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Aprile 2004
INDICE IL QUADRO DI RIFERIMENTO Pag 2
• Lo sviluppo metodologico della qualità
• I clienti e le parti interessate
• Lo sviluppo organizzativo
• Scheda: Otto strategie da scegliere
• Scheda: Decalogo della qualità
Figura 1
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Un cammino non per I concetti essenziali che concorrono a formare la visione moderna della
scoprire nuove terre,
ma per avere nuovi
qualità sono:
occhi • il valore globale percepito dall'utente-cliente;
M. Proust • la qualità dei processi aziendali;
• il rapporto fornitore-cliente all'interno dell'azienda
• la strategia del miglioramento continuo;
• l'estensione dell'approccio a tutti i settori, livelli e processi aziendali.
3
OTTO STRATEGIE DA SCEGLIERE
1. La tenaglia o lo schiaccianoci
G. Chandezon Avviare una operazione di Qualità Totale a monte e a valle di
Visitez la qualité totale un'isola di resistenza.
Chotard Editeur
Rouen, 1990 Ad esempio: fare un'azione sulla Direzione e sugli operatori per
innovare i quadri intermedi.
2. Testa di ponte o rimorchiatore
Avviare una operazione di Qualità Totale laddove il terreno è più
favorevole e puntare sulla pedagogia del successo e sulle forze
trascinanti.
Ad esempio: operare in un reparto scelto con cura.
3. Il campione o il pesce-pilota
Proporre un' operazione di Qualità Totale a qualche membro
dell'organizzazione e puntare su una sinergia progressiva.
Ad esempio: chiedere dei volontari per una < operazione pilota>.
4. L'elettrochoc o l'uppercut
Organizzare una operazione di Qualità Totale in un punto
nevralgico dell'azienda, laddove le cose non funzionano, e tentare
di farne un esempio valido: < o la va o la spacca >. E' una
strategia che richiede energia e coraggio temerario.
5. Il sottomarino o il cavallo di Troia
Guidare una operazione di Qualità Totale sperimentale in modo
soffice e confidenziale, ma con il rischio di realizzare dei circoli
di iniziati. Occorre puntare sulla curiosità e sulla gelosia.
6. Il super-rapido o la vetrina
Avviare un' operazione estesa con slogan del tipo < Festival della
Qualità, Anno della Qualità > ecc. con grande pubblicità,
consegna di trofei, e così via. I < prodotti > dell'azienda vanno
messi in vetrina.
7. La cascata o la torta a più piani
Avviare un' operazione di Qualità Totale in modo ponderato,
sistematico, strato gerarchico per strato gerarchico, fino a
coinvolgere tutta l'azienda.
8. Il bulldozer o la piramide
Avviare un' operazione di Qualità Totale seguendo la catena
cronologica: Servizio Commerciale, Ufficio Tecnico,
Produzione, Amministrazione, Magazzini e Consegne, ecc.
4
I clienti e le parti interessate
5
Lo sviluppo organizzativo
Figura 2
6
In questa ottica le strutture organizzative, i processi operativi, la cultura
aziendale, il management e tutto il personale sono le condizioni che
possono promuovere e concretizzare la costruzione e la crescita di una
vera learning organisation, un'organizzazione tesa all'apprendimento
autovalutazione continuo, all'integrazione e all'autovalutazione diagnostica. Quest'ultima
diagnostica - essenziale per un'efficace pianificazione strategica e operativa - sarà
focalizzata sui fattori chiave di successo, cioè gli elementi rilevanti su cui
agire per produrre risultati (ad esempio: qualità dei prodotti-servizi,
velocità di risposta, flessibilità, coinvolgimento delle risorse umane,
sviluppo e innovazione ecc.).
7
LA QUALITA' DEI SERVIZI
Considerazioni preliminari
La qualità dei servizi è basata sia sul grado di soddisfazione dei bisogni e
delle aspettative degli utenti-clienti e delle parti interessate, che sulla
qualità dei processi di erogazione. E' inoltre essenziale il rapporto
interpersonale tra erogatore del servizio e utente-cliente; la qualità
relazionale - e quindi il comportamento delle persone che prestano il
servizio - è una caratteristica di qualità fondamentale.
cultura della qualità Perchè si realizzi una cultura della qualità dei servizi è necessario un
"salto di qualità" nella nostra visione del mondo. I valori e le norme che
abbiamo assimilato nella cultura nella quale viviamo non sono universali
e atemporali. Sarà sempre più necessario, attraverso modalità non
episodiche, un confronto con altri valori ed altre visioni per procedere in
un cammino di reale e continuo adeguamento e miglioramento.
disservizio Il disservizio è la risultante di una cultura della qualità dei servizi
carente, al cui posto troviamo delle "controculture", o atteggiamenti
mentali come: la cultura della semplice erogazione,
dell'autoritarismo/paternalismo, dello spreco, del clientelismo,
dell'assistenzialismo. Un altro concetto dibattuto in letteratura è quello di
"qualità olistica", che si riferisce alla necessità di integrare una pluralità
di punti di vista (l'utente-cliente, il personale erogatore, l'organizzazione)
e le diverse "dimensioni" della qualità (tecnica, relazionale, economica,
organizzativa, ambientale, d'immagine).
