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Dossier tecnico n 4

Tecniche d interruzione degli interruttori di bassa tensione

Tecniche di interruzione degli interruttori di bassa tensione


Dossier tecnico n 4 Redatto a cura del Servizio Tecnico Commerciale Dipartimento di Bassa Tensione

Indice
1. Introduzione Definizione delle correnti da interrompere 2. Larco elettrico Le sue condizioni di formazione Le sue propriet fisiche Le sue propriet elettriche Le sue condizioni di estinzione 2 2 3 3 3 3 4

Questo Dossier tecnico ha per obbiettivo di: s fare la conoscenza con un fenomeno che si manifesta inevitabilmente tutte le volte che si apre un circuito: larco elettrico; s analizzare da un punto di vista teorico linterruzione dei diversi tipi di corrente ottenuta tramite lestinzione dellarco; s illustrare gli aspetti tecnologici dei dispositivi di interruzione, con particolare riferimento agli interruttori.

3. Ruolo dellarco nellinterruzione 5 4. Interruzione di correnti permanenti In corrente continua In corrente alternata monofase In corrente alternata trifase 5. Interruzione di correnti presunte (con limitazione) Definizioni In corrente continua In corrente alternata monofase In corrente alternata trifase I parametri dellinterruzione Interruzione mediante i fusibili 6. Linterruttore di bassa tensione Le sue funzioni Le sue tecnologie Le sue prestazioni 7. Conclusioni 8. Simbologia 5 5 6 7 7 7 9 9 10 11 11 12 12 13 15 16 16

Tecniche di interruzione degli interruttori di bassa tensione

1. Introduzione
Le sorgenti dalimentazione degli impianti elettrici sono gli alternatori e i trasformatori. Queste sorgenti, per quanto perfette, posseggono unimpedenza interna Questa impedenza ha due effetti molto importanti (vedi fig.1): s in regime normale, fa scendere la tensione rispetto a quella a vuoto U o, portandola a U n quando la sorgente eroga la corrente I n. Nel caso dei trasformatori, il massimo valore di questa caduta di tensione con corrente In corrisponde alla loro tensione di corto-circuito (espressa in % rispetto a Un); s in caso di corto-circuito, limita la corrente ad un valore, espresso come multiplo di In. Considerando un trasformatore trifase possiamo ricavare la sua corrente di corto-circuito Icc dalla proporzione: Ucc In = Un Icc A titolo di esempio ad una Ucc% del 5% corrisponde una I cc di: Icc = 100 In = 20 In 5
U0 Un

U = U 0 - Zi I

Un = Zi In

In corrente di corrente di impiego sovraccarico fig. 1

Icc corrente di corto-circuito

Definizione delle correnti da interrompere


La sola conoscenza del valore della corrente da interrompere non sufficiente per concepire un dispositivo di interruzione appropriato. Linterruzione di tutte le correnti funzione di diversi parametri legati alle sorgenti (alternatori e trasformatori), alle linee ed agli utilizzatori: s un circuito elettrico sempre induttivo, e quindi le variazioni della corrente da interrompere generano, fin dallapertura del circuito, delle controreazioni in tensione che contribuiscono al suo mantenimento. Questa f.c.e.m. di tipo Ldi/dt, pu assumere un valore elevato qualunque sia il valore della corrente i, fino allannullamento della corrente stessa; s il valore della resistenza del circuito da interrompere contribuisce allinterruzione fino a che la corrente possiede un valore significativo, ma non pi di alcun aiuto per i 0, perch la caduta di tensione ohmica diventa trascurabile; s le capacit tra i conduttori attivi, siano esse distribuite (capacit parassite delle sorgenti e dei cavi) o concentrate (batterie di condensatori per la compensazione dellenergia reattiva o per filtraggio) modificano le condizioni dinterruzione; s la frequenza della corrente da interrompere, poich a priori pi facile interrompere una corrente alternata, che passa periodicamente per lo zero, piuttosto che una corrente continua; s infine la tensione fornita dalla sorgente: lapparecchio di interruzione deve, dopo lestinzione della corrente, resistere dielettricamente alla tensione imposta dalla rete, sempre presente.

ovvero per un trasformatore di 1000 kVA a 400 V, una corrente di 29 kA. facile immaginare quali danni una tale corrente pu provocare ad un impianto (riscaldamenti e sforzi elettrodinamici sono infatti proporzionali al quadrato della corrente). Pertanto, anche se vengono prese tutte le precauzioni per rendere il cortocircuito poco probabile, necessario prevedere dei dispositivi di protezione capaci di interrompere le correnti derivanti dal corto-circuito stesso.

Nella pratica si definiscono tre tipi di corrente da interrompere: 1. Corrente di corto-circuito Questa, in un dato punto dellimpianto, non sistematicamente uguale alle 20In della sorgente. s Dipende dalle caratteristiche della sorgente stessa; la cui Ucc% pu variare tra il 3% ed il 7%; s pu essere minore: s a seconda che il guasto sia pi o meno franco, s a seconda della lunghezza e della sezione delle linee a monte; s pu essere maggiore se pi sorgenti sono collegate in parallelo. 2. Correnti di sovraccarico La corrente pu superare il valore nominale e diventare dannosa: s durante un periodo transitorio di avviamento o di funzionamento di un utilizzatore; s se per un certo tempo la somma delle potenze degli utilizzatori alimentati supera le previsioni del progettista in tutta o parte dellinstallazione (coefficiente di contemporaneit). 3. Correnti nominali (o inferiori) Un interruttore, essendo previsto per interrompere le forti correnti di cortocircuito e di sovraccarico, pu, a maggior ragione, assicurare anche il comando dei circuiti e degli utilizzatori.

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2. Larco elettrico
Larco elettrico non stato inventato; si manifestato al primo fisico che tent di interrompere un circuito percorso da corrente. In effetti il circuito, sempre induttivo, fornisce agli elettroni lenergia sufficiente ad oltrepassare la distanza che si crea nella zona di separazione dei conduttori. Il gas presente, generalmente aria, ionizzato da questi elettroni pionieri e la formazione di questo plasma facilita il passaggio della corrente. In queste condizioni linterruzione sembra compromessa, a meno che una migliore conoscenza del fenomeno non riveli delle propriet interessanti, e molto favorevoli per linterruzione dellarco. Fortunatamente cos. Per cui si noter: s un aumento degli elettroni liberi; s produzione di ioni positivi che ricadono sul catodo e contribuiscono al suo riscaldamento; s produzione di ioni negativi che bombardano lanodo provocandone il riscaldamento. Linsieme di tutte queste agitazioni avviene in una colonna di plasma ad una temperatura che, in funzione dellintensit della corrente e delle dimensioni della stessa colonna di plasma, pu variare da 4000 K a 20000 K.
Anodo

