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Ecco cosa racconter di Livorno cattolica a Papa Francesco

di monsignor Simone Giusti


Quando venerd mattina avr modo di essere davanti a Papa Francesco cosa gli dir? Per prima cosa gli offrir un breve quadro sintetico sullevoluzione della Diocesi di Livorno in questi ultimi sei anni trascorsi dallultima Visita ad Limina Petri, avvenuta nellaprile 2007. Gli parler innanzitutto di Livorno e del suo storico legame con il Santuario di Montenero. Dir a Papa Francesco che il culto mariano verso la Madonna delle Grazie di Montenero, Patrona della Toscana, contrassegna tuttora la religiosit livornese. Il Santuario di Montenero il vero centro spirituale di tutta la diocesi, i maggiori eventi della Diocesi o si svolgono al Santuario o hanno per oggetto proprio la Santa Vergine. Ogni mese si svolge un pellegrinaggio a piedi guidato dal Vescovo, al santuario di Montenero al quale vi da sempre una buona partecipazione. Al Papa descriver anche un altro appuntamento di rilievo della vita religiosa della Diocesi, la festa di S. Giulia, patrona della citt. Una circostanza che unisce oltre alla realt ecclesiale anche lintera comunit civile, non solo per le celebrazioni liturgiche ma, in questi ultimi anni, anche in proposte collaterali, culturali, sportive, ludiche, per fare della Festa della Patrona un momento dincontro e di identificazione religiosa dellintera popolazione cittadina. Per quanto riguarda la religiosit della diocesi dir che nella popolazione vi sono ancora tanti segni di appartenenza alla Comunit Cristiana (la stragrande maggioranza delle famiglie sceglie lora di religione per i propri figli alla scuola pubblica e le firme per l8xmille alla Chiesa Cattolica sono nella media nazionale) ma vi sono anche segni contrari come il calo del numero dei bambini battezzati e di quello dei matrimoni e dei funerali religiosi. Della pratica religiosa dir che il Popolo Cristiano ha nellEucarestia domenicale il suo fulcro, anche se la messa domenicale su livelli nettamente inferiori alla media nazionale e da rilevamenti recenti indipendenti (facolt di Scienze Politiche di Pisa) si attesta attorno a circa il 12%. Sul piano pastorale riferir che in Diocesi sono presenti comunit significative e incisive sul territorio ma chiamate ad un maggiore impegno educativo verso tutti i fedeli, in primis i genitori, i giovani, i ragazzi, gli anziani. Ancora tanti sono i passi che molte comunit parrocchiali devono fare sul terreno educativo al fine di giungere a generare cristiani e a riannodare la traditio fidei fra le generazioni. Si sta promuovendo il rinnovamento educativo con riforme strutturali della pastorale parrocchiale dando a tutti indicazioni precise, uniformi e inderogabili per tutta la diocesi. Le Comunit sono chiamate a crescere spiritualmente e nella testimonianza missionaria nonch nel senso e nella vita della Chiesa Locale, superando il parrocchialismo. Le Comunit Parrocchiali sono attente nellaiuto materiale al povero, iniziano ad evangelizzare i poveri e ad assumere atteggiamenti lontani dal proselitismo e portatori di un primo annuncio evangelico, ma anche su questo il cammino da fare ancora lungo. Il Progetto Culturale Diocesano in questo senso sta dando speranza facendo crescere laici consapevoli della ricchezza del pensiero della Dottrina Sociale Cattolica e pronti a dialogare e a collaborare con tutti gli uomini di buona volont per il bene comune del territorio, ma senza cedimenti sui valori irrinunciabili, nella piena fedelt al Magistero. Buona la presenza del laicato cattolico organizzato nelle Aggregazioni Laicali, vera ricchezza della Chiesa Locale; si dovr operare per una sua crescita perch, sovente, solo nelle Aggregazioni Laicali si riesce a formare giovani e adulti cristiani vista la debolezza educativa di ancora molte parrocchie, positiva la presenza di Associazioni storiche quali lAzione Cattolica Italiana e lAGESCI. Sufficiente il numero del clero che permette di avere un parroco per ogni comunit parrocchiale anche per le pi disperse, le pi piccole con 200 o 300 abitanti. Un parroco, anche se anziano o malato, quanto mai prezioso per mantenere e coltivare una vita spirituale cattolica in una comunit. Il numero delle parrocchie in diocesi , invece, insufficiente viste le nuove realt urbanistiche sorte soprattutto nella periferia di Livorno e pertanto sono state aperte in questo ultimo periodo due nuove parrocchie e altre dovranno essere promosse per una pi attenta cura pastorale dei fedeli. Vicini alla diocesi sono molto imprenditori e diversi dirigenti di realt produttive, molti di essi sono entrati a far parte della denominata Lobby per i poveri la quale ha come fine influenzare le politiche locali a favore dei poveri e reperire finanziamenti per i progetti promossi a loro favore dalla Fondazione Caritas della Diocesi.

