere di universalità.
Gli Enti Locali, le Regioni e lo Stato sono tenuti a realizzare tale sistema, garantendo i livelli
essenziali di prestazioni e per consentire l’esercizio del diritto soggettivo a beneficiarne.
Tale legge evidenzia anche, all’art. 15, la quota da riservare ai servizi a favore delle persone
anziane non autosufficienti (30 %), per favorirne l’autonomia e sostenere il nucleo familiare
nell’assistenza domiciliare alle persone anziane che ne fanno richiesta.
Questa sezione ha lo scopo di presentare un quadro generale delle “risorse sociali” presenti sul
territorio, mediante una ricognizione e una mappatura dei gruppi, degli organismi, dei servizi e
degli interventi attivi nel Municipio. Ciò è importante per prendere coscienza collettivamente di
“ciò che c'è e ciò che si fa” nel territorio.
LE RISORSE DEL MUNICIPIO:
Il settore degli anziani richiede una funzionale e costante collaborazione tra i Servizi Sociali del
Municipio e i servizi sanitari della Asl; molti servizi e altrettante strutture sono co-gestiti e
prevedono personale specializzato da ambedue gli Enti, oltre alla meritevole azione del
volontariato locale e delle parrocchie.
Gli interventi integrati formalmente tra Municipio ed Asl riguardano principalmente:
• le dimissioni protette.
Sono in fase di definizione formale, con la stipula di accordi di programma e protocolli d’intesa
operativi, gli interventi per:
• gestione di centri diurni per anziani fragili o affetti da particolari patologie (Centri Diurni
per malati di Alzheimer e/o demenze correlate)
• le Residenze Sanitarie Assistite per gli anziani parzialmente e non autosufficienti
• Assistenza domiciliare integrata (ADI).
Partendo dalla sfera del contributo economico erogato dai Servizi Sociali, uno dei primi interventi
riguarda l’integrazione della retta per l’inserimento in casa di riposo: la copertura economica
offerta dal Municipio è limitata al 40% dell’intera somma necessaria.
59
Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
Per tale erogazione il Municipio si avvale dei fondi provenienti dal bilancio comunale.
L’integrazione è concessa a quegli anziani che richiedono di entrare nelle case di riposo che
godono dell’autorizzazione prevista: nel Municipio II non esistono case di riposo pubbliche e solo
5 delle 8 case private presenti sono dotate della suddetta autorizzazione.
Il Municipio ha istituito una Commissione preposta alla vigilanza delle case di riposo private, per
garantire il controllo della qualità dei servizi, rivolti a tutti gli anziani che vi risiedono, compiere
controlli funzionali, architettonici, strutturali e di tipo tecnico-professionale, per vigilare sullo
stato generale delle case e per verificare la presenza dei requisiti che sono necessari per
accreditarsi territorialmente.
Al 31.12.2007 sono assistiti n. 25 anziani.
Sono in lista di attesa n. 10.
Gli interventi di assistenza economica sono regolati dalla Delibera C.C. n. 154/97 che prevede la
definizione di un “progetto di sostegno globale” alla singola persona e/o ai nuclei familiari; il
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
L’intervento è destinato a tutti i residenti, da almeno 1 anno, nel Municipio II, con un reddito
complessivo inferiore a € 10845,59 annui e che abbiano subìto:
- uno sfratto esecutivo;
- eventi calamitosi e catastrofici;
- sgomberi, disposti dalla forza pubblica, per motivi vari.
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
3. la periodicità con cui l'amministratore di sostegno deve riferire al giudice circa l'attività svolta e
le condizioni di vita personale e sociale del beneficiario.
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
Nel territorio del Municipio II sono presenti tre Centri Sociali per anziani:
Un progetto molto voluto dal Servizio Sociale Professionale del Municipio per arginare situazioni
di emergenza abitativa e sociale dei cittadini anziani è quello della realizzazione di una Comunità
Alloggio. Rientra tra i progetti finanziati con la legge 328/00.
La comunità alloggio si propone come alternativa alle strutture di lungo degenza, fornisce
l’accoglienza indicando un modello di vita comunitaria, caratterizzato da reciproca solidarietà,
dalla sperimentazione della armoniosa convivenza e della vita di relazione, opponendosi al
decadimento psico-fisico e all’isolamento sociale
La comunità alloggio per anziani costituisce una struttura residenziale protetta a carattere
familiare capace di accogliere fino ad un max di 8 persone anziane autosufficienti o parzialmente
autosufficienti che per ragioni psicofisiche, relazionali, familiari, socioeconomiche e ambientali
necessitano di una vita comunitaria improntata sulla “reciproca solidarietà”.
Il suddetto numero è stabilito dalla normativa regionale vigente.
Gli obiettivi del progetto sono:
▪ sostenere e tutelare le persone anziane con gravi ed emergenziali problemi abitativi per sfratti
esecutivi, impossibilità di assolvere al pagamento del canone di locazione eccessivamente elevato,
per problemi socio-economici e prive di riferimenti familiari in grado di sostenerle concretamente,
offrendo loro un alloggio protetto;
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
● Utenti in carico: n° 6
Il finanziamento di tale progetto è a carico dei fondi Legge L . 328/’00 e si evoluto in tale modo:
Nel maggio 2000 il Municipio II attivava, in via sperimentale, l’apertura del “Centro Diurno per
Anziani Fragili”, sito in V. Mascagni 156/B.
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
La “fragilità” a cui ci si riferisce è quella determinata dallo stato psico-fisico precario, dalle prime
manifestazioni di decadimento cognitivo; come risposta a tale fragilità si è pensato di superare la
sola assistenza domiciliare per offrire un luogo specifico, a carattere semiresidenziale, in cui
proporre agli anziani attività socializzanti, la possibilità di pranzare, di vivere relazioni
interpersonali estranee al contesto domestico, assicurando anche alla famiglia un momento di
sollievo.
Il Centro, attivo dal 2000, denominato “Il Girasole”, è stato affidato alla Cooperativa San
Saturnino con un finanziamento pari a € 182.000,00 annui.
I fondi afferiscono al bilancio comunale ordinario.
Comprende un servizio di trasporto gratuito destinato agli anziani privi dell’accompagno dei
famigliari o prossimi alla non autosufficienza.
Il servizio organizza una serie di laboratori, di attività ricreative e socializzanti, con attenzione
alla riabilitazione motoria, cognitiva e di contrasto del decadimento psicofisico, cercando di
stimolare le capacità residue.
Alcuni laboratori sono di taglio “intergenerazionale” e questo ha consentito di creare una fattiva
collaborazione con alcune scuole del territorio.
A dicembre 2007 gli iscritti complessivi erano n. 40; la presenza media giornaliera si attesta sui
25 partecipanti, compresa la permanenza al pranzo.
La frequenza variabile è giustificata dall’interesse degli anziani ai diversi laboratori e corsi e dalla
loro frequentazione non giornaliera.
Attualmente sono in lista d’attesa n. 7 anziani.
Gli anziani che desiderano usufruirne possono essere in temporanea o permanente condizione di
parziale autosufficienza; la domanda può essere presentata in qualsiasi momento dell’anno, è
accolta e valutata dal Servizio Sociale professionale che, in accordo con gli operatori del Centro
Diurno, definiscono un piano di intervento individualizzato, con adeguati programmi di
socializzazione.
La collocazione del Centro “Il Girasole” consente di essere facilmente raggiunto dai cittadini
provenienti dai quartieri Vescovio, Trieste ed Africano.
Tuttavia la difficoltà manifestata da molti anziani, residenti in altri quartieri, a raggiungere il
Centro diurno e l’aumento della richiesta di inseriment, hanno stimolato il municipio alla
progettazione di un secondo Centro, denominato “ Lo Scacciapensieri”, attivato nei quartieri
Flaminio - Villaggio Olimpico – Parioli., In queste zone, attualmente l’unica risorsa per gli
anziani è il Centro Sociale, sito in Via degli Olimpionici, che offre un servizio ben diverso da
quello che può proporre un Centro Diurno per anziani fragili , perché indirizzato ad un target
diverso.
Alcuni laboratori sono di taglio “intergenerazionale” : si è così creata una fattiva collaborazione
con alcune risorse e realtà sociali del territorio.
La presenza media giornaliera si attesta sui 22 partecipanti, compresa la permanenza al pranzo.
Gli anziani che desiderano usufruirne possono essere in temporanea o permanente condizione di
parziale autosufficienza.
La domanda può essere presentata in qualsiasi momento dell’anno, è accolta e valutata dal
Servizio Sociale professionale, dall’Assistente Sociale responsabile del progetto che, in accordo
con gli operatori del Centro Diurno, definisce un piano di intervento individualizzato, con
adeguati programmi di socializzazione.
Al 31.12.2007 gli anziani frequentanti sono n. 25.
Attualmente non esiste lista di attesa.
Un altro servizio rivolto alla popolazione anziana del territorio, fondato sul principio
dell’integrazione socio-sanitaria, è il
Centro Diurno per Malati di Alzheimer e Demenze Senili correlate “La Pineta argentata”
Nasce il 2 Dicembre 2002, attraverso un programma diffuso del Dipartimento V, come presa in
carico delle patologie in questione, collocato nel territorio del IV Municipio; è affidato alla
Cooperativa Sociale “ Il Cigno”; la struttura è ubicata nel complesso della Casa di riposo
comunale, in Via di Casal Boccone 112.
Il Centro è un servizio integrato gestito dal Dipartimento V, dalla Asl Rm/A e dai Municipi I, II,
III e IV, secondo un accordo di programma concordato; è previsto un servizio di trasporto gestito
sempre direttamente dall’Amministrazione Comunale.
La capienza giornaliera massima è di 20/22 persone; ciascuna può frequentare per un periodo di
tempo definito dalla valutazione multidimensionale socio-sanitaria, la presenza è di 2 o 3 volte a
settimane, in base alle esigenze della famiglia.
Inoltre, il personale dei Municipi coinvolti e quello della Asl hanno costituito una unità valutativa
geriatrica che provvede alla citata valutazione multidimensionale degli interventi integrati.
E’ necessario stabilire il grado di gravità del disturbo (il target previsto è per persone con disturbi
medio-lievi), individuare in base ad esso un piano di intervento individualizzato e concordarlo con
la famiglia e con gli operatori.
È importante sottolineare che qualora non sia possibile accogliere la richiesta di alcuni anziani
poiché portatori di un disturbo di livello grave, l’equipe si occupa di indirizzare la famiglia ad
altre realtà del territorio, dapprima a quelle associazioni che sono operative nel settore come l’
AIMA - ROMA ONLUS e la Associazione Alzheimer Roma Onlus , attori fondamentali della rete
sociale.
Le attività organizzate all’interno del Centro sono:
assistenza generica alla persona,
cura dell’igiene personale e dell’alimentazione,
somministrazione di cure mediche, terapie psicologiche e di sostegno al nucleo familiare,
terapie occupazionali e ricreative,
stimolazione motoria e cognitiva attraverso terapie specifiche,
ginnastica dolce,
musicoterapia.
Oltre all’intervento sul malato, l’obiettivo è quello di sostenere la famiglia e di concederle
momenti di sollievo.
Ulteriore obiettivo è di migliorare le condizioni di vita del paziente, evitando di compromettere
ulteriormente le facoltà motorie e mentali, evitare l’isolamento totale e l’abbandono pratico e
morale della famiglia del malato.
Al 31.12.2007 sono inseriti n. 7 anziani residenti nel Municipio II, abitanti nei quartieri
Africano, Flaminio e Villaggio Olimpico.
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
Le persone anziane residenti nei quartieri Vescovio, Trieste e Nomentano possono presentare
domanda di inserimento presso il Centro Diurno “S. Eufemia”, sito in Via Guattani (nel
territorio del Municipio Roma III).
Ad oggi vi sono inserite n. 6 persone anziane.
E’ stato inoltre predisposto un progetto per l’apertura di un Centro Diurno presso il territorio
del nostro Municipio. Sono in corso le verifiche tecniche di fattibilità negli spazi individuati.
Per approfondimenti vedere la scheda progettuale in allegato al Piano.
In attesa dell’apertura di un Centro specifico per i malati di Alzheimer, il Municipio aveva già
predisposto un progetto di sostegno alle famiglie di questi pazienti denominato:
TARGET DI RIFERIMENTO:
Anziani residenti nel Municipio II, parzialmente autosufficienti e/o con problematiche di demenza
medio - grave.
Gli obiettivi progettuali sono:
• Offrire momenti di sollievo ai familiari;
• Contenere il decadimento psico - fisico della persona anziana;
• Stimolare l’anziano a recuperare una dimensione sociale ed eventuali capacità residue;
• Evitare istituzionalizzazioni improprie.
Organizzato attraverso la costituzione di piccoli gruppi di anziani (max. 6) con problematiche di
Alzheimer e/o demenze correlate, offre loro la possibilità di incontrarsi il sabato e/o la domenica in
situazioni di semi residenzialità.In tali contesti si svolgono attività di accoglienza e di stimolo delle
capacità cognitive e relazionali residue.
Gli ospiti sono coinvolti in attività di terapia occupazionale.
Vengono realizzati laboratori specifici: decoupage, pittura, lavoro a maglia per stimolare la
manualità residua, lettura individuale e di gruppo per stimolare le capacità attentive e mnemoniche,
ginnastica dolce per stimolare la psicomotricità .
E’ prevista la somministrazione dei pasti.
La metodologia utilizzata è improntata al lavoro di rete ed al potenziamento dell’empowerment
individuale, di gruppo e di comunità.
Viene anche attivato un raccordo con la rete familiare, sociale e sanitaria che ruota intorno alla
persona anziana.
Per la realizzazione del servizio sono stati impiegati operatori con specifica preparazione
professionale, con esperienze formative e lavorative nel campo dell’Alzheimer.
Al fine di un’ottimizzazione dei costi, in relazione alle riflessioni emerse nei tavoli di co
progettazione, si è ritenuto opportuno utilizzare la sede di un Centro Diurno per anziani fragili,
già attivo nel territorio del Municipio, nei giorni di chiusura (sabato e domenica).
Ciò ha consentito l’abbattimento dei costi relativi alle spese di affitto, condominio, utenze varie ed
attrezzature.
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
Comprende tutti gli interventi ed i servizi che si svolgono a domicilio dell’anziano e che consentono
di garantirne la permanenza a casa. Si articola in diversi progetti con finalità e fondi diversificati:
Il servizio si articola in interventi domiciliari, con l’obiettivo di mantenere la persona anziana nel
suo ambiente familiare, attraverso la cura ed il sostegno all’anziano e alla sua famiglia.
Il servizio SAISA (Servizio per l’Autonomia e l’Integrazione Sociale per le persone Anziane),
finanziato con i fondi di bilancio Comunale assegnati al Municipio, è affidato alla Cooperativa
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
Il target di riferimento sono i cittadini anziani parzialmente autosufficienti e/o ai limiti della
parziale autonomia, residenti nel Municipio II, o totalmente non autosufficienti in maniera stabile
e/o temporanea.
Gli obiettivi del progetto sono:
70
Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
Si tratta di piani di intervento domiciliari a termine ( max. due mesi ) destinati ad anziani per i
quali non è possibile attivare immediatamente l’assistenza domiciliare richiesta e che, quindi, si
trovano in lista di attesa.
Mentre “attendono”, gli anziani possono andare incontro a peggioramenti e/o difficoltà temporanee
( cadute, influenze, pratiche burocratiche urgenti, prescrizioni sanitarie, accompagnamenti per
terapie).
Il risultato ottenuto è stato quello di una risposta adeguata a situazioni di emergenza e ha fornito
supporto e sollievo agli anziani ed alle loro famiglie.
TARGET DI RIFERIMENTO:
Anziani residenti nel Municipio II parzialmente autosufficienti e/o ai limiti della parziale
autonomia, o totalmente non autosufficienti in maniera stabile o temporanea, che hanno già
presentato domanda per il servizio di assistenza domiciliare e che, al momento, si trovano in lista di
attesa.
Obiettivi progettuali:
• Offrire soluzioni in situazioni di emergenza ( cadute, stati influenzali, ecc…);
• Prevenire il decadimento psico - fisico della persona anziana;
• Offrire sollievo ai familiari (care giver);
• Evitare istituzionalizzazioni improprie.
Nel corso del 2007 hanno usufruito di questo intervento n. 40 persone.
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
Da gennaio 2008 tale convenzione non è più stata operativo ed il Municipio si è fatto carico, con i
fondi del bilancio ordinario SAISA, dei 13 pacchetti di intervento esistenti, evitando di lasciare
sole le persone, in condizioni psicofisiche piuttosto precarie.
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
TUTTI A CASA E NON PIU’ SOLI : Una risorsa preziosa ed utile è costituita
dall’attività svolta dai giovani volontari del servizio civile nazionale che il municipio II ha
inserito anche in un progetto di sostegno agli anziani.
Fino al 3.12.2007 il Settore anziani del Municipio ha avuto a sua disposizione 4 giovani volontari
per fornire un servizio di assistenza domiciliare leggera, denominato “Tutti a casa e non più soli”,
a 27 utenti anziani della lista d’attesa.
Si trattava comunque di anziani con condizioni di disagio medio-lieve e che necessitavano del
sostegno per il disbrigo di questioni pratiche, spesa, compagnia, accompagnamenti vari
Gli anziani che hanno usufruito di questa risorsa non sono stati però eliminati dalla lista d’attesa,
per il carattere di temporaneità del servizio fornito inoltre l’interruzione del progetto per l’anno
2008, comporterà il loro inserimento in altri servizi di assistenza domiciliare.
Il servizio si è rivelato comunque molto utile, gradito agli anziani ed estremamente “formativo”
sotto ogni punto di vista per i giovani volontari che vi hanno aderito, pertanto il Municipio ha
ripresentato il progetto all’ufficio centrale di servizio civile del Comune di Roma, auspicando per il
futuro di poterlo riattivare
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
Risulta perciò necessario stipulare un protocollo di intesa per definire: competenze dei singoli
Servizi coinvolti, modalità operative, responsabilità in caso di mancato intervento ed eventuali
oneri finanziari.
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
La Cooperativa Sociale San Saturnino ha attivato dal 15 giugno 2002, insieme ad altre 14
cooperative romane, la ”Rete di Città Visibile per la Comunicazione Sociale”, denominata
“Penelope.”
Attraverso questa rete si intende fornire ai cittadini uno spazio di accoglienza, informazione e
orientamento sulle risorse e i servizi presenti sul territorio con il duplice obiettivo di potenziare, da
un lato, la rete dei servizi stessi e dall’altro, di promuovere il reale esercizio del diritto di scelta dei
cittadini, delle famiglie e della comunità.
Il lavoro dei Centri informativi ha come principali obiettivi quello di favorire la fruizione dei
servizi sociali alle fasce deboli o marginali della popolazione; diffondere conoscenza e
informazione; raggiungere tutti i cittadini e non solo quelli che sono individuati secondo un
particolare problema; contribuire alla crescita dei territori attraverso politiche sociali che siano a
conoscenza di quanto esiste nello specifico Municipio e tengano conto dei bisogni reali della
popolazione.
Destinatari:
La famiglia, quale realtà in cui sono presenti le diverse età e, dunque, una molteplicità di situazioni
e di bisogni correlati.
E’ individuata come uno dei principali destinatari del Centro Informativo.
Attraverso il Centro si intende offrire orientamento nella risoluzione dei bisogni informativi legati
alla “quotidianità” della vita familiare, spesso connessi a momenti di “crisi” .
Attività:
Accoglienza, ascolto, informazione, e orientamento relativi alle risorse formali ed informali
presenti sul territorio in relazione alle seguenti aree: sociale, sanità, scuola, cultura e tempo
libero
Mappatura costante con immediato aggiornamento dei dati rispetto ai servizi pubblici e
privati esistenti nel II Municipio e zone limitrofe
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
CENTRO WELCOME
Via Panama, 13 tel. 06.85358586
E’ un’associazione di volontariato che si rivolge agli stranieri, con un’attenzione particolare alle
famiglie immigrate ed ai problemi di salute dei componenti, soprattutto donne, bambini e anziani.
E’ una risorsa territoriale utilizzata dai servizi del nostro Municipio.
Insieme con te
Via Nizza, 152 tel. 06.8552925
Offre attività di sostegno, relazionali e di animazione in strutture riabilitative, accoglienza
temporanea, informazione, ascolto, sostegno psicologico ed auto-tutela dei cittadini.
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
Nel corso del 2007 sono pervenute molte richieste di intervento sociale da parte della Sala
Operativa per casi di anziani a forte rischio di esclusione sociale.
Il progetto Pony della Solidarietà/“Nonna Roma” è un servizio gratuito è rivolto agli over 65 ed è
finalizzato a fornire a domicilio dell'anziano, compagnia, accompagnamento e disbrigo piccole
pratiche quotidiane attraverso il servizio di volontari.
I Pony della Solidarietà costituiscono un supporto alle reti dei servizi professionali nelle attività di
"aiuto leggero", poiché assicurano alle persone anziane sole la possibilità di vivere in un tessuto
sociale caratterizzato dalla solidarietà, dalla compagnia e dal "buon vicinato".
Il servizio era inizialmente nato per rispondere alla emergenza estiva relativa ai mesi di luglio e
Agosto.
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
Dal 1 gennaio 2008 hanno usufruito di tale servizio (soprattutto per l’accompagnamento a visite
mediche) n. 183 anziani del Municipio.
Nel corso del 2007 il totale delle richieste del Municipio è stato di 473, il 3,8% di assistenza
leggera, il 7,9% di trasporto , per un totale di incidenza di richieste di trasporto del 79% e del
21% di richieste di assistenza leggera.
Dati forniti dall’Assessorato Politiche Sociali e Promozione della Salute - Casa del Volontariato/
Progetto Pony del Volontariato.
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
Molte famiglie del Municipio, con a casa delle persone anziane, soprattutto non autosufficienti,
hanno richiesto tale servizio, rinunciando al servizio di Assistenza Domiciliare e preferendo
un’assistenza continuativa più stabile e sicura.
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
LA SPESA A DOMICILIO
Le Case di Riposo rappresentano uno dei cardini del sistema assistenziale. Il Comune di Roma
gestisce direttamente 3 Case di Riposo ed una Comunità Alloggio per anziani:
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
Per poter essere ammessi nelle Case di riposo comunali occorre possedere i seguenti requisiti:
Davanti alle scuole materne, elementari e medie della città sono presenti ogni giorno, anche
per l'anno scolastico 2008/2009, oltre 2000 anziani volontari, in collaborazione con 9
associazioni di volontariato cittadine.
Il progetto, partito sperimentalmente nell'anno scolastico 2001/2002, è giunto ormai al quinto anno
di attività, vede complessivamente impegnati oltre 2.000 anziani volontari.
Il servizio aveva visto l'avvio nel settembre 2001, impegnando all'epoca 500 volontari davanti a 100
scuole della città.
Il compito dei volontari è quello di assistere i bambini all'entrata ed all'uscita di scuola, offrendo
così un punto di riferimento per affrontare e risolvere piccoli problemi di ogni genere.
Un aiuto concreto anche per le famiglie, che possono con maggior tranquillità accompagnare i loro
bambini a scuola, sapendo di poter contare su volontari che li aiutano ad attraversare la strada o ad
aspettare all'uscita l'arrivo dei genitori. Inoltre i volontari hanno il compito di segnalare agli uffici
competenti problemi di vario genere relativi alle condizioni delle zone circostanti gli edifici
scolastici (degrado ed altre situazioni di difficoltà). Ciò permette loro anche di presentare proposte
di miglioramento dell'ambiente urbano, dall'indicazione di un miglior posizionamento dei segnali
stradali all'indicazioni di guasti dell'illuminazione pubblica, solo per citare alcuni esempi.
Tutti i volontari, che prestano il loro servizio in forma gratuita, hanno seguito un corso di
formazione specifico. Sono dotati di un giaccone identificativo (fratino giallo), e sono
costantemente in contatto - tramite cellulare - con la rete di coordinamento.
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
L'iniziativa prevede per ogni scuola interessata un "pool" di 5 volontari che si alternano per
garantire la presenza ogni giorno. Un coordinatore gestisce l'intervento di ogni gruppo di scuole del
Municipio.
I volontari anziani hanno un'età media di 67 anni (il più anziano ne ha 84) e tra di loro è possibile
contare una maggioranza di uomini (67%). Solo il 30% aveva precedenti esperienze di volontariato
Un'esperienza decisamente positiva visto che il 95% dei volontari impegnati lo scorso anno ha
riconfermato la propria disponibilità per questo anno scolastico.
Le scuole, materne, elementari e medie, sono state scelte in base alle segnalazioni pervenute da
Assessorato alle Politiche Educative, Municipi, Comandi della Polizia Municipale e famiglie.
Nel corso dell'anno è possibile comunque per altre scuole della città richiedere la presenza del
servizio. La presenza dei volontari davanti alle scuole sarà garantita ogni giorno nell'orario di
entrata (8.00-8.45) e in quello di uscita (12.15-12.50 o 16.00-16.30 per le scuole che hanno il tempo
pieno).
Il progetto, coordinato dalla Casa Comunale del Volontariato, prevede la partecipazione di nove
associazioni (Auser Lazio, Anteas, ADA, Insieme Fidam, Sant'Ignazio, Insieme per la solidarietà,
Arvuc, V.V. Mae ed Età Libera).
Tutti gli anziani della città possono offrire la loro disponibilità al servizio telefonando alla
Casa del Volontariato - tel. 06.3722654
dal lun. al ven. ore 9.00-18.00.
Saranno richiamati per un colloquio preliminare cui seguirà un corso di formazione al termine del
quale diventeranno anche loro "volontari civici".
Progetto Penelope
Consiste in centri di informazione sulle risorse sociali, sanitarie, del privato sociale e del
volontariato del territorio e della città, promossi dal Comune di Roma e realizzati da “Città
Visibile”, un’associazione di imprese sociali costituita da 19 cooperative sociali romane.
Ci si può rivolgere direttamente o telefonicamente.
Dove?
I Centri Penelope sono attualmente presenti in 10 Municipi del Comune di Roma
Municipio II
Coop. Sociale “S. Saturnino” Tel. 06.8602690
e-mail: penelope2@retepenelope.it
lun. merc. sab. 9.00/12.30
giov. 15.30/18.30
Molti anziani del Municipio si sono rivolti a tale servizio per essere aiutati nella ricerca di risorse
private( soprattutto per la ricerca di assistenti familiari fisso e per servizi domiciliari notturni).
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
BUONO CASA
Consiste in contributi integrativi per il sostegno al pagamento del canone d'affitto (legge n. 431 del
9/12/98/, art. 11).
E’un contributo economico di sostegno per il pagamento dell’affitto, proporzionale al reddito e al
canone pagato.
I contributi integrativi per il canone d’affitto sono regolati dalla legge n. 431 del 9/12/1998, art. 11.
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
Chi ne usufruisce?
- Gli anziani con più di 75 anni, titolari di assegno/pensione sociale che vivono soli, o con coniuge o
altro familiare privi di reddito (l’80% del fondo è destinato a questa categoria di persone).
- Nuclei familiari, persone singole, anziani e invalidi in situazione di disagio socio-economico, per
interventi straordinari relativi alle utenze gas per cottura e riscaldamento (il 20% del fondo è
destinato a questa categoria di persone).
Come si ottiene il contributo?
- Gli anziani ultrasettantacinquenni riceveranno direttamente i benefici economici sulla bolletta
della fornitura del gas, accompagnata da una lettera informativa.
- Nel secondo caso, i servizi sociali del Municipio valuteranno le varie situazioni personali,
erogando contributi economici secondo quanto previsto dalla Del. 154/97.
L’anziano a basso reddito o disabile, con meno di 75 anni si dovrà quindi rivolgere ai servizi sociali
del proprio Municipio di residenza e fare domanda di contributo economico.
Nel Municipio II , al 30.11.2007, hanno usufruito di tale sostegno n. 15 anziani
78 Le necessità economiche
Riduzione del canone telefonico
I nuclei familiari con un anziano che percepisce la pensione sociale o un anziano al di sopra di 75
anni di età con un reddito annuo non superiore a € 6.713,93 (circa 13.000.000 di lire).
Come si richiede?
È necessario inviare a mezzo raccomandata alla Telecom il modulo compilato, un’attestazione
rilasciata dall’INPS, da un centro di assistenza fiscale (CAF), o dal comune, contenente tutte le
informazioni necessarie per il calcolo dell’Indicatore di Situazione Economica Equivalente ossia del
reddito e la fotocopia di un documento di riconoscimento.
Le necessità economiche 79
Esenzione dal ticket
Esenzione sulle analisi, lastre, ecografie, visite specialistiche, diagnostica in genere, possono essere
richieste per le seguenti categorie:
1. Età superiore ai 65 anni e reddito lordo inferiore a € 36.151, pari a 70.000.000 di lire
2. Età superiore ai 60 anni, titolari di pensione al minimo con reddito lordo inferiore a € 8.624, pari
a 16.000.000 di lire per il singolo € 11.362, pari a 22.000.000 di lire
3. Familiari a carico di cittadiini titolari di pensione sociale o assegno sociale
4. Invalidi civili con percentuale maggiore del 67%, ciechi parziali e sordomuti
5. Invalidi di guerra
6. Grandi invalidi per servizio o per lavoro
7. Persone affette da alcune patologie (carcinoma, ipertensione, diabete ed altre); in tal caso
l’esenzione riguarda gli accertamenti diagnostici e le visite relative alla patologia.
Come si richiede?
Tutte le esenzioni devono essere documentate con un tesserino che viene rilasciato dagli Uffici
Esenzioni della ASL di residenza dell’interessato.
- Per le esenzioni per reddito è necessario presentare un’autocertificazione.
Talvolta anche senza cartellino di esenzione, le ASL accettano di non far pagare gli aventi diritto,
previa firma dell’interessato dietro la ricetta medica (che autocertifica i propri redditi di volta in
volta)
- Per le esenzioni per invalidità è necessario presentare il verbale
- Per le esenzioni per patologia è necessario presentare un certificato medico specialistico.
86
Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
Edilizia popolare
(il servizio Alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica, in affitto a canoni agevolati)
Tutti i cittadini italiani residenti anagraficamente o che lavorano nel Comune di Roma e gli stranieri
regolarmente soggiornanti, o in possesso di carta di soggiorno.
Le domande vanno fatte su apposito modello distribuito presso gli Uffici URP e spedite tramite
raccomandata con ricevuta di ritorno.
Il bando non ha termini di chiusura.
Due volte l’anno vengono fatte le graduatorie delle domande pervenute entro il 31 maggio ed entro
il 31 dicembre.
Per informazioni sulle assegnazioni degli alloggi si può contattare l’Ufficio del Consigliere delegato
per le emergenze abitative; Via della Civiltà del Lavoro, 4a o a Via dell’Urbanistica, 18 martedì ore
9.00/13.00 e giovedì ore 9.00/16.00 Tel. 06.67106114/5.
Nel 2007 due anziane, sfrattate e assistite a livello socio economico, dal settore anziani del
Municipio II, hanno ottenuto alloggio popolare.
Sfratto
Lo sfratto è l’atto giuridico con il quale il proprietario di un immobile fa valere il suo diritto al
rilascio dello stesso da parte dell’affittuario.
Lo sfratto può essere intimato all’affittuario sia in caso di scadenza del contratto d’affitto sia per la
morosità (mancato pagamento della pigione).
In caso di scadenza del contratto d’affitto si deve parlare più precisamente di licenza per finita
locazione. Tale atto può essere notificato anche prima della scadenza del contratto, con la
contestuale
citazione per la convalida dello sfratto.
87
Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
In caso di sfratto per morosità l’atto deve essere notificato con le stesse modalità precedenti e con lo
stesso atto il proprietario della casa può ottenere l’ingiunzione per il pagamento delle pigioni
non pagate.
In caso di sfratto:
1) Si può presentare la richiesta di proroga dello sfratto.
L’istanza va presentata personalmente o tramite un difensore presso gli uffici della Pretura su
apposito modulo. È opportuno rivolgersi ad un sindacato, per avere l’assistenza legale.
2) Si può fare opposizione allo sfratto.
Con il provvedimento, che ordina all'inquilino di rilasciare l'appartamento, il Giudice indica anche
la data di rilascio.
Questa data non è prorogabile nei casi di necessità, morosità e inadempienza contrattuale.
La data può essere, invece, prorogata per gli sfratti per finita locazione, nei Comuni ad alta tensione
abitativa e nei capoluoghi di provincia, in particolare rispetto ai vecchi contratti (c’è qualche
discussione in merito alla possibilità di prorogare lo sfratto per finita locazione sui nuovi contratti).
In questo caso si può chiedere al Magistrato che fissi nuovamente il termine di rilascio, concedendo
quindi una proroga, che normalmente non può superare i sei mesi, ma in alcuni casi specifici
di bisogno sociale (anziani ultrasessantacinquenni, invalidi civili, disoccupati e cassaintegrati, ecc.)
può arrivare al termine lungo di diciotto mesi. Alla domanda si deve allegare, oltre che le
attestazioni di reddito e la certificazione sulla composizione familiare, ogni altro documento utile ai
fini della valutazione dello stato di bisogno e della necessità della proroga.
Esecuzione dello sfratto
Esauriti tutti i termini di proroga, dopo la data di fissazione del rilascio stabilita dal Giudice, se
l'inquilino non riconsegna l'immobile, il proprietario ha diritto ad eseguire forzatamente il
provvedimento, con l'Ufficiale Giudiziario e con l'ausilio della Forza pubblica.
La problematica degli sfratti in questo Municipio sta diventando un reale problema.
Il luogo comune che le persone anziane non vengono sfrattate è da sfatare.
Sono in aumento le segnalazioni da parte dei vari Commissariati di quartiere e degli Ufficiali
Giudiziari di accessi domiciliari per finita locazione o, soprattutto, per morosità.
Le eventuali proroghe a tali provvedimenti necessitano, attraverso valutazioni individualizzate dei
casi sociali segnalati e conosciuti, l’individuazione di soluzioni alternative che, per le persone
anziane, sono assai limitate.
I canoni di locazione sono elevatissimi e l’attivazione di nuovi contratti di affitto a persone anziane
è piuttosto improbabile.
Gli anziani soli e privi di riferimenti familiari significativi, in grado di sostenere economicamente
gli anziani sono in aumento, pertanto, tale situazione risulta essere un nuovo rischio sociale da
considerare e contenere.
La proposta progettuale di consolidamento della Comunità alloggio è in linea con questa emergenza
sociale oramai in aumento.
a casa 101
SINDACATI INQUILINI CHE FORNISCONO ASSISTENZA E CONSULENZA LEGALE
SUNIA (area CGIL)
Via Galilei, 55 - Roma Tel. 06.70495228 - 06.70450383
SICET Sindacato Inquilini Casa Tel. 06.4958736 - 06.4958701 e Territori (area CISL) Fax
06.4958646 Via Cattaneo Carlo, 23 – Roma
ANIA Associazione Tel. 06.5757360 - 06.57300454
Nazionale Inquilini ed Assegnatari Sede Nazionale
Via Giovanni Da Empoli, 33-Roma
UNIAT Unione Nazionale inquilini Ambiente e Territorio (area UIL)
88
Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
UFFICIALE GIUDIZIARIO
Viale Giulio Cesare, 52 Tel. 06.3720465 - 06.37352467
Notifica di atti giudiziari Atti urgenti in scadenza dal lun. al ven. 8.00/12.00 sabato 8.00/9.00
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
Gli Hospice
Sono strutture di ricovero per malati oncologici in fase terminale, in cui è prevista l’assistenza
continua da parte dei parenti, che organizzano anche un servizio di assistenza domiciliare.
ASL RM/A
S. Antonio da Padova
Via Mecenate, 14
Tel. 06.4872413
La domanda deve essere presentata direttamente alla struttura San Francesca Romana Vicolo del
Canale, 14 Tel. 06.5883436
La domanda deve essere presentata al CAD della ASL RM/A IV Distretto
S. Francesco Caracciolo Viale Tirreno, 200
Tel. 06.8172526
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
• Con il 67% ed oltre: a richiedere la tessera Metrebus a costo agevolato, all’esenzione sulle analisi,
lastre, ecc.
• Con il 75% ed oltre: alla riduzione della tassa comunale per la nettezza urbana, alla riduzione
dell’ICI.
• Con il 100% dell’invalidità :
dall’esenzione totale del Ticket, alla riduzione del prezzo dei treni (carta blu), all’esenzione dal
bollo automobilistico, all’acquisto di autovettura con IVA agevolata al 4%, al contributo per
l’abbattimento delle barriere architettoniche, alla tessera Metrebus a costo agevolato e viaggio
gratuito per l’accompagnatore, ai buoni taxi.
• Con il 100% dell’invalidità e l’incapacità a compiere gli atti quotidiani della vita o a deambulare
senza l’aiuto permanente di un accompagnatore (sul verbale è barrato il codice 5 oppure 6 e viene
fatto riferimento alla legge 18/80) si ha diritto all’indennità di accompagnamento. Assistenza
Sanitaria
Che cos’è l’indennità di accompagnamento
È un’indennità economica mensile che viene data all’invalido perché la utilizzi come ritiene più
opportuno per la propria assistenza: viene concessa alle persone riconosciute invalide al 100%, non
deambulanti autonomamente e/o non in grado di compiere gli atti quotidiani della vita.
Ogni anno l’importo dell’indennità è rivalutato.
