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Il filosofo spagnolo studi per anni leroe di Cervantes

Ora un libro raccoglie i suoi saggi mai tradotti

SIAMO TUTTI DON CHISCIOTTE


UNAMUNO E LHIDALGO IL NOSTRO VIAGGIO VERSO LA SAGGEZZA DELLA FOLLIA
ROBERTO ESPOSITO
uando, il 12 ottobre 1936, alla cerimonia di apertura dellanno accademico dellUniversit di Salamanca, un generale franchista pronuncia in maniera sprezzante il motto della Legione Spagnola Viva la morte, Miguel de Unamuno, rettore di quellUniversit, gli risponde a muso duro Viva la vita. Cos, dopo essersi opposto alla monarchia, e poi alla dittatura di Primo de Rivera, pagando queste scelte con lesilio, egli rompe anche con il regime cui in un primo momento si era avvicinato. Ma tale riferimento alla vita, al di l del significato politico che assumeva in quel contesto, pu essere assunto come lepicentro semantico dellintera attivit di uno dei pi significativi intellettuali europei del primo Novecento. Narratore, drammaturgo, poeta, autore di testi filosofici come Del sentimento tragico della vita e Agonia del cristianesimo, egli noto soprattutto per lappassionato commento al Don Chisciotte, considerato il suo capolavoro. Mancava, per, ancora un volume che raccogliesse i suoi interventi, scritti lungo quasi un quarantennio, sul grande libro di Cervantes che egli stesso considerava come la Bibbia nazionale degli spagnoli. Questo vuoto ora riempito dalla pubblicazione, egregiamente curata da Enrico Lodi per leditore Medusa, di una ampia scelta di suoi saggi e articoli con il titolo In viaggio con Don Chisciotte. Essa comprende un testo, come quasi tutti gli altri, mai tradotto finora, Il cavaliere dalla triste figura. Saggio iconologico in cui lautore confronta le descrizioni di Don Chisciotte presenti nel romanzo con i ritratti che i pittori gli hanno poi dedicato. Gi in esso si profilano i tratti di uninterpretazione magistrale, che oltrepassa i confini tradizionali dellermeneutica, per configurarsi come un vero corpo a corpo con il proprio oggetto danalisi. Egli stesso sempre in lotta con se stesso, diviso tra ricerca della concretezza ed aspirazione alluniversale, Unamuno proietta questa contraddizione sul Cavaliere Solitario, facendone un simbolo vivente non solo dellanima spagnola, ma anche delluomo contemporaneo, so- volgerci tutti. perci che la sua speso tra angoscia e fede. Con- figura allampanata, i suoi baffi tro laccademismo erudito di spioventi, il suo naso aquilino, quelli che chiama masoreti tuttaltro che emblemi luttuosi, come i rabbini interpreti delle traducono una estrema energia Sacre Scritture persi dietro mi- vitale. Lo stesso culto della mornuziose ed inutili ricerche filo- te, che si voluto vedere nellalogiche Unamuno cerca la nima spagnola, piuttosto che perenne attualit del Chisciotte attestare un distacco nei connel contrasto che lo oppone a se fronti della vita, ne determina la stesso, sdoppiando la sua esistenza tra la saggezza inerte di Alonso Quijano e la follia utopi- La figura ca del suo stralunato alter ego. allampanata, i baffi Contrariamente ai buoni propositi del primo, proprio lo spioventi, il naso sguardo stravolto e allucinato aquilino non sono del secondo a gettare un inedito emblemi luttuosi fascio di luce sulle cose, riscattandole dalla loro insignificanza. Solo dimenticando la pro- continua ricarica. Come appare pria identit, sacrificata alla pi dal sorriso tragico dellhidalgo, sublime delle follie, egli ritrova quella malinconia non che la il significato profondo della vita faccia in ombra di una ricerca di aldil della linea del nulla che, immortalit destinata ad esser prima o poi, destinata ad av- sempre delusa, ma perci an-

Il libro
In viaggio con Don Chisciotte di Miguel de Unamuno a cura di Enrico Lodi pubblicato da Medusa (pagg. 144, euro 16,50) Dello stesso autore Medusa ha fatto uscire anche Cultura e nazione

che rinnovata. In questo senso Unamuno pu richiamare perfino lidea, diversamente declinata da Spinoza e Nietzsche, che la vita ha una inestinguibile tendenza a perseverare nel proprio stato ed anzi a potenziarsi. Nonostante le sconfitte che sperimenta, Chisciotte incarna questa potenza storica, capace di restituire alla Spagna un primato spirituale che da secoli ha perduto. Per cogliere il senso di tale affermazione, che Unamuno contrappone al parere di chi ne sottolinea la decadenza culturale e civile, bisogna attivare una doppia prospettiva, di tipo teoretico ed esegetico. Intanto intendere per storia non la semplice successione dei fatti, situati in maniera indifferenziata nello spazio e nel tempo, ma quegli eventi, anche di ordine intellettuale, capaci di modificare le coscienze lungo il filo

