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Aristotele dice: La maggior parte di coloro che per primi filsofarono ritennero che i principi di tutte le cose fossero

soltanto quelli di specie materiale. Essi chiamarono infatti elemento [stoicheion] e principio [arch] degli enti ci da cui tutti gli enti sono costituiti, e ci da cui essi derivano originariamente e in cui si corrompono da ultimo, in quanto una sostanza che permane mentre le sue affezioni vanno variando. E per questo motivo, ossia perch questa realt [physis] si conserva sempre, che essi ritengono che nulla si generi e nulla si distrugga. In questo passo si dice dunque: 1) Coloro che per primi filosofarono si rivolgono alla verit (aletheia); 2) Il loro rivolgersi alla verit (aletheia) , insieme, un rivolgersi alla totalit degli enti (al Tutto alla Totalit delle cose); 3) In questo rivolgersi al Tutto essi pensano lelemento [stoicheion] da cui tutte le cose sono costituite, ossia lidentit del diverso; 4) Ma lidentit del diverso insieme, per essi, il principio (arch) da cui le cose si generano e in cui si dissolvono - per essi, cio, lelemento degli enti insieme i loro principio.; 5) Questa identificazione di elemento e principio espressa dalla parola physis, che nom ina entrambi; 6) Questa identificazione tra lidentit del diverso (lelemento) e il principio spiegata dalla circostanza che il principio , per i primi pensatori, la materia da cui tutti gli enti sono costituiti e che quindi ci che vi di identico in ognuno di essi; 7) Conservandosi sempre, la physis eterna e i singoli enti che si trasformano sono le affezioni della physis (come le onde sono le affezioni dellacqua del mare); 8) Poich la physis (cio lessere) eterna e solo le sue affezioni si trasformano, questa trasformazione porta ad affermare che non vi nulla che si generi e perisca del tutto. Ma, come altrove Aristotele rileva, laffermazione delleternit della physis si basa sullassioma che dal nulla non si genera nulla; 9) I primi pensatori si rivolgono alle cose considerate come enti: per essi lelemento e il principio sono elemento e principio degli enti. Larch sempre salvo dal niente. Nascita e morte riguardano le cose del mondo, cio gli enti divenienti : uomini, animali, piante, citt, mondi. La nascita e la morte per essi, il provenire e il ritornare nellarch. In questo senso per i primi filososfi, non vi nulla che si generi e che perisca del tutto: appunto perch larch ci che avvolge e costituisce le cose divienienti, il loro principio e il loro elemento. In qualche modo la salvezza dellarch dal niente la salvezza di tutte le cose. E tuttavia le cose del mondo nascono e muoiono. Larch la loro unit e identit, la loro sostanz a, ma esse, anche differiscono dallarch: escono e si allontanano da essa, ed appunto in questo loro essere separate da essa che le cose sono soggette a nascita e alla morte. Per la prima volta nella storia delluomo nascere uscire dal niente e morire significa ritornare nel niente dove il niente labisso senza fondo in cui assente ogni forma dellessere. Lacqua (sostanza) che costituisce ogni onda rimane (si conserva sempre, si salva) ma la configurazione specifica dellonda , la configurazione specifica di ogni essente , cio londa in quando onda , non rimane, non si conserva sempre, non salva , ma nasce e muore. Nel divenire del mondo , la sostanza (larch ) degli enti che divengono sempre salva dal niente - e in questo senso non vi nulla che si generi e perisca del tutto, ma la configurazione specifica degli enti che divengono nasce e muore, esce dal niente e vi ritorna. In relazione alla sostanza escono e ritornano nellarch ma insieme escono dal niente e vi ritornano in relazione alla loro configurazione specifica cio in quanto sono affezioni. o modi della sostanza.

La vicenda della nascita e della morte e in generale il divenire del mondo sempre stata imprevedibile. E limprevedibile la radice dellangoscia. Quando la filosofia pensa il divenire evoca la forma estrema dellangoscia. Per la filosofia infatti il divenire degli enti il loro uscire dal niente e il loro rientrarvi, e nulla pi imprevedibile e quindi pi angosciante di ci che esce dal niente. Gli eventi che producono la morte sono eventi, enti, annientanti che irrompono provenendo dallassoluta imprevedibilit del niente.

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