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Capitolo

71
ELEMENTI DI IGIENE

lascer

il lavoro per il pensionamento sanitario che in quell~ diurno (CEOD)

\ sia nell'ambito occupazionale

cheac-

:Jdisfatto del suo lavoro e, pur essendo IO che aveva all'inizio, pensiero che Gianluca quando, come e sia i suoi tra pochi mesi siasmo quasi contagioso

festa di saluto. )rogrammate per i ragazzi sono molte' ria e il materiale - cartoni, scatole, c~ attivit. Deve consegnare L'addetto la fornitura pi piccole. arriva con I;ap-

Iconcetti

IL CONCETIO DI IGIENE

'esso, gli otto colli, Ipaticamente e raccoglie


I

consegna

il docui suoi col-

asce ormai tutti - e si allontana. lo definiscono to poco distante da dove sono posida terra e le porta sugli apha poco Iona sopra la testa. Gianluca aria.

fatica il materiale sui ripiani pi alti,

L'igiene quella branca della medicina che mira alla tutela della salute collettiva e individuale mediantela prevenzione. Ogni intervento di tipo preventivo, attuato a tutela della salute sostenuto dallo studio della frequenza e delle modalit di diffusione delle malattie (epidemiologia) e si sostanzia in indicazioni, volte a suggerire le misure di protezione sanitaria dei singoli individui(salute individuale) e delle popolazioni (salute pubblica) con riferimento, per quest'ultima,a tutte quelle condizioni ambientali (lavoro, urbanjzzazjone, jnqujnamcnto, djssesto ecologico,trasporU) che possono alterare lo stato di salute. Latutela dello stato di salute condizionata da molteplici fattori (sanitari, epidemiologici sociali,culturali, economici, ambientali, individuali); per questo che essa e deve essere, il risultatodi un'azione sinergica di pi specialit: l'epidemiologia, la medicina sociale che affronta lemalattie dal punto di vista degli effetti del rapporto tra l'uomo e l'ambiente in cui vive, la sanitpubblica che abbraccia la prevenzione e il controllo dell'ambiente, la medicina preventiva chesi occupa della prevenzione delle malattie del singolo individuo. EPIDEMIOLOGIA DELLE MALATIIE INFETIIVE Inicrorganismi responsabili dell'insorgenza df'lle malattie infettive possono essere ordinati in diversetipologie, in relazione alle caratteristiche strutturali e alle modalit di azione all'interno dell'organismo che li ospita:

ione

estotipo?

i virus: sono microrganismi particolarmente piccoli e, per questo, visibili solo al microscopio elettronico. Non hanno capacit di vita propria; infatti, per vivere e riprodursi necessitano di una struttura pi complessa, la ceIIula, all'interno della quale sistematicamente s'insediano; i batteri: sono microrganismi decisamente pi grandi dei virus; infatti, sono visibili al microscopio ottico. A differenza dei primi hanno capacit di vita propria e la loro sopravvivenza all'interno dell'organismo che li ospita indipendente dalla "struttura cellula"; i miceti (funghi): sono ancora pi grandi e con una struttura pi articolata dei batteri ed piuttosto difficile eliminarli, dopo che si sono insediati. Sono, per fortuna, relativamente po-

PARTE

TERZA. Area igieniCo-sanitaria e tecnico-operativa

che le tipologie di miceti in grado di provocare malattie nell'uomo; O i protozoi: anche questi, pi grandi dei batteri, si rigenerano ricorrendo a modalit piuttost

complesse.Sono visibilisolo al microscopioottico.

MODALIT

DI TRASMISSIONE

DELLE MALATTIE INFETTIVE

I microrganismi, per generare malattia, non solo devono insediarsi in un ospite e riprodursi, devono anche essere trasmessi. Le modalit e le circostanze che insieme concorrono a realizzare la trasmissione dei micror. ganismi, pongono in essere la cosiddetta catena epidemiologica Gli elementi che la compongono sono: l. la fonte di infezione: le fonti pi significative sono rappresentate dall'uomo e dagli animali. Esse possono essere differenziate in: portatoreprecoce: il soggetto nel periodo che va dal momento in cui questi venutoin contatto con il microrganismo al momento in cui si conclama la malattia; portatore malato: , ovviamente, il soggetto nel periodo della malattia; portatore convalescente: ilsoggettonon pi malato,ma che non ha ancora conclusol'eliminazione dei microrganismi causa della malattia; portatore cronjco: colui che, pur essendosi ristabilito dalla malattia, seguita a espellere i microrganismi che ne sono responsabili; portatore sano: il soggetto che ospita stabilmente o temporaneamente il microrganismo pur non sviluppando malattia.

. . . .

Gli agenti capaci di provocare malattia entrano in contatto con l'ospite tramite vie dette di penetrazione, che sono diverse per le diverse tipologie di microrganismi. Tali vie, in genere, .

coincidonocon le vie attraverso le qualiglistessi agenti sono eliminati(viedi eliminazione).


Esse sono (Fig.7.1):

. . .

la via respiratoria: espettorato, saliva, secreti orofaringei; la via ematica: sangue; la via digerente: alcuni microrganismi possono penetrare nell'organismo veicolati dagli alimenti;

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Elementi di igiene -CAPITQLO7

'uomo; ) ricorrendo

a modalit piuttosto
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conseguenza, le condizioni:

la loro capacit di

Jene a una temperatura di 37 0(. 3.temperature inferiori a lO0(, l~ 'C, sono invece incompatibili con
lo sufficientemente lungo (in geno incompatibili anche con la so~rcentuale di umidit, diversa per to lo sviluppo; presenza di ossigeno (alcuni tipi ossigeno (altri tipi di batteri); grado di provvedere in modo audi un ospite (la cellula) dal quale

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. VIA DIGERENTE

VIA INTESTINALE

iarsi in un ospite e riprodursi, de-

izzare la trasmissione dei micror:ica. Gli elementi che la compon;entate dall'uomo e dagli animali.
lOmento in cui questi venuto in lclama la malattia; della malattia; che non ha ancora concluso l'eli-

Figura

7.1 Le vie di trasmissione e di eliminazione dei microrganismi.

- la via intestinale: feci; la via cutanea; la via urinaria: urine; la via genitale: secrezioni genitali; la via congiuntivale secreto lacrimale;

. .

2. l'oggetto di infezione: quello di nostro specifico interesse l'uomo.

alla malattia, seguita a espellere i nporaneamente il microrganismO ) con l'ospite tramite vie dette di nicrorganismi. Tali vie, in genere, o eliminati (vie di eliminazione). ~ei; ,ue nell'organismo veicolati dagli

3. i vettori

e i veicoli:
e contribuiscono al com-

i vettori sono esseri viventi che danno ospitalit ai microrganismi

pimento del loro ciclo biologico. Tra questi vale la pena di ricordare la zanzara; i veicoli sono, invece, mezzi inanimati il cui ruolo solamente quello di "veicolare" il microrganismo dalla fonte dell'infezione all'oggetto dell'infezione. I pi importanti sono: l'aria, soprattutto quella confinata risulta molto adatta alla vita dei microrganismi; l'acqua; il suolo; gli alimenti: possono costituire veicolo per i microrganismi sia all'origine che nella fasi di preparazione, confezionamentoe conservazione; le mani: universalmente considerate il principale veicolo di infezione.

Figura 7.2
La catena epjdemiologjca neIIa trasmjssjone delle malarue jnJeWve. pj~ il La "modabt dj trasmjssjone" rappresenta jl componente pj debole della catena, qujndj, jn Jjnea teorica, dj volta gJj operatori conoscano bene e adottino le mjsure dj profilassj JacjJe da spezzare a condjzjone che tuW jn volta .ldMduate e rHenute jdonee a contrastare una "specifica condjzjone"

E\I3rnenti

di igiene

CAPITOLO 7

Fonte di infezione Portatore precoce Portatore malato Portatore convalescente Portatore cron ico Portatore sano

Latrasmissione dei microrganismi pu avvenire in maniera diretta e indiretta quando il contatto (baci, goccioline di saliva (droplet),lacrime, rapporti sessuali ecc.) diretta si verifica tra la fonte e l'oggetto. Il contatto diretto, talvolta obbligato, perch solo cos puessere trasmesso il microrganismo; altre volte facoltativo perch il microrganismo, oltre che per contatto diretto, pu essere trasmesso tramite veicoli o vettori. indiretta, invece,quando necessita di veicoli o vettori. Anche in questo caso, essa pu essere obbligata o facoltativa. Per facilitare la comprensione dei concetti sopra espressi, possibile dare della catena epidemiologica la rappresentazione schematica della figura 7.2.
LA PROFILASSI DELLE MALATTIE INFETTIVE

Laconoscenza dei microrganismi, delle vie di penetrazione e di eliminazione, lo studio del loro ciclobiologico e delle modalit di trasmissione ha consentito agli esperti di definire le strategie daattuare per impedire, o quanto meno limitare, la diffusione delle malattie infettive. possibile differenziare la profilassi delle stesse in:

Vie di eliminazione

Via respiratoria Via ematica Via gastrointestinale Via genito-urinaria Via cutanea Via lacrimale

profilassi diretta: contempla tutte le misure adottate per agire direttamente sulla catena epidemiologica. Queste misure comprendono: la denunda o noUfica della malaWa infeWva: prevista per altro dalla normativa; l'isolamento e la contumada: diversi per le diverse malattie;

Modalit

di trasmissione

Contatto (diretto, indiretto, droplet) Via aerea Veicoli Vettori

la disinfezione: l'insieme delle misure attuate al fine di ridurre, a un livello - detto di sicurezza - il numero dei microrganismi capaci di provocare malattia, presenti su una superficie o nell'ambiente; la sterilizzazione: l'insieme delle misure attuate allo scopo di ridurre a perceJltuali molto basse la presenza di microrganismi viventi; la disinfestazione: l'insieme delle misure attuata al fine di distruggere i vettori; profilassi indiretta: ha per scopo quello di intervenire, per migliorarla, sulla situazione igienico-sanitaria dell'ambiente; profilassi specifica: il suo obiettivo quello di creare le condizioni affinch l'organismo, possa tutelarsi in maniera pi o meno duratura (in relazione alle caratteristiche delle misure adottate), dai microrganismi capaci di provocare malattia. Questa profilassi comprende: l'immunoprofilassi aWva artifidale o vacdno-profilassi: determina la produzione di anticorpi specifici da parte dell'organismo, perch messo in contatto con i microrganismi opportunamente trattati (per non scatenare la malattia). L'immunoprofilassi attiva pu anche essere naturale, se la produzione di anticorpi non mediata da un vaccino, ma il risultato di un contatto "naturale" con i! microrganismo. In entrambi i casi la tutela di lunga durata; l'immunoprofilassipassiva: non c' un ruolo attivo da parte dell'organismo, in quanto gli vengono forniti anticorpi gi pronti, prodotti da altri (uomo o animale). La tutela di breve durata; la chemioprofilassi: la somministrazione di farmaci particolari, che hanno la funzione di impedire l'insorgenza della malattia in alcuni casi, di attenuarne la manifestazione in altri.
espresse

In sintesi, le misure di profilassi delle malattie infettive possono essere graficamente come segue (Fig. 7.3).
la catena, quindi, in linea teorica, il pi adottino le misure di profilassi di volta ~ione".

