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Non mi soffermer a raccontare storie favolose quanto inaffidabili sulle origini dei flauti da tenersi di traverso davanti alla bocca. Dal momento che non disponiamo di notizie certe su tale materia non dobbiamo curarci di sapere se fu il re frigio Mida o qualcun altro ad inventarli. Ugualmente non possiamo determinare se tale invenzione fu davvero inizialmente suggerita da un soffio di vento che si insinu in un ramo cavo di un cespuglio di sambuco, spezzato in cima, in cui il marciume aveva praticato un piccolo foro lateralmente, o se fu dovuta a qualche altra circostanza. (Johann Joachim Quantz) 1
1.1 - Premessa Nella storia degli strumenti a fiato il flauto traverso occupa uno spazio distinto e particolare, non confondibile con il flauto dritto. Da questultimo il flauto traverso si differenzia non solo per la posizione trasversale rispetto al corpo dellesecutore ma anche per limboccatura, libera nel primo ed a fischietto nel secondo. Queste profonde differenze fanno s che nella classificazione in uso degli strumenti musicali, pur appartenendo alla classe degli aerofoni, alla sottoclasse dei fiati ed al gruppo dei legni, il flauto traverso sia inserito in una categoria specifica: quella dei flauti ad imboccatura laterale e senza condotto interno, con la produzione del suono che avviene soffiando direttamente sullo spigolo esterno del foro dimboccatura.
1.2 - Le origini
Se sono molte le immagini del mondo antico che mostrano musicisti con flauti dritti, flauti doppi ed a pi canne, sono invece pi rare le iconografie che ritraggono il flauto traverso. Nelle civilt greca e romana, ed in generale in tutta larea del mediterraneo, era diffuso luso di strumenti a fiato di varia foggia, ognuno rappre-
sentante della tradizione dei diversi popoli dellantichit: il flauto di Pan, formato da pi canne unite insieme ed a cui si fa risalire il mito della nascita degli strumenti a fiato; gli aulos a una o due canne; le tibie costruite con ossa di animali ed una grande variet di altri strumenti. Seppure con una diffusione pi limitata possibile stabilire che il flauto traverso fosse presente gi in epoca etrusca e romana; a conferma di questo vi sono diverse testimonianze, come le immagini di suonatori di flauto traverso trovate sia su urne cinerarie di epoca etrusca risalenti al I-II secolo a.C. che su monete romane databili I-II secolo d.C. Ma queste prove certe non superano, come epoca, lAlto Medioevo ed necessario attendere oltre un millennio per poter avere altri riscontri sulla presenza e la diffusione del flauto traverso in Europa.
1.3 - Il Medioevo
La mancanza di prove iconografiche fa ritenere che il flauto traverso si sia realmente estinto nellarea del Mediterraneo in epoca antica; la sua ricomparsa avvenuta in unarea geografica diversa, al centro dellEuropa, probabilmente importato a seguito dellimmigrazione di popoli provenienti dallest asiatico. La prima testimonianza moderna della diffusione del flauto traverso in Europa unimmagine raffigurante alcune sirene che ammaliano dei marinai con il canto, il flauto e larpa, contenuta nel codice dellHortus deliciarum, opera redatta a Strasburgo intorno alla met del sec. XII (fig. 1).2 Lo strumento era inizialmente in bamb, materiale importato dallOriente, ma ben presto fu utilizzato il legno tornito ed anche largento, quantunque la definizione flahustes dargent traversaines potrebbe riferirsi alle caratteristiche timbriche; il canneggio, come testimoniato dalliconografia rinvenuta, sembra essere notevolmente pi grande dellattuale e la lunghezza allincirca quella di un braccio. Il numero dei fori era principalmente di sei, soluzione che consente di ottenere una completa scala diatonica, ma si pu ipotizzare che il numero di questi, allinizio inferiore, sia aumentato con il miglioramento delle tecniche costruttive. Altro elemento da sottolineare la postura che vede principalmente lo strumento tenuto trasversalmente a sinistra; la posizione dei fori, tutti allineati anche con il foro dimboccatura, lascia supporre che fosse possibile suonare anche con la po-
stura a destra, come nelluso attuale. Nella costruzione sono utilizzati anche altri materiali quali ghiere ed anelli di rinforzo e fra un foro e laltro possono essere presenti motivi ornamentali realizzati con fili arrotolati. Se possibile desumere le caratteristiche tecniche dello strumento in epoca medievale osservando le immagini rinvenute, per quanto riguarda limpiego ed il repertorio del flauto traverso, invece, si possono fare solo supposizioni. Si pu ipotizzare un utilizzo in formazioni strumentali di accompagnamento per la danza come nella polifonia, insieme alle voci o in alternanza a queste, con altri strumenti come arpa e liuto (a corde pizzicate) o fidula e ribeca (ad arco). E documentato anche luso militare in associazione col tamburo.
