Vous êtes sur la page 1sur 3

http://www.giannivattimo.it/Articoli/29.10.2006.

html

La Stampa 29 ottobre 2006

Il contrappasso di Habermas
Come Grass, accusato di trascorsi nazisti
Non si ancora spenta la discussione sul passato nazista di Gnter Grass e gi qualcuno ne accende una su un altro, ancor pi importante monumento della cultura tedesca, Jrgen Habermas, il filosofo della teoria dellagire comunicativo, ultimo grande rappresentante della Scuola di Francoforte, che negli ultimi decenni stato una delle guide intellettuali della sinistra mondiale. Ora su una rivista tedesca, Cicero, un giornalista in vena di scoop ritira fuori una storia di cui si era gi parlato anni fa: Habermas, nato nel 29, negli ultimi anni di guerra era stato membro della Giovent hitleriana. Fin qui era come essere stato figlio della lupa o balilla nellItalia fascista, lo si diventava solo per il fatto di iscriversi a scuola. Ma la notizia pi significativa che in quegli anni, quando Habermas quindicenne apparteneva a una sezione di giovani infermieri dellorganizzazione e come tale aveva il compito di collaborare allo svolgimento di un corso per i compagni, aveva firmato un biglietto per sollecitare un collega a essere presente alle lezioni. Si trattava di una lettera prestampata, nella quale possiamo immaginare che ci fossero formule come saluti fascisti o vincere. Secondo il giornalista, quando anni dopo un vecchio compagno dellepoca gli present quel vecchio documento, Habermas lo avrebbe fatto a pezzi e inghiottito senza neppure leggerlo. Ovviamente, per celare, anche lui come altri tedeschi conniventi con il regime hitleriano, questa macchia del suo passato, di quindicenne nazista. Queste circostanze sono ora spiegate in modo del tutto ragionevole da Habermas in una lettera a Cicero: fu la moglie del filosofo che, interrogata una volta sulla sorte di quella lettera, avrebbe risposto polemicamente che il consorte laveva inghiottita. La storia per il pubblico tedesco resa pi interessante dal fatto che vi allude nellautobiografia postuma

Joachim Fest, lo storico ed ex direttore della Frankfurter Allgemeine Zeitung e dal fatto che alla vicenda sono collegati in vario modo altri noti intellettuali tedeschi. Non ci sentiamo di dire che la figura di Habermas risulti diminuita o peggio infangata da tutto ci. Non si pu neanche rimproverargli di aver nascosto lepisodio, come si fatto nel caso di Grass, perch di per s un fatto del tutto irrilevante, data sia let del colpevole sia lovviet dei motivi per cui si trov ad appartenere alla Giovent hitleriana. Quelli di noi che, anche talvolta in polemica con Habermas, non accettano di buttare via la filosofia di Heidegger per il suo passato nazista di rettore dellUniversit di Friburgo nel 1933 (un posto che lasci molto presto, senza occuparsi pi di politica), vedono in tutta questa storia di avvisi prestampati e inghiottiti solo una delle tante manifestazioni di un revisionismo di bassa lega che si allea naturalmente con il desiderio di creare scandali, aumentando di qualche copia le tirature di questo o quel giornale. Semmai, per tornare al confronto con Heidegger, si potrebbe osservare che Habermas trova qui una sorta di contrappasso. Non perch debba essere punito del comprensibile rigore con cui, ancora oggi, stigmatizza la caduta nazista di Heidegger, ma perch la sua filosofia neokantiana e neoilluministica - che finisce per piacere perfino al Papa - non fa alcun posto, o ne fa molto poco, alle circostanze storiche in cui la scelta etica sempre si colloca. Ritiene insomma che si debba giudicare in termini assoluti anche i comportamenti tenuti in situazioni diverse, in nome di ideali che contrastano con i nostri ma che erano spesso professati per sincera convinzione. Diciamola tutta: nello scandalo che si tenta di montare contro Habermas vediamo una sorta di ripresa dello spirito di Norimberga, dove i vincitori giudicarono e condannarono i vinti in nome di una giustizia umana universale che solo essi riconoscevano come tale. I carnefici nazisti meritavano certo di essere fucilati; ma farlo in nome dellumanit e dei diritti umani somigliava troppo alla scritta Dio con noi che portavano i soldati nazisti sui loro cinturoni e preludeva pericolosamente agli attuali sforzi di instaurare la democrazia in tutto il mondo per mezzo di una guerra dei giusti contro le canaglie. La nostra totale solidariet con Habermas, e limmutata ammirazione per lui, non contraddicono, anzi confermano, i non pochi dubbi che proviamo

nei confronti del suo razionalistico universalismo. Gianni Vattimo

Vous aimerez peut-être aussi