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DA ZOLA A INTERNET, LETERNO DUELLO SU LOURDES

Accuse, documenti e liti per negare o sostenere i miracoli Vittorio Messori Su Internet sembra essersi riaccesa quella guerra di Lourdes che, nellottocento, riempi gazzette e pamphlets . II film che Jessica Hausner ha dedicato al maggior santuario mariano del mondo, ha risvegliato la sfida tra credenti e increduli. In blog e forum, alia convinzione dei primi si oppongono i dubbi e le negazioni degli altri, soprattutto quanto ad attendibilita delle guarigioni dichiarate prodigiose. Ma alcuni la mettono sul piano storico, riesumando magari vecchie leggende, piu volte sfatate a suon di documenti ma che ora ritornano. In quel regno del secondo me che e Internet, Lourdes e una provocazione ghiotta, com un intrecciarsi impressionante di pareri opposti, spesso tanto piu appassionati quanto piu disinformati, sia per chi difende il si che per chi sta per il no. Proprio per questo puo essere inlcressante anche oggi vedere come abbiano reagito davanti alia Grotta i tre che, nella Francia dell'epoca, simboleggiavano la nuova cultura in polemica con la superstizione clericale: Auguste Voisin, Emile Zola, Ernest Renan. Cominciamo da Auguste Voisin, il pi celebre psichiatra che, alTuniversit di Parigi, cosi insegnava: Bernadette Soubirous una demente allucinata che i preti, dopo averla utilizzata, hanno rinchiuso in un remoto monastero. II vescovo di Nevers indirizzava al professore una lettra aperta, pubblicata dai giornali, dove si precisava che la giovane si

trovava nella sua citt nel convento delle Suore delia Carita avendolo liberamente scelto, dopo ben otto anni di riflessione, ed era libera di andarsene in qualunque momento. Inoltre, invitava Voisin a venire, a spese delia diocesi, a visitare come e quanto volesse la religiosa, per constatarne la perfetta salute nervosa e mentale. Ma dal docente delia Sorbona, malgrado i solleciti, non giunse mai alcuna risposta. Ecco ora Emile Zola, il maestro dei naturalismo ateo. Deciso a smascherare rimpostura dei preti, neiragosto dei 1892 si imbarc sul treno dei malati dei Pellegrinaggio Nazionale. Stette a Lourdes una decina di giorni, ma passo solo due ore al Bureau medico. Eppure, cosa straordinaria, in quel tempo brevssimo si presentarono due dorme sanate in modo spettacolare. Per prima Marie Lemarchand, 30 anni, il volto orribilmente devastato da lpus tubercolotico, i polmoni distrutti, il respiro affannoso. Fu portata al Bureau da un medico belga sconvolto: Taveva vista prima e dopo Timmersione e aveva constatato la sparizione istantanea delle plaghe. Gli esami proveranno che erano scomparsi anche i bacilli delle tisi. In effetti, gi data per moribonda, vivr ancora 40 anni e avr cinque figli. Zola, che Taveva vista anch'egli prima e dopo, scrisse nel romanzo che vi era stato solo un lieve miglioramento, presto sparito, dovuto alio choc da pellegrinaggio. Ma se la Lemarchand si limito a sorridere delle deformazioni dello scrittore e a pregare per lui la Vergine di Lourdes, non cosi la popolana Marie Lebrauchu, che si offerse come parte lesa nel processo per diffamazione contro Zola che molti chiedevano a gran voce. In effetti, le testimonianze sono unanimi: sul marciapiede delia stazione di Parigi, lo scrittore Taveva osservata sulla barella e aveva esclamato: . II fatto che la Grivotte, come lato: . n fatto che la Grivotte, come la chiam nel suo romanzo, guari dawero e fu portata