PARTE TERZA.

Area gienio~sanitaria e tecnico~operativa

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7 Elementi di igiene CAPITOLO

IsoLAMENTO GENERICO E PROTETIIVO

DEL PAZIENTE

importante misura di profilassi delle malattie infettive, ha come tne quello di agire, .' olamento. ~~rrompendola,. sulla 10:0 trasmissione, assicurando in tal modo la tutela dal contagio ai maIati aglioperaton e al Vlsltaton. 'Lapuntuale osservazione delle norme basilari dell'igiene costituisce il fondamento delle mire di isolamento. Nel 1994 i Centers for Disease Contro I and Prevention (COC), il famoso cen~~di prevenzione e controllo delle infezioni di Atlanta, negli Stati Uniti, hanno rivisto e riela~orato le linee guida relative alle norme di isolamento in ospedale. Tali linee guida sono periodicamente riviste (la revisione pi recente risale al giugno 2007) e in esse sono contenute nu-

merose precauzioni, ordinate su due livelli, alle quali operatori, malati e visitatori si devono sistematicamente e scrupolosamente attenere.1 Il primo livello di elaborazione riferito a quelle che dai COC sono state classificate come ivi ~n~icate sono appli~ab~li a sangue, liquidi bioloprecauzioni standard. Le raccomandazioni gici,escreziom e secrezlOnI. 11secondo, Invece, e nfento a preCaUZiOni defmlte sulla base delle modalit di trasmissione e quindi specifiche per le diverse malattie. Diseguito, vengono riportate sia le precauzioni standard, sia le precauzioni basate sulla modalitdi trasmissione. Le prime, stante l'importanza dei contenuti e dell'adesione a essi da parte di tutti gli operatori. Le seconde, per completezza di esposizione, ma anche perch fondamentale che gli OSS seguano le indicazioni del personale infermieristico relative al controllo delle infezioni in situazioni specifiche.
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.PRECAUZIONI STANDARD
. .

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le precaulioni standard devono essere usate per la cura di tutti i pazienti ospedalizzati.

. 1. Lavaggio delle mani: lavarsi le mani dopo aver toccato sangue, liquidi biologici, secrezioni, escrelioni e oggetti contaminati, anche se sono stati usati i guanti. Lavarsi le mani immediatamente dopo aver sfilato i guanti e tra il contatto con un paziente e l'altro; 2. guanti: indossare i guanti quando si toccano sangue, liquidi biologici, secrezioni, escrezioni e oggetti contaminati. Indossare i guanti immediatamente prima di un contatto con cute non integra o con mucose. Sfilare i guanti subito dopo l'uso, prima di toccare oggetti non contaminati e superfici ambientai i e prima di passare a un altro paziente. Lavarsi le mani immediatamente per evitare di trasportare micorganismi ad altri pazienti o all'ambiente; 3. maschere, occhiali e schermi facdali protettivi: indossare maschera e occhiali protettivi o uno schermo facciale per proteggere le mucose di ~,cchi, naso e bocca durante procedure e attivit di assistenza al paziente che possono dar luogo a schizzi o aerosol di sangue, liquidi biologici, secrelioni ed escrezioni; 4. camici: indossare un camice pulito per proteggere la cute e prevenire l'imbrattamento degli abiti durante le procedure e le attivit di assistenza al paziente in cui verosimilmente si possano generare schizzi o aerosol di sangue, liquidi biologici, secrezioni ed escrezioni o si possano imbrattare gli abiti. Togliersi i camici imbrattati non appena possibile e lavarsi le mani per evitare di trasferire microrganismi ad altri pazienti o all'ambiente;

I Guideline for Isolation precautions: Preventing Transmission 2007. www.cdc.gov/ncdod/dhqp/pdflisolation2007.pdf

of Infectious Agents in Healhcare

Setting,

PARTE TERZA. Area. igier1()~sanitaria.e

tecnico-operativa

5. strumentario:
crezioni sferimento

manipolare

lo strumentario

usato che sia contaminato contaminazioni o all'ambiente.

con sangue, liquidi riutilizzabile

biologici,

se.

ed escrezioni

in modo da prevenire ad altri pazienti

cutance e mucose, del vestiario Lo strumentario I presidi monouso

e il tra.

di microrganismi

deve essere devono es.

trattato in modo appropriato

prima di essere usato su un altro paziente. .

ser eliminati in modo appropriato;

6. biancheria.: manipolare,
gici, secrezioni altri strumenti

biolotrasportare e trattare la biancheria usata imhrattata con sangue, liquidi ed escrezioni in modo da prevenire contaminazioni cutanee e mucose e del vestiario' a prevenire gli incidenti maneggiati quando strumenti vengono taglienti usati aghi, bisturi quando vengono

7. eliminazione degli aghi: fare attenzione


o presidi taglienti;

dopo l'uso; quando

si puliscono strumenti usati; quando si eliminano aghi usati. Non reincapucciare mai aghi usati n ma. nipolarli con qualsiasi altra tecnica in cui la punta dell'ago sia diretta verso qualsiasi parte del corpo. Non rimuovere gli aghi usati dalle siringhe con le mani e non piegare, rompere o manipolare monouso contenitori resistenti alla puntura che devono trov,mi Porre il materiale usare boccagli, riutilizzabile in altro modo gli aghi usati. Porre gli aghi e le siringhe glienti in appropriati in cui i presidi vengono utilizzati. usati, le lame di bisturi e altri strumenti tail pi vicino possibile all'area resistenti alle punin un contenitore

ture per il trasporto fino all'area di sterilizzazione;

8. materiale per la rianimazione:


mazione in alternativa la necessit di praticare relative al controllo disponibile, alternative.

palloni

per la rianimazione

o altri presidi per la riani.

alla rianimazione la rianimazione;

bocca a bocca nelle aree in cui si prevede possa presentarsi per quanto attiene il rispetto delle norme per la sistemazione del paziente o altre

9. sistemazione del paziente: un paziente che non collaborante


dell'igiene ambientale consultare gli addetti al controllo delle infezioni

va posto in una stanza singola. Se la stanza singola non

1. Le precauzioni per le malattie a trasmissione aerea devono essere utilizzate in aggiunta alle precauzioni standard per i pazienti con infezione accertata o sospetta attraverso microrganismi trasmissi. bili per via aerea attraverso nuclei di droplet (di piccole dimensioni, 5 micron o meno)
a) sistemazione
all'esterno

del paziente: il paziente deve essere sistemato in un stanza singola, provvista di un sidell'aria, sistema filtraggio controllato dell'aria, ecc.). Il paziente non deve

stema di aerazione rispondente a specifici requisiti (n. di ricambi d'aria/ora, sistema di scarico dell'aria o, di riddo usci re dalla stanza;

b) protezione

respiratoria:

indossare un sistema di protezione


contagiosa se non si immuni

respiratoria

quando si entra nella stanza afmorbillo, varicella,

di un paziente con tubercolosi fetti da morbillo o varicella

nota o sospetta. Non entrare nella stanza di pazienti da queste infezioni (tubercolosi,

sono alcuni esempi di malattie che richiedono c) trasporto del paziente: limitare gli spostamenti

questa protezione); e il trasporto del paziente ai soli scopi essenziali. Se la diffusione di droplet da parte del

il trasporto o lo spostamento sono necessari, rendere minima paziente facendogli indossare una mascherina chirurgica.

2. Precauzioni per il contagio da droplet in aggiunta alle precauzioni standard vanno usate per pazienti con infezioni sospette o accertate da parte di microrganismi trasmessi tramite droplet pi grandi di 5 micron che possono essere trasmesse attraverso la tosse, gli starnuti, l'emissione della voce e durante procedure quali l'aspirazione delle secrezioni

7 Elementi di igiene CAPITQLO

inato con sangue, liquidi strumentario aziente. riutilizzabile

biologici,

se.

del paziente: sistemare il paziente in una stanza singola o in ulla stanza con un paa) sistemazione ziente che abbia un'infezione attiva dovuta allo stesso microrganismo ma non altre infezioni. Se
questo non possibile, tri pazienti o visitatori; mantenere una separazione di almeno un metro tra il paziente infetto e al-

Jtanee e mucose, del vestiario e il tra. deve essere I presidi monouso devono es. con sangue, liquidi biolo,. usati aghi, bisturi ~i dopo l'uso; quando mai aghi usati n ma. parte del corpo.
3.

a imbrattata ti quando strumenti

b) uso di maschere: indossare una c) trasporto del paziente: limitare

maschera se si lavora entro il raggio di un mctro dal paziente; necesdi dro-

i movimenti del paziente e trasportarlo solo se strettamente sario. Se il trasporto o il movimento del paziente sono necessari, rendere minima l'emissione plet da parte del paziente facendogli indossare una mascherina chirurgica. l'applicazione

~ioni cutanee e mucose e del vestiario' vengono taglienti

"la meningite, la pertosse, la rosolia, sono alcuni esempi di malattie che richiedono
precauzioni per la trasmissione tramite droplet.

delle

n reincapucciare

diretta verso qualsiasi

Jiegare, rompere o manipolare in altro , le lame di bisturi e altri strumenti ta. IO trovarsi il pi vicino possibile all'area le in un contenitore resistenti alle pun-

Precauzioni per la trasmissione da contatto in aggiunta alle precauzioni


sospetti o accertati di pazienti con infezione o colonizzazione che possono essere trasmessi attraverso logicamente importanti contatto indiretto attraverso le superfici ambientali o gli oggetti

standard vanno usate nei casi

da parte di microrganismi epidemiole mani o per contatto cutaneo o per usati per l'assistenza al paziente nella

sua stanza lanimazione o altri presidi per la riani. lree in cui si prevede possa presentarsi
,er quanto attiene il rispetto delle norme lza singola. Se la stanza singola non ,er la sistemazione del paziente o altre

a) sistemazione del paziente: sistemare il paziente in una stanza singola o in una stanza con un paziente che abbia un'infezione attiva dovuta allo stesso microrganismo ma non altre infezioni; Dopo essersi sfilati

b) uso dei guanti e lavaggio delle mani: indossare i guanti prima di entrare nella stanza del paziente.
Togliersi i guanti prima di uscirne e lavarsi le mani con un sapone antibatterico. i guanti e aver provveduto ambientai i potenzialmente al lavaggio delle mani, assicurarsi di non toccare con le mani superfici contaminate; prolungato con il paziente, con le superfici ambientali o con gli o ha una

c) uso dei camici: indossare un camice prima di entrare nella stanza del paziente se si prevede che il
vestiario possa avere un contatto oggetti nella stanza del paziente o se il paziente incontinente ferita da cui fuoriesce pus non trattenuto dalla medicazione. potenzialmente contaminate; d) trasporto del paziente: limitare i movimenti ambientali o portatore di ileostomia

Sfilarsi il camice prima di lasciare l'amin contatto con superfici necessiano

biente del paziente. Dopo averli sfilati, assicurarsi che i vestiti non entrino del paziente e trasportarlo

solo se strettamente che le precauzioni

,ere utilizzate in aggiunta alle precau. ta attraverso microrganismi trasmissi. lsioni, 5 micron o meno)
in un stanza singola, provvista di un si. Ibi d'aria/ora, o dell'aria, espiratoria sistema di scarico dell'aria ecc.). Il paziente non deve

sario. Se il paziente viene trasportato mantenute;

fuori dalla sua stanza, assicurarsi

e) controllo sull'ambiente:

assicurarsi che gli oggetti per l'assistenza del paziente, dal paziente

gli effetti letterecci di assistenza per evigli oggetti

e le superfici toccate frequentemente

f) strumentario per l'assistenza non critici quali stetoscopi, sfigmomanometri,


tarne l'uso in comune con altri pazienti. vanno adeguatamente le ulcere da compressione, puliti e disinfettati

siano puliti quotidianamente; del paziente: se possibile, dedicare l'uso degli strumenti padelle, termometri a un singolo Se l'uso in comune di tali oggetti inevitabile,

paziente

quando si entra nella stanza morbillo, varicella,

prirr.;;; di essere usati per altri pazienti. le infezioni da microrganismi da contatto. enterici sono alcuni

~on entrare nella stanza di pazienti al~zioni (tubercolosi, ~ione); del paziente la la diffusione

la scabbia, la peducolosi, precauzioni

esempi di condizioni

che richiedono

per la trasmissione

ai soli scopi essenziali. Se di droplet da parte

del

EPIDEMIOLOGIA DELLE INFEZIONI OSPEDALIERE


ioni standard vanno usate per pazienti rasmessi tramite droplet pi grandi di starnuti, l'emissione della voce e du.

