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FERRARI Appunti per il corso di Difesa del suolo e gestione delle acque (C.d.L.M. Pianificazione Territoriale, Urbanistica e Paesaggistico-Ambientale)
Modelli
idrologici
dei
deflussi
fluviali
In
che
modo
tradurre
la
percezione
in
capacit
di
stima?
Lo
scopo
tecnico
di
unanalisi
idrologica
finalizzata
alla
programmazione
del
territorio
di
stimare
landamento
di
una
grandezza
idrologica
al
verificarsi
di
assegnati
scenari
di
contesto.
Alcuni
esempi:
lumidit
del
suolo
durante
una
stagione
irrigua
(ed
il
conseguente
rischio
di
perdita
di
raccolto),
i
volumi
di
piena
a
seguito
di
piogge
molto
intense
(ed
i
conseguenti
rischi
per
le
persone),
le
portate
idriche
disponibili
durante
la
stagione
di
magra,
...
Per
fare
questo
necessaria
di
una
procedura
di
calcolo
che,
partendo
dagli
elementi
noti
dello
scenario,
ci
consenta
di
stimare
il
risultato
che
ci
interessa
con
un
margine
di
errore
accettabile.
Per
giungere
alla
procedura
di
calcolo
occorrono
per
due
passaggi
intermedi:
la
definizione
di
un
modello
concettuale
del
fenomeno
e
la
traduzione
matematica
del
modello
concettuale.
In
sintesi:
modello
percettivo:
descrizione
e
riconoscimento
dei
fenomeni;
modello
concettuale:
schematizzazione
dei
legami
di
causa-effetto;
modello
matematico:
descrizione
di
operatori
e
procedure
di
calcolo;
modello
di
calcolo:
trascrizione
della
procedura
in
software.
Qualunque sia il modello percettivo occorre in primo luogo definire le scale di rappresentazione del fenomeno indagato. Sia gli afflussi al bacino sia le portate sono volumi che fluiscono nel tempo: la scala temporale del modello la prima scelta da fare, a secondo dello scopo che ci si pone: la stima dellandamento
delle medie annue, mensili, decadiche, giornaliere, orarie, istantanee (ossia mediate su pochi secondi) si fa a seconda di quella che la destinazione di uso del modello. La distribuzione spaziale delle grandezze in gioco, si riconduce, di norma, allelemento elementare di formazione dei volumi di acqua. Nel caso della trasformazione della pioggia in deflusso, lelemento un sotto-bacino ovvero una porzione di territorio versante nella stessa sezione di chiusura ed avente pedologia, uso, pendenza adeguatamente omogenee. Nel caso della analisi di campi di precipitazione lelemento la cella di pioggia caratterizzata da adeguata omogeneit della precipitazione. E chiaro che intendiamo adeguato con riferimento alla accuratezza del modello e dei dati di cui disponiamo. E quindi importante che ogni modello sia usato per le scale spaziali e temporali per cui stato concepito e tradotto in procedura. I dati forniti, o i parametri che descrivono il bacino, possono essere lumped, mediati ed omogenei, oppure distributed, distribuiti, diversi per ogni elemento elementare.
Casualit
In natura gli eventi casuali che portano alla trasformazione della pioggia in portata in uscita dal bacino fanno s che la stessa pioggia generi idrogrammi diversi. In un modello concettuale questo si traduce in un approccio stocastico. Si distinguono allora i modelli deterministici, ossia che danno sempre la stessa risposta con gli stessi dati di ingresso, da quelli stocastici, che rispondono diversamente al ripetersi degli stessi dati di ingresso, anche se sempre allinterno di un certo campo di variazione.
La similitudine idrologica
Ogni bacino chiuso in una determinata sezione di un corso dacqua deve essere inteso come un unicum individuale. Analizzando la regressione dei dati sperimentali alcune variabili sintetiche mostrano notevoli andamenti simili. Il concetto generale di similitudine idrologica quindi che i bacini che presentano alcuni parametri simili (superficie, copertura, uso del suolo, geologia e pedologia,...) rispondano in modo simile se sottoposti a serie climatiche (piogge, temperature,...) simili. Le similitudini pi semplici correlano variabili macroscopiche (ad esempio la superficie drenata) a singole grandezze. Ad esempio la formula usata nelle sistemazioni idraulico-forestali alpine in Italia dai primi del 900, detta di Valentini, lega la portata di piena Q del bacino alla sua area A: Qp = 27 * sqrt( A ). La semplicit della formula tale da escludere addirittura il ruolo della precipitazione e chiaramente la capacit predittiva di tale similitudine modesta. Il concetto di similitudine idrologica sotteso alla prassi di taratura dei parametri di un modello in un bacino monitorato e la loro applicazione per le stime in un altro bacino non monitorato, ma simile al primo per le caratteristiche considerate.
