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Workshop_10/SCAVO, esplorazione di un sito: macerie, rovine industriali, terra e pietre Condotto da Lara Almarcegui, 23 - 24 ottobre 2009

Orietta Brombin Dopo meno di un anno dallinaugurazione del PAV Lara Almarcegui stata invitata da Claudio Cravero, curatore della collezione di installazioni open air nel parco Village Green, per realizzare un suo progetto per il Centro sperimentale darte contemporanea. Lartista spagnola ha cos concepito, a ottobre del 2009, unopera in linea con la sua ricerca svolta allinterno di spazi di vita interstiziali, situati, tra le maglie del tessuto urbano, spesso al loro margine e questa volta letteralmente al loro interno. Lartista, nella realizzazione dellinstallazione ambientale site specific SCAVO, svolge unoperazione di archeologia contemporanea, dove gli esiti del procedere sono gli elementi di una narrazione a ritroso utile per mettere in luce i diversi indizi di conoscenza del luogo. Come in altri progetti di margine urbano e sociale svolti in stazioni ferrviarie dismesse e orti urbani strappati allindustrializzazione delle aree periferiche cittadine, anche con SCAVO Almarcegui si misurata con un luogo in trasformazione e, proprio per questo, ricco di memoria. Per introdursi nel luogo e nelle sue stratificazioni lartista ha previsto unoperazione inversa a un grande scavo nellarea verde del PAV, creando cos una profonda ferita aperta nel prato, allepoca appena rinverdito dopo le movimentazioni di terra necessarie alla costruzione dellinsediamento. Nelle intenzioni dellartista vi stato il desiderio di un incontro profondo con la natura e con il suo aspetto primitivo che lha portata ad agire in maniera antitetica rispetto alle modalit adottate normalmente dallarchitettura. I circa 20 metri cubi di terra estratti con mezzi meccanici hanno lasciato emergere inedite conoscenze della realt fisica e geologica del sito ex industriale e, pi in generale, della citt. Lo scavo, profondo circa 3,5 m. e realizzato sotto la guida di Gianluca Cosmacini, ha svelato lesistenza di un pozzo in laterizio e questa scoperta ha stimolato fortemente limmaginazione e il desiderio di conoscere le radici del luogo. Loperazione, svolta in team con diversi esperti, ha svelato fatti inediti con i quali ci si potuti confrontare collettivamente allinterno del Workshop_10/SCAVO, esplorazione di un sito: macerie, rovine industriali, terra e pietre. Durante i due giorni! di ricerca in laboratorio, con la conduzione dellautrice e con il supporto scientifico del geologo Massimiliano Pautasso che ha seguito le operazioni di escavazione, sono stati analizzati ritrovamenti, mappe e documenti storici riguardanti larea ex industriale, ora sede del PAV. Attraverso la raccolta dei reperti affioranti e losservazione del terreno stato possibile leggere i segni culturali e naturali sedimentati nel sottosuolo, per comprenderne la storia. ! Grazie alla sperimentazione dellopera SCAVO, il format di laboratorio Archeologie di paesaggio e dellombra stato elaborato per proporre una sintesi tra il passato e il futuro delle zone in trasformazione del tessuto urbano (ZUT), anche grazie a coniugazioni interdisciplinari fra arti visive e architettura, urbanistica e design. Allinterno delle trasformazioni epocali innescate dallUnit del nostro Paese rimarcabile quanto nel 1861 il PIL (Prodotto Interno Lordo) delle due macro-aree (nord e sud) della neonata Italia fosse simile. Proprio dalla fine dellOttocento e dai primi anni del Novecento, una volta avviato lo sviluppo industriale delle grandi citt del nord, iniziano le problematiche legate alla severa trasformazione dei territori e la diaspora delle popolazioni alla ricerca di nuovi sostentamenti al di l del lavoro contadino. Lopera SCAVO di Almarcegui ha svelato nel territorio del parco la presenza di unantica e florida cascina agricola e reso possibili analisi geologiche legate alla morfologia del sottosuolo, come degli artefatti sepolti di cultura materiale e di archeologia industriale. Il sito del PAV annoverato tra le ZUT/Zone Urbane di Trasformazione (punto 12.12 FRAMTEK, Schede normative delle Zone Urbane di Trasformazione

previste dal PRG della Citt di Torino) ed ancora oggi un territorio nuovo e perci indeciso. Su queste basi continua, soprattutto con i laboratori rivolti ai bambini e ai ragazzi delle scuole del territorio, la raccolta e catalogazione dei materiali inerti che affiorano continuamente in superficie. In sede di laboratorio questi reperti antropici sono analizzati e utilizzati per la costruzione di nuovi scenari di paesaggio.