ione +

a: composizione della colonna d'arco

ione -

Catodo
Anodo

ione +

Le sue propriet elettriche


(vedi fig. 2b) s La pi importante di fare comparire una tensione darco composta da: s una parte costante UAC (funzione dei materiali utilizzati) compresa tra 20 V e 40 V, che si manifesta fin dalla minima separazione dei contatti s una parte UL variabile in funzione della lunghezza dellarco pari a 50 o 100 V per ogni centimetro darco, che compare quando la lunghezza dellarco si stabilizzata nel suo contesto di equilibrio tra pressione e temperatura. Si ha cos un valore totale Ua=UAC+UL Possiamo notare che: s il segno di Ua cambia negli stessi istanti in cui cambia il segno della corrente darco s il valore della corrente darco non influisce significativamente sulla tensione darco, poich larco lavora a densit di corrente (j=i/s) pressoch costante; infatti sia le sezioni delle macchie anodiche e catodiche, sia quella della colonna darco, sono proporzionali alla corrente, e quindi per analogia con una resistenza: I U = R i = i = l j lk s dove k un valore costante. s si produce unenergia darco Wa = ua ia dt
s

U AC

Le sue condizioni di formazione


Larco appare in un ambiente gassoso: s per una scarica dielettrica tra due elettrodi: s quando il campo elettrico, funzione della forma degli elettrodi e della natura e della densit del gas, supera un determinato valore, s in seguito ad una scarica superficiale su un materiale isolante, che degenera poi nellambiente gassoso; s allapertura di un circuito elettrico percorso da una corrente: anche se il circuito puramente resistivo, necessaria una certa distanza per evitare la scarica elettrica. Ed a maggior ragione, se il circuito induttivo, la distanza necessaria maggiore, a causa della grandezza del termine Ldi/dt (dovuta alla rapida variazione di corrente; vedi cap. 3).

Catodo

U AC ~ 30 V alla separazione dei contatti

Anodo

UL

Catodo

U L ~ 70 V/cm dopo l'allungamento dell'arco Ua = U AC + U L b: tensione d'arco fig. 2

Le sue propriet fisiche


(vedi fig. 2a) Dopo la separazione dei due contatti, uno (il catodo) emette elettroni, laltro (lanodo) li riceve. Essendo il fenomeno dellemissione per sua stessa natura energetico, il catodo sar caldo. Diventando cos la radice dellarco termoemissiva, gli elettroni vengono emessi maggiormente dai punti caldi, il che d luogo ad un fenomeno di ristagno dellarco capace di creare dei vapori metallici. Questi vapori ed il gas ambiente tenderanno conseguentemente ad essere ionizzati.

se larco di lunghezza l immerso in un campo magnetico, sottoposto alla forza F=Bilsin, dove langolo compreso tra i e B. Questa forza, massima in caso di B perpendicolare a i, ha per effetto di incurvare larco e poi di spostarlo trasversalmente (Questo effetto chiamato soffio magnetico).

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Tecniche di interruzione degli interruttori di bassa tensione

Le sue condizioni di estinzione


Lestinzione dellarco si ottiene quando la sua corrente diventa e resta nulla. Aspetto termico Quando la corrente darco piccola o diventa piccola, inferiore per esempio a 10 A, lenergia termica ceduta allesterno pu diventare maggiore dellenergia sviluppata dallarco e questo muore di freddo (arco detto gelato) mentre la tensione darco aumenta (vedi fig. 3a). Durante questo aumento della tensione darco, pu anche avvenire una brusca estinzione se le capacit parassite corto-circuitano larco. Questo si verifica quando la tensione darco diventa maggiore della tensione di carica delle capacit distribuite (vedi fig. 3b). Questo fenomeno chiamato strappamento. Non sempre il fenomeno ha questo svolgimento, infatti: se la corrente darco si stabilizza contro una parete isolante, la sua superficie di scambio termico diminuisce, e i componenti dellisolante, localmente molto caldi, possono favorire la conduzione e il mantenimento dellarco; s se la corrente darco elevata la colonna darco molto esotermica e solo landamento congiunto della tensione darco e della tensione di rete permettono di ridurre questa corrente e poi di annullarla.
s

Questo raccordo in tensione chiamato Tensione Transitoria di Ristabilimento, TTR. Essendo queste capacit molto piccole, le oscillazioni hanno una frequenza molto elevata e sono molto smorzate. In pratica si presentano due casi:
s

i,u
Ud

Ua
ia

Ur

interruzione di corrente continua (vedi fig. 5a);


i

TTR
m

s s

interruzione di corrente alternata: se al momento dello zero della corrente il valore istantaneo della tensione di rete ancora dello stesso segno di quello della tensione darco, si ha la situazione della fig. 5b. In questo caso la condizione di interruzione definitiva si verificher se landamento successivo della tensione di rete non intersecher pi le caratteristiche di rigenerazione, sia per i valori positivi che per quelli negativi se il valore istantaneo della tensione di rete di segno opposto alla tensione darco ma di valore assoluto inferiore si ha il caso di fig. 5c. Lestinzione dellarco definitiva se la TTR non oltrepassa la caratteristica di rigenerazione. Nel caso contrario in cui la TTR intersechi la curva di rigenerazione, si pu originare una corrente postarco di tipo elettroluminescente. In questo caso, se la corrente postarco resta di valore pari a quella del caso di arco gelato, sussistono ancora le condizioni per lestinzione. Se invece la corrente postarco oltrepassa un valore critico in corrispondenza ad una tensione anchessa critica, si avr un reinnesco della corrente darco e bisogner attendere un nuovo passaggio per lo zero per interromperla.

tm

L,r

G
i

TTR

fig. 4: la tensione transitoria di ristabilimento, TTR

i,u

Ua Ur
i

Aspetto dielettrico Non sufficiente che la corrente darco divenga nulla per assicurarne lestinzione; occorre che lambiente fino a quel momento ionizzato, si rigeneri dielettricamente per resistere alla tensione di rete ancora presente. Questi fenomeni di rigenerazione dovuti alla ricombinazione degli ioni positivi o negativi e con gli elettroni fortunatamente molto rapido ed in pratica, affinch la corrente darco resti nulla, necessario che la tensione di rete rimanga sempre inferiore alla caratteristica di rigenerazione (Ud). Se la tensione darco diventa e resta superiore alla tensione di rete (in valore assoluto se si tratta di tensione alternata) il fenomeno di rigenerazione verr innescato quando la corrente si avvicina allo zero; in questa fase il numero di cariche elettriche nel plasma si riduce al minimo indispensabile per la conduzione della corrente, e si annulla totalmente proprio in concomitanza con lo zero della corrente. Ma larco e le capacit parassite hanno la stessa tensione fino allestinzione della corrente darco. Una volta annullata la corrente darco, questa tensione raggiunge la tensione di rete attraverso un fenomeno di oscillazione libera tra queste capacit distribuite e le costanti L ed R del circuito (vedi fig. 4).
4

i,u

Ua

Ud +

i,u
Ua

arco "gelato"

