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Ernesto De Pascale_Intervista a Giorgio Gaber

Fontes: http://www.giorgiogaber.org/index.php?page=rstampa-vediart&codArt=260 http://www.ilpopolodelblues.com/pdb/old/new/gaber.html

Intervista a Giorgio Gaber


Dettaglio articolo/intervista Categoria: Interviste dal Web

www.ilpopolodelblues.com - 08/05/2001 Milano 8 maggio 2001 di Ernesto De Pascale


Ernesto de Pascale. Volevo partire con una riflessione. Il suono del titolo del disco (La mia generazione ha perso), io non lho sentito lho letto sulla copertina Giorgio Gaber. c nel disco, c la frase. EdP. E ha un suono molto particolare che molto pi sfaccettato della lettura che esce sulla copertina, per me questo una chiave importante GG. S!, un titolo sommatorio di tante cose, e quindi ridurlo soltanto ad un discorso di mancanza di ideali di aspirazioni di incertezza di futuro mi sembra in qualche modo piuttosto riduttivo. Nellalbum ci sono vari momenti che decretano questa, che io chiamo sconfitta, senza per altro prefigurare una catastrofe, ma soltanto una constatazione, che secondo me, utile per poter ripartire e poter ricostruire qualcosa di positivo. EdP. Larco generazionale della perdita descritta, un arco piuttosto vasto. GG. un arco che mi riguarda EdP. un arco che riguarda anche me, io ho 43 anni, o chi come me frequenta i tuoi spettacoli. GG. Ma io sono della generazione del dopoguerra, quindi io parlo di una generazione che evidentemente ha vissuto diversi periodi della nostra storia dellItalia di questi ultimi cinquantanni, per cui penso che bene o male sia riferita alla mia generazione, poi se questa cosa riguarda anche generazioni successive che intuiscono, per lo meno, cosa vuole dire questo titolo questo mi fa molto piacere.

EdP. In queste ultime settimane gli incontri che hai avuto sono stati incontri pubblici, come quello che ci sar a Firenze. In questi incontri suppongo tu abbia avuto una percezione, che va oltre a quella che hai tutte le sere in teatro, ma presentandoti davanti a dei giovani ancora pi spostati GG. La loro generazione ha ancora molto tempo prima di dire una frase di questo genere, per li riguarda nel senso che in qualche modo noi siamo i genitori, la generazione che li ha preceduti che ha avuto molti sogni, molte aspirazioni e che ha saputo creare nei giovani lo stesso stato danimo di entusiasmo che possa portarli ad un futuro aperto a un futuro pieno di possibilit, mi pare che i giovani, al di l di frasi come disagio giovanile, che non sopporto pi, per bisogna riconoscere che per loro esiste una difficolt diversa di quella che avevamo noi, bisogna riconoscere che non gli abbiamo preparato un meraviglioso futuro. Siamo troppo confusi noi per poter dare per dire loro delle cose che gli possono essere utili. EdP. Ritieni che questa confusione sia diventata esponenziale nel corso di questi ultimi trentanni, anche ripartendo dagli esordi teatrali GG. Mi pare di avere detto e ripeto qua, ma essendo questa generazione uscita dalla guerra ha in qualche modo avuto la possibilit questo sviluppo legato ad un progresso ad una presa di coscienza dellindividuo fino ad un certo punto poi da un certo punto in avanti mi sembra che il livello di coscienza sia sceso ed ora ci troviamo in una fase in cui c un grandissimo sviluppo, con un o scarsissimo progresso. EdP. Nel percorso compiuto, poi io prendo il disco come una parte di un percorso molto piu vasto, naturalmente dove non eri ne mai scomparso ne tirato indietro, tutt altro GG. non sparito, io lavoro... EdP. Questo obiettivamente a volte si riducano le cose, purtroppo, insomma GG. Il teatro un mezzo di comunicazione molto pi limitato, bisogna venirci, bisogna prenotare, bisogna parcheggiare, venire a teatro un po' una punizione, per se ci vengono vuol dire che sono interessati! EdP. Il percorso, di cui stavi tu accennando e i cambiamenti, mi sembra che sia stato anche quello, nel corso degli anni, e le canzoni sono comunque il sunto, di ricerca tra il privato ed il pubblico senza dare per forza una soluzione, con moltissimi sforzi anche di toccare ambiti diversi. Come senti tutti i passaggi, anche attraverso i personaggi, levoluzione che si creata? GG. Intanto vorrei citare subito, il mio coautore Sandro Luporini con il quale scriviamo i testi e che decisivo, e un po' pi grande di me, e quindi il mio maestro, con il quale ho collaborato da tantissimo tempo e con il quale ho scritto gli spettacoli. Come ci muoviamo, nella scrittura della canzone e dello spettacolo, in un certo senso come se noi indagassimo nella realt individuale cercando di descrivere degli stati danimo dei disagi delle osservazioni che in qualche modo vorrebbero essere, almeno per noi, non solo una piccola scoperta, partendo sempre da una idea di testo, perch per quanto ci riguarda la musica diventa un arricchimento emotivo, ma noi non partiamo dalla musica