essa pure al Bureau in quelle due ore in cui vi era Zola. Ridotta a 30 chili, tisica alTultimo stadio, coperta di piaghe purulenti, quando fu immersa nelTacqua fu scossa una brivido impressionante, allontan con forza le infermiere che la sostenevano e ando, sulle sue gambe , fino alia Grotta. Quando Zola la vide guarita , tutti osservarono che, divenuto pallido, barcoll. Ci non gli impedira di parlare, anche qui, di una assurda guarigione nervosa, seguta poi da una ricaduta e dalla morte al ritorno a Parigi. E invece, la vera Grivotte visse ancora 30 anni, si spos ella pure, ebbe due figli e divenne inserviente al grande magazzino Au bon marche. Imbarazzato dalle lettere ai giornali delia miracolata, che non sopportava la mistificazione, Zola ando a trovaria nella sua soffitta e le propose di pagaria bene se accettava di trasferirsi nel Blgio, smettendola con le denunce pubbliche. In quel momento, torno il marito, solido operaio, che butt il romanziere giu per le scale, gridando : Va al diavolo , falso scribacchino!. I giornali riferirono la clamorosa scenata. Infne, il terzo testimone, Ernest Renan, r ex-seminarista che con la sua Vie d Jesus, uno dei maggiori best seller delottocento si propose egli pure si smascherare Ia credulit Cristiana. Anche per lui, Lourdes costituiva un imbarazzante problema e, per cercare di rimuoverlo ricorse, pure stavolta, al denaro. In effetti, un suo intermedirio (gli archivi ne hanno conservato il nome) offri ben 40.000 franchi a Dominique Jacomet. Costui era il commissario di polizia a Lourdes al tempo delle apparizioni e, attiratosi il malcontento popolare, era stato trasferito. Aveva dunque dei rancore e Renan, saputolo, gli propose la grossa somma se lo avesse aiutato a scrivere un pamphlet contro quanto era awenuto e aweniva sotto i Pirenei. Ma Jacomet era cattolico, Renan per i cattolici era una sorta di anticristo e i 40.000 franchi furono rifiutati.

Insomma, non deformazione apologtica, una dato oggettivo: il match tra fedeli e intellettuali increduli, si chiuse, almeno nella Francia dellottocento, con un secco 3 a 0 per i credenti. CORRIERE DELLA SERA, 23/02/2010, p. 31

Ancora su Zola e Lourdes di Vittorio Messori Pubblichiamo quanto apparir, a firma di Messori, sul numero di maggio del mensile "Il Timone", a proposito di un articolo sul Corriere della Sera riportato anhe da questo sito. Parlare di Lourdes provoca ancora oggi passioni contrastanti, che vanno dallamore allavversione. Lo ho constatato anche di recente, scrivendo un articolo per il Corriere della Sera dove parlavo dei falsi pi evidenti creati attorno alla verit dellapparizione. Mi sono visto aggredito, spesso con autentico odio, su siti Internet,soprattutto per i cenni dedicati a Emile Zola. Ho dunque inviato al direttore del quotidiano una precisazione. Di comune accordo abbiamo poi deciso di non pubblicarla sul Corriere, anche per non dare a quegli aggressori la soddisfazione di essere presi sul serio sulle colonne del pi diffuso giornale italiano. Sento doveroso, per, metterne al corrente i lettori dei Il Timone perch, se trovassero traccia sulla Rete di quelle polemiche, sappiano come stanno le cose, anche perch di questo poco onorevole aneddoto sullo scrittore francese (ma di padre veneziano) abbiamo parlato anche in una puntata di recente di questo Vivaio. Ecco, dunque, la mia lettera a Ferruccio de Bortoli: Tutti hanno diritto alla giustizia, soprattutto coloro che non possono pi difendersi : i morti. Qualcuno ha pensato che io pure abbia peccato di ingiustizia nei rapidi tratti dedicati sul Corriere del 23 febbraio a Emile Zola. Questo maestro del naturalismo ateo, osserv il pellegrinaggio nazionale francese

