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Il foreigner talk una variet di lingua semplificata che certe persone tendono a utilizzare quando parlano con gli stranieri.
Estratto dalla tesi di laurea Dallitaliano L2 alleducazione linguistica nelle classi plurilingue di Silvia Cattani
Lo sviluppo del sistema verbale, nelle sue dimensioni nozionali e nella loro codificazione morfologica, si attua cio aggredendo e dettagliando, categoria dopo categoria, lo spazio funzionale indifferenziato che nella variet basica occupato dalla forma base. In particolare, lemersione delle opposizioni verbali di forme e funzioni, e dunque lavvicinamento del sistema verbale dellinterlingua al sistema verbale della lingua target, scandito da quattro macro-fasi (Banfi & Bernini 2003, p. 93), ciascuna della quali attiva una specifica nozione temporale (presente, passato, futuro), aspettuale (perfettivo, imperfettivo) e modale (non-fattuale).
fasi PRESENTE (PASSATO)
PERFETTIVO PASSATO FUTURO IMPERFETTIVO NON-FATTUALE
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La graduale complessificazione del sistema verbale nelle quattro fasi di organizzazione dellinterlingua permette anche di individuare la sequenza implicazionale di sviluppo delle tre categorie nozionali di cui esso costituito4:
ASPETTO > TEMPO > MODO
A livello aspettuale, la prima categoria ad affermarsi quella di aspetto perfettivo, che presto diventa anche di tempo passato perfettivo, espressa con forme di participio passato, con o senza ausiliare. In questo primo stadio, caratterizzato dallopposizione funzionale forma basica/forma perfettiva, il presente continua a ricoprire tutto lo spazio funzionale della variet basica, eccetto lo
Collateralmente alla sequenza si sviluppa il gerundio, che compare innanzitutto nella perifrasi progressiva stare + gerundio e che, generalmente, emerge dopo limperfetto e prima del futuro. Rimane estraneo alla sequenza limperativo, che risulta di tarda acquisizione sia per fattori morfologici, legati allirregolarit delle forme della 2^ pers. sing., che sociopragmatici. 3 Ad esempio, luso autonomo da parte di un apprendente dellimperfetto implica luso autonomo del passato prossimo e del presente, ma non d informazioni circa luso del futuro, del condizionale o del congiuntivo. 4 Sullordine di emersione delle categorie di tempo e aspetto non c accordo unanime. Qui si riporta la posizione del Progetto di Pavia.
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spazio corrispondente al perfettivo: la forma del passato prossimo dunque lunica marcata5 e la forma non marcata pu comparire al posto di quella marcata, come ci si pu aspettare, ma non viceversa (Giacalone Ramat 1990, p. 30). A livello temporale, invece, la prima distinzione a emergere quella di passato e la prima forma verbale con significato temporale limperfetto, che entra nellinterlingua tramite il verbo essere utilizzato per esprimere gli enunciati di sfondo. Con limperfetto fa il suo ingresso nelle variet dapprendimento anche la categoria dellaspetto imperfettivo, [] instaurando lopposizione di aspetto che nella lingua darrivo veicolata nel passato dallopposizione tra passato prossimo o passato remoto e imperfetto (Banfi & Bernini 2003, p. 98). Si pongono cos le basi perch linterlingua si ristrutturi e perch il participio passato, con o senza ausiliare, diventi una forma di tempo passato. In sintesi, la prima opposizione morfologica a comparire quella tra azioni passate o concluse e azioni presenti o continuate. [] A un certo punto gli apprendenti sentono la necessit di esprimere morfologicamente la distinzione tra eventi passati a carattere puntuale ed eventi (o stati) a carattere durativo (Pallotti 1998, p. 51). La marca to del participio passato e la marca va dellimperfetto vengono a svolgere precisamente queste funzioni.
Per quanto riguarda il passato prossimo, stato notato come lintroduzione del participio passato nelle variet di apprendimento sia sensibile al carattere azionale del lessema verbale, in particolare alla sua telicit e puntualit (Banfi & Bernini 2003, p. 97): quindi, verbi come spegnere la luce, che implicano il raggiungimento di una meta e la concettualizzazione degli eventi come punti nel tempo, favoriscono lapprendimento della perfettivit. Questo fenomeno trova una spiegazione nel principle of selective association (Giacalone Ramat 2007, p. 24), che identifica il prototipo dellaspetto perfettivo nella combinazione di tre tratti congruenti: telicit del verbo, aspetto perfettivo e tempo passato. Analogamente, le prime forme di imperfetto compaiono [] con predicati durativi, come nel caso degli stativi costruiti in italiano con essere + aggettivo (Banfi & Bernini 2003, p. 98), ad esempio, essere arrabbiato. Andersen e Shiray, cercando di ricondurre tali considerazioni allinterno di una cornice teorica, hanno elaborato la Aspect Hypothesis (Andresen & Shirai 1994, cit. in Giacalone Ramat 2007 p. 25; Rastelli 2007 p. 176; Rosi 2007 p. 237), secondo cui le forme di passato sono inizialmente associate ai predicati verbali che ne condividono i tratti semantici e, solo in seguito e
Infatti, come si detto, il presente una forma base indifferenziata, da considerare come un unico morfema lessicale, non segmentabile.
