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Le idee

La nostra Repubblica fondata sulla cultura


GUSTAVO ZAGREBELSKY
A SOCIET non la mera somma di molti rapporti bilaterali concreti, di persone che si conoscono reciprocamente. un insieme di rapporti astratti di persone che si riconoscono come facenti parte duna medesima cerchia umana, senza che gli uni nemmeno sappiano chi gli altri siano. Come pu esserci vita comune, cio societ, tra perfetti sconosciuti? Qui entra in gioco la cultura. Consideriamo lespressione: io mi riconosco in... Quando sono numerosi coloro che non si conoscono reciprocamente, ma si riconoscono nella stessa cosa, quale che sia, ecco formata una societ. Questo qualche cosa di comune un terzo che sta al di sopra di ogni uno e di ogni altro e questo terzo condizione sine qua non dogni tipo di societ, non necessariamente societ politica. Il terzo ci che consente una triangolazione: tutti e ciascuno si riconoscono in un punto che li sovrasta e, da questo riconoscimento, discende il senso di unappartenenza e di unesistenza che va al di l della semplice vita biologica individuale e dei rapporti interindividuali. Quando parliamo di fraternit (nella tradizione illuminista) o di solidariet (nella tradizione cattolica e socialista) implicitamente ci riferiamo a qualcosa che sta pi su dei singoli fratelli o sodali: fratelli o sodali in qualcosa, in una comunanza, in una missione, in un destino comune. SEGUE A PAGINA 42

La Costituzione italiana tutela la libert dellarte e della scienza. Ma oggi tecnologie e mercato mettono in crisi lautonomia dellintellettuale

FONDATA sulla
GUSTAVO ZAGREBELSKY
(segue dalla prima pagina) oi siamo immersi in una visione orizzontale dei rapporti sociali. Ma, ci significa forse che non abbiamo pi bisogno di un terzo unificatore, nel senso sopra detto? Per niente. Anzi, il bisogno si pone con impellenza, precisamente a causa dei suoi presupposti costituzionali: la libert e luguaglianza, i due pilastri delle concezioni politiche del nostro tempo, che se lasciati liberi di operare fuori di un contesto societario, mettono in moto forze egoistiche produttive di effetti distruttivi della con-vivenza. Non si pu convivere stabilmente in grandi aggregati di esseri umani che nemmeno si conoscono facendo conto solo su patti degli uni con gli altri, come pensano i contrattualisti. A parte ogni considerazione realistica, una volta stabilita una regolazione contrattuale degli interessi in campo, a chi o a che cosa ci si potrebbe richiamare per richiedere ladempimento degli obblighi assunti, ogni volta che linteresse mutato spingesse qualcuna delle parti a violarli? Ogni contratto, senza una garanzia terza, sarebbe flatus vocis. Per molti secoli, questa garanzia era riposta nella religione; oggi, nellet della secolarizzazione, non pu che essere la committente; arte, per la parcultura. te che lartista riserva alla sua liLarte e la scienza sono libe- bera creazione. re e libero ne linsegnamenCose analoghe si possono dito, dice lart. 33, primo com- re per le opere dellingegno al ma, della Costituzione. Questa servizio delleconomia, cio norma di principio da consi- della pubblicit di prodotti derare la base della costituzio- commerciali. Anche a questo ne culturale, cos come esiste proposito, limpasto di attivit una costituzione politica e esecutiva e di attivit creativa una costituzione economica, evidente. Il rapporto tra luna e ciascuna delle quali contribui- laltra variabile. Normalmensce, per la sua parte, alla costru- te, prevale laspetto strumentazione della tri-funzionalit le: far nascere bisogni, orientasu cui si regge la societ, secon- re il consumo, combattere la do quanto gi detto. La Costitu- concorrenza, promuovere le

CULTURA
Ecco perch leggere un libro alla base della democrazia
Iniziativa a Torino per promuovere le manifestazioni