Ud

t Ur b Ud -

ia

Ur

im

i,u

t a: estinzione dell'arco L
ic tm

Ua

Ud +

i
ia

E b: le capacit parassite "corto-circuitano" l'arco fig. 3

C
c

Ur

Ud -

fig. 5

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3. Ruolo dellarco nellinterruzione


La corrente stabilita alla chiusura pu essere calcolata mediante la legge di Ohm generalizzata: e Ri Ldi/dt = 0 Dopo un transitorio di chiusura la corrente si stabilizza raggiungendo il regime permanente. Sulla base di tale legge, la corrente non potrebbe essere annullata definitivamente se non quando la tensione e diventasse nulla o la R diventasse infinita. Essendo queste due condizioni estreme, improponibili nella pratica, si preferito introdurre un arco nel circuito per utilizzare le propriet della sua tensione Ua e le sue condizioni di estinzione. Allapertura del circuito lequazione diventa: e Ri Ldi/dt ua = 0 Cos la corrente sar forzata a zero o passer per lo zero; queste sono le condizioni destinzione dellarco che permetteranno linterruzione della corrente. Un approccio progressivo della teoria dellinterruzione si effettua distinguendo i due casi seguenti, a seconda che la tensione darco ua sia introdotta nel circuito: s quando la corrente in regime permanente (vedi capitolo 4); s prima che la corrente abbia raggiunto il valore stabilizzato della corrente presunta (vedi capitolo 5).

4. Interruzione di correnti permanenti


Per correnti permanenti si intendono correnti nominali, di sovraccarico e di corto-circuito che hanno raggiunto un valore stabile qualunque al momento dellapertura del circuito. Lapertura del circuito pu essere: s sia volontaria, comandata da un operatore, indipendentemente dal valore della corrente; s sia automatica mediante lazione di un dispositivo sensibile al valore stesso della corrente, che comanda direttamente o indirettamente lapertura del circuito. Per ragioni di semplicit, le condizioni di interruzione sono qui analizzate prima in corrente continua e poi in corrente alternata. Allo scopo di interrompere la corrente, quindipisempliceesufficientemente rappresentativo considerare ua come una funzione a gradino ponendo: ua = Ua per t > to (con to istante in cui u a = E). La corrente dopo lapertura (t > to), ha quindi l'andamento: E Ua R R
tt o 1 e

Ua

E, r

L R

ia =

Ua

con = L/R, e si ha interruzione nellistante ta: t a = log Ua + to Ua E

Ua E

In corrente continua
(vedi fig. 6). u=E prima dellapertura: io = E/R dopo lapertura: E Ri Ldi/dt ua = 0 A partire dallapertura dei contatti, ua cresce fino al valore massimo Ua. La legge di Ohm generalizzata mostra che la corrente non potr essere forzata a zero finch ua non diventer superiore a E. Altrimenti la corrente tender al valore: I'o = (E Ua) / R, non nullo. in cui la corrente passa per lo zero (una corrente negativa dovuta alla preponderanza di Ua rispetto a E non avrebbe alcun senso fisico). Il calcolo dellintegrale: Wa = ua ia dt
to

t0

Ua i,u i0 ia E

ta

fornisce:
Ua U U 1 Wa = L i2 2 a 1+ 1 a log o 2 E E Ua E
fig. 6

t0

ta

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Tecniche di interruzione degli interruttori di bassa tensione

Linterpretazione di questa espressione facilitata ponendo: 1 WLO = L i2 o 2 e osservando le curve (Wa/WL0) e (ta/) in funzione del rapporto Ua/E (vedi fig. 7). Queste curve mostrano che: s se Ua = E allora W a /WL0=2 ma il tempo di interruzione infinito; s se Ua molto grande, al limite tendente allinfinito, allora Wa/WL0=1. Lenergia dellarco uguale allenergia induttiva iniziale, e il tempo di interruzione teoricamente nullo: la potenza dellarco, Wa/ta per molto grande; s il ginocchio della curva Wa/WL0 un ottimo pratico e dunque Ua < 2,5 E un buon compromesso. A questo intervallo corrispondono Wa=1,2WL0 e ta=. Il coefficiente 1,2 (rilevato dalla curva) molto soddisfacente poich si avvicina al minimo assoluto 1, difficile da raggiungere. 1,5 <

Wa ___ W L0
2

ta __ 2

1,5

Wa ___ W L0

1,5

1 ta __ 0,5

0,5

0,2
1 1,5 2 3 5 10

Ua __ E

"ottimo"

fig. 7: curve Wa/W L0 e ta /

i a ,ua Ua ia ia t

i,u Ua Ud +

t Ur Ua IUaI Ua Ud -

In corrente alternata monofase


u = E sint i = lo sin(t ) con: cos = e: Io = E R

a t fig. 8

(L )2 + R2

i,u Ua Ud +

(L )2 + R2

i i,u
Ur
i Ua(t)

Ua+

A partire dalla separazione dei contatti compare larco, e landamento della tensione nel tempo pu sembrare complesso. Tuttavia ua ha sempre lo stesso segno di i e il suo valore assoluto tende a Ua (vedi fig. 8). Lo studio matematico di ia ta e Wa a partire dalla legge di Ohm generalizzata, u Ri Ldi/dt ua = 0 sempre possibile ma meno semplice.

t
Ua t0 ta

Ua Ud b

Ur

fig. 9

fig. 10

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Inoltre, dal momento che questi calcoli non tengono conto delle condizioni di ristabilimento in tensione di una reale interruzione in alternata, necessaria lanalisi dei due casi Ua > E e U a << E: s se Ua > E (vedi fig. 9) la tensione darco contribuisce a forzare verso zero e a mantenere nulla la corrente. Ci indipendentemente dallo sfasamento tra i e u; s se Ua << E linterruzione resta possibile e risulta complessivamente pi facile che in corrente continua grazie agli zeri naturali di i. La riuscita dellinterruzione condizionata da dei fenomeni postarco ad ogni zero di corrente che si traducono in una gara di velocit tra la rigenerazione dielettrica dellarco e la tensione di rete. Esaminiamo due possibilit: s se il valore assoluto di U a raggiunto ad uno zero di corrente supera la tensione di rete in questo istante, TTR compresa (vedi fig.10), allora la curva di rigenerazione dielettrica resta maggiore della tensione di rete: si ha interruzione; s se invece, il simmetrico di Ua raggiunto ad uno zero di corrente inferiore alla tensione di rete in questo istante, TTR compresa, la tensione di

rete rischia di intersecare la curva di rigenerazione dielettrica (U d) se questa non sufficientemente rapida. (vedi fig. 10b). In queste condizioni larco pu ristabilirsi e non c interruzione (almeno in questo zero di corrente). In entrambi i casi linfluenza del fattore di potenza cos del circuito da interrompere importante perch introduce uno sfasamento degli zeri di corrente rispetto al valore della tensione di rete. In particolare se cos 1 tensione e corrente sono nulle negli stessi istanti, e linterruzione molto facilitata.

