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Spazi e culture del Mediterraneo

MEDITERRANEOMAPPEARCHEOLOGIAPAESAGGIOCITT/ARCHITETTURATEXTURE/DESIGN

RICERCA PRIN

Politecnico di Milano Universit di Napoli Seconda Universit di Napoli Universit di Reggio Calabria

2007-2009

Edizioni

Spazi e culture del Mediterraneo


Mediterraneo Mappe archeologia paesaggio citt/architettura texture/design

Il volume raccoglie gli esiti della ricerca Luoghi Mediterranei: Segni, codici, elementi ordinatori, indicatori e modelli per una rappresentazione multiscalare e multidimensionale delle architetture, delle citt e dei paesaggi del Mediterraneo, coordinata da Massimo Giovannini e realizzata con i finanziamenti del MIUR nellambito dei Programmi di Ricerca PRIN 2007-2009. Alla ricerca hanno partecipato il Politecnico di Milano (responsabile: Enrica Bistagnino), l Universit di Napoli (responsabili: Mariella DellAquila, Antonella Di Luggo), la Seconda Universit di Napoli (responsabile: Carmine Gambardella), lUniversit Mediterranea di Reggio Calabria (responsabile: Massimo Giovannini).

Unit di Ricerca del Politecnico di Milano Enrica Bistagnino (responsabile), Luigi Cocchiarella, Mario Piazza, Gabriele Pierluisi, Federico Brunetti, Letizia Bollini, Laura Galloni, Moreno Gentili, Dario Sigona, Corrado Crisciani, Francesco Galli, Paolo Padova, Danilo Redaelli, Enrico Redaelli, Giovanni Salvati. Unit di Ricerca dellUniversit di Napoli Federico II Mariella DellAquila e Antonella Di Luggo (responsabili), Adriana Baculo, Massimiliano Campi, Mara Capone, Riccardo Florio, Ruggero Morichi, Alessandra Pagliano, Achille Renzullo, Daniela Palomba, Rosaria Palomba, Raffaele Catuogno, Teresa Della Corte, Spicciariello Giuseppe, Adriana Paolillo, Valeria Cappellini, Valeria Procaccini. Unit di Ricerca della Seconda Universit di Napoli Carmine Gambardella (responsabile), Ciro Robotti, Jolanda Capriglione, Alessandra Cirafici, Sabina Martusciello, Paolo Giordano, Adriana Rossi, Ornella Zerlenga, Alessandra Avella, Margherita Maria Busiello, Elena Di Grazie, Francesco Mariani, Ivana Sgueglia, Antonio Calderone, Laura Carlomagno, Carmen Lagrutta, Nicola Pisacane, Gabriella Rendina, Letteria Spuria, Pasquale Argenziano, Fabio Converti, Fabio Iannotta, Chiara Imperati, Manuela Piscitelli. Unit di Ricerca dellUniversit Mediterranea di Reggio Calabria Massimo Giovannini (responsabile), Gaspare De Fiore, Francesca Fatta, Franco Prampolini, Rosario Giovanni Brandolino, Daniele Colistra, Gaetano Ginex, Giuseppe Lonetti, Valeria Macr, Marinella Arena, Gabriella Curti, Domenico Mediati, Sebastiano Nucifora, Isidoro Pennisi, Paola Raffa, Agostino Urso, Manuela Bassetta, Stefano Briganti, Giorgio G. Cannizzaro, Daniela Chil, Luisa Chimenz, Gabriella Falcomat, Maria Follo, Vincenza Garofalo, Andrea Gioco, Emanuela Lo Faro, Santo Mangiameli, Andrea Manti, Giuseppe Mazzacuva, Augusto Mirabile, Giulia Annalinda Neglia, Emilia Pinnisi, Beniamino Polimeni, Raffaele Pugliano, Carmine Ludovico Quistelli, Chiara Scali, Leonardo Strati, Ilario Tassone, Viviana Tirella, Domenico Tosto, Ida Hauner, Anna Petino, Daniela Sidari, Domenico Spataro. Con il contributo di: Gaspare De Fiore, Najet Boubaker, Riccardo Priore, Angelo Carriere.

Revisione editoriale dei contributi ed impaginazione: Stefano Briganti, Andrea Manti, Beniamino Polimeni, Chiara Scali. Hanno collaborato: Antonio Walter Bonanno, Caterina Luci, Pietro Mina, Giuseppe Russo.

Tutti i diritti riservati 2011 - Edizioni Centro Stampa dAteneo - Universit Mediterranea di Reggio Calabria Viale Amendola, 8/B - tel. 0965.24687 - 89124 Reggio Calabria Finito di stampare nel Settembre 2011 Arti Grafiche Iiriti - Reggio Calabria ISBN 978-88-89367-60-5

Spazi e culture del Mediterraneo


Mediterraneo Mappe archeologia paesaggio citt/architettura texture/design

Luoghi Mediterranei

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PRIN 2007 SEDI

Segni, codici, elementi ordinatori, indicatori e modelli per una rappresentazione multiscalare e multidimensionale delle architetture, delle citt e dei paesaggi del Mediterraneo

Politecnico di Milano - Enrica Bistagnino Universit di Napoli Federico II - Mariella DellAquila / Antonella Di Luggo Seconda Universit di Napoli - Carmine Gambardella Universit di Reggio Calabria - Massimo Giovannini

A CURA DI

Massimo Giovannini e Franco Prampolini

Edizioni

Politecnico di Milano

Universit di Napoli Federico II

Seconda Universit di Napoli

Universit Mediterranea di Reggio Calabria

Indice

Massimo Giovannini

9 Luoghi Mediterranei

saggi introduttivi
Enrica Bistagnino Mariella DellAquila Carmine Gambardella Massimo Giovannini 11 Disegno-Design Mediterraneo
Elementi ordinatori del Mediterraneo Modelli per conoscere, tutelare, valorizzare e comunicare i paesaggi italiani

21 Le vie dei Romani, identit dei luoghi 23 Il Mediterraneo della classicit 29 Riconoscere le differenze

Mediterraneo
Franco Prampolini Stefano Govi, Giulia Martini, Rosita Dassisti Gabriele Pierluisi Andrea Gioco Moreno Gentili Manuela Piscitelli 35 I numeri della bellezza
Canoni, indicatori e indici: rappresentare e gestire la complessit Percorso alla scoperta del DNA italiano

49 La Realt Aumentata quale strumento di navigazione nella cultura mediterranea 55 Ultimi Fuochi. Visioni di citt mediterranee tra design e paesaggio 79 La Baronessa di Carini. Complessit mediterranee tra crimine e architettura
Trascrizioni dindagini per un rilievo forense Esseri umani, Essere Umani Ambiente geografico e forma urbana nel Mediterraneo antico

89 Mediterraneo

105 Geometrie di fondazione

Mappe
Alessandra Cirafici Brandolino - Chil - Strati - Tassone
Rosario Giovanni Brandolino Daniela Chil Leonardo Strati

113 Envisioning Information

Itinerari infografici di una ricerca mediterranea

125 Maps Maker. Identit nascoste in proiezioni di apparenza 125 Paesaggi invisibili. Passi e altre latitudini 133 Atlante minimo. Tessuto, trama, ordito 143 Il concetto dellostrica
Mappe, luoghi, indici, culture e trascrizioni del sapere Viaggio tra immagini-testo e immagini-tempo Architetture sul principio dellimpersonalit Ridisegno di alcuni esempi del periodo safavide

Vincenza Garofalo Mario Piazza Ruggero Morichi Gabriella Curti Maria Rosaria DellAmico

151 Caravanserragli lungo le rotte commerciali dellIran 161 Segnalare il paesaggio 175 Elementi ordinatori delle citt romane della costa campana 187 Le vie carovaniere tra passato e presente
Rappresentazione grafica dei tracciati dei percorsi transnazionali

201 Tra il deserto e il mare. Memorie di architetture della costa mediterranea del Maghreb nel XVI secolo

archeologia
Mariella DellAquila Francesca Fatta Chiara Scali Manuela Bassetta Domenico Tosto Rosa Vitale Giuseppe Lonetti, Augusto Mirabile Ginex - Neglia - Mangiameli Falcomat - Mazzacuva - Tirella
Gaetano Ginex Giulia Annalinda Neglia Santo Mangiameli Gabriella Falcomat Giuseppe Mazzacuva Viviana Tirella

207 Il progetto di illusione nella casa del Criptoportico a Pompei 221 La rappresentazione dellAfrica romana
Una idea di museo virtuale per le politiche di progettazione, tutela e governo dellambiente mediterraneo Il Foro Severiano di Leptis Magna e il Capitolium di Dougga Il circo e lanfiteatro

241 Spazi pubblici e ruolo sociale nella citt romana 249 Leptis Magna e i luoghi dello spettacolo 259 La villa romana in Africa. Dalla tipologia allarcheologia virtuale 271 Dallo scavo archeologico ai saggi di ricostruzione grafica virtuale degli impianti termali Africani dellImpero 287 Leptis Magna
La citt fantasma preservata dal deserto

301 Strutture formali e alfabeti compositivi


301 321 329 339 347 357 Strutture formali e alfabeti compositivi
Impianti urbani romani nelle regioni desertiche del Mediterraneo. Progetto di un sistema interattivo per la conoscenza e la gestione del patrimonio culturale del Mediterraneo

Strutture sostrate e processi formativi del paesaggio urbano siriano Kastron Mefa, citt tra le citt nel mosaico della chiesa di Santo Stefano ad Umm el-Rasas Morfologie mute nel limes del nord-Africa
Timgad

Petra. Tracce e segni della conquista romana Geometrie di Jerash


Prospettive e visioni ottico-geometriche di un sito

Daniela Palomba Rosaria Palomba Giuseppe Spicciariello Antonino Calderone Sebastiano Nucifora

363 Insediamenti nell'Insula Occidentalis a Pompei tra reale e fittizio 371 La scaenae frontes e limmaginario pompeiano 379 Archetipi negli impaginati decorativi pompeiani 385 Progetto Pompei
Un sistema a rischio

391 Dalle agor tetragone ai macella


Ricostruzioni di una tipologia

paesaggio
Nicola Pisacane Paolo Giordano Mara Capone Gabriella Abate Riccardo Florio Angelo Triggianese Beniamino Polimeni Alessandra Pagliano Teresa Della Corte Alma Esposito Alessandro Ciambrone 409 Pompei citt del Mediterraneo
Il fiume Sarno

415 Il disegno dei paesaggi pompeiani perduti, ritrovati e nuovamente smarriti 425 Analisi paesaggistica: conoscere per trasformare
Un'ipotesi di trasformazione del paesaggio industriale di Pompei Un approccio integrato per una conoscenza consapevole del paesaggio mediterraneo Trasformazioni e permanenze

439 Prospettive Mediterranee | ECO-logy Landscape

443 Elementi ordinatori del paesaggio agricolo di Pompei 457 Modelli virtuali, paesaggi reali
Problemi prospettici di foto inserimento nella procedura di V.I.A.

461 Strutture insediative nella Libia occidentale: il caso del Jebel Gharbi 475 La tutela paesaggistica del Monte Faito
Una questione di rappresentazione

489 Il ruolo della casa rurale nella conservazione dellidentit del paesaggio agricolo di Pompei
Masseria Curati

495 Il Vesuvio. Il paesaggio naturale che determina quello antropico e ispira quello percettivo
Descrizioni, testimonianze, visioni

501 Il Sistema Turistico Locale della Provincia di Caserta

citt / architettura
Arena - Raffa - Pinnisi
Paola Raffa Marinella Arena Paola Raffa Emilia Pinnisi Marinella Arena

507 Gli Ksour del sud tunisino


509 519 529 541 545 Paesaggi della percezione Architetture nella terra Geografie naturali e immagini di luoghi Architetture del lavoro Alcune connessioni tra le tessere di un mosaico

Antonella Di Luggo Daniele Colistra, Domenico Mediati Massimiliano Campi Fabio Converti Agostino Urso Isidoro Pennisi, Maria Follo Andrea Manti Adriana Rossi Raffaele Catuogno Antonio Mazziotti Genoveffa Errico Gaia Giordano

555 Identit storica e valori simbolici dellarchitettura nella dialettica tra luoghi singolari e continuit omogenee a Pompei
Il rilievo dei caratteri costitutivi tra praecipua ed exempla

567 Ricercare contro il tempo. Masserie fortificate in Calabria 577 Azioni conoscitive finalizzate al rinvenimento di indicatori di qualit urbana, per la definizione di interventi riqualificativi
I tracciati viari di Pompei citt contemporanea

589 Recuperare il Senso della Citt Mediterranea tra la Conoscenza dellOggetto e il Progetto 595 Dal globale al locale
Analisi delle strategie di localizzazione dei centri commerciali e valutazione, in particolare, delle dinamiche del loro posizionamento sul territorio calabrese I manufatti per il commercio tra la fine dell800 e la prima parte del 900 in Italia Rappresentazione tridimensionale del territorio e del tessuto urbano

611 Applicazioni della Siderurgia ed evoluzione dello spazio architettonico 621 Lo Ksar At Ben Haddou

629 Mutate elementari dimore 637 Dal rilievo diretto alla modellazione informatica: Il rilievo fotogrammetrico del centro edificato della citt di Pompei 641 Lidentit dellarchitettura nei luoghi urbani stratificati
Palazzo De Fusco a Pompei

647 Limportanza della casa pompeiana-Casa di Narciso - Reg.VI, Ins.2, 16-21


Dal rilievo alla ricerca degli affreschi perduti

655 Mediterraneo: Paesaggi culturali

texture / design
Ornella Zerlenga Luigi Cocchiarella Letizia Bollini Macr - Quistelli - Chimenz - Cannizzaro
Valeria Macr Carmine Ludovico Quistelli Luisa Chimenz Giorgio G. Cannizzaro

661 Il disegno ornamentale nel mosaico mediterraneo


Visual identity-nel Brand della stella e nei tralci di vite

677 Accezioni Mediterranee: paesaggio design disegno 687 Territorio e rappresentazione. Paesaggi urbani. Paesaggi sociali. Paesaggi digitali
Rimini e laltro Mediterraneo

701 Mappe di un paesaggio culturale in movimento


701 711 717 725 Mappe di un paesaggio culturale in movimento
In Marocco, un antico sapore del fare

Learning from Marocco: tra artigianato e design 4+X Un DESIGN di necessit

Paesaggi inediti per lartigianato industriale nel Mediterraneo Dalla globalizzazione alla localizzazione di processi creativi sostenibili Moda e cultura in Pompei antica

Alessandra Avella Laura Carlomagno Carmen Lagrutta Federico Brunetti

729 Trame mediterranee 743 Typo(geo)graphy

749 Architetture dipinte nel Mediterraneo


La Scuola di Atene di Raffaello

755 Pompei: tre viaggiatori, una meta mediterranea. Differenze,assonanze,affinit selettive 763 Antologia di citazioni letterarie: note dautore da viaggi a Pompei 767 Atlante di raffigurazioni di Pompei nelle pubblicazioni storiche e appunti visivi da un survey fotografico contemporaneo

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autori

Disegno-Design Mediterraneo
Modelli per conoscere, tutelare, valorizzare e comunicare i paesaggi italiani

Enrica Bistagnino

Credo che dellItalia non sia stato detto tutto, ma certo che ne rimane pochissimo per il comune viaggiatore, armato unicamente della propria sensibilit e sospetto di parzialit confessa, che senza dubbio gli tapper gli occhi di fronte a certe inevitabili ombre. Quanto a me affermo di essere sempre andato in Italia in uno stato di totale sottomissione, in ginocchio (). LItalia dovrebbe essere () il premio per essere venuti al mondo. Una divinit che sia davvero incaricata di distribuire la giustizia (), esperta darte, dovrebbe mormorare allorecchio di ciascuno di noi, almeno una volta nella vita: Sei nato? Allora vai in Italia Jos Saramago, Manuale di pittura e calligrafia, 1977