1.4 - Il Rinascimento
Dal Cinquecento le fonti divengono assai pi numerose per variet, quantit e qualit. Innumerevoli sono le rappresentazioni nellarte figurativa, numerosissime le citazioni letterarie ed anche le opere teoriche dedicate alla musica ed agli strumenti del tempo. I pi utili elementi di conoscenza pervenutici, per, sono le composizioni scritte specificatamente per il flauto traverso e gli strumenti in ottimo stato di conservazione che, in mancanza di esemplari medievali, rappresentano i pi antichi flauti traversi rinvenuti in occidente. Gli strumenti sono realizzati in modo assai accurato e contemporaneamente sobrio, seguendo lideale di semplicit del tempo; sono di forma cilindrica allinterno ed hanno il profilo esterno che risulta leggermente a doppia conicit, con un lieve restringimento sia dal foro dimboccatura verso lestremit superiore che verso quella inferiore. Questa forma sembra essere scelta solo per motivi estetici, in quanto lo strumento si comporta, da un punto di vista acustico, come un tubo cilindrico aperto. Ad ornamento sono presenti ghiere di metallo, per impreziosire ed irrobustire le estremit, i materiali usati sono il legno (principalmente il bosso ma anche lebano, il ciliegio ed altri legni che si forano facilmente), lavorio, il vetro e il cristallo. Sul corpo dello strumento sono aperti sei fori, allineati con il foro dimboccatura, questultimo relativamente pi piccolo rispetto agli strumenti attuali, circa otto millimetri, ed di forma ovale; i fori coperti dalle
dita sono di forma e grandezza variabile, frutto di un compromesso che teneva in conto le necessit relative allintonazione, alla sonorit ed alla comodit duso. Lo sviluppo del flauto traverso avuto nel Cinquecento e nel Seicento evidenziato soprattutto dal costituirsi di una completa famiglia di strumenti, differenti nelle dimensioni e nellestensione ed in grado di suonare nei diversi registri. Questi flauti, seppur con caratteristiche e diapason differenti fra le differenti regioni, possono essere classificati in soprani, tenori e bassi ed utilizzati nella realizzazione delle diverse parti degli insiemi del tempo, solo strumentali o con laggiunta delle voci. Il pi diffuso il tenore, usato sia nelle parti superiori, superius e discantus, che in quelle intermedie, altus e tenor; il flauto traverso soprano ha una diffusione pi limitata, essendo quasi mai usato, ad esempio, in Francia; il basso, solitamente costruito in due parti con un incastro che ne consentiva il montaggio, per la sua sonorit debole era spesso sostituito nella sua funzione da altri strumenti, in particolare la viola da gamba. Gli strumenti erano acquistati direttamente dalle corti, per lalto costo e per la necessit di avere strumenti omogenei per intonazione; fra quelli conservati fino ad oggi di particolare interesse sono quelli della collezione della Accademia Filarmonica di Verona (fig. 2). Altro contesto assai comune luso del flauto traverso in ambito militare, solitamente insieme con il tamburo, al seguito della fanteria. In numerose immagini dellepoca questo duo ritratto in prima linea, nel mentre di battaglie ed assalti per infondere coraggio nelle truppe o durante le marce per segnare il tempo.3 In epoca di pace il flauto traverso ed il tamburo facevano il loro ingresso a corte, per accompagnare le danze, i momenti di festa e le celebrazioni.
1.5 - Il Barocco
Il flauto barocco, comunemente definito anche traversiere o flauto ad una chiave, rimasto in auge fino oltre il Barocco musicale, agli albori del periodo classico. Il termine traversiere, usato in Italia fin dal settecento deriva dalla denominazione francese flte traversire, mentre in Inghilterra la denominazione pi comune era quella di german flute; dalla fine del Settecento il termine flauto privo di specificazioni prese ad indicare il flauto traverso e non pi il flauto dritto o flauto dolce. Padri dello strumento barocco vengono considerati gli Hotteterre,
famiglia di costruttori di legni e strumentisti della corte di Luigi XIV in Francia, anche se probabilmente il flauto ad una chiave non fu il frutto dellinventiva di un solo costruttore ma il risultato di una somma di esperimenti riferibili ad un pi ampio ambiente musicale.4 Il flauto di Hotteterre diviso il tre parti: la testata con cameratura cilindrica, il corpo di forma conica con restringimento verso la fine ed il piede, la parte terminale dello strumento, che ha una forma conica inversa rispetto al corpo; sullo strumento si aprono sette fori oltre quello dimboccatura che di forma rotonda e di circa 9 millimetri di diametro; il foro sul piede viene aperto con luso di una chiave chiusa per ottenere il re diesis/mi bemolle. Lo strumento pu essere suonato sia tenendolo a destra che a sinistra, ruotando il piede per poter posizionare a piacere la chiave. Come il flauto rinascimentale anche quello barocco ha una linea che riflette il gusto del tempo, con un profilo pi mosso creato da modanature che evidenziavano gli incastri delle diverse sezioni dello strumento (fig. 3). Altra importante novit fu che i flauti utilizzati non erano pi di propriet delle corti bens del singolo strumentista, favorendo un rapporto sempre pi stretto con lo strumento per una personalizzazione delle scelte estetico-sonore. Questo comport la soluzione di un complesso problema legato allintonazione in quanto, come gi detto, il diapason utilizzato era differente fra le diverse aree geografiche. La scelta comune fu di suddividere il corpo del flauto in due parti e di rendere intercambiabile quella superiore, in modo da poter scegliere la lunghezza idonea per ciascuna intonazione richiesta; potevano contarsi fino ad otto corpi superiori di ricambio per lo scopo. Altri sistemi che vennero utilizzati furono la testata chiusa con un tappo a vite ed allungabile attraverso un elemento definito pompa di intonazione, la cui invenzione si fa risalire a Johann Joachim Quantz, e la lunghezza del piede modificabile attraverso una vite di registro che, invece, non incontr troppi favori e fu presto in disuso.5 La diffusione del flauto traverso fu favorita dal grande successo che questo incontr fra i dilettanti, con conseguente sviluppo sia dellindustria costruttiva che della produzione di metodi e musica dedicata. Contemporaneamente laumento dei pubblici concerti, con la partecipazione dei pi validi strumentisti del tempo, promosse il flauto anche al di fuori delle corti, stimolando i compositori a produrre musica strumentale per organici fino allora insoliti e si afferm sempre di pi
lusanza di trascrivere per flauto traverso, inserito in piccoli organici da camera, sia brani originariamente previsti per altri strumenti che le arie delle opere pi note. Simbolo del flautismo di questa epoca fu senzaltro Quantz, grande concertista, didatta e teorico, compositore e costruttore di flauti.