In corrente alternata trifase


Quando il neutro distribuito, le condizioni di interruzione trifase sono le stesse del caso monofase e si ragiona in tensione di fase, polo per polo. Quando il neutro non distribuito, il corto-circuito introduce un punto neutro flottante (vedi fig. 11). In tali condizioni: s il primo polo che interrompe dovr sopportare una tensione di ristabilimento pari circa a 1,5 E, poich il punto neutro tender a spostarsi da N a N; s a questo punto gli altri due poli si

troveranno a lavorare in serie per interrompere la corrente monofase alimentata dalla tensione concatenata. Questa corrente risulta pari a circa 3/2 volte la corrente di corto-circuito trifase. Il punto di neutro si potr spostare lungo il lato orizzontale del triangolo in funzione delle diverse tensioni darco sui due poli in serie. Al completamento dellinterruzione, la totale tensione di ristabilimento (3E) si ripartir fra i due poli in relazione al loro comportamento dielettrico. Tenuto conto di questa aleatoriet della TTR su un polo (nel caso limite tutta la tensione concatenata su un polo) non a priori detto che linterruzione di entrambi i due ultimi poli sia tanto pi facile di quella del primo polo.
i1 0

N i2 N" N' i1 = 0 Un i 2 = i3 N' e N" = Neutro "flottante" fig. 11 i3

5. Interruzione di correnti presunte (con limitazione)


Definizioni
Corrente presunta la corrente che circolerebbe nei circuiti di un impianto se ogni polo dellinterruttore o il fusibile venisse sostituito da un conduttore dimpedenza trascurabile (IEC 50-441). In un circuito di prova di apparecchiature la corrente di taratura. Ricordiamo che: s in corrente continua landamento della corrente del tipo (vedi fig. 12): i=
s
t t E 1 e = ip 1 e R

laltra unidirezionale, tendente a zero per t che tende allinfinito. interessante notare due casi particolari: s = detto regime simmetrico (vedi fig. 13b) in cui lespressione della corrente : E i = sint Z Tale corrente ha fin dallinizio lo stesso andamento che in regime permanente ed un valore di cresta pari a E/Z; non c dunque alcuna componente unidirezionale. s = /2 detto regime asimmetrico in cui (vedi fig.13c) lespressione generica della corrente :
s

"" a

i "simmetrica"

In corrente alternata monofase, listante di apparizione del guasto o di chiusura del circuito hanno una grande importanza nellevoluzione della corrente transitoria. Considerando come istante zero listante di apparizione del guasto, caratterizzato da un angolo rispetto al precedente zero di tensione, tale tensione si pu esprimere come (vedi fig. 13a): u = Esin (t+) Lespressione della corrente diventa i= E sin(t + ) sin( ) Z
R t e L

E i = sin t + Z

t e L 2 R

= b

i E R Ip E R

i i "asimmetrica"


fig. 12

c fig. 13

in cui notiamo due componenti: s una alternata, sfasata di rispetto ad u,


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Tecniche di interruzione degli interruttori di bassa tensione

La componente unidirezionale assume il valore iniziale massimo E/Z, e sommando istante per istante le componenti alternata e unidirezionale si evidenzier il valore di cresta della corrente, funzione del rapporto R/L dal quale dipende lo smorzamento della componente unidirezionale. Nota: Per effetto della somma istantanea delle componenti unidirezionale ed alternata, il valore massimo della corrente di cresta in un determinato circuito, si ottiene quando =0, e cio quando il guasto appare in corrispondenza dello zero di tensione. s In corrente alternata trifase (vedi fig. 14), la corrente in ogni fase pu dare origine agli stessi casi particolari (simmetrici e asimmetrici) del monofase. Ad ogni modo, quale che sia , si ha quasi sempre: s una fase in regime quasi-simmetrico s una fase in regime quasi-asimmetrico s la fase rimanente detta in piccola semionda.

Interruzione con limitazione Con questa espressione si intende che si sono presi provvedimenti per impedire che la corrente di cortocircuito raggiunga il massimo valore di cresta della corrente presunta (vedi fig. 15a) Questa tecnica importante e spesso indispensabile per evitare danni allimpianto. La limitazione sar ottenuta grazie alla tensione darco soltanto se questa diventa rapidamente pi grande della tensione di rete e si mantiene tale (vedi fig. 15b). In effetti la legge di Ohm: e Ri Ldi/dt ua = 0 permette di definire tre condizioni di limitazione (vedi fig. 15c):

creazione al pi presto di una tensione darco; s evoluzione di questa tensione darco il pi velocemente possibile per raggiungere Ua = e Ri e quindi
s

di =0 dt

il che significa che la corrente ha raggiunto il suo valore massimo ic; s mantenimento della tensione darco Ua al pi elevato valore possibile in modo che di/dt sia negativa e la corrente sia forzata verso zero. Riassumendo presto, veloce, elevato questo il motto per interrompere grazie allarco ... correnti presunte... con limitazione....