1 Gennaio 2006 Superficie (in Kmq) Popolazione totale residente Cattolici Parrocchie Sacerdoti diocesani Sacerdoti religiosi Seminaristi Religiosi non Sacerdoti Religiose Consacrate Ordo Virginum Istituti Cattolici di educazione Istituti Cattolici di beneficienza 250 201.14 9 188.92 0 46 76 38 4 1 346 1 18 41

31 Dicembre 2012 Superficie (in Kmq) Popolazione totale residente Cattolici Parrocchie Sacerdoti diocesani Sacerdoti religiosi Seminaristi Religiosi non Sacerdoti Religiose Consacrate Ordo Virginum Istituti Cattolici di educazione Istituti Cattolici di beneficienza 250 202.808 189.000 48 70 30 12 1 302 1 26 30

Per quanto riguarda la scelta preferenziale per i poveri che la nostra Diocesi ha fatto, ecco il quadro ampio di situazioni e progetti a favore dei bisognosi della diocesi e di diocesi estere. La caratterizzazione dei fenomeni della povert nella diocesi si incentra su: quella relativa allambito abitativo con carenze di alloggi popolari; limpossibilit a reperire alloggi con canoni di affitto alla portata delle fasce pi deboli; la mancanza di lavoro; le povert endemiche presenti su tutto il territorio; limmigrazione con presenze di diverse etnie, anche se numericamente modeste, rispetto al fenomeno che si riscontra in altre realt della regione toscana.

La crisi degli ultimi anni ha, ovviamente, acuito questi fenomeni; in particolare il problema degli sfratti, per i fatto che molti inquilini si sono trovati, nel giro di poco tempo, senza o con parziale reddito. Nel 2011 si dovuto fronteggiare londata di immigrazione conseguente alle lotte contro i regimi dei paesi dellafrica mediterranea e allacuirsi della mancanza di ogni sostentamento nei paesi del centro e del corno dafrica. La realizzazione dellopzione preferenziale per i poveri rimane un elemento essenziale della vita della Chiesa Livornese. Gli indicatori di questo possono essere individuati in alcune scelte significative, operate dalla Chiesa livornese in questo ambito. La prima quella di destinare alla Caritas diocesana una parte importante della quota dellOtto per Mille che il vescovo diocesano destina alla carit. La seconda, con la destinazione di beni patrimoniali ai servizi di carit, iniziata con la concessione di un immobile per la sede Caritas, in occasione dellanno giubilare. Limmobile divenuto il porto di fraternit; un luogo dove stato dato pi spazio ai servizi gi attivati dalla Caritas diocesana: il Centro Ascolto diocesano, lOsservatorio delle povert, il Centro di Prima Accoglienza con 4 docce e guardaroba e la Mensa che distribuisce oltre 32.000 pasti nellanno. Nellimmobile stata attivata anche una casa daccoglienza per nuclei familiari con difficolt abitative ed in attesa di una risposta da parte delle istituzioni pubbliche. stata una prima risposta della Chiesa diocesana al problema casa: Accanto a questa struttura centrale sono nate: un appartamento affittato per famiglie mono genitoriali, composta da donne sole con figli;

un progetto per linserimento di famiglie di etnia rom nel tessuto sociale cittadino, in accordo con il Comune di Livorno ed alcune associazioni e movimenti ecclesiali della citt (S. Egidio, Misericordia ecc.); a tale scopo sono stati affittati tre appartamenti. il progetto Sperimentando in collaborazione con lUEPE, ufficio esterno del Ministero della Giustizia per lesecuzione di pene allesterno del carcere.

La Diocesi negli anni 2009-2012, ha compiuto gesti significativi sulla scelta preferenziale dei poveri, destinando risorse economiche, umane e patrimoniali a tale scopo. In questi ultimi anni, infatti: stata potenziata la struttura Caritas diocesana e la Fondazione Caritas onlus (braccio operativo della Caritas) con linserimento di una suora (Figlia della Carit) presidente della Fondazione Caritas onlus e vicedirettore della Caritas. Sono state valorizzate forze giovani, molto sensibili al sociale e radicate nella Chiesa, che hanno cominciato un cammino di formazione alla carit nellambito dei servizi loro assegnati. Con la loro presenza stato possibile attuare diverse iniziative in ambito pastorale e dei servizi. Sostanzialmente si sta attuando un ringiovanimento del volontariato, grazie a tali presenze e allo stile Caritas che sanno interpretare. nata la Casa Villa Benedetta, un progetto Caritas e Figlie di S. Anna, per donne con bambini che hanno subito violenze. Con progetto finanziato dalla Regione Toscana (fondi europei), sono stati accolti 10 profughi attualmente in fase di reiserimento nel tessuto cittadino. Sono stati destinati 2 ambienti abitativi per accoglienze temporanee di emergenza.