L'altadensit di popolazione all'interno degli ospedali (malati, operatori, visitatori ecc.), la not~volresistenza agli antibiotici sviluppata dai microrganismi, l'elevato numero delle procedure dlagnostiche e terapeutiche, risultato della continua evoluzione scientifica e tecnologica, il non sempre adeguato rispetto delle norme igieniche o la loro non approfondita conoscenza da parte

PARTE TERZA.Area igienico.4$anit);ia e tecnico~operativa

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7 Elementi di igiene CA?ITQLO

r peratori, hanno favorito e continuano a favorire l'insorgenza delle cosiddette infezioni degl %aliere.Sitratta di infezioni contratte dal malato (in alcuni casi, ma meno frequentemente, os~ dagli operatori) durante la sua permanenza in ospedale. Esse si possono manifestare sia anc e
rso della degenza che dopo la dimissione. nei CO
TRASMISSIONE MODALIT DI DELLE INFEZIONI OSPEDALIERE

presenti all'interno trasmissione dei microrganismi, numerosissimi, contemporaneamente da ritenere responsabili delle infezioni ospedaliere, mediata dalla ca~ li ospedali e che sono t:;aepidemiOIOgica (vedi "Epidemiologia delle malattie infettive") (Fig. 7.4). La fonte di infezione: in questo caso generalmente costituita da un operatore. In taluni casi, per, pu essere costituita anche dal malato degente. L'oggetto di infezione: il malato. Questi, talvolta, oltre che oggetto di infezione, pu anfonte di infezione. In questi casi di parla di autoinfezione. che essere contemporaneamente I veicoli: a quelli visti nel paragrafo "Epidemiologia delle malattie infettive" vanno aggiunti i seguenti: i pavimenu le pa~eu e.i sOJl!W i servIzllg1emC1 gli arredi le suppelleWli i letu la biancheria la divisa degli operatori gli strumenu medico-chirurgici le apparecchiature mediche e non il materiale proveniente da aWvit svolte sul malato i liquidi biologici

i rifiuti
PROFIlASSI DELLE INFEZIONI OSPEDALIERE

Laprofilassi delle infezioni ospedali ere , cos come quella delle malattie infettive, pu essere distinta in diretta e indiretta (Fig. 7.5). Laprima, al pari delle malattie infettive, ha come obiettivo l'azione sulla catena epidemiologicae comprende:
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il lavaggio delle mani la pulizia la sanificazione la disinfezione la sterilizzazione.

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Laprofilassi indiretta, considerata da alcuni di dubbia e comunque relativa efficacia, ha lo


scopo di implementare

le difese del soggetto considerato

a maggior rischio di contrarre infezioni.

PARTE TERZA-Area jgiel1co~sahitaria

e tenic>~operativa

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7 Elementi di igiene CAPjTOLQ

_ _IL LAVAGGIO !!"",~L_-~-

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do le mani uno dei maggiori veicoli di infezione, la procedura del loro lavaggio di assoESSenindisCutibile rilevanza nella prevenzione delle infezioni. Se correttamente attuata, tale prolut~u~a

ce epidemiologlCa e consente la prevenzione dI mfeZloJ1l connesse all'eftettuaZione t na cae . r I.

agisce sulla trasmissione dei microrganismi interrompendo un'importante maglia .della


dI attl-

:t assistenZIa VI Sullacute sono solitamente presenti due tipi di microrganismi: laflora residente, costituita da microrganismi Gram-positivi, aerobi. Questi microrganismi vivonoe si moltiplicano sulla cute e, se non veicolati all'interno dell'organismo attraverso procedure invasive, in genere non causano infezioni; laflora transitoria. I microrganismi che la compongono, sono Gram-negativi, anaerobi, che non sopravvivono sulla cute pi di 24 ore. Se,veicolati dalle mani, entrano in contatto con un soggetto suscettibile, sono in grado di provocareinfezione con estrema facilit.

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Mentre la flora residente difficilmente allontanabile sitoria facilmente rimovibile con questa procedura.

con il lavaggio delle mani, quella tran-

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Figura 7.6

[cinque momenti . per il lavaggio delle mani (fonte: CCM, Centro nazionale per la prevenzione e il Controllodelle Malattie)

PARTE TERZA

e tecnico-operativa Area igiel1ko'-'$,':\l1i!ariil

dellemani -lavaggio di routine o sociale - (Fig. 7.6)2


I 5 MOMENTI PER L'IGIENE

L'Organizzazione Mondiale della Sanit (OMS)ha individuatl) cinque momenti per l'igie !"le

DELLE MANI: ALCUNI ESEMPI3,4

l. Prima del contatto con il paziente per proteggerlo dai microrganismi potenzialmente capaci liprovocare malattia presenti sulle mani dell'operatore. Esempi Gesti dj cortesja: prendere per il braccio,stringerela mano. Contatto flsjco djretto: aiutare la persona assistitanelleattivitdi vita quotidiana,camminare, lavarsi ecc. . AjutoaJ1'jnfermjere nella rjlevazjone dj alcunj parametri misurazione del peso, dell'altezza ecc. . VjsUa c1injca: valutareilpolso,misurarelapressione,auscultareiltorace, palparel'addome

2. Prima di una manovra asettica per proteggere le persone assistite da microrganismi potenzialmente capaci diprovocare malattia, compresi quelli appartenenti alla stesse per, sone assistite.

Esempi Contatto con membrane mucose: igiene orale/dentale, somministrazione di collirio, aspirazione di secrezioni. . Contatto con cute non jntegra: igiene delle lesioni culanee, medicazione delle ferite, iniezione sottocutanea. Contatto con presjdj medi: inserimento di catetere, apertura di un accesso vascolare

o di un sistema di drenaggio. Preparazjone dj bo, medjcazjonj,

set dj bendaggjo.

3. Dopo un'esposizione a rischio a un liquido corporeo per proteggere gli operatori e l'ambiente sanitario dai microrganismi potenzialmente capaci di provocare malattia, Esempi

Contatto con membrane mucose e cute non jntegra: vedere punto 2.


con presjdj medj o con campjonj cUni: prelievo o manipolazione di qualsiasi campione fluido, apertura di un sistema di drenaggio, inserzione e rimozione di un tubo endotracheale. EUmjnazjone dj urjne, fe e vomUo. Manjpolazjone dj rifiutj (bendaggi, pannolini, padelle), puUzja dj materjalj o aree contamjnate o vjsjbjlmente sporche (sanitari, strumentazione medica). Contatto
}a

.
.

2 Organizzazione

ver~ Mondiale della Sanit, Clean Care js 5afer Care, Cure pulite sono cure pi sicure, CCM Centro Nazionale per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie sione ottobre 2006. wWW.who.int del Ministero della Salute. 3 Op. ci!. 4 Tra quelli citati, alcuni esempi non rientrano tra le attivit attribuite per profilo all'operatore socio-sani-

tario (055). La loro citazione deve essere considerata pletezza a quanto descritto.

solo a scopo esemplificativo,

oltre che per darecOm-

Elementi di igiene.

Cf)prroLO 7

riduato cinque momenti Per I' . l' glene

il contatto cony paziente per proteggere gli operatori e l'ambiente sanitario dai 4. DOPO roicrorganismi potenzialmente capaCI di provocare malattia.
,~mpi

o dai microrganismi potenzialmen te ll'operatore. e la mano. nelle attivit di vita quotidiana, camo
7metri: misurazione me, auscultare del peso, dell'al.

Gesti di cortesia: prendere per il braccio,stringere la mano. contatto fisico diretto: aiutare la persona assistita nelle attivit di vita quotidiana, camminare, lavarsi ecc. Aiuto al]'jnfermiere nellarjJevazione di alcuni parametri: misurazione del peso, dell'altezza ecc. Visita clinica: valutare il polso, misurare la pressione, auscultare il torace, palpare l'addome.

il torace, palpare l'ad.

5. DOpoil contatto con ci che sta attorno al paziente per proteggere gli operatori e l'ambiente sanitario dai microrganismi potenzialmente capaci di provocare malattia. Esempi Cambiare le lenzuola, modificare la velocit di infusione, regolare l'allarme di un monitor, regolare la sponda del letto, pulire il comodino.
L'igiene delle mani nei cinque momenti raccomandati imprescindibile dall'uso dei guanti. Adeterminarne la correttezza quando questa viene effettuata con acqua e sapone, concorrono treelementi:

persone assistite da microrganismi ~si quelli appartenenti alla stesse per.

:ntale, somministrazione di collirio,


1i cutanee, medicazione delle ferite,

:re, apertura di un accesso vascolare

o. )oreo per proteggere gli operatorie nte capaci di provocare malattia.


a: vedere punto 2. i: prelievo o manipolazione di qualJrenaggio, inserzione e rimozione di

l'acqua; ilsapone: preferibile l'uso di saponi liquidi in quanto quelli solidi costituiscono un ricettacolodi microrganismi e ne favoriscono la trasmissione. Il sapone utilizzato, pu essere sempliceo antibatterico. Ilprimo si utilizza nel lavaggio routinario delle mani, il secondo quando c' un contatto diretto tra la cute delle mani dell'operatore e i liquidi organici del malato; lostrofinamento: un'azione meccanica importantissima che, insieme al sapone, favorisce la rimozione dello sporco e dei microrganismi presenti sulla cute. Per essere considerata efficace,l'azione di strofinamer1to deve protrarsi per un tempo non inferiore a lO secondi. Visono poi situazioni specifiche - come l'esecuzione di procedure particolari (posizionamentodi cateterivescicali o venosi ecc.) e gli interventi chirurgici - per le quali durata e modalit di lavaggio sono diverse. Nel primo caso (lavaggio

antisettico),

il tempo di circa 2 minuti:

:Ile), pulizia di materjaJj o aree contalzione medica).

siusa sempre un sapone antibatterico e si estende il lavaggio anche agli avambracci. Nel secondocaso, invece (lavaggio chirurgico), il tempo varia da 5 a 8 minuti ed previsto l'uso di spazzoliniimbibiti di soluzione disinfettante pee lavare mani e avambraccio Accantoal lavaggio delle mani con acqua e sapone - detergente o disinfettante in relazione altipodi lavaggio necessario all'attivit da eseguire o eseguita - va ricordata l'igiene delle mani
con la soluzione alcolica. Questa sostanza antisettica a base alcolica non sostituisce il lavaggio con acqua e sapone antisettico. Il suo impiego nei cinque momenti raccomandati indicato quando le mani non sonovisibilmente sporche. Non , per contro, raccomandato quando le mani sono contaminate daliquidi organici o visibilmente sporche, circostanze in cui indispensabile il ricorso all'acqua e all'antisettico.

