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LA SPONTANEIT DELLA FILOSOFIA 1.

La Libera Scuola di Filosofia del Sannio La Libera Scuola di Filosofia del Sannio, nata da me, Amerigo Ciervo e Nicola Sguera, aperta a chiunque volesse collaborare. Lidea di una scuola non ha una paternit precisa. Chiunque pratichi filosofia sogna di aprire una scuola. Io personalmente da tempo mi occupo dei problemi che riguardano strettamente il mondo della scuola, studiando il sistema scolastico italiano (1). Ho discusso il valore legale del titolo di studio (2) aprendo una discussione con Nicola (3) e Amerigo (4), che forse la vera scaturigine di ci che abbiamo poi deciso di fare. La Libera Scuola, dunque, non nata dalla testa n mia n di Amerigo n di Nicola ma nata nel modo pi naturale in cui nascono i pensieri, cio attraverso un dialogo. Croce era solito dire che non c nulla di meno nostro del pensiero, che una forma di collaborazione ai pensieri degli altri. Cos vuole essere questa scuola: una forma di collaborazione ai pensieri degli altri. La scuola nasce libera e vuole restare libera, non vuole diventare strutturata con gerarchie, con programmi. Perch la scuola di per s libera, fondata sulla libert. Il rapporto tra potere temporale e potere spirituale, che di solito attribuiamo al rapporto tra Stato e Chiesa, nel nostro tempo passa nel rapporto tra Stato e Stato. La scuola una Chiesa. E quindi deve essere libera. John Dewey, uno dei padri della democrazia americana, scrive - ne Il mio credo pedagogico - che chi entra in una scuola ha a che fare con Dio. 2. La filosofia come libert Che cos e a cosa serve la filosofia? La domanda, che ritorna continuamente, assolutamente lecita. Per altre discipline, ad esempio la matematica, la risposta semplice, evidente. A questa domanda io rispondo in maniera diretta: la filosofia coraggio, fortitudo. Coraggio di opporsi ad un potere che quasi sempre un abuso di potere. Questa la filosofia. Alla radice di questo atteggiamento c il problema (gi socratico) che la libert non coincide quasi mai con la libert civile. Non detto che fra i due ambiti ci sia necessariamente conflitto ma conflitto pu esserci. Nella filosofia in gioco la libert, qualcosa di molto concreto: libert di pensiero, di espressione, di educazione, ma anche libert di movimento. La Arendt diceva che per sapere cos la libert non abbiamo bisogno dei filosofici: se ci possiamo muovere siamo liberi, se non ci possiamo muovere non siamo liberi. Noi abbiamo alle spalle un secolo in cui gli uomini non si potevano muovere perch alcune filosofie avevano deciso che era meglio che non si muovessero. 3. Le origini della filosofia Quando e come nasce la filosofia? In Egitto, in Oriente, in Grecia? Si risposto in molte maniera, ma sicuramente essa nasce dal mito. Vico parla di un mondo fanciullo. Anche la nostra ragione ha a che fare con il mito, perch ognuno di noi stato fanciullo. Il mito poesia. Nascendo dal mito, la filosofia si porta dietro qualcosa del proprio genitore: nella filosofia c nostalgia dellassoluto. Se nel mito