metafora dell'albero La metafora dell'albero può aiutarci a rappresentare la crescita per una
cultura della qualità nel campo dei servizi. Il terreno è l'ambiente, le
condizioni che facilitano o frenano il processo di crescita; le radici sono
gli atteggiamenti mentali e i comportamenti; il tronco sono gli obiettivi
influenzati da valori e bisogni; i rami più grandi sono le capacità e le
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varie competenze necessarie per conseguire gli obiettivi; i rami più
piccoli sono le azioni; i frutti sono i risultati.
Il ruolo del management nella costruzione e diffusione di questo tipo di
cultura è fondamentale perchè orienta i comportamenti e le responsabilità
in modo coerente con la missione aziendale "sentita" e non solo
"pensata".
Responsabilizzate il La cultura del servizio è una "cultura organizzativa" centrata sui valori
vostro personale e fate
per lui ciò che vorreste del rispetto dell'individuo e dell'eccellenza, che devono trovare il loro
che facesse per i vostri primo campo di applicazione all'interno dell'azienda e contraddistinguere
clienti i rapporti a tutti i livelli. Così facendo l'azienda si prende cura dei propri
P. Bloch, R. Hababou,
D. Xardel (v. dipendenti, questi delle particolari esigenze dei processi operativi ed
Bibliografia) entrambi dei bisogni degli utenti-clienti, sia interni che esterni.
sei dimensioni Nei servizi si evidenziano sei dimensioni fondamentali della qualità,
fondamentali strettamente integrate. Le organizzazioni considerano con maggiore o
minore attenzione alcune di esse in funzione del cliente, del contesto, del
mix prodotto-servizio, della natura del servizio.
Qualità tecnica
cosa La qualità tecnica risponde alla domanda < Che cosa si offre a fronte di
un certo prezzo? >; riguarda in genere la soddisfazione dei bisogni
primari del cliente ed è spesso esprimibile con indicatori quantitativi.
Esempi di qualità tecnica: contenuti, grado innovativo, tecniche di
gestione d'aula, nel caso di un intervento formativo; di continuità di
servizio, tempi di risposta, assistenza e informazione, accessibilità,
competenza specifica ecc. per altri servizi.
Qualità relazionale
come La qualità relazionale risponde alla domanda < Come viene erogato il
servizio? > e si riferisce alle modalità di comunicazione e di relazione.
Riguarda il momento di incontro con l'utente-cliente, i comportamenti, la
gestione del rapporto interpersonale. Sono riconducibili a questa
dimensione la cortesia, la disponibilità nell'identificarsi con l'altro e nel
risolvere i problemi, l'attenzione, il supporto informativo, l'adeguatezza
del linguaggio e della gestualità, l'immagine personale ecc.
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Qualità organizzativa
con che cosa La qualità organizzativa risponde alla domanda < Con che cosa l'azienda
eroga il servizio? > e si riferisce ai bisogni di funzionalità, di semplicità e
di efficienza desiderati dall'utente-cliente. Il cliente filtra e valuta sulla
base di segnali inequivocabili: errori, ritardi, lentezze, code, carenza
decisionale, difficoltà nel gestire le eccezioni, complessità dei supporti
(modulistica, strumentazione), mancata gestione del disservizio, richiesta
di operazioni non necessarie, mancanza di chiarezza e informazione,
"palleggiamenti" ecc.
Qualità economica
quanto La qualità economica risponde alla domanda <Quanto spende il cliente?>
per ottenere la soddisfazione dei suoi bisogni. Capovolgendo il punto di
vista, questa domanda vale anche per l'azienda: quanto "spende"
l'organizzazione in termini di efficienza, efficacia, impegno verso la
qualità per assicurare la soddisfazione del cliente? La qualità è una
strategia per gestire al meglio le risorse; la non-qualità assorbe infatti
grandi quantità di risorse, che devono invece essere liberate e indirizzate
al miglioramento e allo sviluppo del servizio.
Qualità ambientale
dove La qualità ambientale risponde alla domanda < Dove l'utente-cliente
riceve il servizio? > e si riferisce sia agli aspetti di facilitazione fisica che
consentono l'ottimale fruizione del servizio, sia agli aspetti di
soddisfazione psicologica del cliente. Essa riguarda, ad esempio, edifici,
accessi, parcheggi, segnaletica, arredi, sportelli, impianti; ma anche le
percezioni di modernità, antichità, calore, sicurezza.
