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I dialetti dell'area apulo-lucana si parlano nella zona orientale e nord-orientale della Basilicata e rientrano nel gruppo dei dialetti meridionali medi; nella parte orientale vi il dialetto materano che presenta affinit con i dialetti pugliesi del barese, mentre nella parte nord-orientale (Vulture-Melfese) il dialetto ha affinit con la zona del foggiano. Tuttavia le origini sono inquadrabili storicamente e culturalmente con le lingue ed i dialetti rispettivamente iapigi e dauni.
Indice 1 Dialetto materano 1.1 Fonetica 1.2 Sintassi 1.3 Proverbi ed esclamazioni tipiche 1.4 Collina materana 1.5 Artisti e gruppi musicali dialettali 2 Dialetti del Vulture 3 Note 4 Fonti e bibliografia 5 Voci correlate
(u matarrs) Dialetto materano Il dialettoalmaterano secondariamenteparlato nella citt di Matera. Rispetto barese e al tarantino, conserva delle peculiarit specifiche nel capoluogo di provincia lucano, come la quasi totale assenza di suoni vocalici in alcuni vocaboli ed effetti di inversione vocalica rispetto all'italiano.
Fonetica Le condizioni vocaliche del dialetto materano sono di tipo pugliese, con alcune
peculiariet come la palatalizzazione della vocale a in sillaba libera (es. ff - fava) e la velarizzazione della stessa in sillaba chiusa (es. stodd - stalla), la palatalizzazione della u ed al contrario la velarizzazione della i.[1] Altra caratteristica l'aggiunta della u alla consonante velare k (il cane kuan, il cavallo kuavdd), ed in alcuni comuni come Miglionico, la u viene a volte aggiunta anche dietro ad altre consonanti (ad esempio figlio fuigghj); quest'ultima caratteristica riscontrabile anche nella zona di Melfi. Si ottengono cos i seguenti effetti di inversione vocalica rispetto all'italiano: le i diventano u e viceversa (fugghj il figlio, ligghj luglio, piglia e fuggi in materano diventa pugghj e fisc). le a diventano a volte e (u ppen il pane), a volte o (la momm la mamma, chiozz la piazza), a seconda della posizione della vocale, come gi detto. le e diventano a volte a (Matr Matera) ed a volte i (attnd attento).
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le o diventano a volte e (la nett la notte) ed a volte u (u zupp lo zoppo). il vino u mmir, con la i pronunciata quasi come una muta, come per nzich (un poco), o prtis (buco), ed anche in parole formate da pi sillabe come Mchlin (Michelino). Molti vocaboli hanno questa quasi totale assenza di suoni vocalici, rendendola il suono tipico della materanit. Tuttavia nella parlata dialettale pi moderna il suono degli schwa interni, pi arcaico, si affievolito, cos i suddetti vocaboli si pronunciano mm'r' , nz'ch' , p'rt's' . Nel materano, come in tutta l'area apulo-lucana ed in genere in tutta l'Italia meridionale orientale, buona parte del sistema vocalico romanzo comune stata successivamente alterata da una corrente linguistica che ha provocato l'apertura in , delle vocali chiuse , in sillaba chiusa (ovvero nelle sillabe che terminano con una consonante), e la contemporanea chiusura in , delle vocali aperte , in sillaba libera (ovvero nelle sillabe che terminano con la vocale stessa). Da questo fenomeno, detto isocronismo sillabico, deriva la battuta (Avolio, 1995) per cui la frase italiana un poco di pollo, pronunciata da un napoletano un pco di pllo in modo simile alla pronuncia standard italiana, suonerebbe in bocca, ad esempio, ad un foggiano (cos come ad un materano), un pco di pllo. Infine, altri aspetti del materano comuni ai dialetti italiani meridionali sono la metafonesi, con le caratteristiche opposizioni tra singolare e plurale (rss - rosso, e rss - rossi) e tra maschile e femminile (stdch - stupido, e stdch - stupida), e l'affievolimento delle vocali finali in un suono indistinto (indicato con o ).
Sintassi Una caratteristica del materano simile ai dialetti della zona barese che nel passato
prossimo, l'ausiliare generalmente usato essere anche con i verbi transitivi (s accattt ho comprato, s mangt hai mangiato). Si discosta da tale regola solo la terza persona, che segue invece la stessa regola dell'italiano, cio l'ausiliare essere con i verbi intransitivi ( ggt andato) e avere con i transitivi (ho accattt ha comprato). Inoltre, sia in luogo del verbo dovere che della forma futura si usa generalmente la locuzione avere da per le tre persone singolari: hi gg ho da andare=devo andare=andr - ha gg hai da andare=devi andare=andrai - ho gg ha da andare=deve andare=andr. Per le tre persone plurali, invece, si usa la locuzione essere a: m'a gg (abbreviativo di sim'a) siamo ad andare=dobbiamo andare=andremo - sit'a gg siete ad andare=dovete andare=andrete - son'a gg sono ad andare=devono andare=andranno.