Questa riflessione di Jos Saramago che, pur nellappassionata visione del nostro Paese, non trascura di accennare, anche se in modo epidermico, a qualche certa nota di criticit, risulta emblematica per introdurre il tema centrale della ricerca: uno sguardo al paesaggio italiano contemporaneo (qui considerato come insieme di molteplici spazi naturali, architettonici, artistici, antropologici, sociali, etc.) e alla sua rappresentazione. Parliamo di sguardo e non di letture, analisi, interpretazioni, e quantaltro enuclei lidea di un approccio scientifico, fermo, certo, in quanto lassunto di questo percorso di ricerca, in continuit con le pi recenti teorie, considera il paesaggio contemporaneo in modo fluido, instabile, continuamente modificabile; un paesaggio articolato in una molteplicit di paesaggi che prendono forma in relazione al loro essere percepiti e agiti, quindi modificati. Chiariamo subito, allora, quello che la nostra ricerca non intende fare: non si vuole perimetrare la definizione di paesaggio, n si vuole provare a classificarne le possibili rappresentazioni. Piuttosto si vogliono segnalare alcuni punti di vista sul tema, fra loro anche molto distanti, per alimentare ulteriormente il confronto culturale. Sono quindi proposte riflessioni di carattere teorico sul concetto di paesaggio, rappresentazioni contemporanee di spazi complessi, multiscalari e plurisensoriali, provocatorie suggestioni letterarie, ri-composizioni dellidea di paesaggio italiano (mediterraneo) anche in relazione al continuo modificarsi territoriale, politico, sociale, in seno alla Comunit europea e ai conseguenti rapporti con i Paesi limitrofi, estensioni dellidea di paesaggio a molteplici ambiti del progetto, della rappresentazione, della comunicazione, dellinformazione, etc, ovvero verso quelle aree che ampliano e allo steso tempo approfondiscono la nozione di paesaggio tradizionalmente orientata a circoscrivere il tema a questioni principalmente fisiche. In questa molteplicit di rappresentazioni, e proprio nella rappresentazione, i paesaggi diventano agibili e modificabili; dal punto di vista metodologico, infatti, le discipline

del Disegno risultano centrali in quanto permettono di elaborare modelli del reale funzionali, da un lato, alla comprensione e alla comunicazione dello stato attuale dei nostri paesaggi, dallaltro alla scrittura di ipotesi progettuali orientate alla elaborazione di processi di valorizzazione che, prevalentemente pensate nell'ambito del Design, intendono proporre agili modificazioni spaziali, minimali e sensibili, di limitata portata dimensionale e operativa, ma dense di valori simbolici e culturali. Dunque, attraverso le differenti tecniche (analogiche e digitali) e metodiche del disegno (qui inteso nel significato albertiano di lineamenta, ovvero come intendimento intellettuale, finalizzato, fra arte e scienza, alla descrizione tecnica e allespressione simbolica del dato reale e dellintenzione progettuale), opportunamente integrate con altre forme di rappresentazione, si cerca di raccontare alcune fra le tante tipologie dei paesaggi italiani e della loro identit mediterranea caratterizzati, in alcuni casi, da una ricca stratificazione di segni sapientemente innestati gli uni sugli altri in configurazioni coordinate o, viceversa, "profanati" da presenze sconnesse e arbitrarie per provare a comunicare unidea/immagine aggiornata rispetto ai contenuti e contemporanea in termini di cultura rappresentativa.
rappresentazioni contemporanee di paesaggi

med in italy

Alla luce di quanto premesso, la ricerca mette subito in evidenza alcune anime-identit dei molteplici paesaggi italiani. Come sopra segnalato, e ampiamente sviluppato in una precedente fase della ricerca vedi E. Bistagnino, Med in Italy: rappresentazioni del Design mediterraneo, in M. Giovannini, D. Colistra (a cura di), Spazi e Culture del Mediterraneo, Kappa, Roma 2006 - PRIN 2003 , possiamo affermare, infatti, senza particolari forzature, che nel nostro Paese non vi siano luoghi che riflettono una coerente e unitaria comunit di idee e principi. La particolare conformazione territoriale e la singolare molteplicit di storie politiche, sociali, culturali che, in alterne fortune, hanno segnato lo sviluppo del nostro territorio, hanno anche generato differenti sensibilit, differenti vocazioni creative e progettuali, differenti spazi, differenti paesaggi (fisici, smbolici, immaginifici, etc.). La ricerca si muove quindi in molteplici direzioni, non solo territoriali, in modo da rappresentare alcuni fra i principali segni delle tante identit culturali che emergono dal nostro Paese, caratterizzandolo a loro volta. Da nord a sud, dal versante tirrenico a quello adriatico si operano letture a campione che osservano il paesaggio con sguardo contemporaneo. Paesaggio talvolta inteso come evoluzione talvolta come somma di eventi spaziali (architettonici, urbani, territoriali, di design, di comunicazione, etc.), sociali, culturali, etc., gerarchizzati o, viceversa, semplicemente accostati in linea temporale. In questo scenario generale, Letizia Bollini, nel saggio Territorio e rappresentazione. Paesaggi urbani. Paesaggi sociali. Paesaggi digitali. Rimini e laltro Mediterraneo,
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Unit Di RiCERCA DEL POLitECniCO Di MiLAnO

sulla base di puntuali presupposti teorici, orienta la ricerca verso gli aspetti di organizzazione, visualizzazione e rappresentazione di dati qualitativi e quantitativi in forma spaziale, riferiti al paesaggio attraverso modelli di mappe fisiche e concettuali applicate al web secondo un approccio multimodale focalizzato sulle forme del paesaggio intesto come paesaggio sociale da un lato e sua trasposizione/rappresentazione dallaltro, cio come paesaggio digitale. In particolare il lavoro di ricerca esplora la creazione di communities sia in senso fisico-sociale che virtuale, a partire dal legame privilegiato che le persone intrattengono con un dato territorio reale, relazionale e virtuale che plasma la loro esperienza e la rappresentazione che hanno di esso. La ricerca sperimenta metodologie e approcci disciplinari ibridi per produrre una prassi riproducibile di linee guida e indicazioni per una progettazione user-centered meno verticalizzata sul singolo individuo e pi orientata alle dinamiche tipiche del web 2.0 in cui lesperienza utente diventa trasversale e articolata quanto un network socio-territoriale complesso o meglio un ecosistema spazio-relazionale. Se vero che il web apre finestre idealmente illimitate sul mondo, altrettanto vero, che molti dei siti, dei network, dei portali e dei blog, cio sia della prima generazione di internet che del web 2.0, si rivolgono in realt ad utenze locali, linguisticamente omogenee, e che affondano le loro radici informative ed economiche in un territorio specifico. Partendo dalle ipotesi precedentemente enunciate, il progetto insiste sul territorio di Rimini, che qui assurge ad archetipo della Riviera Romagnola e di quella tipica rappresentazione per distretti dellarea di questo Mediterraneo altro. Federico Brunetti, nel saggio Pompei: tre viaggiatori, una meta mediterranea. Differenze, assonanze, affinit selettive. Rappresentazioni, memorie, visioni dallesperienza del luogo, tra Vulcano, Scavi archeologici e Santuario, individua un caso di studio emblematico, per contenuti e significati, della cultura e del paesaggio mediterranei. In particolare, attraverso unampia ricerca storico-iconografica, sviluppa un tracciamento e unoriginale riflessione su Pompei identificata nelle tre consistenze architettonico-paesaggistiche, rappresentative e simboliche: Pompei vulcano; Pompei scavi; Pompei santuario, a cui vengono poi accostate molteplici categorie di trinomi concettuali che ne precisano e ampliano le differenti valenze. Alla base di questa ricerca posta lidea che la definizione dellidentit di un luogo e, per estensione, di un paesaggio, pu essere delineata da un intreccio di memorie, percezioni e prefigurazioni che si riferiscono al passato, al presente e al futuro. In questo senso risulta fondamentale liconografia che raccoglie nelle immagini lesperienza visiva dellambiente, interpretato attraverso quei valori culturali e simbolici che trasformano il dato materiale del territorio geografico nel paesaggio, ovvero in uno scenario soggettivamente e collettivamente significativo. Le generazioni di iconografie, indissociabili dai riferimenti testuali che le significano e denominano, restituiscono attraverso diverse tecniche (non neutre) le caratteristiche e identit ri-conosciute nel paesaggio a cui si riferiscono. Di conseguenza, la ricerca storico-iconografica pu evidenziare i fondamenti grazie ai quali si strutturato nel tempo ci che appare come evidente nel dato percepibile del paesaggio presente, e pu indicare i percorsi futuri di progettazione della forma visiva dellambiente, partendo dal riconoscimento dei suoi significati ricorrenti. Il caso di studio di Pompei rappresenta un esempio emblematico di questo processo di sedimentazione di segni fisici e simbolici, di oblio o rimozione di visioni, di riscoperta di tracce, di ri-acquisizione di memorie. un succedersi di ritrovamento e invenzione, senso incombente della fine e metafora della continuit nella rigenerazione. Luogo, tempo e immagini vi si stratificano con una rara intensit; la coesistente presenza di diverse identit ambientali che la caratterizzano, ne fanno un raro intreccio naturale, storico e culturale. Tali compresenti caratteristiche inducono, ognuna di per s, una rilevante capacit attrattiva - che possiamo definire genericamente turistica -, ma, appunto, attraverso motivazioni sostanzialmente eterogenee che contribuiscono a distinguere nettamente
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gli obiettivi, gli interessi, i comportamenti di coloro che, a diverso titolo, esperiscono Pompei. Nel domandarci se possibile, oltre che auspicabile, ipotizzare scenari di regolazione, interazione e integrazione dei differenti flussi di transito, visita e soggiorno, appare fondamentale e prioritario affrontare la questione in termini di conoscenza, ovvero di appropriazione delle qualit emergenti, evidenziando e valorizzando le peculiarit naturalistiche, antropologiche, storico-artistiche e spirituali che sottendono le anime di Pompei. Completano il saggio gli apparati Antologia e Atlante, dove sono proposte alcune citazioni letterarie e iconografiche, storiche e recenti, ritenute significative per illustrare ulteriormente il percorso interpretativo suggerito. Nel saggio Accezioni Mediterranee: paesaggio design disegno, Luigi Cocchiarella affronta le relazioni fra il tema generale del paesaggio e gli statuti propri del design nellintento di rintracciare orientamenti utili allosservazione e alla descrizione congiunta dei due fenomeni, intesi nelle loro reciproche relazioni formali, insomma per quello che sono. Col superiore obiettivo di chiarire la consistenza e il senso del design di paesaggio e, quindi, del suo disegno. In un articolato intreccio fra cenni storici, note teorico-critiche, letture etimologiche, prende forma una riflessione agile che se da un lato converge verso lapprofondimento di alcuni concetti centrali rispetto ai temi del paesaggio, del design e della rappresentazione, dallaltro apre il ragionamento verso una molteplicit di paesaggi intesi fondamentalmente come territori di conoscenza. Paesaggi, quindi, come rappresentazione di un corpo di saperi (filosofico, giuridico, ect.). Moreno Gentili, nel saggio Mediterraneo. Esseri umani, Essere Umani propone unoriginale ed efficace rappresentazione del Mediterraneo attraverso un Manifesto di scrittura. Componendo una vasta rassegna stampa mette in evidenza una verit cruda e amara: le vittime delle rotte clandestine migratorie tra Europa e Africa, le vittime delle rotte mediterranee. Si tratta di un Manifesto dedicato a quelle diversit etniche che coabitano in questo specchio d'acqua unico al mondo per bellezza, clima e anche per un benessere diffuso, ma che rivela di noi stessi quanto siamo esseri umani dimenticando spesso di essere umani. Da queste cronache emergono immagini, suggestioni che disegnano drammatici paesaggi della contemporaneit. Nel saggio La Realt Aumentata quale strumento di navigazione nella cultura mediterranea. Percorso alla scoperta del DNA italiano, Stefano Govi, Rosita Dassisti e Giulia Martini affrontano il tema della realt auemtata come modalit di attraversamento della cultura mediterranea. Il potenziamento del dato reale, reso tecnicamente possibile dalla crescente diffusione di telefoni di terza generazione (UMTS), di sistemi GPS (Global Positioning System) e di sistemi Wireless (telefoni, palmari o mini computer portatili collegati alla rete Internet da qualsiasi punto del pianeta), si configura come azione privilegiata per lacquisizione di informazioni e, nello specifico della nostra ricerca, per la rappresentazione multimediale e interattiva delle complesse stratificazioni e delle molte anime della cultura mediterranea. In questo scenario architetti, designer e progettisti della comunicazione sono chiamati a ideare, presentare e gestire progetti per la tele-contiguit e la stereo-realta dello spazio fisico reale, sono chiamati a immaginare nuovi luoghi, dove attuare una condizione ibrida di virtuale-nel-reale (oggi ancora in fase embrionale) che esprime unidea di interattivit basata sulle nostre interfacce naturali. Mario Piazza, nel saggio Segnalare il paesaggio, affronta iI tema del public design ovvero dei sistemi grafici per la comunicazione di messaggi che veicolano, nella sfera pubblica, contenuti informativi, prescrittivi e/o educativi direzionando la riflessione allo studio delle relazioni che si innescano fra il medium comunicativo e lambiente in cui si inserisce quando questo costituito dal paesaggio naturale o dal paesaggio storico-artistico. In particolare, attraverso una ricostruzione di alcune fra le pi utili metodologie di progetto e attraverso la restituzione critica di alcuni casi studio, il saggio cerca di chiarire due punti nodali: da un lato vuole verificare in che misura il progetto dei sistemi di segnaletica e/o di informazione ambientale pu coesistere e colloquiare con l'ambiente, in un'azione sinergica rispettosa dei valori naturali, storici, arti-

EnRiCA bistAngninO

DisEgnO-DEsign MEDitERRAnEO. MODELLi PER COnOsCERE, tUtELARE, vALORizzARE E COMUniCARE i PAEsAggi itALiAni

Tavola. 1 Paesaggi Med in Italy. Sintesi visiva dei principali paesaggi rappresentati nella ricerca Disegno-Design Mediterraneo. Modelli per la rappresentazione dei paesaggi italiani. Immagini tratte dalle ricerche svolte da E. Bistagnino, L. Bollini, F. Brunetti, L. Cocchiarella, M. Gentili, S. Govi, M. Piazza, G. Pierluisi. Dallalto verso destra: Federico Fellini, I vitelloni sulla spiaggia, schizzo per il film I Vitelloni, 1953 (immagine tratta da: Pier Marco De Santi, I disegni di Fellini, ed. Laterza, Roma-Bari 1982, fig. 14); L. Bollini, I mondi virtuali 3D in SeconLife: la land di Rimini, 2010; Stefano Frattini, Esseri Umani, Essere Umani, Mediterraneo da scoprire, 2010; F, Brunetti (acura di), Vesuvio e Golfo di Napoli, 2010, elaborato digitale con evidenziazione cromatica di insediamenti antropici e geomorfologie naturali; G. Pierluisi, Hiperville (part.), inchiostri di china e seppia su carta, 2010; viverevenezia3_in the labyrint, progettare unantisegnaletica, 2003, esperienza didattica del gruppo di lavoro dello IUAV, guidato da E. Camplani con S. Brugiolo (D. Balcon, S. Casarotto, E. Cavarzan, R. Cisco, K. Dolejsova, F. Palladini, R. Vendramini); L. Cocchiarella, Paesaggi, fra architettura e design, da sinistra: Fortezza nuragica della Marmilla (Cagliari) (immagine tratta da: Il Patrimonio dellumanit. Tesori salvati e da salvare, con elenco aggiornato dei siti, Touring Club Italiano, Milano 2007); M. Adami, Fossile moderno, 2004, (immagine tratta da S. Annicchiarico, A. Branzi (acura di), Che Cosa il Deisgn Italiano? Le Sette Ossessioni del Design Italiano, Electa, Milano 2008); viverevenezia3_in the labyrint, progettare unantisegnaletica, 2003, esperienza didattica del gruppo di lavoro Intermedia Team, Universit dArte di Brema (P. Rea, N. Kapica, J. Frieling, A. Hemstedt, D. Ostkamp, M. Richter, R. Simon, K. Wurtmann); G. Pierluisi, Figura, inchiostri acrilici su carta, 2010; S. Govi, R. Dassisti, G. Martini, visualizzazione dellattivazione automatica della realt aumentata attraverso la sovrapposizione del device mobile sullelemento di interesse, 2010; A. Verico, Il Foro di Pompei, (part.), incisione in rame (immagine tratta da: A. Zuccagni Orlandini, Iconografia dellItalia due Sicilie, 1844.); Napoli, veduta turistica, pieghevole a 4 ante (part.), stampa a 4 colori fronte e retro, primi anni 70 (immagine tratta daTouring Club Italiano, Milano, Archivio storico. Collezione locandine turistiche Campania: Pompei, Vesuvio); M. Piazza, esempi di segnaletica veneziana; E. Bistagnino, Serie mediterranea, 2007.