Qualità immagine
da chi La qualità immagine risponde alla domanda <Da chi il cliente riceve il
servizio? > e si riferisce ai bisogni di appartenenza e di identificazione
del cliente stesso. In una realtà come quella dei servizi, dove la carenza
di elementi di verifica e di valutazione a priori rende molto più
complessa la decisione d'acquisto, l'immagine ha un ruolo importante e
riguarda in prevalenza aspetti quali credibilità, leadership, prestigio,
visibilità, esclusività dell'erogatore.
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la condizione necessaria per una differenziazione competitiva, in un
ampio scenario di mercato, ha determinato un crescente interesse per la
valutazione e il miglioramento della qualità.
La misurazione della qualità dei servizi presenta tuttavia molte difficoltà
intrinseche. La natura intangibile rende difficile l'individuazione di
indicatori "oggettivi"; inoltre non è possibile procedere a semplici
ispezioni e controlli ex-ante. L'inseparabilità delle fasi di produzione e
consumo costringe il cliente a valutare la qualità del servizio (risultato e
relativo processo di erogazione) solo dopo averlo ricevuto. Anche
l'eterogeneità delle offerte di servizio può influenzare - positivamente o
negativamente - la gestione e la valutazione della qualità. Tra gli studi
dedicati ad identificare le dimensioni della qualità del servizio, quello di
Parasuraman, Zeithaml e Berry (v. Bibliografia) rappresenta
probabilmente l'analisi più completa e con un maggior taglio operativo.
L'approccio, basato sull'idea che la qualità del servizio sia funzione del
divario aspettative-prestazioni, è sintetizzato nei due schemi riportati qui
di seguito. Le dieci dimensioni della qualità del servizio indicate sono
state successivamente ridotte a cinque; tre di queste (aspetti tangibili,
affidabilità e capacità di risposta) corrispondono a quelle della versione
originaria e due (capacità di rassicurazione ed empatia) riassumono le
altre sette.
Figura 3
Percezione sulla
qualità del servizio
11
Figura 4
Modello operativo per
migliorare e misurare i
servizi.
12
LA CARTA DEI SERVIZI
La Carta dei servizi che secondo un decreto legge del 1995 deve essere
adottata dai soggetti erogatori di servizi pubblici, ha avuto fin'ora uno
sviluppo quantitativo scarso ed incontra ancora molte criticità attuative.
Si tratta tuttavia di un documento rivoluzionario in quanto non si limita
a confermare diritti già riconosciuti per legge all'informazione, alla
trasparenza e alla partecipazione, ma ha introdotto principi radicalmente
nuovi nel panorama italiano dei servizi pubblici:
• l'adozione di standard di qualità dei prodotti-servizi e la loro
pubblicizzazione interna ed esterna;
• il dovere di valutare la qualità dei servizi, con verifiche sul rispetto
degli standard e sul grado di soddisfazione degli utenti;
• il diritto per gli utenti al rimborso "nei casi in cui è possibile
dimostrare che il servizio reso è inferiore per qualità e tempestività
agli standard pubblicati".
Qui di seguito uno schema sintetico sulla validità della Carta dei servizi
ed il modello metodologico ad albero della qualità dei servizi pubblici.
Sistemi di monitoraggio
Figura 5
A Miglioramento D
13
Assicurare la conoscenza delle
Figura 6 caratteristiche del servizio.
Albero generale per la
qualità del servizio FACILITA’ Assicurare la conoscenza del
DI ACCESSO processo di utilizzo.
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IL PERCORSO DEL MIGLIORAMENTO
15
La logica “fornitore-cliente”
Figura 7
Unità operativa come
sistema aperto
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autodiagnosi di ogni E’ fondamentale che a livello di ogni unità operativa si proceda
unità
periodicamente ad un’autodiagnosi, per rispondere alle seguenti
domande:
2. Quali sono i miei clienti?
3. Quali sono le loro esigenze?
4. Quali sono i miei fornitori?
5. Qual’è il mio fabbisogno?
6. Quali informazioni sono necessarie?
Per mettere a fuoco questi aspetti è opportuno costruire e utilizzare, nel
confronto e nella “trattativa” tra fornitore e cliente, liste di verifica
sistema di relazioni
interno dettagliate per l’analisi del sistema di relazioni interno.
A titolo orientativo si esemplificano due liste-base.
Figura 8 Processo:
Lista di verifica per ................................................................................................
l'autodiagnosi del
fornitore interno
Fornitore:
................................................................................................
Cliente:
...................................................................................................
Figura 9 Processo:
Lista di verifica per ...............................................................................................
l'autodiagnosi del
cliente interno
Fornitore:
...............................................................................................
Cliente: ...............................................................................................