Cure pulite sono cure pi sicure, la vero


Prevenzione e il Controllo delle Malattie

,uite per profilo all'operatore socio-saniesemplificativo, oltre che per dare com-

Lvare le mani, per, non sufficiente a favorire la prevenzione delle infezioni. Il lavaggio deveessere affiancato da alcuni accorgimenti:

. PARTE TERZA

e tcnco-operatva Area genQ':'~~l1t$\ria

le unghie devono essere mantenute corte e pulite; non va utilizzato lo smalto per le unghie: le increspature della superficie ungueale smaltat a sono anfratti piuttosto ospitali per i microrganismi; non devono essere portate unghie artificiali nelle attivit che comportano un contatto diretto eo n In nf'r~ na n~~jstita.

peOlsc8no IIlaV3ggio conellU uelle JlLdW; eventuali lesioni, abrasioni o escoriazioni della cute vanno accuratamente curate e protette: ogni interruzione di continuit rappresenta una porta d'ingresso per i microrganismi, oltre cheun luogo adatto alloro sviluppo e alla loro proliferazione; deve essere sistematica la cura delle mani:5 raccomandato l'uso, almeno una volta al giorno, di una crema o di una lozione protet. tiva; le mani non devono essere lavate di routine con acqua e sapone prima o dopo l'utilizzo di un prodotto a base alcolica; non deve essere utilizzata acqua calda per il risciacquo delle mani;
importante, dopo aver frizionato le mani con un prodotto a base alcolica o dopo averle lavate con acqua e sapone, lasciarle asciugare completamente prima di indossare i guanti.

LA PROCEDURA PER L'IGIENE DELLA MANI CON ACQUA E SAPONE E CON SOLUZIONE ALCOLICA

l~
I concetti I guant sono un importante mezzo di prevenzione perch creano una vera e propria barriera fi. sica. Lo scopo del loro uso , infatti, quello di separare la cute delle mani dell'operatore dall'ambiente esterno. Essi, pertanto, vanno considerati non solo come presidi utili alla prevenzione delle infezioni (tutela del malato) ma, proprio per questo, anche come dispostivi di protezione individuale (tutela dell'operatore). Le caratteristiche dei guanti variano a seconda del loro utilizzo. All'interno delle strutture sanitarie, le principali tipologied guap.ti che l'operatore ha a disposizione, sono le seguenti: guanti in lattice non sterile: di origine naturale, si adattano bene alla mano, perch sono elastici. Vanno utilizzati in tutte quelle circostanze in cui vi contatto diretto con materale organico; guanti in lattice sterile: vanno utilizzati tutte le volte che s effettuano attivit che richiedono assoluta sterilit (medicazioni particolari, posizionamento di catetere vescicale, venoso ecc.); guanti in PVC non sterile: sono sintetici, non elastici, vanno utilizzati per procedure che non determinano un contatto diretto con liquidi organici;

"

L'USO DEI GUANTI6

Organizzazione

Mondiale della Sanit, Clean Care is Safer Care,

cito

Opcit.

va

7 Elementi di igiene q!!.PITOLO

re della superficie ungueale sm aIlara :he comportano un contatto diret to . con ;ere ricettacolo di microrganis m, .
',Il!\.

Qualsiasi procedura chirurgica;


,

I.

p arto procedure

vaginal~;

radiologlche

InvaSI"{ '

a accuratamente curate eprotette:o chegtlj esso per i microrganismi, oltre ,


'

sizionamento di accessi VaSc ~~eparazione di nutrizione parehtet~letoa

linee infusive (catderi agenti chemioterapici

centrali);

un

di una crema o di una lozione protet. :qua e sapone prima o dopo l'utilizzo :quo delle mani; lrodotto a base alcolica o dopo averle letamente prima di indossare i guanti.

escrezionie oggetti vIsibilmente sporchi (Il, liqUidi biOlogicI. Esposizione dire!ta al paziente

In situazioni

cliniche in, cui si pu venire.a so.nta~<?c~m sa~~ue, liquidi biologici,

secrezioni,

. .

~~p~$i.~iQneindiretta al paziente h
.
,

Contatto con Il sague; contatto con membrane mucose~ 1/, non integra;
,

"

. tI;! ,
,

il pappagallo;

'

. potenziale presenza di mi<::ror$1I . molto virulenti e pericolosi;


. situazioni epidemiche opi
','

re/pulire la strumentazione; rei rifiuti; schizzi di liquidi corporei.

E DELLA MANI CON ACQUA E ALCOLICA


.vedi GUIDATASCABILE

posizionamento

e rimozk>!1*A

l, ,

dispositivo intravascolare; . . prelievo di sangue; . rimozione di linee infusive; visita ginecologica; aspirazione endotracheale con sistemi aperti.
; i',~,"

I guanti NON sono indicatiUH creano una vera e propria barriera fio tte delle mani dell'operatore dall'am. ) come presidi utili alla prevenzione mche come dispositivi di protezione ltilizzo. All'interno delle strutture sadisposizione, sono le seguenti: no bene alla mano, perch sono elai contatto diretto con materiale orsi effettuano attivit che richiedono to di catetere vescicale, venoso ecc.); nno utilizzati per procedure che non (Eccetto che in caso di precauzioni Assenza di rischio potenziale di contaminato.
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Il
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Esposizionediretta al paziente
Misurare la pressione, la e valutare il polso; praticare un'iniezione sottoc' o intranuscolare;A lavare e vestire il paziti!nt~i;"~i

traportare il paziente;

hella cartella clinica; it\istfare la terapia orale; yre i pasti e raccogliere le, ie' biar~ le lenzuola;
'. ppsizionare

"~j~diretta al paziente .f'ielefono; .

pulire occhi e orecchie (in assti!nz:<. di secrezioni); praticare uqualsiasi manipolazione sulle linee infusive in assenza di fuoriuscita di sangue;

un sistema di ventilazione

nOn invasiva e la cannula dell'ossigeno; .. spostare i mobili all'interno della camera del paziente

~it.

Figura 7.7 Le indicazioni all'uso dei guanti (fonte: Organizzazione

Mondiale

della Sanit, Clean Care is Safer Care).

PARTEJERZA.Area igiel1ico-sal1itariae

tecnio~operativa

guanU

in nitrile: non sono di origine naturale. Costituiscono una valida alternativa allatr nei casi di allergia a quest'ultimo. Inoltre, l'uso di questi guanti, grazie alle loro caratteri~~.e che (offrono maggiore protezione rispetto al lattice), indicato per la manipolazione di pa': r ticolari tipi di farmaci; guanti in vinile: anche questi guanti non sono di origine naturale e, come i guanti in nitrii rappresentano un'alternativa al lattice nei casi di allergia. Offrono minore protezione della~~ tice e del nitrile; perci necessitano di una sostituzione pi frequente; guanti in filo di scozja: sono utilizzati dagli operatori che hanno manifestato allergie al lattice Vengono, infatti, indossati sotto i guanti di lattice per evitare il contatto diretto di quest'ul: timo con la cute; guanti dj gomma: vengono indossati, in genere, per lo svolgimento delle attivit domestico.

alberghiere, per la pulizia di arredi, di strumenti e di apparecchiature

I guanti devono essere utilizzati secondo le indicazioni dell'OMS (Fig.7.7) e solo nelle circo. stanze descritte; se impiegati in modo improprio, rappresentano uno tra i maggiori fattori diri. schio per la trasmissione di microrganismi. L'uso dei guanti non sostituisce l'igiene delle mani.

l' operativit

",

ALCUNE INDICAZIONI OPERATIVE ALL'USO DEI GUANTI

I concetti

LA PULIZIA E LA SANIFICAZIONE
e comfort domestico-alberghjero.

Consultare il capitolo 8, Igjene deIl'ambiente LA DISINFEZIONE

Come gi detto in un paragrafo precedente, la disinfezione l'insieme delle misure attuate al fine di ridurre, a un ]jvelIo detto dj sicurezza, il numero dei microrganismi capaci di provocare malattia, presenti su una superfi'Cie o ,"eli 'ambiente. Per non generare dubbi, opportuna una precisazione: si parla di disinfezione, se queste misure vengono attuate su una superficie o su uno strumento, mentre si parla di antisepsi, se le stesse vengono effettuate su un tessuto vi. vente (per esempio, la cute). Questa metodica, pu essere distinta in tre diversi livelli:

. .

disinfezione di basso livello: consente di eliminare un consistente numero di batteri, alcuni tipi di virus e alcune tipologie di miceti. Non per sufficiente a garantire l'eliminazione di batteri che, per loro natura e caratteristiche, sono particolarmente resistenti; disinfezione di medio livello: con essa si riesce a eliminare un ancor pi consistente nu. mero di batteri, la maggior parte dei virus e dei miceti. Non si riescono, per, a debellarei batteri che, al momento della disinfezione, si trovano in una condizione particolare del loro ciclo vitale (forma vegetativa);

7 Elementi di igiene QAPITOLO

IOuna valida alternativa allatti Ce . . uantl, grazie a IIe Ioro caratterizt"_


icato per la manipolazione di pa~aturale e, come i guanti in nitrile Jffrono minore protezione dellat: frequente; nno manifestato allergie allattce. :are il contatto diretto di qUest'ul_ Igimento delle attivit domestco_ recchiature. II'OMS (Fig. 7.7) e solo nelle circomo uno tra i maggiori fattori di n-

disinfezione di alto livello: permette di ridurre a una percentuale molto bassa la presenza dei batteri, molto bassa ma non pari a zero, perch quelli in forma vegetativa riescono a resistere. (o antisettici), influenzato da una serie di condizioni: i disinfettanti
Il risultato del pr,ocesso di disinfezione,

che si realizza attraverso l'uso di sostanze chimiche,

il tipo e le carattestiche del materiale da sottoporre a disinfezione: se esso ha una superficie liscia, facile da pulire, non porosa, l'efficacia dell'azione disinfettante si ottiene con maggiore agevolezza. Se, invece, il materiale presenta fessure, poroso, difficiJe da pulire, la disinfezione pu rivelarsi pi difficoltosa; la presenzasulle superfici, di sostanze organiche: sangue, liquidi biologici ecc. rendono vana l'azione della sostanza disinfettante perch la inattivano; la quantit di microrganismi presenti sul materiale e la specie di appartenenza (batteri in forma vegetativa o meno, virus, miceti ecc.): ogni specie di microrganismo in relazione alla sua struttura e alle sue caratteristiche pu risultare pi o meno sensibile alla sostanza usata per la disinfezione; il tipo di disinfettante e la concentrazione dello stesso: i disinfettanti sono diversi in relazione
.

[VE ALL'USO DEI GUANTI


..
...