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stici (e/o artificiali); dallaltro vuole comprendere come possibile mantenere efficace e validante la fruizione ed allo stesso tempo non aggiungere distrurbo visivo. Nel saggio Ultimi Fuochi. Visioni di citt mediterranee tra design e paesaggio, Gabriele Pierluisi, costatando lavvenuta variazione dei paradigmi culturali di riferimento nella nostra contemporaneit in particolare nei passaggi tra modernit, postmodernit e pensiero contemporaneo e il sovvertimento fondamentale della visione ontologica del mondo affronta il tema di una nuova interpretazione dello spazio del progetto contemporaneo nellambito della cultura mediterranea. Nel variato rapporto fra architettura, design e paesaggio, individua quella che sembra definirsi una modalit di produzione progettuale dal basso, pi legata al design e al paesaggio, inteso come eco-sistema compatibile, che sembra diventare la modalit operativa di definizione dello spazio della citt, per contro ad uno spostamento della disciplina architettonica sui suoi margini. Larchitettura contemporanea assume le caratteristiche di unarte in esaurimento, la modalit dellarchi-star, il progetto globalizzato, separato dalla reale interpretazione del suo contesto, si configurano come parte della crisi culturale in atto; sono lultimo fuoco del capitalismo avanzato che ha fino ad ora diretto le nostre storie. In questo scenario, la cultura mediterranea, composta da storie particolari, stratificata, densa di senso antico, carica di simboli, si pone come alternativa possibile al sistema del mercato globale. Si tratta allora di capire come variata nellambito della mondializzazione la cultura del progetto nei paesi mediterranei e se allo stato attuale ci sono strumenti efficaci per individuare nuove vie di progetto. In altri termini, la contemporaneit, con la creativit diffusa permessa dalle nuove tecnologie, permette oggi di costruire su valori antichi unalternativa, anche se di nicchia, al sistema in crisi? La ricerca si muove innanzitutto sullo studio di alcuni temi ritenuti fondamentali: la definizione dei mutati paradigmi culturali tra pensiero debole, modernit liquida, nuovi barbari e mutazione digitale; la variazione economica del mercato della cultura e del progetto; la variazione dei sistemi produttivi del progetto. In conclusione dello studio viene proposta una lettura dei nuovi spazi urbani fra design e paesaggio: si tratta di immagini e progetti emblematici e simbolici delle trasformazioni supposte. Lo scenario dellesercitazione progettuale e di disegno quello di alcune citt mediterranee: Marsiglia, Venezia e Roma-Fiumicino. (Tav. 01)
identit e rappresentazione

La Costituzione italiana recita allart. 9: La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tuttavia, nonostante questo fondamentale impegno costituzionale, il nostro Paesaggio manifesta diffuse e palesi situazioni di degrado, ombre che sempre pi offuscano le terre dItalia celando le tracce denotative della nostra identit culturale e delle sue radici mediterranee: la conformazione paesaggistica del nostro Paese, dove una complessit di segni si sono nel tempo stratificati e sedimentati documentando la presenza e lazione modificante delluomo, appare, oggi, violata da trasformazioni territoriali che hanno disequilibrato la naturale spazialit dei nostri paesaggi e i loro codici relazionali, rompendo quella sorta di flusso osmotico fra natura e paesaggio antropizzato, fra estetica e etica. A questo stato delle cose sembra corrispondere, per riflesso, un analogo degrado di immagine, di comunicazione, di identit rappresentata: quello che passa del nostro Paese spesso ancora semplicisticamente ridotto a tematiche identitarie e iconografiche stereotipate, derivate da schematiche, approssimate formulazioni socio-culturali che, come ben leggibile, ad esempio, nella rappresentazione dello scenario sociopolitico, alludono, in modo decisamente parziale, solo a fatti e comportamenti degradati. Basta leggere il nostro Paese attraverso la stampa estera per rilevare che, fra parole e immagini, lItalia, gi ampiamente raccontata in modo sarcastico, sempre pi frequentemente descritta con toni sprezzanti; gli attacchi verso alcuni personaggi e fatti della politica si riflettono sullintero paese ridicolizzandolo nel suo insieme, con14

finandolo a una posizione di margine rispetto alle principali questioni internazionali. Per estensione il valore complessivo della Nazione che viene profondamente compromesso: la sua straordinaria cultura; le sue antiche tradizioni. Ci, per il nostro Paese, che storicamente ha avuto la sua principale ricchezza nel patrimonio culturale e nel capitale intellettuale, rappresenta un grave elemento di crisi. Bisogna assolutamente recuperare la nostra identit, ricostruirla, rinnovarla anche in modo radicale, cogliendo le molte declinazioni che il nostro variegato territorio naturale, culturale e sociale, determina. noto, poi, che la definizione dellidentit non affatto determinata in modo naturale e diretto dallappartenenza fisica ad una certo contesto territoriale e nazionale; piuttosto la cornice geo-politica di un paese sembra rappresentare una sorta di condizione preliminare, un riferimento generale da cui muovere una riflessione che tenga conto poi di molteplici e articolate questioni legate alla straordinaria variet dei luoghi e delle loro vocazioni, al valore delle differenti culture da leggere anche in relazione alle specificit delle multiformi tradizioni locali. In altri termini lidentit una conquista culturale, una questione, quindi, di natura qualitativa, un traguardo a cui si perviene attraverso un percorso complesso e non sempre lineare, fatto anche di precisazioni se non addirittura di radicali opposizioni nei confronti delle molteplici (e, con una certa frequenza, errate) idee-immagini identitarie ipotizzate, talvolta anche semplicisticamente, da osservatori esterni. Il punto di leggere i molteplici paesaggi attraverso un sentire moderno, avere uno sguardo contemporaneo sulle nostre identit, sul modo in cui rappresentarle e rivalutarle anche rispetto a uno scenario culturale globale che, al contrario, tende a comprimere la categoria di spazio, ad annullare i confini in un continuum sovra-territoriale. La rappresentazione, nelle sue diverse forme, si configura quindi come una modalit privilegiata per la definizione dellidentit dei luoghi, ovvero dei paesaggi. Ci per almeno due motivi: il primo legato al processo di ricezione che precede latto rappresentativo. La percezione dei dati, la loro selezione, non un fatto automatico, ma esprime un continuo aggiornamento di visione e di sensibilit che segue appunto lo sviluppo storico-culturale dei luoghi e dei loro abitanti contribuendo a svelarne, quindi, lidentit. Il secondo legato al processo di rappresentazione, ovvero di proiezione. Costruire limmagine del paesaggio significa proiettare dati oggettivi ed elementi simbolici, quello che il paesaggio appare e quello che il paesaggio significa, quello che , e quello che potrebbe essere; portando allestremo il ragionamento, possiamo affermare che costruire limmagine del paesaggio significa svelarne lidentit, nonostante la sua apparenza. evidente, quindi, la dimensione progettuale dellatto rappresentativo: ogni ri-presentazione della realt, in quanto processo mediato, sempre uninterpretazione della realt oggettuale, unidea. La contemporaneit del moderno: alcune immagini dal nostro recente passato Partendo, dunque, dallidea che lidentit si forma attraverso rappresentazioni e ricordando che, nel tempo, i contenuti e i registri espressivi hanno mostrato, volta per volta, continuit, discontinuit, oblio o memoria rispetto ai linguaggi del passato, proponiamo alcune immagini dei paesaggi italiani del Novecento come esempi di riferimento linguistico, concettuale e simbolico, per le attuali ma anche per le future rappresentazioni di paesaggio, verso la definizione di una rinnovata identit. (Tav. 02, Tav. 03) Dunque, leggendo le immagini, scopriamo il paesaggio naturale il bel paesaggio italiano che appartiene alla memoria visiva sedimentata nel tempo e ancora viva nellimmaginario collettivo nonostante le ben note recenti disavventure del nostro territorio raccontato attraverso segni, luci e colori che, se da un lato descrivono realisticamente i luoghi, dallaltro tracciano uno spazio contemplativo. lo spazio che troviamo, ad esempio, nelle rappresentazioni di Roberto Aloi, dove, attraverso fisionomie pure valorizzate da piane armonie cromatiche, prendono forma paesaggi che slittano verso lastrazione, assumendo una dimensione metafisica (cfr. Tav. 02 fig. 2). Sono quasi fotografie dipinte, immagini della memoria, che, nellappa-

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Tavola 2. Fig. 01 Anonimo, Pesaggio urbano, senza data (collezione privata). Fig. 02 Roberto Aloi, San Benedetto del Tronto, 1948, olio su tavola (collezione privata).

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renza dei luoghi, dischiudono spazi mentali, suggerendo visioni dal sapore utopico. Su altri registri espressivi, invece, le rappresentazioni dei paesaggi urbani che, come rilevabile, ad esempio, nellimmagine qui proposta (cfr. Tav. 02 fig. 1) raffigurante un brano di periferia industriale a Torino, suggeriscono interessanti racconti-sequenza somiglianti a frammenti cinemtografici di cultura neorealista. Il primo piano della strada, vuota; il secondo piano dei tetti; il palazzo laterale che disegna una quinta materica, fatta di intonaco e di bianco; lalbero, spoglio, elemento naturale e promessa di una vita rigenerante; la luce intensa, ma nebbiosa, un preciso indicatore macroterritoriale sono fattori che strutturano e veicolano il senso del paesaggio urbano industriale, sono elementi che disegnano una scena e, in essa, unidentit, unideologia. Una citt descritta nella sua rinnovata dimensione industriale che allude a quelle classi subalterne di cui si vogliono attestare i valori. Da questo sguardo sulle rappresentazioni di paesaggio, emergono poi immagini che sottolineano i caratteri di cambiamento e di vitalit dei paesaggi stessi, interpretati come luoghi continuamente soggetti ad azioni modificanti. Sono i paesaggi pensati, agiti e disegnati come ibridazione fra evento biologico e opera trasformativa delluomo che, in continuit con i cicli naturali, disegna il territorio aggiungendo vita alla vita. Ricordiamo, a titolo esemplificativo, i ritratti dei paesaggi regionali di Giuseppe Zigaina che interpreta lessenza del paesaggio agricolo attraverso una pittura astratta e informale dove i segni, dalla dimensione iconica appena percepibile, orientano verso una figurazione altamente simbolica (cfr. Tav. 03 fig. 2) nelle cui pieghe riconosciamo un forte legame con la terra, madre dei popoli, di cui alimenta le tradizioni, la cultura, in altri termini lidentit. Proprio sul tema della continua oscillazione fra luso di segni iconici e simbolici nellambito della rappresentazione del reale e dellimmaginario interessante poi ricordare e sottolineare, come memoria storica, il ruolo della tecnica nella conformazione delle immagini e dei significati che ne conseguono. Ad esempio, Luigi Mantovani, seppure in un contesto storico-figurativo lontano dalle attuali ricerche visive, testimonia come il tema dellastrazione e della virtualizzazione sia sempre stato presente nellarte del disegno e, nello specifico, del disegno di paesaggio di cui anticipa alcune delle odierne sperimentazioni (cfr. Tav. 03 fig. 1). In particolare, saltando qualche passaggio e forzando alcuni concetti, ci riferiamo a quelle ricerche visive che della liquidit moderna, noto esito della recente rivoluzione tecno-culturale, fanno contenuto e forma dellimmagine (cfr. Tav. 04). Non possiamo dimenticare poi il racconto letteriario del paesaggio, che, in alcuni casi, come ad esempio nelle liriche di Eugenio Montale (fra le quali qui segnaliamo I Limoni), raggiunge una concretezza visiva, una presenza dimmagine almeno equivalente allintensit descrittiva, e pi in generale visiva, propria delle figurazioni pittoriche. Sono affreschi di paesaggio che parlano ai sensi, tracciando una forma espressiva innovativa che contribuisce a costituire il linguaggio del Novecento, alimentando anche le molteplici manifestazioni dellarte contemporanea. Attraverso parole che sono pennellate concrete, materiche Montale racconta il paesaggio cos come appare, nella sua sentita bellezza, ma anche nella sua evidente e meritata miseria, disegna immagini che svelano un moderno senso di appartenenza e di estraneit, di presenza e di lontananza. Daltra parte, come egli stesso ammonisce, luomo doggi, luomo dimezzato, pu benissimo contentarsi di quel tanto di natura che ci resta; la natura dei suburbi e delle villeggiature economiche, la natura dei greti e degli scarichi pieni di rifiuti, la natura, infine, umiliata e ridotta alla giusta misura delluomo doggi.

Ascoltami, i poeti laureati si muovono soltanto fra le piante dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti. Io, per me, amo le strade che riescono agli erbosi fossi dove in pozzanghere mezzo seccate agguantano i ragazzi qualche sparuta anguilla: le viuzze che seguono i ciglioni, discendono tra i ciuffi delle canne e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni. Meglio se le gazzarre degli uccelli si spengono inghiottite dall'azzurro: pi chiaro si ascolta il susurro dei rami amici nell'aria che quasi non si muove, e i sensi di quest'odore che non sa staccarsi da terra e piove in petto una dolcezza inquieta. Qui delle divertite passioni per miracolo tace la guerra, qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza ed l'odore dei limoni. Vedi, in questi silenzi in cui le cose s'abbandonano e sembrano vicinea tradire il loro ultimo segreto, talora ci si aspetta di scoprire uno sbaglio di Natura, il punto morto del mondo, l'anello che non tiene, il filo da disbrogliare che finalmente ci metta nel mezzo di una verit Lo sguardo fruga d'intorno, la mente indaga accorda disunisce nel profumo che dilaga quando il giorno pi languisce. Sono i silenzi in cui si vede in ogni ombra umana che si allontana qualche disturbata Divinit Ma l'illusione manca e ci riporta il tempo nelle citt rumorose dove l'azzurro si mostra soltanto a pezzi, in alto, tra le cimase. La pioggia stanca la terra, di poi; s'affolta il tedio dell'inverno sulle case, la luce si fa avara - amara l'anima. Quando un giorno da un malchiuso portone tra gli alberi di una corte ci si mostrano i gialli dei limoni; e il gelo del cuore si sfa, e in petto ci scrosciano le loro canzoni le trombe d'oro della solarit.

Eugenio Montale, I limoni, in Ossi di seppia, 1925.

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Tavola 3. Fig. 01 Luigi Mantovani, Impressione di paesaggio, senza data (collezione privata). Fig. 02 Giuseppe Zigaina, Vigneti a Sondrio, 1961, olio su tela (collezione privata).

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Rappresentare i territori marginali: la configurazione dei paesaggi contemporanei Come gi segnalato, da disegnatori, ovvero da progettisti, intendiamo la rappresentazione come il medium primario per la costruzione dello spazio. Dal nostro punto di osservazione proprio la dimensione rappresentativa pu conferire senso alla dilagante molteplicit dei territori marginali gli interstizi residuali, gli ambiti del consumo e del divertimento comunemente intesi come non luoghi che, in termini di diffusione, ma anche in una dimensione fortemente simbolica, possono essere considerati i protagonisti del paesaggio italiano contemporaneo. Rispetto a questi segni talvolta intenzionali, talvolta, invece, derivati da presenze altre , che si configurano come scarti di superficie territoriale, spazi indefiniti e senza una precisa identit, la rappresentazione non solo possibile, ma addirittura necessaria. Necessaria per costruire lidentit assente, per ipotizzare significati su nodi di sovrapposizioni e accostamenti (strutturali, formali, materici, funzionali, etc.)

governati da una sostanziale assenza di principi di pianificazione, di coordinamento, di valutazione, di responsabilit. Ma quale pu essere oggi la rappresentazione del paesaggio italiano, quale sguardo e quali segni per rappresentare la mediterraneit del nostro territorio? una domanda che pu trovare risposta solo in una continua azione di ricerca e sperimentazione, in altri termini si tratta di una questione intrinsecamente aperta, rispetto alla quale abbiamo individuato alcune proposte, sempre sostenute, per, da una vitale prudenza dubitativa, quel dubbio generativo di ulteriori evoluzioni di ricerca. Ricordando con Pedrag Matvejevic che la rappresentazione del Mediterraeno e il Mediterraneo non sono la stessa cosa [], la prima spesso pi colorata e piacevole, la seconda spesso pi oscura e triste, vogliamo proporre segni attraverso i quali cercare di andare oltre il racconto di un evidente grande passato, per provare a segnalare il presente, qualunque esso sia, e, se possibile, provare a indicare una direzione futura.

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Tavola 4. Rappresentazioni di paesaggi contemporanei. Dallalto verso destra: Paul Butler, Mapping Facebook Friendships (part.), 2010 (Cfr. www.facebook.com/notes/facebook-engineering/visualizing-friendships/469716398919); Yoichiro Kawaguchi, Wriggling organism (part.), 1999; Home page del sito Visual Complexity (part.), sezione Arte (cfr. ww.visualcomplexity.com); Lee jang sub, ComplexCity Project. Rome, 2008.03Vector graphic (cfr. www.leejangsub.com); FIELD, immagine tratta da: Muse, experimental shortfilm. Color film insiration ocean scrapbook (www.field.io/project/muse); Immagine del satellite geostazionario Meteosat Seconda Generazione (MSG) riferite all'area EURO-ATLANTICA. Vapore acqueo, 2011-05-22 08:00:00 (cfr. www.aeronautica.difesa.it); Exit, Carbon Emissions Map, Diller Scofidio + Renfro, Laura Kurgan, Mark Hansen and Ben Rubin with Stewart Smith and Robert Pietrusko. Image by Stewart Smith and Robert Pietrusko (cfr. www.nativeland-stopeject.com; States of Design 01: Visualizzazione, testo di Paola Antonelli, a cura di Francesca Picchi, in Domus 946, aprile 2011); Tatiana Plakhova, serie Links (part.); Vuk Cosic, ASCII architecture (part.) cfr. www.ljudmila.org/~vuk/; Immagine tratta dallinstallazione interattiva Osmose, 1996, Char Davies; Studio Azzurro, MEDITAZIONI MEDITERRANEO (cfr. www.studioazzurro.com).

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Ultimi Fuochi. Visioni di citt mediterranee tra design e paesaggio

Gabriele Pierluisi

La meraviglia ha una crosta dura fatta di pietra e conformata dal mare come una crosta delle grandi costruzioni dacciaio, di pietra, di cemento che formano la citt. Da qui ho imparato l'architettura e ho ripetuto i disegni cercando i nessi della vita delluomo. Oltre lanalogia vedevo sempre pi chiaramente quanto la bellezza fosse il luogo dellincontro tra sostanza e significati diversi. Nulla pu essere bello, una persona, una cosa, una citt se significa solo se stessa, anzi il proprio uso. Aldo Rossi, dall'Autobiografia scientifica. p. 98, ed. Il Saggiatore, Milano 2009.