17
Il lavoro per processi
Figura 10
V
PROCESSO I
attività attività
A
S
I
O
PROCESSO attività
N
attività
B
E
P
PROCESSO ATTIVITA’ ATTIVITA’ ATTIVITA’
E
C
R
P
PROCESSO ATTIVITA’ ATTIVITA’ R
D
O
C
E
S
PROCESSO
ATTIVITA’ ATTIVITA’
E S
I
18
VISIONE PER FUNZIONI
Figura 11
Struttura organizzativa
e processo
Struttura
organizzativa
Richiesta Risposta
processo
Figura 12
La sequenza cliente
fornitore
DIREZIONE
PROCESSO
CLIENTE
FINALE
Figura 13 Processo
Necessità di un
orientamento ai U.O U.O. U.O. U.O.
processi
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gestione per processi La gestione per processi parte dall'esame dell'insieme delle attività
dell'azienda e - mediante passaggi successivi - individua i macroprocessi
e i relativi processi. Quando un processo è molto esteso può essere
scomposto in sottoprocessi per facilitarne l'analisi. Ad esempio:
macroprocessi
direzionali - di supporto - sviluppo commerciale - progettazione dei
servizi - produzione dei servizi - assistenza post vendita
processi "sviluppo commerciale"
analisi di mercato - pianificazione marketing/vendite - programmazione
visite - gestione forza vendita - gestione offerte - gestione ordini
sottoprocessi "pianificazione marketing/vendite
analisi vendite - analisi concorrenza - valutazione soddisfazione clienti -
previsioni vendite - pianificazione comunicazione ecc.
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VINCOLI
Figura 15
Elementi caratteristici
del processo INPUT OUTPUT
RISORSE
INPUT ( )
* Indicare per
inizio della ogni attività
( )
Figura 16 Responsabilità * sequenza (
Documenti **
)
l’Unità
Rappresentazione del Operativa o
processo l’Operatore
( )
** Indicare
Unità
per ogni
Operativa attività gli
o Operatore eventuali
documenti in
uso .
elementi
in uscita
N verso
altri
Domanda a cui rispondere processi
confine confine
elementi
in arrivo
da altri
processi
OUTPUT
fine della
sequenza
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mappatura del E’ opportuno che la mappatura del processo (cioè la costruzione del
processo
diagramma di flusso) venga realizzata da un gruppo di lavoro costituito
dalle figure professionali che sono responsabili delle principali attività
che lo compongono.
Il diagramma di flusso è un ottimo mezzo per comprendere il processo
allo scopo di:
• renderlo visibile e comunicabile;
• identificare i problemi potenziali;
• individuare i passaggi critici;
• evidenziare le figure professionali coinvolte;
• definire la procedura operativa dettagliata.
procedura Una procedura “scava” il processo, cioè lo descrive in modo dettagliato
come dovrebbe essere definendo sistematicamente le modalità operative
e le responsabilità in campo.
La predisposizione di procedure è fondamentale per rendere il più
possibile oggettivo e verificabile lo svolgimento delle attività, soprattutto
quando la complessità della struttura e l’importanza del processo lo
richiedono.
Il numero di procedure documentate da predisporre, il tipo di
informazioni, il grado di dettaglio di ciascuna di esse e la forma
redazionale dipendono generalmente dal modello di organizzazione, dalla
complessità delle attività, dalle caratteristiche dei processi e dei prodotti-
servizi forniti, dalla capacità e dall’addestramento richiesto al personale.
Per procedure complesse in cui sono coinvolte varie figure professionali
è consigliabile sviluppare una matrice di responsabilità e coinvolgimenti.
Figura 17
Matrice di
responsabilità e
coinvolgimenti
FIGURA F1 F2 F3 F4 F5 Fn
..... ..... ..... ..... ..... .....
ATTIVITA’
A1 R C C
....................................
A2 R
....................................
A3 C R
....................................
A4 C R
....................................
An R C C C
....................................
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R = chi è responsabile dello svolgimento di una determinata attività
C = chi è coinvolto nello svolgimento dell’attività
PIANIFICARE
PLAN
AGIRE FARE
ACTION DO
VERIFICARE
CHECK
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• il miglioramento della qualità tramite il ripensamento del processo
catena del valore secondo la logica della "catena del valore", con un sistema di
indicatori che consenta di misurare il valore generato dalle attività, le
risorse assorbite e il tempo;
• il confronto intra e interaziendale per i processi produttivi e
benchmarking amministrativi più critici (benchmarking).
Mantenimento
CONSOLIDAMENTO
del miglioramento
E NUOVO CICLIO PDCA
ottenuto
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La costruzione del Sistema Qualità
Figura 20
Approccio sistemico
1 ANALISI
Figura 21
Costruzione del
sistema qualità
4 CONTROLLO 2 PIANIFICAZIONE
3 ATTUAZIONE
costruzione del La costruzione del sistema qualità, dallo stato di semplice idea alla
sistema realizzazione, deve attraversare quattro fasi:
1. Analisi:
si raccolgono le informazioni necessarie e si definisce la "Politica
della Qualità", cioè l'indirizzo strategico della Direzione per tutte le
attività aziendali (direzionali, operative, di supporto).
2. Pianificazione:
vengono individuati i macro-obiettivi quantitativi e qualitativi, i
processi critici (quelli che impattano maggiormente a breve-medio
termine sui fattori chiave), le aree di miglioramento e sviluppo e
definito il piano d'azione.
