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CAMPI VETTORIALI (Note) Sia v(x,y,z) il vettore che definisce la grandezza fisica del campo: il problema che ci si pone

di caratterizzare il campo vettoriale sia in termini locali, cio validi punto per punto, sia nelle sue propriet integrali, cio relative a una regione finita dello spazio. Prima di procedere in tal senso opportuno fornire una rappresentazione geometrica del campo mediante le sue linee: si definisce linea del campo allistante t la linea che in ogni suo punto il vettore v ivi definito risulta tangente a essa. Possiamo quindi pensare di costruire una tale linea passante per un assegnato punto P come inviluppo degli spostamenti infinitesimi successivi condotti a partire da P lungo le direzioni individuate da quelle del vettore v nel verso concorde a esso. In genere per ogni punto del campo, che non sia la posizione di una sorgente, passa una sola linea del campo. La rappresentazione delle linee del campo permette anche di comprendere visivamente in modo rapido quale sia lintensit della grandezza vettoriale v nellintorno di un generico punto Q. Considerando una superficie S centrata su Q e ortogonale a v(Q), la densit areica di linee (cio il numero di queste che attraversano larea unitaria) proporzionale allintensit della grandezza vettoriale in Q (criterio di Faraday). Spesso alle linee del campo si danno denominazioni diverse in dipendenza del carattere della grandezza del campo: se questa una forza si parla di linee di forza, se una velocit si hanno linee di flusso, se uno spostamento si hanno linee di corrente,ecc. Volendo pervenire allequazione delle linee del campo vettoriale v(x,y,z,t*) allistante t*, essendo la direzione della tangente in un suo punto uguale a quella del vettore nello stesso punto, si ha (in coordinate cartesiane):

[1] Cio esse sono definite dalle equazioni differenziali

[2]

Propriet integrali: lintegrale di linea, la circuitazione, il flusso Volendo determinare quali siano le propriet del campo vettoriale relative a strutture spaziali, quali linee o superfici, di dimensioni finite nello spazio o quelle valide punto per punto necessario studiare i risultati dellapplicazione di particolari operatori di campo. Iniziamo lanalisi delle propriet integrali dal concetto di integrale di linea del vettore del campo v(x,y,z,t) lungo la linea orientata il cui elemento di linea sia dl definito da

[3]
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Il valore di tale integrale dipende in generale dai punti A e B su tra cui si sviluppa il cammino di integrazione, ma anche dal cammino stesso scelto. Se accade che v sia stazionario, cio indipendente dal tempo t, e se lintegrale [3] indipendente da ogni cammino seguito per andare da A a B il vettore detto conservativo. In tal caso lintegrale di linea dipende soltanto dai punti A e B e quindi esso sar uguale alla variazione di una funzione monodroma scalare soltanto spaziale (cio indipendente dal tempo)

[4] Nel caso che la grandezza vettoriale sia una forza lintegrale di linea rappresenta il lavoro e la funzione lenergia potenziale associata al vettore forza v(x,y,z). Nel caso di cammini di integrazione chiusi connessi la precedente si scrive [5] ,

essendo tale integrale su un cammino chiuso detto circuitazione. Pertanto per un vettore conservativo la circuitazione su ogni cammino chiuso che contorni un campo connesso nulla. Gi da tale propriet integrale possiamo trarre uninformazione circa la struttura delle linee del campo vettoriale v: se esso conservativo le sue linee sono aperte, cio esse non sono rappresentate da una linea chiusa e hanno inizio su una sorgente e terminano su unaltra sorgente (di tipo diverso dalla prima) al finito o allinfinito. Tale conclusione pu essere facilmente compresa in maniera intuitiva pensando che se le linee del campo v fossero chiuse il valore della circuitazione, calcolata su una qualsiasi di esse, sarebbe certamente non nulla. Si osservi che la propriet integrale di conservativit di un campo vettoriale riguarda tutto lo spazio in cui esso definito, dovendo valere la [5] su qualsiasi cammino chiuso di integrazione. Tale precisazione non inutile se si pensa che possibile che la condizione [5] sia rispettata in zone particolari ma non in tutto lo spazio. questo il caso del campo di induzione magnetica B la cui circuitazione nulla soltanto se calcolata su cammini che non concatenino alcuna corrente, ma tale risultato non vale per qualsiasi cammino di integrazione. Per quanto concerne le caratteristiche del campo vettoriale in connessione a superfici conviene introdurre il concetto di flusso del vettore attraverso una superficie orientata finita S. Si consideri nello spazio una superficie finita S, che risulti orientata mediante il versore a essa normale in ogni punto. Nel caso di superfici chiuse il versore viene scelto con orientazione verso lesterno. Si definisce flusso del vettore v attraverso S lintegrale di superficie [6]
evidente che, essendo il flusso attraverso una superficie proporzionale allintensit del vettore sulla superficie stessa, cio nella rappresentazione delle linee del campo, alla densit di tali linee sulla superficie, possiamo concludere che il flusso di un campo vettoriale attraverso una superficie proporzionale al numero (positivo o negativo, tenendo conto del verso entrante o uscente) di linee del campo che attraversano la superficie stessa. 2