aggiunti altri fori ed altre chiavi per lesecuzione di tutti i suoni senza lutilizzo delle diteggiature a forchetta e per la semplificazione di alcuni passaggi quali i trilli. Gli strumenti erano estremamente differenti da regione a regione: per il numero e la forma delle chiavi, per lestensione dello strumento (allinizio ancora discendente al re e successivamente fino al do diesis ed al do), per i materiali utilizzati, per la forma e le dimensioni dei fori laterali e del foro dimboccatura (fig. 4). Come per qualsiasi innovazione, anche la meccanizzazione del flauto non fu immediatamente accettata da tutti; alcuni ritennero che la scarsa sonorit e la non precisa intonazione di alcune note ottenute sul flauto ad una chiave non fossero difetti bens caratteristiche peculiari del suono dello strumento e non dovessero, quindi, essere eliminate. Con il tempo il flauto meccanizzato si diffuse generalmente e con caratteristiche tecniche simili nei diversi paesi; rimase in uso per tutto lOttocento con la definizione di sistema semplice o vecchio sistema finch, nel Novecento, non fu universalmente sostituito dal flauto sistema Bhm. Il miglioramento tecnico del flauto, ed in generale lo sviluppo dellutilizzo degli strumenti a fiato nel periodo classico, incrementarono la produzione musicale specifica, spaziando dalle semplici composizioni per duo o trio, dedicate ai dilettanti, ai concerti per flauto ed orchestra che richiedevano grandi capacit virtuosistiche. Nelle orchestre trovarono spazio stabilmente flauti, oboi, corni, fagotti ed anche clarinetti ed era molto diffusa la letteratura per il quintetto di fiati comprendente le prime parti orchestrali. Nello stesso periodo lo sviluppo ed il successo fra i dilettanti di un altro strumento quale la chitarra, port ad una fiorentissima letteratura in duo con il flauto, opera soprattutto di autori italiani.
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il flauto si presenta nella sua forma completamente meccanizzata, con lapertura di nuovi fori laterali ed un sistema di chiavi complesso. Fra i costruttori pi rappresentativi di questepoca si possono senzaltro citare gli Ziegler di Vienna, prima il padre Johann e poi il figlio Johann Baptist, attivi a Vienna ed in grado di produrre circa diecimila strumenti lanno; questo grande successo fece s che il flauto meccanizzato vecchio sistema fu conosciuto per tutto lOttocento anche come flauto Ziegler.6 La storia del flauto indirizzata in modo determinante dallopera del flautista e costruttore Theobald Bhm, che brevett due nuovi strumenti nel 1831 e nel 1847 partendo dallidea di una foratura laterale dello strumento che prevedesse un foro per ciascuna nota, con le aperture intervallate da distanze omogenee fra loro, arrivando a realizzare un sistema completamente cromatico. Se il primo brevetto mantenne un evidente legame con gli strumenti in uso, il secondo assolutamente rivoluzionario, con il corpo dello strumento di forma cilindrica e costruito solitamente in argento, con fori laterali molto ampi ed una meccanica di chiusura nuova e pi razionale, per la quale era necessario utilizzare una diteggiatura differente da quella fino ad allora in uso. Come ogni novit anche il sistema Bhm non fu immediatamente ed universalmente accettato e fino ai primi decenni del Novecento furono ancora usati flauti con il vecchio sistema, poi definitivamente accantonati (fig. 5). Lo sviluppo della musica anche in senso commerciale, i sempre pi numerosi concerti proposti, i nuovi strumenti che consentivano un virtuosismo pi sviluppato, fecero emergere un gran numero di solisti affermati che con il loro esibirsi dal nord al sud dellEuropa favorirono ancora di pi la diffusione del flauto. Fra questi i pi noti furono, oltre a Bhm, Luis Drouet, Charles Nicholson, Jean-Louis Tulou, Kaspar e Anton Bernhard Frstenau ed in Italia Giulio Briccialdi. Gli strumenti a fiato entrarono in modo stabile nelle orchestre, presenti in tutta la loro variet ed in pi esemplari per ciascuna specie, il flauto assunse unimportanza paragonabile a quella del primo violino con cui condivideva il ruolo di voce principale. Il periodo romantico anche il momento in cui si consolidano le scuole strumentali, sia da un punto di vista istituzionale che artistico. Le scuole pubbliche, sorte nel secolo precedente, rappresentano i luoghi dove si codificano tecnica e prassi esecutiva, arrivando a definire compiutamente la cifra stilistica del flauti-
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smo in ogni paese; vengono adottate metodologie specifiche e strumenti con precise caratteristiche tecniche, favorendo in questo modo il successo commerciale di un modello rispetto ad un altro.