Laboratoire VOLTA A3076 90/05/31/001 .005 200.0

Ip

10 ms

i interrotta

asimmetria vera t a
traccia 1 40 000 kA I1

Ua U

traccia 4 205.V V1

Ur
traccia 2 quasi-asimmetria 40.00 kA I2

Ua

traccia 5 204.V V2

t b

traccia 3 piccola semionda 40.00 kA I3

traccia 6 204.V V3

i di =0 dt

di <0 dt onde di tensione onde di corrente t c fig. 14: oscillogrammi di una interruzione di un circuito di prova in corrente alternata fig. 15

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In corrente continua
La tensione continua si esprime come u(t) = E. s Fino allapertura del circuito la corrente : t t E i 1 e = ip 1 e R s Dopo lapertura del circuito, compare una tensione darco. Se questultima cresce rapidamente il suo andamento globale potr essere assimilato ad una funzione a gradino il cui fronte di salita sar definito da ua = E allistante to (vedi fig. 16). La corrente dopo aver raggiunto un valore io decresce in modo esponenziale e sannulla dopo un tempo ta << . Il calcolo dellenergia darco,

In corrente alternata monofase


In condizioni di limitazione linterruzione della corrente avviene come se si trattasse momentaneamente di una interruzione di corrente continua. s Il caso di regime simmetrico, in particolare, quasi equivalente ad una interruzione di una corrente presunta con tensione di rete E= Un 2 (vedi fig. 18a). s Nel caso di regime asimmetrico la limitazione spesso migliore poich la curva della tensione darco interseca la curva della tensione di rete prima che la corrente abbia raggiunto un valore molto elevato (vedi fig. 18b). s Nei casi intermedi, con piccola semionda linterruzione con limitazione pu avere luogo solo alla seconda semionda di corrente, essendo la prima semionda di valore troppo modesto (fig. 18c). Nota Una limitazione efficace per forti correnti di corto-circuito, pu essere ottenuta solo se la tensione darco interviene in un tempo molto inferiore a T/4 (con T periodo della tensione di rete).

i,u

Ua

Un 2
i p "SIM"
ic

Ur

T/2

Wa = ua ia dt
to

ta

fornisce
R io 1 U U E Wa = L i2 2 a 1 a log 1+ o 2 Rio Rio Ua E

da cui linsieme di curve (W a/WL0) (vedi fig. 17), introducendo il parametro k=io/ip (detto rapporto di limitazione). Si noti che lenergia darco tanto pi modesta quanto pi il rapporto di limitazione k piccolo. Questa energia risulta ottimale per linterruttore per Ua < 2,5 E analogamente al caso di corrente in regime permanente. 1 < ,5

i,u

i p "ASIM" Ur ic
T/2

Ip Ip i0 ic t
1.2 1 0.95 0.85 0.75 15

Wa ___ W L0
i

k=1 k = 0,9 k = 0,8 k = 0,7

ip

ia

Ua

0.5

k = 0,6 k = 0,5
i p "piccola semionda"

Ua
0.3

0.2

k = 0,25
0

t0 fig. 16
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1,5

2,5

fig. 17

Ua __ E
fig. 18

Tecniche di interruzione degli interruttori di bassa tensione

In corrente alternata trifase


Bisogna considerare due casi: 1 caso: apertura indipendente dei poli. Ciascun polo introduce una tensione darco funzione della corrente che lattraversa (vedi fig. 19). In prima approssimazione linterruzione avviene nel seguente modo: s una delle fasi interrompe in regime simmetrico monofase ma con un ristabilimento in tensione ad un valore di 1,5E; s le altre due fasi effettuano una interruzione in regime bifase di una coda di corrente.

2 caso: apertura simultanea dei poli. La corrente della fase in regime simmetrico agisce, per prima, su di un dispositivo di sgancio che provoca unapertura onnipolare molto rapida. In questo caso le tensioni darco si sviluppano sulle tre fasi a partire dallo stesso istante. Tutto si svolge come se la fase in regime quasi-simmetrico fosse interrotta ad una tensione concatenata con una tensione darco doppia. Questa apertura onnipolare deve avvenire in un tempo minore di T/4 e sar ancora pi efficace per tempi minori di T/8, visto che in questo caso la fase in piccola semionda viene interrotta pur essendo interessata da una corrente modesta.

Un tale comportamento allinterruzione: ha generalmente luogo in dispositivi aventi uninerzia totale delle parti in movimento piccola; s volutamente ricercato sui grandi apparecchi aventi energia di manovra esterna ultra rapida (ad esempio ad effetto Thomson con scarica capacitiva).
s

Laboratoire VOLTA A0201 89/02/014

1 ms
i p1

traccia 1 20,00 kA

I1

traccia 4 200 V

V1

traccia 2 20,00 kA

I2

ip2
V2

traccia 5 200 V

traccia 3 20.00 kA

I3

traccia 6 200 V

V3

fig. 19: oscillogramma di una interruzione di un circuito di prova in corrente alternata trifase, con apertura indipendente dei poli

10

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I parametri dellinterruzione
Al fine di apprezzare lefficacia dellinterruzione i parametri da tenere in considerazione sono: s corrente di cresta interrotta = i c (valore assoluto della corrente di cresta massima). La sua conoscenza permette di definire gli sforzi elettrodinamici massimi nel circuito. s Sollecitazione termica o integrale di joule = i2dt. Landamento della corrente interrotta non corrisponde ad una funzione matematica semplice e questo integrale calcolato passo passo per via informatica. Lintegrale di Joule traduce le sollecitazioni termiche sugli elementi del circuito. s Durata dellinterruzione = t a tempo totale dinterruzione se il circuito trifase. s Tensione darco massima = U a ordine di grandezza: s da 250 V a 500 V per interruttori normali, s da 600 V a 900 V per interruttori limitatori; queste sovratensioni non sono pericolose perch sono inferiori alle tensioni di prova normalizzate per gli impianti BT. s Energia darco = uaia dt. Anche questo integrale calcolato passo passo con lausilio del calcolatore. Essa rappresenta lenergia sviluppata nella zona darco. Ordine di grandezza: da 1 kJ a 100 kJ a seconda degli apparecchi e delle correnti interrotte. Questa energia condiziona la vita elettrica degli apparecchi.

Interruzione mediante i fusibili


Anche il fusibile interrompe grazie allarco. La sua relativa semplicit consiste nel fatto che un filamento, debitamente dimensionato, portato alla sua temperatura di fusione dalla corrente che lo attraversa. Con forti correnti il riscaldamento che porta alla fusione del filamento di tipo adiabatico, e la sua energia di prearco definita dalla formula:
tpa

Tale involucro pu essere riempito di polvere di silice per assorbire lenergia darco attraverso la fusione della silice stessa. Nota La coda di corrente si spiega con il percorso preferenziale che larco si crea nella silice fusa. Larco si raffredda contro le pareti ancora calde. Qualche osservazione a proposito dei fusibili: s il fusibile non pu interrompere che a seguito di elevate correnti di sovraccarico o di corto circuito; s il fusibile talvolta dotato di un percussore per segnalare la fusione e talvolta anche per agire indirettamente su di un dispositivo di interruzione complementare, al fine di effettuare unapertura su tutte le fasi; s dopo il guasto e la fusione di un fusibile gli altri fusibili superstiti possono aver sfiorato il loro punto di fusione ed avere cos modificato le loro caratteristiche; tali fusibili possono allora in futuro fondere intempestivamente ad una corrente inferiore al loro calibro. Per questo motivo necessario sostituire sempre tutti i fusibili insieme.