Nel caso che il flusso, calcolato in relazione a una superficie chiusa, sia nullo pu trarsi la conclusione che ogni linea del campo che entri in essa deve necessariamente anche uscire da questa. Ci significa che entro il volume che abbia S come superficie libera non pu trovarsi alcun punto singolare da cui inizino (o terminino) le linee del campo, cio le sorgenti. Se accade che il flusso attraverso qualsiasi superficie chiusa nullo allora si pu concludere che le linee del campo sono chiuse.

Propriet locali: gradiente, divergenza, rotore Sin qui abbiamo visto quali siano le propriet di un campo vettoriale in relazione a linee o superfici, ma volendo invece determinare le caratteristiche locali, cio dato un punto P, studiarne il comportamento in regioni infinitesime circostanti, conviene introdurre operatori differenziali. A tale scopo consideriamo loperatore nabla, o operatore di Hamilton, indicato col simbolo coordinate cartesiane espresso da , definito come il vettore che in

[7] Le dimensioni delloperatore sono [L-1].

Lapplicazione delloperatore nabla a una funzione scalare u(x,y,z), che si presente formalmente come un semplice prodotto di un vettore per uno scalare, definisce il vettore gradiente di tale funzione

[8] Volendo conoscere com diretto tale vettore in un punto P dello spazio osserviamo che, detto c1 il valore u(P) assunto dalla funzione scalare u(x,y,z) in corrispondenza di P, definiamo superficie di livello passante per P il luogo geometrico dei punti ove u(x,y,z)=c1. Sulla superficie di livello la variazione di u(x,y,z) per definizione nulla essendo su di essa la funzione costante, cio

Ricordando che il vettore dr= in P e appartenente alla superficie di livello tangente a questa, ne consegue che il vettore gradiente di una funzione scalare u in un punto P ortogonale alla superficie di livello passante per tale punto. In definitiva il vettore in un punto P ha come modulo la derivata direzionale di u(x,y,z) nella direzione ortogonale alla superficie di livello passante per P, essendo il suo verso positivo quello in cui u cresce (v.fig.). La derivata direzionale in una direzione generica individuata dal versore data da .

Volendo esprimere il gradiente di una funzione scalare u in coordinate polari, legate a quelle cartesiane dalle relazioni

si ha

Dato un campo scalare u(x,y,z) che sia una grandezza continua e derivabile, sempre possibile ottenere un campo vettoriale , che, come vedremo nel seguito, conservativo.

Lapplicazione delloperatore a un vettore v pu essere fatta in due modi diversi: mediante un prodotto scalare o un prodotto vettoriale. Nel primo caso il risultato sar uno scalare detto divergenza di v che risulta, in coordinate cartesiane, definito da

[9]

Si osservi che il prodotto scalare soltanto simbolico perch in questo caso non vale la commutazione, essendo Nel caso dei campi vettoriali loperatore divergenza di fondamentale importanza perch mediante la sua applicazione possibile non solo determinare la caratteristica delle sue sorgenti (vettoriali o scalari), ma anche per queste ultime determinarne la posizione. Per comprendere il significato geometrico di e la sua connessione con le sorgenti scalari del campo vettoriale conviene rinviare al paragrafo successivo ove le propriet locali del campo saranno poste in relazione con quelle integrali. Tuttavia una prima idea del significato geometrico di si pu avere se si considera la differenza tra il caso in cui la divergenza uguale o diversa da zero. Consideriamo il caso della forza peso P=mg nellapprossimazione di Terra piatta: il campo della gravit uniforme con le linee del campo tutte parallele e verticali. In questo caso . Nel caso, invece, in cui le linee del campo si intersechino confluendo in un punto Q ove posta la sorgente ivi si avr (v. fig). Poich in un solenoide a spire serrate il campo magnetico si presenta con un struttura con linee del campo parallele, un campo per il quale si abbia detto solenoidale.