Il testo e le immagini che qui presento sono l'esito, ancora parziale data la dimensione del tema, di un lavoro di ricerca svolto su alcune citt mediterranee: Marsiglia, Venezia e Roma-Fiumicino. Per meglio dire il lavoro di ricerca stato quello di rappresentare il loro paesaggio a patire da un nuovo strumento visivo che Google, nei suoi due spazi virtuali Google-maps e Google-street. La costatazione preliminare da fare, per ci che riguarda il paesaggio, la sua rappresentazione e pi in generale la capacit di vedere il mondo attraverso le immagini che stiamo assistendo ad una grande mutazione dei paradigmi culturali con cui lo avevamo fino ad ora interpretato. Infatti il titolo di questo scritto allude ad una dimensione di passaggio: rappresenta, nei miei intendimenti, lo stato delle nostra cultura in un cambiamento epocale dei paradigmi fondamentali che la definiscono. Gli ultimi fuochi prima dellalba, in condizione di spegnersi prima dellarrivo di un nuovo giorno. Le ultime luci e lultimo calore che ci ha accompagnato per tutta la notte. Il passaggio tra la notte e lalba, il confondersi delle luci calde della notte con quelle di un albeggiare freddo e terzo. La vicinanza rassicurante della luce del fuoco, che non permette al nostro sguardo di allontanarsi, ma ci consente un rapporto visivo con cose vicine e considerazioni, sempre intorno al fuoco, conclusive e consolatorie sul giorno appena trascorso. Forse una notte damore, il calore caldo di un corpo. E invece per contrasto il fuoco che si spegne e un alba terza allorizzonte. Lincerto futuro di un giorno nuovo da trascorrere. Lo sguardo che pu allungarsi, lintimit persa in una ritrovata socialit di trib e il paesaggio che si profila netto, controluce agli occhi di tutti. Entusiasmo e paura per le novit che il tempo nuovo porter ineluttabile. Sento questa come la condizione che i mutamenti culturali del primo decennio del nuovo millennio ci stanno portando. Questo allargamento di sguardo, la conquista di un orizzonte lontano, limpido ma imperscrutabile, la perdita delle certezze di ieri. La cultura passata che si spegne, che non spiega pi quello che gli occhi vedono e tutti i sensi sentono. Lesigenza e la necessit di portare con se acceso il fuoco, come ricordo della notte, segno della cultura passata. Simbolo della nostra identit. Ma sono anche gli ultimi fuochi o le ultime luci della terra ferma che si vedono allontanan-

dosi in barca e all'imbrunire per inoltrarsi nel mare aperto. Muoversi su di una rotta del mediterraneo ed aspirare ad un altro porto. Navigare nel mare nero, nell'ignoto fino alla prossima citt. Si allude ad un passaggio tra civilt diverse, un equilibrio tra attese, bilancio dell'esistente e risultati ottenuti. In poche parole seguire una mutazione del nostro mondo dall'oggi al domani. Possiamo individuare alcuni fattori fondamentali nella mutazione in atto, ad un tempo cause di essa e risultati parziali: un fattore di tipo economico: il mercato globale e la trasformazione del capitalismo moderno in un sistema di vendita duttile e flessibile, basato su delle condizioni pi legate al desiderio che alla logica. Un fattore tecnologico: le tecnologie digitali e internet, altra faccia del mercato contemporaneo. Un fattore creativo, il mercato e le nuove tecnologie rendono prassi le invenzioni estetiche e comportamentali delle avanguardie artistiche di inizio e met novecento. Tre fattori che combinati hanno determinato delle modificazioni fondamentali: innanzitutto la nascita i un nuovo linguaggio che si appoggia alla tecnologia e che implica comportamenti complessi legati al multi-tasking e all'adoperare scrittura e immagine in maniera combinata e interscambiabile. Un linguaggio in cui sono perfettamente fuse realt fisica e virtuale. La diffusione capillare e l'instaurarsi di uno spazio glocale per la nostra vita: viviamo sempre in una dimensione doppia tra luogo specifico e comunit globale. Il mondo strutturato per citt globali che fungono da nodi delle reti dei flussi materiali ed immateriali. Legata alla comunicazione per bit anzich per atomi la connessione costante alla rete come luogo della superficie anzich della profondit. Il valore e la qualit delle cose non sta nel loro approfondimento, come nella cultura che ci precede, ma piuttosto nella relazione fra pi cose diverse. Quindi nell'estensione di superficie, piuttosto che nella ricerca in profondit. Ci muoviamo mettendo insieme frammenti molteplici di realt, la conoscenza sta nel connettere in via personale cose diverse. Questa modalit conoscitiva, ci permette di connettere frammenti di saperi estremamente diversi, ma la connessione tra le parti non come nella modernit classica una sommatoria di cose di cui riconosciamo la natura diversa, ma avviene per cosi dire unendo in un morfing unificante le varie parti. Si profondamente alterato il rapporto figura/fondo nel senso che non c' pi un fondo: esistono solo le figure che occupano sia il ruolo di fondo che di figura; una sorta di superficie continua che si avvita su se stessa definendo luoghi topografici differenti ma che simultaneamente gli appartengono. La simultaneit delle cose, la forza del dato presente (visualizzato ed usabile), hanno trasformato profondamente il nostro senso del tempo. In particolare sembra essere in crisi. Il tempo lineare di tradizione giudaico-cristiana, in favore di un ritorno al tempo come evento ciclico. Non ci sono effettivamente un passato ed un futuro ma, piuttosto, un presente che si inscrive in una dimensione ciclica della vita. Ci sono alcuni libri fondamentali ed altrettanti autori a guidarci e a suggerire questa idea di mutazione. Innanzitutto un libro apparso qualche estate fa a puntate su repub-

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blica: I barbari. Saggio sulla mutazione di Alessandro Baricco, pubblicato poi come libro nella biblioteca di Repubblica e poi ri-edito da fandango libri nel 2006 e da Feltrinelli nel 20081. Si tratta di un saggio di riferimento per ci che riguarda la definizione generale della mutazione in atto, in particolare nella relazione tra la cultura contemporanea gi mutata e la cultura che ci ha preceduto, quella della borghesia occidentale tra ottocento e novecento. Quindi il libro impone una riflessione sul modo di pensare la conoscenza e la cultura affinch essa possa essere uno strumento ancora efficace per interpretare i tempi che viviamo e che verranno. In tal senso i barbari definisce le parole chiave della mutazione e gli scenari globali in cui esse si iscrivono. Bisogna fare rifermento, poi ad almeno due libri di Zygmunt Bauman: Modernit liquida2 e L'etica in un mondo di consumatori3. Questo autore ha profondamente indagato la transizione tra i corpi solidi del moderno e la condizione fluida della post modernit, con tutte le conseguenze sullo stato d i vita contemporanea. L'incertezza dell'essere nel contemporaneo tra marginalit sociale, solitudine e difficolt di comprensione politico- ontologica di un mondo definito dal nuovo mercato globale. Per ci che pi specificatamente riguarda la mutazione della sfera creativa e del progetto dello spazio, nonch l'interpretazione della citt un riferimento il libro di Andrea Branzi: Modernit debole e diffusa. Il mondo del progetto alle soglie del XXI secolo4. A cui vanno aggiunti anche i cataloghi del Museo del Design alla Triennale di Milano sempre a cura di Andrea Branzi e Silvana Annichiarico5. Questi volumi uniscono ai testi scritti un riscontro teorico anche nelle immagini selezionate. In questi volumi e pi complessivamente nell'idea che sottende a questo innovativo museo, il design italiano viene definito come motore di un modo diverso ed innovativo di intendere il progetto; a partire dai maestri fino alle recenti esperienze. In tal senso in particolare si rimanda alla mostra The new italian design. Il paesaggio mobile del nuovo design italiano, e al relativo catalogo6. In cui si indaga guardando le nuove forme del design in un era di creativit diffusa (il design come professione di massa) e ai designers come art directors della modernit debole e dell'innovazione continua. A questi volumi va aggiunto un piccolo ma fondamentale libro di Andr Corboz: Sortons enfin du labyrinthe!7, i cui saggi di arte, architettura e societ, definiscono come e con quali difficolt la cultura della modernit sia divenuta il nostro mondo presente. Anch'esso un libro sulla mutazione in particolare nel riflettere sui frammenti del moderno, sull'idea di tempo e sulle connessioni tra le cose. Per finire con ci che riguarda i libri vorrei suggerire come riferimento generale per il modo di intendere l'architettura e la storia, per il modo di leggere il mondo, per la capacit poetica, perch nel carattere di tutti gli architetti del mediterraneo, il libro di Aldo Rossi: Autobiografia scientifica8. In particolare ritengo intatto, ad oggi, quel modo di ricorrere ad uno sguardo sul reale legato all'analogia e alla scientificit operativa di un metodo personale nella ricerca d'architettura tutto volto all'interpretazione e alla lettura delle citt. E poi c la apple (Imac, Ipod e Itunes, Iphone, Ipad) come esempio paradigmatico de nuovi mercati. E c' , come dicevamo Google. Sono sistemi commerciali, sono il nuovo mercato e il nuovo modo di pensare il mondo. Sono la globalizzazione e la creativit diffusa: lidea di rete. Sono i simboli e gli strumenti della mutazione. E poi ci sono le citt, le grandi megalopoli globali, ma anche qualsiasi piccola citt: un'idea analoga tra le forme della citt e le mutazioni in corso. Come Aldo Rossi guardando le citt che vediamo chi siamo noi stessi, come corpo sociale e come individui. Il paesaggio urbano lo specchio del nostro mondo, lo specchio di noi stessi, della nostra societ. L'osservazione dei paesaggi urbani, con i nuovi strumenti e meccanismi visivi ci permette di conoscere qualche cosa di come siamo fatti e il dove stimo andando. Da ci l'idea che quando parliamo di disegno e di progetto, quando usiamo il disegno e immaginiamo il progetto la citt sempre l'orizzonte teorico di riferimento. Il lavoro che qui presento linizio di una ricerca sulla mutazione; il tentativo di vedere il novo mondo con gli occhi del nuovo mondo. Le citt prese come campione andrebbero analizzate ancora con altri itinerari ed in equipes allargate e con altri mezzi, ma tuttavia questo lavoro si propone come primo test, una prova a dimostrazione di una metodologia possibile.
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Fig. 1. /G.P./ Hiperville/ Inchiostro di china su carta/ 2010.

Fig. 2. / G.P./ Figura/ Inchiostri acrilici su carta/ 2010.

gabriele PierlUisi

UltiMi FUochi. Visioni di citt Mediterranee tra design e Paesaggio

il dato citt come traccia della nostra cultura

La rappresentazione della citt da sempre una rappresentazione, per via dei dati selezionati nel paesaggio urbano, della nostra cultura. Nellatto del rappresentare si combinano due elementi fondamentali: le strutture dello spazio urbano o i dati reali, e la cultura di chi osserva e disegna questo spazio. Le strutture primarie della citt, del suo paesaggio derivano dalla storia dei luoghi. La forma urbis una stratificazione di atti costruttivi diversi, in epoche diverse, in essa convivono tempi diversi. In qualche modo il processo di crescita della citt definisce delle evidenze: dei luoghi primari e principali, che per forma, dimensioni o collocazioni orografiche sono evidenti ai sensi delluomo. Questi luoghi sono le icone resistenti nelle varie rappresentazioni della citt. Spesso in relazione a queste figure urbane si definiscono anche delle varianti progettuali della citt: addizioni, allineamenti, rimozioni e nuovi edifici. La forma urbana composta per frammenti accostati e relazionali. E un insieme tollerante e aperto di segni ed estetiche differenti, un sistema inclusivo che definisce se stesso per parti di diverse realt antiche e recenti. Daltro canto, la rappresentazione della citt avviene in stretta relazione alla cultura dellautore (o degli autori). In tal senso la rappresentazione produce delle immagini degli spazi urbani per cosi dire filtrati dalla cultura di chi rappresenta la citt. La citt, elemento complesso, come una seconda natura, un insieme interpretabile. Losservatore, lautore delle rappresentazioni, un interprete che seleziona infinit di dati. La selezione dei dati, ossia la scelta delle cose da escludere, un operazione che cambia in relazione alla cultura dellinterprete. Cultura personale ma anche cultura dellepoca, in cui latto rappresentativo si produce. Come sempre la realt nel suo complesso inattingibile e quindi ci che da essa estrapoliamo, i dati reali su cui appuntiamo la rappresentazione, sono pochi e definiscono quindi una selezione tendenziosa in un insieme vasto di segni, forme, materie. La rappresentazione d senso al reale: connette dei frammenti di realt, importati nellatto del rappresentare, attraverso un discorso critico di conoscenza. Altro importante elemento che concorre a definire le variabili interpretative del dato reale-citt la tecnica o strumento della rappresentazione. Non tutti gli strumenti offrono le stesse possibilit e ogni strumento di rappresentazione connotato da una sua storia estetica e tecnica. Spesso gli strumenti di rappresentazione si mischiano in un medium tecnico flessibile e aperto che per assonanza e complessit assomiglia alle forme urbane rappresentate. Per questa combinazione complessa di dati ogni rappresentazione urbana un invenzione di una nuova citt con nuovi strumenti di lettura e nuovi linguaggi. Ogni rappresentazione un progetto; ogni rappresentazione parziale e soggettiva. Essa esatta solo rispetto ai parametri che si prefisso lautore o, pi in generale, rispetto alle esigenze, codici e codificazioni del tempo. La cultura dellepoca condiziona le possibilit di invenzione di chi rappresenta quindi in qualche modo le forme della citt nelle varie epoche hanno una forte relazione con le forme della loro rappresentazione, essendo generate dalla stessa cultura. Ogni epoca e ogni cultura rappresenta le proprie citt ed in esse si rappresenta. Le nuove rappresentazioni della citt ridefiniscono, di volta in volta, anche gli oggetti e gli spazi delle citt precedenti. Ogni nuova pianta, o rappresentazione di citt aggiorna, per cosi dire, lantecedente alla propria cultura. Assimila ci che c a ci che immagina. Avvicina delle invarianti urbane alla struttura del proprio pensiero. Il sistema della rappresentazione attraverso i tre fattori principali, dato reale, osservatore e tecnica di rappresentazione, implica che ogni epoca (e anche ogni autore) rappresenta, vede e inventa le proprie citt in un relazione strettissima tra modo di progettare lo spazio e modo di rappresentare le citt. In sostanza la rappresentazione della citt, e lo studio delle rappresentazioni di questa, si pongono come uno strumento di ricerca fondamentale per comprendere le mutazioni del senso architettonico e pi in generale dellidea di spazio. In una recente conferenza in memoria di Michel Kagan, Franco Purini (9), affermava, in risposta ad una domanda del pubblico, che i vuoti dellarchitettura moderna erano

Fig. 3.G.P./ Figura/ Inchiostri acrilici su carta/ 2010

Fig. 4./ G.P./ Why not design?/ Inchiostri acrilici su carta/ 2010

Mediterraneo
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un virus per lidea di citt. Larchitettura Moderna (e i suoi manierismi) come sistema contro la citt. Lo spazio urbano della citt europea e occidentale di derivazione medioevale e rinascimentale, basa la sua struttura sulla continuit del costruito che evidenzia e definisce i vuoti delle piazze e delle strade, eventualmente in relazione con i cavi interni delle corti. I vuoti urbani, salvo eccezioni monumentali, sono eventi immaginati oltre ledificio, generati dal sistema degli edifici stessi, ma da essi distinti. Gli edifici, con le loro forme, si piegano e organizzano per originare lo spazio della piazza e della strada. Ledificio moderno immette in s questa idea di spazio, creando cosi un collasso dello spazio urbano nel solo singolo edificio. Ledificio moderno riassume in modo astratto tutte le caratteristiche del sistema citt. Diviene cio, protagonista unico dello spazio, monumento separato. Il suo controcampo ideale non lo spazio urbano con strade e piazze, ma lestensione infinita di un piano orizzontale10. Ogni mutata rappresentazione della citt corrisponde ad una mutata forma dei suoi episodi architettonici, e quindi ogni nuova immagine di citt implica una nuova idea di edificio e di spazio. Cos la rappresentazione della citt moderna coincide con la mutata idea di spazio e di edificio su descritta, come le citt duali nella contrapposizione edificio- territorio, dei disegni di Le Corbusier per il piano di Algeri o Chandigar, nonch Brasilia di Nymayer e Costa, fino al nuovo cambiamento evidente nella Philadelphia di Louis Kahn in cui ledifico si apre nella sua struttura definita per figure e frammenti, per includere lo spazio vuoto e molteplice della citt oltre il movimento moderno. In relazione a questa mutata condizione dello spazio, nel passaggio tra moderno e contemporaneo, e quindi in relazione agli edifici contemporanei che sono ben diversi dai moderni, cosa succede e che forma assume la rappresentazione della nostra citt? Quali sono le relazioni tra spazi urbani ed edificio, tra edificio contemporaneo e citt? Quali sono le forme dei vuoti urbani nel contemporaneo e che relazioni hanno con larchitettura? Riteniamo che sia possibile trovare alcune risposte a questi quesiti guardando la citt, alla luce dei nuovi strumenti di rappresentazione. Ma prima di avanzare altre ipotesi di lavoro dobbiamo soffermarci su qualche indizio che possa permetterci di dare una prima definizione di citt contemporanea.
citt e reti

Fig. 5. G.P./ Figura/ Inchiostri acrilici su carta/ 2010.