Per far fronte allemergenza economica si attivato il Prestito della Speranza. Inoltre, con i contributi della diocesi e delle parrocchie, nel 2010 stato creato un fondo destinato alle famiglie che hanno subito gli effetti della crisi. Nel 2011, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmi di Livorno, il fondo stato notevolmente incrementato e tuttora sostiene le famiglie in difficolt attraverso il pagamento di qualche affitto, dei servizi di prima necessit e di generi alimentari. Per quanto concerne le proposte rivolte alle diocesi estere, sono continuate le iniziative diocesane intraprese negli anni, attraverso il Centro Mondialit Sviluppo Reciproco (CMSR). Il CMSR una ONG fondata nel 1979 dalla Caritas diocesana e dalla Comunit Ecclesiale di Base Impegno, che si sempre occupata dei progetti di sviluppo e cooperazione legati alla mondialit. Anche nel corso degli anni che stiamo prendendo in considerazione, la Caritas diocesana ha partecipato alla realizzazione di vari progetti nel Sud del mondo. Insieme alle altre Caritas toscane, la Caritas di Livorno ha realizzato importanti progetti soprattutto in Bosnia e in Albania. Un altro canale legato alle missioni brasiliane gemellate con la Caritas del V Vicariato diocesano, quello che si riferisce alle parrocchie che si trovano nel comune di Rosignano Marittimo. Attraverso la costante presenza del diacono responsabile della Caritas vicariale, la diocesi di Livorno partecipa attivamente ed in prima persona alla realizzazione di progetti nella provincia Amazzonica del Brasile. 3. Promozione umana e cristiana. Programmi e iniziative per animarla, sostenerla e realizzarla. Aiuti per la promozione umana e cristiana di diocesi estere. Dietro ogni intervento a favore dei poveri c un progetto teso a restituire la dignit umana tolta, a ristabilire la giustizia dove essa stata disattesa, a restituire la libert di vivere a persone alle quali stata negata. Altrimenti, e ovviamente, il nostro agire sarebbe un puro e semplice intervento di carattere sociale. La promozione umana, dunque laltra faccia della medaglia dellassistenza ai poveri. 3

In questo senso, senza soluzione di continuit con i contenuti detti, nel corso di questi anni si confermato il servizio in ambiti specifici. La Commissione per il Carcere che da oltre 30 anni a servizio delle problematiche legate al mondo carcerario. A servizio dei detenuti reclusi nei due carceri presenti nella nostra diocesi, in particolare nella Casa Circondariale di Livorno con oltre 300 detenuti in continua turnazione. Per i parenti in visita ai detenuti - in particolare quello nel carcere sullIsola di Gorgona con la Casa dAccoglienza lIncontro. Per i detenuti a fine pena o sottoposti a regimi alternativi al carcere, con la Casa dAccoglienza San Giuseppe dellApparizione sino al 2012 e con il progetto Sperimentando (dal 2008, gi ricordato) che si propone di dare accoglienza a quei detenuti che, in fine pena, possono uscire dal carcere per essere inseriti in una ambiente protetto e avviati al reinserimento sociale e lavorativo. La Commissione Tossicodipendenze impegnata nellaccompagnamento dei tossicodipendenti e delle loro famiglie nella gestione di questo problema, dellavviamento alle comunit di recupero, del reinserimento sociale dei soggetti, nella gestione dei rapporti con le istituzioni ed i percorsi previsti dalle strutture sanitarie. La Commissione per il lavoro della Caritas diocesana il cui servizio si evoluto in modo direttamente proporzionale al fenomeno dellimmigrazione e del lavoro. Con gli oltre 900 contatti nel 2012, questa attivit luogo dove, non solo si riesce a far incontrare la domanda e lofferta di lavori (destinati in maggioranza agli immigrati), ma anche momento di integrazione e di sostegno a tanti fratelli che vivono lesperienza del bisogno e della lontananza da casa. La Commissione per i problemi dellhandicap che, unica realt di assoluto volontariato presente sul territorio comunale, continua ad offrire un servizio diurno di accoglienza, accompagnamento e animazione di persone portatrici di handicap fisici e psichici di varia natura e tipo, compresa la possibilit di un campo estivo che si svolge nella localit turistica di Castiglioncello, della durata di un mese. Si tratta di unopportunit che offre ai soggetti ( 40 disabili) un luogo protetto nel quale svolgere attivit ludiche e di aggregazione ed ai genitori una pausa nella difficile gestione delle diverse patologie. 4. Le relazioni con le autorit civili rapporti con altri organismi , con altre Chiese e confessioni religiose, per lassistenza ai bisognosi e la promozione umana e cristiana. Si sempre cercato di realizzare unautentica sussisidariet per garantire la riuscita di tutte le diverse iniziative politiche e sociali a favore delluomo. Nel periodo di riferimento sono proseguiti i rapporti e le collaborazioni fra la Chiesa diocesana e gli Enti territoriali. Nella struttura della Caritas diocesana Porto di Fraternit opera la Mensa Quilici che arrivata e distribuire nellultimo anno (2012) circa 37.000 pasti, di cui 13.000 per conto dei Servizi sociali del Comune di Livorno. Sempre nellambito del Porto di Fraternit, la Casa dAccoglienza Don R. Angeli offre, in convenzione con lUfficio Casa del Comune di Livorno, accoglienza a 5 famiglie in carico ai servizi sociali. A questi si aggiunge la gestione in proprio della casa accoglienza per interventi su persone e famiglie senza alloggio. Continua, dal 2005, sostenuto dai servizi sociali del Comune e grazie alla collaborazione con la Cassa di Risparmi di Livorno (oggi Banca Popolare), il progetto che prevede lassegnazione di periodici contributi in denaro a sostegno di singoli e famiglie indigenti. Lerogazione avviene attraverso un Bancomat prepagato e ricaricabile consegnato agli assistiti e gestito dal Centro Ascolto della Caritas diocesana. Un superamento di una forma di assistenzialismo deresponsabilizzante in favore di una vera e propria promozione umana e sociale dei soggetti che, impossibilitati perfino a scegliere cosa comprare, con il contributo, ritornano ad essere, seppure in modo graduale, soggetti socialmente attivi e protagonisti delle proprie scelte. 4