del 1892 a Lourdes e ne trasse un romanzo che, a quanto dichiar, doveva essere di storia, di cronaca, di verit. Un reportage, dunque, travestito da romanzo, una inchiesta sotto forma letteraria. In realt, lo scrittore ebbe la ventura di assistere a due guarigioni clamorose, riconosciute poi come miracoli, le constat nella sede stessa del Bureau medico del santuario ma ne scrisse, poi, come se si fosse trattato di momentanei miglioramenti dovuti a cause psichiche e seguiti da fatali ricadute. Una delle miracolate, Marie Lebranchu (che Zola chiama La Grivotte) non si rassegn al falso e protest pubblicamente, ricordando come la sua guarigione fosse stata totale e durevole, tanto che tre anni dopo lo scrittore and a trovarla e le promise di pagarla bene se si fosse tolta di torno, andando in Belgio, da dove veniva il marito. Ora: sul web e su giornali, alcuni affermano polemicamente che avrei dato credito a una vecchia, infondata calunnia da apologetica cattolica, per giunta su una testata laica e colta come il Corriere. Doveroso, dunque, dire come stanno le cose. Ho qui, sul tavolo LOeuvre de Lourdes (Paris, 1908) di Gustave Boissarie. Non un dottorucolo di provincia ma un professionista stimato, uscito dalla Universit di Parigi, attivo in una clinica della Capitale, che buon cattolico- accett a 50 anni di dirigere lUfficio medico di Lourdes. Fu lui ad accogliere Zola con piena disponibilit e ne fu mal ripagato, ridotto nel romanzo a poco pi che una macchietta. Ebbene, in questo rigoroso saggio di 400 pagine, Boissarie ricorda (pp. 315 ss.) le sue visite alla Lebranchu guarita, che gli disse, testualmente: << Ho visto Zola tre anni dopo la mia guarigione. Venne da noi per chiederci di andare in Belgio. Ci assicur che, se andavamo allestero, non ci sarebbe mancato niente>> . Il dr. Boissarie organizz affollati

incontri pubblici a Parigi,dove la Lebranchu dava la sua testimonianza di miracolata e denunciava il tentativo di toglierla di mezzo, ma Zola, pur invitato,non volle mai partecipare a quei dibattiti. Lo stesso dr. Boissarie lo and a trovare a casa, ma non riusc a farlo uscire allo scoperto. La stampa, anche non cattolica, fece clamore sulla proposta alla Grivotte di espatriare ma lo scrittore, pur attentissimo alla sua immagine sui giornali, non volle mai replicare, ripetendo solo che dei suoi personaggi faceva quel che voleva. Smentendo cos, per, la definizione di roman-vrit che aveva dato al suo libro, vera opera di propaganda antireligiosa. Il volume del medico di Lourdes divenne poi un best seller ma nessuno tra gli amici, i familiari, i critici di Zola, morto da poco, sment quellepisodio. Unassenza di repliche che segu un altro best seller, pubblicato nel 1958 (Cent ans de miracles a Lourdes) da Michel Agnellet: non un cronista corrivo, ma un saggista noto, responsabile di una delle maggiori agenzie di stampa. La visita alla Lebranchu, qui, era ampliata con ancor maggiori particolari, frutto di inchiesta negli archivi, ma le ristampe si susseguirono senza che giungesse alcuna precisazione da qualche studioso. Ren Laurentin, il maggior storico di Lourdes, docente in varie universit, anche americane, disse di essere certo del tentativo di Zola presso la donna. Nel grande silenzio laico, spicca solo, che io sappia, la voce di un devoto di Zola, Henri Guillemin (Zola, lgende ou vrit?, Julliard,1960) che, preso dal dubbio che non si tratti di un ragot, un pettegolezzo, fa un ipotesi. E lo fa in una nota frettolosa: lo scrittore sarebbe andato s dalla miracolata, ma sarebbe stato frainteso: in realt, nel suo buon cuore, voleva portare un aiuto economico a questa commessa di grande magazzino che, da moribonda, era divenuta madre di famiglia. Ma in realt lavorava anche il marito, operaio specializzato, e non si vede il perch di

unelemosina, per giunta dopo tre anni. C poi il Lourdes pubblicato nel1999, in inglese (edizioni Allen Lane-Penguin) da Ruth Harris, docente di storia a Oxford, ebrea e agnostica, specialista di letteratura francese dellOttocento. A pag. 423, linsospettabile Harris giudica storico lepisodio della visita di Zola. In ogni caso, vista la folla di testimonianze da una parte (il dossier della stampa francese dellepoca sul caso Lebranchu rilevante) e il silenzio ormai secolare, infastidito, dallaltra parte, del tutto ingiustificata laccusa di rilanciare argomenti apologetici inattendibili. E, dunque, di avere peccato contro la giustizia nei riguardi del celebre scrittore.