dove mettiamo delle parole, partiamo sempre da unidea di testo, attraverso la canzone noi restituiamo a questa specie di brusio che abbiamo percepito intorno a noi e cerchiamo di renderlo convinti che in qualche modo queste piccole scoperte che sono di carattere corruttivo, certamente, ma anche di carattere personale, come giustamente osservavi possano dare una piccolissima verit in pi, ci mancherebbe altro EdP. aumentato il brusio GG. no, il brusio pi difficile da ascoltare, questa una sensazione che noi abbiamo avuto questanno tant non abbiamo scritto lo spettacolo abbiamo preferito prenderci un anno di pausa, abbiamo scritto qualche canzone, ma non abbiamo individuato bene che tema centrale, e questo tema centrale mi sembra che sia la confusione e quando il tema la confusione meglio non scrivere ed aspettare e vedere un p come vanno le cose. EdP. Per in questa confusione, il fatto che lalbum, permettimi, sia arrivato in questo momento da intendere come un segno, perch per chi ti conosce meglio ha frequentato tutti i tuoi spettacoli i programmi, le registrazioni, una summa doc GG. Allora focalizzando sul momento il fatto che comunque questo disco, per fortuna in questa una sorpresa, ti dir, questa assolutamente una sorpresa perch non ce laspettavamo, abbiamo fatto questo disco perch in effetti siamo in debito con alcune cose, che hanno avuto una diffusione soltanto teatrale e cos avrebbero potuto essere un p pi allargate come possibilit e fruizione pi larga dal pubblico ed effettivamente abbiamo constatato che lalbum nel mercato discografico da questa possibilit spero che si allarghi maggiormente il pubblico e credo che, come dicevamo prima alcune persone che hanno pensato che io sia stato zitto per trentanni, invece ho lavorato moltissimo, in qualche modo mi hanno riscoperto,o forse non mi conoscevano. EdP. La tua scelta mi sembra che sia stata abbastanza precisa, mi piace sottolinearla in questa maniera se dovessi ridurla in poche parole, rispetto allipotesi di sentirti artista, tu hai scelto il lavoro GG. Io nel settanta ho avuto questa occasione che stata determinata da due episodi, uno dal Piccolo Teatro di Milano che mi ha offerto di fare uno spettacolo, Il signor G, e dallaltra parte uno o due anni di tournee in giro per lItalia con uno spettacolo con Mina, e ho trovato che la dimensione del palcoscenico era quella sicuramente pi appassionante e pi congeniale per le mie possibilit e ho scelto di fare il teatro. Non un sacrificio perch andare sul palcoscenico e raccontare quello che uno , (quel che) che pensa, quello che in qualche modo esprime. Credo che sia la cosa pi di grande privilegio in fondo io e Luporini quando scriviamo abbiamo soltanto la preoccupazione di fare delle cose interessanti, non abbiamo preoccupazioni ne di audience n di vendita di dischi, n di gradimento allargato, abbiamo solo il pubblico che ci segue, questo lusinghiero perch in effetti avere sempre, in effetti quando la gente viene a teatro a vedere i miei spettacoli non che si aspetti di vedere chiss che cosa, viene a sentire ci che diciamo e quindi questi trentanni di teatri esauriti veramente sono un fatto molto lusinghiero, direi anche rado, perch tutto sommato non capita spesso non che EdP. E per mettere insieme questo materiale qual che avete cercato