3. Attuazione:
vengono trasformate in azioni concrete le direttive elaborate nella
fase di pianificazione.
4. Controllo:
vengono verificati gli scostamenti tra le direttive pianificate e le
azioni effettivamente realizzate per correggere gli obiettivi e/o
adeguare le risorse impiegate.
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traduzione operativa La traduzione operativa si realizza scomponendo progressivamente la
"Politica della Qualità" in sotto-politiche per ogni Unità Operativa
aziendale, fino a quando si riesce ad esplicitare in obiettivi quantitativi
dettagliati.
Gli "orizzonti" temporali (a breve, medio e lungo termine) variano da
azienda ad azienda. Il processo di budget deve naturalmente recepire gli
obiettivi e le necessità connesse alle diverse priorità d'azione. Gli
obiettivi quantitativi dovrebbero essere: specifici, misurabili, realistici,
vincolati nei tempi e nei costi. Gli obiettivi evolutivi riguardano: la
cultura aziendale, il sistema organizzativo, le capacità tecniche e
metodologiche. E' fondamentale assicurare una sistematica e coerente
declinazione degli obiettivi dal macro al micro e un'efficace
comunicazione interna. Quando lo sviluppo (deployment) degli obiettivi
è completato si procede alla definizione dei progetti e dei programmi
operativi.
Figura 22
Dalla missione agli
interventi di Missione Visione e Valori
miglioramento Fattori chiave Politiche
Autovalutazione diagnostica
Prodotti/servizi
prioritari
Processi di
Fattori di qualità “produzione
rilevanti ”
Indicatori e critici
Standard
Informazioni
di ritorno
Problemi e opportunità
Gruppi di lavoro
Proposte Interventi
Valutazione risultati
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LE TECNICHE E GLI STRUMENTI
I gruppi di lavoro
ragioni a favore Le ragioni a favore della costituzione di gruppi di lavoro (team) sono le
seguenti:
• una decisione proveniente da un gruppo ha meno probabilità di
incontrare resistenze al cambiamento;
• in gruppo si lavora meglio e più velocemente (sottogruppi o singoli
possono occuparsi di più attività in parallelo).
ostacoli I principali ostacoli al lavoro di gruppo sono:
• formazione insufficiente;
• sistemi organizzativi incompatibili;
• mancanza di pianificazione;
• mancanza di supporto da parte della direzione.
tipologia I gruppi di lavoro possono essere di vario tipo:
• formali: quando sono appositamente previsti nella struttura
organizzativa;
• informali: quando il gruppo coincide con una funzione o un'unità
operativa già esistente;
• interfunzionali: quando i componenti appartengono ad aree
funzionali diverse;
• orizzontali: quando i componenti appartengono tutti allo stesso
livello gerarchico;
• verticali: quando sono composti da membri appartenenti a diversi
livelli gerarchici;
• permanenti: se esistono o operano permanentemente;
• temporanei: quando esistono o operano solo fino al raggiungimento
dell'obiettivo.
I gruppi tipici destinati alle attività di miglioramento sono:
2. i comitati direttivi per la qualità;
3. i gruppi di miglioramento di un processo;
4. i gruppi di studio per problemi specifici;
5. i circoli di qualità;
6. i gruppi "Cedac" (sistema di suggerimenti).
27
Figura 23
Il lavoro di gruppo
come infrastruttura del
sistema organizzativo
Figura 24
Dall’individualismo al
gioco di squadra
28
L'individuazione dei problemi (problem finding)
29
• diagramma di Pareto;
• diagramma causa-effetto;
• stratificazione.
Livello qualitativo
Figura 25
Il pensiero divergente
e convergente Standardizzazione
lavorano in sinergia in
un approccio efficace.
Cause Implementazione
Livello quantitativo
Figura 26
L’integrazione tra il
miglioramento a
piccoli passi e il
“salto” innovativo.
30
EVOLUZIONE E PROSPETTIVE
Le ISO 9000 : 2000 sono nate dalla revisione delle preesistenti ISO 9000
del 1994 con alcuni obiettivi essenziali: maggiore semplicità di
linguaggio, minore necessità di "produrre carta", idoneità per il settore
dei servizi, adattabilità alle diverse realtà e dimensioni delle aziende.
principali innovazioni Le principali innovazioni introdotte dalle Vision 2000, tipiche della
gestione d'impresa orientata all'eccellenza, sono:
• maggiore orientamento verso il cliente;
• conformità ai requisiti di legge;
• miglioramento continuo e sistematico;
• struttura basata sui processi.
orientamento al
cliente Il maggior orientamento verso il cliente si deve tradurre in:
• individuazione delle sue esigenze, anche implicite, approfondendo i
requisiti contrattuali;
• pianificazione e controllo della conformità dei prodotti-servizi ai
requisiti contrattuali; esame approfondito dei reclami e
provvedimenti in merito;
• misura e valutazione della sua soddisfazione, al fine di aumentarla;
• attivazione di interfacce e collegamenti.