I fenomeni naturali sperimentalmente riconoscibili nella trasformazione della pioggia in portata in un elemento elementare sono elencati qui di seguito. precipitazione: lacqua raggiunge la superficie in forme diverse: pioggia , neve, galaverna; intercettazione: lacqua resta aderente al suolo, agli edifici ed alle piante, poi destinata a gocciolare a terra o ad evaporare nel tempo;
piccoli invasi: un volume di acqua resta sul suolo in forma di pozzanghere, destinata a raccogliersi in rivi maggiori, ad evaporare o ad infiltrarsi nel tempo; infiltrazione: un volume di acqua penetra nel suolo, il suo destino incerto: potr scorrere fuori dal bacino senza emergere come deflusso superficiale, oppure riemergere ai piedi del versante e rientrare nel deflusso superficiale, o anche essere trattenuta nel suolo sino alla evapotraspirazione; contenuto idrico del suolo: il volume di acqua che presente nel suolo, dipende dal clima antecedente; il suo valore influenza profondamente linfiltrazione, destinato, in parte a permanere nel suolo trattenuto, in parte ad evaporare, ad evapotraspirare, a trasferirsi in altri volumi di suolo; deflusso ipodermico: acqua che scorre verso il piede del versante nel primo orizzonte di suolo, molto permeabili o lungo percorsi preferenziali, spesso tane di animali, per riemergere a valle; evaporazione: acqua che evapora dalla superficie; evapotraspirazione: acqua che entra nel ciclo suolo/pianta e traspira dalle foglie ruscellamento superficiale: la formazione di rivoli sul versante, destinati a versare in corpi dacqua a valle in un certo tempo; invaso: lacqua, prima di raggiungere la sezione di chiusura permane in pozze, stagni, laghi, negli stessi corsi dacqua; laminazione: un invaso svolge, rispetto agli ideogrammi in entrata la funzione di un volano: lidrogramma in uscita dura di pi e raggiunge minori valori di portata al colmo; deflusso nel corso dacqua: lacqua si raccoglie e scorre verso valle lungo la rete di drenaggio superficiale con velocit dipendenti dallidraulica; turbolenza: il movimento delle molecole di acqua sottoposto a casualit tali da produrre un continuo miscelamento della corrente; ad esempio se versiamo in un canale un secchio di colorante lo vediamo diffondersi durante il moto verso valle sino a perdere riconoscibilit. tempi medi di trasporto: anche se nei canali vi turbolenza e nei versanti lincertezza del ruscellamento, con i traccianti possibile determinare un tempo medio di trasporto da una sezione di monte ad una di valle. deflusso sub alveo: acqua che filtra verso valle nei meati presenti nel materiale di fondo alveo, destinata ad emergere come deflusso superficiale in corrispondenza di soglie impermeabili di fondo o a defluire oltre la sezione di chiusura senza partecipare al deflusso superficiale; trattenimento o fusione nivale: acqua caduta nella stagione fredda, destinata al rilascio totale nel corso dellanno per fusione con laumentare delle temperature o alla sublimazione in atmosfera; trattenimento o fusione nei ghiacciai: lacqua nei ghiacciai, rilasciata o trattenuta al di fuori del bilancio annuale; derivazioni: sottrazioni (antropiche) di acqua dal ciclo naturale con restituzione pi o meno conservativa; condizioni climatiche: ogni grandezza coinvolta nei fenomeni sopra descritti deriva dalla storia antecedente il periodo di analisi del modello: una stagione di deflussi diversa se segue un periodo normale o di magra estrema, dopo un inverno caldo, e privo di neve, le magre estive saranno pi gravi; levoluzione stessa dei fenomeni dipende poi dalle condizioni climatiche che evolvono. Si comprende come questi elementi del ciclo idrologico diventano pi o meno significativi a seconda della scala temporale. Un elemento presente nel modello percettivo potrebbe essere ininfluente in un modello concettuale e decisivo in un altro. Ad esempio levapotraspirazione o la fusione nivale: a scala temporale di singolo evento di pioggia sono spesso del tutto trascurabili, mentre diventano importanti a scala temporale stagionale o annuale.
In ogni modello concettuale i fenomeni sopra descritti sono tradotti in una successione di principali trasformazioni funzionali: sebbene i fenomeni nella realt avvengono contemporaneamente, pi semplice concettualizzarli come successivi o sovrapponibili.