R i2 dt = m c Tf
0

con: R = resistenza del filamento m = massa del filamento c = calore specifico del materiale del filamento. Tf = temperatura di fusione tpa = tempo di prearco Questa energia termica (di prearco) indipendente dalla tensione di rete. Larco raggiunge rapidamente la lunghezza del filamento fuso e la tensione darco assume un valore funzione di questa lunghezza e della pressione che si viene a creare nellinvolucro (vedi fig. 20).

i ip

@@@@@ @@@@@ @@@@@ @@@@@ @@@@@ @@@@@

elemento fusibile t pa silice involucro isolante Ur elemento di raccordo U Ua t

t i

ia

t fig. 20

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Tecniche di interruzione degli interruttori di bassa tensione

6. L interruttore di bassa tensione


Un interruttore (vedi fig. 21) un apparecchio di manovra e protezione capace di chiudere e interrompere un circuito in presenza di qualsiasi corrente fino al suo potere di interruzione estremo Icu (vedi norma CEI EN60947.2). Bench la sua funzione essenziale sia linterruzione automatica delle correnti di corto-circuito e di sovraccarico grazie allazione degli sganciatori, linterruttore permette anche, attraverso unazione volontaria esterna, linterruzione delle correnti di sovraccarico e di quelle normali (minori o uguali alla nominale). Inoltre, dopo ogni apertura assicura un isolamento in tensione del circuito interrotto. La progettazione di un interruttore che potesse riunire nello stesso contenitore tutte queste funzioni ha condotto allutilizzo di soluzioni specifiche quanto a: s meccanismo di apertura/chiusura; s sganciatori; s circuiti elettrici dei poli; s elementi di interruzione (contatti, camere di interruzione). Questo capitolo fa unanalisi delle sue funzioni, delle sue tecnologie e delle sue prestazioni. Condurre la corrente Questa funzione necessita di precauzioni costruttive per avere nello stesso tempo un riscaldamento ammissibile ed una possibilit dapertura rapida. Inoltre se linterruttore adatto per realizzare la selettivit cronometrica (categoria B secondo CEI EN60947.2) pu essere necessaria una tenuta elettrodinamica e termica elevata per sopportare le correnti di corto circuito durante lintervallo di tempo richiesto per il funzionamento degli apparecchi a valle. Aprire il circuito, interrompere la corrente Lapertura pu essere effettuata:
s

mediante azione indiretta sul meccanismo, provocata dallo sganciatore in seguito ad una sovracorrente: questo provoca unapertura automatica e definitiva dellinterruttore, anche se lorgano di manovra mantenuto nella posizione di chiuso; s mediante lazione di uno sganciatore ausiliario sul meccanismo; ad esempio dispositivo a minima tensione, a lancio di corrente, a corrente differenziale ecc. ecc. Lapertura automatica e definitiva e la corrente in quellistante pu assumere un valore qualsiasi.
s

mediante azione volontaria sul meccanismo, manuale o telecomandata; la corrente da interrompere pu avere un valore qualunque;

Garantire il sezionamento Quando linterruttore aperto richiesto un livello di isolamento tra le parti in tensione e quelle fuori tensione. Questo livello definito da prove dielettriche, come quelle previste dalla norma CEI EN60947.2 (si veda in proposito il dossier tecnico n 2, Evoluzione degli interruttori BT con la Norma IEC 947.2).

attacco superiore caminetto di sfiato dei gas griglia di sfiato griglia isolante

Le sue funzioni
Chiudere il circuito Azionando il meccanismo, la corrente si stabilisce gi quando i contatti sono appena in contatto ed alla messa in tensione, alcuni carichi assorbono correnti ben superiori a In (per esempio i motori da 7 a 8 volte In per qualche secondo). Affinch questi sovraccarichi non diano luogo a dei fenomeni dannosi nelle zone di contatto (erosione dovuta allarco) la chiusura deve essere rapida specialmente per correnti elevate. Inoltre, per sopportare tutte le condizioni abituali, gli interruttori devono poter stabilire delle correnti da 15 a 20 volte superiori alla loro corrente nominale. La realizzazione di questa funzione richiede delle specificit, perch un interruttore deve sempre essere pronto a riaprire in caso di guasto nellimpianto, compreso il caso in cui il guasto sia gi presente al momento della chiusura.

separatore della camera di interruzione contatto d'arco inferiore

zona di interruzione

contatto fisso contatto mobile contatto d'arco superiore

fig. 21: spaccato di un interruttore BT industriale da 400 A

F
posizioni della leva di comando: chiuso - F scattato rel - O/D aperto - O riarmo - R -

O/D

O R
blocco sganciatore magnetotermico (intercambiabile) con: sganciatore termico sganciatore magnetico attacco inferiore

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Le sue tecnologie
I meccanismi I tre principi di base sono: s meccanismo a due posizioni stabili ON e OFF (per gli interruttori di tipo modulare); s meccanismo a tre posizioni stabili ON, OFF, TRIP utilizzato principalmente negli interruttori di tipo scatolato in cui lorgano di manovra permette: s la chiusura brusca dei contatti, indipendente dalla velocit di manovra, s lapertura brusca dei contatti, indipendente dalla velocit di manovra, s lapertura per sgancio, che avviene anche se il nasello mantenuto nella posizione ON; dopo lapertura per sgancio la richiusura dovr essere preceduta dal riarmo del meccanismo, s il sezionamento visualizzato (lorgano di manovra non pu essere lucchettato in posizione OFF, se tutti i contatti non sono realmente aperti); s meccanismo ad accumulo di energia per interruttori di tipo aperto, pi sofisticato, perch prevede un dispositivo di carica molle che agisce precedentemente alla chiusura ed alla apertura permettendo cos un ciclo di manovra O-CO senza ricarica intermedia. Gli sganciatori Gli sganciatori sono estremamente diversificati; per questo, nel seguito, vengono enunciati solo i principi di base che costituiscono il minimo indispensabile per affrontare linterruzione delle sovracorrenti. s Gli sganciatori magnetotermici (detti convenzionali): s in condizioni di sovraccarico, leffetto di un riscaldamento significativo dovuto al passaggio di una corrente determinata che provoca lo sgancio mediante un elemento termomeccanico, generalmente una lamina bimetallica. Con correnti prossime alla nominale la temperatura del sensore termico raggiunge valori corrispondenti ad uno stato di equilibrio termico. Lo stato di equilibrio termico corrispondente alla corrente pi alta che non provoca lo sgancio, determina il calibro nominale dello sganciatore. Lo sganciatore pu essere compensato per tener conto dellinfluenza della temperatura ambiente.

