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Lezione VIII La forma morale dellessere nella Teosofia Parole chiave: Teosofia, forme, sintesismo.

Arriviamo, con questa lezione, al modo in cui Rosmini affronta il problema della morale sul piano della riflessione metafisica e, quindi, del pensiero teosofico. Diciamo pensiero teosofico, perch lultima grande opera rosminiana proprio lincompiuta e postuma Teosofia (la cui pubblicazione segue di quattro anni la morte del Roveretano, risalendo al 1859). A questa monumentale opera metafisica, Rosmini lavor dal 46 ai mesi che precedettero la morte nel luglio del 55, anche se con numerose e lunghe interruzioni, legate sia agli eventi del tempo (si pensi alle drammatiche vicende politiche del 48 e al ruolo che vi ebbe, suo malgrado, Rosmini), sia alla stesura e pubblicazione di altre grandi opere, come, per fare un esempio, la Logica. Nella Teosofia, Rosmini doveva affrontare lintero circolo delle grandi scienze metafisiche: lontologia (cio la dottrina generale dellessere), la teologia razionale (cio la dottrina filosofica intorno a Dio e ai suoi attributi), la cosmologia razionale (cio la dottrina che ricerca i principi primi delluniverso fisico, al di l delle teorie delle scienze empiriche). I libri della Teosofia che ci sono giunti, quelli che Rosmini riusc a scrivere e in parte a riscrivere e rivedere, sono sei, a cui si aggiunge una consistente raccolta di frammenti. Si tratta, sostanzialmente, dei libri destinati alla trattazione dellontologia, ma in essi sono ricchissime e ricorrente le pagine dedicate sia alla teologia, la razionale ma anche, per quanto di meno, la soprannaturale, sia alla cosmologia. Sarebbe impensabile fornire una presentazione esaustiva dello schema e della struttura dellopera, ma qualche indicazione molto sintetica possiamo darla. La Teosofia si apre con una Prefazione, che presenta i caratteri fondamentali della scienza teosofica, e con un Libro unico che serve dIntroduzione allontologia intitolato, appunto, Il problema dellontologia. Il primo libro, poi, dedicato alla Categorie, cio alla definizione di quelle grandi strutture originarie dellessere, che Rosmini chiama forme. Esse sono tre: la forma reale, la ideale e la morale. Per questa tri-formit originaria dellessere, lontologia rosminiana si definisce triadica. Il secondo libro, Lessere uno, affronta alcuni dei concetti pi complessi e importanti della metafisica rosminiana, quelli cio di essere indeterminato, di essere virtuale, di essere iniziale, presenta la dottrina della creazione, che differenzia nettamente il sistema di Rosmini dalle grandi costruzioni speculative immanentistiche del suo tempo, quelle della filosofia tedesca, e la dottrina dei limiti, essenziale alla comprensione della costituzione ontologica degli enti finiti. Il libro terzo, Lessere trino, 1

come lo stesso titolo anticipa, tratta delle relazioni tra le tre forme dellessere, del modo in cui esse si congiungono e, soprattutto, si richiamano lun laltra, in quella che Rosmini chiama insessione reciproca. Ogni forma, cio, se stessa ma anche le altre, che ha in s in un modo proprio. Seguono i tre ultimi libri. Il quarto dedicato allapprofondimento dellIdea e del modo in cui lessere non solo si manifesta alla nostra mente, ma intrinsecamente manifestazione di s, manifestativum sui. Il quinto tratta della Dialettica e vi si trovano le pagine densissime del confronto rosminiano con la dottrina hegeliana dellessere e quindi con la Logica del grande pensatore tedesco, e quelle, talvolta di ardua interpretazione, sul pensare assoluto. Infine, lultimo libro, Il reale, che abbiamo in un forma piuttosto definita, il libro della cosmologia rosminiana, con le sue indagini sui concetti di spazio, materia, corpo, sentimenti, principi corporei. A questa gi poderosa opera, si debbono aggiungere i volumi, che Rosmini scrisse per lesigenza di approfondire alcuni problemi sorti proprio nel corso della stesura della Teosofia, e che hanno acquisito lo spessore e la dignit di opere autonome: lAristotele esposto ed esaminato (ENC, vol. 18, Citt Nuova, Roma 1995), il Saggio storico critico sulle categorie (ENC, vol. 19, Citt Nuova, Roma 1997), il Del divino nella natura (ENC, vol. 20, Citt Nuova, Roma 1991). Per capire il senso che ha, nel pensiero rosminiano, lelevazione dellesperienza morale a forma dellessere, cio lidea che la terza forma ontologica sia la stessa moralit (lessere morale), necessario comprendere alcuni aspetti basilari dellontologia triadica. Che significa che lessere originariamente in tre forme? Perch esse sono il reale, lideale e il morale? Quale relazione intercorre fra di loro? Per prima cosa dobbiamo dire che la forma reale la forma soggettiva dellessere, cio essa esprime lessere come esistenza, come atto in virt del quale ogni ente, qualsiasi sia la sua natura, si trova nella realt, sussiste in essa. Il carattere fondamentale dellesistenza il sentimento. Veramente soggettivi, cio dotati di unesistenza completa, sono quegli enti capaci di sentire la propria stessa esistenza e quella altrui, di averne un avvertimento soggettivo. Quindi realt, per Rosmini, significa esistenza soggettiva. Che lessere abbia come forma ontologica la realt, vuol dire che lesistenza e la soggettivit sono una struttura fondamentale dellessere stesso. La seconda forma dellessere la forma ideale, oggettiva. quella forma con cui ogni soggetto ha un immediato e costitutivo rapporto nellintuizione originaria dellidea dellessere, proprio perch essa il primo oggetto ideale, che si manifesta alle menti finite. Lidealit e loggettivit sono, per Rosmini, anchesse strutture fondamentali dellessere, perch ne costituiscono lintelligibilit, la pensabilit, potremmo dire con qualche riserva, visto il peso della tradizione razionalistica, la razionalit. Lessere, per il Roveretano, non conoscibile, comprensibile, intelligibi2

