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E . D E AMICIS.

Lotte

Civili.

D i s p e n s a 10.

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A una Signora.
Giorni or sono, udendo un socialista parlare in pubblico intorno a un argomento estraneo alla propria fede, e approvando, commossa, le parole di lui, che rispondevano in tutto ai sentimenti affettuosi e gentili dell' animo suo, ella esclam con meraviglia: Chi direbbe mai che un socialista! Ella non ha pensato che, con quella esclamazione, accusava le sue amiche e i suoi amici, e quasi tutta la classe a cui appartiene, d'una nera calunnia. Ecco, dunque, come le siamo dipinti; come gente cui sia a maravigliarsi che possa esprimere qualche volta di quei pensieri e di quei sentimenti, nei quali tutte le anime oneste concordano. Ma veda che abisso ci separa! Io mi meraviglio ogni giorno di pi della cosa opposta: che si possano avere quei, sentimenti e non esser socialisti. Ella scatta, ed io ripeto e mantengo. Rifletta un momento, signora. Soffrire delle miserie e dei dolori sociali come d' un male proprio, in modo da non averne pi quiete, e non sapersi rassegnare allo spettacolo delle disuguaglianze ingiuste che offendono e avviliscono gli uomini; credere che non v i sar mai pace, n prosperit, n moralit, n civilt vera, fin che un piccolo numero d' uomini avr nelle mani i mezzi con cui, direttamente o no, tutto si corrompe, tutto si fa piegare, tutto servire al fine di accrescere continuamente la potenza di comprare, di corrompere e di dominare; aver fede che la pace e la prosperit si vera otterranno affrancando i l lavoro dalla schiavit economica che lo opprime e non lo assicura, e riducendolo pi umano con una distribuzione pi equa, e pi fecondo con l'associazione di tutte le forze; e con questa fede adoperarsi a educare, a istruire, a ordinare le moltitudini affinch, diventate maggioranza cosciente e concorde, possano costituire legalmente uno stato sociale (gi maturato, quando esse prevarranno, dall' evoluzione) nel quale tutti si trovino nelle stesse condizioni iniziati per la lotta della vita, e il diritto alla vita sia assicurato a quanti voglion lavorare e non possono,

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e non si possa lasciar in eredit 1' ozio e la dominazione, e l'uomo non veda pi nei suoi simili dei concorrenti nemici, ma dei cooperatori fraterni; tutti questi sentimenti e concetti, che sono, insomma, la sostanza del socialismo, pu ella dimostrare, mi pu ella dire soltanto, che non siano tali da doversi maravigliare che non l i accolga ogni anima nobile? Una cosa sola mi pu rispondere: che non sono accolti perch si fondano sopra un' utopia. Ma con questa risposta non mi contradice, perch in qual modo mi pu negare che per essere utopisti cos fatti conviene avere una fede nella bont della nostra natura, un desiderio del bene e un amore per 1' umanit, non possibili che in animi onesti e in cuori generosi? E come di questo ella si accerterebbe facilmente, e riconoscerebbe d'essere stata finora ingannata, e dai giornali che legge e dagli amici a cui crede e da tutte le vecchie idee non discusse in cui vive imprigionata se potesse conoscer da v i cino quella gente disseminata e malefica piena di passioni e di propositi iniqui e della quale sente parlar con orrore ! Ella, per esempio, ha inteso parlare di studenti socialisti, e avr lamentato, con parole amare, che si sia attaccata anche alla giovent studiosa quella lebbra. Ebbene, io ne conosco, e anche se prescindo dalle idee che a loro mi legano, mi paion di tanto superiori agli altri ! Mai che apparisca nei loro discorsi sull' avvenire quel duro proposito di farsi strada nel mondo a qualunque prezzo, quella smaniosa avidit di ricchezza e di piaceri, che gi confitta nel cuore di tanti giovani della loro condizione. L ' avere uno scopo alla vita posto fuori di s stessi, cos alto e bello, d loro una sicurezza e una serenit di coscienza, e una tendenza a meditare sui fatti e sugli uomini, e a cercare in tutte le opere e a manifestazione dell' animo e del pensiero, sotto le apparenze ingannevoli, quello che c' di vero, di umano e di benefico, che non si trova negli altri se non come rara eccezione. Ed hanno un modo di famigliarit cos giusto e cos amabile con la gente delle classi inferiori a cui si mescolano, spiegano con essa un sentimento di fraternit tanto pi schietto e profondo, perch dedotto da pi intime e salde ragioni, di quello che io ricordo dell' ultimo periodo degli entusiasmi patriottici, sopportan con una cos degna rassegnazione le diffidenze, le ingratitudini,

