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SCIENZA E SENSO RELIGIOSO

ALBERTO STRUMIA

Nel tentare di affrontare un tema cos ampio non possibile, in una breve riflessione come quella che segue, non accontentarsi di limitare il proprio sguardo ad un aspetto del problema. Prender lo spunto, perci, da un semplice rilievo che pu sembrare, a prima vista, legato ad una questione terminologica, mentre cela, a mio parere, una questione di sostanza, sulla quale molta cultura contemporanea gioca la censura di quella dimensione costitutiva delluomo che la dimensione religiosa, con la conseguenza di negare, almeno di fatto quando non diritto, lesercizio delle fondamentali libert connesse con la libert religiosa, come, ad esempio, la stessa libert di educazione.

Religiosit e razionalit Fino a non molto tempo fa lespressione senso religioso o sentimento religioso veniva comunemente interpretata come riferentesi allesperienza della fede cattolica come tale. Il dire di una persona che ha un senso religioso, un punto di vista religioso nei confronti della vita e della realt veniva inteso come il dire una persona di fede cattolica, una persona credente. E questo modo di interpretare le formule senso religioso, o sentimento religioso, o persona religiosa certamente molto diffuso ancora oggi e non solo tra la gente comune. 1 Questo modo di usare la formula senso religioso per evidentemente impreciso, perch riduttivo della nozione di religiosit. Identificare la religiosit con la fede, cio con ladesione ad una conoscenza rivelata, equivale ad affermare implictamente una posizione fideista e cio sostenere che non possibile per principio alcuna indagine ed alcuna conoscenza intorno alla natura e al destino delluomo e delle cose, intorno a Dio, se non in quanto rivelata da Dio stesso. una radicale dichiarazione di impotenza della ragione umana - che pure un dono del creatore - nei confronti della domanda sul significato dellesistenza e, contemoporaneamente, unimplicita dichiarazione di irrazionalit di tale domanda. Di conseguenza la fede stessa non potr essere poi espressa come un giudizio, cio come un assenso volontario dellintelligenza umana che ragionevolmente ritiene di poter aderire al contenuto della rivelazione 2 , ma solamente come sentimento, come un emotivo salto nel buio, senza un fondamento ragionevole. Questo modo di intendere la questione del senso religioso frequente anche tra gli scienziati, non esclusi quelli cattolici, ma riflette una posizione che risente di un influsso protestante dal punto di vista teologico, e comunque positivista dal punto di vista filosofico. Lidea diffusa quella che identifica la razionalit come tale con la ragione fisico-matematica, addestrata nella conoscenza degli aspetti quantititativi e relazionali dellessere. Tutto ci che non riconducibile a quantit e relazione non sarebbe da questo punto di vista affrontabile in termini razionali, ma solo emozionali, reattivi. vero che oggi neppure gli scienziati sostengono pi una posizione, di stampo positivista, che bolla di non significanza quegli aspetti dellesperienza umana che non sono codificabili allinterno di unindagine di tipo scientifico, rimane per il fatto che queste dimensioni dellumana conoscenza continuano ad essere classificate come irrazionali. La differenza tra latteggiamento presente e quello passato sta, allora, nel fatto che oggi si tende a riconoscere una certa importanza anche a ci che nelluomo vi di irrazionale, mentre in passato questa importanza veniva negata. Il passo ancora mancante per un inquadramento adeguato della nozione di senso religioso, come caratterizzante unespressione della razionalit e non appena della emozionalit umana, il ritrovamento di una razionalit e quindi di una scientificit che, nel suo complesso articolato in pi scienze tra loro connesse, sia in grado di prendere in considerazione tutti gli aspetti della realt senza escluderne, per principio, qualcuno, magari quello fondamentale. 3 Il senso religioso, cio la conoscenza religiosa di Dio da parte dei

popoli, si riconduce alla conoscenza razionale di cui capace luomo con le forze della sua natura 4

