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STUDI TRADIZIONALIN.

38 Gennaio-Giugno 1973 LA CHIROLOGIA NELLESOTERISMO ISLAMICO REN GUENON Abbiamo avuto spesso loccasione di far notare come la concezione delle scienze tradizionali sia diventata, nei tempi moderni, estranea agli Occidentali, e quanto sia per loro difficile comprenderne la vera natura. Anche di recente abbiamo avuto un esempio di questa incomprensione in uno studio dedicato a Mohyiddin ibn Arabi, il cui autore si meraviglia di trovare, nelle opere di questultimo, accanto alla dottrina puramente spirituale, numerose considerazioni sullastrologia, sulla scienza delle lettere e dei numeri, sulla geometria simbolica e su molte altre cose dello stesso ordine, che egli sembra considerare come sprovviste dogni legame con quella dottrina. Egli, del resto, incorre in un duplice equivoco, poich la parte propriamente spirituale dellinsegnamento di Mohyiddin presentata come mistica, mentre essa essenzialmente metafisica e iniziatica; e, se si trattasse di mistica, ci non potrebbe effettivamente avere alcun rapporto con alcuna scienza, qualunque essa sia. Al contrario, dal momento che si tratta di dottrina metafisica, queste scienze tradizionali, il cui valore totalmente misconosciuto dallautore in questione, secondo lusuale pregiudizio moderno, ne discendono normalmente a titolo di applicazioni, come le conseguenze discendono dal principio e, in virt di ci, ben lungi dal rappresentare elementi in qualche modo avventizi ed eterogenei, esse fanno parte integrante del tasawwuf, cio dellinsieme delle conoscenze iniziatiche. La maggior parte di queste scienze tradizionali sono oggi completamente perdute per gli Occidentali; delle rimanenti essi non conoscono che rimasugli pi o meno informi, spesso degenerati al punto di aver assunto il carattere di ricette empiriche o di semplici arti divinatorie evidentemente prive di ogni valore dottrinale. Per far capire mediante un esempio quanto sia lungi dalla realt considerarle a tale stregua, daremo qui alcune indicazioni su ci che , nellesoterismo islamico, la chirologia (ilm el-kaf), la quale non costituisce daltronde che una delle numerose branche di ci che potremmo chiamare, in assenza di un termine pi adatto, la fisiognomia, bench questa parola non renda esattamente tutta la portata del termine arabo che designa questo insieme di conoscenze (ilm el-firsah). La chirologia, per quanto ci possa sembrare strano a coloro che non hanno nozione alcuna di queste cose, si riallaccia direttamente, nella sua forma islamica, alla scienza dei nomi divini: la disposizione delle linee principali traccia nella mano sinistra il numero 81 e nella mano destra il numero 181, cio in totale 99, numero dei nomi attributivi (ifatiyah). Quanto al nome Allah stesso, esso formato dalle dita, nella maniera seguente: il mignolo corrisponde allalif, lanulare al primo lam, il medio e lindice corrispondono al secondo lam, che doppio e il pollice al he (che, di regola, deve essere tracciato nella sua forma aperta ). Questa la ragione principale delluso della mano come simbolo, cosi diffuso in tutti i paesi islamici (una ragione secondaria si riferisce al numero 5, donde il nome di khams dato talora a questa mano simbolica). Si pu comprendere perci il significato di questa frase del Sifr Seyidn Ayyub (Libro di Giobbe, XXXVII, 7): Egli ha posto un sigillo (khtim) nella mano di ogni uomo, perch tutti possano conoscere la sua opera; e aggiungeremo che ci non senza rapporto con la funzione essenziale della mano nei riti di benedizione e di consacrazione. Daltra parte, generalmente si conosce la corrispondenza delle diverse parti della mano con i pianeti (ka-wtib), che la stessa chiromanzia occidentale ha conservato, ma in modo che essa non pu pi vedervi altro che delle specie di designazioni convenzionali, mentre in realt questa corrispondenza stabilisce un legame effettivo tra la chirologia e lastrologia. Per di pi, ad ognuno dei sette cieli planetari presiede uno dei profeti principali, che ne il Polo (el-Qutb) e le qualit e le scienze che si riferiscono pi specialmente ad ognuno di questi profeti sono in relazione con linfluenza astrale corrispondente. La lista dei sette Aqtb celesti la seguente: 1. Cielo della Luna (El-Qamar ): Seyidn Adam 2. Cielo di Mercurio {El-Utrid): Seyidn Aissa

3. 4. 5. 6. 7.

Cielo di Venere (Ez-Zohrah): Seyidn Yusuf Cielo del Sole (Es-Sciams): Seyidn Idris Cielo di Marte (El-Mirrikh): Seyidn Dwud Cielo di Giove (El-Bargis): Seyidn Musa Cielo di Saturno (El-Kaywn): Seyidn Ibrahm.