Tale contributo non è vincolato a limiti di reddito e di età, può percepirlo anche chi è titolare di altre
pensioni o rendite.
Ulteriore requisito indispensabile è che il richiedente non sia ricoverato in via continuativa presso
case di cura con retta a carico di EntiPubblici.
Come si richiede?
La domanda per il riconoscimento dell’invalidità civile deve essere presentata all’Ufficio Invalidi
Civili, compilando un apposito modulo (disponibile presso tutte le ASL), in cui barrare le seguenti
caselle:
■ riconoscimento, ■ invalido civile.
È utile barrare anche la casella ■ legge 104/93, che consente all’anziano cui viene riconosciuto lo
stato, di avere alcune agevolazioni e a parenti e affini di persone gravemente invalide, anche non
conviventi,
di fruire di alcuni benefici sul lavoro.
È necessario allegare alla domanda: 1) la fotocopia di un documento valido di riconoscimento;
2) il certificato del medico curante o di un medico di una struttura pubblica con data non anteriore ai
tre mesi, attestante le patologie per le quali si chiede il riconoscimento dell’invalidità.
Nel caso in cui si intenda chiedere l’indennità di accompagnamento il certificato deve riportare la
seguente dicitura:”Necessita di assistenza continuativa, non essendo in grado di compiere gli atti
quotidiani della vita”, oppure ”Necessita di assistenza continuativa, in quanto non deambulante
e quindi non in grado di compiere gli atti quotidiani della vita”. 137
Se la visita della commissione deve essere fatta al domicilio, il medico curante lo deve specificare
sul certificato.
Se la patologia dell’anziano lo pone in pericolo di vita, il medico può aggiungere che è necessaria la
procedura d’urgenza.
Al momento della presentazione della domanda, l’Ufficio Invalidi Civili rilascia una ricevuta, in cui
sono indicati la data e il numero di protocollo.
È importante conservare questa ricevuta, perché offre la possibilità, esibendola, di richiedere alcuni
ausili, anche prima del riconoscimento dell’invalidità.
La visita
92
Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
Dopo un periodo di tempo (mediamente circa tre mesi) dalla presentazione della domanda, al
richiedente viene comunicata la data e il luogo della visita tramite lettera raccomandata.
È necessario portare al momento della visita:
- cartelle cliniche
- eventuali accertamenti radiografici
- eventuali esami specialistici
- eventuali relazioni o certificazioni redatte da medici specialisti.
È preferibile che la documentazione sia rilasciata da Enti Pubblici.
Durante la visita medica è possibile farsi assistere da un medico di fiducia.
La documentazione sanitaria deve essere presentata in originale, ma una copia di essa verrà
trattenuta dalla Commissione, pertanto è opportuno farne precedentemente una fotocopia.
Nel caso in cui la commissione medica riscontri che l’invalidità è suscettibile di modificazioni nel
tempo, fissa un termine, alla cui scadenza, la persona sarà riconvocata a visita e sottoposta a nuovi
accertamenti sanitari.
L’aggravamento
In caso di peggioramento delle condizioni di salute dell’anziano e dell’invalidità, già riconosciuta
dalla Commissione della ASL, può essere presentata una richiesta di aggravamento.
La domanda deve essere presentata compilando l’apposito modulo con allegati: Sanitaria
1) la fotocopia del precedente verbale d’invalidità;
2) la fotocopia di un documento di riconoscimento;
3) il certificato del medico curante e la documentazione medica che attestano l’aggravamento delle
patologie per le quali la persona è già stata riconosciuta invalida o l’eventuale insorgenza di altre
patologie.
Dove si richiede?
La domanda per il riconoscimento dell’invalidità civile e la richiesta di aggravamento si devono
presentare all’Ufficio Invalidi Civili della ASL di residenza.
La risposta della visita dell’invalidità
L’accertamento da parte delle Commissioni ASL deve concludersi entro nove mesi dalla
presentazione della domanda (DPR 21 settembre 1994 n. 698).
La Commissione medica che ha visitato l’anziano e preso visione della documentazione sanitaria
esprime un giudizio medico legale, indica una percentuale di invalidità e redige un verbale. Il parere
espresso dalla Commissione di Prima Istanza deve essere convalidato dalla Commissione Medica di
verifica del Ministero del Tesoro, che opera in Roma, Via di Villa Fonseca 3, cui viene inviata una
copia del verbale.
Tale Commissione può richiamare a visita l’anziano, se lo ritiene opportuno, oppure confermare il
parere espresso nel verbale dalla Commissione della ASL.
Il verbale dell’invalidità viene inviato a casa del richiedente per raccomandata:
esso contiene
1) l’indicazione delle malattie che la Commissione Medica ha riscontrato;
2) la percentuale di invalidità che è stata riconosciuta
al richiedente;
3) il riconoscimento o meno del diritto all’indennità d’accompagnamento. DISTRETTI DIRIZZ
Se viene riconosciuto il diritto all’indennità di accompagnamento
Se il diritto all’indennità è stato riconosciuto, dopo il ricevimento del verbale di invalidità della
ASL, l’Ufficio INPS di zona invierà a casa dell’interessato dei moduli da compilare, in cui devono
essere riportati i requisiti socio-economici e la modalità scelta per la riscossione del contributo.
Vengono corrisposti tutti gli arretrati a partire dalla data della visita medica per l’accertamento
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
ANCESCAO
(Associazione Nazionale Centri Sociali Comitati Anziani e Orti)
Via Fioravanti, 14 - 40129 Bologna. Tel. 051.352178
Piazza S. Ignazio, 153 - 00186 Roma. Tel. 06.69380458
All’ANCESCAO aderiscono più di 1000 centri sociali e culturali per anziani, in tutta Italia, con
oltre 330.000 aderenti. Propone temi sociali e culturali, segue l’iter delle leggi di rilievo per gli
anziani.
Il fine principale è quello di aiutare gli anziani a vincere la solitudine e l’emarginazione
proprie dell’età.
95
Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
ANLA
Viale Ostiense, 131 - Roma Tel. 06.57305153
Segreteria Tel. 06.57250046 ore 9.00/12.30
È un’associazione nazionale riservata ai lavoratori anziani; offre servizi ed agevolazioni ai propri
soci e familiari.
Promuove e sostiene le iniziative della LAV, Associazione Lavoratori per il Volontariato, a sua
volta impegnata in:
attività di sostegno a persone sole e con handicap, in casa ed in strutture residenziali.
ANTEA
Via Mattia Battistini, 46 - Roma Tel. 06.66412303
Amministrazione e volontariato: Via Pienza, 281/283 Roma
Tel. 06.8100800 www.anteahospice.org
È una ONLUS composta da personale medico, paramedico e volontario, specializzato
nell’assistenza dei malati oncologici a domicilio.
Organizza:
- un servizio di ospedalizzazione a domicilio per malati oncologici terminali, comprese le cure
palliative;
- un hospice gratuito per i malati terminali con necessità di ricovero.
96
Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
AUSER Filo d’Argento ( telefono per l’informazione, la solidarietà, la tutela dei diritti degli
anziani)
Tel . 06.4815768
Ha una sede legale anche nel territorio del Municipio II in Via Nizza, 154.
Tel.. 06.8440771
- Ascolto telefonico;
- sostegno psicologico;
- informazioni su pratiche pensionistiche e sanitarie.
Esiste anche un numero verde gratuito - 800.995.988
97
Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
AUSER
(Associazione per l’autogestione dei servizi e la solidarietà)
Via Buonarroti, 12 - Roma Tel. 06.4888251
È un’associazione laica attiva soprattutto nel settore delle attività culturali. In particolare organizza:
- corsi di formazione per vigilanza e guida turistica nei musei;
- attività musicali;
- attività di assistenza sanitaria con personale volontario;
- corsi di formazione nei centri anziani;
- gruppi di auto aiuto.
Caritas Diocesana
Piazza San Giovanni in Laterano, 6 - Roma Tel. 06.69886138/112
06.69886417 (Comunicaz.) www.caritasroma.it
Promuove il volontariato, sia singolo che organizzato, nelle diverse aree dei bisogni della città,
attraverso attività di animazione e formazione.
Organizza centri di ascolto del bisogno presso le parrocchie, cui è possibile rivolgersi o sostenere
con il proprio aiuto. Gestisce mense sociali e centri di accoglienza per i bisognosi.
COMIDAN
(Comitato Italiano per I Diritti degli Anziani)
V.le F. Baldelli, 41 - Roma Tel. 06.5410603/06.5410603/288
Promosso dall’Ente Italiano di Servizio Sociale nel 1995, coordina e promuove iniziative in favore
di una cultura per l’anziano, con l’adesione di vari organismi nazionali e locali.
TELEFONO D’ARGENTO
Via Panama, 13 - Roma Tel. 06.844074229
98
Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
È un’associazione di volontariato attiva nei settori dell’assistenza sociale, socio sanitaria, della
beneficienza, dell’assistenza legale, della promozione culturale. Collabora con il Pony della
Solidarietà.
Opera nel Municipio II.
TELEVITA
Sede legale: presso la Parrocchia di San Frumenzio, in Via Cavriglia, 8 Roma
Sede operativa è: Via Lina Cavalieri 3a, Tel 06.8804877/791
Fax 06.8804844
e-mail: televita@romacivica.net - kamea@tiscalinet.it
sito internet: http://www.romacivica.net/televita/.
Associazione di matrice religiosa, operante prevalentemente nei territori del IV e II Municipio,
nell’assistenza ai bisognosi, in particolare agli anziani, dotando le persone seguite di telesoccorso e
assistenza telefonica.
È collegato con un gruppo di volontariato dal nome “Buon Samaritano”, che visita gli anziani e li
aiuta nella vita quotidiana.
UNITALSI
Via Luigi Lilio, 62 - Roma Tel . 06.51955963
L’associazione, che ha compiuto 100 anni nel 2003, è nata ed ha sempre operato per il trasporto
degli ammalati a Lourdes . volontariato, associazionismo
Organizza anche soggiorni di vacanza per persone non autosufficienti, per consentire alle famiglie
un periodo di sollievo e agli ammalati un periodo di riposo.
U.N.I.VO.C.
(Unione Nazionale Italiana Volontari pro Ciechi)
Sede legale: Via Borgognona, 38 - ROMA - Tel. 06.699881 - Fax 06.6786815
Sezione di Roma: Via Mentana, 2/B - ROMA Segreteria: 06.4940544
– 06.4469321 – 06.44361173 Volontariato: 06.4441678 – 06.490595 –
06.4456164 - numero verde 800701701
È una ONLUS, iscritta al registro delle organizzazioni di Volontariato.
99
Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
Come si prenota?
Telefonando con qualche giorno di anticipo alla Casa del Volontariato dal lunedì al venerdì dalle
ore 9.00 alle ore 18.00 - Tel. 06.3722154/06.3722654 o al numero unico del Comune di Roma
06.06.06.
Molti anziani del nostro Municipio hanno usufruito di questo servizio.
PATRONATI
- ITACO Via Messina, 19 Tel. 06.44250267
- ITAL Via Po, 162 Tel. 06.852331
Rispetto al pagamento dell’ISEE, previsto per l’attivazione dei servizi domiciliari e semiresidenziali
a favore delle persone anziane (Del. C.C. n. 535/’02), tutti gli anziani del Municipio che desiderano
usufruire dei servizi socio-assistenziali su indicati debbono rivolgersi a tali Centri.
Per gli anni 2006 e 2007 hanno contribuito al pagamento dei suindicati servizi n. 50 persone
anziane.
SINDACATI PENSIONATI
SPI - CGIL
Via Ricasoli, 7 - Roma - Tel. 06.4474001
FNP CISL ROMA E LAZIO
Via Alessandria, 26 - Tel. 06.44254001
UIL Pensionati
Via Cavour, 228/c - Tel. 06.4870897
101
Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
privato e pubblico, civile e penale, e che provvede a segnalare i singoli casi ai servizi territoriali
competenti. Offre assistenza psicologica.
Se un anziano ha subito un furto con scasso, gli operatori dello sportello possono provvedere alla
riparazione del danno e alla sostituzione della serratura di casa. Negli ultimi tempi ha offerto
consulenza anche su sfratti e amministratore
di sostegno.
A chi è rivolto il servizio
A tutti gli anziani residenti a Roma, vittime di reato.
Come contattare il servizio
Telefonare al numero 06.57305104 dal lunedì al venerdì ore 9.00/20.00; il sabato ore 9.00/13.00.
Durante la notte è attivo un servizio di segreteria telefonica, così da garantire l’attivazione degli
interventi nella giornata lavorativa successiva alla raccolta della richiesta.
Per alcuni casi particolarmente problematici il Servizio Sociale del municipio - Settore anziani si è
rivolto a tale sportello ed ha attivato una consulenza di sostegno alla gestione dei casi sociali più
problematici.
Ai fini della valutazione della qualità dei servizi, si inserisce un lavoro effettuato dal settore
anziani del Municipio II, relativo alla rilevazione della qualità dei servizi domiciliari:
negli anni 2003, 2004,2005 e 2006 si è voluto monitorare i livelli di qualità delle prestazioni
SAISA (servizio di assistenza domiciliare per anziani), effettuando un monitoraggio della
qualità erogata e percepita nel Servizio di Assistenza Domiciliare del Settore Anziani.
Il sistema di monitoraggio ha la finalità di fornire uno strumento indispensabile, sia per la gestione
dei servizi sia per la definizione degli obiettivi politici ed amministrativi.
Il sistema di rilevazione della qualità viene gestito attraverso:
il “monitoraggio della “qualità percepita
il “monitoraggio della “qualità erogata”
i cui risultati sono riportati nelle tabelle e nell’analisi dei risultati complessivi della rilevazione.
I dati si riferiscono all’anno 2006 e sono stati rilevati su un campione rappresentativo di 30
persone anziane, su una totalità di 120 persone.
Si è costituito un gruppo di lavoro all’interno del Servizio Sociale Professionale, formato da
operatori sociali (Assistenti Sociali ed Educatore Professionale) dei Settori Anziani, Minori,
Handicappati, afferenti al Servizio di Assistenza domiciliare.
102
Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
SESSO
MASCHI FEMMINE TOTALE
1 29 30 (campione)
ETA’
Meno di 55 Da 55 a 64 Da 65 a 74 Da 75 a 84 Oltre 85 TOTALE
0 1 2 17 10 30
0% 3,3% 6,7% 56,7% 33,3% 100%
TITOLO DI STUDIO
Nessuno Elementare Media Inf. Media Sup. Laurea TOTALE
0 18 9 3 0 30
0% 60% 30% 10% 0% 100%
STATO CIVILE
Celibe/Nubile Coniugato/a Separato/a Divorziato/a Vedovo/a TOTALE
7 1 0 2 20 30
23,5% 3,3% 0% 6,7% 66,8% 100%
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Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
Compagnia
Fuori casa
Socializza
personale
Collegam
Vigilanza
Comm.ni
Accomp.
strutture
sanitarie
pratiche
ospedal
Ass.per
ricoveri
farmaci
Igiene
Disbr.
spesa
zione
stico
TOTALE
14 11 4 4 13 9 2 0 0 3 60
Miglioramenti
Il Servizio va
Aumento ore
limitato Ass.
Turn-over
Maggiore
Ass.Dom.
Aumento
bene così
Cambio
diversi
settim.
domic.
Dom.
Altro
TOTALE
12 3 6 21 0 2 4 48
25% 6,25% 12,5% 43,75% 0% 4.4% 8.34% 100%
Dai dati rilevati sull’item - Miglioramenti da apportare al servizio alla persona anziana si
evidenziano i seguenti punti di criticità:
Dai valori numerici riscontrati emerge una prevalenza del 25% degli intervistati che richiede
un’aumento delle prestazioni settimanali.
Da rilevare che negli ultimi anni i servizi hanno potuto ottimizzare le risorse finanziarie
ottemperando a richieste di aumento di dotazione oraria settimanale, implementando la progettualità
in tal senso.
Ma è necessario evidenziare una continua richiesta di aiuto pertanto il fabbisogno non risulta mai
completamente esaudito.
Da qui le inevitabili liste di attesa e la necessità di affrontare l’urgenza nell’emergenza.
Il dato del Turn-over degli assistenti domiciliari, pari al 43,75% esprime la notevole richiesta
degli utenti ad un maggior rispetto della privacy e della riservatezza della persona assistita, sia per
quanto concerne la domiciliarità delle prestazioni che per la stessa intimità.
A fronte di questa richiesta, l’amministrazione ha richiesto a tutti gli Enti gestori, accreditati nel
Registro Municipale – settore anziani, la propria mission e, nello specifico, la beatiful - exit.
Inoltre, il disciplinare di servizio, regolamenta il personale impegnato nelle prestazioni SAISA,
impegna l’Ente gestore a rispettare le disposizioni vigenti in materia di contratto di lavoro e,
specificatamente, la Del. Com. n. 135/2000.
Il problema dello staff operativo dei Servizi domiciliari può essere affrontato in maniera più incisiva
attraverso:
104
Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
105
Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
Alcune criticità
(da evidenziare ai fini dell’impostazione di progetti di aiuto e di miglioramento continuo)
Cronicizzazione delle liste di attesa per l’assistenza domiciliare con conseguente richiesta da
parte dei cittadini anziani di maggiori interventi domiciliari e prestazioni mensili.
Carenti offerte di servizi territoriali di prossimità.
Difficoltà nell’attivazione formale di percorsi formalizzati per facilitare l’accesso alle
prestazioni sanitarie.
Mancanze di strutture intermedie per facilitare il servizio di de-ospedalizzazione
In questo capitolo sono descritti i servizi e gli interventi da realizzare nel periodo di validità del
Piano. E’ opportuno ricordare che non si tratta solo dei progetti finanziati con le risorse di cui
all’articolo 20 della legge 328/00 (Fondo Nazionale Politiche Sociali trasferito al Comune dalla
Regione Lazio).
La pianificazione riguarda tutti i servizi, gli interventi e i progetti che sono attivi nel Municipio o
che saranno avviati nel periodo di riferimento del Piano.
In relazione agli obiettivi indicati nel capitolo precedente, il Piano descriverà dunque i servizi e gli
interventi necessari per il loro raggiungimento:
quelli a cui dovrà essere assicurata semplicemente la continuità rispetto al periodo precedente;
quelli che si prevede di innovare, migliorare, ridimensionare
quelli da attivare “ex novo” (tenendo conto della sostenibilità finanziaria)
quelli eventualmente da portare a conclusione in modo ordinato.
106
Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
Livello di welfare
("accesso ai servizi e alle opportunità")
Piano Regolatore Sociale 2008 - 2010
Servizi ed interventi da
Servizi ed interventi a cui Servizi ed interventi
sviluppare, integrare, Servizi da chiudere
assicurare continuità da creare ex novo
rimodulare
Dimissioni Protette
Tutti a casa/SANIBUS Centro Diurno
Secondo Centro
Comunità alloggio/Co- Alzheimer e/o Attendere
Diurno per anziani
housing temporaneo demenze Protetti
fragili “Lo
per anziani correlate
Scacciapensieri”
TABELLA RIASSUNTIVA
SETTORE ANZIANI
Anni 2006-2007
Il Comune di Roma ed i Municipi, anche in seguito dell’impulso data dall’elaborazione del Piano
regolatore sociale e dai Piani di zona Municipali, hanno promosso una serie di azioni finalizzate a
consolidare, potenziare, migliorare la rete dei servizi rivolti ai cittadini.
Una delle azioni di grande rilievo è il tema dell’integrazione socio-sanitaria che, a tutt’oggi,
impegna molto in un fitto confronto e dialogo con i vari attori istituzionali e territoriali.
L’azione integrata, oltre a favorire la qualità e l’efficacia degli interventi a garanzia dell’unitarietà e
della globalità della persona, consente anche di razionalizzare e riqualificare la spesa pubblica nella
gestione dei servizi e nella erogazione delle prestazioni.
In un ottica di integrazione socio-sanitaria ad oggi, gli interventi integrati formalmente tra il
Municipio e l’ Azienda sanitaria Locale / Distretto II riguardano principalmente:
MUNICIPIO II
AREA INTERVENTO
108
Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
Come già indicato, si sta procedendo alla definizione progettuale di un proprio Centro Diurno
territoriale per anziani malati di Alzheimer e/o demenze correlate e l’integrazione degli interventi
a livello socio-sanitario risulta indispensabile e già definita dall’accordo di programma esistente
tra la ASL Rm A ed i quattro Municipi afferenti.
Appare utile fare riferimento alla Deliberazione della Giunta Regionale n. 601 del 31 luglio 2007,
relativa al Fondo regionale per la non autosufficienza ed ai conseguenti criteri e modalità per la
ripartizione delle risorse del fondo ed indirizzi della Regione, per la realizzazione degli interventi e
dei servizi a favore delle persone non autosufficienti.
Tali risorse, per quanto riguarda gli anziani, vengono assegnate ai Comuni, il 25% in base al dato
relativo alla popolazione compresa tra i 65 ed i 75 anni e per il 35% per la popolazione di età
superiore ai 75 anni.
Come già indicato, il principio dell’integrazione socio sanitaria assume valore strategico ai fini della
programmazione del sistema integrato dei servizi e degli interventi in quanto, oltre a favorire lo
sviluppo di processi innovativi nell’organizzazione e nelle gestioni dei servizi e la creazione di
nuove figure e competenze professionali, prefigura una più elevata qualità ed efficacia dei servizi e
permette di coinvolgere, nel rispetto delle relative competenze, tutti i soggetti che a vario titolo sono
chiamati a svolgere un ruolo nel sistema integrato.
Il suddetto Fondo realizza il proprio impatto positivo in una duplice direzione in quanto da un lato,
incide sullo sviluppo quantitativo e sul miglioramento qualitativo dei servizi che erogano
prestazioni sociali e dall’altro, riduce il peso finanziario degli oneri che il singolo utente e/o la sua
famiglia devono sostenere per ricevere le prestazioni di cui hanno bisogno.
Per non autosufficiente si considera la persona che, anche in maniera temporanea, non può
provvedere alla cura della propria persona né mantenere una vita di relazione senza l’aiuto
determinante di altri soggetti.
L’individuazione di tali soggetti è affidata alle unità valutative territoriali delle ASL, realizzate in
ogni distretto.
La non autosufficienza può dipendere dall’età avanzata, dall’invalidità, dalla malattia cronica, dalla
malattia terminale, eventualmente congiunte con altri disagi di natura sociale( solitudine,
abbandono, indigenza…).
Gli interventi ed i servizi finanziabili riguardano l’erogazione di prestazioni di natura sociale o
socio assistenziale, anche a rilevanza sanitaria di competenza dei Comuni.
Fa, quindi, riferimento a coprire oneri anche di natura sanitaria.
109
Capitolo 2 Piano regolatore sociale 2008-2010
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Capitolo 4 Piano regolatore sociale 2008-2010
CAPITOLO 4
Ufficio di piano
SETTORE HANDICAP
111
Capitolo 4 Piano regolatore sociale 2008-2010
INTRODUZIONE
Negli ultimi anni si è verificata una crescente sensibilizzazione in merito al mondo della disabilità.
Al di là delle varie definizioni di handicap, preferiamo partire dal semplice presupposto che
l’handicap non deve essere una condizione fisica, sensoriale, psichica, ma un modo di pensare, e
tutti possono esserne prigionieri o esserne liberati.
Il superamento delle barriere archittettoniche e delle barriere emotive, degli impedimenti sociali
continuano ad essere un punto di criticità ed un ostacolo all’ambito e all’anelato concetto di
accessibilità facilitata.
I principi cui si ispira la legislazione nazionale e le indirizzi dell’Unione Europea sono:
- Non discriminazione e pari opportunità,
- Partecipazione,libertà ed autonomia,
- Trasparenza,rispetto,facilità di accesso alle prestazioni e ai servizi
- Coinvolgimento dell’utente e della sua famiglia nell’elaborazione ed attuazione del progetto
riabililitativo e di integrazione sociale.
La Legge 328/00 basa i propri interventi sul concetto di rete e sulla integrazione del sistema di
servizi sociali, sanitari, della istruzione, formazione e lavoro.
In questi ultimi anni è cresciuta e si sta sviluppando la collaborazione tra le Istituzioni,il privato
sociale, le famiglie ed in generale con i cittadini-utenti.
Una integrazione che si è resa necessaria soprattutto per tutti gli interventi rivolti alle persone
disabili, anche in riferimento all’art.14 della legge 38/96 che prevede la possibilità di
112
Capitolo 4 Piano regolatore sociale 2008-2010
Nel nostro territorio si è venuta a delineare una crescente cultura dell’handicap; espressione di ciò è
anche la presenza di una Consulta per i problemi dei cittadini disabili del Municipio II, formata
da rappresentanti designati da Associazioni e Gruppi qualificati di volontariato effettivamente
operanti sul territorio.
Obiettivo della Consulta è quello di proporre e stimolare la realizzazione di tutte le iniziative volte
a garantire il rispetto dei diritti del cittadino disabile.
Anche l’apertura dello sportello Handicap in questo Municipio risponde al desiderio di garantire
per i disabili del Municipio II un punto di riferimento specifico e di facile accesso nell’ottica di
favorire una maggiore qualità di vita al cittadino con disabilità e un Ben-essere collettivo .
La riforma dei servizi e degli interventi sociali, attivata grazie alla legge 328/2000 rappresenta un
punto di riferimento fondamentale per i cittadini e per tutti gli attori sociali. Lo stesso itinerario di
costruzione del piano di zona – convocazione degli attori sociali, ascolto dei cittadini, progettazione
partecipata – rappresentano già di per sé un importante intervento di costruzione di una
partnerschip diffusa.
Riferimenti normativi importanti, a livello cittadino, per la regolamentazione del servizio alla
persona disabile, sono la deliberazione n. 90/05 del Consiglio Comunale e le deliberazioni della
Giunta Comunale n.479/06 e n.730/06 che ne definiscono anche le modalità attuative, fissando tra
l’altro:
livelli di intensità assistenziale cui far riferimento per definire il piano di intervento
personalizzato;
costi massimi di ogni singolo pacchetto individuale corrispondenti ai diversi gradi di
intensità assistenziale;
I concetti chiave che vengono assunti per la definizione delle azioni di servizio sono quelli riferiti a
autosufficienza, autonomia e partecipazione sociale ( o socializzazione)
Successivamente a tale valutazione, previa verifica della disponibilità delle risorse economiche,
viene definito un piano d’intervento concordato e condiviso con i Servizi sociali del Municipio e i
Servizi della ASL. Il piano deve essere specifico per i bisogni da soddisfare, prevedibilmente
efficace, di tutela della parte più debole, di aiuto a superare stati di dipendenza. Nella definizione
del piano viene concordata la modalità di attuazione dell’intervento: diretta – indiretta – mista.
In estrema sintesi: tutte le persone con disabilità possono accedere alla modalità di assistenza
indiretta per gli interventi riferiti al superamento di stati di non autosufficienza che hanno l’effetto
di limitare la persona nello svolgimento di funzioni essenziali della vita; tale possibilità -
subordinata alla disponibilità di idonee risorse finanziarie - sarà concordata con il Servizio Sociale
del municipio sulla base di un progetto personalizzato e condiviso dalla persona interessata e/o dai
familiari e dal competente servizio della ASL.
E’ opportuno e necessario riservare all’assistenza diretta tutti gli interventi per lo sviluppo di
processi di autonomia e di partecipazione sociale, garantendo la possibilità di scelta dell’ente
gestore (deliberazione C.C. 90/05).
113
Capitolo 4 Piano regolatore sociale 2008-2010
IL CONTESTO TERRITORIALE
In una metropoli così grande ed eterogenea come Roma, dove ogni Municipio equivale a una vera e
propria città, è necessario lavorare in ciascun territorio per rimuovere ostacoli e criticità e cercare
di raggiungere una omogeneità qualitativa nell’erogazione dei servizi alla persona disabile, affinchè
la residenza in un territorio piuttosto che un altro non costituisca una discriminante.
Nel nostro territorio, i lavori di costruzione della nuova linea Metro hanno modificato molte zone
del Municipio II, creando problematiche di viabilità e nuove barriere architettoniche.
Le presenza di barriere architettoniche costituisce ancora un punto di debolezza nel nostro territorio.
Nel Municipio II non sembra sia possibile riferire dati confortanti in merito sia al numero dei
parcheggi custoditi riservati per handicappati che dei parcheggi riservati.
Il numero dei parcheggi in generale, di per sé appare insufficiente a sostenere l’enorme peso degli
abitanti e della vita sociale e commerciale della zona, ma il problema è ulteriormente aggravato dal
non rispetto degli spazi riservati ai disabili, continuamente occupati da automobilisti in crisi di
parcheggio.
Appaiono insufficienti i semafori con segnalazioni acustiche per i soggetti con gravi difficoltà
visive.
E’ facilmente intuibile come i punti di debolezza normali possano diventare gravissimi quando ad
usufruire di spazi, zone, musei, marciapiedi sono soggetti con difficoltà fisiche e di movimento
(disabili,anziani,mamme con passeggini etc).
Il disagio sociale dei disabili si presenta come un fenomeno trasversale che colpisce tutte le classi
sociali. Esso è dovuto essenzialmente alla presenza di patologie sanitarie, di difficoltà economiche
ma , soprattutto , all’isolamento sociale e culturale.
Connessa ai problemi della mobilità ci pare opportuno riportare i dati relativi all’attività dell’ufficio
contrassegni del nostro Municipio.
114
Capitolo 4 Piano regolatore sociale 2008-2010
Nell’anno 2007 sono pervenute 548 richieste di contrassegni definitivi e 133 richieste di
contrassegni provvisori.
PERMESSI 5 aa 548
PERMESSI inf. 5 aa 133
TOTALE 681
BOLLO virtuale 135
Inoltre, a livello normativo ,è utile ricordare che il Piano Nazionale Sociale dal 2001, propone che le
Regioni e gli Enti Locali, nel progettare il sistema integrato di interventi e servizi , affrontino
esplicitamente il problema relativo al sostegno alle famiglie con a carico persone disabili non
autosufficienti, prevedendo misure ed interventi volte a potenziare i servizi di assistenza domiciliare e
sviluppare l’offerta di servizi di sollievo.
Dal 2003 è attivo lo Sportello H, uno dei primi progetti rientrati nel primo Piano di zona del
Municipio II. Un progetto connotato da un alta valenza sociale, che costituisce un’opportunità di
primo contatto, di orientamento, informazione, e divulgazione delle tematiche relative alla
disabilità.
Riportiamo un resoconto sintetico dei dati principali relativi al triennio 2005-2007
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Capitolo 4 Piano regolatore sociale 2008-2010
800
700
600
contatti allo
500 sportello
400 contatti telefonici
300
totale
200
100
0
2005 2006 2007
Nel corso dell’anno 2007 sono pervenute complessivamente 613 richieste, così articolate:
Agevolazioni
Orientamento Barriere Assistenz Settore
Mobilità fiscali Varie
al lavoro architettoniche a sanitario
212 31 18 26 25 41 287
300
250 mobilità
agevolazioni fiscali
200
orientamento al lavoro
150 barriere architettoniche
100 assistenza
br
e e settore sanitario
50 e m br
br e e m
m brnov ce varie
io io o o o te tt o di
a ra z o
ri l
e gi ugn gli set o
nn bb ar g i u
0 ge fe m ap m
a g l
Per quanto riguarda le problematiche connesse alla disabilità, la Asl è certamente uno dei
protagonisti nel settore seppure con qualche difficoltà a pervenire ad un dato statistico complessivo
ed attendibile.
Non è infatti ancora possibile quantificare con precisione il dato numerico complessivo degli
invalidi residenti nel Municipio II.
Il settore Handicap, si presenta il più carente dal punto di vista dei dati quantitativi poiché
dipendono dalle rilevazioni congiunte del Municipio, delle scuole, della Asl e delle associazioni
settoriali, dati che difficilmente convergono realmente e che si riferiscono talvolta a momenti
temporali diversi.
Una ulteriore difficoltà per la rilevazione statistica scaturisce dalle diversa denominazione ed dalla
differenziazione tra le diverse tipologie di disabilità relative ad handicap mentale, handicap fisico ed
handicap plurimo.
Dal punto di vista normativo, il riferimento è rappresentato dalla Legge n. 104/92 “Legge quadro
per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate” e legge 162/98
116
Capitolo 4 Piano regolatore sociale 2008-2010
Infatti la popolazione disabile già fruitrice del Servizio Saish è pari a 199 utenti ( di cui 153 adulti
e 46 minori) mentre il dato numerico della lista di attesa nella quale sono comprese persone che
non fruiscono di alcun servizio, è pari a 7 disabili (4 adulti e 3 minori).
Precisiamo altresì, che a questi 7 utenti, sono da aggiungere altre richieste in attesa
dell’adeguamento dei pacchetti prestazioni saish alla fascia assistenziale di riferimento
Sono pari a 74 le richieste di aumento del pacchetto SAISH (nel rispetto della fascia assistenziale
di appartenenza).
Mentre 39 disabili fruiscono di un budget superiore alla fascia assistenziale di appartenenza.
117
Capitolo 4 Piano regolatore sociale 2008-2010
118
Capitolo 4 Piano regolatore sociale 2008-2010
I servizi sociali, in questi ultimi anni, hanno registrato la persistenza di una forte domanda di
interventi in quasi tutti i settori e la risposta dei servizi è legata sia alla disponibilità economica sia
all’esigenza di inserire ogni singolo intervento in una logica integrata e di progettualità, al fine di
superare definitivamente l’ottica meramente assistenzialista dei servizi.
Il servizio di maggiore importanza offerto dal Municipio ai cittadini disabili, sia minori sia adulti, è
rappresentato dal S.A.I.S.H. (Servizio per l’Autonomia e l’Integrazione Sociale a favore della
persona portatrice di Handicap), che si presenta come un servizio per la cui buona riuscita è
fondamentale la concertazione e la co-progettazione tra i vari attori sociali che sono chiamati a
gestirlo nelle sue diverse modalità di attuazione.
Il Servizio si realizza attraverso l'integrazione socio-sanitaria: i Settori Handicap dei Servizi Sociali
territoriali del Municipio II e del II Distretto della ASL RM/A, concordano un piano di intervento
SAISH che viene proposto all'utenza per una opportuna condivisione.
L'attuazione delle prestazioni domiciliari ed extradomiciliare viene affidata ad Enti Gestori
accreditati sul territorio.
Il S.A.I.S.H. prevede la fornitura di un servizio di assistenza personale a individui con gravi
disabilità, che spazi dalla cura dell’igiene personale fino alle attività di socializzazione, ricreative,
culturali, occupazionali, laboratoriali, di assistenza e sollievo al nucleo familiare di riferimento; il
servizio si esplica attraverso il lavoro degli assistenti domiciliari degli organismi del privato sociale
presso le abitazioni degli utenti o in attività esterne.
Per ogni utente si struttura un piano di intervento individualizzato (pacchetto di intervento) che
tende al miglioramento della qualità di vita del disabile.
Altra forma di assistenza rivolta ai disabili minori è quella che si realizza nel SAISH scuola che
consente di agevolare il percorso di inserimento scolastico dei bambini in difficoltà
Nell’anno scolatico.2006/2007 è stato attivato il SAISH SCUOLA in favore di 96 alunni del
Municipio II e 20 alunni hanno usufruito gratuitamente del servizio trasporto convenzionato con
la società Trambus.
I cambiamenti demografici degli ultimi anni, con il progressivo invecchiamento della popolazione e
la formazione di nuclei familiari ristretti, trovano riscontro anche nel territorio del Municipio II
dove emerge con sempre più frequenza la realtà di persone con gravi deficit fisici e psichici assistiti
da genitori anziani, famiglie monoparentali spesso composte appunto da un anziano solo o da
genitori di quarta età, nella maggior parte dei casi una donna vedova; dall’altro lato della scala
dell’età, i minori che, a seconda delle loro fasi del ciclo vitale, pongono richieste diverse, dalla
socializzazione della preadolescenza ed adolescenza all’esigenza di sostegno al nucleo quando sono
più piccoli.
La panoramica delle diverse disabilità è notevolmente cambiata : aumentano le patologie da traumi
per incidenti e le malattie neurologiche.
Particolarmente a rischio sono:
i nuclei familiari isolati, immersi in un contesto di solitudine o di “incomprensione
sociale”
i nuclei familiari usurati psicologicamente per la gestione della quotidianità in
presenza di disabili
soggetti con disabilità che non hanno riferimenti familiari presenti o validi.
Molteplici casi di cronaca e il ricordo del caso di omicidio relativo ad un padre che uccise il figlio
(il 13 giugno 2003 in un quartiere del Municipio II ), perché esasperato dalle violente aggressioni
del ragazzo, portano alla luce il grido di sofferenza di famiglie usurate e logorate psicologicamente
ed emotivamente.
L’assistenza domiciliare rappresenta la possibilità di un supporto alla famiglia, ma non può
certamente costituire una risposta esauriente alle richieste di famiglie esasperate da una estenuante
119
Capitolo 4 Piano regolatore sociale 2008-2010
attesa di inserimento del proprio figlio in strutture residenziali specifiche per casi gravi e
problematici.
Ma è la metodologia di raccordo tra i servizi socio-sanitari e le risorse informali orientata al lavoro
di rete, che deve perseguire l’ ottimizzazione dell’integrazione di tutte le potenzialità del disabile e
le risorse territoriali. Infatti un solo intento progettuale non può esaurire le risposte per i complessi
e molteplici bisogni delle persone disabili, né può caratterizzarsi come servizio autonomo e
autosufficiente.