GG. abbiamo scelto le canzoni, perch tutto sommato quando si scrive per uno spettacolo teatrale si scrivono anche delle cose musicali ma anche con della prosa,abbiamo allargato lo specifico della canzone portandolo a livelli diversi. Molte canzoni sono mezzo monologo mezza canzone queste le abbiamo escluse dal disco perch un disco effettivamente diverso, invece uno spettacolo teatrale ha delle proprie esigenze ritmi diversi, un disco deve essere fatto di canzoni. Il disco stato fatto scegliendo le cose degli ultimi anni e aggiungendo delle cose nuove e le ultime cose scritte, per una scelta legata allo specifico della canzone. EdP. Tu senti dentro lesigenza di tenere alta la guardia rispetto a ci che comunque succede intorno, quindi anche nella ricerca nel tuo rapporto con i testi, lo spettacolo, il palcoscenico, fino al disco GG. Pi che la guardia un modo di lavorare di scrivere, chiaro: non esiste un discorso di una concessione al pubblico, esiste solo lesigenza di fare delle cose che ci rappresentino EdP. Il problema la concessione a te stesso? GG. Si, chiaro che Luporini ha una notevole capacit letteraria, io ho una capacit teatrale, le due cose in qualche modo si fondono ed chiaro che esiste un mezzo espressivo che il teatro che ha anche delle sue esigenze, non tanto nei contenuti o nelle diverse composizioni, quanto nei ritmi di uno spettacolo che ha evidentemente delle caratteristiche particolari. A un certo punto lo spettacolo deve crescere diventare una cosa concreta e credo che il mio spettacolo lo sia, anche se, riprendiamo il discorso di prima, non d delle soluzioni; per ho la sensazione, tu poi visto che ne hai visto qualcuno che la gente alla fine degli spettacoli, anche se si dice qualcosa di negativo, ne esce caricata. Non esce depressa, quindi questa una caratteristica energetica molto positiva. EdP. Il problema la mattina dopo!?! GG. Questa (problematica) non la vivo. Sono daccordo con te! EdP. Questa tensione che si crea e porta fino alla fine dello spettacolo a volte, naturalmente, ha un p la sindrome di quello chiudiamo la serata teatrale, i gesti ricominciano ad essere quelli di sempre. Forse voi come autori non vi siete n posti e n vi dovete porre, come sarebbe per un autore di canzoni - quando la canzone licenziata appartiene a quelli dallaltra parte - per anche giusto che io ti ponga una domanda in pi GG. Il problema di modificare il comportamento mi sembra eccessivo, non un compito che noi ci poniamo. Come ti dicevo, prima preferiamo proporre una serie di temi su cui la gente, magari nellintervallo o alla fine dello spettacolo, esca, rifletta discuta e ne parli. Mi pare gi un ottimo risultato. EdP. Fra tutte le cose dette, cantate, parlate, messe insieme nel corso del tempo vi siete mai, non tanto posti dei problemi ma quanto siete mai, arrivati ad un punto dove vi siete detti, abbiamo detto moltissimo. Quindi, vi siete un attimo distaccati, fermati?