1.8 - Il Novecento
Tanto fu rivoluzionaria la trasformazione del flauto nellOttocento quanto fu stabile nelle sue caratteristiche principali durante il Novecento, dopo i primi decenni del quale il flauto sistema Bhm raggiunse una diffusione ed un utilizzo pressoch universali. Alcune innovazioni della meccanica erano ormai presenti su tutti i modelli, come la leva del si bemolle ideata da Briccialdi o luso del sol diesis chiuso; altre se ne aggiunsero come il mi snodato per la facilitazione dellemissione della nota sulla terza ottava, la chiave per il trillo sol-la acuti ed il piede discendente al si. La ricerca si occupata del miglioramento dei materiali costruttivi con lobiettivo di raggiungere la massima durezza possibile della lega utilizzata, aggiungendo allargento o alloro altri metalli in grado di indurirne la consistenza, come il rame. Riguardo il percorso di ricerca sui materiali e la relazione che questi hanno sempre avuto con le caratteristiche sonore, assolutamente simbolico il brano Density 21.5 composto da Edgar Varse specificatamente per essere suonato con un flauto di platino prodotto da Verne Powell nel 1932.7 Comune fu anche la produzione di flauti in legno (di ebano, cocco o bosso) con cameratura cilindrica e sistema delle chiavi Bhm, che consentono di ottenere un suono particolarmente adatto per lesecuzione di letteratura rinascimentale e barocca con la facilit e la perfezione di uno strumento evoluto. Le moderne tecnologie hanno consentito la produzione dei tubi secondo il sistema dellestrusione e non pi della lavorazione di una lastra successivamente saldata, tecnica che consente di ottenere strumenti pi resistenti e maggiormente equilibrati nel suono. In alcuni casi le modifiche adottate hanno riguardato soluzioni gi adoperate in passato, il caso dei caminetti dei fori che nei flauti moderni di maggiore qualit sono saldati e non pi estrusi dal tubo, come avveniva nel recente passato, della foratura laterale in linea e non pi anatomica e dei piattelli forati come avveniva gi per i flauti francesi della fine dellOttocento.
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Caratteristica fondamentale della produzione flautistica del Novecento fu la fusione delle diverse scuole nazionali in unomogenea prassi esecutiva i cui confini travalicarono quelli dei singoli paesi, affermando come ideale di suono quello francese e, per quanto riguarda lo strumento, i modelli prodotti dal notissimo artigiano Luis Lot. Il flauto si afferm come il protagonista dellImpressionismo musicale e per il livello tecnologico raggiunto e le possibilit esecutive si elev al ruolo di solista in registri nella gamma dal grave al sovracuto.
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o si respingono a seconda se debbono sottintendere al funzionamento di chiavi chiuse o aperte e le stanghe di sostegno sono disposte in modo ergonomico, sul lato interno per le chiavi utilizzate con la mano sinistra e su quello esterno per quelle mosse dalla destra. Il flauto in fibra di carbonio, ideato dal finlandese Matti Khnen, stato prodotto gi in alcuni prototipi, utilizzati sia in registrazioni discografiche che concerti.8 Da un punto di vista compositivo lo strumento sempre pi messo alla prova, lideale di omogeneit e purezza del passato ha lasciato il posto ad un suono del flauto con uno spettro di possibilit pi ampio e diversificato, utile per tutte le esigenza della musica contemporanea. La forza e laggressivit richiesta hanno fatto s che si sviluppassero nuove tecniche come la possibilit di ottenere suoni doppi e tripli, lhumming o suono cantato e tutte le possibilit connesse alluso di un microfono per lamplificazione del suono e dellinterazione con effetti di concezione analogica e digitale.
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Ma se a taluno a d nostri venisse lidea di produrre composizioni in la, re bemolle, si o fa diesis sur un flauto ad una chiave, luditorio sarebbe probabilmente dellopinione di Mozart che interrogato: Che cosa vi fosse di peggio di un flauto, rispose: Due flauti. (Theobald Bhm)9
2.1 La vita
Theobald Bhm (1794-1881) nacque a Monaco di Baviera (fig. 7). Il grande talento per la musica e la dedizione dimostrata per questa disciplina lo distolsero presto dallattivit inizialmente intrapresa, quella di orafo e gioielliere nel laboratorio del padre. Originariamente autodidatta, Bhm fu allievo di Johann Nepomuk Capeller, flautista della corte monacense, con il quale fece anche le prime esperienze nel campo della costruzione di strumenti. Inizi ben presto lattivit orchestrale, prima al Teatro Isartor di Monaco e successivamente, nel 1818, con un incarico stabile nell'orchestra della Cappella Reale di Monaco. Studi composizione e orchestrazione ed inizi lattivit di solista, eseguendo proprie composizioni ed esibendosi in tutta Europa, ricevendo ovunque grandi apprezzamenti dal pubblico e dalla critica. In questo periodo Bhm suon su flauti costruiti da lui stesso e con il sistema di chiavi allora in uso. Nel 1828 apr un proprio laboratorio per la produzione di strumenti e nel 1831, durante una tourne che lo port in Francia ed a Londra, incontr William Gordon, flautista dilettante anche lui interessato a modifiche innovative per il flauto, e Charles Nicholson, uno dei pi noti solisti dellepoca, che lo impression per la grande forza del suono favorita da uno strumento con foratura laterale molto ampia. Queste esperienze indussero Bhm a progettare un proprio flauto, con fori per le dita pi grandi, posizionati in modo razionale lungo il tubo e controllati da un sistema di chiavi innovativo. Dopo una serie di ulteriori modifiche lo strumento venne brevettato nel 1832, fu messo in