In un recente saggio Andr Corboz11 parla di hiperville, a proposito dello spazio della citt contemporanea. Hiperville (ipercitt) per Corboz una parola che deriva da ipertesto, e quindi questa nuova definizione di citt vuole indicare uno spazio che, come negli ipertesti, non ha gerarchie tra le parti che lo costituiscono e soprattutto ha perso completamente la nozione di forma che fino ad ora ha caratterizzato le nostre citt. La stessa differenza che intercorre tra testo e ipertesto si instaura tra citt e ipercitt. Un testo (nella sua forma classica) un oggetto definito su un idea chiave: un centro. Su questa idea si struttura lindice con delle parti introduttive pi periferiche rispetto al nucleo del testo e delle parti terminali in cui le premesse legate al tema fondamentale, vengono portate ad una soluzione possibile. In sostanza un testo generalmente ha un ingesso, un tessuto periferico preliminare, un centro in cui si suggerisce la tesi centrale e una conclusione. Un oggetto di cui percorriamo la struttura in modo lineare e chiaro dallinizio alla fine12. Un ipertesto una collezione di testi, ma anche immagini e contenuti multimediali (ipermedia) in formato elettronico, che non hanno un ordine gerarchico: in un ipertesto entro dove voglio e esco dove voglio inanellando in un percorso personale alcune informazioni ivi contenute di genere diverso, ma legate da un tema pi o meno esatto. Lipertesto un sistema costituito da centri o nodi testuali legati tra loro da delle iperlinee: ossia degli elementi lineari necessari al passaggio da un nodo allaltro. I nodi testuali sono centri di unit minima dinformazione nel senso che linformazione presente in ogni nodo sar presentata interamente e quindi ogni blocco minimo di informazione in qualche modo, e per quellargomento, autosufficiente. La citt contemporanea in questa interpretazione come un ipertesto, quindi non ha pi una struttura gerarchica con le tipiche distinzioni di centro e periferia, ma un sistema aperto nel quale si entra, ci si muove e si esce a proprio piacimento. Ogni punto importante come un altro o pi o meno significativo a seconda dellitinerario
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Fig. 6. G.P./ Hiperville/ Inchiostri si china e seppia su carta/ 2010.

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che scelgo e contiene un unit minima di informazione. Ossia ununit minima di senso per ci che riguarda lutente. La citt contemporanea vissuta ed interpretata come un ipertesto costruendo itinerari attraverso gesti cinetici che collegano punti, che si ritengono significativi, secondo una propria personale interpretazione. La struttura ipertestuale pi vasta e pi utilizzata il world wide web ed ad essa, alla rete, che dobbiamo fare riferimento per interpretare la struttura della citt contemporanea. La figura pi significativa per leggere la citt contemporanea esattamente quella della rete, noi viviamo le citt contemporanee come viviamo il web. Allora possiamo immaginare lo spazio urbano come una serie di nodi o centri e un sistema di legami lineari tra essi; una rete in cui i legami sono tubi di flusso e i nodi dei sistemi passanti. Da un nodo si viene sospinti verso un nuovo nodo, una nuova tappa usando il tubo di flusso come vettore del movimento. Ci conta il percorso che connette centri diversi. In tal senso lo spazio urbano contemporaneo interpretato liberamente ed in modo legato ad un itinerario personale. Come per altre esperienze di consumo, per esempio nella scelta dei vestiti o della musica, luomo contemporaneo definisce un tema sul quale selezionare le esperienze urbane. Ogni cittadino ha quindi per cosi dire la sua citt. La citt contemporanea quindi un luogo carico di strati successivi, di interpretazioni diverse degli stessi luoghi; ogni spazialit reale come una piega in una superficie che fa coincidere due o pi lembi o mondi differenti: quelli dellinterpretazione molteplice e personale dello spazio. La contemporaneit ci permette di interpretare il mondo come esperienza; i centri della rete urbana sono luoghi nei quali il movimento complessivo, che la nostra interpretazione dello spazio urbano, si potenzia. Questi luoghi sono spazi o edifici nei quali possibile recuperare energia per il prossimo viaggio, per la prossima tappa; sono luoghi nei quali si fanno delle esperienze veloci e spettacolari che ci inducono al prossimo movimento. Non sono mai luoghi di arrivo ma, sempre pi, luoghi di transito. Le loro caratteristiche principali sono di essere molteplici per funzione e per struttura; hanno in se il rimando ad altro nel senso che, come terminali di una rete, vivono in relazione con il sistema. In tal senso rimandano a catene globali, a idee globali. Essi sono un frammento tangibile di un sistema mondiale di eventi, condensati locali, frammenti di molteplici esperienze globali. La loro forma si definisce per accostamenti diversi in struttura, in funzione, in immagine. Le varie parti che li costituiscono sono legate, pi che per giustapposizione, per fusione di forme. Cos, come le esperienze differenti che in essi si praticano, le forme scivolano una nellaltra in una sorta di continuit cinetica senza punti di cuspide e accenti troppo forti che avrebbero come risultato quello di interrompere il movimento tra una cosa e un'altra. Lo spazio urbano vissuto come un'azione multi tasking, in cui possibile vivere pi esperienze alla volta. Le singole tappe del percorso, i nodi o i sistemi passanti, vanno interpretati come elementi di un disegno complesso di esperienze parziali, ma che assumono senso nella sequenza e con la possibilit di essere messi in relazione con esperienze simili. Anche i luoghi del movimento, i tubi di flusso, hanno una forma e definiscono dei luoghi, essi sono direzionati e hanno geometrie sbilanciate: sono grandi corridoi di passaggio. Pensiamo alle grandi reti infrastrutturali, alle metropolitane ed ai treni, ai corsi dacqua. La figura della rete fin qui descritta spiega la metropoli moderna ma anche lintero pianeta; esattamente, come nella citt abbiamo tubi di flusso e nodi della rete urbana, cos possiamo immaginare il nostro pianeta nel quale i nodi sono le metropoli globali e i tubi di flusso tutti i sistemi di trasporto che le legano. Questa similitudine tra locale e globale anche vera nei centri urbani significativi in cui lo spazio vive simultaneamente di una dimensione fisica locale e di unaltra dimensione, simbolica e immateriale, che quella globale. La condizione ben riassunta da una definizione di Marc Aug: citt-mondo e mondo-citt13. Rappresentare la citt oggi significa confrontarsi con questa complessit, con questa coscienza del dualismo globale locale, immateriale e materiale. Significa anche vedere infinitesimamente piccolo il grande e viceversa nel grande infinitesimamente picco-

Fig. 7./G.P./ Terza Architettura/ Inchiostro di china e inchiostri acrilici su carta/ 2010.

Fig. 8. /G.P./ Eur2 e grande interno controsoffitti/ Inchiostro seppia acquarellato su carta/ 2010.

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lo. Questa vertigine degli opposti introduce un altro schema dinterpretazione necessario alla nostra coscienza urbana: lidea, dovuta a Gilles Clment14, che il pianeta possa essere considerato come un giardino e necessitiamo di una capacit da giardiniere per accudirlo come sistema limitato e circoscritto, nel quale ogni evento ne scatena altri. Un sistema dinamico in cui il progettato possibile solo affianco a ci che non visto, a ci che abbandonato a se stesso. Da qui la teoria del Terzo paesaggio (frammento indeciso del giardino planetario) che riguarda tutti quei terreni o frammenti di territorio abbandonati a se stessi senza programmi di sviluppo o progetti. Questi luoghi marginali, frammenti di terzo paesaggio, in cui luomo ha abbandonato la natura a se stessa hanno in s pi che i luoghi progettati e accuditi con funzioni definite, con statuti legislativi certi, la capacit di ospitare la diversit biologica. Sono luoghi preziosi perch in essi si hanno le riserve genetiche del pianeta, in essi si ha lo spazio del futuro15. Allora un altro dato fondamentale da annettere al tentativo di descrivere la citt contemporanea quella dello spazio residuale, del terzo paesaggio, inteso come luogo concreto e specifico che si oppone in qualche modo al concetto di globalizzazione degli spazi. Sono parti di territorio che parlano della storia dei luoghi e accolgono le diversit biologiche, ma anche le storie di uomini al margine della vita della metropoli. Sono luoghi che hanno in s la promessa del futuro, luoghi della tolleranza e della molteplicit16. Il terzo paesaggio, o piuttosto tutti quei vuoti marginali della citt, da sempre per noi architetti mediterranei un luogo di riflessione. Sono i luoghi dove la citt prima della citt, ossia il territorio originale, le sue tracce e i suoi frammenti ancora sono vivi e presenti in relazione a degli spazi che per la loro indeterminatezza, sono pieni di lirismo e poesia e sembrano promettere un futuro diverso per la metropoli. Rispetto all'interpretazione di Clment, in un'estensione del concetto, il terzo paesaggio sta per noi anche in edifici abbandonati in rovine industriali o nel fascino di certe infrastrutture; ma anche negli spazi vuoti tra edifici speculativi, nelle piazze delle case popolari, in tutto il residuale della metropoli: natura e architettura senza funzione e programmazione, in grado di ospitare delle differenze rispetto al noto, al riconosciuto, all'ufficiale. Alla luce di queste interpretazioni della citt si configura una struttura figurativa di base, che quella della rete, in cui tubi di flusso, reti viarie, metropolitane, percorsi eterogenei legano centri diversi. Tra i centri e le reti, nei buchi di questo tessuto spugnoso, si inseriscono i vuoti urbani, gli spazi interstiziali, frammenti di paesaggio originario, vuoti riscritti anarchicamente dalla natura; e poi, sotto le strutture viarie, nei greti dei fiumi, sui litorali abbandonati, ai bordi delle aree ferroviarie o dei porti, parti di metropoli auto costruite, gente di margine con vite, economie, tempi e culture diversi. Il sistema della rete definisce sul perimetro questi vuoti; dai tubi di flusso possiamo vedere questi spazi di piega, osservarli. Lo facciamo sovente negli spostamenti, in metropolitana, in treno e in macchina; il paesaggio da dentro la citt un paesaggio visto da dentro i tubi di flusso. Guardiamo dallinterno questi spazi di incubazione della nuova vita. Anche i nodi della rete spesso lambiscono questi spazi, a volte si confondono con essi per tramite di un parcheggio, di qualche aiuola; a volte separati da essi da confini facilmente permeabili, reti, steccati, paracarri. Lo schema interpretativo di base che possiamo adoperare per interpretare la citt contemporanea quindi individuato dalla giustapposizione di queste tre strutture: - tubi di flusso, o iperlinee urbane semplicemente: i percorsi o le maglie delle reti urbane; - centri significativi, edifici o sistemi di edifici con capacit attrattiva; - spazi marginali, luoghi del terzo paesaggio: parti abbandonate di territorio. Come sar facile osservare nella schematizzazione proposta manca una distinzione tipologica per i punti o centri della rete, essi infatti non sono definiti da una gerarchia funzionale del tipo abitazione, commercio, cultura, etc. ma piuttosto, come nel web, dalla quantit di link che li connettono alla rete: ossia dalla quantit di percorsi personali che li intercettano. evidente che una casa dabitazione singola sar meno linkata o scelta come tappa di un itinerario urbano che un centro commerciale o un auditorium. In tal senso la gerarchia tra i centri della citt definita dalla quantit di
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Fig. 9. / G.P./ Hiperville/ Inchiostro di china acquarellato su carta/ 2010.

Fig. 10. /G.P./ Eur2 e controsoffitto/ Inchiostro su carta/ 2010

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utenti piuttosto che dalla tipologia di edificio. Quindi un nodo della rete tanto pi attivo quanto pi individuato dagli utenti come un luogo dellesperienza. Pi attivo pi esperienze, anche diverse, in esso si svolgono, pi meta di flussi diversi. Pi attivo e pi si relaziona con esperienze diverse e pi ha relazioni con altri centri. Pi utile per il passaggio ad altri luoghi. Un sistema passante, una tappa, che potenzia il movimento. Non un caso che i pi moderni edifici, biblioteche e musei, presentino dei programmi funzionali totalmente misti, e che i centri di maggior afflusso siano i grandi centri commerciali, gli outlet in cui le esperienze di consumo divengono anche esperienze sociali e di vita. Un'ultima considerazione prima di una puntualizzazione del discorso nel prossimo paragrafo, si tratta di questo: se ledifico o il sistema di edifici rappresenta il nodo della rete, meta di pi tubi di flusso, ebbene, questo oggetto ha la caratteristica di essere in relazione con le terminazioni e le partenze delle iperlinee urbane, ma anche il luogo di raccordo e di interfaccia tra questi e lo spazio del terzo paesaggio ossia dei vuoti indeterminati. Quindi come ben vero che ledifico della modernit, inglobandone i vuoti, ha portato a collasso lidea di citt classica occidentale, cos ledificio dellipercitt ha il ruolo di ricostruire questo spazio nellambito di una dimensione delle metropoli contemporanee esattamente nella relazione tra centri e spazi abbandonati. Ledificio contemporaneo un oggetto strutturato per frammenti in cui paesaggio e design si confondono che ha come ruolo urbano quello di mettere insieme, relazionare, i diversi sistemi urbani su descritti, ma anche di connettere sistemi locali e globali nellambito della rete delle citt mondiali.
larete mediterranea

Il mare mediterraneo, come luogo di scambio e di interferenza tra culture, luogo di viaggi e flussi di merci da una citt allaltra un archetipo della rete di citt globali contemporanea. Da sempre e ancora oggi allombra del tramonto politico dellidea dei grandi stati nazione, il Mediterraneo un area collocata tra Europa, Africa e Asia e definita sostanzialmente da punti, le sue citt legate tra loro connesse da una fitta rete di scambi. Ma c un altro fattore fondamentale che caratterizza le citt mediterranee e che pu tornare alla nostra contemporaneit come elemento utile ad interpretare la mutazione della citt. In particolare si tratta di riconoscere un dato che si caratterizza come una permanenza tra limpianto delle metropoli moderne e le citt con una storia importante. Le citt mediterranee sono emblematiche per la relazione tra la struttura della citt e gli elementi paesaggistici. Le citt della rete mediterranea nascono e si sviluppano sulla forma delle coste dove i sistemi paesaggistici permettono un porto naturale sufficiente, dove alture e rilevati della costa permettono il traguardo a distanza e ad un tempo la difesa, nonch, generalmente, l'approvvigionamento idrico con acqua dolce. vero che ai porti antichi si sono oggi affiancati porti nuovi completamente artificiali, in alcuni casi il mare anche il luogo per gli aeroporti, la sagoma della costa modificata radicalmente, costruiamo anche nei deserti, ma, comunque, il dato territorio e la variante geografica, rimangono elementi determinanti della forma della citt. una preesistenza che motiva sia la forma degli edifici e i centri della rete, quanto, i sistemi infrastrutturali. Al nostro elenco di fattori determinanti per la citt contemporanea vanno aggiunte, quindi, queste prevalenze geografiche. La differenza che mentre per le caratteristiche enunciate nel precedente paragrafo, possiamo parlare di una condizione generalizzabile e legata alla struttura della citt contemporanea come fenomeno globale, in questo caso, per la geografia, il dato totalmente specifico e locale. Ogni citt un luogo preciso e la natura geografica intesa come fenomeno figurativo locale della citt. Si potrebbe aggiungere che un'altra caratteristica invariante della forma urbana il suo patrimonio architettonico storico, certamente rilevante nella citt mediterranea, ma i centri storici, stanno subendo in questi ultimi decenni una trasformazione vertiginosa una mutazione dallinterno: le funzioni degli edifici sono quasi completamente cambiate per lavvento del turismo di massa e della vocazione commerciale della citt storica17. Il design ha sostituito larchitettura nella trasformazione degli spazi. Allora la citt storica, senza perdere in fondo la sua vocazione commerciale, si riattivata per tramite di queste energie

Fig. 11./ G.P./ Tangenziale+grande interno contro soffitto/ Inchiostro di china e acquarello su carta/ 2010.

Fig. 12. / G.P./ Tangenziale est e grande interno/ Inchiostro di china e acquarelli su carta/ 2010.

