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IL CORAGGIO DI RINNOVARE VERAMENTE Mozione Congressuale alla Segreteria Nazionale di Matteo Castellarin

IDV si appresta a vivere un congresso nazionale che pu rappresentare davvero un punto di svolta. Abbiamo rappresentato l'unica opposizione vera a Berlusconi, al Governo Monti e al consociativismo che domina ormai da decenni la politica italiana. IDV stata, sin dalle proprie origini, un grande laboratorio politico, che ha innovato tanto il metodo quanto i contenuti della politica, una ricchezza che stata prodotta in questi anni di attivit parlamentare e dipartimentale. IDV stata avanti da sempre. Grillo avrebbe scoperto la rete? Bisogna ricordare che nel 2007 Di Pietro stato il primo politico italiano in onda su youtube e il primo esponente di governo al mondo a relazionare la propria attivit pubblicando video sul web. Una ricchezza che non pu essere perduta, che deve aver l'opportunit di germogliare.

E' da qui che bisogna ripartire, con il coraggio di lanciare una classe dirigente nazionale completamente rinnovata, in grado di superare quel contrasto stridente tra la grandezza delle nostre intuizioni e i pesanti errori compiuti dalla dirigenza nazionale nella gestione del partito, errori che ci hanno portato a mescolarci con le vecchie facce e i vecchi metodi della politica, provocando spesso lallontanamento dei militanti pi genuini nella voglia di cambiare.

Sono fondamentali nuove regole di trasparenza nella gestione politica ed economica dei territori, ma queste da sole non bastano, se a monte lIDV non riacquista il suo DNA originario, fatto di passione e militanza disinteressata, lunico modo per sviluppare i necessari anticorpi contro i gravi casi di illegalit che hanno distrutto la nostra credibilit e la nostra immagine. Per ripartire questa immagine va rinnovata con un nuovo simbolo spersonalizzato dal nome del fondatore, ma che possa in un secondo momento anche andare oltre la sua stessa denominazione IDV.

Dobbiamo svegliarci subito dal trauma elettorale subto e ripartire dalle grandi esperienze di Palermo e Napoli, dal grande successo referendario del 2011, ricominciare ad ascoltare le varie professionalit fuori e dentro il nostro partito, valorizzare i nostri generosi militanti sul territorio; abbiamo davvero la possibilit di parlare alla gente, e dire la nostra sui mutamenti epocali che sono in atto.

Come realizzare tutto questo? Prima di tutto non sono i partiti ad essere morti ma la vecchia politica ad essere ormai un oggetto obsoleto. E in atto un vero proprio mutamento genetico della forma partito e dell'azione politica stessa. Bisogna saper cogliere questo aspetto, e ripartire da un'organizzazione realmente democratica, aperta e all'avanguardia, in grado di sperimentare, utilizzando la rete non solo come strumento di interazione, trasparenza e comunicazione ma anche come strumento di democrazia e produzione di contenuti condivisi.

Al tempo stesso, la democrazia non solo rete, ma riappropriarsi delle strade, dei territori, delle citt e delle piazze. Dobbiamo essere un partito che apre le sedi e se necessario anche le case alla gente, che torna a spiegare ai cittadini in maniera elementare a cosa serve la politica. La nostra attivit parlamentare ed extraparlamentare fatta con studio, passione, competenza dialogo costante con le parti sociali, deve diventare un vero e proprio manuale della politica.

IDV porta in dote un bilancio in forte attivo, per il quale dobbiamo scegliere una destinazione: possiamo essere conservativi oppure investire seriamente, con un piano economico di legislatura, in unattivit politica vera che ci rimetta realmente in gioco. Garantendo sempre e comunque trasparenza e collegialit in tutte le spese future e in quelle passate, per questo chiediamo alla presente gestione il rendiconto delle spese dellultimo semestre.

Oltre all'assemblea nazionale, vero organo sovrano, il partito deve avere

un'architettura quanto pi collegiale della propria organizzazione, della produzione dei propri programmi e della propria offerta politica, che sappia cogliere le nuove sfide di partecipazione e di rinnovamento.