Linedito

SE AVESSIMO IL CORAGGIO DI USCIRE DAL GREGGE


MIGUEL DE UNAMUNO
urante la stagione in cui Cervantes stette sotto le ali spirituali della sua patria, e fu da essa incubato, nella sua anima si form Don Chisciotte, ovvero il suo popolo cre in lui Don Chisciotte, e cos questi venne al mondo, abbandon Cervantes al suo popolo, e Cervantes torn a essere il povero scrittore girovago, preda di tutte le preoccupazioni letterarie del suo tempo. E cos si spiegano molte cose e, tra le altre, la debolezza del senso critico di Cervantes e la povert dei suoi giudizi letterari (...). Tutto ci che nel Chisciotte critica letteraria quanto di pi povero e grossolano possa darsi e tradisce una vera e propria saturazione di senso comune. Incredibile come un uomo cos assennato e pieno di luoghi comuni, e della pi grande grossolanit immaginabile, comera Cervantes, abbia potuto generare un cavaliere cos folle e cos colmo di senso proprio. Cervantes non ebbe altra scelta che consegnarci un folle per poter incarnare in lui leternit e la grandezza del suo popolo. E il fatto che molte volte, quando lintimo dellintimo delle nostre viscere, quando lumanit eterna che dorme nel profondo del nostro seno spirituale ci affiora nellanima gridando i propri aneliti, allora o sembriamo pazzi o fingiamo di esserlo affinch ci venga perdonato il nostro eroismo. Migliaia di volte lo scrittore ricorre allespediente di dire in tono scherzoso ci che sente molto seriamente, o mette in scena un pazzo per fargli dire o fare quello che lui direbbe o farebbe molto volentieri e convinto, se solo la miserevole condizione di gregge degli uomini non li portasse a voler annullare chi esce dal recinto da cui vorrebbero uscire tutti, se solo avessero il valore o il coraggio per farlo (...). Vedete quindi cosa c di geniale in Cervantes, e qual la relazione intima che intercorre tra lui e il suo Don Chisciotte. E tutto questo dovrebbe spingerci ad abbandonare il cervantismo in favore del chisciottismo, e a curarci pi di Don Chisciotte che non di Cervantes. Dio non ci ha dato Cervantes se non perch scrivesse il Chisciotte, e mi sembra che sarebbe stato un vantaggio non conoscere nemmeno il nome dellautore, essendo il nostro libro unopera anonima come lo sono il Romancero e, lo pensiamo in molti, lIliade. E dir di pi: scriver un saggio in cui sostengo che non sia esistito Cervantes e s, invece, Don Chisciotte. E visto che Cervantes non esiste pi e che, al contrario, continua a vivere Don Chisciotte, dovremmo tutti lasciare il morto per seguire il vivo, abbandonare Cervantes e accompagnare Don Chisciotte. (Traduzione di Enrico Lodi) 2013 by Edizioni Medusa

delle generazioni. Qui Unamuno si rif alla distinzione di Kierkegaard tra semplice memoria e ricordo di qualcosa che resta nel tempo. Si pu avere memoria di un episodio senza ricordarne il significato pregnante.

Il cavaliere triste come noi: diviso tra concretezza e aspirazione alluniversale


Laltro presupposto, attuale al punto di richiamare una metodologia strutturalista, sta nel privilegio assoluto del romanzo rispetto al suo autore. La tesi di Unamuno che Don Chisciotte sia molto pi avanti di Cervantes. Che, una volta pubblicato,

la sua propriet sia sfilata di mano allautore, per appartenere al suo popolo e allumanit intera. Come la Bibbia, o lIliade, il Chisciotte ha una vita autonoma che sta appunto nella durata dei suoi effetti storici. Da questo lato Unamuno tocca un vertice della riflessione contemporanea. La vera opera darte, come quella del pensiero, sempre impersonale, di nessuno perch di tutti. La genialit di Cervantes sta nel dileguarsi dietro la propria opera, mandando il suo protagonista avanti, nel tempo e nello spazio, fino a naufragare nelloceano dellimpossibile. Ma non avevano fatto naufragio, in questo senso, anche i grandi condottieri spagnoli, da Cortes a Pizarro, quando, perdendo il contatto con la propria terra, avevano scoperto nuovi mondi?
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