DE ZOLA INTERNET, O ETERNO DUELO SOBRE LOURDES - Vittorio Messori A internet parece ter reacendido a guerra de Lourdes que, no sculo XIX, encheu jornais e panfletos. O filme de Jessica Hausner, dedicado ao maior santurio mariano do mundo, despertou a polmica entre crentes e descrentes. Em blogs e fruns, convico dos primeiros vm se opor dvidas e objees dos outros, especialmente em relao confiabilidade de curas declaradas prodigiosas. Nesse reino do achismo, que a Internet, Lourdes uma provocao tentadora, em que se entrelaam um nmero impressionante de opinies opostas, tanto mais apaixonadas quanto desinformadas, seja para os que a defendem como para os que preferem dizer no. Sobretudo por isto, interessante, ainda hoje, saber como reagiram Gruta os trs que, na Frana da poca, representavam a nova cultura em oposio superstio clerical: Auguste Voisin, Emile Zola e Ernest Renan. Comecemos por Auguste Voisin, o clebre psiquiatra do momento, que na Universidade de Paris professava o seguinte: "Bernadette Soubirous uma demente com alucinaes, que os padres, depois de usada, trancaram num remoto convento". O bispo de Nevers enviou ao professor uma carta aberta, publicada nos jornais, onde declarava que a menina estava em sua cidade natal, no convento das Irms de Caridade, numa deciso que tomou livremente, depois de oito anos de reflexo, estando livre para sair na hora que quisesse. Alm disso, convidava Voisin, s custas da diocese, a visitar a freira, como e quando desejasse, para constatar a sua perfeita sade nervosa e mental. Mas, apesar do convite, o professor da Sorbonne nunca respondeu ao bispo. Eis agora Emile Zola, o mestre do naturalismo ateu. Determinado a desmascarar a impostura dos padres, em agosto de 1892 embarcou no trem da Peregrinao Nacional, cheio de doentes. Ficou dez dias em Lourdes, mas passou somente duas horas no gabinete mdico. No entanto, algo de extraordinrio ocorreu nesse breve tempo: apresentaram-se duas mulheres curadas de modo espetacular. Primeiro, foi Marie Lemarchand, de 30 anos, que tinha o rosto horrivelmente devastado pelo lpus da tuberculose, com os pulmes destrudos, a respirao ofegante. Foi levada ao gabinete por um mdico belga espantadssimo: tinha-a visto antes e depois da imerso nas guas, constatando a imediata desapario das feridas. Exames mostravam que at os bacilos da tuberculose haviam desaparecido. Com efeito, j dada como morta, a mulher viveria mais 40 anos e teria cinco filhos. Zola, que tambm a tinha visto antes e depois, escreveu, em seu romancereportagem Lourdes, que ocorrera apenas uma leve e efmera melhora, provocada pelo efeito da peregrinao. Mas, enquanto a senhora Lemarchand se limitou a sorrir da modificao literria do escritor, e rezou Virgem de Lourdes por ele, o mesmo no ocorreu com a simples Marie Lebrauchu, que se ofereceu como parte lesada no processo de difamao movida contra Zola, solicitado por muita gente. Na verdade, os testemunhos eram unnimes: na calada da estao de Paris, o escritor a observara na maca e tinha exclamado. O fato que "Grivotte", como ele a chamou em seu romance, curou-se de fato e foi levado ao gabinete mdico no momento em que ali esteve Zola. Reduzida a 30 quilos, no ltimo estgio da tsica, coberto de feridas purulentas, quando fez a imerso nas guas foi logo sacudida por um arrepio impressionante: empurrou com fora a enfermeira que a sustentava e caminhou sozinha, com suas pernas, at a Gruta. Quando Zola a viu curada, todos observaram que, subitamente plido, cambaleou. Isso no o impede de falar, em seu romance-reportagem, de uma absurda "cura nervosa", seguida depois de uma recada e da morte ao chegar em Paris. Ao contrrio, a verdadeira Grivotte ainda viveu mais 30 anos, tambm se casou, teve dois filhos e tornou-se balconista na loja Au Bon Marche. Constrangido com as cartas que a