L’integrazione deve connotarsi come risorsa metodologica, ogni intervento può e deve essere
collaborativo per sostenere l'efficacia dell'azione progettuale, operando in forma sincronica e
complementare ad essa.
La cultura di una community-care può, in una città così vasta, essere una risorsa per garantire un
Ben-essere sociale collettivo: il problema del vicino se viene risolto è un problema affrontato per
tutta la collettività.
A tale riguardo ci si pone l’obiettivo generale di promuovere una visione positiva della persona
disabile ed è necessario aprire nuovi spazi ed opportunità per l’esercizio della cittadinanza attiva
nel campo sociale attuando un principio di reciprocità, per cui vi sia un riconoscimento concreto,
sostenendo l’auto-organizzazione dei cittadini, tramite la messa a disposizione di spazi, servizi,
opportunità di impegno.
E in questo modo si può costruire un Welfare delle responsabilità e dei diritti, e non un sistema
soltanto assistenziale.
In questi ultimi anni forse è possibile cominciare a fare dei bilanci e a verificare, in chiave critica,
cosa è successo nelle realtà dei nostri territori, dopo la L . 328/00.
Senza dubbio una legge così innovativa nei suoi intenti ha creato delle forti aspettative di
cambiamento nella gestione delle politiche sociali rivolte alla cittadinanza, ma è stata sicuramente
uno stimolo avvincente per chi opera nell’ambito dei servizi sociali, per entrare in una logica nuova
La legge 328/00 ha dato il via ad una spinta culturale nuova nella gestione dei servizi: siamo oramai
entrati in una logica di collaborazione e confronto costante fra attori sociali che si occupano di
medesimi bisogni, che hanno un occhio vigile verso la forza di risorse comuni che si possono
mettere in campo per costruire risposte utili alla cittadinanza.
Certo, le emergenze rimangono, sembrano aumentare a dismisura i numeri relativi a nuovi bisogni
sociali, ma rimane la necessità di leggere i territori in cui viviamo anche come opportunità.
E’ in questa nuova prospettiva che da anni ci confrontiamo attivamente con le tematiche relative
alla disabilità, nel territorio del Municipio II.
In questa prospettiva il disabile è in primo luogo un cittadino che ha il diritto a star bene, a
sviluppare e conservare le proprie capacità e potenzialità, a svolgere una soddisfacente vita di
relazione a riconoscere e coltivare le risorse personali, ad essere, laddove possibile, membro attivo
della società e protagonista della propria esistenza. E’ importante, per chi, come noi, opera in questo
settore da tanti anni, essere consapevoli di rappresentare un supporto alla condizione di singolarità
e unicità del soggetto disabile, e tale supporto deve essere finalizzato alla trasformazione dei vincoli
( biologici, ma anche culturali e di contesto) in risorse e in nuove possibilità.
120
Capitolo 4 Piano regolatore sociale 2008-2010
Gli interventi formalmente integrati tra l’Amministrazione Municipale ed la Asl RM/A II distretto
riguardano tutte le progettualità afferenti il settore H del Municipio. Gli strumenti principi per
l’attuazione progettuale sono i protocolli di intesa con i servizi Asl di competenza e le convenzioni
con gli Organismi affidatari dei servizi alla persona accreditati nel Municipio II.
Dall’ultimo aggiornamento(effettuato nel 2007) in seguito alla ricognizione degli organismi
accreditati per l’erogazione del servizio di assistenza alla persona disabile, nel registro del
MunicipioII sono iscritti:i
• ASSOCIAZIONE CULTURALE “IL TAMBURO ONLUS”, Via Pietro Mignosi 43
• ASSOCIAZIONE “HARMONIA ONLUS”, V.le Etiopia 4
• COOPERATIVA SOCIALE “EUROPA”, Via Dalmazia 29
• COOPERATIVA SOCIALE “C.N.A.”, Via Dalmazia 29
• COOPERATIVA SOCIALE “a.r.l. FAI”, Via Galilei 35
• SOC.COOPERATIVA SOCIALE “CONTRAD ONLUS”, Via Cavour 325
• COOPERATIVA SOCIALE “LE MILLE E UNA NOTTE”, Via Cheren 8
• COOPERATIVA AGRICOLA SOCIALE “a.r.l. AGRIFOGLIO”, Via Bressanone 5.
Altra importante risorsa del territorio, cui già si è fatto cenno, è la Consulta per i Problemi dei
Cittadini Disabili del Municipio II ( il cui elenco aggiornato è riportato nel capitolo relativo al
TERRITORIO)
Per ciò che concerne la sfera della socializzazione e del tempo libero un ruolo importante viene
svolto anche dalle parrocchie e dalle associazioni di volontariato che coinvolgono quotidianamente
molti disabili in attività animative,ludico ricreative e socializzanti (cfr tabelle)
ISCRIZIONE AL
REGISTRO
RECAPITI PRINCIPALI SERVIZI
NOME SEDE OPERATIVA DESTINATARI REGIONALE DELLE
TELEFONICI OFFERTI
ORGANIZZAZIONI DI
VOLONTARIATO
consulenza legale,
servizio di ascolto
IL TELEFONO 06/84407449;
VIA PANAMA, 13 ANZIANI; DISABILI telefonico, animazione SI
D'ARGENTO FAX: 06/8416706
socio-culturale,
sostegno psicologico
attività di sostegno,
animazione socio-
ASSOCIAZIONE VIALE REGINA TEL E FAX:
DISABILI culturale, SI
CASALIO' MARGHERITA, 15 06/8411682
accompagnamento,
servizio di informazione
ASSOCIAZIONE
06/8604498; ricerca, studio e
LOTTA AI TUMORI VIA ALFREDO ADOLESCENTI E
FAX: documentazione, SI
NELL' ETA' CASELLA, 49 GIOVANI; FAMIGLIE
06/86202482 sostegno psicologico
GIOVANILE
consulenza legale,
DISABILI; MALATI ricerca e studio,
ASSOCIAZIONE 06/85301100;
GRAVI finanziamento di borse
RISVEGLIO VIA PO, 9 FAX: SI
CEREBROLESIONI di studio, ascolto,
ONLUS 06/85823300
ACQUISITE servizio di ascolto
telefonico
121
Capitolo 4 Piano regolatore sociale 2008-2010
promozione donazione
NUOVARMONIA -
organi, sostegno alle
ASSOCIAZIONE
06/44249734; famiglie dei bambini
PER I BAMBINI PIAZZALE DI
FAX: BAMBINI; FAMIGLIE neuropatici, SI
TRAPIANATATI E PORTA PIA, 116
06/44249824 promozione culturale,
LE EMERGENZE
ricerca, studio,
PEDIATRICHE
documentazione
SOCIETA'
ITALIANA
ASSISTENZA prestazioni sanitarie,
DOMICILIARE VIA CHIANA, 5 06/88641450 ANZIANI; DISABILI assistenza domiciliare SI
ODONTOIATRICA e/o domestica
VOLONTARIA
(SIADOV)
segretariato sociale,
tutela e promozione dei
LEGA ITALIANA
VIA diritti civili, servizio di
PER LA LOTTA TEL E FAX: SIEROPOSITIVI E
ALESSANDRIA, informazione, attività di SI
CONTRO L'AIDS 06/8848492 MALATI DI AIDS
129 sostegno, autotutela dei
(LILA)
cittadini e
partecipazione
ADOLOSCENTI E
ASSOCIAZIONE 06/36000205;
VIA CESARE GIOVANI; DISABILI; promozione culturale,
CULTURALE IL FAX: SI
FRACASSINI, 10 DIPENDENTI DA attività socio-culturale
CANTIERE 06/36092885
SOSTANZE
ANZIANI; PERSONE
IN CONDIZIONE DI
POVERTA'; accompagnamento,
ASSOCIAZIONE IMMIGRATI, servizio mensa,
VIALE DEL 06/322941; FAX:
AMICI DI VILLA PROFUGHI, ascolto, distribuzione SI
VIGNOLA, 56 06/3221708
FLAMINIA NOMADI, beni di prima necessità,
RIFUGIATI, promozione culturale
DETENUTI ED EX
DETENUTI
prestazioni sanitarie,
ASSOCIAZIONE 06/85300916; IMMIGRATI, rieducazione/reinserime
CENTRO VIA PANAMA, 13 FAX: PROFUGHI, nto, attività di SI
WELCOME 06/85358586 NOMADI, RIFUGIATI formazione, sostegno
scolastico, ascolto
orientamento al lavoro,
ASSOCIAZIONE servizio di
06/3604795;
GRUPPO ADOLOSCENTI E informazione,
VIA VOLSINIO, 14 FAX: SI
SOCIALE CARLO GIOVANI; DISABILI riabilitazione,
06/57004026
IAVAZZO accompagnamento,
sostegno psicologico
ANZIANI, BAMBINI,
ASSOCIAZIONE
IMMIGRATI, DONNE assistenza domiciliare
NAZIONALE
06/44202525/250 CON e/o domestica,
TERZA ETA' VIA
; FAX: PROBLEMATICHE promozione della SI
ATTIVA PER LA ALESSANDRIA, 26
06/44202664 SPECIFICHE, pratica sportiva,
SOLIDARIETA'
SENZA FISSA accompagnamento
(ANTEAS)
DIMORA
ADOLOSCENTI E
accoglienza
GIOVANI; ANZIANI;
temporanea, attività di
06/8552925; COPPIE E
INSIEME CON TE VIA NIZZA, 152 formazione, SI
FAX: 06/8107378 FAMIGLIE; MALATI
riabilitazione, servizio di
E VITTIME DI
informazione e ascolto
INFORTUNI
122
Capitolo 4 Piano regolatore sociale 2008-2010
gestione di case
famiglia rivolte ai
333/1072919;
CORSO TRIESTE, disabili, riabilitazione, PROCEDURA IN
SOLARIS ONLUS FAX: DISABILI
185 assistenza domiciliare CORSO
06/96216449
e/o domestica,
orientamento al lavoro
servizio di ascolto
telefonico, sostegno
ASSOCIAZIONI
VIA psicologico,
PER LE TEL E FAX: BAMBINI; FAMIGLIE
TRIPOLITANIA, accompagnamento, SI
MALFORMAZIONI 06/86219821 E COPPIE
211 promozione e
ANO - RETTALI
coordinamento di forme
di auto- aiuto
ascolto, servizio di
ASSOCIAZIONE MALATI
informazione sui centri
PER LA RIFORMA VIA NOMENTANA, 06/8553804; PSICHIATRICI;
di salute mentale, SI
DELL'ASSISTENZ 91 FAX: 06/8841311 FAMILIARI DEI
assistenza domiciliare
A PSICHIATRICA MALATI
e/o domestica
BAMBINI;
prestazioni sanitarie;
MISSIONE POPOLAZIONI
06/85865700; promozioni adozioni a
FUTURO ONLUS E VIA SEBINO, 11 INDIGENE SI
FAX: 06/8414531 distanza, aiuto allo
ONG DELL'AFRICA E DEL
sviluppo
BRASILE
BAMBINI,
ADOLESCENTI E attività di formazione,
VIALE REGINA 06/85358051; GIOVANI, ANZIANI, consulenza legale,
LEGAMBIENTE
MARGHERITA, FAX: COPPIE E promozione culturale, NO
LAZIO
157 06/85355495 FAMIGLIE, interventi per la tutela
DETENUTI ED EX dell'ambiente
DETENUTI
ADOLESCENTI E
GIOVANI, ANZIANI,
DISABILI, GIOVANI
SCULTARCH - riabilitazione, attività di
TEL E FAX: CON PROBLEMI
ANIMA MUNDI IL VIA TARO, 14 sostegno, animazione SI
06/8416057 COMPORTAMENTA
TEATRO E' VITA socio – culturale
LI E/O SOTTOPOSTI
A PROCEDIMENTI
PENALI
BAMBINI; SENZA
promozione adozioni,
FISSA DIMORA,
sostegno scolastico,
ABCHILDREN TEL E FAX: SENZA TETTO, PROCEDURA IN
VIA ARNO, 40 sostegno a distanza,
CHARITY ONLUS 06/85352508 PERSONE IN CORSO
servizio di informazioni,
CONDIZIONE DI
promozione culturale
POVERTA'
BAMBINI,
ADOLESCENTI E
ECOLES DU VIA GAETANO TEL E FAX: GIOVANI, DONNE
sostegno scolastico SI
SAHARA ONLUS DONIZETTI, 24 06/8555862 CON
PROBLEMATICHE
SPECIFICHE
ASSOCIAZIONE prestazioni sanitarie,
MALATI
LAZIALE TEL E FAX: sostegno psicologico,
VIA PO, 162 ATOMIZZATI ED SI
STOMIZZATI ED 06/49970501 assistenza domiciliare
INCONTINENTI
INCONTINENTI e/o domestica
Collaborazione
all'organizzazione di
TUTTI I CITTADINI
convegni, seminari e
INTERESSATI ALLE
VIA ULISSE TEL: congressi, ricerca,
OLETEPSIUCHE' ATTIVITA' DI SI
ALDROVANDI, 18 06/67109270 studio e
TUTELA
documentazione,
AMBIENTALE
interventi per la tutela
dell'ambiente
123
Capitolo 4 Piano regolatore sociale 2008-2010
MALATI E VITTIME
DI INFORTUNI; area sociale, sanitaria e
VITTIME DI di tutela di diritti, area
ORGANIZZAZION
INCIDENTI educativa-formativa,
E PROTEZIONE VIA PONTE TEL E FAX:
STRADALI, area ricreativa, sport e SI
CIVILE "ARES SALARIO, 35 06/86200977
TERREMOTI, promozione culturale,
ANTEMNAE"
ALLUVIONI, tutela e valorizzazione
CALAMITA' ambiente e animali
NATURALI
Il settore H richiede una funzionale e costante collaborazione tra i Servizi Sociali del Municipio e i
servizi sanitari della Asl; molti servizi e altrettante strutture sono co-gestiti e prevedono personale
specializzato da ambedue gli Enti, oltre alla meritevole azione del volontariato locale e delle
parrocchie.
Esistono, nel nostro Municipio, altri servizi rivolti ai disabili, quali: soggiorni estivi, gite, week-
end, centri diurni, percorsi di riabilitazione, ecc.
La sintesi delle tipologie di servizio con rispettivo numero di utenti che coinvolgono è riportata
nelle seguenti tabelle:
Servizi per i portatori di handicap gestiti con risorse ASL (dati al 31 dicembre 2007)
NUMERO UTENTI
TIPOLOGIA SERVIZIO
COINVOLTI
Soggiorni estivi 50
Week-end 4
Gite 7
Tirocini di lavoro 13 maschi e 14 femmine
Centri Diurni 26 maschi e 18 femmine
Inserimenti in case famiglie territoriali ed 10 maschi e 12 femmine
Extraterritoriali
Inserimenti in Centri Diurni 26 maschi e 18 femmine
124
Capitolo 4 Piano regolatore sociale 2008-2010
125
Capitolo 4 Piano regolatore sociale 2008-2010
DISABILI IN CARICO AL SETTORE HANDICAP DEL II MUNICIPIO E AI SERVIZI TERRITORIALI ASL II DISTRETTO (N. 206
(157adulti e 49 minori)
UTENTI FRUITORI Progettualità Saish n. 199 (153 adulti e 46 minori)
TIPOLOGIA DI
TITOLO DESTINAT ENTE GESTORE OBIETTIVI DURATA
INTERVENTO COSTI SEDE FONDI
ARI
126
Capitolo 4 Piano regolatore sociale 2008-2010
____________
127
Capitolo 4 Piano regolatore sociale 2008-2010
Promuovere un processo di
crescita e di autonomia
personale; stimolare le risorse
HINSIEME personali; supportare il
Municipio II percorso di individuazione del Contributo una Domicilio e L. 328/00 Progetto realizzato e
CONCLUSO 12 utenti sé; favorire un supporto alle tantum rimborso € 17.000,00 territorio (finanziamenti concluso
primo semestre disabili famiglie; favorire processi di spese per anno
2007 adulti integrazione sociale; ridurre pagamento 2005)
l’istituzionalizzazione; favorire spettanze
opportunità di sollievo operatori
privati/badante
per interventi
domiciliari ed
extra domiciliari
___________
Coop Cna Promuovere un processo di
SAISH (06/8542686), crescita e di autonomia Pacchetti di Fondi
112 Ass Harmonia personale; stimolare le risorse interventi a € 1.196.893,56 assegnati al
pacchetti (06/86329530), personali; supportare il favore di adulti e Domicilio Municipio Come da singolo
Saish Coop Le mille e percorso di individuazione del minori in carico utenti e progetto e/o piano di
(affidati alla una notte sé; favorire un supporto alle per la territorio intervento
128
Capitolo 4 Piano regolatore sociale 2008-2010
_____________
_____________
IMPLEMNTAZIO
NE 15% 8 utenti Offrire una prestazione di 2 ore Domicilio Nessun Come da singolo
parziale adulti+altri Coop.CNA settimanale a 8 persone e utenti e Costo progetto e/o piano di
:abbattimento 8 utenti a iniziative socializzanti con Pacchetti € zero territorio Aggiuntivo intervento
Lista di attesa rotazione frequenza a rotazione 2 uscite diversamente Per il
iniziative al mese per gruppo di 3 utenti articolati Municipio
DURATA mensili e/o una gita giornaliera al
ANNUALE mese per un gruppo di 5
persone
129
Capitolo 4 Piano regolatore sociale 2008-2010
14 adulti promuovere sollievo al nucleo realizzati da Domicilio L. 162/98 + dicembre 2007 salvo
familiare; favorire forme di operatori/badant € 55.292,64 utenti e fondi economie da progetto
supporto alle incombenze i scelti (€35.015,77 territorio assegnati
quotidiane dall’utente, nel fondi 162/98 al Municipio
rispetto di un insufficienti)
programma € 84.983,04
condiviso con i (fondi Saish)
servizi territoriali
_____________
ASSISTENZA
INTEGRATIVA
Prevalente Ente affidatario Opportunità di integrazione del Pacchetti di Domicilio L. 162/98
mente del pacchetto pacchetto e fronteggiare interveneti € 20.100,00 utenti e
utenze Saish richieste integrazione domiciliari ed territorio
disabili dotazione oraria extra domiciliari
minori e a favore di
straordinari minori in carico
età per la
afferenti a promozione
progettualit dell’autonomia e
à afferenti dell’integrazione
il Settore sociale
Handicap
_____________
ARTE INSIEME
Nell’arco Territorio
DURATA: della Cooperativa Promuovere forme di sollievo Interventi di € 70.916.25 dei cittadini,
da aprile 2007 progettualit Agrifoglio a nuclei familiari con minori, sollievo a favore provincia, Ex L. 285/97
al 31 marzo à fruitori (06/86214322) soprattutto il fine settimana e di famiglie con hotel
2008 complessiv in periodi di chiusura minori disabili Paradiso
i 25 scolastica. Promuovere forme attraverso gite, (Pescasser
disabili di integrazione sociale week end e oli),
minori soggiorni struttura
agrituristica
agrifoglio
____________
SPECIAL
130
Capitolo 4 Piano regolatore sociale 2008-2010
MENTE NOI 2 nuclei Municipio II Area Sostenere il nucleo familiare; Attività di Costo a carico Municipio, Legge 64/01
familiari UO.SECS promozione autonomia e assistenza del Servizio territorio,
DURATA: con utenze Servizio Sociale integrazione sociale, dando leggera, di Civile domicilio,
annuale con professionale priorità a utenti in lista attesa sollievo, di Nazionale laboratori
disabilità Settore disbrigo pratiche
prevalente Handicap burocratiche, di
mente in (06/86399297) supporto ad
attesa di contesti
attivazione laboratoriali
o
integrazion
e saish
__________
PROGETTO
CASALIO’ A famiglie e Consorzio Sostenere il nucleo familiare; Attività di € 25.000,00 Centro Fondi
FAVORE DI disabili ITACA (Coop.Le promozione autonomia e socializzazione, Durante Noi V Dipartimento
DISABILI adulti mille e una integrazione sociale attività Bioparco
ADULTI notte,Coop.Sopr ricreative, Via
alerighe,Coop.N culturali, Fescobaldi
Durata annuale uova sollievo famiglie
Prospettive,Coo
p.Azzurra
131
Capitolo 4 Piano regolatore sociale 2008-2010
SEDE
NOME RECAPITI DESTINATARI SERVIZI OFFERTI
OPERATIVA
orientamento, informazione
sui servizi di assistenza alla
persona in favore delle
persone con disabilità;
06/45434734; modalità di reperimento e
349/3828546
selezione degli assistenti
AVI Via delle
personali; info sulle
Sportello vita Canapiglie, persone disabili
(AgVitaIndipendenteibero. agevolazioni in favore delle
indipendente 112
it), persone con disabilità;
supporto nella gestione del
rapporto personale tra
datore di lavoro e lavoratore
e nel rapporto di lavoro con
l'assistente personale
06/35075707; fax:
Via 06/35073152
HANDYTURISMO dell'Acquedot Persone disabili Informazione sul turismo
(www.handyturismo.it), accessibile e sull etematiche
to Paolo, 73
della disabilità
132
Capitolo 4 Piano regolatore sociale 2008-2010
Per tutti i servizi a favore dei disabili si rimanda prevalentemente ai seguenti riferimenti
informatici
• Infohandicap(infohandicapandyturismo.it)
• Infosportroma.it wwww.sportroma.it
• www.dopodi noi.it
Call center
La tipologia dell’utenza impone obiettivi che, pur mirando al mantenimento e allo sviluppo delle
potenzialità residue, siano idonei a soggetti in età adulta con handicap fisici e psichici. Le attività
proposte agli utenti sono state organizzate cercando di fornire adeguate risposte educativo -
riabilitative, in base ad obiettivi a breve termine, che una volta raggiunti daranno modo di attivare
piccole strategie mirate a fornire ad ogni utente strumenti pratici e psicologici. Alcuni di questi
obiettivi sono :
Obiettivi interni:
- Mantenimento delle capacità specifiche;
- potenziamento delle autonomie dei singoli;
- sviluppo delle capacità relazionali;
- contenimento ed elaborazione del disagio;
- positivizzazione delle capacità e potenzialità dei singoli;
- sostegno, sensibilizzazione, formazione alle famiglie.
Obiettivi esterni
- Promuovere la socializzazione e l’integrazione con il territorio;
- allontanare la prospettiva dell’istituzionalizzazione degli utenti;
133
Capitolo 4 Piano regolatore sociale 2008-2010
E’ stato, fondamentale, inoltre, avviare dei rapporti stabili e continuativi con altre strutture che
seguono l’utente sotto altri aspetti (servizi sanitari, centri diurni, ecc.) per avere un quadro completo
ed esaustivo.
Nello stesso tempo è stato possibile conoscere e iniziare a valutare le capacità presenti per quanto
riguarda le autonomie personali, le modalità di comunicazione, le capacità cognitive e creative, le
modalità di relazione in situazioni di gruppo, ecc.
Pertanto l’attività dei servizi opera secondo logiche di :
• continuità ed integrazione con gli altri interventi di natura sociocomunitaria (comune,
privato sociale e famiglia),sanitari (ASL).
• globalità, situandosi all’interno di un progetto di vita più ampio che considera, anche come
obiettivi, il miglioramento della qualità della vita dell’utente e la possibilità di inserimento
futuro in contesti di vita diversi (case famiglia, comunità alloggio)
• sperimentalità, si è proposto un modello di intervento che prevedeva la partecipazione
attiva, laddove possibile, del gruppo di utenti, nella scelta delle attività e iniziative, e nella
elaborazione finale degli eventi vissuti, garantendo quel protagonismo autorganizzativo in
grado di promuovere autostima e benessere.
Obiettivi generici:
La responsabilità della famiglia è comunque notevole (il 34% dei disabili di età compresa tra i 25 -
44 anni vive con i genitori, rispetto al 19% dei non disabili, il 17% dei disabili della stessa età vive
con un solo genitore,rispetto al 6% dei non disabili), il suo compito non è facile anche in
considerazione delle implicazioni psicologiche conseguenti alle modalità stesse di rapporto con il
figlio diversamente abile.
La presenza di un disabile in un nucleo familiare comporta un surplus maggiore rispetto alle
famiglie cosiddette normali. Questo aggravio emozionale è ancora maggiore e complicato in una
città metropolitana come Roma.
134
Capitolo 4 Piano regolatore sociale 2008-2010
Obiettivi specifici:
Attuare un intervento mirato teso alla promozione di una maggiore qualità di vita per la persona
disabile e dell’eventuale nucleo familiare, per favorire un Ben-essere collettivo, alleviando i carichi
quotidiani e, soprattutto, sostenere l’autosufficienza e il conseguimento del grado massimo di
autonomia personale e di socializzazione, per far sentire meno sola la persona ed ancora utile
la sua presenza nella società;
Coadiuvare e rafforzare gli intenti progettuali in via di realizzazione per i cittadini disabili del
Municipio ;
coadiuvare e consolidare gli intenti progettuali per i soggetti disabili in attesa del servizio per
l’autonomia e l’integrazione sociale e tale intento progettuale consentirà di favorire il superamento
dell’isolamento sociale .
Offrire l’opportunità al disabile di sperimentare la gioia e la difficoltà di gestire spazi propri e
abilità,favorendo al tempo stesso l’acquisizione dell’autonomia (l. 104/92 art.9, L.328/2000, l.21
maggio 1998,n162).
L’intento dell’Amministrazione é di proseguire il percorso della cultura dell’handicap, al fine di
promuovere un passaggio dalla cultura del disagio a quella dell’agio, offrendo una maggiore qualità
di vita al disabile e al suo nucleo familiare nel rispetto della dignità umana.
In un ‘ottica valutativa, il Municipio II partecipa al dialogo sistematico con gli attori del sistema di
erogazione dei servizi di assistenza domiciliare nel territorio, affidato all’Agenzia per il controllo e la
qualità dei servizi pubblici locali del Comune di Roma; collabora per le modalità e gli strumenti con
cui si intende procedere alla valutazione della qualità erogata e percepita dei servizi di assistenza
domiciliare.
Intanto, già nell’anno 2004, il Municipio ha inteso monitorare i livelli di qualità delle prestazioni
SAISH, SAISA, SISMIF, effettuando un monitoraggio della qualità erogata e percepita nel Servizio di
Assistenza Domiciliare del Settore Handicap,Anziani e Minori.
Il sistema di monitoraggio ha voluto fornire uno strumento indispensabile, sia per la gestione dei
servizi sia per la definizione degli obiettivi politici ed amministrativi. Il sistema di rilevazione della
qualità è stato gestito attraverso:
• il monitoraggio della qualità percepita
• il monitoraggio della qualità erogata
Si è costituito un gruppo di lavoro all’interno del Servizio Sociale Professionale, formato da
operatori sociali (Assistenti Sociali ed Educatore Professionale) dei Settori Anziani, Minori,
Handicappati, afferenti al Servizio di Assistenza domiciliare.
Il sistema di monitoraggio è stato definito attraverso una valutazione della significatività degli
indicatori individuati.
E’ stato prodotto un questionario di rilevazione dei dati che è stato somministrato direttamente
presso il domicilio degli utenti del Servizio dagli operatori sociali del Municipio.
Gli operatori suddetti hanno provveduto ad elaborare i dati raccolti e ad illustrarli nel presente
rapporto.
Tale lavoro può essere utile per fissare maggiormente gli obiettivi specifici del progetto e cercare di
attivare servizi sempre più rispondenti alle esigenze ed ai bisogni delle persone.
135
Capitolo 4 Piano regolatore sociale 2008-2010
I dati si riferiscono all’anno 2004 e sono stati rilevati su un campione rappresentativo di 30 persone
disabili, su una totalità di 142 persone
L’ attività di monitoraggio della Qualità del Servizio di Assistenza domiciliare è stata effettuata tra
Ottobre e metà Novembre 2004.
SESSO
MASCHI FEMMINE TOTALE
19 11 30
ETA’
Meno di 10 Da 10 a 18 Da 18 a 30 Da 30 a 60 Oltre 60 TOTALE
- 4 11 14 1 30
TITOLO DI STUDIO
Nessuno Elementare Media Inf. Media Sup. Laurea TOTALE
- 4 19 3 4 30
STATO CIVILE
Celibe/Nubile Coniugato/a Separato/a Divorziato/a Vedovo/a TOTALE
29 - 1 - - 30
7 18 4 1 - 30
136
Capitolo 4 Piano regolatore sociale 2008-2010
Piccole Non sa
Aiuto
Supporto Igiene e Supporto commissioni Accomp. Partecipazion nessuna
pratiche
alla Cura Alla e Fuori e ad attività di di queste TOTALE
Ammini
famiglia Persona autonomia fare la casa gruppo indicazioni
strative
spesa Non sa
18 7 17 - - 5 9 - 56
Maggiore
Aumento Turn-over Cambio Altro. Il Servizio
Aumento ore precisioni Non
attività limitato Assistenti Miglioramenti va bene TOTALE
Settimanali. orari sa
esterne Ass. Dom. Domiciliari diversi così
domic.
14 12 - 9 1 4 9 - 49
Dai dati rilevati sull’indicatore - Miglioramenti da apportare al servizio alla persona disabile si
evidenziano i seguenti punti di criticità:
emerge una prevalenza del 28% degli intervistati che richiede un’aumento delle prestazioni settimanali.
I servizi già da molto tempo hanno avuto modo di riscontrare una continua richiesta di aiuto anche
da parte di coloro che già usufruiscono di qualche servizio: pertanto il fabbisogno non risulta mai
completamente esaudito.
Da qui le inevitabili liste di attesa e la necessità di affrontare l’urgenza nell’emergenza.
L’indicatore del Turn-over degli assistenti domiciliari, pari al 18,37% esprime la notevole richiesta
degli utenti ad un maggior rispetto della privacy e della riservatezza della persona assistita, in
maniera particolari per quelle attività di cura personale che toccano la sfera più intima per le quali è
necessario un rapporto stabile e di fiducia
A fronte di questa richiesta, l’amministrazione del Municipio ha richiesto a tutti gli Enti gestori,
accreditati nel Registro Municipale - settore handicap-, di indicare chiaramente la propria
mission, e nello specifico, la beatiful - exit.
Inoltre il disciplinare di servizio regolamenta il personale utilizzato nelle prestazioni SAISH e
impegna l’Ente gestore a rispettare le disposizioni vigenti in materia di contratto di lavoro .
Pertanto , nell’ottica del Miglioramento continuo di un sistema di gestione della qualità, si intende
anche considerare la possibilità di accrescere la soddisfazione dei fruitori dei Servizi e della altre
parti interessate.
Mettere al centro degli interventi sociali le persone e dare voce proprio a coloro che ne
usufruiscono, è uno degli elementi principali per accrescere la qualità del lavoro.
Stimolare la motivazione al lavoro, aiuta il personale a correggersi autonomamente e,
conseguentemente, soddisfa i bisogni delle persone.
Dal campione intervistato emerge un dato interessante: il 24% esprime una specifica richiesta di
attività extradomiciliari.
137
Capitolo 4 Piano regolatore sociale 2008-2010
Altra indagine legata sempre ad una maggiore conoscenza delle esigenze dei cittadini è quella di
seguito riportata, realizzata nel 2007, nell’ambito dell’attività svolta dallo sportello H
SCHEMA SPORTELLO
L’indagine è stata sviluppata nell’Area Sociale Settore Handicap del Municipio II, con l’obiettivo
di verificare il livello di conoscenza e di gradimento del servizio ed il grado di soddisfazione dei
progetti fruiti dai disabili del Municipio II, di testare le caratteristiche di qualità, gli indicatori e gli
standard di qualità stabiliti dal progetto, di analizzare punti di forza e criticità del servizio, di
fornire elementi per proposte di miglioramento.
L’indagine è stata rivolta agli utenti dello Sportello H degli ultimi 18 mesi.
138
Capitolo 4 Piano regolatore sociale 2008-2010
DATI ANAGRAFICI
Sesso
MASCHI
FEMMINE
39%
61%
Età
5%
19%
15 - 29 anni
30 - 65 anni
oltre 65 anni
76%
Titolo di studio
Nessuno/scuola
elementare
Media inferiore
49%
Media superiore
21%
Università/Laure
a
5%
25%
Professione
11% 2% lavoratore
dipendente
9% pensionato
4% 4 1%
disoccupato
4%
libero professionista
9% commerciante
20%
studente
139
Capitolo 4 Piano regolatore sociale 2008-2010
6% 4% 0% internet
7%
volantini/giornali
altri uffici
33%
passaparola
non so
altro
50%
0%
18%
mobilità
32% agevolazioni fiscali
orientamento al lavoro
barriere architettoniche
settore Sanitario/Prevedanziale
sport
scuola
15% tempo libero
altro
4%
4% 6%
2%
19%
da 1 a 3 volte al mese
una volta al mese
una volta ogni 2 mesi
più raramente
non so
79%
Quanto è soddisfatto/a:
Della cortesia del personale:
0% 4%
39%
per niente
poco
mediamente
abbastanza
molto
57%
140
Capitolo 4 Piano regolatore sociale 2008-2010
0%
21% 18%
per niente
poco
mediamente
abbastanza
molto
61%
0%
20%
27%
per niente
poco
mediamente
abbastanza
molto
53%
2%
0%
poco
mediament
e
abbastanza
molto
65%
141
Capitolo 4 Piano regolatore sociale 2008-2010
51%
0% 5%
62%
44%
SI
NO
56%
142
Capitolo 4 Piano regolatore sociale 2008-2010
9
saish specialmente noi
8
ass.indiretta
7
fuoricentro
6
sp.aperti
n° persone
5
4
3
N.T.S.D.M.
2
tiroc.mirati arte insiemehandyturismo
1
0
progetti
MEDIA DEL
PROGETTO MOTIVAZIONE
GIUDIZIO
143
Capitolo 4 Piano regolatore sociale 2008-2010
Come si evince dal grafico, i valori indicati sottolineano un ottimo gradimento e grado di
soddisfazione da parte dei fruitori della progettualità SPECIALMENTE NOI 1 grazie all’operato
dei volontari del servizio Civile, affidati per 12 mesi al Settore Handicap del Municipio II.
E’ stata, a tal proposito, effettuata una analisi dei dati relativi all’attività svolta dai volontari del
servizio civile:
DATI GENERALI
1. Sesso
87%
maschi
femmine
13%
2. Stato civile
50% Celibe/Nubil
e
Coniugato/a
13%
Divorziato/a
Vedovo/a
4%
33%
3. Titolo di studio
Nessuno
41% Elementare
Media inferiore
Media superiore
Laurea
38%
21% 0%
0%
144
Capitolo 4 Piano regolatore sociale 2008-2010
54%
5%
0%
0%
8% 12%
supporto alla famiglia
28%
supporto all'autonomia
24%
aiuto nello svolgimento di pratiche
amministrative
svolgimento di piccole commissioni
altro
10% 6%
12%
altro
10% 6%
12%
ALTRO:
- Maggiore organizzazione: se il volontario non può recarsi dall’utente dovrebbe farsi sostituire
- Maggiore disponibilità da parte dei volontari a svolgere mansioni quali: lavare i piatti, rifare i letti,
etc..
- Volontari professionalmente qualificati
- Maggiore servizio nei giorni festivi e serali
Dai dati rilevati sull’item miglioramenti da apportare al servizio alla persona disabile si evidenziano
i seguenti punti di criticità:
Dai valori numerici riscontrati emerge una prevalenza di 28% di intervistati che richiede una
integrazione di dotazione oraria settimanale Saish. Negli ultimi anni i servizi hanno potuto
ottimizzare le risorse finanziare ottemperando a richieste di aumento dotazione oraria settimanale,
implementando progettualità in tal senso, ma il fabbisogno delle famiglie continua a crescere.
145
Capitolo 4 Piano regolatore sociale 2008-2010
Un altro dato interessante evidenzia una percentuale pari al 24 % che esprime una specifica
richiesta di aumento di attività socializzanti quali attività culturali, ricreative, gite, uscite,
minisoggiorni sempre nell’ottica dell’integrazione sociale.
Appare, in questo suggerimento sottolineato dal campione intervistato, un interessante punto di
forza: il 24% degli intervistati danno come priorità, per i miglioramenti da apportare al servizio
alla persona disabile, la richiesta di ore per realizzare attività extra-domiciliari e quindi esprime la
possibilità di una condivisione della stessa prestazione tra più utenti.
Il percorso della cultura della condivisione è iniziato con fatica nell’anno 1997, ma deve ancora
proseguire al fine di consentire una graduale estensione del servizio alla persona disabile al fine di
rispondere ad un bacino di utenza più ampio:.
Molti dei progetti approvati e in via di realizzazione a favore della disabilità rispecchiano questo
nuova tipologia di erogazione di servizio.
Tutti i progetti integrativi al SAISH attivati e sopraelencati, al di là della specificità della loro
offerta, si basano sulla costituzione di gruppi di persone fuori dal proprio domicilio ed, in base a
ciò, raggiungono due obiettivi ormai prioritari nell’organizzazione dei servizi per l’handicap:
• qualificano gli interventi poiché l’asse dell’azione passa dal mero accadimento passivizzante
all’attivazione ed al potenziamento delle risorse personale;
• riqualificano la spesa fornendo, a parità di risorse, più assistenza tramite l’inserimento di più
utenti e, a livello del singolo, più ore nella stessa giornata e nell’intera settimana.