GG. Si ci sono stati, come questanno, dei momenti di pausa, chiaro che ogni volta pi difficile perch hai detto tante cose,magari sei insoddisfatto di alcune composizioni, di alcuni brani che hanno segnato, per quanto, ti riguarda un momento importante dopo di ch lidea di rimetterti a scrivere sempre faticosa nel senso che uno dice ce la faremo? il nostro comportamento ogni volta dire vale la pena?, vale la pena andare sul palcoscenico a raccontare qualcosa?, se non vale la pena non si va. Se si riesce a scrivere si va, se no pazienza non un obbligo. Ecco noi siamo piuttosto legati a questo risultato, a dire si mi sembra che queste cose vadano dette, questa la nostra teoria. Magari qualcuno pu dire che se non le dicevo era lo stesso, ci molto legato al fatto che noi siamo convinti che quelle cose vadano dette; questo il nostro sistema, se non ci riusciamo..., infatti ci sono stati alcuni anni di pausa Mi ricordo,dopo uno spettacolo che si chiamava Polli di allevamento siamo stati fermi due anni; era un periodo dove si cominciava a capire poco il mondo, eravamo un po in difficolt. Lo spettacolo Polli dallevamento era uno spettacolo molto duro che finiva con contestazioni, con gente che era e non era daccordo con quello che noi dicevamo, per cui stato necessario per noi fermarci e riflettere, vedere un p se si maturavano delle cose da dire. Era il momento delle BR un momento delicato. Poi abbiamo scritto Se io fossi Dio e ci siamo... EdP. Dopo ripartito un periodo molto ricco... GG. Questo si, non so se riusciremo a scrivere altri spettacoli, perch ci viene da dire questo lultimo e poi magari qualcosa succede, ci riprende la voglia ci vengono alcuni spunti, certo che in questo momento molto confuso, abbiamo, o non abbiamo, una grande capacit di capire un mondo che sta cambiando cos velocemente e che presupporrebbe evidentemente una capacit di intuire, che noi in questo momento non abbiamo, si pu denunciare il proprio sconforto la propria confusione ma questo si pu fare in una canzone. Non lo possiamo fare in uno spettacolo dove bisogna dire qualcosa... EdP. Per il teatro come piccolo borgo confortante... GG. Molto, molto; non mi sono mai pentito di aver fatto questa scelta di essere in qualche modo uscito da un mercato pi grosso, un fatto a parte marginale, per credo che i condizionamenti della televisione, il condizionamento anche dei dischi, di queste cose poi pesino: poi bisogna fare un disco poi, noi non dobbiamo fare nulla, se ci riesce se non ci riesce stiamo a casa! EdP. A proposito di questa confusione, prima ancora del brusio, ora mi veniva in mente, una frase di un grossetano che tu probabilmente avrai conosciuto, che era Luciano Bianciardi, che una volta disse e scrisse in Italia non si sa dove si va ma ci si va ed erano tanti anni fa GG. In qualche modo, se posso dire, era un amico; si vero lui lo scrisse negli anni sessanta, forse noi eravamo allora pieni di entusiasmo, piene di voglie, poi lui mancato mi pare prima del movimento EdP. Nel settantuno...