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produzione ed incontr presto il favore del pubblico. Lo stesso sistema di chiavi fu utilizzato da Auguste Buffet anche per il clarinetto. Negli anni successivi gli interessi di Bhm si indirizzarono verso campi totalmente diversi: progett un sistema innovativo per la disposizione delle corde del pianoforte, si occup di metallurgia conseguendo brevetti relativi a nuovi metodi estrattivi e di raffinamento del ferro, ottenne incarichi e riconoscimenti ufficiali, entr nella Societ Politecnica Reale e nel 1839 gli venne conferito il titolo di Cavaliere di Prima Classe dell'Ordine Bavarese del Merito di San Michele. Queste nuove attivit lo impegnarono al punto da costringerlo a trascurare il concertismo, le sue apparizioni pubbliche divennero molto rare e nel 1839 chiuse il laboratorio flautistico. Bhm torn a occuparsi a tempo pieno della costruzione di flauti nel 1846 e l'anno successivo apr un nuovo laboratorio. Attraverso un metodo pi scientifico, e ristudiando i principi acustici fondamentali dello strumento, nel 1847 progett un nuovo e rivoluzionario tipo di flauto con il corpo cilindrico e la testata conicoparabolica. Lo strumento fu subito brevettato e messo in produzione. Per promuoverlo e dimostrarne la qualit, scrisse un opuscolo in cui illustrava le caratteristiche tecniche peculiari del flauto da lui progettato, Della costruzone dei flaut e de pi recenti miglioramenti alla medesima,10 pubblicato in tutta Europa ed uscito in Italia per la Ricordi. Altri lavori editoriali furono la pubblicazione dello Schema per calcolare la disposizione omogenea dei fori nel flauto e negli altri strumenti a fiato, il volume Il flauto nei suoi aspetti acustici, tecnici e artistici11 e diverse composizioni e raccolte di studi specifici per il nuovo strumento. Lo straordinario successo del flauto di Bhm testimoniato dal fatto che, dopo oltre un secolo e mezzo di storia, questo appare inalterato nei suoi principi costruttivi fondamentali ed divenuto, per la diffusione universale che ha raggiunto, sinonimo del flauto traverso stesso.
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progettato in modo razionale. Il principio di una foratura laterale cromatica, in cui le aperture siano disposte in modo omogeneo sullo strumento, era stata gi illustrata nel 1800 da Johann George Tromlitz nel suo trattato sul flauto a pi chiavi e successivamente il reverendo Frederick Nolan brevett un modello di flauto dotato di chiavi ad anello, ossia quei dispositivi che consentono la chiusura di due fori con lazione di un solo dito. Queste innovazioni contengono i principi fondamentali che saranno alla base del progetto del primo modello di flauto Bhm, ossia il definitivo passaggio ad una foratura cromatica e non pi diatonica, l'uso di fori di dimensione omogenea, la loro disposizione acusticamente corretta lungo il tubo e la possibilit di controllare pi fori attraverso le chiavi ad anello, con una meccanica che consentiva lutilizzo di una diteggiatura assai simile a quella moderna e senza il continuo ricorso alle posizioni a forchetta (fig. 8). Questo modello di flauto, nonostante gli indubbi miglioramenti, manteneva tuttavia un forte legame con gli strumenti gi in uso, era di legno, aveva una testata con cameratura cilindrica ed un corpo con conicit inversa ed i fori, seppur di dimensioni maggiori rispetto agli altri flauti, erano notevolmente pi piccoli al confronto dei flauti moderni, poich essi erano ancora chiusi direttamente con i polpastrelli e non, come fu successivamente, attraverso dei piattelli. Lobiettivo seguente fu quello di far conoscere e apprezzare lo strumento, cercando di convincere flautisti e costruttori della bont e della praticit delle nuove soluzioni. Bhm inizi cos a insegnare e a suonare in pubblico esclusivamente con il nuovo modello, esibendo il suo flauto nei centri pi importanti. A Londra lo strumento trov subito estimatori nei flautisti John Clinton e Richard Carte e nei costruttori Gerock & Wolf e in seguito in Rudall & Rose. I rapporti tra il costruttore tedesco e Gordon, iniziati a Londra nel 1831 e proseguiti cordialmente e fattivamente nel laboratorio di Monaco, diedero vita nell'Ottocento a una controversia riguardante la paternit dell'invenzione della meccanica Bhm. Successivamente, sulla base di una ricca documentazione, si riconobbe l'onest morale di Bhm. N egli, n Gordon si dichiararono mai propriamente inventori del principio delle chiavi ad anello ed i meriti di ciascuno riguardano, invece, lo sviluppo di un sistema meccanico razionalmente concepito.12
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Godefroy ed al suo socio Louis Lot, che in seguito divenne il pi rinomato costruttore di flauti francese; a Londra il flauto Bhm venne messo in produzione da Rudall & Rose, presso il cui laboratorio diversi flautisti elaborarono successive migliorie meccaniche, tra questi Giulio Briccialdi che nel 1849 invent la leva del si bemolle oggi universalmente adottata. Lo strumento venne premiato all'Esposizione Universale di Londra (1851) e di Parigi (1855); in quest'ultima vennero premiati anche un oboe e un fagotto costruiti da Tribert con sistema di chiavi Bhm. E importante ricordare anche linteresse di Bhm per le taglie pi gravi della famiglia del flauto, per le quali scrisse diverse composizioni.