Per dei sovraccarichi molto elevati il riscaldamento avviene in regime quasi adiabatico, di conseguenza i tempi di sgancio sono funzione dello stato di riscaldamento preliminare della lamina bimetallica (caratteristiche di intervento a caldo e a freddo dello sganciatore), s In condizioni di corto-circuito, a partire da una certa soglia di corrente, lo sgancio avverr istantaneamente grazie ad una bobina che mette in movimento unancora od un nucleo magnetico. Il tempo di intervento della soglia di corrente deve essere minore di 200 ms, ma diventa molto pi breve (da 3 ms a 5 ms) per forti correnti. s Gli sganciatori elettronici, sono composti da trasformatori di corrente speciali che alimentano schede elettroniche. Linsieme ha come obbiettivo la stima della corrente che attraversa i poli dellinterruttore per agire di conseguenza su di un dispositivo di sgancio. I loro punti di forza sono: s maggiore precisione nella regolazione delle soglie; s curve di sgancio regolabili a seconda dellimpiego; s capacit di fornire informazioni localmente ed a distanza. I contatti I contatti degli interruttori BT sono costituiti da zone di elementi conduttori sottoposti ad una pressione diretta nella stessa direzione del loro possibile spostamento (vedi fig. 22). Due fenomeni fisici legati al materiale utilizzato ed alla forza di contatto devono attirare la nostra attenzione: s la resistenza di contatto (Rc). Essa deve essere la minima possibile perch condiziona la potenza sviluppata nel punto di contatto, che deve essere dissipata per conduzione. Questi riscaldamenti possono accentuare i fenomeni dossidazione e di corrosione dei contatti, che possono essere realizzati in rame fino a 100 A, e devono essere a base di argento per correnti superiori, in modo da preservarli da deterioramenti. Con forti correnti, nel punto di contatto, la potenza sviluppata pu superare la potenza dissipabile. La zona di contatto pu allora essere portata alla fusione; per evitare quindi la saldatura dei contatti viene generalmente utilizzata una coppia di materiali eterogenei, per esempio con lintroduzione di tellurio o di carbonio nel materiale di uno dei contatti.

Fino a 630 A il contatto viene realizzato con un solo elemento; al di sopra di questo valore di corrente preferibile utilizzare un sistema a pi dita di contatto in parallelo. s La repulsione elettrodinamica. Per interazione magnetica tra i filetti di corrente disposti a raggiera (vedi fig. 22), si genera una forza di repulsione dei contatti detta repulsione elettrodinamica. Questa repulsione ha conseguenze dannose perch provoca: s erosione indesiderata dei contatti a causa dellenergia darco s rischio di saldatura o di microsaldature se i contatti si richiudono s formazione di punti caldi che favoriscono la stagnazione dellarco e quindi lemissione termoionica; possono essere cos compromesse le condizioni di estinzione dellarco durante la sua fase di rigenerazione. Bisogna notare che per migliorare la tenuta elettrodinamica, per correnti nominali superiori a 630 A, molto vantaggiosa la tecnica multidita. In definitiva, la scelta del materiale e la forza di contatto sono determinanti perch influenzano la resistenza di contatto, la repulsione elettrodinamica e molti altri aspetti come erosione, microsaldature, ecc.

forza di contatto (Fc)

fig. 22

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Particolarit del contatto mobile Con forti correnti, superiori a 15 volte In, bisogna: s per gli apparecchi previsti per restare chiusi al passaggio della corrente di corto circuito, migliorare la tenuta elettrodinamica mediante una compensazione prodotta dalla stessa corrente. Vediamo qualche schema possibile: s per attrazione mutua; questo schema impedisce lapertura al passaggio di forti correnti (vedi fig. 23a) s per repulsione equilibrata, mediante opportuno posizionamento del perno A (vedi fig. 23b); una soluzione utilizzata negli interruttori a corrente nominale elevata, non limitatori. Questi interruttori sono generalmente installati in testa allimpianto ed il loro intervento spesso ritardato per ottenere selettivit; la loro tenuta elettrodinamica deve dunque essere elevata per sopportare correnti di corto-circuito pari a 20 volte In e pi; s per gli apparecchi che devono aprirsi e interrompere rapidamente, migliorare le condizioni di repulsione del contatto mobile al fine di ottenere pi velocemente una elevata tensione darco. Sono possibili alcuni schemi (vedi fig. 24): s a semplice anello di repulsione, s a doppia repulsione (spesso realizzata tramite un doppio contatto), s ad estrattore; un nucleo magnetico spinge o tira il contatto mobile. Gli effetti elettrodinamici di repulsione possono essere rinforzati dallaggiunta di opportuni circuiti magnetici: s con effetti proporzionali al quadrato della corrente tramite un circuito di attrazione (vedi fig. 25a) o di repulsione (vedi fig. 25b). in forma di U, s con effetti proporzionali alla variazione della corrente (di/dt), quindi particolarmente efficaci con forti correnti (vedi fig. 25c).
Fr i Fm (i/2) Fr

In alcuni casi si fa in modo che i contatti mobili si richiudano da soli dopo un brevissimo tempo per poi riaprirsi definitivamente solo se il corto circuito non stato eliminato da un interruttore situato a valle. Questo il principio utilizzato nei blocchi limitatori del sistema SELLIM realizzato da Merlin Gerin. Le camere di interruzione Il ruolo essenziale di queste parti di mantenere la tensione darco ad un valore conveniente ed assorbire lenergia sviluppata nellarco (talvolta questa energia elevatissima: se Ua = 500 V e I = 10 kA per 2 ms, allora Pa = 5 MW e Wa=10 kJ). Le camere di estinzione devono anche soddisfare a condizioni di rigenerazione dielettrica sufficienti per garantire linterruzione definitiva della corrente, nonostante la presenza della tensione di rete e della TTR (vedi cap. 2, paragrafo: aspetti dielettrici dellarco). I fenomeni fisici da tenere in conto per ottenere linterruzione non sono pi soltanto elettrici; anche i fenomeni termici (fusione, sublimazione, evaporazione) aerodinamici, di irraggiamento, giocano un ruolo importante nel bilancio energetico istantaneo. Il principio di base di una camera di interruzione consiste nello spostare larco verso una serie di separatori o placchette metalliche, disposte trasversalmente alla colonna darco principale, al fine di:
a Fr Fm