I preambula fidei Il livello a cui si deve collocare la questione del senso religioso e il suo rapporto con la razionalit e la scienza non perci tanto e primariamente quello della fede. La questione del senso religioso non legata di per s alladesione ad una confessione religiosa, ma si situa piuttosto a quel livello che precede, almeno da un punto di vista logico se non cronologico, latto di fede, che potrebbe anche non avvenire, pur in una persona che vive unesperienza di seria ricerca di una risposta alle domande fondamentali dellesistenza. quel livello che la dottrina e la teologia tradizionali chiamano i preambula fidei.
Se pertanto molti non accettano la verit di fede, si pu e si deve introdurli, mediante un dialogo paziente e caritatevole, alla comprensione dei valori spirituali e religiosi partendo dalle evidenze della ragione, delle quali tutti noi, credenti e non credenti, in quanto persone, siamo capaci 5

La via dellesperienza Queste semplici considerazioni ripropongono, in un certo senso, la questione apologetica. Lapologetica tradizionale dava, in fondo, per scontato laspetto del senso religioso, in quanto posseduto a livello naturale da tutti gli uomini, e apriva senzaltro lindagine sulla credibilit di Cristo e della Chiesa. Se si fornivano dei motivi adeguati per fondare la certezza morale intorno alla divinit di Ges e allorigine divina della Chiesa questo portava di conseguenza a ritenere ragionevole e possibile, con laiuto della grazia, latto di fede. Oggi non si pu pi dare per scontato questo livello, che pure naturale, del senso religioso, ma occorre guidare luomo alla riscoperta della sua stessa natura e riaprirgli la mente e il cuore a prendere in considerazione lidea stessa di una rivelazione come interessante per il proprio destino umano e la possibilit di accostarsi alla fede con tutta la ragionevolezza del suo essere. In due splendide catechesi dellanno santo straordinario della redenzione Giovanni PaoloII indica una via per accostare il problema della presa di coscienza da parte delluomo della sua domanda religiosa.
La via per giungere a tale presa di coscienza , per luomo di oggi, come per quello di tutti i tempi, la riflessione sulla propria esperienza 6

Mi sembra che il suggerimento di questa via apra un interessante confronto con la strada percorsa dalla scienza moderna. Oggi la ricerca dei fondamenti razionali che rendono possibile ladesione alla fede deve potersi misurare con il metodo scientifico e contemporaneamente la scienza sembra ormai richiedere una collocazione antropologica in una visione globale della realt che non si esaurisce in una rappresentazione matematizzata delluniverso. Mi sembra che vi siano due aspetti da prendere in considerazione a questo proposito. - Il primo evidenziato da quella che chiamerei la parola chiave che pu mettere in contatto diretto il linguaggio della scienza con il linguaggio religioso, e la parola chiave proposta qui la parola esperienza. Di esperienza, infatti, si parla sia nel linguaggio scientifico che in quello religioso: si tratter di precisarne la nozione, nelluno come nellaltro caso, e di vedere in quale modo lesperienza diviene fonte di conoscenza nellambito della scienza come nellambito dellesperienza religiosa. - Il secondo aspetto del problema da identificarsi nel metodo: cos come la scienza, intesa nellaccezione moderna del termine, procede secondo un metodo di analisi e di progettazione dellesperienza, anche lindagine sulluomo, e in particolare quellindagine sul destino che muove dal senso religioso, deve poter procedere secondo un metodo rigoroso. Se alla scienza si 2

deve chiedere una dilatazione del suo modo di intendere la razionalit, alla ricerca religiosa occorre domandare di non lasciarsi confinare nellirrazionale, ma di darsi un metodo che non esiterei a definire in certo senso scientifico, cio rigoroso e dimostrativo.