e nella poesia i soggetti (il poeta e lascoltatore) sono legati allimmagine, alla natura, al divino, la filosofia cerca s di mantenere questo legame ma non ricorrendo al sentimento bens alla ragione. I primi filosofi parlano di arch, di principio. Essi dicono che lente ha un essere e questo essere arch, principio di tutte le cose. Tutte le cose derivano dal e ritornano al principio. Venire e ritornare sono impalcature di un mito religioso. Il cristianesimo utilizza lo stesso schema strutturale: veniamo da Dio, transitiamo nel mondo, torniamo a Dio. Arch significa per non solo principio come inizio ma anche governo. Larch linizio dellente ma anche ci che governa quellente, lo domina. Allorigine la filosofia un modo per governare gli enti, la vita. Aristotele nel libro I della Metafisica dice che la filosofia nasce dalla meraviglia (thauma). Ma, come dice anche Emanuele Severino, thauma significa anche orrore, paura. Per cosa? Per il fatto che la vita delluomo dominata dalla finitudine. Nel mito nel cose divenivano, passavano, ma non finivano perch lAssoluto dominava tutto. La religione dice il medesimo, evocando loltretomba. Luomo mitico che muore continua a vivere in un altro luogo. Nella poesia, fino a Dante, si va nelloltretomba. Quando nasce effettivamente la filosofia? Quando non c pi un trasferimento altrove, quando lanima finisce con il corpo, e oltre lo stupore viene fuori lorrore. Se prima si ricorreva alla poesia per tenerlo a freno, poi fu necessaria la filosofia. Socrate litiga con i poeti che non si rendono conto di ci che dicono. Il sapere socratico non pi soltanto poetico, un sapere critico. In questo sapere critico c lidea che il sapere possa essere una salvezza. La filosofia alla sua origine non solo stupore che induce a rispondere alla curiosit ma un programma di salvezza. Croce dice che la religione e la filosofia sono la medesima cosa dal punto di vista delloggetto. Il controllo delle cose della vita garantito dalla filosofia permette di lenire il dolore che nasce dallorrore della finitudine umana. Ma i filosofi non piangono? (5) Anche i filosofi piangono. Il programma di salvezza, che nasce dallarch, viene sistemato da Aristotele, le cui partizioni della filosofia valgono ancor oggi (teoria, tecnica, azione). 4. Il pensiero dei moderni Nel programma di salvezza della filosofia antica luomo non ancora il totale dominatore sia di se stesso sia degli altri uomini, sia della natura sia della storia. La conoscenza individuata come una possibilit di salvezza, stante lesaurimento del mito: il bambino diventa adulto, il mito lascia il posto al pensiero. Ma non c il dominio totale: luomo cerca il proprio posto allinterno della natura e, in Socrate, Platone e Aristotele, allinterno della polis. Nella distinzione aristotelica (teoria, poietica e prassi), la teoria si occupa di ci che necessario e che non dipende dalla volont delluomo; nella poietica invece si ha a che fare con ci che luomo produce, nella pratica ci si occupa di ci che per lo pi e che dipende dallazione umana. Ci che non dipende dalluomo riguarda la teoria. Gran parte di questa filosofia non ci appartiene pi (dalla fisica alla logica), ma ne dobbiamo conservare lidea che la verit non dominabile: non possiamo essere noi i padroni della verit. su questa idea che si fonda la scuola, sul fatto che lintelligenza