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imprecazione che significa Che ti venga un accidente!. Mogghi'Ddj! - letteralmente Non voglia Dio!, non sia mai! Dalla'bbndch! - letteralmente Dio benedica!, apprezzamento di buona salute. Uahm Chrust mej! - Oh Cristo mio!. La Madenn v'acchmbogn - Che la Madonna vi accompagni. Statt bboun - letteralmente Statti bene, saluto di commiato. Sgnr - letteralmente Signoria, Lei, modo di rivolgersi ai pi anziani.
Collina materana Il dialetto materano, in quanto facente parte della zona apula della Basilicata, e
sebbene con molte varianti dovute al fatto che ci si trova in un territorio di confine tra diverse zone linguistiche, ha caratteristiche simili ai dialetti parlati in alcuni comuni situati nelle aree della Murgia e della valle del Bradano circostanti la citt di Matera. In particolare, a Montescaglioso, Ginosa e Laterza influenze del dialetto materano si mescolano con influenze di quello tarantino; il dialetto parlato ad Irsina invece risente sia dell'influenza materana che di quella dei pi vicini comuni della Murgia barese, in particolare di Gravina in Puglia. Infine nei comuni della media collina materana che si trovano lungo lo spartiacque tra il Bradano ed il Basento, cio Miglionico, Pomarico, Grottole, Grassano e Tricarico, c' un insieme di elementi fonetici sia dell'area apula materana che dell'area appenninica lucana; questa similitudine dovuta anche alla via Appia nuova che attraversa i centri sopracitati, e che essendo stata la pi importante via di comunicazione degli ultimi secoli ne ha accomunato usi, costumi e dialetti.
Dialetti del Vulture L'altra zona facente parte dell'area apulo-lucana il Vulture-Melfese
e l'alta valle del Bradano, lungo la fascia che tocca i comuni di Atella, Rionero in Vulture, Melfi, Lavello, Venosa, Genzano di Lucania e Palazzo San Gervasio, in provincia di Potenza. In questa zona il dialetto presenta lievi affinit con quelli della provincia di Foggia e del Nord-Barese. Nel dialetto di Melfi si fondono diversi elementi dalla lingua francese e spagnola, con alcuni elementi greci e albanesi[2]. Come nel francese e analogamente agli altri dialetti dell'area apulolucana, la e finale di parola non accentata in genere muta; inoltre la u in molte parole si pronuncia iu ed in altri diversi casi con il dittongo inverso. Alcuni vocaboli derivano chiaramente dalla lingua transalpina come ad esempio vite (presto). Sono avvertibili anche influenze spagnole, come la consonante b che in genere si trasforma in v ed altre volte nella labiale sorda p[2]. A Venosa la vocale i accentata viene pronunciata con un suono indistinto tra e ed i, ad esempio viulin (violino), mentre la o, in molte parole, viene emessa con il suono di una u aperta, ad esempio monn (mondo). Come molti dialetti meridionali, la lenizione una delle peculiarit fonologiche dei dialetti locali, che trasforma la c in g ('ngamin = in cammino), la p in b (cambn = campana) e la t in d (fundn = fontana). In molti vocaboli la d viene sostituita dalla r, come Runt (Donato), la l dalla u, se seguita dalla c palatale, vedi sauzizz (salsiccia), e la geminata ll in dd, cangidd (cancello). In tutta la zona del Vulture, come nel resto dell'area apulo-lucana, vi sono numerosi termini di origine latina come crje (domani) che deriva dalla parola cras, accatt (comprare) da accaptare, ed altri di origine greca come attne (padre) da att.
1. ^ Touring Club Italiano, Dialetti della Basilicata e della Calabria in Basilicata Calabria Note (http://books.google.it/books?id=eORsIS98HawC&pg=PA123#v=onepage&q=&f=false), pag. 123. 2. ^ a b Melfi, breve analisi strutturale del dialetto (http://www.basilicata.cc/artistilucani/mazzeo/etnograf/06.htm)
http://it.wikipedia.org/wiki/Dialetti_dell%27area_apulo-lucana
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Antonio D'Ercole, Dizionario materano (http://clt.unical.it/Dizionario.pdf). Franco Perrone, Dizionario materano (http://www.francoperrone.it/dizionario_materano.htm). Giuseppe Leo Sabino, L'addutt and'ch - antichi detti materani, Matera, BMG, 1995. Davide Giampietro (a cura di), Canti popolari materani, Matera, BMG, 1977. G. Matarazzo, Parl' com t' ha fatt mamt / Parla il dialetto montese, 2002.
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