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Particolare attenzione al dominio dei processi deve essere posta da:
La nuova famiglia ISO 9000 : 2000 comprende una unica norma secondo
cui certificarsi: la ISO 9001. Essa si riferisce all'intera struttura
aziendale; dal sistema qualità certificato potranno essere escluse solo
quel quelle attività che non sono importanti ai fini dei requisiti di legge o
del cliente. Per esempio: la progettazione nel sistema certificativo
precedente poteva essere compresa o esclusa dalla certificazione a scelta
del cliente; ora essa è obbligatoriamente compresa se rilevante ai fini
della qualità del prodotto.
Alla ISO 9001 : 2000, che stabilisce i requisiti necessari per la
guida applicativa certificazione, si affianca la ISO 9004 : 2000, guida alla sua
applicazione; si tratta di un valido aiuto che però, essendo destinato a
tutti i settori, è forzatamente generico. Essa sarà integrata, come prima
accennato, dalla guida che Sincert appronterà a seguito delle indicazioni
attese da EA: questo organismo europeo, che raggruppa gli enti
accreditatori dei vari Paesi, specificherà i comportamenti attesi dagli enti
di certificazione.
Da subito, quindi, le aziende possono essere certificate secondo la nuova
norma; non c'è tuttavia nessuna fretta, in quanto si richiede che non
possano sussistere certificati relativi alla ISO 9000/94 dopo tre anni
dall'edizione della ISO 9000 : 2000, vale a dire dal 15.12.2003. In pratica
possono verificarsi due tipi di comportamento: le Aziende possono
affrettarsi ad adottare la nuova norma o ritardare il più possibile.
32
L'introduzione delle norme ISO 9000 : 2000 ha creato le premesse per far
comprendere alle aziende le sue potenzialità per il miglioramento
dell'efficacia e dell'efficienza dell'organizzazione. In questa prospettiva
l'enfasi non è più tanto sulla certificazione, quanto sulla creazione di
condizioni effettive per un miglioramento della qualità
dell'organizzazione e per una successiva evoluzione verso forme ancora
più avanzate di gestione per la qualità.
2 GESTIONE
DELLE RISORSE
ESPERIENZA
BISOGNI 3 PROCESSI PRODUTTIVI DEL
DEL Input Processi Output CLIENTE
CLIENTE
P
A D
4
C
MISURE, ANALISI, MIGLIORAMENTO
33
Il gruppo internazionale di esperti che nel 1991 ha sviluppato il Modello
EFQM, ha iniziato col definire i concetti fondamentali su cui costruire e
organizzare l'insieme dei criteri di valutazione. Questi concetti,
aggiornati con l'ultima revisione del Modello (1999), sono molto simili a
quelli elaborati successivamente dall'ISO come base per le norme 9000 :
2000. Gli otto concetti fondamentali sono:
8 concetti 1. orientamento ai risultati;
fondamentali
2. attenzione rivolta ai clienti;
3. leadership e coerenza negli obiettivi;
4. gestione basata su processi e fatti;
5. coinvolgimento e sviluppo delle persone;
6. apprendimento, innovazione e miglioramento continui;
7. sviluppo della partnership;
8. responsabilità pubblica.
Soddisfazione
dei clienti
(20%)
Strategia e Gestione
Utenti -
Leadership pianificazione dei processi Risultati
Invianti
(10%) (8%) (14%) (15%)
Clienti interni
Finanziatori
Risultati
Processi finanziari
Gestione delle manageriali Impatto sulla (rispetto dei
risorse materiali società (6%) vincoli di
(9%) bilancio)
50% 50%
34
Il Modello si fonda su questi concetti. Costituisce un quadro di
riferimento non prescrittivo fondato su nove criteri - suddivisi in due
gruppi (fattori e obiettivi) - utilizzabili per valutare i progressi di
verso l’eccellenza un'organizzazione verso l'eccellenza.
Fattori abilitanti
Sono i primi cinque criteri, che includono tutti gli aspetti relativi al come
e al perchè vengono fatte le cose nell'organizzazione:
• come viene guidata l'azienda (criterio 1, Leaderschip);
• come vengono definite, diffuse e rese operative le Politiche e le
strategie (criterio 2);
• come vengono predisposte e gestite le risorse richieste dai piani
operativi per consentire ai processi di essere efficaci ed efficienti
(criterio 3, Personale e criterio 4, Partnerschip e altre risorse);
• come sono identificati e gestiti i processi che dovranno produrre i
risultati pianificati (criterio 5, Processi).
Obiettivi/Risultati
Prendono in considerazione ciò che l'organizzazione ha conseguito,
relativamente alle varie parti interessate:
• Clienti (criterio 6);
• Persone (criterio 7);
• Collettività (criterio 8);
• Partner e azionisti (criterio 9).