non sottoponibile ad un potere. Il fine dello Stato, dice Spinoza, la libert, non limposizione dellintelligenza o il dominio dellintelligenza. Questa idea tutta greca, tutta classica. Ma avviene un mutamento decisivo nel passaggio alla modernit. Vorrei mettere in luce la struttura che troviamo in una delle possibili interpretazione della storia della filosofia. Tutta quanta la storia del pensiero occidentale si basa su tre pilastri: 1) Se ci poniamo delle domande debbono esserci delle risposte, e ogni domanda che ci poniamo ha una sola risposta possibile. Seppure non a tutte le domande si sia ancora risposto, non dobbiamo dubitare che prima o poi ci accadr. Altrimenti dovremmo credere che le domande che ci facciamo siano prive di senso. 2) Se ci sono le domande e le risposte uniche, dobbiamo costruirci un metodo per entrare in possesso di esse. Religione, filosofia, scienza, politica, lotta di classe sono stati metodi per trovare le risposte giuste a quelle domande. 3) Le risposte sono uniche e, in quanto tali, non sono risposte tra loro in contraddizione. Ogni risposta implica le altre in un sistema coerente. Natura, essere, vita, storia possono essere spiegati a partire da questi tre presupposti. Questo il sogno della filosofia: essere padrone dellente, il sogno dellarch. Comprendere la struttura razionale della natura, dellessere, della vita, della storia pu valere qualunque sacrificio (anche lo sterminio di massa). I filosofia hanno pensato questo, senza danni. Il problema nato quando i filosofi sono diventati capi di Stati, di partiti, di chiese. La violenza si messa agli ordini dellintelligenza e dello spirito. Questa la differenza tra filosofia antica e moderna. Mentre la filosofia antica era coniugata con la religione, e dunque la teoria contemplava il necessario, la storia della filosofia moderna coniugata con la scienza, e dunque quel programma di salvezza diventa un programma di dominio sulla storia. La filosofia della storia stessa viene pensata come dominio nel suo stesso realizzarsi. Questa cosa va rifiutata e smontata pezzo per pezzo. Lunico modo per farlo interrogarsi sulle domande, fino ad arrivare a pensare che le domande possono avere senso anche senza ipotizzare per esse lesistenza di risposte. possibile che le domande abbiano senso anche in assenza di risposte. Quante domande ci possiamo fare? Tre tipi di domande: 1) Domande semplici del tipo: che tempo fa? (Sapere che) Domande che sicuramente hanno una risposta, con alla base un sapere fattuale, di ordine empirico. Per queste domande c solo una risposta. 2) Domande pi complesse: come si dimostra il teorema di Pitagora? Come funziona un computer? (Sapere come). Anchesse implicano una risposta, spesso da parte di esperti. Alla base di queste domande c un sapere logico e metodico. Il patrimonio tecnico-scientifico, cumulativo, riposa su questo tipo di domande. 3) Domande diverse dalle precedenti: esiste Dio? Che cos la natura? Esiste la verit? Chi sei tu? Come debbo vivere? Queste sono domande filosofiche. Esse possono essere anche ignorate o sminuite, ma davvero possibile non porsele? La particolarit di queste domande che se per altre domande cerano risposte (anche solo possibili), che non sappiamo dove trovare le risposte. O meglio: le possiamo trovare o non trovare ma la nostra vita sar risposta implicita ad esse. Il sapere che produce queste domande pu essere definito socratico, filosofico,

storico. Non essendo domande a risposta unica esse producono spesso risposte fra loro in conflitto. E noi viviamo in unepoca fortemente conflittuale (di civilt, di religione, ad esempio). Il conflitto riguarda anche la nostra societ. Il conflitto pu esserci anche nella nostra testa. La nostra libert, in realt, dipende esattamente dallesistenza di questo conflitto. Se riteniamo che il conflitto non debba esistere stiamo minando le radici della nostra libert. Il conflitto si pu addolcire ma non pu essere eliminato alla radice. In che modo rispondiamo al conflitto? In due modi possibili: con la filosofia morale e con la filosofia civile. La libert morale la conoscenza della struttura razionale della vita (la storia della filosofia), libert che ritiene di conoscere cos la vita e di poterci liberare da illusioni e false passioni. Il punto pi alto di questa filosofia morale la possibilit di liberarci dallerrore. ci che facciamo quando siamo genitori. Noi conosciamo la verit sulla vita e guidiamo i nostri figli per evitare gli errori. Laltro modo in cui rispondiamo la libert civile che non la libert dallerrore ma la libert dellerrore, la libert di poter sbagliare, perch la verit non pi concepita come assoluta ma come giudizio personale sullesistenza. Liberta civile nel senso che non posso tollerare che altri entri nella mia vita e mi dica cosa debbo fare, soprattutto se si tratta dello Stato. Quando queste due cose entrano in conflitto forse c bisogno della filosofia e del suo coraggio. Il pensiero moderno 1. Vedi G. Desiderio, La scuola finita. Alcune idee per farla rinascere, Fondazione Liberale, 2008 e L. Einaudi e S. Valitutti, La libert della scuola (a c. di G. Desiderio), Liberlibri, 2009. 2. http://www.sanniopress.it/?p=16325 3. http://www.sanniopress.it/?p=16392 4. http://www.sanniopress.it/?p=17417 5. Cfr. G. Cantarano, Le lacrime dei filosofi. Lidea di salvezza in Occidente, Marietti, 2011.

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