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BALLATA. Componimento poetico d'origine provenzale, che compare in Italia attorno alla met del XIII secolo.

Originariamente non aveva una struttura metrica fissa (salvo un ritornello di due o pi versi) e i versi erano vari (dal settenario all'endecasillabo). Con gli stilnovisti la ballata assunse una forma pi definita, preferibilmente con soli endecasillabi o settenari oppure con endecasillabi e settenari. La ballata classica generalmente introdotta da una strofetta di tre versi (ballata mezzana), di quattro versi (ballata grande) o di due versi (ballata minore). La strofa introduttiva detta "ritornello" o "ripresa". Alla ripresa segue generalmente una sola stanza (oppure due o tre: ballata replicata), divisa in due "piedi" e una "volta".

In un boschetto trova pasturella


* In un boschetto trova pasturella pi che la stella bella, al mi parere.
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Cavelli avea biondetti e ricciutelli, e gli occhi pien damor, cera rosata; con sua verghetta pasturavagnelli ; [di]scalza, di rugiada era bagnata; cantava come fosse namorata: eradornata di tutto piacere.
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Damor la saluta imantenente e domandai savesse compagnia; ed ella mi rispose dolzemente che sola sola per lo bosco gia , e disse: Sacci , quando laugel pia , allor disa l me cor drudo avere.
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Po che mi disse di sua condizione e per lo bosco augelli audo cantare, fra me stesso dissi: Or stagione di questa pastorella gio pigliare. Merz le chiesi sol che di basciare ed abracciar, se le fosse n volere .
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Per man mi prese, damorosa voglia , e disse che donato mavea l core; menmmi sottuna freschetta foglia , l dovi vidi fior dogni colore; e tanto vi sento gioia e dolzore , che l die damore mi parea vedere.
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trova: trovai. pi che la stella: pi delle stelle. Luso del singolare al posto del plurale pu essere considerato un tipo di metonimia. Toviamo lo stesso paragone in Guinizzelli, Io voglio del ver la
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mia donna laudare, v. 3: pi che la stella diana splende e pare. 3 Cavelli: capelli. 4 cera: carnagione, volto (gallicismo). 5 verghetta: bastoncino. 6 pasturavagnelli: pascolava degli agnelli. 7 Damor: amorevolmente. 8 imantenente: subito. 9 dolzemente: gallicismo formale. 10 gia: andava. 11 sacci: sappi. 12 pia: pigola, cinguetta. 13 disa: desidera. 14 drudo: amante, con chiaro riferimento alla realizzazione fisica dellamore. 15 condizione: lessere sola e desiderosa di avere un drudo. 16 audo: udii. La radice latina (audire). 17 gio: gioia, piacere. 18 Merz volere: le chiesi solo (sol che) grazia (merz) di poterla baciare e abbracciare, se ne avesse desiderio. 19 damorosa voglia: mossa da un desiderio amoroso. 20 freschetta foglia: fogliame fresco, ombroso. 21 dolzore: dolcezza. 22 die: dio (fiorentinismo).

E12 - Analisi del texto


Livello metrico Ballata minore formata da quattro stanze di endecasillabi. Ripresa: B(b)X. Stanza: ABAB (fronte); B(b)X (sirma) . La sirma, di due soli endecasillabi, presenta rima al mezzo (b) nellultimo verso; lo schema della sirma ricalca dunque esattamente quello della ripresa. Tutte le stanze finiscono con la stessa rima (-ere).
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Livello lessicale, sintattico, stilistico La poesia ha un tono gioioso e spensierato, che viene sottolineato da un andamento sintattico quasi elementare: lo stile paratattico domina; le rime sono soprattutto facili, cio formate da parole che terminano con la stessa desinenza grammaticale (bagnata : innamorata, gia : pia, cantare : pigliare : basciare); i diminutivi sono frequenti, come costante la presenza della congiunzione e. Non assistiamo alla consueta teatralizzazione dei moti dellanimo: la vicenda descritta puramente oggettiva e il testo (fatto, questo, rarissimo in Cavalcanti) ha carattere narrativo. Sono infatti evidenziabili due nuclei: a) vv.1-8: il poeta narra del suo incontro con una pastorella che, mentre conduce al pascolo i suoi agnelli, canta come una innamorata; b) vv. 926: viene raccontato il colloquio confidenziale con la pastorella, lapproccio e quindi il felice esito della vicenda amorosa. Livello tematico Questa ballata, che come si detto rappresenta un esempio dellaspetto gioioso e meno tragico della poesia di Cavalcanti, non deve essere certo letta in chiave autobiografica e moderna; il testo sottolinea invece la volont di Cavalcanti di sperimentare vari e diversi registri. Il genere ci riporta alla pastorella, un componimento molto diffuso presso i poeti provenzali, che mette solitamente in scena, su uno sfondo naturale, incontri e schermaglie amorose fra un nobile ed una popolana che inevitabilmente, ma consapevolmente e volontariamente, cade nelle grinfie del signore. La concezione dellamore fortemente sensuale e

materiale. Il componimento appare lontano dalla sofisticata e sublime visione stilnovistica dellamore inteso come raffinata esperienza interiore: ma, in modo del tutto originale rispetto alla tradizione, il tema dellamore sensuale viene trattato con un tono delicato, quasi stilnovistico. Il poeta si avvale di stereotipi ormai convenzionali nelle lingue doc e doil, come il topos del locus amoenus, per sublimare lincontro sessuale. Cavalcanti riesce a trasformare la modica coactio, della quale parla il De amore di Andrea Cappellano trattando degli incontri con donne di rango inferiore, in unesperienza da sogno; afferma cos, in modo indiretto ma chiaro, che il raggiungimento del nudo piacere fisico non poteva essere realizzato con una donna gentile. La pastorella, pur ricordando la Arianna abbandonata dallinfame Teseo, comunque discinta, vestita di sola rugiada, ma spensierata perch canta damore; e sar tale fino a Poliziano. La donna angelo invece non parla, gela solo con il suo sguardo, immobilizza il suo amante. Il saluto della pastorella non beatifica, non eleva luomo; al contrario, semplicemente unesplicita richiesta damore. La congiunzione e (v. 16) non indica uno sviluppo drammatico della situazione, ma semplicemente un chiaro ed eclatante invito damore. La pastorella che la tradizione poetica ci consegna non poi donna da mezze misure: decisa nel suo ruolo, o si concede esplicitamente oppure trasforma il suo canto in un urlo per chiamare soccorso. In Cavalcanti tutto questo per non avviene realmente: la ballata infatti pervasa dal senso di malinconia tipico dei componimenti del Guido fiorentino e rintracciabile nelle parole-chiave boschetto, pastorella (i consueti diminutivi affettuosi); il lessico inoltre ci indica che in questopera il poeta sta narrando un sogno, qualcosa da cui in realt completamente distaccato.
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Le lettere minuscole tra parentesi indicano le rime interne allendecasillabo. Ovidio, Ars Amatoria, I, vv. 527 e sgg.: tunica velata recinta, / Nuda pedem.

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