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nuove e forme nuove, la sua immagine mutata, i centri storici sono di fatto rientrati nella struttura urbana contemporanea come importanti centri della rete. Al pari dei grandi outlet commerciali gli spazi della citt antica sono super linkati e pieni di vita contemporanea. In tal senso quindi, si spiega meglio la caratteristica gerarchica dellipercitt. La mutazione ha reso simili, paragonabili, identiche parti di citt prima sussidiarie luna allaltra. Non esistono pi oggi centri e periferie ma una rete omogenea con molti centri, pi o meno attivi. Lunica condizione invariante, locale e specifica, quella di geografia: orografica.
l occhio di google

Nella ricerca lanalisi di alcune citt mediterranee eseguita adoperando nuovi strumenti per la visione della citt: Google maps e Google street. Sono programmi che permettono di vedere uno spazio ricomponendo un archivio di immagini satellitari e prospettiche; queste ultime ottenute con una telecamera sferica montata su un furgoncino che ha percorso quasi tutte le citt del mondo. Con Google conosciamo il mondo (come sempre) attraverso una sua rappresentazione. Il senso delle rappresentazioni in rete sempre quello di essere una visualizzazione di un archivio di dati, una presenza della memoria in immagine. La visualizzazione, limmagine di una cosa possibile perch abbiamo dei dati che ci permettono di vedere; questo sempre stato vero nella forma urbana, il rilievo e la rappresentazione cartografica hanno permesso di vedere, leggere e studiare la forma della citt. La rappresentazione, il disegno della citt stato un sistema per dare ordine e gerarchia alla complessit del reale, attraverso esso si scavava nello spazio urbano e vi si definivano priorit e relazioni. Basti pensare ai disegni di rilievo della citt di Imola di Leonardo Da Vinci, ai suoi disegni delle pianure pontine, alla Via Giulia di Bramante, alla Roma di Piranesi, ai disegni di citt antiche degli architetti e archeologi Francesi tra la fine del settecento e lottocento, allasse delle Tuileries di Le Notre, vera spina dorsale di Parigi, o i disegni di Muratori del tessuto urbano di Roma e Venezia o quelli di Caniggia delle sistemazioni rurali. Pensiamo alla planimetria del quartiere Zen di Gregotti e Purini, alle planimetrie della tomba Brion di Scarpa, ai progetti urbani di Alvaro Siza: Lisbona, Oporto, Evora. La linea, il segno fa spazio sul foglio scava nel vuoto della carta un sistema che definisce gli spazi circostanti, d corpo ad unimmagine della citt: analogamente il progetto urbano definisce delle priorit, addensa il caos (la quantit di eventi diversi) in un sistema che d gerarchie allintorno. Con Google, il dato urbano, la scelta di che vedere data ad una comunit di utenti, noi scegliamo il percorso in relazione, non ad una cultura disciplinare ma per un uso funzionale, spesso di origine commerciale. Usiamo limmagine planimetrica (generalmente appannaggio di esperti) per definire le nostre possibili traiettorie nel mondo. Google nella sue due dimensioni proiettive maps e street rappresenta questa mutazione: da disegno della citt a esperienza. Se vogliamo, da disegno urbano progettato per la collettivit a disegno urbano progettato da ogni singolo. Disegno di una traiettoria interpretativa personale dello spazio urbano invece del processo di costruzione politica e sociale dellarchitettura. Google cio una banca dati interpretabile, sfondo delle esperienze che vogliamo fare della citt. Allora possiamo, a partire dalla banca dati di Google, ridisegnare alcune citt mediterranee attraverso Google, scegliere delle traiettorie urbane, dei luoghi e farli divenire immagine. Muoversi sulla superficie dello schermo percorrendo la materia digitale della fotografia zenitale delle citt significa esperire la citt con le logiche che abbiamo individuato nella prima parte dello scritto. E quindi significa che, come nella cultura contemporanea, tutto ha senso, anche la planimetria di una citt, solo se diviene esperienza personale diretta. Non ci sono vincoli e limiti: il nostro muoverci e fare esperienza che delinea la nostra cultura; la nostra visione del mondo, unica ed insostituibile. Consumiamo la nostra vita e il nostro itinerario urbano in funzione delle esperienze che gli danno senso. Definiamo lo spazio in relazione a ci che chiediamo alla banca dati di Google. La pianta della citt integrata dalle visioni prospettiche puntuali definita per centri: successive tappe di un percorso che non d pi relazioni gerarchiche tra le parti della citt. Si sono
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Fig. 13. /Citt sotto la tangenziale-Interno/ Inchiostri di china e seppia acquerellati su carta/ 2010.

Fig. 14. /G.P./ Aspettando i barbari/ Inchiostri e inchiostri acrilici acquarellati su carta/ 2010.

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perse le cognizioni di centro e periferia, lo spazio urbano purch raggiungibile isotropo. Ogni centro relativo importante come il centro citt. La qualit non pi data dalla forma dello spazio ma piuttosto dalla quantit di utenti e utilizzatori. Un centro commerciale pi importante di una piazza. Lo schema urbano di riferimento quello della rete, citt virtuale dellinternauta, in cui la figura articolata tra maglie e nodi. Tra tubi di flusso e centri. Ogni centro rimanda ad un altro, ci permette cio di rimbalzare nella nostra traiettoria fino ad un altro nodo della rete, un altro luogo di esperienza. Nei diversi centri infatti facciamo delle esperienze, se vogliamo provvisorie e parziali, ma esse ci permettono di essere carichi per la tappa successiva. Quello che conta il movimento, passare da un centro ad un altro. Lesperienza inanellare in un gesto ampio pi dimensioni diverse simultaneamente. Societ e uomini multi tasking per una cultura meticcia e mutante. Lo spazio che deriva da questa forma di rappresentazione, che beninteso la forma effettiva del paesaggio urbano contemporaneo (lidea collettiva che di esso si ha), strutturato per frammenti, spesso non dati da architettura nobile, ricomposti in modo pi o meno coerente, ma che rimangono frammenti incollati, giustapposti. La qualit di questa nuova citt sta nel fatto che essa originata da una stratificazioni di dati il cui esito visivo limmagine della citt. Non ci sono gerarchie apparenti se non quelle dei luoghi meglio rappresentati, i luoghi pi visti e pi frequentati. Le dimensioni figurative di questa nuova rappresentazione del mondo sono da una parte il paesaggio nella sua grande scala e, dallaltra, loggetto, il singolo frammento che diviene necessario per lesperienza conoscitiva della citt. In tal senso le doppie serie infinite di immagini che ci offre Google; quelle zenitali e quelle prospettiche, sono significative di queste due dimensioni. Si noti la continuit tra queste forme di rappresentazione e quelle che tradizionalmente hanno costruito il paesaggio urbano: la visione planimetrica (o assonometrica) dinsieme e quella prospettica, con il punto di vista basso ad altezza duomo, che ci da una visione di dettaglio. Gi nel 195718 Guy Debord rappresenta Parigi come una serie di frammenti di tessuto urbano che galleggiano nello spazio vuoto del foglio, legati insieme da una serie di frecce. evidente il nesso tra questa ripresentazione parti della citt e luso della metropolitana: infrastruttura che ci permette in poco tempo di trovarci in un quartiere differente senza aver visto niente del viaggio intermedio tra le due tappe, se non linterno del tubo di flusso del metr. Parigi, i suoi arrondissement per altro hanno delle caratteristiche cos diverse da essere effettivamente dei mondi separati luno dallaltro: se raggiunti in metr essi sembrano ancora di pi facce diverse di una stessa citt esattamente come nelle immagini di Debord. Ma pi di Debord Cortzar a descrivere nel racconto El perseguidor19 leffetto di molteplicit spaziale dovuto alla metropolitana, dove il protagonista spiega che leffetto della metropolitana sorprendente sia per il dato spaziale ma soprattutto per il dato temporale: quanti pensieri, ragionamenti e ricordi nel breve tempo di tre fermate. Nel metr convivono pi tempi quello del mezzo che si muove e quello enormemente pi grande del pensiero e del ricordo dei suoi viaggiatori. Quindi lidea dello spazio urbano fatto di frammenti diversi, spazi diversi e tempi diversi uniti da un percorso, non nuova ma la vera differenza sta nellidea o nellimmagine che abbiamo di questa discontinuit. Con Google lo spazio discontinuo si ricompone, i frammenti esperenziali che noi inanelliamo nei nostri spostamenti sulla mappa sono congiunti da un immagine continua. Tra un centro ed un altro non c il vuoto, ma piuttosto la superficie, completamente mappata, della terra. Tra un luogo ed un altro, nello spostamento, la sequenza dimmagini scorre veloce e si presenta un sistema figurativo sfocato e astratto, ma siamo sulla superficie, descriviamo un movimento in uno spazio continuo. Certo sappiamo che quella continuit una maschera dimmagine ad un sistema di dati. Ma leffetto complessivo di continuit figurale. Come nelledificio contemporaneo che rappresenta un centro della rete i sistemi molteplici e differenti che si sovrappongono, le forme per le varie funzioni, non sono solo accostate ma fuse in continuit, nellimmagine urbana e del mondo che abbiamo con Google il mosaico di immagini continuo. Ci sono soluzioni di continui-

Fig. 15. / G.P./ Terza Architettura/ Inchiostro di china, inchiostri acrilici e acquarelli su carta/ 2010.

Fig. 16./ G.P./ Terza architettura/ Inchiostri acrilici su carta/ 2010

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t, spesso sfocate e aberrate, che uniscono le varie tessere fotografiche in una superficie completamente mappata. La contemporaneit non offre rotture, si presenta come un sistema di superficie, senza profondit, ma in grado di farci muovere velocemente tra una cosa e laltra. Si disegnano su questa superficie traiettorie da surfisti, ogni utente lascia delle scie. Segni del proprio passaggio. Simulacri del mondo reale offerti come data base consultabile ai fruitori del web. Le foto degli utenti a cui possiamo acceder completano la mappa. Sono frementi di realt, racconti di esperienze personali. In pi da Google si passa attraverso alcune foto a flickr (o eventualmente su youtube): un sito in cui si possono esporre le proprie fotografie; per temi o per parole chiave su flickr possiamo completare la nostra esperienza del mondo dal di dentro. Laltro grande archivio a cui accediamo facilmente da Google, ad esso complementare, lenciclopedia on line Wikipedia. Con poche mosse, consultando queste banche dati, possiamo definire la nostra conoscenza di un luogo20 e specificare il nostro itinerario. E allora evidente il multi tasking: facciamo pi cose, analizziamo la citt da punti di vista differenti usando lo stesso medium digitale, connettiamo universi di senso diversi, vediamo da angoli diversi la realt o meglio forse la sua rappresentazione globale. Non la qualit dello scatto fotografico ad aprire orizzonti nuovi, ne la profondit della conoscenza, ne levidenza simbolica ed emblematica di un esperienza particolare, ma il fatto di poter passare da una cosa allaltra. Ad aprire nuovi orizzonti lidea che le banche dati immagini e le definizioni (foto, video e parole) sono un patrimonio comune usabile a nostro piacimento per definire il nostro movimento: la nostra esperienza del mondo. Le immagini che troviamo nella rete hanno uno statuto singolare in rapporto a le immagini a cui eravamo abituati solo alcuni decenni indietro. Esse infatti non hanno generalmente una grande qualit estetica. Nel senso che, come accade nelle immagini darte, non si vede una costruzione notevole, anche le tecniche di produzione non sono particolarmente sofisticate ed evidenti; quasi non esistono pi disegni con la complessit e le caratteristiche tecniche a cui eravamo abituati. La qualit delle immagini della rete sta tutta nellessere frutto di un'esperienza. Esse sono tracce di una presenza in quel posto in quel momento. Indice di unesperienza. La mediet qualitativa una caratteristica importante dellimmagine contemporanea. Ogni specialismo, ogni tecnica produttiva elaborata, ogni oggetto grafico che abbia profondit eccessiva implica una pausa di riflessione, una sosta, un ascolto attento. Tutte cose che fermano il movimento. Le immagini, che adoperiamo come tappe di un passaggio, di un movimento di superficie tra un evento ed un altro non debbono impedire il movimento complessivo, non debbono rallentarlo ma piuttosto potenziarne lenergia cinetica. Lattenzione non centrata solo su quellimmagine ma su quellimmagine ed il movimento in atto. Un'immagine che possiamo apprezzare velocemente pi importante, in questa logica, di un'immagine profonda complessa che impone una pausa di riflessione. Un ultima riflessione prima di approfondire lo statuto delle nuove immagini della rete, va fatta sullidea vertiginosa che il web non altro che rappresentazione. Ci muoviamo e vediamo il mondo reale attraverso dei simulacri in immagine di esso. Il web il trionfo della rappresentazione, rappresenta il passaggio dellesperienza artistica alla totalit dei suoi utenti. Le prassi produttive, ma anche di ricerca e pi generalmente di modo di pensare che adopera la rete sono identiche a quelle che da sempre hanno usato gli artisti: il procedere nel ragionamento per immagini, affiancare ai testi delle figure, lavorare su materiali eterogenei ridefiniti da un codice estetico produttivo (il sistema digitale), mettere insieme generale e particolare. Pensare per associazioni di idee libere e subito formularle in immagine. Questo modo di produrre e di vedere il mondo, che una pratica evidente nell'universo della rete basti pensare al passaggio da sito come vetrina al blog, strumento simultaneamente di comunicazione e di creazione da sempre lo studio: lambito di lavoro dellartista. La definizione spaziale di un pensiero per immagini, lappendere le opere nellatelier, spazializzare il pensiero, lesigenza di visualizzare i passaggi logici attraverso scritto e immagini, lintervenire con delle tecniche artistiche personali su dei dati reali, lo spostamento, il viraggio del senso della realt in una direzione tendenziosamente personale, lanarchia libertaria delle relazioni sociali, tutto ci che evidente
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Fig. 17./ G.P./ spettando i barbari/ China e inchiostri acrilici su carta/ 2010.

Fig. 18./ G.P./ Terza Architettura/ Inchiostri acrilici su carta/ 2010.

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oggi nei comportamenti degli utenti della rete, da sempre il mestiere che fanno gli artisti. Allora lultima sintetica considerazione che ci che pi affascinante di questo mondo digitale il passaggio ad una creativit diffusa in cui le estetiche e le prassi produttive dellarte sono divenute un fattore esteso ad una grande comunit. Non sono pi appannaggio di pochi, e in tal senso, non sono legate a nessun potere e in qualche modo svincolate da un possibile mercato. Questa prassi artistica da dilettanti, questa creativit diffusa ha cambiato le estetiche in atto in particolare nel rapporto tra immagine e comunicazione.
questioni di disegno e rappresentazione

Per chi abituato a studiare il disegno, per chi ha la passione delle materie, delle carte e delle materie scriventi per chi guarda i disegni in luce radente per vedere i segni degli strumenti che li hanno generati, buchi di compasso, segni di stili o cancellature, presenze di tecniche grasse e magre, velature di colore; materie coprenti e trasparenti, linfinitesimo spessore delle loro stratificazioni, per chi abituato a questo limmagine della rete indubbiamente una realt sconcertante. Tutto ci che nella materia parla di eventi produttivi scompare in funzione di superfici omogenee di pixel, spesso a risoluzioni inadeguate. Eppure nonostante e forse in parte a causa di questa apparentemente insopportabile perdita di qualit, nelle immagini che vediamo su internet rimane un fascino magnetico indiscutibile. E proprio la risoluzione digitale, la scrittura nel codice binario, la riduzione di qualit che porta in primo piano alcune caratteristiche fondamentali non solo dellimmagine digitale ma pi in generale di tutte le immagini. Come esperimento, da cui trarremo alcune conclusioni in seguito, possiamo fare una ricerca per immagini su Google usando come parole chiave Michelangelo Porta Pia. Insieme a pi immagini della famosa porta di Roma, fotografie dellarchitettura esistente, alcune foto aeree del quartiere, una serie di immagini depoca della breccia di Roma ad opera del generale Cadorna, troviamo, incredibili nella loro potenza, i disegni di progetto di Michelangelo. Allora perch questi disegni pur ridotti nella loro materia, provenienti da fonti pi disparate, spesso anche con i margini del campo grafico impropriamente tagliati, rimangono cosi potenti, in relazione alle altre immagini? In altre parole e generalizzando, perch alcune icone nel web sono pi forti di altre? Quali sono le caratteristiche che permettono di distinguerle come significative, cosi, tra le tante? Possiamo dire che abbiamo tre dati fondamentali che ci permettono ad un primo sguardo di individuare un immagine significativa. Evidenza della struttura iconografica: Intendiamo piuttosto limpostazione dellimmagine in relazione al campo della rappresentazione, la chiarezza la scelta di come impostare licona dellimmagine in relazione al campo grafico, le prevalenze orizzontali o verticali di un segno, relazione tra pieni e vuoti nel campo grafico, e anche, la relazione della figura con la storia iconografica di temi simili. Nel caso del disegno di Michelangelo per Porta Pia, anche nella brutale riduzione che impone limmagine di internet, rimangono chiari ed evidenti i partiti chiaroscurali (compresi i toni cromatici giallo del fondo del foglio e rosso bruno del bistro), lassialit del sistema figurale, ma anche il rapporto tra lo spazio architettonico degli ornati del portale (ordine architettonico e decorazioni) e lo spazio cavo del passaggio vero e proprio. In pi la qualit plastica del portale con i doppi piani in risalto in rapporto allo sfondo e allattico del torrione della porta. I profondi solchi che separano lordine architettonico dal fondo e la plasticit dellarchitrave polilobato. Evidenza della figura: limmagine contemporanea su internet ci riporta ad una figurativit primaria, a dire che le immagini efficaci sono quelle che immediatamente ci mettono in relazione attraverso levidenza della figura con il mondo reale che descrivono. Si tratta di una figurazione evidente in qualche modo esibita, che lascia quasi tutto, nella descrizione dei dati reali, mettendo in forte risalto la figura fondamentale. In particolare questa evidenza dovuta al modo di trattare un tema figurativo. Attraverso la capacit di sintesi e lessenzialit con la quale si definisce una figura. Si pensi, qui sostanzialmente alla capacit gerarchica di descrizione delle cose, innanzitutto i segni che descrivono i concetti fondamentali e poi gradualmente il resto: ci che definisce i corollari e i dettagli. Sempre nel disegno

Fig. 19./G.P./ Terza Architettura/ Inchiostro di china e inchiostri acrilici su carta/ 2010.