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qualche volta le aspre parole, che in quell'affratellamento cercato s'attirano, e annunziano e difendono la propria idea fra gli amici ostili e nella famiglia sdegnata, tra le rampogne e gli scherni, con un cos coraggioso ardore, con una cos tenace ed ingenua fede nella vittoria del bene, che lei, se l i udisse e l i vedesse all' opera, lei che buona e gentile, sarebbe costretta ad ammirarli e ad amarli, e desidererebbe che il suo figliuolo li rassomigliasse, e potesse senza compromettersi, s'intende, e serbandosi immune dalla lebbra delle loro dottrine godere della loro sana e vivificante amicizia: Ella udr parlar sovente di operai socialisti, e che concetto n'abbia me lo immagino: li crede la feccia della loro classe. Eppure, signora, se una cosa bella in un operaio rinunziare al giuoco e alla taverna per udire discorsi e ragionare egli stesso, come pu, su questioni economiche e morali, che lo costringono a uno sforzo della mente e gli destano i l bisogno di una vita intellettuale e il rispetto della scienza e dell'ingegno; se prova di animo ingentilito i l riconoscere e i l predicare che la donna non una bestia da soma da picchiarsi per sfogo, quando s' arrabbiati o briachi, ma un' essere che ha diritto a una migliore condizione economica e civile e a una nuova e pi alta forma di rispetto pubblico, se degno di dignit i l non imitare, lo sdegnare i compagni di lavoro delatori, i pronti a curvarsi davanti a tutti i venditori di voti, i bruti che hanno la coscienza nel ventre e postergano ogni interesse collettivo della loro classe ad ogni immediato ed anche passeggero vantaggio proprio, se bont e carit 1' esser sempre disposti a levarsi i l pane di bocca e a dare il soldo del sigaro e del bicchiere per soccorrere i compagni ridotti indegnamente sul lastrico, se anche sono sconosciuti o stranieri; se, infine, l'avere una viva coscienza della fraternit degli uomini e dei popoli, e fede in una grande missione economica e politica del proprio stato, se i l convertire l'odio cieco contro i privilegiati della fortuna in un'avversione ragionata contro l'ordinamento sociale, se i l comprendere e far comprendere altrui che non dalla violenza disordinata e selvaggia egli ha da sperare un grande mutamento della sua sorte, ma dalla pacifica conquista dei poteri pubblici, non possibile se non per una successiva trasformazione delle idee e una lenta vittoria sulle coscienze; se tutti questi son segni di superiorit d'animo e d'intelligenza e i

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segni sono palesi, ad ogni uomo di buona fede, lo creda come pu ella negare che gli operai socialisti non solo siano, ma debbano essere di necessit moralmente migliori degli altri e degni del suo rispetto e della sua simpatia? Pi sovente ella udr parlare di pubblicisti di dottrina e d'ingegno, che fanno ardente propaganda di socialismo e gliene parleranno in modo, suppongo, che ella convocherebbe un con sigilo di famiglia prima di riceverne uno in casa sua. Ebbene ci pensi un poco. Questo certo, frattanto: che tutti, dal primo fino all' ultimo, sono necessariamente disenteressati, perch nessuno dei giornali di cui si valgono pu rimunerar 1' opera loro, che anzi ricevon da loro prosa ed obolo insieme. Pensi che se sono letterati ed artisti puri, sono obbligati, non foss' altro che per sostenere le proprie idee, a studi ingrati e difficili, alieni dalla loro natura, e a rifar quasi, con grande fatica, la propria educazione intellettuale, e che tutti condannano s stessi ad aver nella parte del pubblico, a cui si rivolgono, tanto meno lettori e ammiratori quanto pi i l loro pensiero profondo e l'arte loro squisita. E se sono scienziati e uomini politici non possono aver di mira n onorificenze, n cariche, da cui escluso i l partito che l i accoglie; n sperare un vantaggio proprio da un mutamento radicale di cose, perch son ben certi che non vivranno tanto da vederlo, e che se pure avvenisse quale essi lo invocano, sarebbe tale di sua natura, da non consentire ad alcuno n ricchezze, n potenza, n onori. Non resta dunque che una sola ambizione, da cui ella pu pensare che sian mossi: quella d'esser mandati alla Camera. Ma ci rifletta un minuto, veda se concessa pure quell' ambizione essi sceglierebbero per soddisfarla una via cos rischiosa e se si pu chiamar davvero ambizione quella d'andare in Parlamento, in mezzo a un gruppo minuscolo, a farsi soffocar la voce da tutti i partiti concordi e dare addosso come a un pugno di banditi. Pensi pure, cerchi, si faccia anche cercare dai suoi amici una sola ragione, la quale le dia diritto di credere che quei signori non sono gente di buona fede, generosa se non altro, di sentimenti e di intenti, e piena di cuore e di coraggio. Le pare ancora che sia ragionevole il meravigliarsi che tutti costoro studenti, operai, pubblicisti, siano capaci di sentimenti nobili? O non le pare invece che ci sarebbe da meravigliar del contrario?