Il nostro partito deve infine scegliere da che parte stare. Non si tratta di andare da soli o con il centrosinistra. IDV ha come priorit la costruzione di unarea politica tanto pi ampia quanto radicale e determinata nei contenuti. Si tratta di capire chi si vuole rappresentare e con quali realt del campo progressista si vuole dialogare. Non basta pi infatti limitarsi ad indicare la foto di Vasto, un'alternativa morta all'epoca proprio per via delle contraddizioni interne al PD, che ha scelto in seguito di sostenere un governo tecnico in luogo di un voto anticipato che avrebbe cancellato Berlusconi. Lattuale Governo Letta solo lultima fase di un lavoro mirato e ragionato nel tempo, lungi dallessere, come vogliono farci credere, una fatale necessit dovuta al risultato elettorale. Per tanto, crediamo che IDV debba essere promotore attivo di un nuovo centrosinistra con quelle forze che hanno sostenuto la candidatura di Stefano Rodot al Quirinale e che si sono opposte alle larghe intese. Solo cos, infatti, le grandi battaglie storiche di IDV, dalla legalit al lavoro e al sostegno alle PMI, dal successo referendario del 2011 alla lotta a tutte le mafie, potranno, realmente, trovare cittadinanza. Abbiamo il dovere in questa difficile fase storica di difendere in tutti i modi la nostra Costituzione, e questa responsabilit deriva proprio dalla nostra storia. Le ultime elezioni ci hanno consegnato unItalia smarrita e spaccata in due tronconi quanto pi variegati e compositi. Gli italiani si sono sostanzialmente divisi tra chi ha ancora una pensione, un qualche posto di lavoro, una qualche posizione sociale e chi invece, dal disoccupato, al professionista all'imprenditore, non sa pi a cosa affidarsi, tanto da votare pi o meno convintamente Grillo o possibilmente prestare ancora orecchio alle mirabolanti promesse di Berlusconi, che riescono ad aver effetto pi per l'inettitudine della controparte che per il proprio valore in s.

Questa politica letteralmente senza idee, senza disegni di ampio respiro, senza una visione. Ormai si ragiona istericamente per slogan e per fasulle aritmetiche di palazzo, mentre chiudono 2000 aziende al giorno, la disoccupazione a livelli insostenibili, milioni di italiani sono sempre pi vicini alla soglia della povert. Mentre avanza la distruzione del tessuto produttivo, la mole di corruzione e di evasione di cui non si parla pi, mentre avanza la crisi dell'eurozona e di un'Europa in mano alla finanza, si svendono la nostra sovranit e i nostri asset strategici.

Per non parlare della crisi culturale in cui stiamo precipitando, di cui sono impietose cartine di tornasole lo sfascio totale dell'istruzione pubblica e l'arretratezza nell'ambito dei diritti civili e delle politiche di genere. Il Paese soffre anni di stasi e di regime berlusconiano del non fare facendo danni, ha enormi problemi vecchi e

nuovi e si trova ad affrontarli tutti insieme, nel massimo del caos e con ormai pi di una generazione di talenti, giovani di tutte le et, che decide ogni giorno di lasciarci.

Di fronte a tutto questo IDV ha il dovere di essere un partito umile, che discute, studia, sperimenta, si confronta e ne trae sintesi politica. Tirar fuori tutto questo nelle nostre corde, perch ci siamo gi dimostrati in grado di colpire il privilegio di tutte le caste e di difendere tutte le categorie sociali, l'imprenditore come il lavoratore. Il tutto nell'ottica di una politica che difenda l'interesse di tutti e non di pochi.

Dobbiamo distinguerci per quello che siamo, prima ancora che per i luoghi in cui facciamo politica. La nostra partecipazione alle prossime elezioni europee del 2014, dovr essere oggetto di un'ampia discussione. Dovremo spiegare allinterno dellALDE che il MES, il pareggio di bilancio, il fiscal compact non funzionano, e che l'attuale assetto della BCE, dei trattati e di questa moneta unica crea profonde diseguaglianze, non per una questione di ideologia politica, ma per un'analisi economica, che prescinde dall'idea che si pu avere sul ruolo dello stato nell'economia e sui modelli di welfare. Ponendo questi problemi, noi vogliamo essere realmente europeisti, superare la vulgata del pi europa e dire

esattamente quale

Europa vogliamo, per contrastare con argomenti seri

l'euroscetticismo vero, quello nazionalista e xenofobo. Per questo gli obiettivi dovranno essere il superamento del modello intergovernativo, la costruzione di una sovranit europea, attraverso una vera partecipazione democratica ai processi decisionali, cambiando le logiche che governano le istituzioni europee.

Ci sono profili nella nostra cultura politica che rappresentano la nostra identit e le nostre battaglie. Alcuni su tutti: la cultura della resistenza, l'eredit del Partito dAzione, le mani pulite di Sandro Pertini e, infine, anche le mani pulite del presidente Di Pietro, che ha consegnato ai libri di storia l'esperienza delle inchieste milanesi insieme ad anni di azione politica costruiti con mille difficolt, inventando, letteralmente, IDV.

Queste vogliono essere solamente le linee guida necessarie, di tutto il resto si pu e si deve discutere collegialmente, ci che conta per un partito interamente rivoluzionato e rinnovato, che non pu prescindere dalla figura del suo fondatore e una nuova segreteria politica di cui ci impegniamo a comunicare i nominativi entro il 20 maggio. Bisogna avere il coraggio di mettersi in gioco in prima persona e lavorare per rinnovare veramente.

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