Ogni criterio è suddiviso in due o più sottocriteri, per un totale di 32.
criteri e sottocriteri Ogni sottocriterio a sua volta propone una serie di temi di ricerca e di
riflessione (in totale 174). Criteri e sottocriteri sono gli stessi per tutte le
organizzazioni, ma a livello di temi sono previste alcune variazioni che
consentono di specializzare il Modello per tre categorie:
• Aziende medie e grandi (>250 dipendenti);
• Aziende medio-piccole (<250 dipendenti);
• Settore pubblico e volontariato
Il benchmarking
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A partire dagli anni '60 il benchmarking si afferma in Giappone e negli
Stati Uniti come sistema di misurazione e confronto dell'efficacia e
dell'efficienza dei processi aziendali. Con gli anni '80 entra a far parte
dell'insieme di tecniche che la filosofia del Total Quality Management
utilizza nei propri cicli operativi.
La sequenza ciclica di attività nel processo di benchmarking si articola in
cinque fasi:
a) definire esattamente gli argomenti oggetto dello studio (obiettivi);
b) individuare le risorse necessarie (umane, temporali, finanziarie);
c) progettare il modello di rilevazione (fonti, dati, indicatori, soggetti da
osservare);
d) raccogliere ed elaborare le informazioni e i dati;
e) mappare i risultati dell'elaborazione per preparare un rapporto e
formulare proposte di cambiamento.
Se correttamente interpretato il benchmarking aiuta la Direzione di
un'impresa a implementare misure efficaci ed efficienti per il
miglioramento continuo dei propri processi e del proprio posizionamento
Consente alle persone competitivo. E' uno strumento insostituibile nel passaggio da una
di "uscire dal guscio" gestione per competenze a una gestione per obiettivi e favorisce il
cambiamento organizzativo connesso. Inoltre promuove l'impegno del
personale rispetto alla missione aziendale e l'orientamento ai bisogni del
cliente interno ed esterno.
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Glossario base
Accade spesso che alla parola "qualità" vengano attribuiti significati astratti o
impropri. Strumento di consultazione questo glossario minimo propone
un'informazione chiara e sintetica sui principali termini relativi a concetti,
strumenti e tecniche propri di questa materia. Le voci senza indicazione della fonte
sono dell'autore. Nel testo l'abbreviazione (v.) segnala termini definiti nel
glossario.
benchmark
Il benchmark, traducibile in italiano con "punto di riferimento", o
"parametro di confronto", è una misura della prestazione utilizzata per
confrontare prodotti, servizi o processi fra due organizzazioni analoghe.
benchmarking
Tecnica manageriale che consiste nel confrontare periodicamente i
prodotti-servizi (v.) e i processi operativi (v.) della propria azienda con
quelli di altre organizzazioni - del settore e non - che si distinguono per
l'applicazione di prassi migliori (best practices) (v.). L'osservazione delle
prassi migliori esterne consente di mettere a fuoco ciò che va cambiato e
fornisce un quadro dei risultati potenzialmente ottenibili.
cliente
La normativa ISO 9000:2000 (v.) definisce il cliente un' "organizzazione
o persona che riceve un prodotto o servizio" (v.). Attualmente si
considerano i "clienti esterni" (cioè chi non fa parte dell'azienda) e i
"clienti interni" (cioè il personale che riceve prodotti-servizi intermedi o
informazioni da altri componenti dell'organizzazione - i "fornitori
interni" - per lo svolgimento delle proprie attività).
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direzione per politiche
L'integrazione della metodologia precedente basata sulla formulazione
annuale delle politiche (management by policies), focalizzate sulle aree
in cui concentrare gli sforzi (ad esempio: gestione del personale, degli
approvvigionamenti, sicurezza, ricerca e sviluppo, qualità ecc.).
policy deployment: il processo attraverso il quale gli obiettivi aziendali e
le azioni pianificate per ottenerli vengono comunicati a cascata a tutti i
livelli dell'organizzazione.
Uni En ISO 9000:2000 politica per la qualità: l'insieme degli obiettivi e degli orientamenti
strategici espressi formalmente dall'alta direzione relativi alla qualità (v.).
EFQM
La European Foundation for Quality Management è nata nel 1988 con
l'obiettivo di promuovere nelle organizzazioni le attività di
miglioramento della qualità (v.) dirette a realizzare l'eccellenza in termini
di soddisfazione del cliente (v.), prestazioni e impatto socio-ambientale.
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missione aziendale
U. Locatelli La mission è la ragione d'essere dell'azienda, i principi fondamentali cui
Miglioramento e s'ispira. Qui di seguito si riportano altri termini collegati al concetto di
sviluppo della qualità
nell'azienda sanitaria -
missione.
strumenti, tecniche e visione - vision: i traguardi sfidanti che l'azienda si propone
metodi esplicitamente di raggiungere, sia per quanto concerne la propria
Azienda USL Città di
Bologna, 1998
evoluzione che per la qualità delle prestazioni e dei servizi da erogare.
valori: i comportamenti aziendali necessari per consolidare la missione
e concretizzare la visione.
fattori chiave: gli elementi rilevanti su cui agire per produrre risultati.
parti interessate
Tutti i soggetti (in inglese stakeholder) di cui deve tener conto una
determinata organizzazione: i clienti, i proprietari (o azionisti), i
dipendenti, i fornitori, altre organizzazioni collegate, le autorità
pubbliche, il contesto sociale.