Fig. 20. / G.P./ Figure della citt di notte/ Inchiostri acrilici su carta/ 2010.

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michelangiolesco, non vi alcun dubbio che si tratti di una porta, il disegno, lo spazio della pagina, sono tutti definiti da un dentro ed un fuori: la materia architettonica e progettuale sta a definire un margine, compreso e limite, tra il fornice della porta, lingresso e lo spazio esterno ad esso. In qualche modo si prediligono immagini fortemente legate alla parola chiave che le ha richiamate: porta Pia, il disegno di Michelangelo in relazione a tutte le altre immagini trovate con questa parola chiave incontestabilmente legato allidea di porta. lidea di porta. Levidenza della figura poi legata alla chiarezza della struttura iconografica su detta ed anche allevidenza del messaggio. Evidenza del messaggi o la chiarezza strutturale: la forte gerarchizzazione delle materie dellimmagine in funzione del suo concetto chiave, portano inevitabilmente ad una capacit di comunicazione immediata dellimmagine. In qualche modo prevalgono quelle immagini che hanno predominante il significato frontale, che risolvono le ambiguit semantiche nella sintesi estrema. Immagini dirette nel significato a costo di essere primarie. Prevalgono dei sistemi figurali che non definiscono degli stati sfumati di significato, ma si risolvono in delle affermazioni evidenti. Questo vero in particolare se pensiamo che la serie di immagini che appaiono sullo schermo sono definite in relazione alla ricerca per nome , ossia alla relazione Kossuttiana tra nominazione e figura. Attraverso la combinazione di questi tre fattori limmagine da internet, si presenta con una forte spettacolarit. Spettacolarit che inversamente proporzionale a profondit: le immagini del web hanno la funzione di rimandarci ad altro sono sistemi passanti. Esse si approssimano molto agli indici, proprio nel loro senso semiotico. Segni che rimandano ad altro. Non sono indici perch in esse rimane, come abbiamo visto, una possibilit di senso. Essendo sistemi passanti, tappe di un percorso. Punti di rimbalzo in un movimento pi ampio. Esse contengono un dato informativo minimo e in esse completamente definito, ma vanno interpretate come tessere di un mosaico. Per chi come noi tutti ormai lavora su internet e lavora sulle immagini noto il fatto che quando facciamo una ricerca collezioniamo un vasto numero di icone intorno ad alcuni concetti, ad essi pi o meno strettamente legate. Innanzitutto, quindi, guardare su internet significa definire un archivio di immagini che possiamo chiamare immagini ausiliarie. Esse sono la sostanza della ricerca. Quindi un'altra qualit dellimmagine in rete quella di essere sempre legata alla serie delle sue sorelle di ricerca. Larte moderna fortemente connotata da questa relazione tra immagine, indice e serie21. Fin dalla visualizzazione sullo schermo, le immagini si presentano con una struttura figurativa legata alla griglia, in forma di matrice, e nel collezionarle, salvandole nel nostro calcolatore, adoperiamo una cartella che diviene un luogo di raccolta della serie di immagini legate tra loro dal tema della ricerca. Riepilogando limmagine che funziona su internet quella dotata di una spettacolarit sufficiente a rimandare losservatore ad altre immagini (pensiamo in tal senso al rapporto tra immagini e blog). La sua spettacolarit dovuta alle tre caratteristiche intrinseche che abbiamo riassunto come evidenza della struttura iconografica: evidenza figurale dellimmagine e frontalit comunicativa. Le immagini della rete sono poi indelebilmente legate ai concetti di serie e di indice in quanto sono sistemi passanti che rimandano nella loro essenza sempre ad altro da s. Viene facile mettere in relazione queste caratteristiche con le immagini per il progetto: quelle immagini cio, che ci permettono di interpretare il reale al fine dellinvenzione di uno spazio si tratti indifferentemente di design, architettura o paesaggio. Infatti nel processo progettuale ci muoviamo tra un'immagine e laltra; il progetto, la ricerca che esso sottende, si svolge eminentemente per immagini su delle immagini: il luogo del progetto definito attraverso delle rappresentazioni: planimetrie immagini cartografiche, fotografie schizzi dal vero. I termini della ricerca progettuale sono immaginati a partire dalla relazione tra il luogo e delle idee forti concept che, entrando in relazione con le rappresentazioni dei luoghi, divengono le figure chiave a partire dalle quali si sviluppa il processo progettuale. Nel caso del design del prodotto il luogo sostituito dalla serie di oggetti precedenti di quella tipologia di prodotto. Quindi le immagini sono sistemi passanti la cui struttura generalmente spettacolare tanto da offrirsi simultaneamente come appoggio allimmaginazione provvisorio e tema ricorrente e strutturante il progetto. Le immagini,
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soprattutto nelle modalit progettuali e nelle procedure contemporanee (si pensi ai grandi atelier del progetto definiti dai grandi studi delle firme pi note dellarchitettura e del design contemporaneo), implicano una larga condivisione dellidea progettuale in quipes composte da molte persone. Il che significa che esse sono degli strumenti di comunicazione molto potenti in cui la dimensione figurale molto forte22. Infine il processo progettuale assolutamente legato allidea di serie in quanto ci muoviamo, nel progettare, attraverso una serie di immagini legate tutte da un medesimo concetto. Le immagini del progetto poi, per loro costituzione intrinseca, per essere passaggi e prefigurazioni dello spazio finale realizzato hanno un ruolo indicale in relazione alla realt nel senso che allinizio del processo progettuale esse sono un surrogato del luogo, mentre, alla fine, a progetto pi definito esse diventano indici del nuovo spazio da costruire. In conclusione, quindi, le immagini di internet hanno la stessa funzione di quelle che si adoperano per definire un progetto, ossia fungono da supporto figurativo ad un pensiero estetico-formale rivolto a riprogettare il mondo. Possiamo allora interpretare internet come un palinsesto figurale per la produzione progettuale dellera della creativit diffusa. In tal senso evidente che ridisegnare con Google pezzi di citt significa infilare le mani in questo palinsesto figurale che il web. Significa leggere la citt in relazione a tutte le associazioni di immagini che il web permette. Significa ridisegnare il nostro itinerario urbano in rapporto a questa realt espansa che internet come banca dati di immagini, creativit diffusa come prassi operativa, ci permettono. - isola sacra Il presente studio, si articola in tre parti strettamente correlate, e con sviluppo in parallelo: il testo che la sintesi di una serie di scritti che riguardano lo studio dei materiali documentali e lelaborazione delle immagini da, e le immagini che sono di due tipi: da un lato dei disegni teorici o d'invenzione (qui raccolti in una selezione affianco al testo) e dall'altro (nelle tavole a fine testo) una serie di rappresentazioni digitali dei tre itinerari urbani attraverso Google. I disegni teorici si pongono come figure che interpretano in modo operativo delle riflessioni sulla struttura dello spazio urbano: sono disegni progettuali; la loro volont quella di essere oggetti di soglia tra losservazione di figure esistenti e la produzione di nuovi spazi estetici possibili. I disegni teorici sono in qualche modo debitori alla scrittura automatica e al gioco del cadavre exquis di stampo surrealista, in cui sono le associazioni di idee pescano nell'inconscio a rivelare delle verit possibili. Questi disegni, elaborati contemporaneamente al progredire della ricerca, e quindi legati ai temi da essa suggeriti, si pongono come un doppio in immagine degli stessi pensieri, ma senza un legame diretto e didascalico; sono riflessioni in immagine parallele allo scritto e dotate di una certa autonomia in cui la dimensione intellettuale di interpretazione dei nuovi spazi urbani diviene un'operazione costruttiva di immagini analoghe. Il disegno da interpretare come il primo atto costruttivo dello spazio, sempre progettuale, compreso tra definizione di una figura e astrazione. I disegni teorici sono il controcanto architettonico alla visione delle citt da Google. Costituiscono i vocaboli base di una nuova architettura che chiamo terza architettura definitivamente legata alla citt-mondo e al mondocitt, alla rete, alla creativit diffusa e all'idea di terzo paesaggio. Sono disegni motivati dalle riflessioni sulla nuova struttura urbana delle metropoli contemporanee. Sono pensati muovendosi sulle, nelle reti infrastrutturali di tre metropoli europee: Milano, Parigi, Roma: rappresentano bene la condizione di viaggio e di nomadismo che la condizione contemporanea implica. Sono disegni teorici come ricordi di viaggio: dei disegni analoghi al movimento tra le citt-mondo. La serie di tavole che seguono il testo, invece, sono dei viaggi specifici attraverso le citt di Marsiglia, Venezia e Roma-Fiumicino (Isola Sacra) ma con Google, attraverso la nuova forma di rappresentazione urbana. Si tratta di possibili itinerari, in tre citt particolari ed enormemente suggestive per storia e per le caratteristiche spaziali architettoniche che le definiscono. Ma si tratta di una modalit di lavoro che potrebbe/dovrebbe essere sviluppata in grande scala, con delle quips di studiosi, disegnatori, architetti e artisti per ridefinire
casi studio : marsiglia , venezia e roma

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UltiMi FUochi. Visioni di citt Mediterranee tra design e Paesaggio

dei nuovi paesaggi contemporanei. Ci che presento un esempio di metodo creativo di riscrittura delle mappe urbane, con il tentativo di fornire alla visione di Google la pienezza delle forme di rappresentazione urbana che lo hanno preceduto. In particolare sommando alle immagini esistenti la forza progettuale del disegno d'invenzione e del paesaggio teorico. Gli itinerari nelle citt di Marsiglia, Venezia e Roma-Fiumicino (Isola Sacra), vengono presentate come un racconto per immagini senza alcun commento scritto. Sono delle tavole che presentano la sequenza dimmagini in sequenza e a caduta: dalla visione zenitale23 del territorio fino all'ingresso nelle strade, nelle piazze e sugli edifici scelti come centri rappresentativi della citt. Il passaggio quello tra i due ambienti di Google maps e street. In sostanza un passaggio iconografico tra visione planimetrica e spazio prospettico. I tre itinerari sperimentati definiscono e rappresentano tre citt attraverso un tema interpretativo. Collegano in un movimento urbano, un gesto, pi spazialit dando senso ad una lettura interpretativa della mappa e delle immagini fotografiche della rete. In pi il materiale iconografico, acquisito in una banca dati personale off-line viene reinterpretato in immagini di sintesi che si pongono come paesaggi teorici delle stesse citt. Le citt su cui verte l'indagine, sono emblematiche di tre condizioni del mediterraneo. Marsiglia: la citt porto, fieramente indipendente e dai caratteri individuali, nei suoi spazi e nelle sue architetture, molto accentuati. Posta in una condizione orografica singolare, ma comune a molti luoghi mediterranei: arrivo dal mare circondato da alte colline. Venezia: la citt isola, ma anche per la sua struttura di luogo completamente costruito e artificiale, un luogo in grande contrasto con un ambiente naturale unico come la sua laguna. Venezia proprio per questa sua qualit di arte-fatto il luogo dellarte- Citt darte e di commercio oggi citt d'arte e di turismo. Roma-Isola sacra: in realt non Roma ma il suo lungomare. Intorno al porto (oggi un lago, anche detto il Pantano Borghese) di Traiano. Il Porto di Traiano un esagono scavato nel territorio. Una geometria cristallina visibile solamente dall'alto che sorge in un luogo incredibile per la sua natura, compreso tra lestuario del Tevere prima di Ostia e il canale artificiale (lo stesso che sfocia oggi a Fiumicino) fatto costruire da Claudio nel 46 D.C., il primo porto di Roma. L'isola sacra , per contrasto oggi, la costa deturpata da edilizia abusiva e di speculazione, da grandi assi infrastrutturali: aeroporto, strade, porto canale, ma anche arenili gremiti d'estate e lande deserte, terzi paesaggi d'inverno. Poco lontano stato ucciso Pasolini. Contrariamente alle altre due citt: la citt porto e la citt isola questa della costa romana una citt lineare, una conurbazione orizzontale ormai trasformata da luogo di villeggiatura in grande periferia suburbana di Roma. La citt di Marsiglia interpretata a partire dall'itinerario che mette in relazione alcune sue architetture emblematiche, in particolare l'unit dhabitation di Le Corbusier e le architetture intorno al porto vecchio di Fernand Pouillon. anche un itinerario tra la zona alta della citt e il mare, tra citt contemporanea e citt storica. Ma sopratutto un itinerario tra due possibilit dellarchitettura moderna intorno al tema degli alloggi ad alta densit. infine un itinerario figurativo intorno a due modi di misurare il mondo a partire dal quadrato: le serie blu e rosse di Le Corbusier che divengono le Un itinerario tra due materie e due luci, il bton brut di Le Corbusier e la pietra gialla calcarea di Pouillon. C differenza tra un' idea di citt e di architettura come quella di Le Corbusier, per cosi dire eroica in cui l'edificio si confronta agli eventi naturali: l'orizzonte il paesaggio collinare, il mare, un idea maschilmente civile e di continuit con lo spazio urbano esistente in quella di Pouillon, in cui l'idea di strada, come le strade nel centro antico della citt, taglio verticale nel costruito ritorna in forme moderne definite da grandi isolati omogenei; ancora un architettura questa di Pouillon che diviene fronte sul mare come erano le strutture difensive dei porti mediterranei. Venezia Il paradosso di Google che non riesce a rappresentare una citt antica, o meglio una citt non percorribile da un automobile. Alcuni centri pedonali di Venezia non sono descritti da Google street. In tal senso la citt della veduta per antonomasia, Venezia, non ha apparentemente rappresentazioni prospettiche su Google. Infatti il meccanismo di ripresa, il camioncino necessario alla ripresa per questo stu-

diato ed equipaggiato, non percorre le strade dacqua della Serenissima. Ma la rete supplisce, gli utenti, le loro foto a centinaia mappano la citt. Quindi a Venezia si sostituiscono alle riprese ufficiali dei nuovi amanuensi di Google. Sono viste intime frammenti di esperienze personali, che nella loro enorme serie per frammenti altamente evocativi restituiscono unimmagine della citt, della laguna, simultaneamente di dettagli e panorami. Allora come non pensare alla pittura che ha gi descritto Venezia, una pittura che ne rappresenta gi esattamente limmagine da Carpaccio a Canaletto, quelle gallerie, piene di quadri, che descrivono i paesaggi ma anche i luoghi pi intimi, gli interni dei palazzi, delle stanze con finestre alte e strette che affacciano sulla luce umida di Venezia? Questo viaggio a Venezia dunque doppio; a partire dalla sua immagine contemporanea arriviamo alla sua immagine pi antica, ritrovando in realt un identit sentimentale apprezzabile sostanzialmente nella precisione oggettuale delle sue architetture e nella morbida spumosit della sua luce. Certo, lesperienza andrebbe estesa (sar un possibile soggetto della prosecuzione della ricerca) alla Venezia d'entroterra, al Veneto in trasformazione vertiginosa tra le ville di Palladio: la Malcontenta e Porto Marghera. Ma quanto detto dovrebbe bastare a rendere il senso complessivo della mutazione; cio di come cambia limmagine della citt al mutare della nostra cultura visuale. Immagine che cambia anche nel mantenimento di caratteristiche costanti, noccioli duri di resistenza degli spazi che vengono riletti da culture differenti. Roma-Isola sacra Guardando dallalto il litorale Romano, l dove il Tevere ha la sua foce, prima di Ostia e del canale artificiale fatto costruire da Claudio come porto di Roma, l'occhio cade immediatamente su un vasto esagono regolare, secondo porto della citt fatto costruire da Traiano tra il 100-112 D.C. Probabilmente Opera Di Apollodoro di Damasco, il porto che ha un lato di 357 metri ancora unicona di una potenza incredibile. Visibile quasi esclusivamente dallalto questo segno geometrico, che ci parla di una cultura architettonica in grado di definire anche infrastrutture commerciali, come un porto, in relazione al paesaggio, contrasta enormemente con lo scempio dello stesso paesaggio delledilizia tra abusiva e speculativa del litorale romano contemporaneo. Ma anche in relazione alle nuove infrastrutture, il novo aeroporto di Fiumicino, lautostrada Roma-Fiumicino, la nuova fiera di Roma, il cinecit e molteplici nuovi quartieri e centri commerciali. Il tema quindi dellitinerario su Roma-Fiumicino/Isola Sacra la ricerca nelle stratigrafie del presente dei diversi modi di vedere lo spazio e il paesaggio. Vedere dallalto ci permette di ritrovare segni che la visione prospettica ravvicinata cela e ritrovare un disegno dei luoghi. Questa possibilit dovrebbe servire a chi progetta a vedere oltre la necessit immediata ed ingegneristica, a pensare lo spazio in termini complessivi, anche una strada o un aeroporto come eventi paesaggistici. Nel Porto traianeo, opera di uno dei pi importanti architetti dellantichit, risuona ancora, anche adesso tramutato in un muto lago, la centralit della citt pi grande dellantichit. L'arrivo di uomini e merci al centro dell'impero. E' evidente in tal senso la simbologia dei numeri e la forma centrale. Ma anche, a vedere bene, una specie di trascrizione geometrica dei laghi vulcanici che circondano Roma. Un collassare in unoperazione di ingegneria di molteplici significati riguardanti il paesaggio. Il mediterraneo le sue reti che divengono un centro, il porto di Roma, che una geometria cristallina. La citt centro del territorio che si definisce per centri successivi. Forse con Google, per il fatto che riusciamo, noi tutti, a misurare la superficie del pianeta con uno sguardo possiamo avere quella sensazione di giardino limitato da preservare e da immaginare a partire dalla definizione di un suo nuovo paesaggio. La nuova possibilit di conoscenza che ci apre Google, il fatto di poter vedere e conoscere lo spazio gi in forma paesaggistica, ossia attraverso liconografia classica di descrizione del paesaggio (vista planimetrica e prospettica), il fatto di poterci muovere in questi paesaggi dovrebbe restituire allarchitettura e a tutti i nostri interventi sul territorio la specificit di essere eventi relazionali, cio i grado di connettere concettualmente spazialit pi larghe. Coscienza paesaggistica. Progetto dello spazio innanzitutto come atto critico di interpretazione ed esperienza del paesaggio del giardino planetario.