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gradualmente, attraverso lesposizione alla lingua darrivo, si assiste alla diffusione della marca aspettuale dalle combinazioni con i valori azionali che le sono pi prototipicamente associati, ovvero marca perfettiva e predicati telici, marca imperfettiva e predicati atelici, alle interazioni meno congruenti, in cui laspetto non guidato dalle propriet azionali del predicato, ma selezionato dal contesto, come avviene nelluso nativo (Rosi 2007, pp. 237-238). Lipotesi dellaspetto conferma il ruolo giocato dai principi di prototipicit e marcatezza nellacquisizione della lingua seconda, la quale, infatti, progredisce sempre dai tratti pi neutri e prototipici della lingua darrivo a quelli pi marcati e periferici: una gradualit che conferma anche la bont della Teoria della Processabilit di Pienemann, nella misura in cui sostiene che, per poter processare e apprendere una struttura complessa, occorre avere preliminarmente acquisito le strutture pi semplici. Lemergenza del passato prossimo prima dellimperfetto ha cio una spiegazione di natura cognitiva: se nel passato prossimo le categorie di tempo e aspetto convergono nel caratterizzare unazione come trascorsa e compiuta, nellimperfetto, invece, divergono, delineando lazione come trascorsa ma indeterminata, cio temporalmente passata ma aspettualmente presente. Adattando alla L2 una considerazione elaborata negli studi sullitaliano L1, si pu sostenere che la precocit del passato prossimo risponde alla possibilit di una sua elaborazione da parte dellapprendente: una relazione effettiva col presente (avente cio risultati visibili) rende il passato pi accessibile al bambino, in quanto lo fa diventare, in un certo modo, concreto, ed evita perci la difficolt cognitiva che gli eventi astratti rappresentano per i bambini (Zenti 1993, cit. in De Marco 2007, pp. 456-457). Ne deriva che, rispetto alle propriet semantiche dei lessemi verbali, le sequenze implicazionali relative allacquisizione della perfettivit e dellimperfettivit in italiano L2 saranno diametralmente opposte tra loro (Rosi 2007, p. 238): Aspetto perfettivo: VERBI TRASFORMATIVI > VERBI RISULTATIVI > VERBI CONTINUATIVI > VERBI STATIVI Aspetto imperfettivo: VERBI STATIVI > VERBI CONTINUATIVI > VERBI RISULTATIVI > VERBI TRASFORMATIVI
La sovraestensione
Inizialmente, linterlingua consiste di materiale essenzialmente lessicale: le forme base dei verbi vengono trattate come un unico morfema lessicale, sono cio solo apparentemente flesse. A questa fase risale una prima strategia di ricostruzione dei paradigmi verbali, la sovraestensione, che consiste nellimpiego di una forma verbale anche in contesti nei quali non richiesta dalla lingua darrivo: in questo modo, le forme base, inanalizzate, diventano polifunzionali.
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La sovraestensione pu essere interparadigmatica o intraparadigmatica, a seconda che la forma in questione venga generalizzata a diversi paradigmi di tempo e modo del sistema verbale italiano o solo alle altre persone del paradigma cui pertiene (Banfi & Bernini 2003, p. 101). es. studiare italiano ( = io studio italiano): sovraestensione interparadigmatica es. fa cameriere ( = io faccio la cameriera): sovraestensione intraparadigmatica
Le formazioni analitiche
Una terza strategia, a cui in questa sede si vuole solo accennare, quella analitica. Essa consiste nel dare espressione separata al significato lessicale e a quello grammaticale (Banfi & Bernini 2003, p. 106), costruendo serie verbali di forme flesse giustapposte, di cui una codifica il significato grammaticale (generalmente attraverso una forma del verbo essere) e una il significato lessicale. es. era si chiama ( = si chiamava)
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modificazione della rispettiva base (Mammoli 2004, p. 50). Si tratta di unimpostazione interessante, che spiega, ad esempio, il fenomeno delladdensamento di sovraestensioni intraparadigmatiche delle 3^ persone plurali sui verbi con struttura morfo-fonemica in -anno (come vanno, hanno, fanno, danno, ecc.): pur essendo morfo-fonemicamente irregolari, e quindi dotate gi di unautonomia propria, queste forme costituiscono, infatti, una classe al suo interno regolare perch passibile di una generalizzazione (Mammoli 2004, p. 50). Questa prospettiva, sottolineando il ruolo della capacit di astrarre somiglianze e categorizzare, mette ancora una volta in luce la ricorsivit tra le dimensioni linguistica e cognitiva, la cui consapevolezza cruciale nellinsegnamento/apprendimento della lingua.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
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