curada enviava aos jornais, por no poder suportar a mistificao, Zola procurou-a em seu pequeno apartamento e props que ela, em troca de uma bela quantia, se mudasse para a Blgica, parando com as denncias pblicas. Naquele momento, voltava o marido, um operrio troncudo que atirou o romancista pelas escadas, gritando: "Que o diabo te carregue, escritorzinho de merda!" Os jornais noticiaram a formidvel cena. Finalmente, a terceira testemunha, Ernest Renan, ex-seminarista que com sua Vida de Jesus, um dos maiores best-sellers do sculo XIX tambm se propunha desmascarar a credulidade crist. Tambm para ele, Lourdes foi um problema embaraoso e, para tentar remov-lo, tambm recorreu ao dinheiro. Na verdade, seu intermedirio (os arquivos mantm o seu nome) ofereceu 40.000 francos para Dominique Jacomet, que era comissrio de polcia na poca das aparies em Lourdes. Depois de provocar descontentamento popular, Jacomet tinha sido transferido. Estava, pois, ressentido, e Renan, que sabia do fato, ofereceu-lhe a grande quantia em troca de ajuda para a redao de um panfleto contra o que aconteceu e acontecia nos Pirineus. Mas Jacomet era catlico, Renan para os catlicos era uma espcie de Anticristo e os 40.000 francos foram rejeitados. Em suma, no presso apologtica, um fato objetivo: o jogo entre intelectuais crentes e descrentes est encerrado, pelo menos na Frana do sculo XIX, com goleada de 3 a 0 para os crentes.

Una Lourdes troppo buia per essere vera Vittorio Messori, Corriere della Sera del 12 febbraio 2010 La prospettiva di Jessica Hausner nel suo Lourdes dichiarata subito, sin dalla scena iniziale, collinquadratura dallalto della sala da pranzo per i pellegrini. Nessuna finestra, ma una luce artificiale fioca, su un ambiente claustrofobico: nero il pavimento, nere le pareti cui sono appesi crocifissi neri, nere le gonne e i pantaloni del personale, neri i mantelli delle hospitalires con la croce di Malta, nere le divise dei Cavalieri dellOrdine, neri i clergyman dei preti. A quei tavoli funerei prende posto,in silenzio, una turba da corte dei miracoli di nani, paralitici, cancerosi, assistiti da volontari tanto formalmente educati quanto distratti o perplessi (che ci faccio, qui?), vivi solo nello scambio di sguardi tra ragazze col velo e giovanotti col basco. Poca, pochissima luce in tutto il film, la cui cifra cromatica il plumbeo: nuvole nere nel cielo persino nelle pochissime scene allaperto. Anche la benedizione eucaristica del pomeriggio lappuntamento quotidiano pi amato dai pellegrini, assieme alla processione notturna con le fiaccole non girata, come nel vero, sulla grande, luminosa Esplanade che fronteggia i tre santuari sovrapposti. No, la Hausner ha scelto di ambientarla nellenorme chiesa sotterranea, dove non penetra alcuna luce. Poca luce pure per la lugubre festicciola finale. E buia, ovviamente, la scena topica della guarigione miracolosa o casuale che sia della tetraplegica venuta a Lourdes non per fede, ma per sfuggire dalla casa dove il male la imprigiona. Crediamo abbia visto bene la UAAR, Unione degli atei e degli agnostici razionalisti nellattribuire a questo film il suo beffardo premio intitolato a Brian, dal nome di una