Breve
storia
dei
modelli
concettuali
della
trasformazione
della
precipitazione
in
deflusso
superficiale
concentrato
(da
Phillips,
2010).
HORTON
(1933):
leccesso
di
capacit
di
infiltrazione
corrisponde
al
deflusso
superficiale;
WHIPKEY
(1965):
le
osservazioni
sperimentali
visive
mostrano
che
le
piene
dei
torrenti
si
verificano
anche
senza
che
ci
sia
scorrimento
superficiale
visibile:
nasce
il
concetto
di
deflusso
ipodermico
(DUNNE)
e
di
trasferimento
attraverso
il
suolo.
SKLASH,
FARVOLDEN
(1979):
Le
osservazioni
sperimentali
tramite
traccianti
mostrano
che
lacqua
che
defluisce
nel
torrente
dopo
o
durante
una
pioggia
non
necessariamente
la
stessa
acqua
che
appena
caduta:
quindi
il
deflusso
formato
da
acqua
gi
invasata
nel
suolo
del
bacino
che
viene
espulsa
per
larrivo
della
nuova
acqua
della
pioggia
pi
recente
(deflusso
traslatorio).
BEVAN,
GERMANN
(1982):
i
percorsi
dellacqua
sono
divisi
in
due
tipi:
percorsi
veloci
(macropori)
come
fratture
del
suolo,
tane,
canali
radicali,
ed
un
lento
deflusso
nella
matrice
di
suolo
omogeneo.
La
ricerca
dal
1980
in
poi
si
concentra
su
questi
aspetti.
WEILER, MCDONNEL (2007) : con i traccianti dimostrano anche che durante le precipitazioni intense il deflusso trova vie pi rapide. VACHE, MCDONNELL, (2006), MCGUIRE, WEILER,MCDONNELL, (2007): Il sistema di versante viene visto come un canale discontinuo (il percorso veloce) che forma meandri in un fondovalle pianeggiante: se linvaso modesto, lacqua stagna nelle lanche, poi viene sospinta avanti dallarrivo di nuova acqua. I tempi di residenza dellacqua nei versanti variano da poche settimane a diversi mesi. BROOKS BARNARD, COULOMBE, MCDONNELL (2010): usando isotopi diversi durante le stagioni dellanno, in un bacino sperimentale rilevano che gran parte dellacqua presente nella matrice di suolo separata da quella che defluisce attraverso la matrice stessa. La matrice di suolo invasa dalla prima pioggia intensa autunnale; questa alimenta gli apparati radicali mentre le successive piogge defluiscono e non si fermano. (Questo accade probabilmente per la minore permeabilit di questi orizzonti dopo la prima pioggia.) Durante la stagione siccitosa estiva questo invaso di acqua nella matrice di suolo utilizzato pienamente sino alla prima pioggia autunnale. Riprendendo lanalogia del corso dacqua, il suolo si comporterebbe quindi come un canale che scorre a fianco di bacini regolati da valvole di non-ritorno al primo passaggio di acqua questa riempie i bacini, ma nei successivi i bacini sono saturi e lacqua scorre nel canale. Dai bacini lacqua esce solo per suzione radicale. In un sistema simile il volume di deflusso maggiore rispetto al precedente concetto, infatti quando i bacini sono chiusi tutta lacqua transita. Inoltre i bacini sono punti morti sia per lacqua sia per i nutrienti trasportati. Per contro tutti i nutrienti che sono disciolti dopo le prime pioggie autunnali sono verosimilmente trasportati via e non entrano nella disponibilit delle piante. Importanti quindi le conseguenze per la maggiore efficacia dei trattamenti colturali. Infine le concentrazioni di traccianti del deflusso non sono pi sufficienti per determinare il percorso ed il tempo di residenza dellacqua, perch una parte di questa scompare. Questo modello concettuale per potrebbe non applicarsi nei climi che non presentano variazioni stagionali forti o per i suoli che non hanno una matrice sufficientemente fine da assorbire umidit quando sono asciutti e non assorbirla in condizioni di saturazione. In sostanza il modello concettuale pi avanzato oggi risente sia della variabilit climatica sia di quella del geopedologica.