8]

vedi GUIDA TASCABILE

'co-alberghiero.

al tipo di disinfezione (basso, medio, alto livello) a cui deve essere sottoposto unospecifico oggetto. Per agire in modo efficace ogni sostanza disinfettante deve entrare in contatto con l'oggetto a una specifica concentrazione, diversa per i diversi disinfettanti. Utilizzare il disinfettante a una concentrazione, pi bassa di quella indicata, significa comprometterne l'efficacia, mentre usarlo a una concentrazione pi alta non significa potenziarne il risultato; il tempodi contatto:il disinfettante per essere efficace,deve rimanere a contatto con i microrganismi per un tempo che, come la concentrazione, diverso per ogni tipo di disinfettante. Anche in questo caso, abbreviare il tempo di contatto significa non permettere al disinfettante di agire, mentre allungarlo molto non equivale sempre a migliorarne l'azione e quindil'effetto; la temperatura: il processo di disinfezione il risultato di una serie di reazioni chimiche che, come tali, si potenziano perch accelerate con l'aumento della temperatura. Gli esperti ritengono che i valori minimi e massimi entro i quali si verifica quanto sopra siano 20 e 37C. Lemodalit attraverso le quali le diverse molecole esplicano la loro azione variano in relazione alle caratteristiche di ciascuna tipologia di disinfettante. Essenzialmente ne possono essere distinte due: l'azione sulla catena proteica dei microrganismi: si concretizza mediante meccanismi che si diversificano in relazione alle peculiarit delle molecole disinfettanti considerate; l'azione sulla membrana citoplasmatica dei microrganismi: anche in questo caso l'azione si realizza in maniera diversificata per le diverse molecole impiegate.

~l'insieme delle misure attuate al \icrorganismi capaci di provocare generare dubbi, opportuna una )no attuate su una superficie o su Igono effettuate su un tessuto vi-

I nsistente numero di batteri, alcuni iente a garantire l'eliminazione di armente resistenti; lare un ancor pi consistente nuon si riescono, per, a debellare i na condizione particolare del loro

QUALE DISINFEZIONE

PER QUALI MATERIALI

Decideredi fare una disinfezione di basso, medio, alto livello, piuttosto che sterilizzare o altro e, conseguentemente, stabilire quali mezzi, quali metodi, quali sostanze adottare per fare profilassidipende dalla criticit del materialeche deve essere sottopostoa trattamento. Percriticit va intesa la potenzialit del materiale considerato, se non correttamente trattato, di favorire la

diffusione di microrganismi. Tale potenzialit pu essere maggiore o minore in relazione alI'uso a cui dedicato il materiale. per questo che la diversa tipologia di materiale di cui sono dotate le strutture sanitarie e che gli operatori utilizzano viene solitamente classificata in:

materiale non critico: tutto quel materiale che non viene mai a contatto con le mucose del malato, ma soltanto con la cute integra. Essendo la cute integra una buona barrera per i microrganismi, molto improbabile che questo materiale ne favorisca la trasmis_ sione. Alcuni materiali che rientrano in questa categoria sono: padelle, pappagaj]j, comode; Jorbjcj per bendaggi; lenzuola, coperte, materassi; superficj da lavoro. Per tutti questi oggetti, ritenuta sufficiente una buona detersione sinfezione di basso livello; e, se necessaria, una di-

materiale semicritico: quel materiale che viene a contatto con le mucose integre del malato. Se non monouso, esso, prima di essere trattato, deve essere decontaminato, pulito e successtva mente sottoposto a una disinfezione di medio o alto livello c:, in casi specifici, a sterilizzazione. Appartengono a questa categoria, per esempio, tennometri rettali e orali, endoscopi ecc.;

materiale critico: tutto ci che entra in contatto con parti del corpo che solitamente sono
sterili (per esempio, circolo sanguigno). Se non monouso,

mento decontaminante, pulito e successivamente sterilizzato Gli strumenti solo, appartengono a questa categoria. AlI ..., LA DETERSIONE E LA DISINFEZIONE DI ALCUNI MATERIALI NON CRITICI
. .

deve essere sottoposto a trattachirurgicj, ma non

L'operativit
...

..

~Jj.

vedi GUIDATASCABILE

I concetti

il

I DISINFETTANTI

Sono differenti gli uni dagli altri per composizione e, di conseguenza, per caratteristiche: ne dc rivano il diverso impiego, il diverso effetto e il diverso meccanismo d'azione. Per essere ritenuto efficace, un disinfettante deve rispondere a specifici requisiti:

spettro di azione: deve essere ampio, ci il disinfettante deve agire su batteri, virus, miceti, protozoi; aWvit anche in presenza di materiale organico: che il disinfettante sia attivo anche in presenza di materiale organico non significa comunque mai che l'oggetto da sottoporre a trattamento non deve essere pulito; azione rapida e prolungata; bassa tossicjt; bassa irritqbilit;

-----.-

7 Elementi di igiene 2APITOLC)

iore o minore in relazione all'uso no dotate le strutture sanitarie e

facilit d'impiego; innocuit per il materiale trattato; economit: questo un aspetto non trascurabile, delle strutture sanitarie.

dato il largo uso di disinfettanti all'interno

le mai a contatto con le mucose :ute integra una buona barriera lteriale ne favorisca la trasmis_

I disinfettanti pi comunemente usati possono essere distinti, come descritto nella tabella
alle pagine seguenti, in diverse tipologie, che di seguito sono richiamati sinteticamente: acqua ossigenata o perossido di idrogeno (ossidanti); alcool etilico (denaturato) (alcooli); dorexidina; doro e derivati; fenoli; glutaraldeide; iodio e derivati. La scelta del disinfettante deve essere effettuata, quindi, in base a un'attenta valutazione:

tersione e, se necessaria,

una di-

con le mucose integre del malato. decontaminato, pulito e successilo o, in casi specifici, a sterilizzametri retta]j e ora]j, endoscopi ecc.; ti del corpo che solitamente sono deve essere sottoposto a tratta:0. Gli strumenU chirurgi, ma non

del tipo e delle caratteristiche del materiale che deve essere sottoposto a disinfezione; dlliVellodi disinfezione richiesta (basso, medio, alto); delle potenzialit del disinfettante; della possibilit di interazioni e incompatibilit d'azione con altri disinfettanti e detergenti.

IONE TICI

Una buona parte delle informazioni utili a favorire l'individuazione della sostanza pi idoneaalle necessit di disinfezione data dalla scheda tecnica che accompagna il disinfettante. Questeinformazioni, in ogni caso, sono anche riportate sull'etichetta posta all'esterno della confezione.Nelle figure 7.8 e 7.9 sono riportati alcuni esempi. Idue esempi, oltre alla quantit delle informazioni riportate sulla confezione (o sulla scheda tecnica),vogliono mettere in rilievo la loro qualit e l'importanza della loro lettura e osservazionepuntuale, al fine di assicurare un uso corretto, mirato e non superficiale de] prodotto.
* * *

:uenza, per caratteristiche: ne'desmo d'azione. Per essere ritenuto eve agire su batteri, virus, miceti, .tante sia attivo anche in presenza getto da sottoporre a trattamento

Per ottenere l'effetto desiderato dai disinfettanti, non basta utilizzarli alle giuste concentrazionie secondo le modalit definite e specifiche per ogni tipo di sostanza, bisogna anche "mantenerli"correttamente. In altri termini, conservarli nella confezione originale, ben chiusa (si pu verificarel'evaporazione di una o pi sostanze componenti il disinfettante) rispettando le temperature indicate per la conservazione. Per evitarne la contaminazione importante non ap'poggiare mai sull'apertura garze, cotone, le maIii ecc.

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CAPITOLO 7

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PARTE TERZA.

Areaigienc;sanitaria

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elmenti di igie~e. CAPrrOtO7

commerciale Nome del prodotto

Composizione chimica

-+
-+

Categoria farmacoterapeutica

100 mi contengono: Principio attivo: iodopovidone (al 10% di sodio) 9 10 Eccipienti: glicerina, nonilfenossiepolietilenossietanolo, sodio fosfato bibasico biidrato, acido citrico monoidrato, acqua depurata Uso dermatologico, cute lesa

Indicazioni

terapeutiche

Disinfettante per uso dermatologico Disinfezione e pulizia della cute lesa (ferite, piaghe ecc.) Ipersensibilit verso i componenti. Usare con cautela in sggetti con patologie tiroidee. Non usare in bambin di et inferiore ai sei mesi. Il prodotto solo per uso esterno. L'uso se prolungato, pu dare origine a fenomeni di sensibilizzazione ... Evitare l'uso contemporaneo di altri antisettici e detergenti. Non applicare sulla parte trattata, contemporaneamente, pomate o composti contenenti mercurio o composti del benzonio. Si applica due volte al giorno direttamente su ferite e infezioni cutanee. Una quantit di 5 mi di soluzione (contenente 50 mg di iodio) sufficiente a trattare 'un'area di circa 15 cm di lato. Per antisepsi cutanea: applicare uno strato protettivo fino a ottenere una colorazione di intensit media: si forma una pellicola protettiva che non macchia. NON SUPERARE LE DOSI CONSIGLIATE. ... La reazione dello iodio con i tessuti, pu ritardarne la cicatrizzazione ... Conservare al riparo dal calore. Non usare dopo la scadenza.

Controindicazioni

Precauzioni

d'impiego

Interazioni

Dose, modo e tempo di somministrazione

Effetti indesiderati Conservazione

Figura 7.8
La lettura delle etichette:

un antiseWco.

PARTE TERZA

Area igienico-~nitaria .

e tecnico-operativa

Nome commerciale del prodotto

... ... ... ...


...

Composizione chimica

Categoria farmacoterapeutica Propriet

100 mi di prodotto contengono (p/p): Principio attivo: Alchildimetilbenzilammonio cloruro Benzalconio cloruro g 0,30 (sali di ammonio quaternario) Alcool etilico g 67,00 Eccipienti: Antiossidanti, coloranti e acqua depurata g d.b. a 100,00 Disinfettante per dispositivi medici. Pronto all'uso un prodotto dotato di ampio spettro d'azione, essendo efficace nei confronti di batteri, miceti, bacilli tubercolari, virus, compresi HIV e HBV ......... un prodotto pronto all'uso. Per la disinfezione, immergere gli strumenti, dopo accurato lavaggio, risciacquo e asciugatura, per almeno 10 minuti. Per la conservazione asettica degli strumenti, il tempo di immersione va prolungato secondo necessit. specificatamente indicato per la conservazione asettica dei ferri chirurgici e di altri strumenti metallici taglienti e non per la disinfezione completa dei ferri chirurgici. Il prodotto deve essere utilizzato da operatori qualificati con le dovute norme e misure di sicurezza ......... incompatibile con saponi e detergenti anionici, citrati, ioduri, nitrati, permanganati e perossido di idrogeno. I recipienti in PVC e poliuretano, il cotone idrofilo e la garza ne riducono l'attivit .. ... Conservare al fresco e all'asciutto, lontano da ogni fonte di calore. Evitare le alte temperature.
'-

Modalit d'impiego

Applicazioni

...

Avvertenze e condizioni di conservazione

...