Per i minori disabili esiste la possibilità di partecipare a Soggiorni estivi organizzati dalla ASl,
oppure a quelli finanziati dalla Legge 285/97.
Il quadro normativo più recente definisce l’assistenza domiciliare ai disabili come servizi essenziali
e il Municipio II raccoglie la tendenza erogando a molti utenti il S.A.I.S.H, tuttavia sono
particolarmente importanti tutti quei progetti integrativi che hanno implementato il classico
S.A.I.S.H e sfoltito le liste d’attesa fronteggiando anche eventuali emergenze.
Negli ultimi anni la cultura della disabilità nel Municipio II è andata crescendo grazie anche
all’opera della Consulta dell’Handicap composta dai rappresentanti degli Enti e delle Associazioni,
che ha il compito imprimere sempre nuovi impulsi ed azioni per sensibilizzare la cittadinanza.
146
Capitolo 4 Piano regolatore sociale 2008-2010
Per il futuro e per continuare la strade della sperimentazione dei servizi, è fondamentale che si attivi
l’area dell’integrazione lavorativa dei disabili: è necessario che conclusa la fase scolastica siano
proposti ulteriori percorsi formativi e la possibilità concreta di inserimento nel mondo del lavoro,
con il Municipio attivo per svolgere un’opera di mediazione tra esigenze dei lavoratori disabili e
delle aziende, avvalendosi della rete rappresentata dalla cooperazione sociale.
Persiste ancora la necessità di formulare un protocollo di intesa con dei Centri di Formazione (1
oppure 2 centri) per attivare un servizio trasporto per un gruppo di utenti ( per es. taxi collettivo) al
fine di promuovere interventi di gruppo finalizzati all’accompagno, con un conseguente risparmio
di risorse servizi alla persona disabile.
Tale risposta consentirebbe un percorso più adeguato alle possibilità del disabile con un
conseguente vantaggio economico per la collettività.
Dopo il percorso scolastico – formativo è ancor più difficile per questi ragazzi essere accolti in una
realtà lavorativa. Questa difficoltà penalizza i disabile non solo dal punto di vista d’identità
professionale ma anche dal punto di vista relazionale.
Inoltre il prolungato allontanamento dai luoghi di apprendimento, favorisce una regressione
repentina sia sul piano delle competenze acquisite e sul piano dell’autonomia.
A fronte di una saturazione di inserimenti lavorativi in strutture pubbliche, avvicendatesi nel corso
dell’ultimo decennio, si ritiene utile riportare alcune indicazioni che possono favorire
l’applicazione della legge 68/99 relativo all’inserimento mirato.Molte di queste indicazioni sono
scaturite con forza dal lavoro dei tavoli di coprogettazione.
• Potrebbe essere importante l’attivazione sul nostro territorio di una campagna di
sensibilizzazione verso le aziende e la costruzione di un albo di imprese “solidali”,
disponibili ad accogliere soggetti svantaggiati.
Tali risorse potrebbe essere individuate in tre ambiti lavorativi
147
Capitolo 4 Piano regolatore sociale 2008-2010
1) commercianti
2) uffici e holding
3) artigiani
Il mondo della attività produttive, le imprese (in primis le aziende del Gruppo Comune di Roma)
possono e devono essere invitate a svolgere una “cittadinanza di impresa”
• Una qualifica che rende più agevole l'inserimento nel mercato del lavoro si può ottenere
attraverso i corsi di formazione professionale che prevedono anche stage nelle aziende.
I corsi sono gratuiti, finanziati e riconosciuti dalla Regione;sono gestiti da enti pubblici e privati. Si
riferiscono ai settori: agricoltura, ambiente, artigianato, beni culturali, commercio, gestione
aziendale, industria, informatica, servizi socio-sanitari e turismo.
I corsi e tirocini per disabili hanno durata diversificata fino a un massimo di quattro annualità. I
corsi finanziati dalla Regione aprono le iscrizioni il 1° luglio di ogni anno. I corsi finanziati dal
Fondo sociale europeo possono essere avviati durante tutto l'anno previa pubblicazione di bandi
pubblici.
Il Municipio II è sprovvisto di Centri di formazione professionale.
148
Capitolo 4 Piano regolatore sociale 2008-2010
Analisi dell‘esperienza dei progetti del Piano di zona del Municipio II a favore dei
disabili realizzati anno 2007
Progettualità rivolte agli adulti :
149
Capitolo 4 Piano regolatore sociale 2008-2010
Hinsieme
Area d’intervento:12 utenti disabili adulti
Obiettivi: Questo progetto ha inteso fronteggiare e offrire risposte al nucleo familiare logorato
psicologicamente e fisiologicamente dall’assistenza quotidiana del familiare con disabilità offrendo
opportunità per una maggiore qualità di vita al disabile.
Tipologia d’intervento:contributo economico una tantum, rimborso spese per pagamento spettanze
operatori privati/badanti per interventi domiciliari ed extradomiciliari
Ente gestore: Municipio II
Sede: domicilio utenti e territorio
Fondi: L.328/00 (finanziamenti anno 2005)
Durata: Progetto realizzato nel corso dell’anno 2007
e concluso
Costo: euro17.000,00
SESA
Area d’intervento: prevalentemente utenze disabili adulte
Obiettivi: ·Offrire una maggiore qualità di vita al disabile e al nucleo familiare;
Offrire un supporto alla famiglia;
Fronteggiare le richieste di ore straordinarie, urgenti offrire risposte temporanee per urgenze lista
attesa
Tipologia d’intervento: pacchetti di interventi domiciliari ed extradomiciliari per fronteggiare
emergenze urgenti
Sede Attività: domicilio e territorio
Ente gestore: Coop. Le Mille e una Notte
Fondi: l.328/00 (finanziamenti anno 2006)
Durata: Affidamento dall'1 giugno 2007 al 31 maggio 2008. La conclusione sarà posticipata a
fronte di economie da progetto
Costo: euro 30.000,00
Non ti scordar di me
Area d’’intervento: rivolto a 13 disabili minori ( 10 pacchetti con interventi individuali, un
intervento di gruppo per 4 adolescenti per un percorso di autonomia e di socializzazione realizzato
il sabato pomeriggio)
Obiettivi: Fronteggiare la lista di attesa, favorire l'autonomia, promuovere forme di integrazione
sociiale, creare opportunità di ben-essere sociale
Tipologia d’intervento: pacchetti di interventi domiciliari ed extradomiciliari per la promozione,
l'autonomia e l'integrazione sociale
150
Capitolo 4 Piano regolatore sociale 2008-2010
Fuoricentro Insieme
Area d’intervento: 32 minori
Obiettivi: Garantire una struttura di riferimento ai disabili minori,giovani adulti e relativi nuclei
familiari del territorio; consolidare spazi innovativi e quelle attività dove incontrare sia i bisogni
individuali che sociali dei soggetti disabili e rafforzare un rapporto attivo e di sostegno alla
famiglia;
rafforzare nel minore un cammino di crescita personale verso la socializzazione,l’autonomia e
l’integrazione creando spazi aperti e integrati di aggregazione e socializzazione significativi e
rassicuranti.
Tipologia d’intervento: 7 laboratori dal llunedì al sabato pomeriggio. Musica,Danza,, Gioco,Sport,
Globalità Linguaggio, Cavallo, Autonomia..
Sede Attività : Viale Etiopia 4,, Largo Monte S.Giusto CSI di Via Montona, Maneggio Fonte di
Papa, Palazzo Baronale Torrita Tiberina e territorio cittadino.
Ente gestore:: 'ATI Associazione Harmonia –Cooperativa Sociale Le Mille e una notte.
Fondi: l.328//00 (ffinanziamenti anno 2007).
Durata:: Affidamento dal 20 gennaio 2008 al 31ottobre 2008..La conclusione sarà posticipata a
fronte di economie da progetto.
Costo: euro 100,,000,00
151
Capitolo 4 Piano regolatore sociale 2008-2010
Uno dei problemi emerso con maggiore forza e frequenza è quello della difficoltà quotidiane dei
genitori con figli portatori di handicap ad accudire il proprio figlio. Ciò che verrebbe a mancare è
una efficace rete di servizi di sollievo e di supporto alle famiglie. Il supporto dovrebbe potersi
configurare anche in termini di counseling, in modo tale da fornire alla famiglia degli strumenti per
gestire le competenze genitoriali in situazioni di difficoltà e di disagio.
Oltre alla problematiche legate alla quotidianità, altre difficoltà riguardano l’annoso problema del
“dopo di noi”, che in termini concreti si configura come assenza di strutture che possano ospitare il
disabile nel momento in cui verranno a mancare i familiari o quella rete parentale che garantisce
l’accudimento.
Altrettanto sentito è il problema della poca presenza di gruppi di socializzazione per disabili con
patologie lievi e centri diurni per disabili gravi e gravissimi sia adulti che minori, che possano
offrire la possibilità di posti letto per gestire emergenze di pochi giorni che possono riguardare la
famiglia nel suo complesso ( ospedalizzazione dei genitori, ecc).
Altra priorità rilevata è quella relativa al trasporto: non esiste un servizio organizzato che garantisca
la mobilità delle persone non autosufficienti, inoltre, le eventuali soluzioni al problema vengono
ostacolate dalle controversie legislative, assicurative e burocratiche che rendono poco chiare le
modalità che si potrebbero adottare per garantire questo servizio, sia a livello pubblico che a partire
dal privato sociale.
Anche il fabbisogno in merito alle residenzialità è molto alto. Attualmente le strutture devono
essere accreditate dal V° Dipartimento del Comune di Roma.
L’assistenza domiciliare non può essere una riserva per ottemperare alle richieste di famiglie
esasperate da una estenuante attesa di inserimento del proprio figlio in strutture residenziali
specifiche per casi gravi e problematici .
Ai Municipi infatti è stato decentrato il SAISH e non tutto ciò che ruota intorno ai servizi alla
persona. L’H 24, ovvero l’ assistenza garantita nell’arco di tutte le 24 ore, può essere realizzata
attraverso progetti mirati alla creazione di strutture residenziali di emergenza-sollievo e dai
cosiddetti progetti “dopo di noi”.
Per tali progettualità è necessaria e indispensabile una compartecipazione sanitaria in termini di
risorse sia umane che finanziare.
Molti utenti con disabilità gravi hanno genitori anziani, soli senza o con un carente supporto
parentale che reclamano ai Servizi disperatamente percorsi “durante noi” ” per un sereno dopo di
noi”
Nel Municipio II sono carenti Centri Diurni socio-sanitari: è presente solo il Centro INFANZIA
TARDIVA; mentre per quanto riguarda le residenzialità sono presenti quattro strutture accreditate
a favore di disabili e vigilate dal Dipartimento V : due gestite dalla Cooperativa Europa e un’altra
casa famiglia per persone down gestita dall’Associazione Verso il Futuro. Un’attenzione
particolare va posta all’ultima nata “Casa famiglia sei come sei” gestita dalla coop.Perla.
Negli ultimi tempi, considerata la gravità dell’argomento, soprattutto per i genitori anziani di
disabili gravi sembra si stia tentando di investire le energie e le risorse economiche per la
realizzazione di case famiglia, quale unica risposta all’angosciante problema del “Dopo di Noi”.
La nuova casa Sei come Sei rispecchia un nuovo modello del “ Poi ”: Renato e Giuliana si sono
trovati ad affrontare la disabilità poco più di 30 anni fa. Impreparati come tutti i genitori che si
sentono dire che il loro figlio è diverso dagli altri……prendono man mano coscienza della reale
152
Capitolo 4 Piano regolatore sociale 2008-2010
dimensione del problema e si “attrezzano” per affrontarlo. Con l’aiuto dei giovani
volontari,insostituibile risorsa, e insieme a tante altre famiglie,ognuna portatrice della voce del
proprio figlio, sin da allora si confrontano e collaborano con le istituzioni, convinti che solo una
forte intesa tra queste realtà (istituzione- famiglie-volontariato) può garantire dignità,rispetto e
tutela a tutti coloro che non sono in grado di conquistarli da soli. Ora “la casa di Daniele” è
diventata la casa di sei disabili “Casa sei come sei”, queste stesse forze unite hanno consentito la
realizzazione di un nuovo modello di “dopo di noi”.
Si individua la necessità di favorire Progetti di interventi di aiuto personale a favore dei portatori
di handicap di particolare gravità. L’esperienza di assistenza domiciliare ha permesso
l’acquisizione di notevoli conoscenze in merito ai bisogni delle persone disabili e l’attivazione di
esperienze innovative che hanno dato risultati molto positivi
( progetto residenzialità – saish).
Nell’ambito di questa esperienza abbiamo spesso rilevato una notevole difficoltà delle famiglie nel
sopportare il peso di una presenza continuativa nella gestione di handicap particolarmente gravi.
Le situazioni più gravose ovviamente sono quelle in cui l’assenza di servizi rende indispensabile la
presenza dei familiari: durante la notte e nei giorni festivi.
Le famiglie in questi casi hanno un carico di sofferenza e di responsabilità che, prolungato nel
tempo e senza alcuna speranza di soluzione, può essere destabilizzante e provocare nelle persone
uno stato di prostrazione ulteriore.
Inoltre, negli ultimi anni si è constatata la carenza di supporti adeguati a soddisfare alcune
specifiche esigenze, quali un progetto di rimborso parziale di eventuali spese, per permettere alle
persone disabili di usufruire di assistenza, soprattutto nelle ore diurne e notturne dei giorni festivi, o
fuori del comune di residenza. Il rimborso assume la caratteristica di complementarietà ai servizi
esistenti, permettendo un’autogestione finalizzata al bisogno della persona e della sua famiglia
rispettando un programma preventivamente concordato con gli Enti locali competenti.
Tuttavia, il settore Handicap del Municipio II di concerto con i servizi territoriali ASL di
competenza, attraverso il Saish intendono offrire una maggiore qualità di vita al disabile e al
relativo nucleo familiare al fine di garantire il Ben-essere.
153
Capitolo 4 Piano regolatore sociale 2008-2010
154
Capitolo 4 Piano regolatore sociale 2008-2010
⇑ ⇓
DESCRIZIONE DELLE
ATTIVITA’
INERENTI ASSISTENZA
ENTI ATTIVITA’ IN ESSERE DOMICILIARE (SAISH),
CENTRO DIURNO E
SOCIALIZZAZIONE
Individuazione tipologie
utenza, programmazione
Programmazione e verifica
Servizio Sociale Municipale progettuale,autorizzazioni,
interventi
verifica tecnico-
ammministrativa
155
Capitolo 4 Piano regolatore sociale 2008-2010
Un valido strumento per regolamentare il servizio alla persona disabile è il Disciplinare per
l’attuazione del servizio di aiuto alla persona disabile (SAISH) – fornito dal V Dipartimento con
D.D. n.2424 del 25 giugno 2007 , che ha definito informazioni su “chi,cosa,come e quando”nel
territorio.
1. Competenze e responsabilità
Occorre innanzi tutto constatare che esiste una notevole confusione sulle competenze in materia di
cura, riabilitazione e assistenza delle persone con disabilità.
In particolare per i servizi alla persona si riscontra che molti cittadini considerino i Servizi attivati
dal Comune come l’unica risposta a tutti i problemi, non potendo, a volte, disporre di informazioni
e/o di risposte da altri settori pubblici quali, ad esempio, il settore sanitario e sociosanitario.
Accade allora che il Comune venga considerato di fatto come l’unico responsabile in materia di
assistenza alle persone disabili e venga chiamato a torto a rispondere su prestazioni e diritti che per
legge devono invece essere garantiti dal Servizio Sanitario, quali, ad esempio tutti gli interventi di
riabilitazione funzionale e sociale, che rientrano tra i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA).
Giova ricordare che i LEA sono prestazioni sanitarie e sociosanitarie che riguardano il diritto
costituzionale alla salute e sono, pertanto, da considerare “diritto soggettivo” esigibile sempre e,
quindi, irrinunciabile.
La legge 289/2002 - art. 54 - ha stabilito che i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) sono quelli
definiti nell’allegato 1C del DPCM 29 nov. 2001.
Per le persone con disabilità fisica, psichica e sensoriale i LEA riguardano gli interventi sanitari e
sociosanitari necessari per attivare programmi riabilitativi e si realizzano (per la parte che qui
interessa) attraverso:
In tal senso l’assistenza alla persona attivata dal Comune non può che caratterizzarsi come
assistenza di base – non specialistica – ed essere parte integrativa e non sostitutiva degli interventi
abilitativi/riabilitativi di competenza della ASL.
In effetti si è tutti consapevoli che non possa essere l’intervento socio/assistenziale del Comune a
garantire da solo lo sviluppo massimo della personalità e l’inserimento sociale più attivo e
partecipato della persona disabile. La complessità e i molti fattori che interagiscono (cognitivi,
affettivi, relazionali, familiari e sociali) richiedono un progetto complessivo sociosanitario ed
educativo (cui può senz’altro concorrere anche l’assistenza non specialistica del Comune) per
garantire unitariamente il benessere della persona nonché il sostegno e il sollievo della famiglia.
Poiché gli interventi socio/assistenziali non rientrano nei LEA (e quindi non possono essere ancora
considerati un diritto soggettivo, ma solo un interesse legittimo), è del tutto evidente e logico,
nonché giuridicamente corretto, ritenere che il Comune di Roma debba garantire un’assistenza –
sempre non specialistica – sulla base della disponibilità di risorse finanziarie e sulla base di
comparazione con le esigenze di altri cittadini utenti.
156
Capitolo 4 Piano regolatore sociale 2008-2010
ai livelli di intensità assistenziale cui far riferimento per definire il piano di intervento
personalizzato;
ai costi massimi di ogni singolo pacchetto individuale in relazione ai diversi gradi di
intensità assistenziale.
I concetti di riferimento che vengono assunti per la definizione delle azioni del servizio sono quelli
riferiti a: autosufficienza, autonomia e partecipazione sociale (o socializzazione).
Tale scelta è da ritenersi fondamentale e strategica per l’individuazione dei bisogni, per una corretta
definizione degli ambiti d'intervento (vedi ICF dell’OMS), per la programmazione degli interventi
stessi e delle strutture di supporto da mettere a disposizione e infine per coerenza e rispetto della
normativa vigente e sopra richiamata.
L’autosufficienza (da non confondere con l’autonomia) presuppone la capacità di svolgere da soli le
normali attività relative alla cura ed al mantenimento del proprio corpo e agli interventi nella sfera
motoria e sensoriale, essere in possesso di abilità per l’alimentazione, per l’igiene della persona e
dell’ambiente di vita, per la mobilità, ecc..
La non autosufficienza si ha quando la persona non possiede, in tutto o in parte, tali abilità e quindi
ha bisogno di interventi di aiuto per compensare deficit di natura motoria e/o sensoriale. Può quindi
manifestarsi, ad esempio, come difficoltà nel camminare, nel salire le scale, nel chinarsi o nel
sedersi; oppure può riguardare l’avere difficoltà nel vestirsi, nel lavarsi, nel fare il bagno o nel
nutrirsi.
Quando la non autosufficienza deriva da una disabilità intellettiva o psichica il programma di aiuto
dovrà avere anche valenza educativa.
Alcuni problemi di non autosufficienza possono essere risolti con programmi di riabilitazione
funzionale, con l’aiuto di protesi, ortesi e ausili (garantiti dalla ASL).
Quando tali interventi non sono risolutivi occorre prevedere l’intervento di aiuto di un'altra
persona.
L’autonomia riguarda il campo delle competenze che attengono allo sviluppo della persona.
L’autonomia è il risultato di un processo di apprendimento e di crescita che, partendo da un uso
corretto e proficuo di interventi educativi familiari, scolastici e sociali, sviluppa capacità di
autodeterminazione per la propria esistenza, fino, ove possibile, alla rappresentazione e alla
costruzione di un personale progetto di vita.
Tutto ciò implica uno sviluppo di capacità che permette di dotarsi di obiettivi, di fare delle scelte,
di prendere iniziative, di avere orientamenti e piaceri a cui tendere, di stabilire, esercitare e
sviluppare relazioni sociali.
La non autonomia è, al contrario, la dipendenza massiccia da persone e/o da cose; è la mancanza di
una rappresentazione adeguata del mondo esterno e quindi la impossibilità a dare risposte efficienti
e produttive, che siano segno di integrazione sociale personalmente voluta e perseguita.
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Capitolo 4 Piano regolatore sociale 2008-2010
L’articolo 3-septies del Decreto Legislativo n.502/92 riafferma il concetto di progetto integrato e
globale per la persona con disabilità. “le prestazioni sociosanitarie sono assicurate, mediante il
concorso delle aziende sanitarie locali e dei comuni, dall’erogazione integrata delle prestazioni
sanitarie e sociali necessarie a garantire una risposta unitaria e globale ai bisogni di salute, che
richiedono interventi sanitari e azioni di protezione sociale”.
La legge 162/98 all’art.39 c.2 afferma che la regione deve disciplinare “allo scopo di garantire il
diritto alla vita indipendente alle persone con disabilità permanente e grave limitazione
dell’autonomia personale nello svolgimento di una o più funzioni essenziali della vita, non
superabili medianti ausili tecnici, le modalità di realizzare programmi di aiuto alla persona, gestiti
in forma indiretta, anche mediante piani personalizzati per i soggetti che ne facciano richiesta, con
verifica delle prestazioni erogati e della loro efficacia”.
L’art.9 della deliberazione del Consiglio Comunale n.90/05 recita: “Titolare del piano d’intervento
è il Servizio Sociale del Comune di Roma che, in accordo con il cittadino utente, individua obiettivi
e prestazioni del piano di intervento medesimo e definisce le risorse necessarie per la sua
realizzazione. In relazione ai soggetti con disabilità il Piano di intervento è predisposto in
integrazione con il competente servizio della ASL ai sensi della normativa vigente”.
In relazione al SAISH, la normativa ricordata prevede: la predisposizione di un piano d’intervento
personalizzato, definito sulla base dei livelli di intensità assistenziale; il concorso alla definizione
dei Servizi sociali comunali, dei servizi sanitari e sociosanitari della ASL, dell’interessato e/o della
sua famiglia; la definizione del budget di copertura finanziaria del progetto; le modalità di
attuazione del progetto.
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Capitolo 4 Piano regolatore sociale 2008-2010
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Capitolo 4 Piano regolatore sociale 2008-2010
Per quanto concerne l’ assistenza gestita in forma indiretta grazie ai fondi assegnati dalla Regione
Lazio legge 162/98, fondi sinora ripartiti dal V° Dipartimento è stato possibile garantire
parzialmente il fabbisogno territoriale di vita indipendente.
E’ altresì possibile accedere a forme di assistenza indiretta quando il progetto personalizzato
richiede prestazioni inerenti il superamento di stati di non autosufficienza, relativi a situazioni
personali che impediscono lo svolgimento di una o più funzioni essenziali della vita (cura e
mantenimento del proprio corpo, interventi nella sfera motoria e sensoriale, interventi per
l’alimentazione, per l’igiene della persona e dell’ambiente di vita, per la mobilità).
Pertanto, tutte le persone con disabilità possono accedere alla modalità di assistenza indiretta per
tutti gli interventi riferiti al superamento di stati di non autosufficienza che hanno l’effetto di
limitare la persona nello svolgimento di funzioni essenziali della vita. Tale possibilità – ovviamente
subordinata alla disponibilità di idonee risorse finanziarie – viene concordata con il Servizio
Sociale comunale sulla base di un progetto personalizzato e condiviso dalla persona interessata e/o
dai familiari e dal competente servizio della ASL.
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Capitolo 5 Piano regolatore sociale 2008-2010
CAPITOLO 5
Ufficio di piano
SETTORE ADULTI
Tel 0686398348
Fax 0686211017
E mail : e.defazio@comune.roma.it
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Capitolo 5 Piano regolatore sociale 2008-2010
INTRODUZIONE
“La cittadinanza è la visibilità della dignità della persona e dei suoi diritti nella sua comunità di
residenza. E’ altresì la garanzia che i diritti umani fondamentali della persona vengano garantiti e
tutelati e che ogni persona possa partecipare allo sviluppo civile della comunità di appartenenza.”
Dalla prima stesura della Carta dei Valori del Volontariato (FIVOL Gruppo Abele)
Tra le persone adulte che possono trovarsi esposti a rischio di precarietà ed esclusione sociale si
rilevano non solo i giovani in cerca di prima occupazione ma anche chi, avanti negli anni, si ritrova
con un occupazione precaria e mal retribuita .
La legge 328/2000 all’art. 22 indica, tra gli interventi volti a garantire la qualità della vita, misure
di contrasto della povertà e di sostegno al reddito e servizi di accompagnamento, attraverso la
prevenzione, la riduzione e l’eliminazione delle condizioni di bisogno e di disagio individuali e
familiari.
Il lavoro sociale si è confrontato da sempre con il problema del bisogno e della povertà.
Accanto alle povertà tradizionali emergono però, a ridosso dello sviluppo, povertà mai sperimentate
in precedenza e perciò definite “ nuove povertà”.
Si tratta di carenze che non sempre sono legate a reddito inadeguato.
In Italia 2 milioni 623 mila famiglie sono povere (pari all'11,1% dei nuclei residenti). In difficoltà si
trovano 7 milioni 537 mila persone, pari al 12,9% dell'intera popolazione. E' quanto emerge dagli
ultimi dati Istat sulla povertà nel nostro paese.
La stima dei dati sulla povertà però, solitamente, si riferisce alla povertà economica in senso stretto
alle quali sono da aggiungere tutte quelle situazioni di disagio, marginalità, estraneità e difficoltà
estreme. Si tenga conto infatti, che l’indagine, per modalità di esecuzione, non può raggiungere una
quota di popolazione nella quale prevalgono condizioni di estrema povertà: persone senza fissa
dimora o in abitazioni precarie; immigrati arrivati di recente; invalidi dalla salute malferma. Una
massa che ammonta sicuramente a qualche centinaio di migliaia di persone difficilmente
raggiungibili dai tradizionali strumenti di sostegno.
Come hanno dimostrato molte ricerche italiane e straniere i motivi per cui si entra in povertà sono
diversificati così come lo sono le risorse per uscirne.
La povertà è fortemente associata a bassi livelli di istruzione, a bassi profili professionali (working
poor) e all'esclusione dal mercato del lavoro: l'incidenza tra le famiglie dove due o più componenti
sono in cerca di occupazione è di quasi quattro volte superiore a quella delle famiglie senza
disoccupati.
Vi è chi è povero nonostante abbia una occupazione stabile perché la remunerazione non è adeguata
ai bisogni familiari o anche solo ai bisogni individuali.
Tuttavia se un occupazione adeguatamente remunerata è la via maestra per contrastare la povertà
non sempre in un momento e in un contesto dato vi è una domanda di lavoro sufficiente a coprire
l’offerta e non sempre chi si trova in povertà è immediatamente in grado di accettare una eventuale
occupazione (per formazione inadeguata, per fragilità fisica o psichica, per gravosità del carico
familiare di cura).
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Capitolo 5 Piano regolatore sociale 2008-2010
Gli interventi di contrasto della povertà riguardano innanzitutto le politiche attive del lavoro e di
sviluppo locale e le politiche formative; in parte esse riguardano anche le politiche di conciliazione
tra partecipazione al mercato del lavoro e responsabilità di cura familiare, nella misura in cui molta
povertà è dovuta all’esclusivo impegno domestico della madri, specie nel caso di famiglie con un
solo genitore e nelle famiglie numerose. Anche le misure di sostegno economico alla crescita dei
figli costituiscono una forma di prevenzione e contrasto della povertà in quanto correggono la
potenziale inadeguatezza del reddito familiare rispetto al numero di persone che da questo
dipendono.
In questa prospettiva è importante che le iniziative di sviluppo locale si pongano esplicitamente
obiettivi di contrasto e prevenzione della povertà, individuando sia i soggetti potenzialmente più
vulnerabili, sia gli strumenti più adatti a sostenerne le potenzialità attraverso l’orientamento alla
valorizzazione delle capacità e potenzialità dei soggetti e lo sviluppo di forme di accompagnamento
sociale in collaborazione con i diversi soggetti pubblici non lucrativi e privati presenti sul territorio.
Le politiche di alleviamento della povertà inoltre, devono essere rivolti anche a chi in modo più o
meno temporaneo, non ha le risorse personali o le opportunità necessarie per essere
economicamente autonomo tramite politiche di sostegno e incentivazione alla formazione, per i
giovani, e di riqualificazione, per gli adulti, di facilitazione all’accesso all’abitazione per le famiglie
a basso reddito .
IL CONTESTO TERRITORIALE
Il contesto territoriale del Municipio II è suddiviso in cinque quartieri, caratterizzati da una estrema
diversità dal punto di vista socio-economico e culturale. Tuttavia il disagio sociale si presenta come
un fenomeno trasversale che colpisce tutte le classi sociali con un’alta presenza di nuclei familiari
multiproblematici, dove la presenza di minori rappresenta un “rischio” più elevato.
Nel II Municipio si rileva la presenza di una popolazione non omogenea per fasce di reddito e
livello culturale e ciò determina la crescita di situazioni sociali multiproblematiche e a rischio di
emarginazione sociale per i quali si attivano interventi non solo di prevenzione del disadattamento
sociale ma anche di riabilitazione e reinserimento lavorativo.
Il grafico sottostante è stato elaborato dai dati dell'ultimo censimento della popolazione.
Esso mostra la distribuzione per fasce di età nel II Municipio in confronto con la stessa
distribuzione su scala comunale, un grafico che esalta le differenze fra la distribuzione comunale
L'andamento della curva ricalca
fedelmente quello della media
comunale; pur evidenziando che
esistono delle differenze fra la parte
sinistra del grafico e la parte destra,
fra le fasce più giovani e quelle più
anziane.
La corretta interpretazione dei dati,
però, deve tenere conto anche della
collocazione geografica del
municipio e della sua storia.
Dai cinquanta anni in su si inverte
la tendenza e la popolazione è
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Capitolo 5 Piano regolatore sociale 2008-2010
percentualmente più numerosa rispetto al totale comunale, in particolare dai 50 anni ai 65: è lo
"zoccolo duro" dei residenti attivi, ancora coinvolti nel lavoro e che probabilmente risiedono nel
Municipio da diversi anni. Per quanto riguarda la differenza di genere, dalla figura sottostante, è
evidente una tendenza costante sull'intero territorio nazionale, in particolare nel II Municipio:
il genere femminile è percentualmente più presente del maschile dai 25 anni in su.
A determinare questo dato può essere importante la presenza di stranieri nel Municipio, in
particolare di donne filippine e capoverdiane occupate come badanti. Infatti, il II Municipio, dai dati
in possesso (Ufficio Statistica-Comune di Roma), risulta il quarto per numero di immigrati in esso
presenti, con una presenza di 14.446 immigrati registrati alla anagrafe su una popolazione di
123,711, di cui 9.073 donne – pari al 62,8% del totale - e 5.373 uomini – pari al 37,2% del totale.
La comunità filippina è la comunità più forte per presenza numerica e anche la più radicata e
“organizzata”.
Dal Rapporto 2005 sull’immigrazione a Roma curato dall’Osservatorio Romano sulle Migrazioni,
che fa capo alla Camera di Commercio Industria Agricoltura e Artigianato di Roma e alla Caritas
diocesana di Roma si rilevano i dati aggiornati sulla popolazione immigrata nel Comune di Roma.
Gli stranieri registrati nel Comune di Roma da 201.663 a fine 2003 sono diventati 223.879 al 31
dicembre 2004 con aumento dell’11%.
L’incidenza media degli stranieri residenti è del 7,9%; se invece si fa riferimento alla popolazione
immigrata complessivamente presente, pari a 242.194 persone, l’incidenza aumenta all’8,5%.
I Municipi a più alta incidenza di immigrati residenti sono il I (20,4%), il XX (13,6%), il II (11,4%)
e quindi, con l’incidenza dell’8%, l’VIII, il VI, il XVII e il XVIII, mentre si attestano sul 7% i
Municipi VII, VIII, XV, XVI e XIX. I Municipi più popolati da immigrati, con oltre 20.000 unità,
sono il I e il XX; superano le 10.000 unità il VI, l’VIII, il XIII, il XV, il XVI, il XVIII e il XVIII
Municipio. L’incidenza degli immigrati conosce i valori più alti nel Centro e nei Municipi esterni,
tuttavia anche negli altri Municipi la presenza è tutt’altro che trascurabile.
Le donne straniere incidono per il 52,6% sul totale e toccano l’apice nel II Municipio (62,6%),
mentre perdono la maggioranza assoluta nei Municipi VI, VII, VIII, XIII e XV. In linea generale,
l’alta incidenza femminile è tipica in una città come Roma, che abbisogna dell’apporto delle donne
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Capitolo 5 Piano regolatore sociale 2008-2010
immigrate nelle famiglie italiane; invece i valori differenti riscontrati per Municipio dipendono
dalla prevalenza di determinati gruppi, alcuni dei quali sono ad alto tasso di mascolinità.
La composizione continentale della presenza immigrati si differenzia nei singoli Municipi. I
comunitari superano un quinto delle presenze in diversi Municipi (I, II, III, XIII, XVI, XVII,
XVIII); anche gli africani raggiungono un quinto delle presenze nei Municipi VI, VII, VIII e XV;
gli asiatici sono un terzo delle presenze nei Municipi II, IX, XI, XVII e XX e ben il 45% nel VI,
realizzando così uno dei due casi di maggiore incidenza di un’area continentale in un Municipio.
Gli europei dell’Est superano il 25% nei Municipi V, VII, XII, XIII, XV e raggiungono anch’essi il
45% nel Municipio VIII.
Questa analisi condotta a livello territoriale aiuta a individuare anche i fattori che hanno influito
sulla composizione per paesi, da riferire spesso al relativamente agevole mercato degli alloggi nei
Municipi periferici, o alla possibilità di trovare il lavoro in loco o di abitare addirittura presso il
datore di lavoro (come non di rado avviene per i lavoratori domestici), o alla possibilità di avviare
un’attività commerciale o imprenditoriale o all’influenza delle reti familiari-etniche.
Da un’analisi elaborata dall’Ufficio di Statistica del Comune di Roma, relativa alla popolazione
straniera iscritta in Anagrafe, si evidenzia un aumento del numero dei residenti stranieri nel II
Municipio che al 31/12/2006, sono 14650, di cui 5406 maschi e 9244 femmine (dato provvisorio).
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Capitolo 5 Piano regolatore sociale 2008-2010
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Capitolo 5 Piano regolatore sociale 2008-2010
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Capitolo 5 Piano regolatore sociale 2008-2010
estrema difficoltà, con un tasso di disoccupazione pari al 90 per cento, in 26 campi nomadi, gli unici
rimasti dei 51 insediamenti spontanei del 1996.
Per cercare di migliorare le condizioni di quasi 5000 bambini, il Comune di Roma ha avviato un
progetto di scolarizzazione e monitoraggio sui piccoli zingari con un servizio di pulmini per
raggiungere le strutture scolastiche. Nell'anno scolastico 2004-2005 sono stati iscritti a scuola 1804
tra bambini e adolescenti rom, un dato in crescita se si pensa che nel biennio 1999/2000 erano 1161.
Anche i più piccoli, cioè quelli che frequentano la scuola materna o la scuola dell'infanzia, sono
aumentati tra il '99 e il 2005, passando da 230 a 319.
Se le iscrizioni sono cresciute, esiste però un'alta percentuale di bambini che non rispondono con
frequenza all'appello, collezionando assenze e arrivando persino all'abbandono nel corso dell'anno
scolastico.
Sul territorio del Municipio II, esiste un insediamento spontaneo in Via del Foro Italico, 531 dotato
di WC chimici ed acqua.
Nasceva come insediamento provvisorio nel 1991.
Il campo viene controllato e regolamentato dal N.A.E. del II Gruppo della Polizia Municipale. Oltre
all’Opera Nomadi e alla Caritas, lavora attivamente nel campo l’Associazione ARCI che cura
sopratutto l’inserimento scolastico dei minori.
Un problema da affrontare riguarda sicuramente la regolarizzazione del campo che non è
ufficializzato dal Comune; questa condizione non permette agli abitanti di avere la residenza e
ottenere il permesso di soggiorno; senza ciò non hanno diritto all’assistenza medica.
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Capitolo 5 Piano regolatore sociale 2008-2010
Dall’analisi dei bisogni sociali delle persone adulte, si sono individuati gli ambiti di intervento. Gli
interventi di contrasto della povertà riguardano innanzitutto le politiche attive del lavoro e di
sviluppo locale e le politiche formative; in parte esse riguardano anche le politiche di conciliazione
tra partecipazione al mercato del lavoro e responsabilità di cura familiare.
Di conseguenza all’aumento degli stranieri in questi ultimi anni, sono aumentati i problemi connessi
all’accoglienza, all’inserimento lavorativo e sociale, all’accesso ai servizi pubblici territoriali, ad
una sana integrazione. Il fenomeno migratorio è caratterizzato da una consistente quota di persone
stabilitesi ormai da un certo numero di anni e da quote più ridotte di soggetti venuti da poco tempo.