le per accidens, ma lo per la sua stessa natura intrinseca. Lintelligibilit e, di conseguenza, il pensiero, lintelligenza che ne fa il suo oggetto, sono strutture ontologiche. Lessere intelligibile e, se non lo fosse, non sarebbe essere. Qualsiasi dottrina orientata a pensare la realt in termini di oscurit, abissalit, non senso, , nella prospettiva rosminiana, una teoria che non coglie lessere. Veniamo, finalmente alla terza forma, forse quella di pi difficile collocazione sul piano del discorso ontologico-metafisico. Come si pu, infatti, pensare la moralit come una forma ontologica? Quale profitto trae da ci il discorso metafisico? Per Rosmini, non solo lesistenza, il sentimento, la soggettivit, da un canto, e lintelligibilit, lidealit, loggettivit, dallaltro, sono strutture fondamentali dellessere. Affinch lessere sia completo necessaria lunione di queste due prime forme, il reale e lideale, la loro sintesi profonda, il loro combaciamento, come scrive il Roveretano. Questa sintesi di soggetto e oggetto gi si d sul piano della conoscenza: ogni atto conoscitivo, infatti, non altro che lincontro di una mente esistente (soggetto) con un oggetto ideale. La conoscenza, per, non sufficiente, lo abbiamo visto descrivendo lesperienza morale. Il vero incontro tra soggetto e oggetto si ha solo quando il primo non solo conosce, ma anche vuole e ama il secondo. C vera sintesi dove c amore. Lamore, per Rosmini, la terza esperienza, dopo lesistenza e il pensiero, che non resta sul piano fenomenologico (cio non resta solo esperienza), ma si eleva al piano ontologico-metafisico. Questo vuol dire che lamabilit, la possibilit di essere amato e di amare, la terza struttura fondamentale dellessere. Lessere esiste, ma davvero quando si sente, anche, e ancora quando si pensa, e infine quando si ama. In questultimo caso, lessere si innalza alla piena sinteticit e organicit, attingendo la sua pienezza. Lessere quindi, per Rosmini, un organismo articolato da sempre (questo vuol dire originariamente), la cui pienezza la sintesi di tutte le sue dimensioni, a partire dalle tre forme fondamentali. Perci, il pensiero rosminiano si definisce anche un sintesismo. La sintesi ne il carattere proprio. La forma morale, da questo punto di vista, la forma pi espressiva, non nel senso che essa goda di un primato, come sostengono alcuni interpreti, ma nel senso che la forma per eccellenza sintetica. Essa, cio, consiste proprio nella sintesi delle altre due, nel loro incontro, nella loro unione. La sua natura essere la sintesi. Perci, Rosmini pu scrivere: questatto che lunione perfetta dellente nella forma subiettiva collente nella forma obiettiva, lente (o entit) nella forma morale (Teos., n. 181). In questa unione, si ha un radicale combaciamento di reale e ideale, di soggetto e oggetto, in cui ci sono necessariamente queste due forme che si combaciano e ogni cosa che sia nelluna aderisce a ogni cosa che sia nellaltra (Teos., n. 181) Questa rosminianamente lultima perfezione dellessere: la forma morale.

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