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Le dir di pi, francamente: ch'io non vedo pi bont, generosit vera che in chi professa quella fede. Conosco, s, molti uomini dotati di quelle virt fra coloro che avversano anche fieramente l'idea socialista, e ho sempre fra di essi dei cari amici. Ma dopo che giudico 1' anima loro da quell' idea, sono un po' scaduti nel mio concetto, debbo dirlo, anche i migliori. Io non l i trovo pi logici neppur nell'esplicazione dei loro sentimenti pi degni. Vedo i loro pensieri di fraternit e di carit sociale intoppare ogni sentimento in un ostacolo, arrestarsi quasi impauriti, a dei confini, davanti ai quali l'animo dei socialisti piglia maggior forza per lanciarsi oltre. M'accorgo che F idea d' un lontano danno della loro classe getta un' ombra sul loro gi sacro amore di libert e di eguaglianza, e l i rende avversi, in segreto, a quella diffusione dell'istruzione popolare, che fu gi i l pi caldo dei loro voti. Sono condotti a ogni tratto, per combattere le nostre idee, a negare o a palliare miserie evidenti e colpe imperdonabili; a fare, per non essere tirati a certe concessioni, una scelta guardinga, non generosa n schietta, fra le ingiustizie sociali contro cui debbono levare la voce. E trovo che nel cercare e proporre dei rimedi, s'ingegnano in ogni modo di lasciar da parte, di finger di non vedere quelle cause, alle quali non posson toccare senza riconoscere le ingiustizie che a loro convien tacere. E nei credenti pi sinceri scopro un sentimento religioso pieno di pregiudizi mondani e di accortezze, che si sforza di conciliare le cose pi inconciliabili e si rassegna troppo facilmente al concetto della necessit di troppi mali; e nei non credenti, in onta alle loro idee liberali, sorprendo una troppo frequente tentazione di rifugiarsi, per terrore di un avvenire infausto ai loro interessi, tra quelle del passato, che essi combatterono per tutta la vita, e di cercare in una religione in cui non credono, un'alleanza, della quale non potrebbero, e lo sanno, mantenere i patti lealmente. E gli uni e gli altri, finalmente, l i vedo sforzarsi di continuo a far tacere il cuore e la ragione, che, confusamente, ma senza tregua, sussurrano loro la verit, e a nascondere a noi questo stato d' animo, ci che stende su tutti un leggiero velo d'ipocrisia, sotto al quale m'appare alquanto alterata la loro antica faccia di galantuomini. Di queste cose ella non s'avvede, naturalmente, perch non pu raffrontare le persone che la circondano con la gente

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che ella giudica dal giudizio loro. Ma se ne avvedrebbe, non ne dubito, se quel raffronto potesse fare. E quante idee sue si muterebbero se ella leggesse quei libri e quei giornali di ogni paese, che vede qualche volta ammontati sul mio tavolino e guarda con un senso di ripugnanza! Scoprirebbe una legione di pensatori potenti e sereni, di cui stupirebbe d'aver ignorato i l nome finora, e che ognuno V ignori intorno a lei, nei quali s'accoppia alla forza d'una fede fiammeggiante l'autorit d'una vasta e nuova coltura; nature intellettuali, tempre d'animo nuove, gagliarde ed ingenue, appassionate a un tempo e pazienti; donne d'ingegno virile e di cuore angelico; poeti incolti nelle cui strofe informi balenano immagini immense; autodidattici solitari venuti su dalla gleba, dei quali s'indovinano gli studi faticosi, contrastati, violenti come una lotta fisica, proseguiti per venti anni in soffitte senza fuoco, a prezzo di sacrifici eroici; una falange di scrittori strani, aspri, tormentati, oscuri, di cui si vede attraverso a ogni pagina sudar la fronte nera di polvere e sanguinar gli occhi bruciati dal riverbero delle fornaci, ma dotati d' una eloquenza misteriosa, che la farebbe pensare per giorni e per notti. E udrebbe da rozze bocche di lavoratori verit e ragioni che nessun libro le ha mai dette, narrazioni di miserie e grida dell'anima che la farebbero fremere come i l suono del pianto d' un mondo, parole di piet e di tenerezza, che sarebbe forzata a ripetere ai suoi figliuoli, e che non le uscirebbero mai pi dalla mente. E finirebbe ad amare tutti quegli uomini di ogni classe e d'ogni paese, portanti tutti sulla fronte, come una stella vermiglia, la stessa Idea, che si scambiano attraverso a mari e a frontiere, parole di fraternit e di speranza, e a poco a poco, abbracciando col pensiero l'orizzonte vastissimo, vedendo l'Idea sfolgorare su mille campi di battaglia, e le legioni stellate avanzarsi e salire da ogni parte, ingrossando lungo i l cammino come torrente in piena e sommergendo a ogni onda una rovina del passato, sarebbe forse scossa ella pure da un fremito d' entusiasmo ed esclamerebbe: giusto, benefico, necessario che questo sia. Ma no; nulla seguirebbe in lei di quanto io dico, e non gliene faccio rimprovero, poich troppo saldo ancora nella

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