Si pongono pertanto esigenze differenziate per ognuna di queste categorie di destinatari. Per i nuovi
arrivati deve essere reso più agevole l’accesso ai servizi pubblici; per gli immigrati da tempo
residenti è indispensabile una mediazione culturale più pregnante che non si occupa solo di
facilitare l’accesso del singolo immigrato ai servizi bensì attraverso un insieme di iniziative si
faccia carico di favorire i percorsi di libero scambio. In particolare bisogna mettere in atto una
strategia di integrazione socio-culturale con riferimento:
• alla promozione di politiche lavorative più adeguate e di una più efficace formazione
professionale;
• di concessione di spazi di protagonismo alle associazioni degli immigrati e ai loro
rappresentanti;
• alla valorizzazione della loro specificità culturale e delle loro espressioni culturali;
• all’integrazione nel territorio delle nuove presenze, con una concezione di mediazione
culturale che non la riduca a mero strumento di accesso agli uffici pubblici.
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Capitolo 5 Piano regolatore sociale 2008-2010
disposti dalla competente autorità, rilascio di immobili in seguito a provvedimenti di sfratto (si fa
riferimento alle Delibere consiglio Comunale n° 154/97 e n° 163/98).
L’assistenza economica è regolata dalla delibera C.C. n. 154/97.
Prevede la definizione di un “progetto di sostegno globale” alla singola persona e/o nuclei familiari;
è finalizzata ad una integrazione del reddito pensionistico, per problematiche concrete quali il
pagamento dell’affitto, la copertura di debiti, morosità accumulate, il pagamento di utenze varie,
delle spese sanitarie per patologie cronicizzate.
Si propongono interventi assistenziali di natura economica (“sussidi” economici), erogabili a rate o
in unica soluzione.
I contributi vengono finalizzati al soddisfacimento di un bisogno particolare o ad un progetto
d’intervento. L’articolo 7 prevede interventi di recupero: risocializzazione e reinserimento che
possono riguardare:
a) borse di studio e corsi di formazione professionale, sia per giovani che per adulti;
b) tirocini di lavoro, borse-lavoro, lavori socialmente utili;
c) sostegno al reperimento e al pagamento iniziale di un appartamento in locazione.
Nel caso in cui, successivamente ad uno sfratto o ad altra situazione, non si disponga di
un’abitazione in cui far risultare la propria residenza, è possibile:
a) rivolgersi al servizio sociale dei Municipi che provvederà all’iscrizione anagrafica presso
una via convenzionale, appositamente istituita: Via Modesta Valenti;
b) rivolgersi ad una delle associazioni, che forniscono il loro indirizzo come recapito ai soli
fini dell’iscrizione anagrafica.
Via Modesta Valenti n. 21 è l’indirizzo che viene eventualmente attribuito alle persone senza fissa
dimora in carico al servizio sociale del Municipio II.
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Capitolo 5 Piano regolatore sociale 2008-2010
Assistenza alloggiativa
L’intervento è destinato a tutti i residenti, da almeno 1 anno, nel Municipio II, con un reddito
complessivo inferiore a € 10845,59 annui e che abbiano subìto:
I beneficiari hanno la possibilità di reperire il nuovo alloggio anche fuori dal Comune di Roma.
Nel 2006 sono state soddisfatte 23 domande di assistenza alloggiativa, mentre nel 2007, i
progetti sono stati 20.
Mensa sociale
Per le persone che versano in condizioni di grave disagio sociale ed economico possono essere
attivati interventi di: mensa sociale e servizio di accoglienza notturna presso Enti che li gestiscono
attraverso la stipula di apposite convenzioni.
Le Mense sociali sono nate per soddisfare il bisogno primario dell'alimentazione, anche se un
obiettivo prevalente rimane quello della promozione della persona umana. Nelle mense sono
presenti quotidianamente operatori fissi che coordinano il servizio , ma costituiscono anche un
importante riferimento per persone in difficoltà; il pasto è un'occasione per stabilire tra ospiti e
volontari un rapporto di fraterna accoglienza.
Per fruire del pasto occorre una apposita autorizzazione rilasciata dai Centri di Ascolto della Caritas
o, per i residenti, dai servizi sociali del Municipio.
Il pasto offerto si compone di un primo, di una pietanza con contorno, di pane e frutta di stagione.
Le Mense cercano di rispondere alle esigenze degli Ospiti, offrendo loro un ambiente familiare e
dignitoso. Sono attrezzate con linea self-service. Il materiale occorrente al consumo del pasto
(posate, bicchieri, piatti) è del tipo "usa e getta": ciò consente una maggiore efficienza e maggiore
garanzia igienica.
E' in atto una distribuzione quindicinale di pacchi viveri, sostitutiva della Mensa, alle
persone/famiglie segnalate dai Centri di Ascolto Diocesani o parrocchiali.
Il rapporto esistente tra le Mense e le altre Strutture Caritas, gli altri organismi di volontariato, le
comunità ecclesiali territoriali, le pubbliche autorità, si svolge in uno spirito di reciproca
collaborazione. In particolare con il Comune di Roma - con il quale è in atto una convenzione che
prevede il parziale rimborso delle spese sostenute per i pasti - la collaborazione si mantiene a livelli
ottimali.
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Capitolo 5 Piano regolatore sociale 2008-2010
I cittadini del II Municipio possono accedere alle seguenti mense previa autorizzazione da parte del
Servizio Sociale del Municipio.
MENSE SOCIALI
Mensa “Colle Oppio” diurna Mensa Esercito della Salvezza
Attualmente gli utenti adulti che usufruiscono delle mense sociali sono:
• mensa diurna Colle Oppio: n. 8
• mensa serale Via Marsala: n. 10
• mensa diurna Ponte Casilino: n. 4
• mensa serale Ponte Casilino: n. 4
• mensa serale Esercito della Salvezza: n.6
Accoglienza notturna
A livello cittadino, ogni anno viene predisposto il "piano inverno" che prevede i seguenti servizi:
Grazie alla collaborazione dell’ARES 118, un servizio medico dedicato all’assistenza delle persone
senza fissa dimora durante il periodo invernale.
Sono strutture di accoglienza e transito per le persone senza fissa dimora realizzate in tende con
struttura in alluminio e copertura in Pvc, riscaldate. Funzionano come centro di sosta e di
accoglienza di “prossimità” per le persone senza fissa dimora, in particolare per quelle con maggior
fragilità sociale e per le quali è più difficoltoso l’accompagno nei centri di accoglienza comunale. Il
centro, infatti, ha l’obiettivo di offrire un riparo immediato dal freddo, con la possibilità di
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Capitolo 5 Piano regolatore sociale 2008-2010
rifocillarsi e riposarsi, ma soprattutto di divenire un punto di incontro per poter avviare gli interventi
di accompagno ed inserimento nella rete di prima accoglienza.
Sono bus gran turismo che faranno servizio tutte le notti per assistere le persone senza fissa dimora
ed accompagnarle ai centri di accoglienza. Il servizio prevede che lungo il percorso le vetture
effettuino una serie di fermate per consentire alle persone di salire, prendere una bevanda calda,
riposarsi, scendere oppure decidere di proseguire la corsa che termina in un centro di accoglienza.
Nel momento in cui arriva al Settore Adulti una segnalazione di emergenza sociale (forze
dell’ordine, sala operativa sociale, N.A.E., privati cittadini, amministratore di condominio, strutture
sanitarie, volontariato, uffici centrali del Comune) è possibile individuare più fasi d’intervento:
Atti prodotti:
Nell’ultimo anno sono raddoppiate le segnalazioni da parte del Pronto Intervento Sociale di persone
adulte in situazioni di forte degrado e di isolamento sociale, derivanti da difficoltà diverse quali
alcolismo, disagio mentale, povertà, invalidità e problemi sanitari, perdita dei riferimenti affettivi.
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Capitolo 5 Piano regolatore sociale 2008-2010
Progetti lavorativi/formativi
Al fenomeno della marginalità dal mercato del lavoro vengono ad associarsi situazioni materiali di
svantaggio economico. Questo, in termini di disuguaglianza, si traduce in evidenti disparità di
reddito tra coloro che accedono e permangono nel mercato del lavoro e coloro che incontrano
difficoltà o che rimangono ai margini.
Il Municipio II, partendo da questi presupposti, ha attivato diversi progetti di reinserimento
formativo/ lavorativo allo scopo di:
fornire ai partecipanti del progetto strumenti validi ed efficaci per promuovere l’autonomia
personale e sociale, finalizzata all’inclusione occupazionale;
promuovere e sviluppare interventi di formazione e di accompagnamento al lavoro e la
formazione alla cultura del lavoro, anche al fine di ridurre l’erogazione di contributi
economici di tipo assistenziale;
individuare ed attivare nelle persone percorsi di crescita che siano in grado di determinare il
consolidamento dell’autonomia personale;
stimolare e valorizzare le risorse personali per un definitivo reinserimento sociale e
lavorativo.
Dall’anno 2004, l’ Unità Operativa di Salute Mentale della ASL RM A II Distretto, il Servizio
Sociale del Municipio II, il Servizio Giardini del Comune di Roma, con il finanziamento del V
Dipartimento Assessorato Politiche Sociali e della Salute del Comune di Roma, hanno organizzato
un percorso formativo teorico-pratico rivolto ai cittadini del II Municipio con disagio psichico e
sociale al fine di promuovere specifiche competenze lavorative denominato Progetto “Borse
Lavoro Verdi”.
Il progetto nasce sia dalla rilevanza che l’acquisizione di capacità lavorative occupa per l’individuo
che dalla constatazione che l’esclusione sociale è tanto più grave e dannosa se marcata
dall’esclusione dall’attività produttiva.
Il progetto prevede, per un numero massimo di 15 adulti, uomini e donne tra i 18 ed i 45 anni con
disagio sociale e/o psichiatrico, una parte di formazione teorica ed una pratica per una durata
complessiva di 600 ore da svolgersi nell’ arco di un anno.
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Capitolo 5 Piano regolatore sociale 2008-2010
L’acquisizione delle capacità lavorative avviene attraverso diversi livelli di formazione specifica: il
tirocinio formativo e di osservazione e il tirocinio d’inserimento.
Il corso è rivolto ai cittadini del II Municipio che presentano un disagio sociale, segnalato dal
Servizio Sociale del Municipio ed a tutte le persone della ASL RM A che presentano un disagio
mentale segnalate dal Dipartimento di Salute Mentale della ASL Roma A.
Nell’aprile 2007, Il Dipartimento di Salute Mentale della ASL RM A, il Servizio Giardini del
Comune di Roma, l’U.O. HDm del Dipartimento V del Comune di Roma e la U.O. SECS del
Municipio II, nel quadro delle iniziative rivolte al sostegno della persona e della famiglia, allo
sviluppo di competenze lavorative, alla diffusione di una cultura ambientale hanno firmato un
protocollo di intesa della durata triennale per la prosecuzione e la realizzazione del progetto.
La convenzione di tirocinio è stata attivata attraverso il Centro per l’impiego e le assicurazioni
contro gli infortuni e la responsabilità civile contro terzi dallo Sportello Tirocini del Comune di
Roma.
Nel presentare questa iniziativa vogliamo evidenziare come solo la partecipazione fattiva e
convinta di più servizi ed istituzioni abbia reso possibile un programma di lavoro così articolato e
significativo.
Pensiamo che attraverso un percorso d’inserimento socio lavorativo così strutturato, sia possibile
rispondere ai bisogni dei cittadini e sostenere il senso di cittadinanza come perseguono le politiche
sociali che, ispirandosi ad un welfare attivo, vedono al centro la rete sociale e la formazione al
lavoro.
Negli 2004 e 2005, con i fondi del Primo Piano di Zona L . 328/2000, è stato realizzato un Progetto
di Borse lavoro per 10 Adulti, segnalati dal Servizio Sociale del Municipio II e dalla ASL RM A
Centro Salute Mentale, disoccupati, con difficoltà di inserimento o reinserimento nel mondo del
lavoro. La realizzazione del Progetto è avvenuta attraverso l’affidamento all’ Associazione Progetto
Laboratorio onlus.
All’interno del Progetto Borse Lavoro, l’Associazione apriva anche uno Sportello di orientamento
al lavoro, prima presso la propria sede e successivamente presso lo Sportello Unico del II
Municipio in Via Asmara 29A. Tale idea scaturiva dalla considerazione che nel Municipio era
assente un COL territoriale e nasceva quindi, la necessità di strutturare un servizio territoriale per
offrire al cittadino uno spazio per il riavvicinamento alle risorse e di facilitazione nella
identificazione dei bisogni, di orientamento per prevenire ogni forma di dispersione delle
potenzialità della persona e di sostegno alla motivazione di cambiamento.
Nel periodo di apertura presso lo Sportello Unico del Municipio, da ottobre 2005 a febbraio 2006,
45 sono state le persone che si sono rivolte agli operatori in cerca di informazioni per opportunità
lavorative e formative. In totale, per tutto il periodo del progetto, gli accessi allo sportello sono stati
131.
Nell’ambito di tale progetto, per alcuni mesi, si sperimentava anche l’apertura dello sportello presso
la Scuola Pantaleoni al fine di ampliare il servizio anche ai giovani adulti, arricchendo l’offerta
informativa sui corsi di studio proposti dalle diverse università cittadine.
A conclusione del progetto, si è evidenziata la positività dell’esperienza di tirocinio per gli utenti
che ne hanno beneficiato. Le persone che hanno concluso tale attività hanno acquisito nuove
capacità lavorative e ulteriori stimoli di inserimento sociale, alcuni sono stati inseriti in corsi di
aggiornamento professionale. Tutti hanno migliorato le capacità relazionali all’interno del gruppo di
lavoro.
Nell’anno 2008, il Municipio Roma II, promuovendo il progetto Integrazione territoriale per
l'orientamento , l'inserimento al lavoro e la lotta alla povertà, ha attivato, al fine di sostenere e
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Capitolo 5 Piano regolatore sociale 2008-2010
incentivare lo sviluppo del Sistema Produttivo Locale e intervenire sulla lotta alla povertà, ha attivato
10 tirocini formativi – lavorativi con affidamento del Progetto all’Associazione Antropos onlus.
Rilevando l’importanza di un supporto alle numerose richieste di orientamento e consulenza relative alle
tematiche del lavoro, in modo da fornire una risposta integrata non solo agli utenti del progetto in
convenzione ma anche a tutte quelle persone bisognose di un supporto nella ricerca del lavoro,
l’Associazione Antropos, ha deciso di attivare in via sperimentale, uno sportello di orientamento e
sostegno al lavoro aperto al pubblico del territorio.
Lo sportello sarà aperto da Marzo a Luglio 2008 con frequenza di un giorno a settimana ancora da
concordarsi, presso la sede del Segretariato Sociale in Via Sabrata, 32.
Lo sportello si configura come un ulteriore servizio al progetto sopra menzionato.
Dall’anno 2005, con i fondi del Piano di Zona, si è realizzato anche un progetto trasversale
denominato “Lavoriamo Insieme- Tirocini Mirati” con affidamento all’Associazione Harmonia
Onlus.
Il progetto nasceva con l’intento di facilitare l’ opportunità formativa-lavorativa a favore di adulti
con disabilità fisico, sensoriale, mentale o con disagio sociale conosciuti dal Servizio Sociale del II
Municipio o dalla ASL RM/A II Distretto, con età compresa tra i 16 e i 35 anni.
Nel 2005 partecipavano a tale progetto 8 utenti adulti di cui 6 segnalati dal Centro di Salute
Mentale.
Per ulteriori dettagli in merito alla trasversalità, si indica quanto descritto nei capitoli del
Settore Handicap e Settore Minori.
Il Settore Adulti del Servizio Sociale del Municipio II collabora fattivamente con il SERT di Via dei
Frentani, 6 per progetti personalizzati riguardanti soggetti con tossicodipendenza.
Nell’anno 2006, il Sert di Via dei Frentani, territorialmente competente anche per la popolazione
del II Municipio, ha preso in carico 127 utenti residenti nel Municipio. Inoltre attraverso un lavoro
176
Capitolo 5 Piano regolatore sociale 2008-2010
in integrazione tra Servizio Sociale del Municipio ed ASL sono stati seguiti 7 casi di minori,
segnalati dall’Autorità Giudiziaria, con genitori tossicodipendenti.
L’equipe del Sert di via dei Frentani, 6 è composta da:
• 1 Responsabile
• 1 Capo Sala
• 2 Assistenti Sociali
• 2 Psicologi
• 7 Medici
• 10 Infermieri
Sede: Indirizzo: VIA DEI FRENTANI, 6
C.A.P.: 00185
Fax: 064959227
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Capitolo 5 Piano regolatore sociale 2008-2010
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Capitolo 5 Piano regolatore sociale 2008-2010
È una attività terapeutico-riabilitativa che viene svolta generalmente al di fuori delle strutture del
DSM (palestre, cinema ecc…) ed è articolata in:
Ad ognuna di queste attività corrisponde un gruppo di pazienti che sono coinvolti anche in attività
meno strutturate come gite, cene , visite a musei ecc..
Tutti i progetti sono sottoposti a valutazione secondo alcune scale di valutazione
Strutture residenziali
La Comunità terapeutica, aperta alla fine del 1999, nel corso del 2000 ha progressivamente
aumentato la propria attività.
Assistenza sulle 24 ore.
La Comunità può accogliere 16 utenti.
Si rivolge ad una popolazione con età compresa tra i 18 e i 46 anni, con varie patologie
psichiatriche (disturbi della personalità, disturbi schizofrenici e dell’umore)
Si svolgono attività di preformazione professionale: (Circolare del Comune di Roma 40001/1996)
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Capitolo 5 Piano regolatore sociale 2008-2010
o informatica
• gruppo terapeutico settimanale con i pazienti
• incontro mensile con pazienti ed operatori per verificare l’andamento del lavoro
Personale Numero
Psicologi 1
Infermieri 2
Operatori di Cooperativa 51 ore
Attualmente le ore a disposizione del servizio sono terminate e vi sono 8 pazienti in lista di attesa,
tutti residenti soli e senza supporti familiari adeguati.
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Capitolo 5 Piano regolatore sociale 2008-2010
L’esperienza di lavoro con le persone straniere ha consentito di comprendere che per raggiungere
migliore obiettivi è necessario:
• Integrazione tra gli uffici, per l’integrazione di informazioni sulle procedure e per migliorare
l’impatto delle procedure che spesso di sovrappongono;
• Impostazione di un lavoro di rete all’interno delle amministrazioni e con soggetti del
territorio
• Attivazione e miglioramento del servizio di mediazione culturale (il municipio ha
un’esperienza in merito che va ulteriormente aggiornata rd implementata);
• Attenzione specifica nei confronti di anziani immigrati;
• Analisi ed attenzione al fenomeno delle nuove migrazioni
• Costituzione e definizione del ruolo della consulta degli immigrati;
• Attenzione alle opportunità dei programmi lanciati dal Dipartimento V del Comune di Roma
(Porte sociali e Piano cittadino per l’immigrazione).
Nel 2006, su 79 cittadini che hanno usufruito dell’aiuto economico 19 erano stranieri con
regolare permesso di soggiorno e residenti sul Municipio II.
181
Capitolo 5 Piano regolatore sociale 2008-2010
Nel corso degli anni, il lavoro con le persone adulte ha fatto ravvisare la necessità di avviare
rapporti di collaborazione con altre strutture del territorio:
C. O. L.
Oggi non solo non è facile trovare lavoro, ma è anche difficile sapersi orientare nella scelta
professionale delle proposte e delle offerte che si trovano sui giornali, nelle varie bacheche oppure
on line, sui vari portali specializzatati. A Roma c’è chi si occupa proprio dell’orientamento: si tratta
dei C.O.L. ovvero dei Centri Orientamento Lavoro, sparsi un po' su tutto il territorio della città, che
hanno tra gli obiettivi:anche quello di fornire informazioni agli utenti che cercano lavoro e motivare
le loro scelte.
L’attività dei COL si può riassumere in una sorta di mediazione tra le ricerche degli utenti e le
opportunità di lavoro. Un utente che si rivolge ad un centro orientamento al lavoro troverà delle
persone competenti che analizzeranno i suoi bisogni anche utilizzando dei test psicologici, inoltre
avrà a sua disposizione dei momenti formativi per acquisire tutte le competenze necessarie che lo
aiuteranno a trovare la strada professionale tanto cercata.
Nel territorio del Municipio II non è ancora stato attivato un Centro di Orientamento al Lavoro, il
Servizio Sociale pertanto, ha attivato un percorso di collaborazione con il C.O.L. del III Municipio
situato in Via degli Apuli, 5 dove i cittadini possono avere colloqui di orientamento al lavoro, avere
a disposizione gli annunci di lavoro e gli ultimi bandi dei concorsi, tutto il materiale didattico che
serve per ricercare un lavoro qualificato, compilare in maniera corretta il curriculum e inserirlo
anche nel data base del Centro per essere sempre aggiornati sulle proposte di lavoro che il territorio
offre.
Sono in corso le procedure per l’elaborazione di un protocollo di intesa.
Sede: Via degli Apuli, 5
Tel 0644704735 Fax 06 49385092
Lo Sportello nasce con l’intento di sopperire alla mancanza di un Col municipale. Offre servizi
gratuiti di orientamento, in collegamento con il Centro per l’impiego della Provincia di Roma. Offre
i seguenti servizi:
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Capitolo 5 Piano regolatore sociale 2008-2010
La Cooperativa Sociale San Saturnino ha attivato dal 15 giugno 2002, insieme ad altre 14
cooperative romane, la ”Rete di Città Visibile per la Comunicazione Sociale”, denominata
“Penelope.”
Attraverso questa rete si intende fornire ai cittadini uno spazio di accoglienza, informazione e
orientamento sulle risorse e i servizi presenti sul territorio con il duplice obiettivo di potenziare, da
un lato, la rete dei servizi stessi e dall’altro, di promuovere il reale esercizio del diritto di scelta dei
cittadini, delle famiglie e della comunità.
Il lavoro dei Centri informativi ha come principali obiettivi quello di favorire la fruizione dei servizi
sociali alle fasce deboli o marginali della popolazione; diffondere conoscenza e informazione;
raggiungere tutti i cittadini e non solo quelli che sono individuati secondo un particolare problema;
contribuire alla crescita dei territori attraverso politiche sociali che siano a conoscenza di quanto
esiste nello specifico Municipio e tengano conto dei bisogni reali della popolazione. Svolge le
seguenti attività:
CENTRO WELCOME
E’ un’associazione di volontariato che si rivolge agli stranieri, con un’attenzione particolare alle
famiglie immigrate ed ai problemi di salute dei componenti, soprattutto donne, bambini e anziani.
E’ una risorsa territoriale utilizzata dai servizi del nostro Municipio.
Sede: Via Panama, 13 tel. 06.85358586
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Capitolo 5 Piano regolatore sociale 2008-2010
La Lila, Lega Italiana per la Lotta contro l'Aids, è un'associazione di volontariato che dal 1987
opera sulle tematiche dell'Hiv/Aids attraverso le sue sedi presenti sull'intero territorio nazionale.
Alla Lila lavorano fianco a fianco persone sieropositive e non, mosse dal comune impegno per la
difesa del diritto alla salute, per affermare i principi di solidarietà contro ogni forma di
emarginazione e discriminazione, per la promozione di una cultura della prevenzione ad ogni
livello.
Le attività prevedono:
• Difesa dei diritti: servizio di consulenza legale e previdenziale
• Servizi di volontariato presso strutture ospedaliere
• Informazione, ascolto e orientamento ai servizi attraverso un centralino telefonico
• Colloqui di counselling e peer support
• Informazione e prevenzione: interventi nelle scuole, discoteche, luoghi d'incontro...
• Gruppi di auto-aiuto di persone sieropositive
• Riduzione del danno rivolta alle persone che si prostituiscono
• Corsi di informazione e formazione rivolti ad operatori dei servizi socio sanitari, della
scuola, del carcere
Il Settore Adulti ha avviato rapporti di collaborazione attiva con alcune associazioni della Consulta
del Volontariato anche per la risoluzione di casi sociali.
Per ulteriori notizie relativa alla Consulta si rimanda al capitolo IL TERRITORIO
Per la popolazione adulta, oltre a quelli già indicati nel capitolo relativo al Settore Anziani, si
riportano alcuni servizi più specifiche per la popolazione adulta:
Nel Comune di Roma l'Agenzia Comunale per le Tossicodipendenze ha il ruolo di coordinare gli
attori coinvolti nel trattamento delle dipendenze: Istituzioni comunali e municipali, Aziende
Sanitarie, Ser.T. e privato sociale.
L'ambito in cui opera è quello dell'analisi dei bisogni, della programmazione di servizi e delle
sperimentazioni, nonché del reperimento di risorse.
L'Agenzia ha inoltre messo a disposizione di ASL, Ser.T. e Municipi il proprio lavoro di mappatura
e di raccolta dati realizzando un report finale allo scopo di favorire l'implementazione della rete dei
servizi esistente sul territorio comunale descrivendone le caratteristiche.
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Capitolo 5 Piano regolatore sociale 2008-2010
Grazie alla mappatura dei progetti presenti sul territorio è possibile divulgare, attraverso il web e le
guide cartacee, informazioni sui servizi relativi al fenomeno della tossicodipendenza. Sono state
descritte attività, target di utenza, criteri e modalità di accesso proprie di ogni servizio e tipologia
delle figure professionali coinvolte, consentendo in tal modo agli operatori di conoscere i servizi
approvati e al singolo utente di orientarsi sul territorio secondo i propri bisogni.
Nell'ambito del Progetto Net, nel corso dell'anno 2006, sono stati istituiti dei tavoli di lavoro
tematici differenziati per tipologie di servizi, per la pianificazione di un sistema di regole, di una
gerarchia di priorità in grado di stabilire scelte organizzative e comunicative tra i partner
provenienti da aree operative differenti.
Il percorso scelto è stato quello mirato alla creazione di uno spazio comune di discussione tra i vari
soggetti istituzionali e del privato sociale, consentendo di incentivare la loro capacità di auto-
organizzazione per far sì che spontanee ed episodiche forme di contatto e di relazioni reciproche tra
i servizi diventino un sistema di rete.
Durante i lavori gli operatori dei servizi hanno condiviso obiettivi e ricercato linguaggi comuni,
condiviso valori e "missioni" e accettato un sistema di conduzione e verifica delle azioni e dei
risultati.
Può usufruire del servizio chi è in cerca di occupazione con un’età minima 15 anni ed avendo
assolto l’obbligo scolastico.
L’operatore del Centro per l’Impiego aiuta ogni utente, sia esso un cittadino oppure un’azienda, ad
individuare il genere di servizio più adatto alle sue esigenze fornendo informazioni non solo su tutti
i servizi erogati dal Centro ma anche da tutte le altre strutture presenti sul territorio che a vario titolo
si occupano di lavoro.
Per essere inseriti nella banca dati provinciale occorre dichiarare la propria disponibilità al lavoro
tramite un colloquio con l’operatore, durante il quale sarà redatta la scheda anagrafico –
professionale che sarà poi contestualmente sottoscritta e consegnata in copia all’utente.
Al momento dell’iscrizione, o reiscrizione, è necessario presentarsi personalmente muniti di un
documento di riconoscimento valido.
Dal 1° marzo u.s. a tutti gli iscritti nei Centri per l’Impiego della Provincia di Roma viene rilasciato
un tesserino magnetico ed un codice personalizzato che permettono di usufruire di una serie di
vantaggi. Utilizzando una delle postazioni di autoconsultazione presenti in tutti i Centri per
l’Impiego, oppure tramite il proprio pc è possibile verificare via internet la propria posizione
anagrafica, visitare i siti relativi al mondo del lavoro, conoscere in tempo reale tutte le offerte di
lavoro.
I Centri per l’Impiego di Roma sono i seguenti:
185
Capitolo 5 Piano regolatore sociale 2008-2010
Presso la sede di Via dei Vignali, 14 è in funzione il Servizio per l’impiego Lavoratori Disabili.
L’ufficio ha il compito di curare l’inserimento lavorativo delle persone portatrici di disabilità
realizzando azioni positive per la loro integrazione nel mondo del lavoro. Promuove attività di
sperimentazione di nuove prassi e gestisce gli avviamenti mirati e le relative iniziative di
accompagnamento e tutoraggio (Match, tirocini prelavorativi ecc.). Il servizio si occupa
dell’istruttoria per la definizione e la stipula delle convenzioni ex art. 11 L. 68/99, l’istruttoria e
l’esame delle denunce aziendali periodiche.
E-mail: coll_obbligatorio@provincia.roma.it
SPORTELLO TIROCINI
Il Comune di Roma ha attivato, dal marzo del 2000, lo Sportello Tirocini, che opera attuando
l'art.18 della Legge 196/97, il cosiddetto "Pacchetto Treu"
I tirocini sono un'interessante opportunità per agevolare le scelte professionali mediante l'alternanza
tra studio e lavoro, permettendo una conoscenza diretta del mondo della produzione di beni e
servizi.
Il Comune di Roma stipula con l'Azienda, per ciascun tirocinante, una convenzione, in cui vengono
esplicitate le modalità di svolgimento del tirocinio (luogo e mansioni da svolgere, durata, nomi dei
responsabili) e il progetto indicante gli obiettivi formativi da raggiungere, le competenze da
sviluppare e/o rafforzare, le mansioni da svolgere, le procedure da rispettare.
Il progetto è redatto dal tutor del Comune di Roma, da quello aziendale e condiviso dal tirocinante.
Il servizio è gratuito sia per i candidati sia per le aziende (pubbliche e private) che si dichiarano
disponibili ad ospitare tirocinanti. Le attività dello Sportello sono:
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Capitolo 5 Piano regolatore sociale 2008-2010
E' un servizio del Comune di Roma per l'accompagnamento ai servizi socio-sanitari di detenuti ed
ex detenuti. Operativo presso tutti gli Istituti, è indirizzato sia a chi sta ancora scontando la pena, sia
ad ex detenuti che vogliono reinserirsi nella società e nel mercato del lavoro. Il PID è attivo dal
lunedì al venerdì, dalle ore 8.00 alle ore 19.00. tel. 06.69190417. e-mail: pid@libero.it
La Fondazione "Silvano Andolfi", è un Ente no-profit che nasce nel 1989 come spazio di studio e
ricerca sulla famiglia, con particolare riguardo ai mutamenti socio-culturali che ne influenzano lo
sviluppo. Negli ultimi anni, un'attenzione speciale si è rivolta ad interventi e ricerche sul fenomeno
migratorio.
La Fondazione si avvale di equipe multidisciplinari e multiculturali ed in particolare coordina
gruppi di mediatori culturali esperti nelle diverse aree di intervento: scuola, sanità, giustizia e
servizi territoriali.
Fra le attività principali, da segnalare un servizio di sostegno psicologico gratuito ad individui,
coppie e famiglie straniere in situazioni di difficoltà di adattamento connesse al fenomeno
migratorio. Importante è anche lo "Sportello di ricevimento al pubblico immigrato", all'interno del
quale una equipe costituita da figure professionali esperte nel settore dell’immigrazione,
prevalentemente mediatori culturali non italiani, offriva supporto su tutte le problematiche inerenti
la loro integrazione nel territorio nazionale.
Oltre che nell’area dell’intervento, l’Ente è attivo anche nel settore della ricerca e della formazione,
organizzando ogni anno corsi per mediatori culturali.
Per ulteriori informazioni, rivolgersi ai numeri qui di seguito riportati, nei seguenti orari:
lun-ven 9-13 e 15-19 sab 10-13
via Adolfo Venturi, 20/22
tel. 06 86203842 tel./fax 06 86203702
fondando@tin.it- www.fondazioneandolfi.org
187
Capitolo 5 Piano regolatore sociale 2008-2010
Il monitoraggio dei progetti già attuati negli anni precedenti ci consente di perseguire alcuni
obiettivi e priorità per rispondere adeguatamente ai bisogni e alle domande dei cittadini, precisando
quelli più importanti e urgenti.
Il bilancio dei progetti di borse/lavoro realizzati negli anni 2004/2005 con il Progetto “Borse
Lavoro” per adulti residenti nel Municipio II inserito nel Primo Piano di Zona L.328/2000 è
estremamente positivo.
Alcune delle persone inserite, al termine del progetto hanno acquisito competenze professionali che
hanno consentito un più facile accesso al mondo del lavoro, altre hanno maturato l’intenzione di
proseguire con percorsi formativi, altri hanno continuato ad essere sostenute con altri percorsi di
borsa lavoro supportati dal Servizio Sociale, in quanto non ancora autonomi per affrontare da soli il
mondo del lavoro.
Per tutti è stato utile lo sviluppo di capacità relazionali e trasversali.
L’apertura dello Sportello di Informazione e Orientamento al lavoro, nella sede dello Sportello
Unico del Municipio, ha confermato ulteriormente la validità dello strumento come sostegno alla
ricerca di lavoro evidenziando l’importanza di avere sul proprio territorio un centro informativo
facilmente raggiungibile.
Negli anni 2005 e 2006 sono stati realizzati due corsi annuali di giardinaggio rivolti a n. 15 adulti
( di cui 10 con rimborso spese e 5 uditori) residenti nel II Municipio, disoccupati, con difficoltà di
inserimento o reinserimento nel mondo del lavoro, con difficoltà socio-economica e/o con disagio
mentale. Al termine dei corsi è stato rilasciato un attestato di partecipazione a tutti.
188
Capitolo 5 Piano regolatore sociale 2008-2010
Dei partecipanti del corso 2005, 4 hanno lavorato nel 2006 con contratto a tempo determinato, per
la manutenzione del verde, presso la ROMA MULTISERVIZI; di questi, due dal 05/02/07 sono
stati assunti a tempo indeterminato presso la suddetta società.
Altri due hanno intrapreso un tirocinio annuale nello stesso ambito, mentre uno ha ripreso gli studi
sollecitato da questa esperienza formativa.
Dei partecipanti del 2006, tre sono in attesa di essere assunti a tempo determinato presso la ROMA
MULTISERVIZI (questo rappresenta una sperimentazione delle capacità acquisite), altri due,
fortemente stimolati, pur non intraprendendo un percorso lavorativo nello stesso ambito, hanno
ritrovato una giusta motivazione per sperimentarsi in ambiti a loro più consoni.
Altri due sono in attesa di una diversa collocazione, sempre nell’ambito del giardinaggio.
Per quanto suddetto, ci sembra importante che queste esperienze possano proseguire negli anni,
individuando ulteriori fondi per il finanziamento e rafforzando le collaborazioni già attivate.
In questo capitolo sono descritti i servizi e gli interventi da realizzare nel periodo di validità del
Piano. E’ opportuno ricordare che non si tratta solo dei progetti finanziati con le risorse di cui
all’articolo 20 della legge 328/00 (Fondo Nazionale Politiche Sociali trasferito al Comune dalla
Regione Lazio). La pianificazione riguarda tutti i servizi, gli interventi e i progetti che sono attivi
nel Municipio o che saranno avviati nel periodo di riferimento del Piano.
In relazione agli obiettivi indicati nel capitolo precedente, il Piano descriverà dunque i servizi e gli
interventi necessari per il loro raggiungimento:
Livello di welfare
"accesso ai servizi e alle opportunità"
Piano Regolatore Sociale 2008 – 2010
Servizi ed interventi a Servizi ed interventi da
Servizi ed interventi servizi da
cui assicurare sviluppare, integrare,
da creare ex novo chiudere
continuità rimodulare
Elenco:
• Lavoriamo Insieme
(Borse Lavoro per adulti
e Lavoriamo insieme
tirocini mirati)
• Entrare Fuori
(Disagiatamente e
Verso l’autonomia)
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Capitolo 5 Piano regolatore sociale 2008-2010
SETTORE Adulti
Anni 2006-2007
1. Disagiatamente
2. Verso l’autonomia
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Capitolo 5 Piano regolatore sociale 2008-2010
In questo capitolo si inseriscono i progetti a cui dare continuità e quelli innovativi approvati. Il
Piano definisce tre obiettivi strategici: l’assicurazione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali,
la riduzione delle disuguaglianze nell'accesso ai servizi, l’ampliamento e la diversificazione dei
beneficiari degli interventi.
“ENTRARE FUORI”
4. Budget di riferimento:
€ 80.000
IPOTESI
FINANZIAMENTI 2008 2009 2010
TRIENNIO
ENTRARE FUORI
Assistenza Domiciliare
€ 80.000,00 €85.000,00 € 90.000,00
Malati Psichici Lievi
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Capitolo 5 Piano regolatore sociale 2008-2010
“LAVORIAMO INSIEME”
4. Budget di riferimento:
€ 90.000,00
PROGRAMMAZIONE FINANZIARIA
FINANZIAMENT0
2008 2009 2010
TRIENNIO
192
Capitolo 5 Piano regolatore sociale 2008-2010
E’ importante distinguere i “servizi”, che hanno carattere di stabilità e continuità, dai “progetti”, che
invece hanno una durata temporanea e presuppongono un’organizzazione provvisoria (per la durata
del progetto).
Al riguardo, il Piano Regolatore Sociale prevede l’organizzazione di servizi a livello di
“quadrante” (area di 3 o 4 Municipi, coincidente con quella della Azienda Sanitaria Locale).
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Capitolo 5 Piano regolatore sociale 2008-2010
Progetto Disagiatamente
194
Capitolo 5 Piano regolatore sociale 2008-2010
Come già ampiamente ribadito è fondamentale l’integrazione con le politiche del lavoro e la
formazione professionale. A tale scopo esiste un’integrazione con il Dipartimento XIV del Comune
di Roma.
Il Servizio Sociale del II Municipio ha preso parte alla stesura del Piano Permanente Cittadino per il
Carcere del Comune di Roma.