La nozione di esperienza
Ma come definirla questa esperienza umana profonda che indica alluomo la strada dellautentica comprensione di s? Essa il paragone continuo tra lio e il suo destino 7

Prescindendo qui dalla nozione di esperienza in quanto legata ad un habitus, ad un esercizio acquisito con la ripetizione di atti di conoscenza il cui dato si fissato nella memoria, vorrei rivolgere lattenzione al singolo atto esperienziale. Sembra, da questo punto di vista che si possa parlare di tre gradi dellesperienza. - Il primo potremmo caratterizzarlo come esperienza sensibile, che significa semplicemente la percezione sensibile immediata e non ancora critica che noi abbiamo a ogni istante. Noi vediamo il sole levarsi, calare; noi vediamo passare un treno, vediamo dei colori, ecc. 8 Questo livello dellesperienza basilare, precede e rende possibile ogni ulteriore livello di conoscenza (secondo il classico principio aristotelico-tomista: nihil est in intellectu quod prius non fuerit in sensu). Questo quel livello della conoscenza che nelluomo, anche quando coinvolge direttamente la razionalit, non impegna n lazione dellintelletto sui concetti precedentemente astratti, n la riflessione dellintelletto sul suo atto di conoscenza. - Il secondo livello, proprio delle scienze, quello dellesperienza come esperimento. I sensi non sperimentano nulla se non ci si pone un interrogativo, se non esiste un presupposto intellettuale, che pu esso solo rendere possibile lesperienza 9 Questo livello pone in atto un processo conoscitivo piuttosto complesso in quanto esige, oltre alla percezione sensoriale legata allosservazione, anche lazione su concetti precedentemente astratti dallesperienza, come le nozioni matematiche. - Il terzo livello quello che impegna lintelletto nella riflessione sui suoi atti. Lio giunge allesperienza di s attraverso la conoscenza riflessa degli atti che sono propri delle sue facolt spirituali, quali lintelletto e la volont. Quando si parla di esperienza esistenziale 10 e di senso religioso ci si viene a collocare in questo grado dellesperienza.

Il metodo Il metodo delle scienze moderne di tipo fisico-matematico, detto comunemente anche metodo galileiano o metodo sperimentale, come ben noto non consiste principalmente nellosservazione, sotto forma di misurazione, delle quantit e delle relazioni che si presentano in natura, ma consiste principalmente nel paragone tra questi dati dellesperienza e una rappresentazione matematica della realt. La conoscenza empirica, per divenire scienza, viene messa in realzione con una teoria matematica, presa come ipotesi esplicativa dellesperienza. In altri termini per costruire una scienza di tipo galileiano occorrono due elementi: losservazione e il riferimento ad un livello di conoscenza previo che in questo caso fornito dalle matematiche. Va detto anche che i due elementi si intrecciano continuamente nel senso che, se da un lato la formulazione matematica della teoria successiva allosservazione, anche vero, in linea complementare, che la teoria anche alla base dellesperimento che viene costruito in relazione ad unaspettativa o previsione della teoria stessa 11 Per quanto riguarda lesperienza che luomo ha di s, ambito allinterno del quale viene a collocarsi lesperienza del senso religioso, occorrer, come per losservazione della natura, un 3

metodo di paragone dellosservazione con una teoria di riferimento, o ipotesi esplicativa, cio con una conoscenza capace di rendere conto dellesperienza. Questa conoscenza di riferimento potr essere di natura filosofica, e allora ci troveremo di fronte ad unantropologia filosofica, oppure, quando coinvolge i dati della rivelazione essa sar unantropologia teologica. Dal punto di vista di una corretta metodologia scientifica, da ritenersi valida sia nel caso delle scienze naturali come in quello di una scienza dellesperienza delluomo, sar da accettare come scientifica quella spiegazione della realt che concorda con i dati dellesperienza e tiene conto di tutti i fattori in gioco nellesperienza che si sta analizzando. Il metodo di indagine dellesperienza, qui sommariamente tracciato mi sembra reperibile nel magistero del papa nel quale viene proposto il punto di vista della fede cattolica come fondante lantropologia teologica pi adeguata per la comprensione dellesperienza umana secondo la totalit dei fattori che la costituiscono. Lapplicazione di questo metodo di indagine dellesperienza delluomo a quellambito di esperienze che sono pi direttamente collegate con le domande sul siginificato dellesistenza e sul destino delluomo consente di aprire unindagine rigorosa sul senso religioso.