GG. quindi quel periodo fu un periodo molto ricco di cose, noi scrivevamo uno spettacolo lanno senza problemi, eravamo stremamente produttivi, quindi noi siamo stati un po coinvolti da quegli anni. Spesso cito questo periodo come uno dei periodi pi interessanti della nostra produzione ma anche della mia vita, e quindi ne sono legato, anche se devo dire che lappartenenza a quella razza una appartenenza di breve durata perch gi dopo 4 o 5 anni in qualche modo ci siamo risentiti soli, questo doloroso ma se (tale) una constatazione necessaria, al di l del pubblico, perch il pubblico poi a teatro viene, ma in qualche modo non senti una appartenenza un'idea che si sviluppa ti senti un p isolato EdP. C stata una forte disgreganza improvvisamente intorno alla tarda seconda met degli anni settanta, corrisponde allo spettacolo Polli dallevamento? GG. A Polli dallevamento e Libert obbligatoria. In Libert obbligatoria usato spesso il noi quindi cera un senso di appartenenza, ma gi in Polli dallevamento no(n pi) EdP. Mi pare di comprendere che se una operazione stata compiuta stata anche quella di una forte concentrazione su se stessi come visione totale anche del mondo, cio concentrarsi molto sulla propria identit... GG. Ma noi abbiamo avuto fin dalla partenza questa esigenza di guardare il sociale, di guardare il movimento collettivo come un momento di insieme di individui e quindi ci siamo sempre molto preoccupati dellindividuo, e ci siamo sempre trovati in contrasto con i politici di allora, non i politici ufficiali, perch allora tutti quanti si occupavano di politica, e noi eravamo un p diversi. Io ricordo che una delle canzoni chiave, che magari meno compiuta delle altre, che per noi fu molto significativa, fu una canzone che si intitolava Chiedo scusa se parlo di Maria dove in mezzo a questo grande movimento legato alla politica al sociale e al cambiamento, noi sottolineavamo il fatto che il rapporto con il quotidiano, con le cose, con il proprio sentimento, con la vita di tutti i giorni, faceva parte di questo cambiamento era importante, era importante che fosse legato a un discorso anche pi collettivo e l ci fu questa specie di continua discussione che possiamo dire che continua tuttora, e in qualche modo questa non sintonia e ancora una politica che di questo ancora non si occupa, la politica non si occupa di a che punto lindividuo. Secondo noi il soggetto disastrato, a pezzi e si pensa di poterlo risolvere con delle leggi, con dei cambiamenti, secondo noi, viceversa, non va basta: c un degrado culturale che forse stata la molla che ci ha che invece aveva voglia di evoluzione, di cambiamento di crescita individuale e che oggi non c EdP. e anche la voglia di scrivere di... GG. Certo la voglia di scrivere molto legata a questo fatto e, quindi voglio dire, mi sembra che tutto poi sia andato in un altra direzione, la direzione dellapparire, la direzione del mercato, la dimensione anche tecnologica, che naturalmente non pu essere giudicata ne bene n male ma che non si occupa della crescita individuale. EdP. Probabilmente sar un processo che avrai fatto: ti capita mai di rimettere i personaggi che sono passati sul palcoscenico in trentanni, anche fermati nel momento in cui sono nati, e vederli come una striscia, come una serie di fotografie, come un film?

GG. Ci capita spesso quando scriviamo: ci sembra che in qualche modo abbiamo detto tante cose solo che forse cambia un po langolazione. Ecco, tutto sommato, credo che noi ci siamo ripetuti, alcune volte, per sufficiente spiegare, spostare langolazione per cui questa serie di cose dette diversamente possono essere di nuovo una scoperta. Questo senzaltro, noi, in quegli anni, scrivevamo moltissimo, uno spettacolo allanno, con un coraggio anche notevole, perch passavamo da un tema ad un altro con una facilit anche un p, se vogliamo, incosciente. Per toccavamo tantissime cose, e allora dicevamo quella frase li mi pare che si sia gi detta da qualche parte andiamo a vedere ed effettivamente lavevamo detta. Per labbiamo un p, cos, labbiamo toccata, per cui in effetti ci passano davanti tante cose del passato, non ce lo nascondiamo, credo che bene o male noi facciamo sempre lo stesso discorso, sempre quello, che poi quello di occuparsi dellindividuo, abbiamo avuto, sicuramente, alcuni maestri che ci hanno influenzato, direi da un punto di vista letterario, sicuramente citerei Celine che ci ha dato una grande voglia di scrivere. Celine ha ridato, secondo me, al romanzo una forma talmente teatrale che era difficile non prendere da Celine; dal punto di vista musicale, io personalmente dal punto di vista dellespressione, come maestro ho avuto George Brassens che era un grandissimo autore e un grandissimo interprete della canzone francese, poi siamo arrivati via via a questa filosofia di Francoforte che parla della morte del soggetto e quindi ci siamo occupati molto di questo, di questo annientamento dellindividuo a carico di un mercato sempre pi incalzante. sempre pi disgregante, Quindi direi che questo un filone conduttore di tutti i nostri spettacoli EdP. che vi siete portati appresso. Per questo rende anche pi forte, rispetto allangolazione che dicevi leggermente diversa, anche lespressivit del disco perch comunque sia delle cose scritte e dette negli ultimi dieci anni gi rileggerle ora, fuori dallo spettacolo, rimesse in un disco, prendono (una forma e una forza differente e unica), stato anche divertente per voi risentirlo? GG. noi abbiamo questa, non so cosa sia, io la chiamo elasticit, insomma ci ritorniamo sopra e riscriviamo, cambiamo delle frasi, cambiamo delle cose, gi adesso, per esempio, c venuta una frase che in una canzone del disco..., negli spettacoli si cambiano ogni sera, nei dischi quando sono incisi non si possono cambiare, quindi devo cantare come scritta l. Ma non so forse la ricanter cambiandola, quindi noi torniamo su alcune cose e le rimodifichiamo, interveniamo; insomma non consideriamo il nostro lavoro inamovibile. Se c qualcosa che si pu migliorare si migliora! EdP. Nel rapporto con gli autori, il rapporto con Luporini un rapporto di lunga data, per mi vengono in mente almeno un altro paio di rapporti estremamente positivi, penso, Simonetta, Dario Fo con cui tu hai fatto un 45 giri nel 1961... GG. questa una chicca storica! EdP. Per una cosa che tiene GG. abbiamo parlato di maestri e non ho citato Dario Fo che sicuramente ha influenzato alcune mie scelte. Quando lasciai la televisione e ricaddi in teatro sicuramente dovuta agli spettacolo di Fo, agli spettacoli della Comune. Sicuramente contato, poi lui mi faceva un mazzo tremendo, perch mi diceva che dovevo essere pi