E’ un documento con il quale il Comune si impegna a garantire ai cittadini detenuti gli stessi
interventi e servizi previsti per i cittadini liberi ed a promuovere un percorso di lavoro che pone al
centro una lettura delle problematiche riguardanti la popolazione detenuta e di quella ex detenuta
per realizzare reali opportunità di recupero e reinserimento sociale.
195
Capitolo 6 Piano regolatore sociale 2008-2010
MUNICIPIO II
UFFICIO DI PIANO
CAPITOLO 6
196
Capitolo 6 Piano regolatore sociale 2008-2010
INTRODUZIONE
La famiglia da sempre considerata cellula primaria di ogni società è attualmente una delle istituzioni
maggiormente in difficoltà nella nostra epoca. E’ un’organizzazione familiare su base biologica e
naturale e, può essere considerato la prima istituzione sociale e culturale dell’uomo.
La famiglia intesa come istituto è andato modificandosi nei vari periodi storici-culturali,
determinando varie tipologie di situazioni secondo i diversi modi di espressione dei ruoli e delle
funzioni da parte dei membri presenti all’interno della stessa.
La famiglia di oggi è diversa da quella di una volta, è connotata infatti da due elementi, che la
rendono diversa da quella patriarcale: la nuclearizzazione e il nuovo ruolo sociale della donna
.Abbiamo così che dal declino progressivo della struttura familiare di tipo patriarcale, soppiantata
da quella nucleare, si hanno situazioni sempre meno istituzionalizzate come le unioni di fatto e il
sorgere in parallelo sia di nuclei monogenitoriali che di famiglie ricostituite.
E’ proprio la monogenitorialità infatti la condizione familiare successiva alla separazione in cui
sono presenti i figli, ed è quella maggiormente diffusa e che riguarda principalmente la donna.
Altrettanto numerose sono le famiglie ricostituite con i nuovi nati. Le difficoltà di questo processo
ricostitutivo non sono di poco conto: i figli sono stati generati da qualcun altro che ha già fatto
progetti e fornito regole educative. I problemi educativi più frequenti riguardano: l’autorevolezza
(il genitore biologico è delegittimato, il genitore acquisito è rifiutato), l’identificazione e i modelli.
Le tensioni e la mancanza di riferimenti certi rendono queste famiglie fragili ed esposte a crescenti
conflittualità e i figli a loro volta a rischio di comportamenti devianti.
Si può notare pertanto che la coppia coniugale ha assunto connotazioni diverse nel corso degli anni
nella prima metà degli anni ’60 sosteneva un sistema valoriale fondato: sulla fiducia incondizionata
nel matrimonio, sulla stabilità coniugale, sull’incremento del numero dei figli. Inizia a modificarsi
nella seconda metà degli stessi anni in cui si avvicina ad un periodo meno legato alle certezze
tradizionali e agli schemi classici di conduzione del menage familiare.
Anche le numerose sollecitazioni provenienti dal contesto esterno hanno messo in crisi i ruoli
tradizionali: la stessa realtà in cui entrambi i coniugi lavorano, la divisione del lavoro e della
responsabilità negli impegni intrafamiliari da parte dei due partners.
Le evoluzioni sono state determinate dal fatto che la famiglia è un sistema vitale che interagisce
attivamente con l’ambiente culturale, sociale, storico-geografico, influenzandolo ed essendone
influenzata.
Sono stati principalmente i cambiamenti registrati all’interno della famiglia negli ultimi 15 anni che,
ci portano a prendere atto della profonda crisi del legame coniugale, tanto che le giovani
generazioni scelgono di sposarsi sempre più raramente e di conseguenza ad avere anche meno figli.
Sempre più dati statistici evidenziano sia la diminuzione dei matrimoni al pari di un incremento
delle separazioni e dei divorzi in Italia che la loro fragilità, soprattutto di quelli contratti nell’ultimo
decennio.
Separazioni e divorzi coinvolgono i figli in una fase di transizione dal nucleo familiare, che li priva
del loro abituale punto di riferimento, dovendo ricostruire un proprio equilibrio in relazione allo
spazio vitale.
La frattura della separazione infatti spezza una continuità e segna una svolta irreversibile per i figli,
poiché cambia per sempre la fisionomia familiare precedente, ma è anche una frattura che apre
nuove circostanze trasformative che richiedono una riformulazione delle precedenti modalità
relazionali.
Per i figli c’è spesso un “passato mitico” con cui rapportarsi. Non importa se il legame dei genitori
era conflittuale e precario, ma la famiglia era almeno unita. Adesso invece c’è un presente incerto e
pieno di sofferenza e un futuro fantasticato, difficile e angoscioso.
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Capitolo 6 Piano regolatore sociale 2008-2010
Nonostante gli evidenti cambiamenti socioculturali che hanno influenzato enormemente gli stili
familiari, rimane certa una costante: la famiglia è ancora una significativa ed importante risorsa.
Non mancano, certo, le componenti di crisi, ma nel complesso la famiglia mostra di continuare a
svolgere in modo soddisfacente le fondamentali funzioni che ogni gruppo sociale tende ad
attribuirle.
IL CONTESTO TERRITORIALE
Gli interventi sociali realizzati dal Municipio Roma II a favore delle famiglie con figli minori
sono stati favoriti, in questi ultimi anni, dal processo di progettazione territoriale promosso dalla
legge 328/2000 attraverso l’estensione dalla sfera dell’infanzia e dell’adolescenza ( L.285/97) alle
altre aree di politica sociale.
In particolare rispetto ai nuovi servizi progettati si è tenuto conto della necessità di rispondere ai
bisogni espressi dall’utenza afferente al Servizio sociale e rilevati dagli operatori quindi dalla
tipologia familiare residente e dal contesto territoriale.
Il municipio II è abitato da 16.948 minori così distribuiti per fascia d’età:
La definizione del target relativo ai minori seguiti dal II Municipio, viene individuata sulla base dei
dati relativi alla popolazione minorile residente, delle conoscenze del territorio acquisite nel tempo
dagli operatori del servizio sociale professionale che comprende prevalentemente:
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Capitolo 6 Piano regolatore sociale 2008-2010
Le richieste d’aiuto e sostegno da parte di famiglie con presenza di figli minori, giunte al servizio
sociale professionale provengono per lo più da nuclei dell’America Latina e dell’Africa residenti
nei quartieri Parioli, Trieste e Vescovio.
Un’alta percentuale di tali richieste è relativa al contributo economico e proviene dal quartiere
Vescovio (27 % anno 2006 e 26 % anno 2007- grafico n. 1) ; ciò si può spiegare dall’aumento dei
residenti stranieri in questi quartieri residenziali in cui è alta la domanda di collaborazioni
domestiche.
199
Capitolo 6 Piano regolatore sociale 2008-2010
Il grafico n° 2 evidenzia come le richieste pervenute dall’utenza straniera, relativamente agli anni
2006 e 2007, sono di gran lunga superiori a quelle di utenti italiani.
29%
35%
65%
71%
A questi nuclei familiari stranieri con problemi di integrazione nella realtà italiana (problemi di
lingua, di adeguamento a usi e costumi del nostro paese, problemi scolastici del minore) si
sommano problemi economici, alloggiativi e lavorativi che destabilizzano il nucleo familiare.
Molti degli immigrati lavorano nell’ambito dell’assistenza domiciliare o come collaboratori
domestici e spesso vivono presso l’abitazione del proprio datore di lavoro. Le difficoltà che si
riscontrano operativamente riguardano, soprattutto, i nuclei madre-bambino.
Il ruolo dell’Ente Locale è quello di sostenere le madri, facilitare la ricerca di alloggi e una
maggiore stabilità lavorativa per evitare uno sfaldamento del nucleo.
Il II Municipio si contraddistingue per la più alta incidenza femminile: le donne rappresentano il
62,8% dei residenti stranieri, una quota nettamente superiore alla media cittadina (52,8%).
Sono infatti principalmente le donne che presentano richieste di aiuto al Servizio Sociale come
dimostra il grafico n° 3.
200
Capitolo 6 Piano regolatore sociale 2008-2010
9% 9%
91% 91%
Nel II Municipio è presente inoltre un circoscritto insediamento spontaneo di famiglie nomadi che
raccoglie circa 20 famiglie rom di provenienza dall’ex Jugoslavia, con gravi difficoltà di
integrazione nel tessuto sociale di riferimento, spesso accompagnata dalla mancanza di documenti
validi.
Le problematiche prevalenti tra le famiglie che si rivolgono sia spontaneamente al servizio sociale,
settore minori, sia prese in carico su richiesta dell’Autorità Giudiziaria minorile, sono negli ultimi
tre anni ricorrenti, manifestate in modo sempre più intenso e riguardano:
difficoltà economiche;
progressivo aumento delle domande di ammissione ai nidi, che superano le possibilità di
accoglienza;
separazioni conflittuali;
crisi della coppia che sovente conducono ad un vero e proprio contenzioso
incapacità a svolgere una o più funzioni genitoriali (in particolare l’accudimento fisico e
psicologico del bambino);
emarginazione del nucleo rispetto al contesto sociale;
presenza di un solo genitore
presenza di disturbi psicologici e/o psichiatrici all’interno del nucleo familiare.
La domanda esplicita che perviene al servizio riguarda spesso una richiesta di contributo
economico.
Analizzando i grafici di seguito elaborati si rileva,infatti, che a livello di percentuale la
richiesta prevalente è proprio quella di aiuto economico ( 76% anno 2006), con un lieve
aumento rispetto all’anno 2007 (84%).
201
Capitolo 6 Piano regolatore sociale 2008-2010
Tipo di richieste pervenute - Anno 2006 Tipo di richieste pervenute - Anno 2007
0%
6% 4%
11% 0%
14%
2% 1%
1%
1%
76%
84%
Alla domanda esplicita segue la decodifica da parte dell’operatore da cui spesso emerge una
lettura del bisogno che va oltre il solo contributo economico. Dalla richiesta di questo tipo si
evince che le problematiche in realtà sono di diversa natura: appartenenza a famiglie
multiproblematiche, minori appartenenti a nuclei con problemi psichiatrici, minori conviventi
con la sola figura materna.
A tali problematiche, così come previsto dalla D.C.C. 154/97, il servizio risponde con risorse
di altra natura: inserimento in centri diurni, Sismif, Spazio B.e.b.i., esonero mensa scolastica,
esenzione retta nido, esenzione sport etc.
Il grafico sottostante, evidenzia la percentuale delle richieste di contributo economico
soddisfatte (40%) e quella delle richieste (60%) alle quali è stata data una risposta diversa dal
contributo economico.
40% 38%
60% 62%
202
Capitolo 6 Piano regolatore sociale 2008-2010
Si tratta di utenti con una rete familiare spesso assente o non adeguata.
Le famiglie che più delle altre si trovano in difficoltà sono quelle in cui è presente un solo genitore
di genere femminile.
E’ comune nelle donne, spesso straniere, che si rivolgono ai servizi sociali, la condizione di separate
di fatto, anche laddove è avvenuto il riconoscimento della paternità, con scarso o assente impegno
economico e affettivo da parte dei padri nei confronti dei figli minori.
Parlare di minori stranieri significa far riferimento a una molteplicità di tipologie: minori richiedenti
asilo e rifugiati, apolidi, profughi di guerra o sfollati. Inoltre si può parlare di quei minori, accolti
temporaneamente, provenienti da paesi colpiti da carestie, guerre civili, catastrofi ecologiche,
irregolari e minori privi di assistenza e rappresentanza da parte dei genitori o altri adulti. Ad essi va
senz’altro dedicato un’ attenzione particolare, sia per i problemi di lacerazione dell’identità spesso
connessi alla loro situazione di immigrati o figli di immigrati, che soprattutto per le significative
trasformazioni di cui sono portatori. Ad esempio: la nascita di un bambino,venendo a modificare in
modo sostanziale il progetto migratorio del singolo individuo, è tra i fattori fondamentali che
inducono gli immigrati a stabilizzarsi e li costringe ad uscire dalla “condizione di invisibilità
sociale” in cui spesso si trovano a vivere.
Rispetto ai minori e alle famiglie residenti presso il campo nomadi di via del Foro Italico è da
rilevare che le famiglie di questa comunità risiedono nel campo dal 1991, nonostante fosse
considerato provvisorio; i nuclei stabili abitano infatti in baracche di legno e sono state censite dalla
Polizia Municipale nel 1996 e successivamente aggiornate.
Il censimento del 1996 contava 22 famiglie, 134 persone delle quali 75 minori, oggi le famiglie
sono circa la metà.
Il settore minori del servizio sociale professionale attua progetti prevalentemente legati a decreti del
Tribunale per i Minorenni, che coinvolgono i minori e le famiglie del campo nomadi, inoltre
sostiene le famiglie che richiedono sussidi.
Dal lavoro svolto in questi anni dall’Associazione ARCI che si occupa della scolarizzazione dei
minori rom nelle scuole territoriali e dagli interventi svolti dal servizio sociale settore minori, si
evidenziano le seguenti criticità:
- coinvolgimento di minori di 14 anni in reati a danno del patrimonio
- matrimoni precoci tra minori, con conseguente nascita dei figli da infrasedicenni
- non adesione ai programmi di recupero della prole che non coincidono con gli usi e la
mentalità dei “capifamiglia”.
- scarsa frequenza scolastica, nonostante l’ARCI si occupi di favorire l’iscrizione scolastica di
tutti i minori del campo in età scolare.
Nel territorio comunale sono 21 i bambini nomadi iscritti nelle scuole dell’Infanzia Comunale e
Statale.
La Scuola Elementare Statale “M. Mazzini”, la Scuola Elementare Statale “G. Alessi” e la scuola
elementare “M. Montessori” rappresentano le istituzioni scolastiche che hanno offerto ampia
disponibilità all’accoglienza di minori provenienti dal campo di Via del Foro Italico ed hanno
operato per garantire la piena integrazione scolastica degli stessi.
Il settore minori agisce a tutela dei bambini nomadi a rischio di emarginazione e devianza, con
progetti che favoriscono l’inserimento presso gli asili nido e le scuole materne territoriali .
Con Delibera della Azienda USL RM/A n. 971 del 28.09.2007 è stata istituita una Equipe Aziendale
Territoriale Interdistrettuale che interviene in modo continuo e sistematico negli insediamenti rom
di Via del Foro Italico e di Via della Cesarina e negli insediamenti spontanei che si costituiscono
nel territorio dell’Azienda ASL RM/A.
203
Capitolo 6 Piano regolatore sociale 2008-2010
Dati relativi ai minori seguiti dal Servizio Tutela Salute Mentale Età Evolutiva
I dati riportati nelle seguenti tabelle si riferiscono esclusivamente alle prime visite effettuate nel
2006 c\o la sede distrettuale del ns. servizio.
Di questi 200 casi, circa il 90% rimane in carico per trattamenti riabilitativi rivolti sia alla famiglia
che alle istituzioni educative territoriali frequentate dai minori e vanno aggiunti ai casi ancora in
trattamento degli anni precedenti.
I dati del 2007 sono in corso di elaborazione e in costante aumento.
Dalla analisi delle tabelle si può già evincere che il maggior numero (112) si situa nell’area dei
disturbi relazionali e comportamentali.
Particolare rilevanza assume la fascia d’età 6-18 perchè la frequenza scolastica contribuisce a far
emergere le difficoltà di apprendimento e di comportamento, prima sottovalutate.
Inoltre particolarmente critica risulta la fascia 12\18 ( pre e adolescienziale) poiché i disturbi si
sono strutturati e gli interventi di recupero devono essere conseguentemente più complessi e
articolati.
A questi dati vanno aggiunti le segnalazioni di n. 46 casi della magistratura minorile e civile, n. 45
casi seguiti dal SAISH e n. 7 casi dal SISMIF.
204
Capitolo 6 Piano regolatore sociale 2008-2010
Condotta 2 1 2 3
NPI 29
Linguaggio\apprendimento 1 1 - -
Certificazioni 104 - - - 1
Linguaggio\apprendimento 12 10 2 -
NPI+ TR 29
Motricità 4 1 - -
Probl. Affettivo-relazionali - 2 - -
NPI+ PS Condotta 1 1 1 1 7
Linguaggio\apprendimento 1 - - -
Probl. Affettivo-relazionali 18 30 10 7
Condotta 2 16 9 8
PS 112
Apprendimento - 8 - -
Certificazioni 104 1 3 - -
Dati elaborati a cura della D.ssa G. Mostardi D.ssa L. Giambenedetti della U.O. TSMREE
2° Distretto.
205
Capitolo 6 Piano regolatore sociale 2008-2010
206
Capitolo 6 Piano regolatore sociale 2008-2010
Al totale dei casi seguiti vanno sommati quelli che provengono dagli anni precedenti all’anno 2007
e che rappresentano una presa in carico con continuità di intervento, per i quali non si è in grado al
momento di fare una quantificazione.
Rimane stabile l’alta percentuale delle richieste provenienti dal Tribunale per i Minorenni n.20 casi.
Rispetto al 2006 sono significativamente aumentate le richieste del Tribunale Ordinario, 24% per il
2006, 32% per il 2007, tutte riguardanti il contenzioso tra coppie in fase di separazione o che
hanno richiesto interventi particolarmente complessi e articolati.
Nel 40 % dei casi (contenzioso senza rischio) sono stati sufficienti interventi di mediazione del
conflitto e di sostegno alla genitorialità per individuare un progetto condiviso per lo sviluppo del
minore.
Dalla statistica del 2007 si evidenzia una presa in carico con trattamento successivo (affidamento al
Servizio Sociale, vigilanza, monitoraggio, collocamento in casa famiglia, incontri protetti) pari al 27
% (12 casi).
207
Capitolo 6 Piano regolatore sociale 2008-2010
La Tabella B evidenzia la tipologia delle richieste pervenute, raggruppate in: indagine socio-
ambientale,indagine psico-sociale, e indagine psico-sociale con attivazione di incontri protetti.
25
Richieste pervenute n.
20
1 Indagini socio-ambientali 22
15
2 Indagine psico-sociale 20
10
indagine psico – sociale
3 con attivazione di incontri 4 5
protetti
0
Totale 46 Ind. Psico-
Ind. Socio- Ind. Psico-
sociale con
ambientale sociale
incontri
n. Casi 22 20 4
25
Richieste pervenute n.
20
1 Indagini socio-ambientali 21
15
2 Indagine psico-sociale 21
10
indagine psico – sociale
3 con attivazione di incontri 2 5
protetti
0
Totale 44 Ind. Psico-
Ind. Socio- Ind. Psico-
sociale con
ambientale sociale
incontri
n. Casi 21 21 2
La Tabella C riporta la classificazione delle richieste sulla base della nuova riformulazione, con le
seguenti categorie:
contenzioso tra genitori separati, sia del tribunale per i Minorenni che del Tribunale
Ordinario, che non ha determinato un rischio evolutivo per il minore e la conflittualità si è
risolta con l’intervento tecnico professionale degli operatori psico-sociali singoli o integrati,
in un tempo limitato.
contenzioso in separazione con rischio evolutivo, quando l’alta conflittualità tra i genitori ha
determinato il rischio valutato dai Servizi, prevalentemente adolescenti in contenzioso
giudiziario cronicizzato,
contenzioso nonni-genitori: quando il conflitto generazionale nella famiglia non garantisce
al minore il diritto alla relazione parentale allargata,
rischio evolutivo: quando il disagio del minore non dipende dal contenzioso in separazione
tra genitori ma da relazioni patologiche e disfunzionali all’interno della famiglia. (Sono
208
Capitolo 6 Piano regolatore sociale 2008-2010
questi i casi in cui la segnalazione per la tutela può essere fatta al Tribunale dai Servizi e
viceversa).
patologie delle cure: incuria e ipercura - quando la trascuratezza o l’eccesso nelle cure
parentali determina disagio e rischi nella crescita; nella realtà territoriali si riferisce in
particolare ai minori che vivono nel campo nomadi o in situazioni abitative ed economiche
inadeguate.
stato di abbandono: quando la mancanza di cure materiali ed educative permanenti o il non
riconoscimento del minore alla nascita determina l’intervento giudiziario a tutela con
affidamento o adozione.
209
Capitolo 6 Piano regolatore sociale 2008-2010
Rispetto all’assegnazione del caso all’operatore ( Tabella D ) si rileva, in seguito all’avvio della
sperimentazione, l’aumento del 12% dei casi presi in carico dall’èquipe integrata Municipio/ASL
nell’anno 2007 rispetto all’anno precedente.
Ciò ha determinato una modalità operativa multidisciplinare integrata degli operatori che, in seguito
alla riformulazione della richiesta del tribunale, ha permesso una conoscenza più appropriata del
caso e una più tempestiva operatività con famiglie e minori.
Sono stati così individuati i casi in cui il rischio evolutivo del minore appariva più alto con una
tempestiva azione tutelante degli operatori e una più efficace collaborazione con lo stesso
Tribunale.
Complessivamente il modello integrato tra operatori ha permesso, come vedremo nelle successive
tabelle E, di ridurre i tempi di risposta e qualificare gli interventi di tutela relativamente all’anno
2006, al 24% dei casi è stata fatta una prima relazione entro un mese dalla richiesta, mentre rispetto
all’anno 2007 il dato è significativamente aumentato al 39%.
22%
35%
Autorità Giudiziaria n. casi
1 Municipio + ASL 10
2 Municipio 20
43%
15 (+n.1
3 ASL consultor
io
Municipio + ASL
Totale 46 Municipio
ASL
36% 34%
Autorità Giudiziaria n. casi
1 Municipio + ASL 15
2 Municipio 13
30%
3 ASL 16 Municipio + ASL
Totale 44 Municipio
ASL
210
Capitolo 6 Piano regolatore sociale 2008-2010
Tipologia Richieste n.
1 Inferiore ad 1 mese 8 17%
2 Entro 1 mese 8
44%
3 Da 2 a 3 mesi 20
4 Oltre 3 mesi 6 Inferiore a 1 mese
Casi di sola vigilanza e Entro 1 mese
5 4
monitoraggio
Da 2 a 3 mesi
Totale 46
Oltre 3 mesi
Casi di sola vigilanza
8% 5%
21%
34%
Tipologia Richieste n.
1 Inferiore ad 1 mese 2 32%
2 Entro 1 mese 13
3 Da 2 a 3 mesi 12 Inferiore a 1 mese
4 Oltre 3 mesi 8 Entro 1 mese
Casi di sola vigilanza e Da 2 a 3 mesi
5 3
monitoraggio Oltre 3 mesi
Totale 44 Casi di sola vigilanza
Sono numerosi gli interventi di rete che gli operatori dei servizi svolgono nell'ottica di potenziare e
migliorare le risposte e sostenere concretamente i nuclei familiari ritenuti a rischio.
Tali interventi dovranno essere implementati per prevenire il contenzioso, unicamente in sede
giudiziale, attraverso una più incisiva formazione/informazione delle coppie genitoriali prima della
separazione e dopo per il raggiungimento di una continuità consapevole e responsabile
dell’affidamento dei figli.
In tal senso è fondamentale l’attivazione di uno spazio specialistico territoriale per la mediazione
del conflitto.
In altri casi dove l’alto conflitto determina un rischio evolutivo, il servizio mette in atto interventi
più articolati e complessi quali: incontri protetti; Sismif; compagno adulto (educatore finalizzato al
contenimento del disagio del minore); consulenza e valutazione psicologica e neuropsichiatrica;
lavoro in rete con il CBM, il Tetto Azzurro e il Centro Antiviolenza; inserimenti in casa Famiglia.
In tal senso si rileva la necessità di istituire un centro polivalente quale spazio per la famiglia. Gli
obietti prefissati dal centro sono: la presa in carico globale, specialistica e interprofessionale della
211
Capitolo 6 Piano regolatore sociale 2008-2010
famiglia con minori a rischio, uno spazio di trattamento per le famiglie multiproblematiche.
Quest’ultime inoltre sono portatrici di difficoltà di diversa natura: invischiamenti tra generazioni,
problemi di tossicodipendenza, disagio psicologico, conflittualità affettiva ed economica in caso di
separazione.
Il dato complessivo dei minori a rischio evolutivo segnalati dalla magistratura, 60% per l’anno 2006
e 50% per l’anno 2007, evidenzia la fragilità dei contesti familiari con possibili comportamenti non
adeguati, rispetto allo sviluppo psico fisico dei minori.
La criticità rilevata come rischio evolutivo dei ragazzi è prevalentemente caratterizzata dalla
mancanza di risorse per prevenire la cronicizzazione delle dinamiche familiari devianti.
Particolare attenzione richiede la fase adolescenziale dove il disagio si manifesta maggiormente con
difficoltà scolastiche e/o abbandono, fughe da casa e comportamenti antisociali, disturbi di
personalità etc.
In tal senso è necessario implementare gli interventi psicologici e i progetti individualizzati con
educatori ( compagno adulto) che possano sostenere il minore in difficoltà nel recupero scolastico e
orientamento lavorativo per il potenziamento delle risorse e il sostegno all’autonomia.
Il dato relativo alla patologie delle cure, 2%, (Tabella C) e, che nella realtà territoriale del
municipio si riferisce in particolare ai minori che vivono nel campo nomadi o in situazioni abitative
ed economiche inadeguate, richiede una più approfondita elaborazione per individuare efficaci piani
di integrazione socio-sanitaria. Gli attuali interventi sia di tipo economico che sociale risultano
scarsamente utili per un miglioramento delle condizioni di vita dei ragazzi e delle loro famiglie.
Si riportano di seguito alcuni grafici che visualizzano il quartiere di residenza dei minori segnalati
dall’Autorità Giudiziaria Minorile.
13%
13%
4%
16%
Richieste Autorità
n.
Giudiziaria
1 Africano 6 23% 2%
2 Vescovio 7 20%
9%
3 Fomentano 1
4 Trieste 9 Africano Vescovio
Flaminio 4
Parioli 10 Nomentano Trieste
Salario 2 Flaminio Parioli
5 non residenti o altro 6
Totale 45 Salario Non residenti
212
Capitolo 6 Piano regolatore sociale 2008-2010
10%
10%
12% 17%
Richieste Autorità
n.
Giudiziaria 0%
12%
1 Africano 4
10%
2 Vescovio 7 29%
3 Fomentano 0
4 Trieste 4 Africano Vescovio
Flaminio 12
Nomentano Trieste
Parioli 5
Salario 5 Flaminio Parioli
5 non residenti o altro 4
Salario Non residenti
Totale 41
Gli obiettivi d’integrazione socio-sanitaria fin qui raggiunti possono essere garantiti grazie al lavoro
di coordinamento ed interconnessione tra i Municipi, i Distretti e gli altri servizi socio-sanitari
operanti sul territorio e l’azione costante di raccordo istituzionale e territoriale della UIM,
attraverso:
• attuazione del protocollo d’ intesa per l’integrazione tra servizi socio- sanitari nei casi di
minori sottoposti a provvedimenti dell’autorità giudiziaria,
• svolgimento di azioni di formazione integrata sulla metodologia e i contenuti delle azioni a
favore dei minori e delle famiglie, in termini di aggiornamento e di formazione continua,
• maggiore conoscenza dei bisogni espressi dai minori e dalle famiglie, attraverso il
monitoraggio delle situazioni dei minori sottoposti a provvedimenti dell’A.G.
a) sostegno alle famiglie nell’esercizio delle responsabilità e delle funzioni genitoriali verso i
figli;
b) sostegno all’autonomia degli adolescenti.
Il tutto in un’ ottica di ottimizzazione delle risorse esistenti nel territorio dei Municipi/ Distretti
afferenti al quadrante RM/A.
213
Capitolo 6 Piano regolatore sociale 2008-2010
Uno degli interventi attivati a favore dei cittadini è relativo alla Del. C.C. n. 154 del 29/07/97 che
propone un “progetto d’intervento globale” al nucleo familiare con interventi programmati,
successivi alla valutazione del Servizio delle effettive necessità e comunque sempre al fine di
stimolare l’autonomia della famiglia stessa. All’interno di tale progetto può essere prevista
l’assistenza economica indirizzata al soddisfacimento di bisogni concreti del nucleo, a patto che
l’erogazione del contributo economico sia sempre associato al recupero e all’attivazione delle
risorse autonome. Il servizio è gestito in modo diretto e si attiva in risposta alla presentazione della
domanda dell’utente la cui situazione deve essere valutata in modo “globale”.
Il progetto d’aiuto alla famiglia consiste in un lavoro di rete con i servizi del territorio preposti alla
tutela dei minori quali centri diurni, scuola, sport, ASL, servizi educativi in genere.
Attivando progetti con gli adulti del nucleo e con gli adolescenti si programmano, inoltre, stage
con borsa lavoro e tirocini formativi.
Molte delle attività a favore dei minori vanno attivate per gli adulti del nucleo poiché esistono
problemi di altissima conflittualità, disoccupazione, instabilità affettiva, difficoltà abitativa,
dipendenze da alcool o sostanze stupefacenti o dal gioco patologico, o ancora si tratta di fragilità
relativa all’igiene mentale.
Dall’anno 2003 il V Dipartimento ha inviato ai Municipi la competenza Ex Provincia, competenza
questa che consisteva in un sostegno economico trimestrale alle madri nubili.
I criteri per l’erogazione di tali contributi rientrano attualmente nei dettami della Delibera n.154/97
non più per categoria ma sulla base del raggiungimento di obiettivi progettuali.
Competenze ex Provinca
In seguito all’applicazione della L.328/00, nel settembre 2002 si è dato avvio al trasferimento
definitivo delle competenze in materia di “minori riconosciuti dalla sola madre”, categoria fino ad
allora seguita dai Servizi Sociali dell’Amministrazione Provinciale e demandata poi al Comune di
Roma in base alla legge Regionale n 40 del 20/12/2001.
Questo è l’ultimo passaggio di un processo di cambiamento, sempre in continuo divenire, nel quale
la persona/utente diviene sostanzialmente attore/fruitore del proprio progetto di vita.
Ai Servizi Sociali dei vari Municipi è affidato il delicato compito di promuovere e stimolare
progetti e interventi socio-economici orientati alla graduale e relativa autonomia del nucleo
familiare. Tali progetti s’intendono al momento in una logica d’intervento di tipo “orizzontale”,
ovvero calibrati sulle difficoltà/richieste/esigenze del nucleo familiare in stato di necessità, ad opera
dell’Ente (il Municipio).Quest’ultimo più degli altri può risultare capace di leggere il contesto
socio-ambientale nel quale il nucleo è inserito, decifrando il difficile intreccio dei vincoli e delle
risorse presenti sul proprio specifico territorio.
Per la maggior parte dei casi ci si trova di fronte a nuclei “monoparentali”, che ogni giorno
sperimentano le difficoltà legate a questo tipo di configurazione familiare, ma che nelle varie
situazioni si manifestano forse nelle forme più difficili e penalizzanti.
214
Capitolo 6 Piano regolatore sociale 2008-2010
28%
34%
66%
72%
215
Capitolo 6 Piano regolatore sociale 2008-2010
3% 5%
14% 10%
9% 20%
Sud America Africa Europa dell'Est Sud America Africa Europa dell'Est
Asia Italia Asia Italia
Le madri sole sono una categoria a rischio perché più vulnerabili emotivamente, il livello
economico si abbassa, le difficoltà organizzative aumentano e subentrano difficoltà nello
svolgimento del ruolo educativo assunto in solitudine, anche dopo una separazione.
A paragone con gli altri municipi di Roma, la percentuale di divorziati nel Municipio II è la più
alta della città. (dati Coop. S. Saturnino in progetto spazio baby).
Di fronte al forte aumento delle famiglie monoparentali, a cui non sempre corrisponde una adeguata
offerta dei servizi di cura ed educazione dei figli e, all’aumento dell’intensità del disagio, laddove si
manifesta, si rende sempre più necessario attivare servizi a sostegno del nucleo familiare, volti
all’educazione, alla socializzazione e alla protezione dei minori.
L’ esigenza di molte famiglie con un solo genitore, senza rete familiare di riferimento, è di
organizzare il tempo libero dei propri figli in orario extrascolastico, inoltre diventando
fondamentale trovare un lavoro o allungare l’orario lavorativo, per esigenze economiche queste
madri non possono spesso accudire i figli in modo adeguato.
Altri interventi sono in collaborazione con il settore educativo relativamente alla segnalazione per
l’esenzione della refezione scolastica per le scuole che effettuano il tempo pieno ed il modulare.
La retta versata dalle famiglie, viene calcolata in base all’ISEE (Indicatore della Situazione
Economica Equivalente) riferita all’intero nucleo familiare. Per i bambini assistiti dal Servizio
Sociale del Municipio è prevista così l’esenzione del pagamento della retta.
Lo stesso servizio inoltre si attiva per l’inserimento sociale nella scuola materna o nell’asilo nido
per quei casi che presentano un disagio psicofisico del minore o l’esigenza di allontanarlo da una
grave situazione di disagio familiare, attraverso segnalazioni all’Area Educativa- Ufficio asili Nido.
Affidamento Familiare
216
Capitolo 6 Piano regolatore sociale 2008-2010
L’art. 2 della suddetta legge recita “Il minore temporaneamente privo di un ambiente familiare
idoneo, nonostante gli interventi di sostegno disposti ai sensi dell’art.1, è affidato ad una famiglia,
preferibilmente con figli minori o ad una persona singola in grado di assicurargli il mantenimento,
l’educazione, l’istruzione, e le relazioni affettive di cui egli ha bisogno.”.
L'affidamento familiare si caratterizza come un aiuto offerto al minore ed alla sua famiglia in
difficoltà con problemi di salute ed organizzativi, di conflittualità ed inadeguatezza
genitoriale/educativa e si realizza attraverso l’inserimento temporaneo del minore presso una
famiglia idonea .
Quando la famiglia d’origine si trova in difficoltà, non essendo in grado di occuparsi
momentaneamente in modo adeguato del figlio, può rivolgersi al Servizio Sociale per un sostegno.
La richiesta, al momento, è numericamente poco rilevante sia per mancanza d’informazione
adeguata, sia per i sentimenti di diffidenza e di competizione che la famiglia d’origine nutre.
L’affidamento familiare deve garantire le migliori condizioni per lo sviluppo psicofisico del
bambino o del ragazzo, configurandosi così come un servizio per tutto il nucleo.
Lo scopo è non solo di tutelare e prendersi cura del minore ma altresì di dare modo alla famiglia di
origine di riorganizzarsi e ritrovare o acquisire quelle risorse affettive ed educative necessarie allo
sviluppo armonico del bambino, una volta ricongiunto.
L’affidamento familiare può essere:
a tempo pieno: quando il bambino vive con la famiglia affidataria mantenendo rapporti con
la propria famiglia,
part-time: quando il bambino trascorre con la famiglia affidataria parte della giornata ,
ricongiungendosi di sera con la famiglia.
L’Affidamento familiare consensuale è disposto dal Servizio Sociale, con Decreto del giudice
Tutelare. L’ affidamento giudiziale, laddove manchi il consenso, si dispone, sempre per una durata
massima di due anni, con Decreto del Tribunale per i Minorenni.
Il provvedimento inerente l’affidamento familiare deve indicare: motivazioni, tempi e modi
dell’esercizio dei poteri riconosciuti all’affidatario quindi quelle modalità attraverso le quali i
genitori e gli altri componenti del nucleo familiare possono mantenere i rapporti con il minore.
Compito prioritario del servizio sociale del municipio è quello di riconoscere il disagio del minore
e successivamente individuare e mettere in atto gli interventi di tutela quindi sostenere la famiglia di
origine nel superare le proprie difficoltà.
All’assistente sociale spetta in particolare il lavoro di rete con le persone e le istituzioni coinvolte:
genitori, affidatari, scuola, operatori sanitari, quindi quello di relazionare periodicamente
all’autorità giudiziaria.
Lo stesso tecnico deve vigilare inoltre affinché vengano rispettati gli interessi del minore e di tutti
gli attori che ruotano attorno al progetto di affidamento familiare favorendo i rapporti tra il minore e
la famiglia d’origine.
Il Servizio Sociale risponde con questo provvedimento all’esigenza di protezione e tutela dei
minori, all’orientamento e al sostegno psicologico degli affidatari, favorendo inoltre il rapporto tra
quest’ultimi e la famiglia d’origine.
Tra le situazioni di disagio più ricorrenti che inducono a mettere in atto un progetto di affidamento
familiare quella più comune è rappresentata dai genitori tossicodipendenti, con problemi
alloggiativi, con disturbi mentali, con madri sole spesso straniere in difficoltà economiche e
alloggiative.
217
Capitolo 6 Piano regolatore sociale 2008-2010
Le campagne di informazione per gli affidamenti familiari sono attivate dal Centro comunale per
l’affido Pollicino e dagli stessi operatori del servizio sociale Municipale anche se al momento sono
ancora pochi.
Gli affidamenti di minori residenti presso il Municipio II sono 12, i minori collocati presso parenti
sono 5, per questi c’è il Decreto del Tribunale per i Minorenni.
Il Municipio svolge l’attività di prevenzione e tutela dei minori a rischio in collaborazione spesso
con il Servizio Materno Infantile della ASL. Lo stesso però trova difficoltà nell’elaborazione di un
progetto d’affidamento consensuale. La famiglia si presenta spesso rigida e spaventata preferendo
l’inserimento del minore in struttura. Questa soluzione è considerata più cautelante, rispetto al
collocamento presso una famiglia, in relazione alla paura di perdere il ricongiungimento.