Hgura 7.9 La lettura delle etichette: un disinfettante

oa L'operativit

7 Elementi di igiene CAPITOLO

~.

etti

LA STERILIZZAZIONE.~~~.~

.'-'-'.

terilizzazione l'insieme delle misure attuate allo scopo di ridurre a percentuali molto basse iSresenza di microrganismi viventi. Questa modalit di profilassi, come gi visto nei paragrafi a Pcedenti, indicata nel trattamento di parte del materiale considerato semicritico e del mate~~e considerato critico. I metodi usati per la sterilizzazione, possono essere distinti in:
:ontengono (p/p): .Ichildimetilbenzilammonio cloruro o g 0,30 (sali di ammonio quaterg 67,00 ;idanti, coloranti e acqua depurata
spositivi medici. Pronto all'uso o dotato di ampio spettro d'azione, 3i confronti di batteri, miceti, bacilli ompresi HIV e HBV ......... ) pronto all'uso. Per la Disinfezione nenti, dopo accurato lavaggio, ri: tura, per almeno 10 minuti. Per la tic a degli strumenti, il tempo di imgato secondo necessit. amente indicato per la conservarri chirurgici e di altri strumenti mel per la disinfezione completa dei ;ere utilizzato da operatori qualifiJrme e misure di sicurezza ......... l saponi e detergenti anionici, ci)ermanganati e perossido di idroPVC e poliuretano, il cotone idroucono l'attivit Conservare to, lontano da ogni fonte di calore. erature.
--------.

fisici: calore secco, vapore saturo, raggi gamma (radiazioni ionizzanti); chimici: liquidi: acido peracetico; gassosi: glutaraldeide, ossido di etilene, gas plasma di perossido di idrogeno.

MEZZI

FISICI

CALORE SECCO

Materiale sterilizzabile

Variabili che condizionano il processo di sterilizzazione tempo di esposizione temperatura: pi basso il tempo di di esposizione, pi alta deve essere la temperatura (es.: 60' per 180C; 120' per 160 bC)

Alcuni vantaggi

Alcuni svantaggi

. vetreria e strumenti
in metallo polveri e sostanze oleose

. .

economicit

lunghezza del processo di sterilizzazione


dei controlli sul processo

scarsa affidabilit

,O DEI DISINFETTANTI

Nota: l'Impiego del calore a secco prevede l'utilizzo di apparecchiature specifiche (stufette a secco). Nelle struttUre sanitarie, questa metodica, per, per gli svantaggi sopra descritti, oltre che per gli effetti del calore in questa forma sul materiale termosensibile, stata abbandonata e sostituita dall'impiego di altre metodiche di sterilizzazione.

"'

'/

VAPORE SATURO

Materiale sterilizzabile

Variabiliche condizionano
il processo

Alcuni vantaggi

Alcunisvantaggi

I
""
'

di sterilizzazione
vetreria, strumenti in metallo, strumentario chirurgico materiale tessile e teleria materiale tessile di medicazione materiali in gomma (se resistente a 121 O() strumenti a fibre ottiche e strumenti da endoscopia (se indicato dalla casa costruttric,e) temperatura pressione tempo di esposizione saturazione del vapore

economicit efficacia e rapidit del processo di sterilizzazione affidabilit dei controlli sul processo

non possibilit di

steri lizzazione del materiale non resistente a temperature di 121 O( non possibilit di sterilizzazione di polveri e sostanze oleose modificazione nel tempo delle caratteristiche del materiale SQttoposto a frequenti cicli di sterilizzazione

Nota: l'impiego del vapore saturo esige l'utilizzo di un'apparecchiatura, l'dutoclave, al cui interno viene introdotto vapore che poi viene portato a una pressione tale da consentire alla temperatura di raggiungete i livelli richiesti. Questo tipo di sterilizzazione, permette di ridurre notevolmente, temperature (solitament~, non si superano i 134C) e tempi di esposizione al calore (4 minuti, se la temperatura di 134 O( perii materiale non confezionato; 7 minuti, se la temperatura di 134 O( per il materiale confezionato; 15 mi. nuti a 121 O( per il materiale in plastica o gomma) del materiale da trattare, AI fine di garantire il risultato sul materiale trattato, in altri termini la sterilit, gli esperti ritengono debba essere posta molta attenzione alla tecnica di sterilizzazione; raccomandano, infatti, di presidiare le seguenti fasi:

caricamento: l'autoclave non va caricata eccessivamente,

il materiale da sterilizzare, non va posizionato

"a caso" al suo interno, ma in modo che il vapore riesca a circolare intorno a esso. A tal proposito, in ogni centrale di sterilizzazione sono presenti protocolli operativi che devono essere seguiti e rispettati da tutti gli operatori; ciclo di sterilizzazione: rigorosamente necessario che gli operatori agiscano in accordo alle prescrizioni dettate dalla casa costruttrice; scarico del/'autoclave: anche incjusto caso importante che gli operatori agiscano in accordo alle indicazioni fornite dalla ditta produttrice e agli specifici protocolli costruiti e adottati all'interno della centrale di sterilizzazione.

di igitoe

CAPITOLO 7

RAGGI GAMMA (radiazioni ionizzanti)

ntaggi

~.~

Alcuni svantaggi

<

~L-- sterilizzabile
~7Materiale
"

Variabili che condizionano il processo di sterilizzazione


tempo di esposizione temperatura

Alcuni vantaggi

Alcuni svantaggi

~i!

~
l
.

:L---I. tutto il materiale in pVC (siringhe ecc.)


,~'

. molteplicit del materiale sterilizzabile

costi elevati dimensioni e caratteristiche degli impianti il materiale sterilizzato a raggi gamma non pu
essere risterilizzato

licit 1
;so azione lit )lli :so

non possibilIt di sterilizzazione. del materiale non


resistente a temperature

'

materialein gomma,

'silicone, lattice, {(cateteri, sonde e:~.) .. prodotti biologicI

di 121C non possibilit di sterilizzazione di polveri e sostanze oleose modificazione nel tempo delle caratteristiche del materiale sottoposto a frequenti ciel i di sterilizzazione
al cui interno viene di raggiungere' (solitamente/\ per il '
,

(protesi ecC.)

. .

. prodotti farmaceuticI; (in sostanza, tutto il materiale monouso) Nota: Sono diffusamente impiegati a livello industriale.

MEZZI

CHIMICI

ura, l'autoelave, ~volmente,

ntire alla temperatura temperature se la temperatura

~ Liquidi
ACIDO PERACETICO Materiale sterilizzabile
Variabili che condizionano il processo . dispositivi medici completamente immergi bili, tolleranti temperature comprese tra 50C e 56C di sterilizzazione
Alcuni

di 134C

Jer il materiale confezionato; 15 mi.


'attare.

'

sterilit,

gli esperti ritengono

debba!

vantaggi

Alcuni svantaggi

dano, infatti, di presidiare

le seguenti '

le da sterilizzare, re intorno

non va posizionato in

tempo di esposizione temperatura

a esso. A tal proposito,

e devono essere seguiti e rispettati da Jri agiscano peratori in accordo alle prescri. alle in-

concentrazione della sostanza sterilizzante

agiscano

in accordo

di sterilizzazione (breve) molteplicit dei materiali sterilizzabili . non tossicit

durata del cielo

possibilit di sterilizzare solo materiali di dimensioni dalla macchina possibilit di sterilizzare materiale completamente immergibile impossibilit di confezionare materiale il tali da essere contenuti

;truiti e adottati all'interno

della ceo-

solo

sterilizzato

impossibilit di mantenere la sterilit del materiale lunghi periodi (segue) per

(continua)

Nota:

l'impiego

dell'acido

peracetico

richiede

l'uso di una specifica apparecchiatura.

Il ciclo di sterilizza..! .

zione, prevede quattro fasi: l'apparecchiatura si riempie di acqua che, sterilizzata preparazione della miscela sterilizzante: dal sistema medesimo, raggiunge la temperatura indicata e scioglie la molecola di sostanza sterilizzante; gli strumenti vengono esposti al contatto con la sostanza per un tempo di 12 minuti;. sterilizzazipne: con l'agente sterilizzante, lo strumento viene sottoposto a 4 cidi risciacquo: al termine dell'esposizione di risciacquo (sempre con acqua sterilizzata dal sistema della macchina); viene immesso un getto di aria calda sterile che pur non preasciugatura: all'interno dell'apparecchiatura asciugando completamente lo strumento, ne rende possibile l'impiego immediato se necessario.

Gassosi GLUT ARALDEIDE

Materiale sterilizzabile

Variabiliche condizionano il procesS9di sterilizzazione


tempo di esposizione

Alcuni vantaggi

Alcuni svantaggi

strumenti chirurgici in situazioni di emergenza strumenti a fibre ottiche o con lenti sonde, tubi corrugati, maschere (tutto il materiale termolabile in genere)

temperatura

gamma dei materiali sterilizzabili rapidit d'azione

tossicit
necessit di essere manipolata sotto cappa chimica

Nota: il suo impiego deve essere regolato da specifici protocolli

e richiede

J'uso di DPI.

GAS PLASMA DI PEROSSIDO

DI IDROGENO

Materiale sterilizzabile

Variabili che condizionano il process?di sterilizzazione


della concentrazione sostanza sterilizzante tempo di esposizione temperatura

Alcuni vantaggi

Alcuni svantaggi

materiale
termosensibile non immergibile

possibil it di steri Iizzare il materiale termosensibile non immergibile

incompatibilit
del processo di sterilizzazione con la presenza di liquidi, tessuti in lino, cellulosa limitata capacit della camera di sterilizzazione;

umidit

Nota:

l'Impiego

del gas plasma di perossido di idrogeno, l'intero processo di sterilizzazione

naturalmente,

richiede

l'impiego

di una specifica a tempI;!- .

apparecchiatura.

raMe non superioria 4$ 0c.

ha una durata di circa 75 minuti e avviene

7 Elementi di igiene CAPITOLO

OSSIDO DI ETllENE apparecchiatura. Il ciclo ,di steriliz~~1


'n

(Et.O)
Alcuni vantaggi Alcuni svantaggi

~
61

'.---,

Materiale sterilizzabile

lpie di acqua che, sterilizzata dal si.:~ lolecola di sostanza stedlizzante' I ...~ -.ij 0-Istanza per un tempo dt12 minuti; ) strumento viene sottoposto a 4 cidi ~ .

--

Variabili che condizionano il processo di sterilizzazione

. tutto il materiale

concentrazione

del gas:

tennosensibile
.

determina la durata
dell'intero ciclo. Pi alta la concentrazione, pi basso il tempo di esposizione tempo di esposizione: dipende dalla concentrazione del gas, dalla temperatura, dall'umidit, dal tipo di materiale sottoposto a sterilizzazione, dal tipo di confezionamento temperatura: l'ossido di

:hi na);.~
.

..

liego immediato se necessario.

getto di aria calda sterile che pur nOrl~

possibilit di sterilizzare il materiale termolabile

,,~ ,
1

,; lunghezza del ciclo di sterilizzazione pericolosit: il gas infiammabile ed esplosivo

ntaggi

Alcuni svantaggi

dei )ili

tossicit necessit di essere manipolata sotto cappa chimica

,~

liede l'uso di DPI.