frazionare larco in tanti archi elementari quanti sono gli intervalli, ciascuno dei quali genera cos una tensione darco minima UAC di valore compreso tra 20 e 40 V, e dovuta al fenomeno anodo-catodo (vedi fig. 26a). La tensione darco totale Ua che si manifesta quando c frazionamento, in prima approssimazione si calcola cos (dove si tenuto conto di un contributo dovuto allallungamento dellarco, U'L, di circa 75 V/cm) : Ua = N UAC + (L - N e) U' L e se: N e = L/2 , allora: Ua = N 20 + L/2 75, (V) dove: e = spessore dei separatori in cm N = numero dei separatori L = lunghezza della camera di estinzione in cm. Per esempio con N = 10 e L = 4 cm, Ua = 200 V+150 V=350 V. s Immagazzinare, mediante il riscaldamento o fusione temporanea dei separatori, lenergia prodotta dalla forte corrente nella colonna di plasma. Nella pratica esiste un limite di efficienza della camera corrispondente ad un limite di corrente, al di sopra del quale larco non riesce ad entrare nella zona dei separatori pur avendo con questi ultimi un eccessivo scambio termico (vedi fig. 26b).
s

a Fm i apertura i Fm

i b Fm Fm apertura i i Fm

i i

c Fr i 1/3 A 2/3 Fm fig. 24: principio di repulsione dei contatti: a: a semplice anello di repulsione; s b: a doppia repulsione (spesso realizzata tramite un doppio contatto); s c: ad estrattore; un nucleo magnetico spinge o tira il contatto mobile.
s

(i/2)

Fr Fr i

c estrattore Fm i

apertura
i2 i2

Fm i

b i fig. 23.

fig. 25: dispositivi magnetici di repulsione dei contatti: s a: circuito di attrazione a U; s b: circuito di espulsione a U; s c: repulsione per di/dt elevata.
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e i L e N e e

contatto mobile

contatto fisso

b fig. 26

La precamera Questa zona costituita dal volume che divide la zona in cui avviene la separazione dei contatti dallinizio delle placchette che compongono la camera di interruzione. Una sua appropriata configurazione va studiata per: s evitare la stagnazione dellarco sui contatti principali (erosione e punti caldi); i contatti darco vi contribuiscono provocando lo spostamento della radice dellarco dai contatti fissi verso linterno della camera; s favorire un allungamento dellarco pi rapido e maggiore di quello provocato dalla sola apertura meccanica dei contatti. Gli effetti magnetici gi ricordati in relazione alla repulsione del contatto mobile contribuiranno al raggiungimento di questi obiettivi, agendo sulla corrente darco. Oltre a questo soffio magnetico, comparir un vero soffio aerodinamico se lenergia dellarco nascente vaporizza o sublima dei materiali isolanti gasogeni. Infine un aumento di pressione, inevitabile nel caso di interruzione di forti correnti in ambiente ristretto, favorisce laumento della tensione darco, perch: s la sezione retta della colonna darco viene ridotta e quindi la sua resistenza aumenta;

le differenze di pressione tra queste zone (sovrapressione dovuta allarco) e la parte posteriore della camera di estinzione (pressione atmosferica) favoriscono lingresso dellarco ed il suo mantenimento nella camera.

Elementi complementari La parte posteriore della camera e le griglie di sfiato dei gas contribuiscono anchesse allinterruzione mediante: s limpiego, nella parte posteriore della camera, di griglie isolanti munite di fori il cui diametro e la cui ripartizione contribuiscono a far lavorare la camera allo stesso modo dallalto al basso e dal davanti allindietro dei separatori; s delle griglie isolanti o metalliche (quasi sempre presenti) che permettono alla zona di interruzione di comunicare con lesterno pur garantendo un filtraggio ed un raffreddamento dei gas.

Le sue prestazioni
Le prestazioni di un interruttore permettono di garantire la sua attitudine allimpiego in un certo impianto ed in un punto determinato. La loro valutazione fatta tramite prove elettriche, dielettriche, meccaniche e climatiche, che sono definite dalle norme. Per quel che riguarda linterruzione, queste prove permettono, per ogni tipo di tensione (Volt, frequenza), di garantire: s la durata meccanica a vuoto e con In; s i poteri di interruzione relativi ai cicli: s O-CO per definire I cu, corrente di s corto circuito estremo s O-CO-CO per definire Ics, corrente di s corto circuito di servizio. Inoltre, prove specifiche caratterizzano il coordinamento con forti correnti tra due interruttori associati nello stesso circuito al fine di ottenere: s la selettivit amperometrica (per avere continuit di servizio); s la filiazione (per avere vantaggi economici). (Per chiarimenti sui concetti di selettivit e filiazione, si veda il dossier tecnico n 2, Evoluzione degli interruttori BT con la Norma IEC 947.2). Cos, tenendo conto delle diverse caratteristiche e delle varie prestazioni, talvolta contraddittorie in uno stesso apparecchio, i costruttori propongono una vasta gamma di apparecchi atti a soddisfare linsieme dei bisogni degli impianti (vedi fig. 27).

fig. 27: gamma degli interruttori di bassa tensione Merlin Gerin


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7. Conclusioni
Lavvenire dellarco?
Sebbene la realizzazione degli interruttori di bassa tensione utilizzi importanti miglioramenti legati allevoluzione delle conoscenze dei materiali, e allimpiego dellelettronica, ancora oggi larco elettrico resta il mezzo pi adatto allinterruzione delle correnti in bassa tensione. dunque prevedibile che ancora per molti anni la protezione dei circuiti elettrici sar affidata ad interruttori per i quali la padronanza dei fenomeni fisici connessi con larco elettrico sar fondamentale.

8. Simbologia
: istante di apparizione del guasto, E: tensione nominale in corrente continua, tensione di cresta in corrente alternata, : angolo di sfasamento tensione\corrente, i, (i0): corrente allistante t, (allistante t0), ia: corrente darco allistante t, Icc: corrente di corto-circuito, In: corrente nominale in regime permanente, Aeff, Ip: corrente presunta, Is: corrente di sovraccarico, r: impedenza del generatore, R,L,C: resistenza, induttanza e capacit totali del circuito interrotto, ta: durata dellarco, t (to): tempi, (istante iniziale), : costante di tempo, u: tensione allistante t, ua: tensione darco allistante t, Ua: tensione darco stabilizzata, UAC: tensione anodo-catodo di ciascun arco elementare, Ud+,Ud-: caratteristiche di rigenerazione, Un: tensione nominale in corrente alternata, Veff, Ur: tensione di ristabilimento, Wa: energia darco, WL0: energia induttiva iniziale per i=i0, : pulsazione in corrente alternata, ( = 2f = 2/T).

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Schneider Electric S.p.A.

20041 AGRATE (MI) Italia Tel. 039 6558111 Fax 039 6056900 www.schneiderelectric.it

In ragione dellevoluzione delle Norme e dei materiali, le caratteristiche riportate nei testi e nelle illustrazioni del presente documento si potranno ritenere impegnative solo dopo conferma da parte di Schneider Electric.

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