Adozioni
L’attività del G.I.L. Adozioni della RMA, alla quale il Settore Adozioni afferisce, è regolata dal
protocollo d’intesa firmato dai distretti I, II, III, IV della ASL RMA e dai Municipi I,II,III e IV
del Comune di Roma, con il quale si è inteso omogeneizzare sul quadrante della RMA un modello
di intervento operativo finalizzato alla preparazione delle coppie all’adozione.
218
Capitolo 6 Piano regolatore sociale 2008-2010
Al termine dei colloqui il GIL Adozioni trasmette al T.M. , entro i quattro mesi successivi
alla presentazione della dichiarazione di disponibilità all’adozione, una relazione completa
di tutti gli elementi raccolti nell’indagine.
Nel Municipio II, lo scorso anno, sono pervenute 37 richieste di adozione e 24 affidamenti pre-
adottivi.
In linea con la tutela del minore e a fronte di situazioni di emergenza a seguito di Decreti del
Tribunale per i Minorenni, sono previsti inserimenti in Strutture Residenziali e semi- residenziali.
L’inserimento curato dal Servizio Sociale viene proposto con progetto individualizzato sul minore
con l’obiettivo del rientro in famiglia, collocamento presso un parente o affidamento familiare.
Si tratta spesso di adolescenti a rischio evolutivo con problemi familiari, scolastici e di natura
psicologica.
Attualmente i minori seguiti dal Servizio Sociale del Municipio e inseriti nelle strutture accreditate
del comune di Roma sono 11 di cui 3 minori con progetto di semi-autonomia con il proposito di
tutelare il minore e accompagnarlo nel raggiungimento di alcune tappe quali la conclusione del
percorso scolastico e l’inserimento sociale e lavorativo.
Le strutture accreditate sul territorio del Municipio II sono:
• Gruppo Appartamento “Il Focolare” della Coop. Soc. Buenos Aires Onlus per sei minori
maschi adolescenti sito in P.zza Buenos Aires, 5 Roma. La struttura prevede altresì il
servizio di semiautonomia per 4 adolescenti maschi.
• Casa Famiglia “Giardino di Pace” per nuclei madre-bambino del Protettorato S.Giuseppe in
Via Nomentana, 63 – Roma
• Casa Famiglia “Il Grillo Parlante” per adolescenti dai 10 ai 14 anni del Protettorato
S.Giuseppe sita in via Nomentana, 63 – Roma
219
Capitolo 6 Piano regolatore sociale 2008-2010
Sismif
Tra le risorse istituzionali di cui il servizio sociale dispone a favore di famiglie in difficoltà,
residenti nel municipio II, l’Assistenza Domiciliare per minori a “rischio evolutivo” (Servizio per
l’Integrazione ed il Sostegno ai Minori in Famiglia) riveste un ruolo primario.
Il Sismif promuove interventi a carattere socio-educativo presso il domicilio del minore e si
connota quale intervento progettuale ad alta valenza preventiva che tende: a sviluppare e valorizzare
l’autonomia della famiglia; a favorire i rapporti familiari interni e con il contesto socio-ambientale
esterno.
Nel 2007 hanno usufruito dell’assistenza domiciliare n. 28 minori assistiti con le loro famiglie dal
Servizio Sociale.
Macro-obiettivo del servizio è evitare l’istituzionalizzazione del minore e l’allontanamento dal
nucleo familiare, promuovendo le risorse familiari in relazione ai bisogni emersi.
Per meglio comprendere le caratteristiche del servizio domiciliare ed il target delle famiglie a cui si
rivolge, si riportano fedelmente i dati elaborati e commentati dalla Cooperativa S. Saturnino
scaturiti da un’ attenta analisi derivante da 15 anni di lavoro sul territorio come ente gestore del
Sismif.
Il fattore unificante di tutti i minori seguiti in educativa domiciliare è la loro appartenenza a nuclei
familiari problematici di vario tipo, che per la loro esistenza e la loro natura sono all'origine
di difficoltà, specifiche e non, nel bambino. Tali problematiche familiari possono essere sintetizzate
in :
220
Capitolo 6 Piano regolatore sociale 2008-2010
Solo una percentuale minima di famiglie (10%) viene inserita nel progetto S.I.S.MÌ.F. perché vive
un momento critico (disoccupazione, separazione, crisi evolutive), ma la maggior parte delle
famiglie seguite dalla cooperativa in questi anni hanno evidenziato di avere spesso gravi carenze in
diverse aree di funzionamento.
I minori seguiti sono stati prevalentemente bambini compresi nella fascia 5-9 anni (42%) mentre
nelle altre fasce 0-4 anni, 10-14 anni e 15-18 anni mediamente intorno al 20% per ogni fascia di età.
Probabilmente la maggiore richiesta per la fascia di età 5-9 anni è riconducibile all’ingresso nella
scuola elementare, dove le problematiche del bambino divengono più evidenti per insegnanti e
genitori.
Età dei minori seguiti
19% 18%
21%
42%
0 - 4 anni
5 - 9 anni
10 - 14 anni
Triest15 - 18 annie
I nuclei familiari che hanno usufruito del Sismif , sono così suddivisi:
Nuclei familiari seguiti
1% 10% 6%
5% 18%
5%
55%
Con 1 figlio
Con 2 figli
Con più di 3 figli
Monoparentali (madre)
Monoparentali (padre)
Monoparentali (nonni)
Ricostituite
221
Capitolo 6 Piano regolatore sociale 2008-2010
Le famiglie che maggiormente sono state seguite sono quelle in cui è presente un solo genitore di
genere femminile.
Molto spesso nella famiglia monoparentale l’attivazione del Sismif è dovuta alla presenza di
disturbi di personalità nel genitore e gravi difficoltà nella gestione dei figli.
Le famiglie con un genitore che soffre di una psicopatologia sono il 60%. E sono così divisibili:
famiglie con un genitore con problemi di alcol 5%, famiglie con genitore con problemi di
tossicodipendenza 8%, famiglie con genitore con problemi di natura psichiatrica 47%.
Problematiche familiari
40%
47%
5% 8%
Genitore "sano"
Genitore tossicodipendente
Genitore alcolista
Genitore psichiatrico
Si può aggiungere inoltre che nel 40% di famiglie monogenitoriali il genitore ha anche problemi
psicologici. Queste famiglie hanno spesso bisogno di una rete di interventi tra loro integrati quali:
un sostegno economico, un sostegno psicologico o un psicoterapia, un sostegno scolastico ed
educativo per i figli.
I problemi riscontrati maggiormente nei minori seguiti sono: problemi scolastici 80%, disturbi della
comportamento e della condotta 69%, deficit cognitivi 35%, disturbi fobici 5%, disturbi depressivi
10%.
Problematiche minorili
3% 5%
18%
39%
35%
Problemi scolastici
Disturbi del comportamento
Defcit cognitivi
Disturbi fobici
Disturbi depressivi
222
Capitolo 6 Piano regolatore sociale 2008-2010
Circa il 30% dei casi S.I.S.MÌ.F. sono stati attivati dopo una segnalazione proveniente dal tribunale,
che dava l'affidamento del minore ai servizi sociali. Circa il 20% dei casi si è concluso con una
segnalazione al tribunale per l'insorgere o la recidività di comportamenti maltrattanti all'interno
della famiglia. Il 5% dei minori seguiti sono stati dati in affidamento a parenti o strutture
specializzate.
L’esperienza ha dimostrato che gli interventi riusciti, che si concludono nel primo anno, sono
interventi circoscritti per ìl raggiungimento di obiettivi specifici e/o situazioni di crisi temporanee
(sostegno scolastico temporanea difficoltà lavorativa e organizzativa dei genitori, spazi neutri).
Gli interventi che si sono conclusi raggiungendo tutti gli obiettivi prefissati sono una percentuale
del 30%, mentre la maggior parte si sono conclusi con il raggiungimento solo parziale degli
obiettivi (50%). Purtroppo c'è una percentuale minore di interventi che non hanno raggiunto alcun
obiettivo (20%).
Di quest'ultima categoria fanno parte soprattutto interventi in cui il contratto fatto tra cooperativa
sociale e servizio sociale da una parte e utenti dall'altra non è mai completamente condiviso e
quindi tendono ad interrompersi presto. In questo caso si verifica che le famiglie non riconoscendo
gli evidenti problemi al loro interno attuano delle dinamiche espulsive decidendo di interrompere
l'intervento per paura del cambiamento. Nelle maggior parte degli interventi S.I.S.MÌ.F invece si
riscontra un raggiungimento degli obiettivi in modo parziale (50%). La famiglia è riuscita a
mobilitare alcune delle sue risorse interne per cambiare alcune delle disfunzioni al suo interno, ma
non ha raggiunto un livello elevato di funzionamento. In alcune famiglie alcuni elementi hanno
iniziato un percorso di riflessione e di elaborazione dei propri vissuti e dei propri stili di vita che
però non sono stati condivisi e seguiti da altri membri della famiglia. In alcuni casi si è assistito
perciò a separazioni familiari, in altre ad un aumento dell’ aggressività tra i componenti della
famiglia. Per finire famiglie in cui i minori hanno fatto dei grandi miglioramenti sul versante
caratteriale o su quello cognitivo e scolastico, a cui però non hanno fatto seguito miglioramenti e
cambiamenti dei genitori. Almeno il 30% dei casi seguiti ha raggiunto tutti gli obiettivi che si erano
prefissati. Alcuni di questi casi sono situazioni in cui le famiglie attraversano un periodo critico ma
la struttura familiare è sana e ci sono risorse al suo interno. Altri casi sono di famiglie che
richiedono un intervento mirato e specifico e non ci sono altri problemi occultati. In genere
parliamo di famiglie in cui il bambino ha dei piccoli problemi scolastici o contenuti problemi di
socializzazione che sono emersi in concomitanza di crisi evolutive o familiari. Altri interventi che
raggiungono tutti gli obiettivi prefissati sono quelli in cui gli obiettivi iniziali sono circoscritti e i
tempi sono ben scanditi. In questo caso parliamo di bambini dati in affidamento in cui il compito
educativo è stato quello di costruire insieme alla famiglia un percorso di elaborazione
dell'allontanamento del figlio. Altri interventi riusciti sono stati quelli che hanno previsto
l'effettuazione di "spazi neutri" o di "incontri protetti". In questo caso l'obiettivo principale del
S.I.S.MÌ.F. è stato quello di dare l'opportunità al genitore non affidatario di vedere il figlio e di far
crescere la relazione. Altri interventi che hanno raggiunto gli obiettivi prestabiliti sono stati quelli in
cui il lavoro di empowerment sui minori ha raggiunto i suoi risultati, mentre il lavoro di
potenziamento sui genitori è stato delegato alle strutture di sostegno e cura del territorio in un
lavoro di attivazione della rete. Altri casi S.I.S.Mi.F. che hanno raggiunto tutti gli obiettivi sono
stati quelli in cui non si è teso raggiungere uno stato di benessere ottimale, ma solo soddisfacente
per cui gli obiettivi proposti e raggiunti sono stati circoscritti.
Come evidenziato dai dati sopra riportati, è alta la percentuale di famiglie monoparentali in cui è
presente un solo genitore di genere femminile, assistite dal Sismif.
223
Capitolo 6 Piano regolatore sociale 2008-2010
Tale indicatore è d’altro canto conforme alla tipologia familiare diffusa nel territorio e
rappresentativa delle famiglie che più delle altre si rivolgono al municipio per ricevere assistenza.
Una buona parte dei casi S.I.S.MÌ.F. sono stati attivati dopo una segnalazione proveniente dal
tribunale, che dava l'affidamento del minore ai servizi sociali.
Ogni famiglia in carico al Sismif, deve essere costantemente seguita progettualmente dal servizio
sociale municipale, a cui spetta l’oneroso compito di “tenere insieme” la rete dei servizi e degli
interventi attivati a favore del nucleo familiare.
La scarsa integrazione di interventi è spesso causa di non raggiungimento degli obiettivi posti dal
Sismif.
Il Sismif non può da solo esaurire tutte le risposte al disagio del nucleo familiare e lo dimostrano i
dati relativi alla percentuale di situazioni concluse positivamente: famiglie che richiedono un
intervento mirato e definito nel tempo e non ci sono altri problemi occultati.
Laddove emergono nel nucleo problematiche diversificate che richiedono una pluralità di interventi,
l’assenza di servizi specialistici che siano in grado dal punto di vista organizzativo e di risorse
umane, di prendere in carico i minori e le loro famiglie, per il tempo necessario a risolvere le
difficoltà emergenti, produce imprescindibilmente un fallimento anche degli interventi domiciliari,
nell’impossibilità per i singoli educatori professionali domiciliari, di gestire in modo isolato la
complessità del disagio.
Tali servizi specialistici dovrebbero essere garantiti istituzionalmente su ogni territorio. Laddove
questo non sia possibile per carenze organizzative, strumentali e finanziarie si devono prevedere
progetti integrati che perseguano obiettivi di presa in carico globale, specialistica e
interprofessionale della famiglia con minori a rischio.
Fondamentale l’integrazione e la rete che si è creata intorno ad alcune famiglie tra il sismif e gli
interventi attuati dal progetto “Sportello Famiglia” (finanziato con fondi regionali) quali:
mediazione del conflitto familiare, incontri protetti, sostegno alla genitorialità, consulenza
psicologica e sostegno rivolti a bambini, adolescenti e genitori, consulenza legale.
Con la chiusura del progetto, che avverrà a marzo 2008 in base ai fondi disponibili, non esistono
altri spazi idonei nel territorio di cui si possa avvalere il servizio sociale professionale per garantire
l’attuazione dei decreti disposti dall’autorità giudiziaria minorile e per dare risposte adeguate alle
problematiche familiari diffuse sul territorio, come dimostrato dai dati statistici relativi al contesto
territoriale e al target di famiglie assistite in questi anni dalla Cooperativa S. Saturnino attraverso il
Sismif.
224
Capitolo 6 Piano regolatore sociale 2008-2010
Questo capitolo presenta le “risorse sociali” presenti sul territorio finanziati con fondi regionali
L.328/2000 e con fondi L. 285/ 97 e altre risorse presenti nel Municipio.
Tirocini mirati
Il progetto “Lavoriamo Insieme Tirocini Mirati” finanziato con fondi L.328/00 è trasversale rispetto
ai settori d’intervento minori - adulti e handicap dell’area sociale professionale e offre percorsi
mirati a favore di cittadini con disagio sociale minori e adulti e soggetti diversamente abili,
rappresentando una risorsa per i servizi sociali territoriali al fine di:
Il progetto è stato destinato nella prima annualità a 20 cittadini, 10 disabili adulti e 10 cittadini di
età compresa tra i 16 e i 40 anni, conosciuti dai servizi sociali municipali e del II distretto ASL
RM/A mentre si è rivolto a 12 cittadini residenti nel II municipio, 8 disabili adulti e 4 cittadini tra i
16 e i 40 anni con disagio socio-economico, nella seconda annualità.
Le attività previste dal progetto riguardano:
Per ciascun tirocinante viene redatto un progetto indicante gli obiettivi formativi da raggiungere.
225
Capitolo 6 Piano regolatore sociale 2008-2010
Le esperienze intraprese negli anni precedenti hanno avuto un buon esito in termini costruttivi e di
arricchimento formativo a favore di 30 utenti.
Le borse lavoro intraprese sono state strutturate in modo mirato e flessibile rispetto alle esigenze di
ogni singolo utente, nel pieno intento di un complesso lavoro di rete e di progettualità trasversale.
Si ritiene utile riproporre tale progettualità che rappresenta una forma di intervento realmente
trasversale, flessibile, integrata tra Municipio e ASL RM/A, favorendo il continuum dell’esperienza
e creando un punto di riferimento stabile sul territorio per la rete di collaborazione con le aziende
lavorative territoriali.
Si sottolinea che gran parte degli interventi attivati a favore di minori sono diretti agli adulti del
nucleo, affinché possano superare gli ostacoli di ordine sociale, economico e lavorativo che
impediscono lo sviluppo della piena autonomia familiare e la reale emancipazione e integrazione
nel contesto sociale di appartenenza.
Il “Centro per il bambino e la famiglia” ha iniziato le proprie attività nell’ ottobre 2006 ed il
progetto è stato affidato alla Cooperativa Sociale Boogan, da anni operante nei servizi per
l’infanzia.
L’istituzione del Centro, articolato con interventi diversificati e rispondenti alle esigenze dei
bambini e delle loro famiglie, rappresenta un potenziamento a quanto già esistente nel nostro
Municipio. Gli interventi sono rivolti principalmente a favorire la crescita dei bambini e dare
sostegno alle famiglie, alla prevenzione del disagio sociale e a supportare la genitorialità, delle
famiglie socialmente fragili.
Lo sportello di sostegno alla genitorialità e consulenza psicopedagogica, previsto all’interno del
centro, si pone come punto di ascolto per le famiglie del Municipio II. E’ previsto inoltre un
servizio di informazione per i genitori circa le risorse e le iniziative presenti sul territorio.
Si accede al servizio tramite appuntamento proprio per quei colloqui di consulenza psicopedagogia
e di sostegno alla genitorilaità.
Questo sportello è divenuto nel tempo uno spazio d’ascolto e di accoglienza volto alla valutazione e
all’esplorazione delle situazioni vissute come problematiche, permettendo al genitore di scoprire e
migliorare le proprie competenze educative o di ottenere risposte alle perplessità che riguardano la
crescita dei propri figli.
Il Centro si configura pertanto come un progetto articolato e complesso, che racchiude in sé diversi
servizi per i genitori, i bambini e gli operatori del territorio e che si propone di sostenere le famiglie
attraverso interventi di primo livello adeguatamente strutturati. Si è riscontrato che trattandosi
d’interventi di primo livello, è opportuno, per la maggior parte delle situazioni, continuare con una
vera e propria presa in carico da parte del servizio pubblico e delle strutture territoriali presenti.
Gli obiettivi specifici del centro sono:
226
Capitolo 6 Piano regolatore sociale 2008-2010
La proposta progettuale in questo modo ha voluto offrire una risposta concreta al disagio, alla
prevenzione e al sostegno educativo.
Il Centro propone un progetto capace di agire per e con le famiglie intervenendo sulla formazione e
sullo sviluppo del bambino. Per il minore si punta sull’aggregazione, sulla responsabilizzazione e
sulla partecipazione dei genitori-cittadini, sono numerosi i momenti di confronto e dibattito
attraverso il quale si possono condividere i programmi educativi, tra questi anche dei momenti
formativi.
I seminari infatti condotti da un esperto e dedicati ai genitori vertono su argomenti relativi alla
comunicazione e alla mediazione, ponendosi come obiettivo quello di creare uno spazio interattivo
e di scambio. Nella definizione degli obiettivi generali e specifici del progetto il genitore diventa
destinatario diretto dell’intervento assieme al bambino.
I servizi educativi e sociali volti all’infanzia e alle famiglie sono lo Spazio B. e Bi e la ludoteca.
• Spazio B.e-B.i. (18 – 36 mesi), è un asilo nido rivolto ai bambini inseriti nelle liste d’attesa
del II Municipio – si configura come un modello di attività educativa di supporto alle
famiglie che per motivi diversi scelgono un luogo di cura per i propri figli con orari limitati.
Questo spazio offre un luogo sicuro di socializzazione, crescita e confronto che è in
collegamento costante con le altre istituzioni scolastiche, in particolare con le scuole
dell’infanzia e con le istituzioni sociali, sanitarie e culturali presenti nel territorio.
Il servizio, è rivolto complessivamente a 24 bambini dai 18 ai 36 mesi e si suddivide in due
sezioni: antimeridiana (8 – 13 ) con 12 posti e, pomeridiana (14 – 19) con 12 posti.
• Ludoteca è uno spazio con programmazione e articolazione di laboratori ludici rivolti a
bambini di diverse fasce d’età (da 12 a 36 mesi in orario antimeridiano dalle h. 9oo alle h
13oo; da 3 a 6 anni e da 7 a 12 in orario pomeridiano); la ludoteca è finalizzata alla
promozione dello sviluppo cognitivo socio affettivo relazionale dei bambini. Il servizio
prevede animazione e giochi, laboratori creativi, corsi, uscite e visite guidate, mediateca,
centri ricreativi, soggiorni estivi e soggiorni studio, scambi culturali. La ludoteca è aperta
dal lunedì al venerdì dalle 16 alle 19 mentre nel tempo di non scuola l’orario è 8.30 – 16.30.
Gli ingressi in ludoteca sono controllati e registrati con riconoscimento biometrico; gli utenti
che non raggiungono le tre presenze a trimestre saranno automaticamente sospesi e sostituiti
con altrettanti bambini inseriti nelle liste d’attesa rispettando l’ordine della graduatoria. Agli
iscritti alla Ludoteca, nei periodi di chiusura prolungate delle scuole, è offerto il servizio di “
Tempo di non scuola” che prevede oltre ai consueti centri ricreativi, soggiorni estivi e
soggiorni studio.
• Spazio gioco genitore – bambino, è uno spazio appositamente attrezzato nel quale i
bambini di 24–36 mesi e i loro cari (genitori, nonni, baby-sitter) possono ritrovarsi insieme
per giocare, sperimentare materiali, scambiare pensieri e condividere momenti ludici e
formativi. L’accesso è consentito per un massimo di tre ore giornaliere tra le 9 e le 13.
Promuove le relazioni e sostiene il genitore nella sua funzione educativa. La frequenza è
libera e gratuita.
• Micro – ludoteca, è uno spazio ludico e di crescita, attivo tre giorni a settimana dalle 9 alle
13 che accoglie fino a sei bambini tra i 12 – 24 mesi non accompagnati. La frequenza è
libera e gratuita.
• Sportello di Consulenza Legale
227
Capitolo 6 Piano regolatore sociale 2008-2010
Sostegno alla
Frequenze Frequenze genitorialità e Consulenza Mediazione
Spazio B.e.-B.i. Ludoteca consulenza legale Familiare
psicopedagogica
N° 259 (di cui n° 19
- Turno P.M. n°11
assisiti dal Servizio N° 21 N° 1 N° 1
- Turno A.M. n°13
Sociale)
7% 0% 3% 8%
82%
228
Capitolo 6 Piano regolatore sociale 2008-2010
Un’importante osservazione anche rispetto ai dati sopra citati, è che contrariamente alle direttive
progettuali che prevedono esclusivamente consulenze limitate e interventi di primo livello, per
quanto concerne il sostegno alla genitorialità, per la consulenza psicopedagogia e la mediazione
familiare è prioritaria l’esigenza di attuare vere e proprie prese in carico soprattutto per la
consulenza psicopedagogica e per la mediazione familiare; ciò anche in considerazione dell’ analisi
dei dati relativi alle richieste dell’Autorità Giudiziaria minorile : nell’anno 2007 su 44 nuove
richieste pervenute al Servizio Sociale la metà riguarda i conflitti tra genitori separati o in via di
separazione.
Sportello Famiglia
Il progetto “Sportello per la Famiglia”, finanziato con fondi della Regione Lazio, è stato avviato dal
20 febbraio 2006 per 12 mesi di attività; dal 20 febbraio 2007 fino alla fine di marzo 2007 le
attività sono proseguite grazie ad economie di gestione.
Con D.D. n. 3014 del 8/07/2006 del Dipartimento Sociale della Regione Lazio, sono stati assegnati
ai Municipi i fondi per la prosecuzione dei progetti.
Al Municipio II è stata ripartita la somma di € 31.443,31 per il periodo 1 aprile 2007-31 marzo
2008.
In considerazione della validità progettuale e della positiva realizzazione da parte dell’organismo
affidatario, il progetto è stato prorogato in continuità rappresentando un’economia per
l’amministrazione, non dovendo essere affrontate nuove spese di impianto della sede in quanto già
in possesso dell’organismo affidatario.
I servizi realizzati riguardano:
- Sportello per informazione, ascolto, ed orientamento presso la sede dello sportello unico in Via
Asmara 29°. Gli orari di risposta al cittadino sono: martedì 9.00/12.30 giovedi 14.30/17.00
- Sostegno e Consulenza psicologica per singoli, coppie, famiglie; ( Interventi rivolti a bambini,
adolescenti e genitori orientate al miglioramento delle relazioni familiari ed al superamento di
difficoltà evolutive.
- Spazio Neutro-Incontri protetti; (Servizio che consente ai genitori non affidatari o non collocatari,
a parenti che hanno interrotto per vari motivi le relazioni affettive con i minori, di incontrare il
bambino/i in luogo protetto con il supporto professionale di personale specializzato che sostiene la
funzione genitoriale e/o parentale).
- Mediazione del conflitto genitoriale al fine di recuperare un dialogo ed una collaborazione in
qualità di genitori, a prescindere dalla separazione.
Nello Sportello per la Famiglia sono impiegati n. 4 operatori: 1 psicologo coordinatore, 1 psicologo
psicoterapeuta, 1 educatore per gli incontri protetti, specializzato in mediazione familiare e 1
Assistente Sociale.
I casi segnalati e seguiti nel 2006/07 sono stati 28 di cui 18 segnalati dal municipio settore minori e
10 accessi diretti allo sportello informativo; a partire da aprile 2007 a febbraio 2008 sono stati
segnalati altri 19 nuclei familiari. Si tratta di segnalazioni provenienti dal servizio sociale
professionale dell’area minori, principalmente sulla base di decreti dell’autorità giudiziaria
minorile.
Inoltre nel 2007 sono stati portati avanti n. 5 casi la cui segnalazione era stata fatta nel 2006, perché
richiedevano un lavoro di continuità.
I dati quantitativi relativi al lavoro svolto dall’equipe di Sportello per la Famiglia nel 2006/07
riguardano 28 nuclei familiari di cui:
n. 7 casi di consulenza psicologica;
n. 5 casi di sostegno alla genitorialità;
229
Capitolo 6 Piano regolatore sociale 2008-2010
26%
18%
21%
14%
Consulenza psicologica
Sostegno genitoriale
Mediazione conflitto familiare
Incontri protetti
Accoglienza e invio
Nell’ultimo anno 2007/08 i dati relativi ai casi presi in carico dallo sportello per la famiglia sono i
seguenti:
n. 4 mediazione del conflitto (di cui 1 in corso dal 2006)
n. 3 incontri protetti (di cui due in corso dal 2006)
n. 4 sostegno alla genitorialità (di cui due in corso dal 2006)
n. 7 casi di consulenza psicologica (di cui uno in corso dal 2006)
n. 4 casi di accoglienza, analisi della domanda ed invio
n.1 consulenza legale in diritto di famiglia
26%
18%
21%
14%
Consulenza psicologica
Sostegno genitoriale
Mediazione conflitto familiare
Incontri protetti
Accoglienza e invio
230
Capitolo 6 Piano regolatore sociale 2008-2010
231
Capitolo 6 Piano regolatore sociale 2008-2010
mediazione dei conflitti, che prevedano tempi congrui alle azioni da promuovere , tempi che devono
essere definiti almeno nell’arco di un biennio.
Le aree degli incontri protetti, della consulenza e del trattamento psicologico e del sostegno alla
genitorialità si sono confermate sempre dense di invii e come aree specialistiche di trattamento della
famiglia e della sua complessità.
Con la chiusura del progetto, che avverrà a marzo 2008 in base ai fondi disponibili, non esistono
altri spazi idonei nel territorio di cui si possa avvalere il servizio sociale professionale per garantire
l’attuazione dei decreti disposti dall’autorità giudiziaria minorile e per dare risposte adeguate alle
problematiche familiari diffuse sul territorio, come dimostrato dai dati statistici relativi al contesto
territoriale.
Negli ultimi anni si è assistito ad un incremento costante di richieste da parte di genitori relative al
contenimento di comportamenti a rischio dei propri figli.
Da una analisi più approfondita dei bisogni espressi è emerso che si tratta di disagio prettamente
psico-affettivo, relazionale e familiare, manifestato principalmente da giovani adolescenti.
Il dato fondamentale è che disagio giovanile non è sinonimo di devianza giovanile, in qualsiasi
contesto, confondere le due cose, significa sbagliare l'analisi del problema.
Il disagio giovanile è una forma di malessere che può prendere diverse forme e arrivare,qualche
volta, a trasformarsi in devianza giovanile.
Uno degli aspetti più evidenti delle difficoltà che i giovani incontrano si manifesta nell’alto tasso di
dispersione scolastica , nella diffusione del consumo di sostanze illegali e di alcolici e negli episodi
di bullismo fenomeno sempre più diffuso nelle scuole elementari e medie.
Nell'ambito di questo problema,l’educazione e la socializzazione come prevenzione e integrazione
sociale acquistano un particolare rilievo.
Emerge il bisogno di sviluppare reti di solidarietà primaria e secondaria, gruppi amicali, di vicinato,
di mutuo aiuto, e l'area del privato sociale e del volontariato che possono aiutare i giovani a vivere
in un una comunità sociale che assicuri valori e certezze stabili.
Si evidenzia, cioè, la necessità di interventi integrati e la creazione di luoghi che superino il
significato prettamente ricreativo, assumendo una funzione promozionale ed innovativa di
accoglienza, sostegno, integrazione e formazione.
Il Centro Diurno per adolescenti “Spazio Giovani”, nasce quale luogo di prevenzione e di
aggregazione aperto al territorio, in cui i giovani possono socializzare, confrontarsi e acquisire
conoscenze e competenze con gli obiettivi di gestire azioni finalizzate ad educare il giovane nel
processo di scelta facilitando la socializzazione, la comunicazione e stimolando la curiosità, la
creatività e il senso critico del singolo all'interno del gruppo mediante la partecipazione attiva.
Si configura, in particolare, come interlocutore privilegiato per favorire una relazione basata
sull'ascolto che stimoli il giovane a diventare protagonista dei propri processi formativi che mirano
a rendere coscienti i propri disagi, aiutandolo ad esternarli e contenerli.
Le attività principali che caratterizzano il Centro diurno sono possono essere sintetizzate in:
Gruppi di incontro dove l'utente attraverso il confronto e la condivisione può sviluppare il senso
critico e il senso del reale e raggiungere un buon livello di consapevolezza ed autonomia.
Attività esperenziali a carattere ludico ricreativo: laboratori di ceramica, disegno, musica, arti
marziali, animazione teatrale atti a sviluppare la creatività, la capacità comunicativa e la gestione
delle proprie emozioni e migliorare l'equilibrio psicomotorio.
Attività seminariali ed informative che trattino tematiche relative ai problemi dei
giovani e degli adolescenti (affettività, sessualità, conflittualità/aggressività identità. Ecc.)
232
Capitolo 6 Piano regolatore sociale 2008-2010
Si riportano di seguito i dati relativi al primo anno di attività 2004/2005 così come elaborati e
presentati nella “Carta dei Servizi” di Spazio Giovani a cura del CEIS che continua a gestire il
progetto, rifinanziato con L. 328/2000 per l’anno 2008.
233
Capitolo 6 Piano regolatore sociale 2008-2010
58%
separati uniti divorziati missing
Leggendo il dato sulla situazione familiare incrociato con il genere degli utenti, si nota che nel caso
delle ragazze si ha una equidistribuzione (circa il 47%) tra genitori coniugati e separati, mentre tra i
ragazzi circa il 70% hanno alle spalle genitori coniugati.
Approfondendo l'analisi e prendendo in considerazione anche la nazionalità degli utenti, si osserva
che nel caso delle ragazze e dei ragazzi immigrati si ha una forte concentrazione di famiglie
234
Capitolo 6 Piano regolatore sociale 2008-2010
separate e/o disgregate. Su 22 utenti stranieri, 10 (pari al 45,5 %) hanno genitori separati. Invece sui
28 utenti italiani, solo 6 (pari al 21 %) sono figli di separati.
La grossa presenza di utenti stranieri con famiglie disgregate alle spalle si spiega tenendo in
considerazione che la maggior parte di questi utenti appartengono ad un nucleo familiare costituito
dalla sola madre, la quale generalmente lavoro come colf o badante nel nostro paese.
La presenza degli utenti stranieri è particolarmente importante per il servizio, in quanto pur
rappresentando il 41,5% dell'utenza complessiva (22 utenti su 53) queste ragazze e questi ragazzi
hanno fatto registrare il 63% delle presenze giornaliere (quindi di attività svolte) presso il Centro
(455 attività su un totale di 712).
Questo dato sta ad indicare che i figli di immigrati, per le motivazioni sopra riportate riguardo la
tipologia di lavoro svolto dai genitori con il conseguente impegno di orario, hanno tendenzialmente
un maggiore bisogno di un luogo di aggregazione altro dalla strada. Mentre i figli delle coppie
italiane stanno a casa con le badanti, i figli delle bandanti frequentano il Centro, che viene così a
svolgere un importante lavoro di prevenzione rispetto al rischio della vita da strada ed un altrettanto
importante lavoro di aggregazione giovanile tra ragazzi di nazionalità estere diverse (si vedano i due
grafici successivi), e tra loro ed i ragazzi italiani che, ricordiamo, costituiscono comunque una parte
importante degli utenti del Centro.
Nazionalità
Romania
30 29
Shrilanka
25 Brasile
44% Filippine
20
Bengala
56% 15 Capoverde
Equador
10
Etiopia
5 5
5 3 3 Bulgaria
1 1 1 1 1 1 Perù
0
Utenza straniera Utenza italiana Italia
235
Capitolo 6 Piano regolatore sociale 2008-2010
Mentre per i consumatori di cannabinoidi non si è proceduto ad invii presso altre strutture, per i di-
pendenti da eroina e cocaina si sono presi contatti con centri specializzati effettuando un accompa-
gnamento presso di essi. Per quanto riguarda l'abuso di alcool, in due casi questo si accompagna
all'uso di altre sostanze, mentre in altri due casi si tratta di dipendenza singola.
Analizzando la tipologia dei contatti telefonici avuti dal Centro (con la scuola, i familiari e gli utenti
stessi) emerge che su 179 contatti totali ben 131 sono avvenuti con i familiari, 33 con gli utenti e 15
con le scuole. Quindi la tendenza degli operatori è quella di stabilire una relazione più significativa
con i familiari rispetto alla scuola, in quanto i servizi per i minori devono lavorare con i genitori dei
propri utenti.
Il Centro inoltre tende a costruire relazioni collaborative con le famiglie organizzando incontri tri-
mestrali a cui invita tutti i genitori, dove lo scopo è di ridefinire il ruolo che il Centro ricopre
rispetto al percorso educativo e di crescita dell'utente, che non sostituisce le figure genitoriali.
Ad esempio, nel caso del percorso scolastico si è osservato che c'era un effettiva tendenza da parte
delle famiglie a delegare al Centro questo compito.
Il Centro ha svolto attività informativa, ossia si è proposto al territorio di riferimento come un
"luogo"di distribuzione di informazioni su tematiche diverse: mondo della scuola, i servizi socio-
sanitari,i servizi legali, il mondo del lavoro.
L’insieme complessivo di questo lavoro di informazione ha riguardato, a livelli diversi, la quasi
totalità degli utenti del centro.
Il progetto Spazio Giovani prevede per l’anno 2008 degli aspetti innovativi:
particolare attenzione sarà posta all’ interculturalità: sono previsti scambi tra ragazzi di altri Paesi
da attuare attraverso alcuni progetti del “Programma Gioventù” , che prevede incontri a Roma e a
Riga (Lettonia) per 10 ragazzi dai 15 ai 25 anni.
Un ulteriore elemento innovativo è dato dalla realizzazione di un “corto” pensato, sceneggiato e
girato direttamente dai ragazzi e che avrà come tema “il bullismo”, argomento fortemente sentito
dagli adolescenti.
Life Skills
Nel corso del 2008 sarà attuato, con finanziamenti L.328/2000 anno 2007, il progetto “Life Skills”:
promozione del benessere attraverso la valorizzazione delle abilità sociali, cognitive e relazionali.
Tale progetto, in rete tra le istituzioni scolastiche secondarie di I° grado del II Municipio, mira ad
offrire strumenti efficaci per l’apprendimento di abilità utili alla gestione dell’emotività e delle
relazioni sociali. Il progetto, realizzato all’interno dell’istituzione scolastica, è finalizzato a
promuovere il benessere dei giovani.
All’interno della scuola Media Esopo è presente inoltre uno sportello gratuito di accoglienza e
informazione scolastica per alunni stranieri e le loro famiglie.
Lo sportello è realizzato in collaborazione con la Cooperativa Sociale “Le Mille e una notte” con il
finanziamento del Comune di Roma, Dipartimento XI.
L’obiettivo è quello di informare ed orientare i genitori degli alunni stranieri sul funzionamento e
l’accesso al sistema educativo in Italia e sull’importanza di essere partecipi nel processo formativo
dei propri figli/figlie.
La finalità dello sportello è quella di favorire l’integrazione scolastica degli alunni stranieri e
promuovere la loro partecipazione reale nella società italiana stimolando attività che si sviluppano
nelle scuole con l’obbiettivo di favorire sia l’accesso e la permanenza degli alunni immigrati nel
sistema educativo, che il loro progresso linguistico, accademico e personale.
236
Capitolo 6 Piano regolatore sociale 2008-2010
Donne in sicurezza
Il progetto “ Donne in sicurezza”, rivolto alle donne residenti nel territorio del Municipio II e
avviato nel mese di febbraio 2007 presso i locali del consultorio, rappresenta uno spazio per la
tutela dei diritti e della sicurezza delle donne.