LE CITT DEI FESTIVAL FANNO FRONTE COMUNE


TORINO Pi della met degli italiani, nellarco di un anno, non legge nemmeno un libro. Eppure siamo una nazione in cui le fiere librarie e le kermesse cultural-letterarie si contano a centinaia. Tanto che un gruppo selezionato di queste centri di minoranze virtuose ha deciso di raccogliere la proposta di incontrarsi lanciata da Rolando Picchioni, che guida il Salone del Libro torinese, da Gian Arturo Ferrari, alla testa del Centro nazionale per il Libro e la Lettura, e da Piero Fassino, sindaco del capoluogo piemontese. I rappresentanti di oltre sessanta Citt del Libro, dal BookCity di Milano al Festivaletteratura di Mantova, da Pordenonelegge a Trame di Lamezia Terme, si ritrovano pertanto oggi e domani a Torino (alla sala Agor-Unicredit di via XX Settembre 29) con lo scopo di scambiarsi idee ed esperienze, ma soprattutto, come spiega Picchioni, di creare un coordinamento permanente, una governance in grado di fare fronte comune soprattutto sul fronte delle risorse, sempre meno e sempre pi difficili da reperire. Si punta, per, pi in alto. Lintento della nascente federazione delle citt grandi e piccole della lettura, prosegue Picchioni, di arrivare a uniniziativa legislativa per estendere lo status di bene culturale riconosciuto, tutelato e difeso dalla legge italiana, anche a festival e a rassegne dedicate al libro e alla cultura, alla stregua di monumenti, musei, e siti archeologici. Al convegno intervengono oggi Gian Arturo Ferrari e Gustavo Zagrebelski, del quale pubblichiamo una parte della relazione; domani saranno di scena, tra gli altri, Giuseppe Laterza, Vittorio Bo e Giuliano Amato. Resta, tuttavia, il paradosso di unItalia di non lettori dove proliferano le manifestazioni in cui i libri si vendono, si leggono e se ne discute. Come lo spiegano i promotori delle Citt del Libro? Con il fatto che, conclude Picchioni, se da un lato i festival sono frequentati dai lettori forti, dallaltro contribuiscono a desacralizzare il libro, a trasformarlo in unoccasione di festa e di socializzazione, coinvolgendo i giovani e un pubblico che in genere, non attratto dallevento, non lo neppure dal libro. (massimo novelli)
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mente grandioso. I consiglieri di oggi sono gli imboscati nellinesauribile miniera di ministeri, enti, istituti, fondazioni, aziende, ecc., che si legano al piccolo o grande potere, offrendo i propri servigi intellettuali e ricevendo in cambio protezione, favori, emolumenti. La stessa cosa pu ripetersi per i consulenti che vendono le proprie conoscenze alle imprese, per testarne, certificarne, magnificarne e pubblicizzarne i prodotti. Naturalmente, consiglieri e consulenti non sono

deve corrompersi cercando approvazione e consenso, in vista di candidature, carriere e benefici che possono provenire dalla politica o dalleconomia. Merita qualche parola anche il binomio libert della cultura e democrazia. La societ del nostro tempo, dove le conoscenze sono sempre pi approfondite e settorializzate; dove, quindi, inevitabile delegare ad altri la conoscenza che ciascuno di noi, da solo, non pu avere: in questa societ dove pressoch tutte le decisioni

Valori

Concentrazione

La societ non una somma di individualit, ma una comunit che si riconosce in un insieme di valori condivisi
zione, senza aggettivi, la sintesi di queste costituzioni particolari. Innanzitutto, dicendosi che larte e la scienza sono libere e che libero ne linsegnamento si d una definizione. Lattivit intellettuale non libera, cio asservita a interessi daltra natura non arte, n scienza: prosecuzione con altri mezzi di politica ed economia. Si dir, tuttavia: non arte la scultura di Fidia, perch al servizio della gloria di Pericle? Non arte la poesia di Virgilio, perch celebrativa della Roma di Cesare Augusto? E non arte quella di Michelangelo, commissionata da Giulio II e Paolo III? La loro non arte perch voluta, comandata, perfino imposta da altri, che non lartista? Naturalmente no. Ma non arte per la componente priva di libert, esecutiva del volere del vendite: tutte cose che riguardano gli stili di vita, le aspettative, i sogni, ecc. In certo senso, formano cultura, e nel modo pi efficace possibile. Ma, per questo aspetto, non sono esse stesse espressione della libert della cultura; sono invece funzione delleconomia. Non rientrano nella definizione costituzionale. Vale anche qui, per, la forza purificatrice del tempo. A distanza danni, quando s persa la nozione dellinteresse originario, anche le opere di pubblicit possono depurarsi dal loro aspetto strumentale ed essere rivalutate e apprezzate nel loro valore artistico. Non si tratta, comunque, di teorizzare una cultura per la cultura, senza contenuto, come pura evasione. La cultura come cultura ha una sua funzione e una sua responsabilit