IGENO
I1taggi Alcuni svantaggi

it :are e ibile 'rgibile

incompatibilit del processo di sterilizzazione con la presenza di liquidi, tessuti in lino, cellulosa limitata capacit della camera di sterilizzazione;

etilene impiegato nel processo di sterilizzazione, deve passare dallo stato liquido allo stato gassoso. Questo cambio di stato favorito dalla temperatura e solitamente avviene intorno a 10C. Aumentare la temperatura, equivale a incrementare l'efficacia del gas, migliorare la sua capacit di penetrazione, ridurre i tempi della sterilizzazione umidit: pur essendo considerato, quello con ossido di etilene, un processo di sterilizzazione a secco, per ottimizzarne l'effetto risulta necessaria una percentuale relativamente bassa di umidit relativa, all'interno dell' autoclave

Nota: l'ossido di etilene un gas incolore, tossico. Allo stato puro esplosivo e infiammabile, allo stato liquido odora di ammoniaca ed miscelabile con acqua, alcool metilico ed etere. Il suo impiego per la sterilizzazione prevede l'utilizzo di autoclavi particolari, le cui caratteristiche, modalit di funzionamento e manutenzione sono normate da specifiche disposizioni di legge.
I~

processo di sterilizzazione con ossido di etilene richiede la realizzazione in sequenza delle fasi di seguito
umidificazione del materiale; sterilizzazione; evacuazione del gas;

~, richiede l'impiego di una specifica'. i circa 75 minuti eavviene a ten1p~,.

nportate: prevuoto; preriscaldamento;

lavaggiocon ariasterile o azoto, se l'ossido di etilene viene impiegato allo stato puro.

P ARTE

TERZA

tecnico-operativa

LA PREPARAZIONE

DEL MATERIALE ALLA DISINFEZIONE/STERILIZZAZIONE

si concretizzano nell'espletamento in sequenza delle seguenti fasi:

La preparazione del materiale alla disinfezione/sterilizzazione senza dubbio una fase che se non ben condotta, pu inficiare l'efficacia dell'intero processo. ' I momenti della preparazione dei materiali che, insieme, concorrono a determinarne la "bont"
'

la raccolta: dopo lo smaltimento dei taglienti (lame di bisturi, aghi ecc.) nei contenitori
dedicati, tutto il materiale da sottoporre colto in un contenitore chiudibile con coperchio;
-

a disinfezione/sterilizzazione

deve essere

rac-

munito di grata estraibile; autoclavabile;


ai sensi dell'articolo

2 comma 2, della Circolare Ministeriale del debbono, dopo l'uso, essere immersi immediatamente in un disinfettante chimico di riconosciuta efficacia sull'HIV prima delle operazioni di smontaggio o pulizia, da effettuare come preparazione alla sterilizzazione. Le soluzioni utilizzabili per questa operazione, il cui scopo quello di rimuovere un considerevole numero di m,i,qorganismi presenti su un substrato, riducendone cosUacarica batterica, sono: preparati a base di cloro; - preparati a base di clorexidina gluconato e cetrimide;

la decontaminazione:

Ministero della Sanit 28 settembre 1990, i presidi hutilizzalJili

preparati a base di polifenoli;

La scelta dell'una o dell'altra soluzione legata, ovviamente, alle caratteristiche del materiale considerato, oltre che ai protocolli in uso all'interno di ogni singola struttura. Indipendentemente dal tipo di soluzione, il materiale deve rimanervi immerso completamente per un tempo non inferiore a 30 minuti. L'operazione di decontaminazione, che deve avvenire in luogo dedicato, richiede l'utilizzo da parte degli operatori dei OPI indicati: guanti: sono consigliatii guanti di gomma, quellidi latticesi lacerano facilmente; - camici e/o grembiuli: devono essere impermeabili; - maschere e/o occhiali:per proteggere occhi e volto da eventuali schizzi; la pulizia: consente l'asportazione di tutto il materiale visibile (sporcizia, residui di materiale organico), presente su una superficie, su uno strumento. La pulizia il risultato dell'azione meccanica di sfregamento e dell'impiego di acqua e detergente. Anche questa fase, che pu essere espletata sia manualmente sia meccanicamente, mediante lavaferri, richiede l'uso dei.DPIsuddetti, da parte di tutti gli operatori. Se effettuata manualmente, per garantire l'azione meccanica, va previsto l'uso di spazzole a setole morbide; sono da evitare le spugne abrasive perch possono rovinare gli strumenti. Per quanto concerne la scelta dei detergenti, sono da preferire quelli con potere schiumogeno medio; se eccessiva, la schiuma pu limitare la visualizzazione dell'oggetto in tutte le sue parti e quindi l'adeguatezza dell'operazione; il risciacquo: effettuato con acqua corrente e finalizzato ad asportare i residui di detergente; l'asciugatura: si tratta di una fase importante. Infatti, introdurre in autoclave materiale non ben asciutto pu inficiare l'interno processo di sterilizzazione. Per completezza di esposizione, va precisato, che per alcune metodiche, come la sterilizzazione con acido peracetico, questa fase n9n necessaria;

EJement di igiene -CAPITOLO7

:RILIZZAZIONE

)ne senza dubbio una fase che, Se so. )ncorrono a determinarne la "bont" nti fasi: ' di bisturi, aghi ecc.) nei contenitori ne/sterilizzazione deve essere rac-

. ilcontrollo e la manutenzione: questo passaggio prevede il controllo di tutto il materiale da sottoporre a trattamento, nonch la sua manutenzione (lubrificazione, sostituzione di

partideteriorabili- raccordi,guarnizioni- ecc.);

,
IL

. la selezione: tutto il materiale deve essere selezionato in relazione al tipo trattamento sterilizzante cui deve essere sottoposto e al tipo di confezionamento indicato.

CONFEZIONAMENTO

DEL MATERIALE

Il confezionamento

cambi~

in rela~ione

alla tipoJogia

del materiale

ma anche

al tip~ ?i processo

a 2, della Circolare Ministeriale del ti]izzabj]j debbono, dopo l'uso, essere i riconosciuta efficacia sull'HIV prima )me preparazione alla sterilizzazjone. ,capo quello di rimuovere un con. ubstrato, riducendone cos la carica

disterilizzazione al quale Il matenale deve essere sottoposto. Questa operazIone e Importante tantoquanto quelle finora descritte, perch, se ben effettuata, permette al materiale di mantenere la sterilit raggiunta fino al momento dell'uso. Ovviamente, ci, oltre che dalle modalit di confezionamentodipende molto anche dal tipo e dalle caratteristiche del materiale usato per confezionareoggetti e strumenti da trattare. Sinteticamente, le diverse possibilit possono essere cos riassunte:

,ide; amente, alle caratteristiche del ma. temo di ogni singola struttura. Indi. rimanervi immerso completamente di decontaminazione, che deve avo [egli operatori dei OPI indicati: ji lattice si lacerano facilmente;
) da eventuali schizzi; ~visibile (sporcizia, residui di mate. strumento. La pulizia il risultato di acqua e detergente. Anche que. a meccanicamente, mediante lava. gli operatori. Se effettuata manuall'uso di spazzole a setole morbide; rinare gli strumenti. Per quanto con. con potere schiumogeno medio; se ~ dell'oggetto in tutte le sue parti e

confezionamento in container con filtri o valvola: si tratta di contenitori termoresistenti l!ui forma pu essere rettangolare o quadrata,a, chiusura ermetica, dotati di filtro (in carta o tessuto) sul coperchio e/o sul fondo. I container vengono impiegati nella sterilizzazione a vapore e mantengono la sterilit per 30 giorni; confezionamento in cesti con cerniere: i cesti sono contenitori in metallo di varia forma e misura, provvisti di bande scorrevoli sui dorsi, finalizzate ad aprire o chiudere i fori laterali,per permettere il passaggio dell'agente sterilizzantedurante il processo di sterilizzazione. Non si chiudono ermeticamente, vengono impiegati per la sterilizzazione con calore secco e con vapore saturo e la sterilit si mantiene per 24 ore; confezionamento con carta kraft-polietilene: questa modalit prevede l'impiego di buste (didiverse misure) o rotoli costituiti da carta medicale da un lato e da una pellicola di polietilene daJl'altro. Si utilizza per la sterilizzazione a vapore e a ossido di etilene e la sterilit si mantiene per 60 giorni; confezionamento con carta medicai grade: questa carta, crespata, di diverse dimensioni e colori, viene impiegata per la sterilizzazione a vapore e a ossido di etilene. n materiale, che deve essere avvolto in doppio strato secondo una sequenza di manovre particolari, mantiene la sterilit per 30 giorni.
.,

L'operativit

08

LA PREPARAZIONE DEL MATERIALEALLA STERIliZZAZIONE

) ad asportare i residui di detergente; i, introdurre in autoclave materiale ,terilizzazione. Per completezza di . come la sterilizzazione con acido

Il

Naturalmente, l'idonea conservazione del materiale sterilizzato - momento conclusivo di tutto il percorso - rappresenta un'ulteriore garanzia di mantenimento della sterilit raggiunta e di conseguenza dell'uso in sicurezza dello stesso. . Esso deve essere mantenuto in un locale dedicato, pulito, asciutto, deve essere maneggiato

meno possibile, la sua confezione deve rimanere intatta e deve essere regolarmente control-

lata la scadenza della sterilit.

. .. ;',
..

L' operativit

LA CONSERVAZIONE DEL MATERIALE STERILE


i il
:;

tI.,

I concetti

I CONTROLLI DI STERILIZZAZIONE
--.

Per verificare l'efficacia del processo di sterilizzazione

vengono effettuati sistematicamente

--

trolli che possono essere: chimici, fisici, biologici. Le modalit e la frequenza dei diversi controlli cambiano a seconda di ci che deve essere di volta in volta verificato, e cio il processo di sterilizzazione o la sterilit del materiale.

con-

I "PERCORSI" PULITO E SPORCO


Le norme che regolamentano l'edilizia ospedali era prevedono che vi siano dei percorsi differenziati per ci che ritenuto sporco, in quanto proveniente da prestazioni erogate al malato, e per ci che invece ritenuto puMa, perch necessario allo svolgimento di attivit sul malato.

In particolare sono da considerare "sporco": la biancheria sporca, i rifiuti, lo strumentario

chi-

rurgico prima del suo invio alla centrale di sterilizzazione. Indipendentemente da quanto dettano le disposizioni di edilizia ospedaliera risulta facile ricondurre l'importanza di questa differenziazione alla necessit di rispettare le pi comuni norme igieniche per poter contrastare efficacemente la diffusione dei microrganismi all'interno della struttura sanitaria e pi specificatamente nelle unit operative. peculiare evitare, sempre e in ogni caso la sovrapposizione delle "operazioni sporche" con le "operazioni pulite". Gli esempi che seguono, possono contribuire a migliorare la comprensione di questo sem. plice ma fondamentale concetto. Non corretto, per esempio: allontanare la biancheria sporca contemporaneamente all'arrivo di quella pulita; stoccare rifiuti o biancheria sporca insieme a biancheria pulita o altro materiale pulito: allontanare i rifiuti contemporaneamente all'arrivo di farmaci o presidi;

allontanare i rifiuti o la biancheria contemporaneamente all'arrivo dei carrelli termici


nenti gli alimenti;

conte-

cambiare glistrumenti sporchi con quellipulitinello stesso momento anzich in momenti diversi.