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Note
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Per avere un idea di quel che dice questo libro possiamo anche, on-line, su youtube, cercare Alessandro Baricco i barbari si trovano dieci piccole puntate in cui lautore racconta i temi importanti del saggio. Qui facciamo riferimento all'edizione italiana dl libro: Zygmunt Bauman, Modernit liquida, ed. Laterza, 2006. Zygmunt Bauman, l'etica in un mondo di consumatori, ed. Laterza, 2010. Andrea Branzi, Modernit debole e diffusa.Il mondo del progetto alle soglie del XXI secolo,Skir, 2006. Silvana Annichiarico, Andrea Branzi (a cura di). Che cosa il design italiano/ le sette ossessioni, Electa, 2008. catalogo della mostra omonima nel Museo del design, Triennale di Milano. E anche: Silvana Annichiarico (a cura di) Serie e fuori serie. Seconda interpretazione. Electa 2009. catalogo della seconda interpretazione espositiva del Museo del design, della Triennale di Milano. The new Italian design. Il paesaggio mobile del nuovo design italiano. Ed della Triennale di Milano, 2007. Si veda in particolare lo scritto di Andrea Branzi: Sette gradi di separazione. Andr Corboz. Sortons enfin du labyrinthe, ed. Infolio, Losanna. 2009. Aldo Rossi. Autobiografia scientifica, il saggiatore, 2009. Propongo qui l'ultima edizione di questo libro. Perch anche se nelle mie letture risale al periodo universitario. Ho trovato, rileggendolo, in questa edizione, oltre gli schieramenti e le faziosit del momento, quanto si tratti di un opera importante per noi architetti italiani e quanto abbia la capacit teorica di porsi come anticipatore anche di libri pi radicali e avanguardisti come "Delirious New York" di Rem Koolhaas Ed it. A cura di Marco Biraghi, Electa, 2000. Conferenza dal titolo la costruction du talent tenutasi nella sede della SFA (Socit Franceise dArchitecture), Hommage a Michel Kagan, 11 maggio 2010. Crf. Sullargomento allo scritto di Andr Corboz avete detto spazio? in Casabella n 597-598, feb. 1993, pp. 20-23. Andr Corboz, sortons enfin du labyrinthe, ed. Infolio 2009. Si fa riferimento in particolare al saggio: la pendule de profil: comment penser la mutation?, pp. 51-61. Questo vero in generale, anche se molta letteratura del Novecento (e anche tutte le forme darte del novecento) esce da queste regole, si pensi ai libri di Joyce, o ad alcuni racconti di Borges, ma in particolare dobbiamo fare riferimento ad un libro chiave del novecento che Rayuela di Julio Cortzar (1962), romanzo nel quale lautore definisce diverse possibilit di accesso e di lettura.

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In Marc Aug, Tra i confini. Citt, luoghi, interazioni, Bruno Mondadori, 2007. Gilles Clmet, uno dei pi importanti paesaggisti contemporanei, teorico del paesaggio che ha attraverso i suoi scritti elaborato una teoria sucscettibile di interpretazioni che trascendono il problema paesaggistico. la sua ricerca teorica visibile sul sito www. gillesclement.com Si veda in proposito: Gilles Clment, Manifesto del terzo paesaggio, ed. Quodlibet, 2005. Come si legge nel sito di Clment il solo progetto ne quale proposta una scenografia del terzo paesaggio il Parc Matisse a Lille, dove lisola Deborance, oggetto centrale soprelevato di 7 metri sul piano comune,accoglie su 3500 mq una foresta ideale impiantata solo dalla natura. Inaccessibile ma osservata, essa serve da madre e a indicatore per una gestione nella pi grande economia possibile degli otto ettari di parco pubblico. Si veda in proposito il lavoro degli Stalker, collettivo darte che ha percorso molti terzi paesaggi delle citt europee, in particolare la citt di Roma che ha nel suo dna il rapporto duale tra citt e campagna tra progettato e abbandonato. Cfr: www.oservatorionomade.net; www.stalkerlab.org Crf. Andrea Branzi, Modernit debole e diffusa. Il mondo del progetto all'inizio del XXI secolo, Skir 2006. Guy Debord Naked City 1957. Julio Cortzar El perseguidor 1959. Prima pubblicazione nella raccolta di racconti dal titolo las armas secretas, Buenos Saires, Sudamericana 1959. Ed. italiana: Julio Cortzar Le armi segrete, Einaudi, 2008. www.flickr.com; www.youtube.com ; www.wikipedia.com Per approfondire largomento Cfr: Rosalind Krauss, The Originality of the Avant-Garde and Other Modernist Myths, MIT press, 1985. In particolare per la ricerca si adoperata la versione francese: Rosalid Krauss, Loriginalit de lavant-garde et autres mythes modernistes, Macula, 1993. Per il tema qui evocato si vedano in particolare gli scritti: Notes sur lindex, pp. 63-91 e Grilles, pp. 93-109. Cfr. in relazione a questo argomento allo scritto dellautore, sul processo progettuale in relazione alluso delle immagini, nel seno dellattivit progettuale di Nextarchitetti, Gabriele Pierluisi, Passaggi (relazionali), pp.18-21 in Next Architetti. Paesaggi Relazionali, Ed. Edilstampa, 2007 In tal senso non possiamo non citare un antecedente figurativo fondamentale che il film The Powers of 10, degli Eames, in cui una sequenza di immagini fotografiche, definiscono una scesa verticale dall'infinito all'infinitesimo sulle potenze del dieci nella scala delle grandezze, ossia dallo spazio fino all'interno della materia.

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Bibliografia
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UltiMi FUochi. Visioni di citt Mediterranee tra design e Paesaggio

tavole

Tavole Marsiglia (Marseille): Marsiglia 1.

Marsiglia 2_avvicinamento zenitale.

Marsiglia 3_avvicinamento sul porto vecchio.

Marsiglia 4_Porto vecchio: edifici di Pouillon.

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Marsiglia 5_porto vecchio edifici di Pouillon e la Tourette.

Marsiglia 6_ Pouillon: la Tourette.

Marsiglia 7_ Pouillon La Tourette.

Marsiglia 8_ da Le Corbusier al centro.

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UltiMi FUochi. Visioni di citt Mediterranee tra design e Paesaggio

Marsiglia 9_Porto nuovo 1.

Marsiglia 10_ Porto nuovo 2.

Marsiglia 11_LC Marseille.

Marsiglia 12_LC e territorio trittico.

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Tavole Roma-Fiumicino: Fiumicino 1.

Fiumicino 2_avvicinamenti.

Fiumicino 3_ Stratigrafie.

Fiumicino 4_ dal basso citt aereoportuale.

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UltiMi FUochi. Visioni di citt Mediterranee tra design e Paesaggio

Fiumicino 5_porti.

Fiumicino 6_Litorale: citt lineare 1.

Fiumicino 7_citt lineare 2.

Fiumicino 8_ citt lineare3: Ultima spiaggia.

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ultimi Fuochi. Visioni di citt mediterranee tra design e paesaggio

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Venezia 1_Avvicinamento zenitale.

Venezia 2_Limiti Carrabili e di ripresa.

Venezia 3 _ con links: the bells of San Marco.

Venezia 4_foto degli utenti.

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ultimi Fuochi. Visioni di citt mediterranee tra design e paesaggio

Venezia 5_plurimo sovrapposte.

Venezia 6 _Carpaccio.

Venezia 7 dittico con Carpaccio e Canaletto.

Venezia 8_Vedova 1.

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unit di ricerca del politecnico di milano

Venezia 9_Vedova 2.

Venezia 10_Vedova 3.

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Autori

Gabriella Abate dottorando di ricerca in Disegno presso la Facolt di Architettura della Seconda Universit degli Studi di Napoli. Marinella Arena ricercatore in Disegno presso la Facolt di Architettura di Reggio Calabria. Alessandra Avella ricercatore in Disegno presso la Facolt di Architettura della Seconda Universit degli Studi di Napoli. Enrica Bistagnino professore associato di Disegno presso la Facolt di Design del Politecnico di Milano. Letizia Bollini ricercatore in Disegno presso lUniversit degli Studi di Milano-Bicocca. Rosario Giovanni Brandolino professore associato di Disegno presso la Facolt di Architettura di Reggio Calabria. Federico Brunetti dottore di ricerca presso il Politecnico di Milano. Antonino Calderone professore a contratto presso la Facolt di Architettura della Seconda Universit degli Studi di Napoli. Massimiliano Campi professore associato di Disegno presso il Politecnico di Milano. Mara Capone ricercatore in Disegno presso la Facolt di Architettura dellUniversit degli Studi di Napoli Federico II. Giorgio G. Cannizzaro dottorando di ricerca in Rilievo e Rappresentazione dellArchitettura Mediterranea presso la Facolt di Architettura di Reggio Calabria. Laura Carlomagno professore a contratto presso la Facolt di Architettura della Seconda Universit degli Studi di Napoli. Raffaele Catuogno dottore di ricerca presso la Facolt di Architettura dellUniversit degli Studi di Napoli Federico II. Daniela Chil dottore di ricerca in Rilievo e Rappresentazione dellArchitettura Mediterranea presso la Facolt di Architettura di Reggio Calabria. Alessandra Cirafici professore associato di Disegno presso la Facolt di Architettura della Seconda Universit degli Studi di Napoli. Luigi Cocchiarella ricercatore presso la Facolt di Design del Politecnico di Milano. Daniele Colistra professore associato di Disegno presso la Facolt di Architettura di Reggio Calabria. Fabio Converti ricercatore presso la Facolt di Architettura della Seconda Universit degli Studi di Napoli. Gabriella Curti ricercatore in Disegno presso la Facolt di Architettura di Reggio Calabria. Rosita Dassisti collaboratore presso la Facolt di Design del Politecnico di Milano. Maria Rosaria DellAmico dottore di ricerca presso la Facolt di Architettura della Seconda Universit degli Studi di Napoli. Mariella DellAquila professore ordinario di disegno presso la Facolt di Architettura dellUniversit degli Studi di Napoli Federico II. Teresa Della Corte dottore di ricerca presso la Facolt di Architettura dellUniversit degli Studi di Napoli Federico II. Antonella Di Luggo professore straordinario di Disegno presso la Facolt di Architettura dellUniversit degli Studi di Napoli Federico II. Alma Esposito collaboratore presso la Facolt di Architettura dellUniversit degli Studi di Napoli Federico II. Genoveffa Errico dottore di ricerca presso la Facolt di Architettura dellUniversit degli Studi di Napoli Federico II. Gabriella Falcomat dottore di ricerca in Rilievo e Rappresentazione dellArchitettura Mediterranea presso la Facolt di Architettura di Reggio Calabria. Francesca Fatta professore ordinario di Disegno e Preside della Facolt di Architettura di Reggio Calabria. Riccardo Florio professore associato presso la Facolt di Architettura dellUniversit degli Studi di Napoli Federico II. Maria Follo dottore di ricerca in Rilievo e Rappresentazione dellArchitettura Mediterranea presso la Facolt di Architettura di Reggio Calabria. Carmine Gambardella professore ordinario di Disegno, direttore del Dipartimento di Cultura del Progetto, responsabile scientifico del centro Benecon e Preside della Facolt di Architettura della Seconda Universit degli Studi di Napoli. Vincenza Garofalo dottore di ricerca in Rilievo e Rappresentazione dellArchitettura presso la Facolt di Architettura di Palermo. Moreno Gentili collaboratore presso la Facolt di Design del Politecnico di Milano. Gaetano Ginex professore associato di Disegno presso la Facolt di Architettura di Reggio Calabria. Andrea Gioco dottore di ricerca in Rilievo e Rappresentazione dellArchitettura Mediterranea presso la Facolt di Architettura di Reggio Calabria. Gaia Giordano dottorando presso la Facolt di Architettura della Seconda Universit degli Studi di Napoli. Paolo Giordano professore associato di Disegno presso la Facolt di Architettura della Seconda Universit degli Studi di Napoli. Massimo Giovannini professore ordinario di Disegno e Rettore dellUniversit Mediterranea di Reggio Calabria. Stefano Govi collaboratore presso la Facolt di Design del Politecnico di Milano. Carmen Lagrutta collaboratore presso la Facolt di Architettura della Seconda Universit degli Studi di Napoli. Giuseppe Lonetti professore associato di Disegno presso la Facolt di Architettura di Reggio Calabria. Valeria Macr professore associato di Disegno presso la Facolt di Architettura di Reggio Calabria. Santo Mangiameli dottore di ricerca presso lUniversit di Siracusa. Andrea Manti dottorando di ricerca in Rilievo e Rappresentazione dellArchitettura Mediterranea presso la Facolt di Architettura di Reggio Calabria.

Giulia Martini collaboratore presso la Facolt di Design del Politecnico di Milano. Giuseppe Mazzacuva dottorando di ricerca in Rilievo e Rappresentazione dellArchitettura Mediterranea presso la Facolt di Architettura di Reggio Calabria. Antonio Mazziotti collaboratore presso la Facolt di Architettura dellUniversit degli Studi di Napoli Federico II. Domenico Mediati ricercatore in Disegno presso la Facolt di Architettura di Reggio Calabria. Augusto Mirabile dottore di ricerca in Rilievo e Rappresentazione dellArchitettura Mediterranea presso la Facolt di Architettura di Reggio Calabria. Ruggero Morichi ricercatore presso la Facolt di Architettura dellUniversit degli Studi di Napoli Federico II. Giulia Annalinda Neglia dottore di ricerca presso il Politecnico di Bari. Sebastiano Nucifora ricercatore in Disegno presso la Facolt di Architettura di Reggio Calabria. Alessandra Pagliano ricercatore presso la Facolt di Architettura dellUniversit degli Studi di Napoli Federico II. Daniela Palomba dottore di ricerca presso la Facolt di Architettura dellUniversit degli Studi di Napoli Federico II. Rosaria Palomba dottore di ricerca presso la Facolt di Architettura dellUniversit degli Studi di Napoli Federico II. Isidoro Pennisi ricercatore in Disegno presso la Facolt di Architettura di Reggio Calabria. Mario Piazza ricercatore presso la Facolt di Design del Politecnico di Milano. Gabriele Pierluisi ricercatore presso la Facolt di Design del Politecnico di Milano. Emilia Pinnisi dottorando di ricerca in Rilievo e Rappresentazione dellArchitettura Mediterranea presso la Facolt di Architettura di Reggio Calabria. Nicola Pisacane ricercatore di Disegno presso la Facolt di Architettura della Seconda Universit degli Studi di Napoli. Manuela Piscitelli ricercatore in Rilievo e Rappresentazione dellArchitettura e dellAmbiente presso la Facolt di Architettura della Seconda Universit degli Studi di Napoli. Beniamino Polimeni dottore di ricerca in Rilievo e Rappresentazione dellArchitettura Mediterranea presso la Facolt di Architettura di Reggio Calabria. Franco Prampolini professore associato di Disegno presso la Facolt di Architettura di Reggio Calabria. Paola Raffa ricercatore in Disegno presso la Facolt di Architettura di Reggio Calabria. Adriana Rossi professore associato di Disegno presso la Facolt di Architettura della Seconda Universit degli Studi di Napoli. Chiara Scali dottore di ricerca in Rilievo e Rappresentazione dellArchitettura Mediterranea presso la Facolt di Architettura di Reggio Calabria. Giuseppe Spicciariello dottore di ricerca presso la Facolt di Architettura dellUniversit degli Studi di Napoli Federico II. Leonardo Strati collaboratore presso la Facolt di Architettura di Reggio Calabria. Viviana Tirella dottorando di ricerca in Rilievo e Rappresentazione dellArchitettura Mediterranea presso la Facolt di Architettura di Reggio Calabria. Domenico Tosto dottore di ricerca in Rilievo e Rappresentazione dellArchitettura Mediterranea presso la Facolt di Architettura di Reggio Calabria. Agostino Urso ricercatore in Disegno presso la Facolt di Architettura di Reggio Calabria. Rosa Vitale dottore di ricerca in Rilievo e Rappresentazione dellArchitettura presso la Facolt di Architettura di Palermo. Ornella Zerlenga professore associato di Disegno presso la Facolt di Architettura della Seconda Universit degli Studi di Napoli.

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