In particolare, si propone l’obiettivo di accogliere le donne con problemi familiari, di coppia, di
inserimento sociale/lavorativo o socialmente fragili, le gestanti e le madri sole in difficoltà. E’
garantito alla donna che si rivolge allo sportello un percorso collaudato per aiutarla ad uscire da
una situazione di vittima e diventare la protagonista delle proprie scelte. Un’attenzione particolare è
dedicata alle donne immigrate per sostenerle nel difficile processo di inserimento e di integrazione.
Si prevede tra l’altro uno sportello “itinerante”che operi nelle zone territoriali del Municipio a più
alto rischio di isolamento sociale.
Obiettivi:
L’equipe interdisciplinare,formata da psicologa, avvocato, mediatrice culturale, esperta in
orientamento al lavoro opera con la finalità di raggiungere i seguenti obiettivi:
Il mutare della società fa sì che l’analogia fra comunità di diversa lingua, cultura, religione, etnia,
sullo stesso territorio sia sempre più la norma e non un'eccezione, soprattutto nelle grandi città.
Ricordiamo inoltre che, quando si parla di violenza contro le donne, ci si riferisce a diversi tipi di
violenza: alla violenza sessuale (stupro, tentato stupro, molestie), alla violenza fisica, (botte, ferite,
omicidio), a quella economica (privazione di fondi e risorse), alla violenza psicologica e verbale
(minacce, ricatti, denigrazioni, svalutazioni).
Spazio Insieme
Il progetto “Centro Diurno Spazio Insieme” è stato attivato come intervento a favore dei bambini
dai 18 mesi agli 11 anni, articolato con laboratori ludico ricreativi per bambini dai 3 agli 11 anni,
attivi nei quartieri Trieste, Flaminio, Pinciano e con uno spazio Be.Bi antimeridiano rivolto a 12
bambini dai 18 mesi ai 3 anni di età, inseriti nelle liste di attesa del II municipio per l’inserimento
in un asilo nido comunale.
La progettualità realizzata ha voluto offrire una risposta alla ormai cronica carenza di strutture
ricreative- educative in un territorio specifico del II municipio, come il flaminio-villaggio olimpico.
237
Capitolo 6 Piano regolatore sociale 2008-2010
E’ inoltre previsto uno spazio genitori con incontri formativi per coinvolgere attivamente le
famiglie nell’elaborazione di nuove attività e strategie per affrontare i problemi legati al ruolo
genitoriale.
Il centro ha iniziato le attività dal 15 settembre 2007 e proseguirà fino al 15 luglio 2008 per
riprendere poi dal 15 settembre 2008 fino al 15 luglio 200,9 con i finanziamenti dell’anno 2007 a
valere sull’anno 2008.
L’ente affidatario è la Cooperativa S. Saturnino che da anni collabora con il municipio Roma II
nella realizzazione di servizi rivolti ai minori e alle loro famiglie.
Dall’avvio del servizio avvenuta a settembre 2007, l’inserimento dei bambini nelle attività
antimeridiane di spazio be-by, su segnalazione dell’ufficio asili nido del municipio, è stato
completato alla fine di dicembre 2007.
E’ stata avviata l’attività “Tempo del non scuola” per consentire l’apertura straordinaria dello
spazio be.bi durante le festività natalizie nei giorni: 27, 28, dicembre e 2,3,4 gennaio. Le giornate
previste hanno rappresentato una risposta di servizio supplementare ai genitori che lavorano.
Nel mese di gennaio sono state avviate le attività “Spazio Genitori” con una psicologa dell’età
evolutiva che ha coinvolto attivamente le famiglie al fine di elaborare strategie per affrontare i temi
che riguardano la crescita evolutiva dei bambini e la relazione genitori/figli.
I laboratori attualmente attivi riguardano:
Laboratorio di danze popolari sede Flaminio Attivo il lunedì e venerdì ore 16,30/19,30 nel quale
sono iscritti 38 bambini di età 3/7 anni. Il periodo del laboratorio va da Ottobre a Gennaio 2008
Laboratorio Musicale : Viaggiando tra le note sede trieste-salario Attivo il martedì e giovedì ore
16,30/19,30 Iscritti 19 bambini di età 3/7 anni. Il periodo del laboratorio va da Ottobre a Gennaio
2008.
Considerata la particolarità del laboratorio che richiede di lavorare con gruppi di max 12 bambini
nella stessa giornata sono attivati 2 gruppi che svolgono l’attività in due fasce orarie, il I gruppo
accoglie bambini dai 3/5 anni il II bimbi dai 5/7. Nel restante tempo del pomeriggio i bambini si
fermano al centro e partecipano ad attività ludico-manuali ed espressive organizzate dagli educatori.
Le attività previste nei mesi di dicembre /gennaio prevedono l’avvio del laboratorio “Sviluppo
musicale” nel quartiere Pinciano - presso la scuola dell’infanzia Il Giardino Incantato.
Il laboratorio, il cui avvio è stato concordato con la dirigente scolastica, nasce dall’interesse di
realizzare un’attività integrativa che risponda in maniera flessibile alle richieste dei genitori , infatti
la possibilità di realizzare il laboratorio fuori dall’orario scolastico agevola i genitori
nell’ottimizzazione i tempi quotidiani.
Dopo un proficuo incontro con la dirigente scolastica della scuola dell’infanzia Guido Alessi è nata
l’idea di lavorare in modo congiunto al “Progetto multiculturale sul Continente Africano”. Il
suddetto progetto già attivo nel percorso educativo vede coinvolte alcune classi della scuola.
Negli incontri tra la Responsabile del progetto per l’ente affifatario e i genitori dei bambini
frequentanti, è emerso molto forte l’apprezzamento per l’attivazione di laboratori in un territorio
come quello del quartiere flaminio dove i servizi rivolti all’infanzia sono esigui.
Piccoli e Grandi
Il progetto denominato “ Piccoli e Grandi” finanziato con fondi L. 285/97 é affidato al Centro
Nascite Montessori, all’Università “La Sapienza” e alla Cooperativa Sociale “San Saturnino” dal
gennaio 2003. Le attività sono destinati ai bambini dai 0 ai 6 anni con o senza la presenza di
genitori o familiari, con lo scopo di promuovere un confronto sui modelli educativi, sulle situazioni
238
Capitolo 6 Piano regolatore sociale 2008-2010
da adottare nelle situazioni difficili,favorendo un rapporto più forte e strutturato tra scuola e
famiglia.
Sono previste attività attraverso laboratori di espressione manuale, musicale e narrativa per bambini
dai 3 ai 5 anni; spazio genitori bambini da 0 a 6 anni per giocare e apprendere insieme; gruppi di
socializzazione e confronto per insegnanti, genitori, educatori, operatori sociali e sanitari che
vogliono arricchire le loro modalità educative e relazionali. Le diverse attività sono organizzate sia
presso la sede del Centro che presso le scuole.
Piccoli e Grandi via Lago di lesina, 20 A . Tel. 0686328261
CONSULTORIO
Attività:
-organizzazione di corsi per la preparazione alla nascita ed alla genitorialità;
educazione sanitaria del bambino nei primi anni di vita (aspetti fisici-psichici e sociali);
preparazione alla maternità e paternità consapevoli;
iniziative di informazione ed educazione alla sessualità rivolte al singolo e a gruppi di utenti
(attività rivolte agli studenti per le scuole del territorio, “gruppi scuola” nei consultori)
assistenza psicologica e sociale alla donna nei casi di interruzione volontaria o spontanea
della gravidanza;
assistenza psicologica e sociale nei casi di interruzione di gravidanza di una minorenne,
procedure per l’assenso di chi esercita la podestà o la tutela giuridica;
G.I.L. (gruppo integrato di lavoro) minori e le loro famiglie sottoposti a provvedimento
dell’autorità giudiziaria civile (affidi, adozioni, conflitti, separazioni, divorzi, ecc.) ed è
svolto in accordo con i Municipi su segnalazione del tribunale;
Assistenza e consulenza educativa, sociale, sanitaria e psicologica in favore dei singoli, della
coppia o della famiglia 8terapia breve, mediazione familiare, couseling)
informazione sull’uso di tutti i mezzi contraccettivi, esistenti nella loro prescrizione o
somministrazione in base alle esigenze;
Individuazione dei fattori di rischi della gravidanza;
239
Capitolo 6 Piano regolatore sociale 2008-2010
FIGURE
TELEFONO ORARIO RESPONSABILE
PROFESSIONALI
Da lunedì al
venerdì dalle Ginecologa,
08:30 alle 13:30 ostetrica,
Via salaria 140 06/77302623 Dott.Carmosino
lunedì e giovedì segretaria,
dalle 15:00alle assistente sociale
17:00
Ginecologa,
ostetrica,
Via Garigliano 55 06/77302609 infermiera,
assistente sociale,
psicologa
Utenti: minori e i loro genitori o i tutori dei minori, il dirigente scolastico per le scuole
Modalità d’accesso: per appuntamento
Competenze:
• attività di consulenza,
• diagnosi e trattamento relative alle problematiche legate ai bambini, ragazzi, adolescenti;
• attività di consulenza nei confronti dei genitori, docenti, ed educatori;
• promozione nelle scuole d'ogni ordine e grado statali e comunali e degli asili nidi
Attività:
consulenza sociale alle famiglie e alle istituzioni educative
diagnosi e interventi di neuropsichiatria infantile
problematiche affettivo-relazionali nella famiglia, a scuola, con i coetanei
problematiche legate allo sviluppo dell’infanzia e dall’adolescenza
consulenza al Tribunale dei minori in Gruppo di lavoro integrato con il Municipio II (GIL)
consulenza psicologica, psicodiagnosi, psicoterapia per il minore e famiglia
terapie neuromotorie, cognitive e per il linguaggio
collaborazione con insegnanti, pediatri, medici di base per tutte le attività di prevenzione,
cura e riabilitazione
ritardi dello sviluppo psicomotorio
difficoltà dell’apprendimento e del linguaggio
certificazioni attinenti ai compiti del servizio
240
Capitolo 6 Piano regolatore sociale 2008-2010
FIGURE
TELEFONO ORARIO RESPONSABILE
PROFESSIONALI
Assistenti sociali,
educatori
professionali,
06/86324038 dal lunedì al
Dott.ssa psicologi,
Via Asmara 29/a fax sabato dalle
D'Andrea neuropsichiatrici
06/86320898 8:30 alle 13,30
infantili, terapisti
neuromotorio e
logopedisti
FIGURE
TELEFONO ORARIO RESPONSABILE
PROFESSIONALI
Da lunedì al
Via Sabrata, 12 06/77302441 venerdì dalle Dott. Milizzo psicologi
8:00 alle 15:00
241
Capitolo 6 Piano regolatore sociale 2008-2010
FIGURE
TELEFONO ORARIO RESPONSABILE
PROFESSIONALE
assistente sociale,
06/6875406 dal lunedì al
Via dei neuropsichiatra,
fax venerdì dalle Dott. Farruggia
Cappellari, 100 psicologa, educatori
06/6875419 9:00 alle 17:00
della cooperativa
FIGURE
TELEFONO ORARIO RESPONSABILE
PROFESSIONALI
educatore, assistente
dal lunedì al
Piazza 06/77306014 Dott.ssa Licia sociale, logopetista,
venerdì dalle 8:00
Castellani, 23 Facci pediatra, fisioterapista,
alle 13,30
psicologa
242
Capitolo 6 Piano regolatore sociale 2008-2010
FIGURE
TELEFONO ORARIO RESPONSABILE
PROFESSIONALI
Da lunedì a
Via dei 06/84483536
venerdì dalle Dott. Cesarini Medico e psicologo
Frentani, 6 06/4940538
7:30 alle 19:30
FIGURE
TELEFONO ORARIO RESPONSABILE
PROFESSIOANLI
Da luned’ a
CSM di Via Psicologo, Psichiatra,
06/4941115 venerdì dalle Dott. Scavo
Palestro, 39 internisti della RMA
08:30 alle 13:00
Attività:
prevenzione (vigilanza igienico sanitaria, screeening e diagnosi precoce di malattie di
interesse sociale, promozione ed educazione alla salute presso gli Istituti di ogni ordine e
grado)
di controllo (controllo e profilassi malattie infettive, controlli sanitari per invio di minori nei
soggiorni di vacanza, campeggi e simili, tutela sanitaria delle attività motorie e sportive dei
soggetti in età evolutiva, esoneri di educazione fisica)
243
Capitolo 6 Piano regolatore sociale 2008-2010
244
Capitolo 7 Piano regolatore sociale 2008-2010
CAPITOLO 7
Questa sezione fornirà perciò informazioni su “chi, cosa, come e quando” si farà per lavorare in
rete, a livello intra-municipale ed intermunicipale e integrare i servizi e gli interventi sociali con
quelli del sistema sanitario, dell’istruzione, della formazione e dell'educazione non formale, del
lavoro e per l'occupazione, del credito e della finanza, dell’abitare, della mobilità, delle politiche
familiari e giovanili, ambientali, culturali e sportive.
E’ importante distinguere i “servizi”, che hanno carattere di stabilità e continuità, dai “progetti”, che
invece hanno una durata temporanea e presuppongono un’organizzazione provvisoria (per la durata
del progetto).
245
Capitolo 7 Piano regolatore sociale 2008-2010
“Azioni di Integrazione”
Sono azioni e progetti di integrazione tra le Politiche Sociali e le altre Politiche di sviluppo
cittadine. Per ogni azione di integrazione il piano indica ipotesi progettuali specifiche. In
particolare:
Integrazione con le - Nuovi spazi per la fruizione e produzione della cultura diffusa per la
politiche culturali e sportive soddisfazione di bisogni sociali a carattere trasversale
Integrazione con le
- Sostegno alla genitorialità
Politiche per la Famiglia
Si ritiene utile introdurre, come prospettiva progettuale, una modalità di pianificazione degli spazi
urbani che parta dalla lettura dei bisogni sociali dei quartieri della città.
In particolare nell'ambito del Piano Regolatore Sociale vengono individuate una serie di azioni
specifiche:
246
Capitolo 8 Piano regolatore sociale 2008-2010
CAPITOLO 8
La legge 285/97 detta disposizioni per la promozione dei diritti e delle opportunità per l’infanzia.
Nell’ambito della programmazione del II Piano Territoriale Cittadino per l’infanzia e l’adolescenza,
il municipio II ha inteso realizzare progetti a favore della promozione della qualità della vita, della
educazione e della socializzazione dei minori e delle loro famiglie.
In particolare si è tenuto conto della necessità di rispondere ai bisogni espressi dalle famiglie del
territorio; di fronteggiare e di sostenere la genitorialità anche delle famiglie con minori disabili.
Evidente il progressivo aumento del numero di domande di ammissione ai nidi, che superano le
possibilità di accoglienza e l’esigenza di molte famiglie, senza rete familiare di riferimento, di
organizzare il tempo libero dei propri figli in orario extrascolastico.
L’esigenza di molti genitori in particolare delle donne sole con figli, di trovare un lavoro o di
allungare l’orario lavorativo implica spesso una difficoltà nel conciliare le esigenze dei minori con
le opportunità professionali.
In relazione alla tipologia di famiglie afferenti ai servizi del II municipio, si è resa sempre più
necessaria la programmazione di servizi a sostegno del nucleo familiare, volti all’educazione, alla
socializzazione e alla protezione dei minori.
La promozione delle opportunità aggregative per bambini e la realizzazione di spazi bebi e attività
ludico-ricreative è nata come risposta allo stato di deprivazione in cui spesso si trovano i minori che
per varie cause non hanno figure genitoriali di riferimento e che sono collocati in contesti familiari
multiproblematici.
Attraverso spazi di socializzazione “aperti” sul territorio, i bambini residenti possono incontrarsi,
far parte di un gruppo, acquisire capacità e abilità di base e soprattutto vivere esperienze di cura
delle relazioni interpersonali.Tali realtà socializzanti svolgono inoltre un essenziale ruolo di
sostegno genitoriale, aiutando le famiglie a conciliare i tempi di vita e di lavoro.
I progetti previsti dal secondo piano territoriale cittadino per l’attuazione della L . 285/97, sono i
seguenti:
- scheda –progetto n. 7/05 “Centro Diurno Spazio Insieme” la cui continuità è stata garantita
fino al 15 luglio 2009( si prevede la continuità del progetto per la triennalità).
- scheda –progetto n. 8/05”Centro Diurno Arte Insieme”, la cui continuità è stata garantita fino
al 15 luglio 2009 ( si prevede la rimodulazione del progetto a partire da agosto 2009 per garantire
ai minori disabili esperienze di maggiore integrazione nell’ambito dei centri diurni già attivi sul
territorio, attraverso il potenziamento del progetto “Centro per il Bambino e la Famiglia”).
Pertanto la scheda progettuale n. 8/05 viene riformulata nella scheda progettuale “Centro
polivalente per la Famiglia”, con finanziamenti ex L . 285/97 da agosto 2009 a dicembre 2010.
- scheda –progetto n. 9/05 “La bottega dell’arte e dei mestieri” , terminato a novembre 2007.
Relativamente alla scheda progettuale n. 7/05 Centro Diurno “Spazio Insieme”, l’attività è stata
rimodulata per l’anno scolastico 2007-2008, potenziando le attività ed i servizi rivolti a sostenere la
genitorialità e le diverse fasce di età, a supporto di altri servizi ampiamente richiesti dalle famiglie.
247
Capitolo 8 Piano regolatore sociale 2008-2010
Il progetto “Centro Diurno Spazio Insieme” è stato attivato come intervento a favore dei
bambini dai 18 mesi agli 11 anni, articolato con laboratori ludico ricreativi per bambini dai 3 agli
11 anni, attivi nei quartieri Trieste, Flaminio, Pinciano e con uno spazio Be.Bi antimeridiano
rivolto a 12 bambini dai 18 mesi ai 3 anni di età, inseriti nelle liste di attesa del II municipio per
l’inserimento in un asilo nido comunale.
La progettualità realizzata ha voluto offrire una risposta alla ormai cronica carenza di strutture
ricreative- educative in un territorio specifico del II Municipio II, come il Flaminio-Villaggio
Olimpico.
E’, inoltre, previsto uno spazio genitori con incontri formativi per coinvolgere attivamente le
famiglie nell’elaborazione di nuove attività e strategie per affrontare i problemi legati al ruolo
genitoriale.
Il centro ha iniziato le attività dal 15 settembre 2007 e proseguirà fino al 15 luglio 2008 per
riprendere poi dal 15 settembre 2008 fino al 15 luglio 2009 con i finanziamenti dell’anno 2007 a
valere sull’anno 2008.
E’ necessario precisare una cronostoria e l’evoluzione degli intenti progettuali assicurati con fondi
285/97 per i disabili minori del Municipio II.
La Legge 285/97 ha riservato da subito, nel nostro territorio, progettualità a favore anche dei
minori disabili.
1. Inizialmente questa opportunità ha favorito l’istituzione di un primo centro diurno con attività
laboratoriali per minori con disabilità.
Il progetto Arte Insieme ha, così, avviato anticipando il percorso integrato proseguito e
consolidato poi con la legge 328/00.
Il progetto sino a marzo 2007 è stato affidato e realizzato dall’Associazione Harmonia.
2. Successivamente, rispettando il fabbisogno territoriale, i laboratori del centro diurno
“Fuoricentro” sono stati consolidati grazie ai finanziamenti del piano di zona e sono stati realizzati
dall’Ente Gestore Coop. Agrifoglio, sino a marzo 2007.
3. Grazie ai finanziamenti L . 285/97, da aprile 2007, il progetto sempre a favore dei minori ha
trasformato le attività in iniziative ricreative e di sollievo.
Infatti, il Progetto “ARTE INSIEME: Territorio e Famiglia”, è stato affidato sino al 31 marzo
2008 alla Cooperativa Agrifoglio ed ha garantito a 25 famiglie un servizio di sollievo offrendo ai
propri figlioli con disabilità iniziative a carattere ricreativa,culturale e socializzanti (gite,
minisoggiorni, week-end).
4. Dal 1 aprile 2008 a luglio 2009 il Municipio offrirà ai minori disabili il progetto Arte Insieme,
con l’intento di garantire nell’arco della settimana a 30 disabili minori ( dai 4 ai 18 anni con
problematiche inerenti la sfera psico-socio-relazionale) soggiorni residenziali e week-end in
strutture ricettive in grado di accogliere i minori disabili,differenziate a seconda delle necessità
individuali e di gruppo, attività sportive non agonistiche, integrate (calcetto, mini-maratone, ecc),
laboratori ludici all’aperto.
Questo progetto mira a sostenere la genitorialità con disabili soprattutto nel periodo di chiusura
scolastica al fine di supportare il nucleo familiare in periodi critici dell’anno.
248
Capitolo 8 Piano regolatore sociale 2008-2010
249
Capitolo 8 Piano regolatore sociale 2008-2010
Tale progettualità consente di rispondere sia alle esigenze emerse in sede di tavoli di co-
progettazione, anche da parte delle famiglie dei disabili, sia di soddisfare i bisogni espressi dalle
famiglie residenti, per evitare il cronicizzarsi di dinamiche familiari e garantire la presa in carico
globale della famiglia in uno spazio di ascolto, sostegno e trattamento dei problemi relazionali,
psico-affettivi e giuridici in cui può incorrere nelle varie fasi del ciclo vitale.
Non finanziato
perché rimodulato
Centro Diurno Arte Insieme -
8/05 nel progetto Centro
Handicap,Territorio e Famiglia
per il bambino e la
famiglia.
250
Capitolo 8 Piano regolatore sociale 2008-2010
251
Capitolo 9 Piano regolatore sociale 2008-2010
CAPITOLO 9
Gli altri Piani e progetti Territoriali
Alcuni progetti inerenti la disabilità sono di titolarità Dipartimentale, per es. sito web V, Handy
Turismo, CIDHA (Centro informazione Documentazione Handicap),Sportello vita
indipendente,Turismo accessibile.
Mentre si riferiscono al Dipartimento VII le progettualità afferenti il Servizio Civile e lo
Sportello Handicap.
I progetti di assistenza indiretta, rimborso spese, assistenza integrativa rispettano l’intento
progettuale della legge 162/98, e prevedono una serie di interventi per una maggiore qualità di vita
e di ben-essere del cittadino disabile e del suo nucleo familiare.
Ma l’esiguità dei fondi negli ultimi anni, ha permesso una debole risposta all’utenza attraverso
l’assistenza indiretta e integrativa, lasciando insoddisfatte delle richieste di assistenza domiciliare da
autogestire.
Alcune richieste sono state soddisfatte, modificando agli utenti il pacchetto saish in dotazione,
trasformando la gestione dell’assistenza da diretta in indiretta: ma ciò è stato possibile grazie ai
fondi destinati al SAISH.
Per quanto concerne l’ assistenza gestita in forma indiretta grazie ai fondi assegnati dalla Regione
Lazio legge 162/98, fondi sinora ripartiti dal Dipartimento V è stato possibile garantire
parzialmente il fabbisogno territoriale di vita indipendente.
E’ importante sapere che è possibile accedere a forme di assistenza indiretta quando il progetto
personalizzato richiede prestazioni inerenti il superamento di stati di non autosufficienza,
relativi a situazioni personali che impediscono lo svolgimento di una o più funzioni essenziali della
vita (cura e mantenimento del proprio corpo, interventi nella sfera motoria e sensoriale, interventi
per l’alimentazione, per l’igiene della persona e dell’ambiente di vita, per la mobilità).
Pertanto, tutte le persone con disabilità possono accedere alla modalità di assistenza indiretta per
tutti gli interventi riferiti al superamento di stati di non autosufficienza che hanno l’effetto di
limitare la persona nello svolgimento di funzioni essenziali della vita. Tale possibilità, ovviamente
subordinata alla disponibilità di idonee risorse finanziarie, viene concordata con il Servizio
Sociale comunale sulla base di un progetto personalizzato e condiviso dalla persona interessata e/o
dai familiari e dal competente servizio della ASL.
Per quanto riguarda il piano territoriale affido ed il piano carceri si rimanda ai capitoli
afferenti ai settori interessati.
252
Capitolo 10 Piano regolatore sociale 2008-2010
CAPITOLO 10
Nel periodo di validità del presente Piano triennale proseguirà l’attività di miglioramento e di
• implementazione delle azioni di sistema già previste nel Piano precedente.
• Interventi finalizzati alla costruzione/attivazione del Sistema Informativo Sociale e
miglioramento della Comunicazione
• Porte sociali
Nel mese di giugno 2007 è stato firmato il Protocollo di intesa tra il Municipio Roma II ed il
Dipartimento V.
Verrà, in seguito, aperta la Porta Sociale all’interno del Segretariato Sociale Municipale e si
prevede di realizzare una microrete territoriale.
• Integrazione accoglienza con la ASL (segretariato sociale/pass/pua).
Il Municipio in accordo con la ASL RomaA, intende condividere un percorso integrato socio
sanitario di accoglienza ai cittadini residenti nel nostro territorio.
Tale proposta si inserisce all’interno di una nuova organizzazione del servizio di Segretariato
Sociale che il Municipio intende attuare contestualmente con l’avvio della sperimentazione della
Porta di Accesso ai Servizi Socio Sanitari (PASS) del Distretto II della ASL ROMA A.
Nel triennio 2008/2010 è prevista la costituzione di uno Sportello Integrato socio sanitario (PUA -
Porta Unitaria di Accesso).
• SISS/SOCIAL
Prosegue la collaborazione del Servizio Sociale del Municipio con il Dipartimento V e la Regione
Lazio, promotrice del Progetto del Sistema Informativo dei Servizi Sociali del Lazio (SISS).
Tale collaborazione, iniziata nel maggio 2006, ha fino ad ora portato al
completamento del censimento di tutte le strutture e dei servizi socio assistenziali del
territorio municipale, alla messa a punto e all’avvio del processo di estensione degli
strumenti di gestione dei servizi all’intero territorio regionale.
La suddetta attività di rilevazione e di censimento è confluita nel Portale informatico della Regione
Lazio
Nel corso della triennalità del Piano il Municipio intende certificare le attività del proprio Servizio
Sociale in conformità alla normativa UNI EN ISO 9001:2000 e la realizzazione del “Manuale sul
Sistema di gestione della qualità nel Servizio Sociale”.
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Capitolo 10 Piano regolatore sociale 2008-2010
Il Servizio Sociale, oltre alla verifica degli atti prodotti dai richiedenti l’autorizzazione, provvede al
controllo della effettiva corrispondenza tra quanto dichiarato e quanto in seguito rilevato tramite
sopralluogo.
Al termine del processo di accoglienza e verifica, il Servizio Sociale procede al rilascio
dell’Autorizzazione mediante una Determinazione Dirigenziale.
Al Servizio compete inoltre l’attività di vigilanza che si esplica mediante visite periodiche
ordinarie e straordinarie per la conferma del possesso dei requisiti.
Per rendere più efficiente tale attività, con una recente disposizione, all’interno del
Servizio Sociale, verrà istituito un ufficio speciale per la concessione delle autorizzazioni e
la vigilanza delle strutture residenziali e semiresidenziali per anziani e minori, costituito da
due tecnici, un amministrativo e personale dell’Ufficio tecnico del Municipio., al fine di consolidare
una buona prassi già esistente.
Il Piano Regolatore Sociale prevede un consolidamento graduale di servizi strutturati in base alle
diverse categorie di beneficiari ad un sistema territoriale ad impronta universale articolato in sei
"livelli di azione":
1. azioni per facilitare l'accesso al sistema degli interventi e dei servizi sociali
2. promozione e sostegno delle responsabilità civiche
3. interventi territoriali di "prossimità"
4. percorsi di inclusione sociale per la crescita dell'autonomia
5. servizi residenziali
6. interventi e servizi di emergenza sociale
254
Capitolo 10 Piano regolatore sociale 2008-2010
"Azioni di Welfare“
Sono volte al consolidamento, adeguamento o creazioni ex novo di interventi e servizi per i
cittadini, in particolare per quelli più in difficoltà, assicurando i livelli essenziali delle prestazioni
sociali previste. Il Piano ne individua 6, per ognuna stabilisce obiettivo e misure:
255
Capitolo 10 Piano regolatore sociale 2008-2010
Le "Azioni di Sistema"
Sono dispositivi, risorse e servizi che sostengono la programmazione, la realizzazione e la
valutazione del sistema dei servizi sociali e ne permettono l'operatività, l'efficacia, la continuità e la
crescita.
Le "Azioni di Sistema" individuate nel Piano sono 3, ad ogni azione corrispondono alcune
"misure":
Quadro sintetico delle azioni e delle misure di sistema
Azioni Misure
1. Comunicazione sociale
A. Informazione e comunicazione
2. Sistema Informativo Sociale
3. Sistema di assicurazione della Qualità Sociale
4. Carta dei servizi
5. Riforma delle procedure di autorizzazione, accreditamento
e affidamento dei servizi
6.Adeguamento, formazione e aggiornamento degli operatori
B. Qualità sociali
Supervisione professionale al lavoro sociale
7. Adeguamento delle risorse logistiche e strumentali
8. Osservatorio dei servizi, dei processi e dei risultati:
Monitoraggio e valutazione permanente a cura dell’Ufficio di
Piano del Municipio II
9.Governance della riforma sociale
C. Governance 10. Un nuovo paradigma organizzativo
Come punto di riferimento per la valutazione dei processi e dei risultati, si inserisce la scheda
progress relativa al monitoraggio dei servizi, indicata dal Dipartimento V, nel precedente
piano di zona.
256
Capitolo 10 Piano regolatore sociale 2008-2010
SCHEDA PROGRESS
INTERVENTO PROMOSSO DAL MUNICIPIO N. _____________
INTERVENTO A VALENZA CITTADINA PROMOSSO DAL DIPARTIMENTO
Titolo
257
Capitolo 10 Piano regolatore sociale 2008-2010
SPIEGARNE LE RAGIONI)
258
Capitolo 10 Piano regolatore sociale 2008-2010
5.1 Sono operativi gli accordi stabiliti, riportati nella Scheda Base, con gli altri organismi
pubblici o privati coinvolti nella pianificazione e realizzazione dell’intervento?
SI NO
Se no, specificare i motivi
Sono intercorse nuove forme di collaborazione con organismi diversi da quelli previsti nella
Scheda Base ?
SI NO Se si, indicare:
Nel trimestre di riferimento sono stati previsti nuovi fondi per l’intervento in corso?
NO SI Se sì, indicare:
Fonte del finanziamento Importo
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Capitolo 10 Piano regolatore sociale 2008-2010
6 ALTRE VARIAZIONI
…………………………………………………………………………………………………………
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Data ………………………………….
Firma ……………………………………..
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Capitolo 11 Piano regolatore sociale 2008-2010
CAPITOLO 11
- Superamento dello scarto esistente tra i bisogni individuati e l'offerta dei servizi.
Aumento delle risorse destinate alla spesa sociale (processo già avviato nel 2002)
- Diversificazione delle fonti di finanziamento, per caratterizzare l'intervento del Comune sempre
più in termini di cofinanziamento, con un ruolo propulsivo e catalizzatore.
Sistematico accesso ai finanziamenti europei; coinvolgimento di Fondazioni Bancarie e IPAB;
partecipazione di imprese, terzo settore, istituzioni religiose e singoli individui.
-Aumento dei livelli di trasparenza e di efficienza della spesa sociale Osservatorio della spesa
sociale.
E’ importante evidenziare questo livello di programmazione, partendo da un’analisi strutturale
del Fondo Comunale per le Politiche Sociali.
E' un fondo istituito per l'attuazione del Piano Regolatore Sociale.
E' "alimentato":
- da risorse del Comune ( bilancio dei Municipi)
- da risorse trasferite dal Fondo Sociale regionale (Legge 38/96)
- da risorse previste da leggi di settore, a valere sul Fondo Nazionale per le Politiche Sociali
- da risorse non finalizzate del Fondo Nazionale per le Politiche Sociali, ex art. 20 legge
328/2000
- da risorse provenienti da altri settori della Pubblica Amministrazione
261
Capitolo 11 Piano regolatore sociale 2008-2010
Ciò consente a tutti i cittadini anziani di accedere ai servizi ed alle prestazioni sociali,
introducendo forme di compartecipazione dei costi, con l'individuazione delle condizioni per
l'eventuale esenzione.
Si presuppone che il budget ricavato dalla compartecipazione ai servizi socio-assistenziali da parte
delle persone anziane possa, in prospettiva prossima, rientrare nel bilancio del Municipio per poter
essere reinvestito circolarmente negli stessi servizi coinvolti.
L’attuale spesa sociale del Municipio Roma II, nelle voci relative sia alla spesa storica, sia quella
rivolta a nuovi servizi, ricade sui fondi assegnati al bilancio, da fondi messi a disposizione da altri
Enti, quali il Dipartimento V, Dipartimento XI, Regione Lazio, Opere Pie.
Circa la gestione dei fondi i servizi cosiddetti LIVEAS e i servizi innovativi, continueranno ad
essere assicurati dai finanziamenti previsti in bilancio e con fondi finanziati dal Fondo Sociale
Unico e Fondi della Regione Lazio (legge 328/00).
262
Capitolo 11 Piano regolatore sociale 2008-2010
AREA ADULTI
Piani
individuali
Assistenza economica 2008 euro 80,000,00
Bilancio ordinario del Delibera 154/98
Adulti indigenti e malati di 2009 euro 90,000,00
Municipio II numero di adulti assistiti 66
AIDS 2010 euro 90,000,00
malati di AIDS
assistiti 22
2008 euro 24.536,35 Contributi per assistenza
Bilancio ordinario del
2008 euro 50.463,65 Alloggiativa
Emergenza abitativa Municipio II
2009 euro 75.000,00 erogati n. 20
Dipartimento V
2010 euro 75.000,00
AREA HANDICAP
Assistenza ad alunni
2008 euro 576.000,00
disabili delle scuole Bilancio ordinario del
2009 euro 695.000,00 n. assistiti 95
materne elementari e Municipio II
2010 euro 695.000,00
medie
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Capitolo 11 Piano regolatore sociale 2008-2010
AREA ANZIANI
AREA MINORI
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Capitolo 11 Piano regolatore sociale 2008-2010
Circa i fondi afferenti alla Legge 328, per la nuova triennalità, si parte dal finanziamento per l’anno 2007, pari ad € 732.485,60.
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Capitolo 11 Piano regolatore sociale 2008-2010
Si stanno utilizzando i
15) Dis-agiatamente Adulti € 32.000,00 € 27.000,00 € - € 40.000,00 fondi delle annualità
precedenti
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Capitolo 11 Piano regolatore sociale 2008-2010
FONDI 2007
AREA DI FINANZIAMENTI
NOME DEL PROGETTO
ATTIVITÀ LEGGE 328 ANNO 2007
TOTALE H 732.485,60
Nella tabella successiva sono riportati i costi annuali dei progetti del piano regolatore sociale
2008/2010, così come calcolato nelle singole schede progettuali.
Nelle colonne relative ai finanziamenti 2008/2009/2010 sono state ipotizzate le cifre necessarie per
coprirne i costi.
268
Capitolo 11 Piano regolatore sociale 2008-2010
Per il centro diurno per malati di Alzheimer è previsto un finanziamento del Dipartimento V per
l’apertura, mentre per il funzionamento e la gestione nelle annualità successive si utilizzeranno
fondi legge 328/00. Pertanto nei finanziamenti 2008 non è stato ipotizzato alcun costo.
Naturalmente, se i fondi che verranno stanziati per la legge 328/00 non saranno sufficienti a coprire
totalmente il costo dei progetti, si provvederà ad una rimodulazione dei progetti sulla base dei fondi
effettivamente assegnati.
Tutti a casa/Vicini al
ANZIANI 168.000,00 168.000,00 168.000,00 168.000,00
cittadino
Centro diurno anziani
fragili quartieri Flaminio
ANZIANI 190.000,00 190.000,00 190.000,00 190.000,00
Villaggio Olimpico
"Scacciapensieri"
Entrare – fuori
(dis –agiatamente+verso H 80.000,00 80.000,00 85.000,00 90.000,00
l’autonomia
Lavoriamo insieme -
tirocini mirati e borse H 90.000,00 90.000,00 95.000,00 100.000,00
lavoro per adulti
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Capitolo 11 Piano regolatore sociale 2008-2010
Non finanziato,
perché rimodulato
Centro Diurno Arte Insieme - nel progetto
8/05
Handicap,Territorio e Famiglia Centro per il
bambino e la
famiglia.
270
Capitolo 12 Piano regolatore sociale 2008-2010
CAPITOLO 12
Questo capitolo si propone di evidenziare il percorso di realizzazione del Piano, prevedendo anche
le procedure per il suo periodico aggiornamento.
L’Ufficio di Piano del Municipio II prevede la predisposizione di uno o più dischetti informatici da
mettere a disposizione dei partners istituzionali, della rete informale del territorio che hanno
partecipato al processo di costruzione del piano di zona e della cittadinanza , nonché l’inserimento
della stesura definitiva sul sito Internet istituzionale del Municipio II.
Una copia cartacea del presente Piano sarà a disposizione per eventuale consultazione presso
l’Ufficio stesso.
Circa le modalità di verifica e di revisione programmatica e progettuale annuale del Piano, si andrà
a realizzare un monitoraggio permanente di analisi della qualità dei Servizi erogati e dei progetti
realizzati e delle risorse e si istituirà un Osservatorio permanente dell’Ufficio di piano del
Municipio, come da scheda progettuale inserita negli allegati.
Il periodo di validità del suddetto Piano, come già indicato in più parti della stesura, è relativo al
triennio 2008-2010.
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Bibliografia Piano regolatore sociale 2008-2010
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