Implicazioni pastorali Il reperimento di una via al senso religioso, praticabile nellepoca della scienza e con un metodo affine a quello della scienza, appare davvero fondamentale, non solamente dal punto di vista di un interesse intellettuale, ma anche per le conseguenze pastorali che comporta. Infatti la maggiore difficolt che si incontra oggi nel proporre lannuncio cristiano e la conseguente catechesi sta proprio nella non corrispondenza apparente tra il contenuto della proposta e gli interessi che orientano linterlocutore. Il destinatario dellannuncio va ricondotto al senso religioso, ormai censurato o comunque distorto dal clima culturale contemporaneo. Questo problema della censura o distorsione del senso religioso non riguarda, poi, appena linterlocutore non credente, ma anche coloro che hanno accettato di aderire alla fede cristiana e tuttavia, a causa di una ineducazione e del condizionamento dellideologia, sono divenuti incapaci di un serio affronto del proprio problema umano. In tal caso il metodo della riflessione sulla propria esperienza umana, in un paragone con unipotesi esplicativa adeguata, pu costituire il passo decisivo per raggiungere una conoscenza seria della propria natura di uomini e unindispensabile preparazione per comprendere la reale portata del messaggio salvifico di Cristo, che si rende presente e si comunica mediante la Chiesa. 12

Vorrei a questo proposito citare una riflessione che Giovanni PaoloII ha rivolto ai partecipanti ad un congresso di insegnanti cattolici: Quel 'valore della cultura religiosa' che il 'nuovo' Concordato adduce come prima motivazione per la presenza di un insegnamento di religione adatto e congeniale alla natura e alle finalit della scuola, non si identifica semplicemente con la somma degli influssi culturali che una religione (nel nostro caso, il Cattolicesimo) stata ed in grado di esercitare sui vari aspetti della vita e della cultura; ma, ben pi profondamente, sta ad indicare la realt di quella dimensione profonda dello spirito umano da cui ha origine e si genera la cultura aperta alla trascendenza, come cultura autentica dell'uomo, e in cui si collocano e trovano risposta gli interrogativi esistenziali sul senso fondamentale e ultimo della vita.Scoprire questo legame indissolubile tra la religione e quella dimensione fondamentale e costitutitva dell'uomo, che data dal sorgere delle domande esistenziali, non cosa da poco, e non l'ultima scoperta che i giovani d'oggi sono chiamati a fare, Discorso ai partecipanti al Congresso dell'UCIIM, 13 marzo 1986, n.4. E ancora: il senso religioso s i distinge soprattutto dalla fede cristiana, sia come conosenza fondata sulla rivelazione, sia come risposta consapevole al dono di Dio presente e operante in Ges Cristo, Udienza generale del 5 giugno 1985, n.2.
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S.Tommaso, De Veritate, q.14, a.1.

Rimando chi interessato alla breve indagine che ho cercato di svolgere su razionalit e scienza moderna, cos come viene sviluppata nel magistero di Giovanni PaoloII: Luomo e la scienza nel magistero di Giovanni PaoloII, Ed. Piemme, Casale Monferrato, 1987.
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Udienza generale del 5 giugno 1985, n.2. Discorso allIstituto Magistero Maria Assunta, 9 marzo 1985, n.3.

Udienza generale del 12 ottobre 1983, n.1. Si veda, in proposito, anche ludienza seguente del 19 ottobre dello stesso anno.
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Ibidem, n.2.

J. Ratzinger, Elementi di teologia fondamentale. Saggi sulla fede e sul ministero, Ed. Morcelliana, Brescia 1986, p.85.
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Ibidem, p.87. Ibidem, p.88.

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Non ci preoccupiamo qui di come si viene a formare la conoscenza matematica e di quale rapporto abbia con lesperienza. Lunica cosa che interessa allo scienziato in quanto fisico la possibilit di utilizzare la conoscenza matematica come di un mezzo di rappresentazione del quale in possesso previamente rispetto alla sua indagine sperimentale. questo litinerario di catechesi che viene proposto nel volume di L.Giussani, Il senso religioso, Ed. Jaca Book, Milano 1986.
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