Il trasporto o routing
Se ogni elementare parcella di formazione di deflusso fornisce nel tempo alla rete dei rivi e dei canali la propria acqua efficace, resta da vedere come rappresentare il trasporto di questa sino alla sezione di chiusura. A questa trasformazione funzionale il nome in italiano pi intuitivo modello della risposta idrologica, immaginando la pioggia come un impulso dato al sistema bacino che risponde con lidrogramma in uscita. Questa definizione per pu generare confusione in quanto ci si riferisce anche agli elementi elementari di formazione del deflusso come unit distribuite di formazione della risposta. Pi chiaro adottare il termine usato nella letteratura anglosassone, che si riferisce a questa trasformazione come runoff routing to the outlet. Il routing fenomeno implicitamente dipendente dalle caratteristiche del moto idraulico, se pensiamo semplicemente alle velocit di trasferimento delle portate lungo la rete di drenaggio. Altra trasformazione durante il routing la laminazione dellonda di piena. Per questo anche il routing un fenomeno non lineare, ma si sono sviluppati molti modelli legati alla teoria dei sistemi lineari che portano a risultati giudicati soddisfacenti.
Il modello di trasporto pi semplice quello basato sul concetto Time-Area (trasporto puramente cinematico dei volumi di deflusso prodotti da singole aree, secondo velocit determinate), ma lo stesso concetto di fatto applicato anche nei modelli distribuiti pi recenti, basati su GIS, dove si determinano molteplici parametri distribuiti nelle singole celle, o unit, di risposta idrologica. La risposta di ogni cella poi trasferita ad una o pi celle a valle, modificandone sia il routing sia la formazione del deflusso. Modelli distribuiti molto accurati necessitano per di informazioni dettagliate ed ugualmente distribuite sul bacino, per essere adeguatamente tarati. Se gli strumenti di calcolo consentono una complessit procedurale notevole, cos non per le informazioni realmente traibili dal territorio o tecnicamente disponibili. Pertanto vi molto interesse tecnico per i modelli con parametri distribuiti a scala di versante o di sottobacino, e dove la rappresentazione concettuale ed il numero di parametri siano sufficienti a consentire una corretta taratura del modello.
Dati
disponibili
I
dati
disponibili
per
la
modellazione
afflussi
deflussi
sono
dati
puntuali,
sia
per
la
precipitazione
sia
per
la
portata
defluente.
Inoltre
sono
di
norma
puntuali
anche
le
informazioni
riferite
ai
profili
pedologici
del
suolo,
mentre
sono
pi
diffuse
le
informazioni
di
uso
e
copertura
del
suolo,
substrato
geologico,
temperatura.
I
dati
distribuiti
di
pioggia
sono
acquisibili
tramite
trattamento
di
dati
provenienti
da
radar
o
immagini
da
satellite,
e
necessitano
quindi
di
un
modello
interpretativo
che,
per
ora,
pu
essere
fonte
di
errori
nella
applicazione
idrologica.
Anche
i
modelli
digitali
del
terreno
possono
essere
interpretati
per
fornire
informazione
ideologicamente
utile,
in
particolare
per
la
definizione
delle
pendenze
dei
versanti
e
per
la
rete
di
drenaggio.
Diverse
risoluzioni
del
modello
del
terreno
e
diversi
metodi
di
analisi
portano
a
rappresentazioni
differenti
sia
delle
pendenze
dei
versanti,
sia
della
rete
di
drenaggio.
Per
una
predizione
adeguata
i
dati
dovrebbero
riferirsi
a
periodi
climaticamente
simili
a
quelli
per
i
quali
si
lavora;
per
questo
sarebbe
bene
conoscere
eventuali
trend
o
oscillazioni
nelle
grandezze
idrologiche,
rilevabili
dalla
analisi
di
serie
storiche.
Alcuni
dati
sono
oggi
relativamente
semplici
da
misurare
ed
acquisire
(pioggia,
portate,
geometria,
geologia);
altri
restano
piuttosto
complessi
(evapotraspirazione,
tempi
di
trasporto)
ed
incerti.
Vi
sono
numerosi
dati
disponibili
relativamente
alla
pedologia
ed
alluso
del
suolo,
che
possono
risultare
utili
per
i
modello
afflussi
deflussi,
ma
solo
dopo
una
adeguata
interpretazione.
la funzione ietogramma e la funzione idrogramma. Anche loriginale metodo IUH deve intendersi come un operatore funzionale, che si presta ad essere interpretato anche in forma concettuale. I parametri possono infatti essere fatti derivare da misure geomorfologiche della rete di drenaggio o essere organizzati in modo da tenere conto delle non linearit dei fenomeni di formazione del deflusso e di routing. Ultimo metodo di previsione della trasformazione afflussi-deflussi derivato dai dati quello delle reti neurali, che ha un limite applicativo nellelevato numero di parametri e nel fatto che, al di fuori dai set di taratura, le risposte possono essere non accurate.