A Seydn Adam si riferisce la coltivazione della terra (Cfr. Genesi, II, 15: Dio prese luomo e lo pose nel giardino dellEden per coltivarlo e custodirlo); a Seyidn Aissa, le conoscenze dordine puramente spirituale; a Seyidn Yusuf, la bellezza e le arti; a Seyidn Idris, le scienze intermediarie, cio dordine cosmologico e psichico; a Seyidn Dwud, la scienza del governare; a Seyidn Harun, le cose della religione sotto il doppio aspetto legislativo e culturale; a Seyidn Ibrahm, la fede (per la quale questa corrispondenza con il settimo cielo deve essere raffrontata con ci che di recente ricordavamo, a proposito di Dante, sulla sua collocazione al pi alto dei setti gradini della scala iniziatica). Inoltre, attorno a questi profeti principali si ripartiscono, nei sette cieli planetari, gli altri profeti conosciuti (cio quelli che sono esplicitamente nominati nel Qorn, 25 in tutto) e non conosciuti (cio tutti gli altri, il cui numero ammonta a 124.000 secondo la tradizione). I 99 nomi che esprimono gli attributi divini sono egualmente riportati secondo questa disposizione settenaria: 15 per il cielo del Sole, in ragione della sua posizione centrale, e 14 per ciascuno degli altri sei cieli (15 + 6x14 = 99). Lesame dei segni che si trovano sulla parte della mano corrispondente a ciascuno dei pianeti indica in quale proporzione (s/14 o s/15) il soggetto possiede le qualit relative a quel pianeta: a questa proporzione stessa associato un corrispondente numero (s) di nomi divini tra quelli che appartengono al cielo planetario considerato; e questi nomi possono poi essere determinati tramite un calcolo, molto lungo del resto e molto complesso. Aggiungiamo che nella regione del polso, oltre la mano propriamente detta, si localizza la corrispondenza dei due cieli superiori, il cielo delle stelle fisse e il cielo empireo, i quali con i sette cieli planetari completano il numero 9. Inoltre, nelle diverse parti della mano si situano i dodici segni zodiacali (burg), in relazione con i pianeti di cui sono i domicilii rispettivi (uno per il Sole e la Luna, due per ciascuno degli altri cinque pianeti), ed anche le sedici figure della geomanzia (ilm er-raml), poich tutte le scienze tradizionali sono strettamente legate tra loro. Lesame della mano sinistra indica la natura (et-tabiyaah) del soggetto, cio linsieme delle tendenze, disposizioni e attitudini, che costituiscono in qualche modo i suoi caratteri innati. Quello della mano destra fa conoscere i caratteri acquisiti (el-istiksh); questi si modificano daltronde continuamente di modo che per un loro studio continuato, questo esame deve essere ripetuto ogni quattro mesi. Questo periodo di quattro mesi costituisce in effetti un ciclo completo nel senso che esso si conclude con il ritorno a un segno zodiacale corrispondente allo stesso elemento del suo segno zodiacale di partenza; noto che questa corrispondenza con gli elementi seffettua nellordine seguente: fuoco (nr), terra (turb), aria (haiv), acqua (ma). dunque un errore pensare, come certuni fanno, che il periodo in questione debba essere di soli tre mesi, poich tale periodo di tre mesi corrisponde solo ad una stagione, cio ad una parte del ciclo annuale, e non in se stessa un ciclo completo. Queste indicazioni, per quanto sommarie, dimostrano come una scienza tradizionale regolarmente costituita si ricollega ai principi dordine dottrinale e ne dipende interamente; potranno anche far comprendere quanto abbiamo gi pi volte detto, che cio una tale scienza strettamente inutilizzabile al di fuori della civilt per la quale essa stata costituita secondo tale forma. Nel nostro caso, per esempio, le considerazioni relative ai nomi divini e ai profeti, sulle quali si fonda tutto il resto, non potrebbero aver luogo fuori del mondo islamico, come similmente, per dare un altro esempio, il calcolo onomantico, usato sia isolatamente, sia come mezzo per stabilire

loroscopo in certi metodi astrologici, non potrebbe essere valido che per i nomi arabi, le cui lettere possiedono dei valori numerici determinati. Vi sempre quindi, in questo ordine di applicazioni contingenti, una questione di adattamento che rende impossibile il trasferimento di queste scienze, tali e quali, da una forma tradizionale ad unaltra; in ci risiede anche, senza dubbio, una delle principali ragioni della difficolt che provano a comprenderle coloro che, come gli Occidentali moderni, non hanno a disposizione nella loro civilt delle scienze equivalenti2. REN GUNON (Traduzione di Ezio DIntra) Mesr, 18 dhul-qadah 1350 H. (Mulid Seyid Ali El-Baymi)
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Per comprendere meglio questo brano, occorre considerare che in arabo il numero 8 si scrive con due tratti ricurvi che si incontrano allestremit superiore formando un angolo acuto, mentre il numero i si scrive con un tratto verticale o leggermente ricurvo (N. d. Tr.). 2 I dati su cui si fondano queste note sono tratti da scritti inediti dello Sciaikh Ali Seyid Nureddin El-Baymi, fondatore della tariqah che porta il suo nome (bayiimiyah): tali manoscritti sono ancora attualmente in possesso dei suoi discendenti diretti.

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