PDCA
Metodo che guida il processo di miglioramento (v.) continuo applicabile
a tutte le situazioni aziendali attraverso la ripetizione sistematica delle
quattro fasi che costituiscono la ruota di Deming (uno dei padri delle
moderne impostazioni per la qualità). Fase plan: descrivere la
situazione, determinare gli obiettivi, programmare le attività; fase do:
attuare ciò che si è deciso; fase chek: verificare i risultati, misurando gli
eventuali scostamenti dagli obiettivi prefissati; fase action:
standardizzare le modalità operative o correggerle.
prassi migliore
Con questa espressione (best practice) si indica il complesso di attività,
mansioni, risorse, addestramento e metodi che generano il livello di
prestazione del benchmark (v.)
processo
Il processo è una sequenza logica e reale di attività - collegate tra loro da
flussi di informazioni - svolte da operatori secondo una logica di
creazione di valore e di rapporti fornitore-cliente. Per le ISO 9000:2000
(v.) il processo è un insieme di attività correlate e interagenti che
trasforma elementi in entrata (specifiche del cliente, istruzioni, materiali)
in
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in elementi in uscita (servizi, informazioni, prodotti).
process owner: responsabile di processo; figura aziendale che rende
possibile la gestione efficace del processo in quanto, oltre a essere il
responsabile dell'output del processo, è anche il baricentro delle relazioni
fornitori-clienti.
BPR - Business process re-engineering: tecnica manageriale che
consiste nella riprogettazione completa di un processo per ottenere un
miglioramento rilevante e misurabile nei costi, nei tempi, nella qualità
del prodotto-servizio (v.). Le modalità sono quelle della tabula rasa (o
foglio bianco), cioè partire da zero, come se si dovesse progettare il
processo per la prima volta.
prodotto-servizio
Ogni prodotto-servizio è la risposta dell'organizzazione a un bisogno del
cliente (v.), esterno o interno; è il risultato - finale o intermedio - di un
processo operativo.
qualità
N. Zingarelli 1 Elemento o insieme di elementi concreti che costituiscono la natura di
Vocabolario della
lingua italiana qualcuno o di qualcosa e ne permettono la valutazione in base ad una
Zanichelli determinata scala di valori.
Bologna, 1995 2 In senso lato può indicare qualunque caratteristica valutabile
appartenente a qualsiasi entità (persona, struttura, oggetto) o evento
(processo, fenomeno).
Qui di seguito si riporta il significato delle sigle che si incontrano con
maggior frequenza nella letteratura sulla qualità.
Le voci QA, QFD, QA - Quality Assurance: assicurazione della qualità o garanzia della
sistema di gestione per qualità; è parte del Quality Management (gestione per la qualità) mirata a
la qualità,TMQ sono
estratte e adattate da: garantire che i requisiti per la qualità saranno soddisfatti. Le attività di
P. De Risi QA si concentrano sulle attività necessarie a fornire evidenza oggettiva
Dizionario della della qualità raggiunta. Storicamente la QA si configura come evoluzione
Qualità
Il Sole 24 Ore delle attività di controllo della qualità, rispetto alle quali pone maggior
Milano, 2001 enfasi sull'aspetto della prevenzione della non conformità piuttosto che
sulle attività di ispezione "a posteriori".
QFD - Quality Function Deployment: metodologia impiegata in sede di
progettazione per ottenere, con un impegno coordinato di tutte le
funzioni aziendali, un prodotto o un servizio rispondente alle aspettative
del mercato. Inizia con l'individuazione delle esigenze del cliente per poi
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convertirle in specifiche di progetto che descrivano, attraverso grandezze
misurabili, le principali caratteristiche del prodotto o servizio. A loro
volta queste verranno tradotte in specifiche dettagliate utilizzando
"tabelle della qualità" che permettono di mettere in relazione tra loro le
variabili in gioco.
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BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
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"Autodiagnosi organizzativa"
Sperling & Kupfer (1997)
De Bono E.
"Impara a pensare" (1997) - "Semplicità" (2000)
Sperling & Kupfer
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"La gestione per processi e i suoi riflessi organizzativi in azienda"
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Locatelli U.
"Miglioramento e sviluppo della qualità nell'azienda sanitaria -
Strumenti, tecniche e metodi"
Azienda USL Città di Bologna
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"Kaizen"
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Senge P.M.
"La quinta disciplina"
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Watzlawick P.
"Il linguaggio del cambiamento"
Feltrinelli (1984)
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