I SISTEMI DI PROTEZIONE?
Negli ultimi anni, la produzione di leggi che dettano disposizioni relative alla sicurezza sui luoghi di lavoro e alla protezione da rischi specifici (es: rischio di contagio da HIV) stata importante. Un riferimento per tutti, il Decreto Legislativo 19 settembre 1994, n. 626 (e successive ma-

7 Per una trattazione pi approfondita relativamente al tema della sicurezza del lavoratore, del luogo di lavoro e all'uso dei dispositivi di protezione individuale si rimanda alla lettura del Capitolo 6 - Disposizioni in
materia di protezione della sicurezza dei lavoratori.

Elementi di igiene ."CAPITOLO 7

'ERIALE STERILE
ve4icyII>1 TASCABILE

)NE
---------

recante ilseguente titolo: "Attuazione delle direttive 89/39I/CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE, dinche) 89/656/CEE,90/270/CEE, 90/394/CEE e 90/679/CEE riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro". L'applicazionedelle disposizioni dettate dalla norma di cui sopra ha reso necessaria una mapaturadei rischi e delle situazioni che pi frequentemente possono condizionare la salute dei favoratori e la sicurezza del luogo di lavoro. All'interno delle strutture sanitarie, questa analisi ha portatoall'individuazione dei seguenti rischi: rischio biologico: contatto con materiale biologico, con strumenti diagnostico-terapeutid, con pazienti, inquinamento ambientale; rischio chimico: attivit di sala operatoria (gas anestetici), uso di antisettici, impiego di disinfettanti (alcoli, acidi, alcali, aldeidi, fenoli, composti dell'ammonio quaternario) per la disinfezione di strumenti e dell'ambiente; rischio fisico: radiazioni ionizzanti, radiazioni non ionizzanti (microonde, raggi ultravioletti, laser), rumore, vibrazioni, elettricit, microclima; rischio da movimentazione manuale dei carichi (organizzativo-procedurale): sollevamento e spostamento di carichi, sollevamento e spostamento delle persone assistite; rischio di incendio: uso di gas (per esempio: anestetici, per la sterilizzazione), uso di sostanze chimiche infiammabili, uso di apparecchiature elettriche ecc.
Tra gli obblighi che la norma, prevede a tutela dell'operatore vi l'impiego di dispositivi di protezione individuale (DP\). A essi dedica un intero titolo, il IV e li identifica in qualsiasi indumento/strumento che deve essere utilizzato e tenuto dal lavoratoreper proteggersi dai rischi e dalle condizioni che possono injluire sulla tutela della salute e sulla sicurezza del luogo di lavoro (art. 40, comma I). Oltre a precisare che non sono da considerare dispositividiprotezione individuale gli indumenti di lavoro ordinari (art. 40, comma 2), ne declina i requisiti specificando che essi devono (art.42, comma 2): essere adeguati ai rischi da prevenire, senza comportare di per s un rischio maggiore; essere adeguati alle condizioni esistenti sul luogo di lavoro; tenere conto delle esigenze ergonomiche o di salute del lavoratore; poter essere adattati a chi li impiega secondo le sue necessit. Chiarisce che nel caso di rischi multipli che richiedono l'uso contemporaneo di pi dispositivi di protezioneindividuale, questi devono essere compatibili e tali da mantenere anche nell'uso simultaneo,la propria efficacia nei confronti del rischio o dei rischi individuati (art. 42, comma 3). La 626 in questo titolo, oltre a quanto sopra, detta disposizioni precise relative agli obblighi ,del datore di lavoro e del lavoratore. Quelli del lavoratore sono cos descritti (art. 44, comma l, 2.3,4,5): i l~oratori si sottopongono al programma diformazione e addestramento organizzato dal datore dIlavoro nei casi ritenuti necessari;
i lavoratori utilizzano i DPI messi loro a disposizione conformemente all'informazione e alla formazione ricevute e all'addestramento eventualmente organizzato; i lavoratori, hanno cura dei DPI messi loro a disposizione e non vi apportano modifiche di propria iniziativa; al termine dell'utilizzo i lavoratori seguono le procedure aziendali in materia di riconsegna dei DPI; i lavoratori segnalano immediatamente al datore di lavoro o al dirigente qualsiasi difetto o in"

no effettuati sistematicamente

Con-

a seconda di ci che deve essere di ) la sterilit del materiale.

IOche vi siano dei percorsi differenprestazioni erogate al malato, e per imento di attivit sul malato. sporca, i rifiuti, lo strumentario chiedilizia ospedaliera risulta facile nit di rispettare le pi comuni norme dei microrganismi all'interno della ve. ione delle "operazioni sporche" con .re la comprensione )io: di questo sem-

tll'arrivo di quella pulita; pulita o altro materiale pulito: maci o presidi; ~all'arrivo dei carrelli termici contenomento anzich in momenti diversi.

ioni relative alla sicurezza sui luoghi Intagio da HIV) stata importante. Ibre 1994, n. 626 (e successive ma-

sicurezza

del lavoratore,

del luogo di la-

lla lettura del Capitolo 6 - Disposizioni

in

conveniente da essi rilevato nei DPI messi loro a disposizione.

PARTE

TERZAArea igienica-shitaria e tecnica-operativa


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Nocivo

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I

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Irritante Contiene acido cloridrico 13,5% circa. Irritante per gli occhi, le vie respiratorie e la pelle. In
caso di contatto con la pelle, lavarsi immediata_ mente e abbondantemente con acqua. In caso di contatto con gli occhi, lavare immediatamente e abbondantemente con acqua e consultare un medico. Non utilizzare insieme a ipoclorito di sodio o tavolette a base di cloro, pu emettere gas pericolosi.

,
I
I

Contiene percabonato di sodio, pu provocare l'accensione di sostanze combustibili. Nocivo per ingestione, irritante per gli occhi e la pelle, In caso di ingestione consultare immediatamente un medico e mostrargli contenitore ed etichetta. In caso di contatto con gli occhi, lavare immediatamente e abbondantemente con acqua e consultare un medico. Non utilizzare con ipoclorito di sodio.

Nome commerciale

l
I

Corrosivo Contiene idrossido di sodio (8,75%). Provoca gravi ustioni. Se ingerito, non indurre il vomito, ma far bere parecchi bicchieri di latte o acqua e consultare un medico. In caso di contatto con gli occhi o la pelle lavare immediatamente con acqua e consultare un medico. Togliersi di dosso immediatamente gli indumenti venuti a contatto con la sostanza. Durante "uso, utilizzare guanti adatti e proteggere occhi e viso.

Figura 7.10 l simboli e le caratteristiche

di pericolosit.

forte il richiamo alla responsab!it individuale nella scelta, nell'uso e nella manutenzione dei dispositivi di protezione individuale, La scelta e l'impiego devono derivare, oltre che dal rispetto di protocolli e procedure specifiche, anche dalla conoscenza approfondita di ci che l'operatore per l'esercizio delle sue funzioni impiega e dal cui uso discende la necessit dei OPI. A questo proposito, i disinfettanti e i detergenti ne sono un esempio Decidere di usare i guanti in gomma, i camici o i grembiuli impermeabili piuttosto che le mascheri ne o gli occhiali protettivi, o addirittura pi di un dispositivo contemporaneamente, deve essere il risultato della attenta let-

tura delle caratteristiche di pericolosit della sostanza in questione. Esse solitamente sono riportate sulla scheda tecnica o sull'etichetta posta sul contenitore, unitamente alle prime azioni da intraprendere in caso di contatto diretto con occhi, cute, vie aeree. Gliesempi riportati nella figura 7,l Ovogliono essere una chiara illustrazione di quanto sopra espresso.

Elementi di igiene CAPITOLO 7

-commerciale
~ L'AMBITO

SANITARIO

IL CASO DI ANDREA
Irritante
acido cloridrico 13,5% circa. Irritante :chi, le vie respiratorie e la pelle. In )ntatto con la pelle, lavarsi immediata_ .bbondantemente con acqua. In caso di :on gli occhi, lavare immediatamente e Itemente con acqua e consultare un meutilizzare insieme a ipoclorito di soolette a base di cloro, pu emettere :olosi.
~ ~--~

che lavora da sei anni in ospedale, Per i primi cinque anni ha lavorato . nUn'unit operativa di Otorinolaringoiatria e ora, da un anno, stato trasferito prl'sso un'unit operativa di relativamente piccola, ha solo quindici posti letto, ,1Ccoglie persone di tutte ~ stroenterologia. Quest'ultima, I ~ascedi et con patologie dell'apparato gastroenterico, sia in regime di ricovero programmato che urgente. ;urante un turno di notte, verso le 23, mentre sta risistemando i carrelli della bianl heria, suona un campanello. Andrea, dopo aver verificato sull'apposito pannello di controllo da quale settore proviene la chiamata, si reca nella stanza di degenza. Nella stanza sono degenti due persone, il signor Giuseppe di 64 anni, che sar dimesso l'indomani, e il signor Simone, accolto da due giorni per eseguire accertamenti diagnostici finalizzati ad approfondire l'indagine sui disturbi gastrointestinali recentemente insorti e la cui natura non chiara. A chiamare stato il signor Simone perch da una decina di minuti gli comparsa una forte nausea e conati divomito. Mentre parla con lui Andrea si accorge che il Simone pallido e sudoranle I segni rilevati e i sintomi riferiti fanno decidere ad Andrea di richiedere l'intervento dell'infermiere e, mentre si affaccia sulla porta della stanza per richiamare la sua attenzione, sente i/signor Simone che, con tono di voce che esprime preoccupazione, gli dice: liMi aiuti, faccia presto mi viene da vomitare!"

A drea un operatore socio-sanitario

Mentre chiama l'infermiere Andrea della divisa - e si accinge ad aiutare


Provoca vomito, acqua e o con gli con acji dosso contatto e guanti

calza un paio di guanti in lattice


il signor lo aiuta Simone. di sentirsi

ne tiene sempre un paio nella tasca


meglio perch al suo conforte-

Dopo aver vomitato

il signor Simone dice a Andrea

molto spossato ma un pachino la biancheria

almeno non ha pi la nausea. Andrea allontanamento secondo il protocollo

a cambiarsi,

cambia

del letto e provvede

in uso, si accerta

che il signor Simone sia in una posizione

vole, si toglie i guanti e torna nella stanza di deposito a finire di sistemare la biancheria. Dopo circa un'ora l'infermiere chiede a Andrea di misurare la febbre al signor Alberto,

degente nella stanza

accanto a quella del signor Simone. Andrea interrompe nuovamente la sistemazione dei carrelli della biancheria, ormai quasi conclusa, calza i guanti in lattice e va a posizionare il termometro al signor Alberto, impaziente di conoscere i valori della temperatura che secondo lui ancora molto altJ.

:elta, nell'uso e hella manutenzione' :0 devono derivare, oltre che dal n;cenza approfondita di ci che l'opejiscende la necessit dei OPI.Aquempio. Decidere di usare i guanti in mascheri ne o gli occhiali protettivi, e essere il risultato della attenta letuestione. Esse solitamente sono nlitore, unitamente alle prime azioni vie aeree, chiara illustrazione di quanto sopra

Domande per l'approfor.dimentoe la discussione


1. Quali sono stati gli errori di Andrea? 2. Perch Andrea ha sbagliato? 3. Che cosa avrebbe dovuto/potuto 4. Quali sono le situazioni fare Andrea? i I verificarsi di errori di questo tipo? che favoriscono

5. Che cosa si potrebbe fare per evitare che errori simili si verifichino?

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