dissacrante pellicola su Ges. Dicono, questi atei organizzati, che lopera della Hausner potr aiutare a perdere la fede chi non ancora approdato a una visione disincantata e scettica. Pure la Massoneria ha espresso il suo apprezzamento. Che dire, allora, del premio attribuito dagli uomini di cinema cattolici, riuniti in unassociazione riconosciuta ufficialmente dalla Santa Sede? Che dire della diocesi milanese che ha deciso di sponsorizzare questopera, diffondendola nelle parrocchie? Verrebbe in mente quanto mi disse un Umberto Eco ironicamente deluso, quando analoghi premi cattolici (uno, addirittura dalla Loyola University, lateneo dei gesuiti americani) furono attribuiti al film tratto dal suo Il nome della rosa: Io ho faticato per fare un libro radicalmente agnostico se non ateo, sperando di suscitare un dibattito infuocato. E invece no, sti preti mi fregano , applaudendomi e riempiendomi di premi. Quasi quasi ho nostalgia dei bei, vecchi tempi della Santa Inquisizione. Quei tosti domenicani erano meno noiosi del frate e del sagrestano adulti che, entusiasti, acclamano il miscredente. Ma s, sarebbe facile sorridere del masochismo clericale, cui peraltro siamo ormai rassegnati. Qui, per, occorre forse riconoscere delle attenuanti. In effetti, a una prima lettura il film della regista austriaca (la solita ex-cattolica: lOccidente ne ormai pieno) pare accattivante per i devoti. Non c nulla dellanticlericalismo di un Emile Zola che si intrufol, da anonimo, nel Pellegrinaggio Nazionale francese e ne trasse il suo fazioso romanzo, dove tutto inizia, per lui, da une pauvre idiote, da una piccola isterica chiamata Bernadette. Nulla, qui, delle invettive delle Logge ottocentesche, che chiedevano la chiusura manu militari di Lourdes per abuso della

credulit pubblica, nonch per ragioni igieniche. Il vecchio mangiapretismo vociferante ha fatto posto, nella Hausner, a un ateismo radicale, ma politically correct. E una simile negazione della fede -durissima nei contenuti, ma molto soft nei modi- pu avere depistato i clericali entusiasti. Lateismo, peraltro onestamente dichiarato nelle interviste, non sta tanto nella barzelletta del capo dei Cavalieri hospitaliers (la Madonna che vuole andare a Lourdes, perch non vi mai stata), battuta un po blasfema che svela lincredulit di quei volontari. Non sta tanto nei dubbi dei pellegrini, nel loro spiarsi invidiosi, ciascuno temendo che il vicino di stanza sia guarito e lui no. E non sta neppure in quei cappellani che, alle domande dei malati, replicano con slogan, quasi fossero distributori automatici di risposte apologetiche. No, lateismo radicale del film sta nellannuncio che il cristianesimo morto, perch proprio la cartina di tornasole di Lourdes rivela che sono morte le tre virt teologali che lo sorreggevano: morta la Fede, morta la Speranza, morta anche la Carit, malgrado le apparenze di chi, come i volontari, sembra esercitarla. Ma per amore di s, non dei bisognosi. Per sfuggire alla noia, per trovare un senso o un marito, pi che per aiutare il prossimo. Papa Giovanni defin Lourdes, che molto amava, una finestra che si spalancata allimprovviso, mostrandoci il Cielo. La Hausner, quella finestra la chiude: da qui, la mancanza di luce, il senso di oppressione, la claustrofobia, il nero che segnano tutta la sua pellicola. Quel Cielo di Roncalli ormai sbarrato, uccidendo la Speranza. Lesplosione gioiosa dellalba della Risurrezione rimossa a favore di una routine devozionale grigia, noiosa, segretamente ipocrita. Ma sul serio cos? Chi ha esperienza

vera di Lourdes sa (e non retorica) che questo il regno del dolore ma anche della gioia; della disperazione e della speranza; del dubbio e della fede; dellegoismo di mercanti, osti, professionisti dellassistenza e della generosit di infiniti anonimi. Un impasto contradditorio, certo, ma pieno di vita e plasmato, malgrado tutto, da una fede tenace, che non si arrende. Vi sono talvolta nubi, sui Pirenei. Ma, ancor pi spesso, vi splende un sole caldo. La Hausner ha le sue ragioni, cui va il nostro rispetto. Ma, attorno alla Grotta quella vera, non quella della ex allieva delle suore che ha perso la fedec un braciere che continua ad ardere, simboleggiato dalle mille candele accese giorno e notte, da 150 anni. Non c il cero ormai spento, o solo fumigante, che vorrebbe questo film, tanto eccellente nella tecnica quanto unilaterale nei contenuti. Vittorio Messori, Corriere della Sera del 12 febbraio 2010

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