politico pi di quanto gi ero, e quindi sono nate una serie di discussioni anche divertenti; chiaro che siamo due persone molto diverse per chiaro stato sicuramente un maestro EdP. Quando eravate giovani, soprattutto nei primi anni sessanta, quando lui aveva gi compiuto alcune scelte, quale era limpressione che avevate? GG. limpressione? aveva fatto uno spettacolo con Jannacci, ed io ero molto invidioso, devo dire la verit su Jannacci: che avesse questo privilegio di lavorare con Dario Fo - io andai a vederlo e trovai che Jannacci era bravissimo e Dario lo aveva molto aiutato - in effetti un invidia dichiarata non nascosta, avrei voluto anchio avere un contatto cos diretto. Lui aveva fatto della scelte che risalgono alla fine degli anni sessanta perch lui fino alla fine degli anni sessanta frequentava teatri normali e diceva che anchio dovevo andare a fare spettacoli in teatri alternativi. Io ho fatto le mie scelte e ho scelto il teatro comunque al di l dei prezzi politici Sai allora cera il discorso di far venire molti ragazzi. In effetti i prezzi erano bassi, anche i miei, certamente dei prezzi che escludevano qualcuno, ma al di l di questo io ho mantenuto la mia linea e spesso ci siamo incontrati e abbiamo in qualche modo condiviso molte cose; ora un po che non ci vediamo, ma stato sicuramente molto importante. EdP. I trentenni di ora, in fin dei conti, sono nati quando tu hai iniziato a raccontare Il Signor G ma i trentenni di allora erano figli di unItalia ancora contadina, che usciva dalla guerra e che poi si sarebbe trovata dentro a un cambiamento, che avrebbe portato al boom economico improvviso, in un breve periodo di tempo estremamente forzato anche da fuori, fortemente voluto. C una fortissima discrepanza anche di tempo, di realizzo, di queste generazioni che crescono... GG. S!, c un grande salto che avviene, secondo me, verso la fine degli anni cinquanta e c un momento decisivo. Ho qui davanti un libro che parla del Rockn roll in Italia, noi siamo partiti a fare questo Rockn Roll intorno agli anni 59, 60 ed effettivamente l cambia un p tutto perch , forse, la prima volta che il disco costituisce la testimonianza che i giovani diventano protagonisti del consumo, perch prima i dischi li compravano i genitori... EdP. e li cantavano artisti pi anziani di che li acquistava GG. esatto! e quindi ci fu questa specie di rivoluzione giovanile che effettivamente un grande cambiamento del costume e anche un grande cambiamento dei ragazzi: diventano protagonisti del consumo e scelgono loro le cose da comprare e quello un periodo di grande cambiamento. Noi siamo, in qualche modo, di quella generazione e sto parlando, e lo dico ironicamente, di gente che in classifica nella vendita dei dischi, quindi oggi uscito un giornale che ha scritto la sua generazione ha perso ma vende i dischi, questo un titolo abbastanza curioso perch effettivamente in testa alla classifica ci siamo noi di allora... EdP. Hai mai pensato i tuoi stessi spettacoli fra cinquantanni interpretati da qualcunaltro, che racconta le tue storie, cerca un attimo di capire..., gira il mondo dello spettacolo sul palcoscenico...