I capolavori della letteratura ci interrogano: quanto tempo e quanta concentrazione possiamo dedicare loro? Sempre meno
affatto cosa cattiva in s, ma lo sono quando sono essi stessi che si offrono e accettano di entrare nellorganico di questo o quel potentato. Luomo di cultura diventa uomo di compiacenza. La seconda insidia allautonomia della funzione intellettuale la tentazione di cercare il successo in questa, per poi spenderlo nelle altre funzioni. Ci che giusto in una sfera, pu diventare corruzione delle altre sfere. Cos, laffermazione nella sfera delleconomia non deve essere usata strumentalmente per affermarsi nel campo della politica o in quello della cultura; laffermazione nella sfera politica non deve essere il ponte per conquistare posizioni di potere nella sfera economica o in quella culturale; lattivit nella sfera culturale non politiche hanno una decisiva componente scientifica e tecnica, massimo il bisogno di fiducia reciproca. Per prendere decisioni democraticamente e consapevolmente in campi specialistici, chi non sa nulla deve potersi fidare di chi detiene le conoscenze necessarie. Non in nome della Verit, che non sta da nessuna parte, ma in nome almeno dellonest, che pu stare presso di noi. Se non ci si potesse fidare gli uni degli altri e, in primo luogo, di coloro che per professione si dedicano a professioni intellettuali, la cultura come indispensabile luogo terzo di convergenza e convivenza sarebbe un corpo morto. Di quali mezzi si avvale oggi la cultura? Semplificando: chat o book? Dov la radice della differenza? nel fattore tempo,

sociale, come s detto: una funzione che esige libert. Sotto questo aspetto, il verbo essere che troviamo nella norma costituzionale assume il significato non duna definizione, ma duna prescrizione: la cultura deve essere libera. La difficolt nasce dal fatto che deve essere libera, ma non pu vivere isolata. La prima insidia, qui, sta nel-

la tentazione della consulenza. Il nostro mondo sempre pi ricco di consiglieri e consulenti e sempre meno dintellettuali. Questa del consulente la versione odierna dellintellettuale organico gramsciano, una figura tragica che si collegava alle grandi forze storiche della societ per la conquista della egemonia: un compito certo ambiguo, ma indubbia-

un fattore determinante nella qualit di tutte le relazioni sociali. La chat e i suoi fratelli blog, twitter, social forum, newsgroup, mailing list, facebook, messaggi immediati dogni tipo appartengono al mondo dellistantaneit; i libri al mondo della durata. I messaggi immediati appartengono alla comunicazione; i libri, alla formazione. La comunicazione vive dellistante, la formazione si alimenta nel tempo. La comunicazione non ha onere dargomentazione e non attende risposte. Il suo fine dire e ridire su ci che stato detto, per aderire o dissentire, senza passi in avanti. Il libro saggio, romanzo, poesia; cartaceo o elettronico - appartiene a un altro

mondo. Nasce e vive in un tempo disteso, di studio e riflessione. Se sul bancone duna libreria incontri Luomo senza qualit o Moby Dick, innanzitutto come se ti chiedessero: sai quanto tempo ho impiegato a essere pensato e scritto? E tu, quanto tempo e quanta concentrazione pensi di potermi dedicare? Linvasione degli instant books la conseguenza della medesima risposta a entrambe le domande, rivolte agli autori e ai lettori: poco, molto poco, forse sempre meno tempo e meno concentrazione. Ma, allora, chiaro che la sopravvivenza del libro non una rivendicazione a favore duna lite di pochi fortunati lettori. La diffusione della lettura non

appartiene al superfluo duna societ non solo, com ovvio, perch ha a che vedere con la diffusione dellistruzione. Siamo, infatti, pienamente nel campo della cittadinanza, cio della condizione di partecipazione attiva, consapevole e responsabile a quanto c di pi decisivo per la tenuta della compagine sociale, cio la partecipazione a una delle tre funzioni sociali: la funzione politica di fondo, meno visibile ma, in realt, nel formare mentalit, pi determinante della stessa azione politica in senso stretto, la quale, nella prima trova i suoi limiti e i suoi fini. Si tratta, per lappunto, della cultura.
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LIMMAGINE
G. Washington nel 1787 parla allassemblea che approva la Costituzione americana

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