Cascina Riviera Framtek PAV


A partire dallopera di Almarcegui sono stati raccolti rilevanti documenti storici che hanno comprovato la presenza di un notevole insediamento presente sul territorio sito tra le vie Giordano Bruno e Zino Zini. Di notevole interesse la presenza di una cascina denominata La Riviera, di propriet della famiglia Rivire1, che risalirebbe da fonti incrociate al XV secolo circa. Nel 1790 La Riviera e i suoi terreni sono di propriet del Conte di Costigliole dAsti e dei possedimenti rimangono le seguenti annotazioni: [] La Riviera. Villa e cascine dellillustrissimo Sig. Conte Francesco di Costigliole tra mediante la strada di Pinerolo e quella di Stupiniggi distante tre quarti di miglio da Torino; evvi un grandioso edificio con un belvedere, che si annovera fra i principali del territorio di Torino, e massime per quel che riguarda il rustico, il quale non d soggezione al civile, in un angolo del quale, ritrovasi la Cappella. Abita in casa propria nella contrada di Coriatori2. Il 14 gennaio del 1847 il Canonico Don Lorenzo Gastaldi a nome anche dei suoi fratelli vende al Barone banchiere Ignazio del fu Alessandro Casana un oratorio a Pietra Fine ossia Riviera3 che passer in seguito agli eredi Casana come registrato nel Catasto Gatti.4 In seguito, parte dei terreni vengono ceduti alla Citt per la Cinta Daziaria (1857), al Demanio dello Stato per la Ferrovia di Genova (1860) e, nel 1869, allOspedale di Carit. Parte dei vasti terreni sono ceduti a Ferrovia, citt e Demanio anche negli anni successivi, fino ad arrivare al 1919 quando una parte dei terreni ceduta agli stabilimenti BIAK, e successivamente alle Officine Villar Perosa. La famiglia Casana rimane proprietaria di parte del terreno sino a circa il 1920 quando la cascina ha sicuramente ancora un utilizzo agricolo. Da una foto aerea datata 1930, presente negli archivi dellEcomuseo Urbano della Circoscrizione 9, si evince ancora la presenza dellantica Cascina. A margine, dove ora sorge ledificio dellAMIAT, si notano aree gi le prime costruzioni a uso industriale. Nel 1938/1945 sul territorio viene realizzata la FRAM, Fabbrica Molle e Accessori per Rotabili e sino al 1948 esiste ancora la Cascina Riviera, ma non noto il suo utilizzo. Il 1977 lanno in cui viene costruito lo stabilimento industriale FRAMTEK SpA con capitale per il 70% di propriet della FIAT SpA e per il 30% dalla FRAM SpA che detiene l'87% dellimpresa svizzera Fram-Lugano. Negli anni 1980-1985 la societ viene acquistata dal Gruppo Industriale REJNA che consolida la sua posizione sul mercato anche con lacquisizione dello stabilimento Teksid. Sotto questa propriet lo stabilimento di via Giordano Bruno attivo fino al 1993 quando chiude sopraffatto dalla pesante crisi economica dellinizio degli anni 90. Cinque anni dopo la chiusura della produzione industriale la propriet dellarea ex-Framtek acquisita dalla societ immobiliare Gefim SpA che costruisce, dopo la demolizione tra il 2002 e il 2003 degli edifici industriali dismessi, alcune imponenti costruzioni ad uso abitativo. Tra il 2003 e il 2007 viene portata a compimento lerezione del palazzo a uffici sede dellAMIAT. Situato allinterno dellarea ex industriale, il PAV con la sua architettura semi ipogea viene realizzato da Gefim tra il 2006 e il 2008 con la procedura di scomputo degli oneri di urbanizzazione.


G. L. A., Guida alle cascine, e vigne del territorio di Torino e suoi contorni dedicata a S.A.R. il Duca del Cablese, Tipografia Barbi, Torino 1790, tomo 1, pp. 130-131 2 Ibidem 3 Insinuazione di Torino, Anno 1847, libro 1, volume 3, numero carta 1405 e Atto notarile n. 412 firmato dal notaio Francesco Borgarello, 18 gennaio 1847, Archivio di Stato 4 Archivio Storico di Torino - Catasto Gatti, Mutazioni di propriet, Pratica n 9657, anno 1857
1 Grossi

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