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No alla strumentalizzazione delle vittime dellolocausto

Come tutti gli anni, dal 1981, anche oggi ho partecipato al corteo del 25 aprile, il giorno della festa di liberazione dellItalia dai nazi-fascisti, con la bandiera palestinese, per condividere con i compagni e gli amici cagliaritani lemozione e i valori universali della liberazione di tutti i popoli e, soprattutto, per ricordare il sacrificio estremo dei partigiani che hanno combattuto e sconfitto i nazi-fascisti, regalando la libert a tutti gli italiani e scrivendo una nuova costituzione italiana. Il 25 aprile per me come palestinese sempre stata loccasione per esprimere la mia solidariet ai compagni sardi e ricevere gli auguri, con lauspicio che un giorno festeggeremo insieme la liberazione della Palestina dalloccupazione israeliana. Oggi, 25 aprile 2013, ho trovato in testa al corteo la bandiere israeliana. Per me vedere la bandiera di uno stato che da decenni occupa la Palestina e reprime la sua popolazione privandola della libert stata una spiacevole sorpresa. possibile? Cosa rimane del significato della liberazione? Ho chiesto spiegazioni agli organizzatori; quelle che mi sono state fornite le ho trovate poco convincenti: che non era la bandiera di Israele, ma la bandiera della Brigata ebraica, o che, in mancanza della bandiera della Brigata ebraica, hanno portato quella israeliana. Naturalmente non ho niente contro la brigata ebraica, ma bisogna ricordare che Israele non esisteva ancora e poi, come mai solo questa anno si sentita questa esigenza? Come mai neanche una volta negli ultimi 32 anni? Non convinto da queste banali e semplicistiche giustificazioni, ho chiesto che venissero rispettati i valori della libert e della solidariet con i popoli oppressi che lottano per la libert e che fosse tolto quel simbolo di occupazione e oppressione, portato in modo provocatorio da alcuni sionisti che odiano gli arabi, e i palestinesi in particolare, e negano il diritto alla libert e allautodeterminazione del Popolo palestinese. Per lincuranza degli organizzatori, nonostante un grande numero di partecipanti condividesse le mie osservazioni, con tristezza e rabbia, ma non rassegnazione tuttaltro ho deciso di non sfilare dietro la bandiera di un stato che occupa la mia terra e massacra la mia gente. Sui numerosi siti web sionisti possibile rinvenire un vomito di offese e aggressioni razziali odiose nei confronti dellAssociazione Amicizia Sardegna Palestina e dei palestinesi di Cagliari. Addirittura, qualcuno ci intima di andare via dallItalia. Dopo che ci hanno cacciato dalla Palestina con la forza delle armi ci vogliono pure cacciare di nuovo, ma noi qui in Sardegna siamo a casa, siamo stati accolti benissimo dai sardi, siamo nella nostra seconda patria, e continueremo a lottare, insieme a tutte le persone libere e amanti della giustizia, contro la falsificazione della verit, larroganza e lodio per una speranza di pace per i palestinesi e di salvezza dal sionismo per gli ebrei. Alla luce di tutto ci mi chiedo se un caso, questanno per la primissima volta, la presenza della bandiera israeliana alla manifestazione del 25 aprile, o non sia da inserire in una precisa strategia che ha qualche nesso con lultima visita, lo scorso febbraio, dellambasciatore israeliano a Cagliari e con il suo incontro con la nomenclatura sarda, tesa a screditare il lavoro di divulgazione attraverso la conoscenza e la cultura, e non la mera propaganda strumentale, promosso in questi ultimi anni dallAssociazione Palestinese attraverso limpegno di tante persone lontanissime da ogni deriva estremista e violenta come ha dichiarato alla stampa Mario Carboni, presidente di Chenbura-Sardos pro Israele, con il solito tono pseudo-conciliante!
25 aprile 2013 Fawzi Ismail presidente Associazione Amicizia Sardegna-Palestina

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