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Orietta Brombin Dopo meno di un anno dallinaugurazione del PAV Lara Almarcegui stata invitata da Claudio Cravero, curatore della collezione di installazioni open air nel parco Village Green, per realizzare un suo progetto per il Centro sperimentale darte contemporanea. Lartista spagnola ha cos concepito, a ottobre del 2009, unopera in linea con la sua ricerca svolta allinterno di spazi di vita interstiziali, situati, tra le maglie del tessuto urbano, spesso al loro margine e questa volta letteralmente al loro interno. Lartista, nella realizzazione dellinstallazione ambientale site specific SCAVO, svolge unoperazione di archeologia contemporanea, dove gli esiti del procedere sono gli elementi di una narrazione a ritroso utile per mettere in luce i diversi indizi di conoscenza del luogo. Come in altri progetti di margine urbano e sociale svolti in stazioni ferrviarie dismesse e orti urbani strappati allindustrializzazione delle aree periferiche cittadine, anche con SCAVO Almarcegui si misurata con un luogo in trasformazione e, proprio per questo, ricco di memoria. Per introdursi nel luogo e nelle sue stratificazioni lartista ha previsto unoperazione inversa a un grande scavo nellarea verde del PAV, creando cos una profonda ferita aperta nel prato, allepoca appena rinverdito dopo le movimentazioni di terra necessarie alla costruzione dellinsediamento. Nelle intenzioni dellartista vi stato il desiderio di un incontro profondo con la natura e con il suo aspetto primitivo che lha portata ad agire in maniera antitetica rispetto alle modalit adottate normalmente dallarchitettura. I circa 20 metri cubi di terra estratti con mezzi meccanici hanno lasciato emergere inedite conoscenze della realt fisica e geologica del sito ex industriale e, pi in generale, della citt. Lo scavo, profondo circa 3,5 m. e realizzato sotto la guida di Gianluca Cosmacini, ha svelato lesistenza di un pozzo in laterizio e questa scoperta ha stimolato fortemente limmaginazione e il desiderio di conoscere le radici del luogo. Loperazione, svolta in team con diversi esperti, ha svelato fatti inediti con i quali ci si potuti confrontare collettivamente allinterno del Workshop_10/SCAVO, esplorazione di un sito: macerie, rovine industriali, terra e pietre. Durante i due giorni! di ricerca in laboratorio, con la conduzione dellautrice e con il supporto scientifico del geologo Massimiliano Pautasso che ha seguito le operazioni di escavazione, sono stati analizzati ritrovamenti, mappe e documenti storici riguardanti larea ex industriale, ora sede del PAV. Attraverso la raccolta dei reperti affioranti e losservazione del terreno stato possibile leggere i segni culturali e naturali sedimentati nel sottosuolo, per comprenderne la storia. ! Grazie alla sperimentazione dellopera SCAVO, il format di laboratorio Archeologie di paesaggio e dellombra stato elaborato per proporre una sintesi tra il passato e il futuro delle zone in trasformazione del tessuto urbano (ZUT), anche grazie a coniugazioni interdisciplinari fra arti visive e architettura, urbanistica e design. Allinterno delle trasformazioni epocali innescate dallUnit del nostro Paese rimarcabile quanto nel 1861 il PIL (Prodotto Interno Lordo) delle due macro-aree (nord e sud) della neonata Italia fosse simile. Proprio dalla fine dellOttocento e dai primi anni del Novecento, una volta avviato lo sviluppo industriale delle grandi citt del nord, iniziano le problematiche legate alla severa trasformazione dei territori e la diaspora delle popolazioni alla ricerca di nuovi sostentamenti al di l del lavoro contadino. Lopera SCAVO di Almarcegui ha svelato nel territorio del parco la presenza di unantica e florida cascina agricola e reso possibili analisi geologiche legate alla morfologia del sottosuolo, come degli artefatti sepolti di cultura materiale e di archeologia industriale. Il sito del PAV annoverato tra le ZUT/Zone Urbane di Trasformazione (punto 12.12 FRAMTEK, Schede normative delle Zone Urbane di Trasformazione
previste dal PRG della Citt di Torino) ed ancora oggi un territorio nuovo e perci indeciso. Su queste basi continua, soprattutto con i laboratori rivolti ai bambini e ai ragazzi delle scuole del territorio, la raccolta e catalogazione dei materiali inerti che affiorano continuamente in superficie. In sede di laboratorio questi reperti antropici sono analizzati e utilizzati per la costruzione di nuovi scenari di paesaggio.
G. L. A., Guida alle cascine, e vigne del territorio di Torino e suoi contorni dedicata a S.A.R. il Duca del Cablese, Tipografia Barbi, Torino 1790, tomo 1, pp. 130-131
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Ibidem
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Insinuazione di Torino, Anno 1847, libro 1, volume 3, numero carta 1405 e Atto notarile n. 412 firmato dal notaio Francesco Borgarello, 18 gennaio 1847, Archivio di Stato
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Archivio Storico di Torino - Catasto Gatti, Mutazioni di propriet, Pratica n 9657, anno 1857
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