GG. non so non ci mai pensato, lunico contatto che ho avuto ultimamente con un giovane che uscito da poco e che si chiama Antonio Albanese e che mi piacerebbe..., anche lui ha espresso questo desiderio, che facesse una cosa che io ho fatto in prosa, 12 anni fa che si chiamava Il grigio che era uno spettacolo di questo uomo EdP. di poche canzoni GG. non cerano canzoni, era uno spettacolo di prosa, e devo dire che mi piacerebbe molto che lui lo facesse, ma lidea che tra 50 anni, sono tanti!, che queste cose vengano riprese mi sembra difficile perch io stesso faccio fatica a riprenderle perch sono molto legate al periodo. In uno di questi incontri pubblici nelle universit (aprile 2001) mi hanno chiesto perch non canto Se io fossi vivo una canzone dellottanta. Non la canto perch mi sembra che non mi riguardi pi, una canzone sicuramente importante della nostra produzione, ma credo che in qualche modo vada cantata nel momento in cui tu senti come lumore del periodo, dopo, quando passa, quindi non credo che tra cinquantanni qualcuno canter le mie canzoni, non credo proprio, alcune magari pi piccole pi sentimentali, alle quali noi siamo particolarmente legati, anche perch spesso, anche se lo spettacolo sembra pi rivolto al sociale in realt dei momenti di intimit, magari canzoni pi piccole che sono per noi preziose che rappresentano una vena che sembrerebbe marginale ma che per noi sicuramente importante, e poi direi che un altro aspetto interessante che si creato negli ultimi anni laspetto musicale, un aspetto di cui ancora non abbiamo parlato, io ne parlo di solito poco, allinizio le canzoni nascono sempre da unidea di testo per poi c uno sviluppo musicale e il lavoro poi diventa poi teatro in questo lavoro musicale ho trovato un gruppo molto solido, fortificato, con il quale addirittura noi abbiamo la possibilit di discutere i testi in qualche modo di entrare nel commento musicale o addirittura nella costruzione musicale con una intenzione che molto legata al sentimento della canzone non solo un fatto formale, ultimamente questo gruppo che formato da diversi musicisti Mirko Guerrini che fiorentino, un nuovo acquisto molto prezioso, e che in questo disco ha dato un contributo molto importante EdP. Ti chiedo un'ultima cosa, prima stavi parlando di queste piccole canzoni pi intime a cui voi siete molto legati, lintimit, il concetto di intimit risolve certe problematiche sociali? GG. non disgiunto, che le risolva un po' difficile da dire, per mi pare che sia comunque collegato, e che eluderlo sia una colpa. Mi pare che sia molto importante che vicino a momenti di denuncia a una situazione di disagio collettivo ci sia la difficolt di rapporti tra le persone e che quindi anche queste piccole canzoni abbiano un peso, abbiano un valore di completezza, un discorso che sarebbe davvero troppo lungo EdP Lo faremo unaltra volta. GG. volentieri!

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