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:: partigiani di montagna ::

:: Dante Barilli Febo

Febo e Saetta
Dante Barilli calzolaio, nato nel 14. Nel 1944 ha trentanni, gli ingiungono di arruolarsi per la RSI, ne va anche della sicurezza della sua famiglia se rifiuta. Allora finge di partire, prende un treno ma di nascosto scende in via Cadriano, a Quarto. Con altri disertori come lui si nasconde nei campi e col buio cerca in paese qualche antifascista che li aiuti. Li accoglie la cascina della famiglia Gottardi, che diventer una delle prime basi della Resistenza in zona: un nascondiglio fra le balle di paglia e poi vanno tutti ad unirsi alle brigate partigiane in montagna.

Dante lo ritroviamo nella brigata Bianconcini, diventato "Febo". settembre, gli alleati hanno sfondato la Linea Gotica in pi punti, dallaltro lato i partigiani attaccano, ma Kesserling prima di arrendersi deciso a scatenare linferno. A monte Battaglia si combatte per giorni, la compagnia di Febo protegge le retrovie, resiste dentro un cimitero, poi sfonda le linee tedesche e si riunisce agli altri. Ancora un giorno e una notte di battaglia, senza dormire, ormai sono tutti sfiniti ma decisi a resistere, intorno un vero macello e anche Febo viene colpito da una raffica di mitra. Lo danno per morto, ma solo ferito: sotto una pioggia a dirotto i suoi compagni lo trasportano verso i soccorsi, Febo resiste fino allospedale alleato. Purtroppo le sue condizioni si aggravano e morir a Firenze.

:: Renato Torreggiani Saetta


Renato pi giovani di Dante, nato nel '20. Dopo le scuole elementari andato a fare il bracciante. Ha fatto la guerra, tre anni nell'esercito, ma dopo l'8 settembre si rifiutato, come tanti, di continuare a combattere per i nazifascisti ed diventato partigiano: "Saetta". vice comandante della compagnia di Ettore, Brigata Bianconcini. Con la sua compagnia l'11 ottobre anche lui in Appennino, su quel fronte insanguinato: i partigiani vogliono sfondare le linee tedesche, per unirsi agli alleati. All'alba i tedeschi, guidati dai fascisti, arrivano di sorpresa a Ca di Gostino, sede del comando, e seminano la morte. Per tutto il giorno si combatte accanitamente nella valle, tanti sono gli atti di eroismo, ma i tedeschi sono troppo numerosi e ben armati, i partigiani subiscono anche il fuoco degli alleati, che non sanno che dietro i tedeschi ci sono loro, alla fine di quella battaglia non rester che ritirarsi. Intanto per la compagnia di "Saetta" ha occupato C di Marcone, ma i tedeschi attaccano: si combatte a distanza ravvicinata intorno a quelle case, disputando metro per metro. "Saetta" colpito, i compagni lo vedono cadere e morire, ma il suo corpo non sar mai identificato. Forse riposa ancora l, sull'Appennino.
Bologna

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il lo rosso della memoria

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