Continua il progetto S.E.F.A. (Social Emergency First Aid), gestito dai Servizi Sociali del Comune di Livorno, in collaborazione con lARCI e la Caritas diocesana. Si tratta di unospitalit di emergenza destinata alle persone maggiorenni; sono otto posti letto, di cui 3 destinati a residenti nel Comune di Livorno, aperto tutto lanno. LARCI si fatta carico della gestione della struttura e degli ingressi, la Caritas fornisce una centralinista per lo smistamento delle richieste e i pasti per gli ospiti da consumarsi alla Mensa del Centro di Prima Accoglienza. 5) le proposte in atto e per il futuro Giovani e Carit - Prosegue il progetto Giovani e Scuola nelle scuole superiori della diocesi. Saranno coinvolte: a) n. 10 classi quarte dei diversi istituti superiori: percorso annuale b) n. 2 classi terze: percorso triennale: due incontri pi tre esperienze Esercizi della carit, in collaborazione con LUfficio di Pastorale Giovanile: Capodanno alternativo serata con gli amici della Caritas b) Progetti nel corso del 2013 si realizzeranno alcune strutture e servizi nuovi. Nuovo centro Caritas, in una zona periferica di Livorno ( via Donnini Centro Sociale Piccioni). Si tratta di un immobile concesso in uso dalla Diocesi, nel quale saranno proposti i servizi che seguono: Centro diurno per indigenti con il fine di socializzare, esprimersi e riacquistare sicurezza nei rapporti. Centro notturno per i senza fissa dimora, consistente in 10-15 posti. Casa dei mestieri, con la possibilit di imparare, attraverso laiuto di volontari artigiani, attivit manuali in vista di un reinserimento nel mondo del lavoro. Accoglienza profughi in appartamento in comodato con una Parrocchia. Accoglienza verso lautonomia (in due o tre ambienti abitativi) di persone che hanno fatto un cammino di recupero, gi avviati al reinserimento sociale e lavorativo, e sostenuti per un tempo limitato. Accoglienza di padri soli, in risposta a problemi di rilevante emergenza causati da separazioni familiari (due-tre ambienti).

Accoglienze diverse

Inoltre, in risposta ai bisogni alimentari delle famiglie, e a sostegno delle Caritas delle parrocchie che offrono loro i pacchi viveri, in gennaio sara aperto un centro di distribuzione generi alimentari da destinare allo scopo. Il progetto stato denominato Goccia a Goccia. Sar possibile attuarlo grazie alle diverse donazioni fatte alla Caritas diocesana e al finanziamento della Fondazione Livorno (exfondazione bancaria). Tutto questo racconter al nuovo Pontefice, sperando che un giorno voglia venire a conoscere i livornesi pi da vicino! + Simone, Vescovo di Livorno 5

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