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ispirandosi al modello di suono di Moyse, negli anni venti si procur un flauto Louis Lot, maturando un suono pi pronto, cantabile e intenso, con un vibrato stretto, che ottenne molti consensi anche nell'orchestra dell'Opera di Amburgo, dove era primo flauto. In Italia, nel periodo della comparsa del flauto Bhm, Giulio Briccialdi (18181881) era una delle personalit pi autorevoli e stimate in campo flautistico internazionale; a lui Theobald Bhm fece omaggio del primo esemplare prodotto del nuovo flauto (fig. 9), con lintenzione di far diventare il flautista italiano il principale ambasciatore per la diffusione del suo strumento in Europa. Briccialdi, che del flauto cilindrico apprezzava sicuramente lampia sonorit e la pi facile intonazione, trov difficolt a familiarizzare con il nuovo sistema di diteggiatura; dopo alcuni mesi di tentativi decise di recarsi a Londra dai costruttori Rudal & Rose, concessionari per lInghilterra del flauto Bhm, ed insieme ad altri flautisti speriment alcune soluzioni alternative riguardo la meccanica, fra le quali la leva del si bemolle, tuttora in uso sugli strumenti moderni. Briccialdi arriv a progettare un personale tipo di flauto, con cameratura cilindrica ma con una meccanica che consentisse lutilizzo della vecchia diteggiatura, che brevett nel 1869. Questo strumento fu adottato ufficialmente dal Reale Istituto Musicale di Firenze nel 1874 e venne prodotto anche a Napoli. La diffusione del flauto sistema Briccialdi fu contrastata da tutti coloro che in Italia erano convinti della supremazia del sistema Bhm, polemica che raggiunse pi volte le pagine della stampa specialistica; dopo la morte di Briccialdi, avvenuta nel 1881, il suo flauto rimase in uso fino ai primi decenni del Novecento.14
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Non un pifferaio, e non si deve vivere continuamente nel timore che prenda la nota successiva troppo alta o troppo bassa dintonazione; la prende sempre giusta; il suo cuore ed il suo orecchio sono ottimi, come il suo colpo di lingua, sempre corretto. Egli non pensa che soffiare e gesticolare sia tutto ci che necessario; sa anche cosa significa Adagio. (Dalla lettera di Mozart al padre Leopold a proposito del flautista Johann Baptist Wendling - Mannheim 1763)15
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Johann Sebastian Bach fu mosso da un grande interesse nei confronti del flauto e lo mise alla prova in forme e scritture insolite; attraverso i contatti con i flautisti del tempo, fra i quali lo stesso Quantz, acquis una perfetta conoscenza dei limiti e delle caratteristiche dello strumento, per il quale scrisse pagine indimenticabili. La Partita in La minore (BWV 1013) forse lemblema di questa grande e importante produzione, una scrittura del tutto eccezionale per lepoca sia per le capacit tecniche richieste che per lestensione, con la conclusione dellAllemande sul la acuto. Che Bach provasse una grande passione per le qualit espressive del flauto dimostrato non solo dalla letteratura strumentale ma anche dalla rilevante presenza che lo strumento ha nella produzione sacra; al flauto affidata, infatti, la realizzazione degli affetti indotti dai testi sacri, come nella Passione secondo Matteo (BWV 244). Gli strumenti di riferimento erano, ovviamente, di fattura tedesca, avevano una sonorit scura ed adatta alla tessitura medio-bassa tipica della produzione bachiana ma erano anche adatti, come suddetto, a raggiungere le note del registro pi acuto. Come fu per Bhm nel secolo successivo, Johann Joachim Quantz integr la sua attivit artistica con quella di costruttore di flauti, attraverso la quale perfezion lo strumento secondo le sue necessit e con lobiettivo di raggiungere il suo ideale sonoro, che voleva chiaro, penetrante, ampio, rotondo, maschio e tuttavia piacevole. Per ottenere questo risultato i suoi flauti avevano unampia cameratura interna ed erano principalmente costruiti in ebano. La produzione artistica di Quantz fu vastissima: oltre cinquecento composizioni, soprattutto concerti dedicati al flauto. Fu didatta di grande fama ed ebbe fra i suoi allievi, per oltre ventanni, Federico II di Prussia che gli assicur la libert necessaria per sviluppare appieno le proprie idee musicali e trascriverle nel suo celebre trattato Saggio di un metodo per suonare il flauto traverso, pubblicato nel 1752.16
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sempre pi rilevante. In particolare la comparsa di una coppia di clarinetti, al fianco di flauti, oboi, corni e fagotti, si rivel un mezzo prezioso per dare pi equilibrio alla sezione e per assicurare allintera orchestra una migliore omogeneit timbrica. Dopo aver ascoltato a Mannheim il celebre organico del principe Karl Theodor, Wolfgang Amadeus Mozart fu conquistato dalleffetto prodotto da una sezione completa di strumenti a fiato e questa si rivel unesperienza fondamentale per la sua formazione musicale.17 Il primo frutto di questo incontro fu la Sinfonia Concertante K297b, scritta per flauto, oboe, corno e fagotto, che purtroppo non fu mai eseguita in pubblico. Fra i solisti a cui la Sinfonia fu dedicata cera Johann Baptist Wendling, flautista di grande prestigio che fece accantonare a Mozart la sua nota antipatia per il flauto. Lostracismo del grande compositore per lo strumento da ricercarsi nelle sue limitate possibilit tecniche piuttosto che in uno scarso apprezzamento della sonorit e delle capacit espressive; fino alla seconda met del Settecento il flauto si presentava solitamente con le caratteristiche costruttive che aveva nel Barocco, con una sola chiave e la necessit delluso delle posizioni a forchetta per lemissione dei semitoni, con la conseguenza di una scarsa omogeneit timbrica e di una intonazione precaria. Levoluzione tecnica che il flauto ebbe in quel periodo, lo sviluppo della meccanica con la conseguente semplificazione della diteggiatura e la possibilit di suonare con maggiore facilit ed intonazione nelle diverse tonalit, indussero Mozart a comporre pagine importanti anche per il flauto, quali il Concerto in sol maggiore K313 per flauto ed orchestra, quello in re maggiore K314, lAndante in do maggiore K315 ed il Concerto in do maggiore K299 per flauto, arpa ed orchestra, oltre una gran variet di altre composizioni per flauto ed organici misti. Mozart fece uscire gli strumenti a fiato dallambito di una musica disimpegnata e dedicata soprattutto allintrattenimento per inserirli a pieno titolo nel mondo della musica pi prestigiosa, solitamente riservata agli archi ed al pianoforte.