In coordinate polari si ha:

Il prodotto vettoriale espresso come

d luogo a un vettore, detto rotore di v, che in coordinate cartesiane

[10] Un modo semplice per comprendere il significato geometrico del rotore di considerare v come il campo di velocit di un fluido incomprimibile. Nel caso semplice di un moto unidimensionale del fluido, per es. v=(v,0,0), sicuramente si ha se in direzione y e/o z la velocit v varia. In fig. illustrata la situazione presente nel moto laminare unidimensionale di un fluido reale in cui si ha , cio la componente z del rotore di v non nulla. Se in un punto qualsiasi P del campo si ponesse una piccola ruota a pale con asse parallelo a z si osserverebbe che essa viene posta in rotazione dalla presenza del gradiente trasverso della velocit. La velocit angolare di rotazione sarebbe tanto maggiore quanto pi grande fosse la componente di nella direzione dellasse della ruota.

Sempre rimanendo nel modello idrodinamico ricordiamo che per un fluido in moto si definisce vorticit il vettore : cio un moto rotazionale presenta componenti non nulle della velocit angolare . Un campo vettoriale per il quale si abbia in ogni punto dello spazio detto irrotazionale, cio non sono presenti vortici che possano dar luogo a gradienti trasversi con ik. I campi per i quali

presentano sorgenti di tipo vettoriale (per es. momenti). Le componenti di rot v espresse in coordinate polari sono date da

Relazioni tra le propriet integrali e differenziali di un campo vettoriale La correlazione tra la propriet differenziale di un campo vettoriale espressa dalla divergenza e la propriet integrale del flusso espressa dal teorema della divergenza. Esso dichiara che lintegrale di volume della divergenza di un vettore v esteso a un volume finito V uguale al flusso di v attraverso la superficie chiusa che racchiude V:

[11]

Tale risultato ci permette di comprendere il significato delloperatore divergenza. Infatti, considerando un fluido incomprimibile, essendo il flusso del vettore velocit attraverso una superficie chiusa semplicemente il volume di fluido che esce nellunit di tempo, cio la portata volumica, ne consegue che la divergenza della velocit la portata a unit di volume relativo al volume racchiuso da . evidente da quanto ora detto che se div v0 in un volume finito V, essendo non nullo il flusso attraverso la superficie chiusa che racchiude , ci implica che entro V, cio allinterno di debbano esserci delle sorgenti scalari di v. Quindi in definitiva possiamo concludere che loperatore divergenza connette un campo vettoriale v alle sue sorgenti scalari: cio laddove div v0 deve esistere una sorgente scalare di v. La determinazione della conservativit di un campo vettoriale non concettualmente banale perch lunico criterio applicabile quello di verificare che per ogni circuitazione (cio in numero infinito) il risultato sempre nullo. Ci ovviamente impossibile da verificare o almeno applicabile soltanto se si conosce lespressione analitica della funzione integranda della [5]. Un altro modo di procedere quello di utilizzare la propriet locale del campo vettoriale vista sopra espressa dal rot v=0. La relazione che connette la propriet integrale [5] e quella differenziale (o locale) del rotore espressa dal seguente teorema di Stokes: la circuitazione del vettore v lungo una linea (chiusa) uguale al flusso del rot superficie che abbia come contorno, cio attraverso una qualsiasi

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essendo la normale alla superficie orientata nel verso di avanzamento di una vite destrogira che ruoti nel verso di percorrenza su . Essendo del tutto arbitraria la conservativit di v, cio lannullarsi del primo membro della precedente, comporta concludere che Propriet delloperatore Essendo un operatore differenziale lineare, per esso valgono le seguenti propriet: ; in ogni punto dello spazio ove definito v. Possiamo quindi costituisce la forma differenziale della conservativit di v.

; ; ;

(in coordinate cartesiane), con operatore di Laplace o laplaciano; ; 6

; ; : ; .

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