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di affetti specifici ma ad essere utilizzati per una grande variet di altre soluzioni ed il flauto, in particolare, fu adoperato estendendone i limiti fino ad allora prestabiliti per quanto riguarda la tessitura e la gamma sonora. La scrittura romantica fece grande uso della modulazione come funzione espressiva, attraversando ognuna delle tonalit possibili, e questo rese sempre pi indispensabile una completa meccanizzazione che fosse in grado di supportare una foratura laterale cromatica. Il miglioramento dello strumento procedette di pari passo con laffermazione della figura del virtuoso, vennero stampate una gran quantit di raccolte di studi che rappresentarono un vero banco di prova nellapprendimento delle nuove diteggiature; ovunque furono prodotte e brevettate innovazioni tecniche, con una grande rivalit fra i costruttori e un grande fermento fra gli esecutori, che dibatterono animatamente su quale fosse il sistema da preferire. Il repertorio ottocentesco profondamente influenzato dai flautisticompositori, con la produzione di molta letteratura di bravura, opere originali o trascrizioni di temi dopera che esaltavano le capacit dei concertisti. Nelle composizioni per orchestra degli autori pi importanti il flauto ha un ruolo di primo piano, con frequenti soli che impreziosiscono il repertorio lirico e sinfonico. Lo strumento, utilizzato solitamente nel registro medio-acuto, riceve una grande spinta al progresso tecnico proprio dalle nuove necessit interpretative, con lemissione di suoni mai toccati prima come il do e il do diesis sovracuti, ad esempio in Brahms e Richard Strauss, fino ad arrivare al grande virtuosismo richiesto da Mendelssonh. Il registro grave venne esplorato maggiormente nella seconda met del secolo, nellambito di una pi evoluta ricerca dei colori, ed esempi indimenticabili si trovano nella produzione di Mahler, Rimskij-Korsakov, Bizet. In Italia il repertorio ottocentesco ebbe caratteristiche simili al resto dEuropa, nellorchestrazione delle opere di autori quali Rossini, Donizetti, Bellini e poi Verdi al flauto affidato un ruolo assai importante, con lutilizzo di effetti nuovi come il tremolo, per il quale nascer una vera e propria moda compositiva. Fra i flautisti-compositori, autori di uno sterminato numero di opere, i pi importanti furono Raffaello Galli, Emanuele Krakamp, Giuseppe Roboni, Luigi Hugues, Ernesto Koehler e moltissimi altri, oltre il gi citato Briccialdi. Questo grande fermento port alla pubblicazione di unimponente mole di studi, metodi, duetti e variazioni su temi popolari.18
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te in modo sostanziale, passando da una per ciascun istituto alle molte che ancora oggi sono attive.
3.6 Conclusioni
Il flauto di oggi pur mantenendo una similitudine evidente con il suo progenitore pi diretto, il flauto Bhm brevettato nel 1847, si presenta in una veste assai pi avanzata. Il successo sempre ottenuto fra gli appassionati ha fatto s che fosse possibile avere anche grandi risorse da investire nel campo della ricerca di nuove e migliorative soluzioni, attenzione che ha riguardato ogni aspetto: la forma dello strumento, la scelta dei materiali, le soluzioni tecniche applicate alla meccanica, il profilo della testata, le caratteristiche della boccoletta e del pozzetto, la foratura laterale, i caminetti ed ogni altro dettaglio costruttivo. Gli strumenti moderni sono pi intonati, hanno una sonorit pi omogenea ed una emissione pi pronta, utilizzano una diteggiatura che consente con relativa semplicit di suonare in ogni tonalit, possono meglio destreggiarsi nelle dinamiche dal pianissimo al fortissimo in ogni registro e, quindi, rivestire quel ruolo di primo piano che fino allOttocento era esclusivo degli strumenti ad arco e del pianoforte. Lo sviluppo della letteratura per flauto stata influenzata positivamente dal miglioramento tecnologico e si pu supporre che perfino Mozart avrebbe manifestato maggiore attenzione nei confronti del flauto se avesse potuto scrivere per uno strumento con le caratteristiche che appartengono a quello moderno. Rispetto agli altri strumenti a fiato il flauto stato continuamente oggetto di trasformazioni e le soluzioni tecniche sperimentate per esso sono state successivamente utilizzate anche per il miglioramento degli altri legni; una ricerca che, a tuttoggi, non si ancora esaurita e che ci porter a flauti sempre pi evoluti e dotati di maggiori possibilit espressive.
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Tavole
Fig. 1 Scena delle sirene dallHortus deliciarum della badessa Herrad di Landsberg, sec. XII
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Fig. 3 Flauti traversi del periodo barocco in due, tre e quattro parti
Fig. 4 Flauti traversi del periodo classico con diversi sistemi di chiavi e discendenti al re ed al do
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Fig.5 Flauti ottocenteschi, il secondo da sinistra un flauto Bhm mod. 1831, il terzo da sinistra un mod. 1847
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Fig. 9 Primo esemplare di flauto Bhm mod. 1847, donato dal costruttore al flautista Giulio Briccialdi
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Note
Johann Joachim Quantz, Saggio di un metodo per suonare il flauto traverso, Milano, Rugginenti Editore 1992 (edizione italiana), p. 32 2 Herrad di Landsberg, badessa di Odile presso Strasburgo, Hortus deliciarum, Scena delle sirene, sec. XII 3 Thoinot Arbeau, Orchsographie, Langres, Jehan des Preyz 1589 4 Gianni Lazzari, Il flauto traverso, storia, tecnica acustica, Torino, EDT 2003, pp. 59-60 5 Johann Joachim Quantz, Saggio di un metodo per suonare il flauto traverso, Milano, Rugginenti Editore 1992 (edizione italiana), pp. 34-36 6 Gianni Lazzari, Il flauto traverso, storia, tecnica acustica, Torino, EDT 2003, p. 165 7 Edgar Varse, Density 21.5, New York, Franco Colombo Inc. 1936 8 Andrea Pomettini, Il flauto verso il 2000, Sirynx, anno IX, 1997, n. 31, pp. 32-33 9 Theobald Bhm, Della costruzione dei flauti e de pi recenti miglioramenti alla medesima, Pompei (NA), Falaut 1999 (edizione italiana), pp. 11-12 10 Theobald Bhm, Della costruzione dei flauti e de pi recenti miglioramenti alla medesima, Pompei (NA), Falaut 1999 (edizione italiana) 11 Theobald Bhm, Il flauto nei suoi aspetti acustici, tecnici e artistici, Pompei (NA), Falaut 2006 (edizione italiana) 12 Theobald Bhm, Della costruzione dei flauti e de pi recenti miglioramenti alla medesima, Pompei (NA), Falaut 1999 (edizione italiana), pp. 10-11 13 Andrea Pomettini, La parabola scomparsa, Syrinx, anno XI, 1999, n. 40, pp. 18-24 14 Andrea Pomettini, Briccialdi, un mancato testimonial di Boehm, Syrinx, anno XVI, 2004, n. 62, pp. 18-23 15 Gian-Luca Petrucci, Il flauto di Mozart, Pompei (NA), Falaut 2006, p. 57 16 Johann Joachim Quantz, Saggio di un metodo per suonare il flauto traverso, Milano, Rugginenti Editore 1992 (edizione italiana) 17 Cesare Fertonani, Il colore dei fiati, Amadeus, anno III, 1990, n. 14. pp. 26-28 18 Gian-Luca Petrucci, La scuola flautistica italiana, aspetti e considerazioni, Pompei (NA), Falaut 2002, pp. 57-82 19 Emilio Galante, Il flauto nel Novecento (nel volume Il flauto traverso, storia, tecnica acustica di Gianni Lazzari), Torino, EDT 2003, pp.184-187 20 Alessandra Vaccarone, Riflessi dun flauto doro, Severino Gazzelloni e la letteratura flautistica contemporanea (1952-1980), Roma, Riverberi Sonori 2002
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Bibliografia
AA.VV., Enciclopedia della musica, Milano, Garzanti 1996 Theobald Bhm, Della costruzione dei flauti e de pi recenti miglioramenti alla medesima, Pompei (NA), Falaut 1999 (edizione italiana) Theobald Bhm, Il flauto nei suoi aspetti acustici, tecnici e artistici, Pompei (NA), Falaut 2006 (edizione italiana) Roberto Calabretto, Antonio Vivaldi I Concerti per flauto op. 10, Falaut, anno II, 2000, n. 5 Cesare Fertonani, Il colore dei fiati, Amadeus, anno III, 1990, n. 14 Gianni Lazzari, Il flauto traverso, storia, tecnica acustica (con Il flauto nel Novecento di Emilio Galante), Torino, EDT 2003 Gian-Luca Petrucci, Severino Gazzelloni, ecletticit e virtuosismo di un grande flautista, Falaut, anno I, 1999, n. 2 Gian-Luca Petrucci, La scuola flautistica italiana, aspetti e considerazioni, Pompei (NA), Falaut 2002 Gian-Luca Petrucci, Il flauto di Mozart, Pompei (NA), Falaut 2006 Andrea Pomettini, Il flauto Boehm compie 150 anni, Syrinx, anno VII, 1996, n. 29 Andrea Pomettini, Il flauto verso il 2000, Sirynx, anno IX, 1997, n. 31 Andrea Pomettini, Figli o nipoti di Boehm, Syrinx, anno X, 1998, n. 36 Andrea Pomettini, La parabola scomparsa, Syrinx, anno XI, 1999, n. 40 Andrea Pomettini, La boccola e suoi segreti, Syrinx, anno XIII, 2001, n. 49 Andrea Pomettini, Briccialdi, un mancato testimonial di Boehm, Syrinx, anno XVI, 2004, n. 62 Johann Joachim Quantz, Saggio di un metodo per suonare il flauto traverso, Milano, Rugginenti Editore 1992 (edizione italiana) Alessandra Vaccarone, Riflessi dun flauto doro, Severino Gazzelloni e la letteratura flautistica contemporanea (1952-1980), Roma, Riverberi Sonori 2002