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Diritto dellambiente

Lo scenario comunitario
Prof.ssa Ida Nicotra

LAmbiente nei Trattati istitutivi


Nei trattati istitutivi delle tre Comunit europee non esisteva alcun riferimento ad una politica ambientale comunitaria: in effetti, per diversi ani lattivit europea in questo settore stata pressocch nulla. Soltanto nel corso degli anni 60 i Paesi comunitari cominciarono ad avvertire lesigenza di promuovere una qualche forma di collaborazione in questo settore.
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LAmbiente nei Trattati istitutivi


Durante lo svolgimento della Conferenza di Stoccolma del 1972 tale volont riusc a concretizzarsi in u preciso indirizzo comunitario a tutela dellambiente, che sar successivamente ribadito in seno alla Conferenza dei Capi di Stato della Comunit tenutasi a Parigi nello stesso anno.

LAmbiente nei Trattati istitutivi


In quella sede, infatti, fu definitivamente sancita la necessit di instaurare una politica comune dellambiente e fu rivolto un invito alle istituzioni comunitarie affinch elaborassero un programma dazione, che effettivamente fu presentato lanno successivo: esso rappresenta una costante della politica comunitaria in materia ambientale.
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LAmbiente nei Trattati istitutivi


La base giuridica per ladozione degli atti comunitari era inizialmente costituita dagli artt. 100 e 235 del Trattato istitutivo. Nel primo caso, larticolo prevedeva un sommario potere delle istituzioni comunitarie di emanare direttive volte al ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative, mentre nel secondo si attribuiva una generica facolt al Consiglio di adottare tutte le disposizioni necessarie al funzionamento del mercato comune nellipotesi in cui il trattato nulla prevede al riguardo.
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LAmbiente nei Trattati istitutivi


La base giuridica per lazione comunitaria in questo settore era, dunque, estremamente fragile: ci nonostante in oltre 20 anni essa ha prodotto notevoli risultati.

LAmbiente nei Trattati istitutivi


In occasione della prima riforma globale dei trattati istitutivi, avvenuta nel 1987 con lAtto unico europeo, fu inserito un nuovo titolo specificamente destinato alla tutela dellambiente e formato dagli artt. 130R, S e T dove venivano per la prima volta definiti gli obiettivi, i principi e gli strumenti per la politica comunitaria in questo settore. Tali disposizioni sono state riconfermate dal successivo Trattato sullUE che ha apportato alcune modifiche.
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LAmbiente nei Trattati istitutivi


Con la firma del Trattato di Amsterdam la tutela dellambiente ha assunto un valenza trasversale nellambito delle politiche comunitarie. Secondo quanto previsto dallart 6, infatti, tutte le politiche devono tener conto delle esigenze connesse alla salvaguardia dellambiente, soprattutto nella prospettiva di promuovere lo sviluppo sostenibile, vale a dire uno sviluppo economico che consenta di non alterare il delicato equilibrio ambientale.
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LAmbiente nei Trattati istitutivi


Il Trattato di Nizza, in vigore dal 1febbraio 2003, non apporta nessuna modifica di rilievo alla politica della Comunit in materia ambientale, ad eccezione di una sola di carattere meramente tecnico. stata inserita unelencazione appena pi dettagliata dei settori nel cui ambito hanno incidenza le misure adottate dal Consiglio; nella nuova versione del trattato si parla, infatti, di gestione quantitativa delle risorse idriche anzich di una generica gestione delle stesse.
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LAmbiente nei Trattati istitutivi


da ricordare anche la Dichiarazione n.9 allegata al Trattato di Nizza che testualmente recita: Le Alte Parti Contraenti sono determinate a far s che l'Unione europea svolga un ruolo motore nel promuovere la protezione dell'ambiente nell'Unione nonch, sul piano internazionale, nel perseguire lo stesso obiettivo a livello mondiale. Occorre avvalersi pienamente di tutte le possibilit offerte dal trattato per conseguire tale obiettivo, anche attraverso incentivi e strumenti orientati al mercato e volti a promuovere lo sviluppo sostenibile.
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LAmbiente nel TFUE


Oggi, il Trattato sul funzionamento dellUnione europea, con il Titolo XX Ambiente e gli att. 191 ss. individua le previsioni direttamente applicabili in materia di tutela dellambiente.

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Art. 191 TFUE


1. La politica dell'Unione in materia ambientale contribuisce a perseguire i seguenti obiettivi: - salvaguardia, tutela e miglioramento della qualit dell'ambiente, - protezione della salute umana, - utilizzazione accorta e razionale delle risorse naturali, - promozione sul piano internazionale di misure destinate a risolvere i problemi dell'ambiente a livello regionale o mondiale e, in particolare, a combattere i cambiamenti climatici.
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Art. 191 TFUE


2. La politica dell'Unione in materia ambientale mira a un elevato livello di tutela, tenendo conto della diversit delle situazioni nelle varie regioni dell'Unione. Essa fondata sui principi della precauzione e dell'azione preventiva, sul principio della correzione, in via prioritaria alla fonte, dei danni causati all'ambiente, nonch sul principio chi inquina paga.
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Art. 191 TFUE


In tale contesto, le misure di armonizzazione rispondenti ad esigenze di protezione dell'ambiente comportano, nei casi opportuni, una clausola di salvaguardia che autorizza gli Stati membri a prendere, per motivi ambientali di natura non economica, misure provvisorie soggette ad una procedura di controllo dell'Unione.

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Art. 191 TFUE


3. Nel predisporre la sua politica in materia ambientale l'Unione tiene conto: - dei dati scientifici e tecnici disponibili, - delle condizioni dell'ambiente nelle varie regioni dell'Unione, - dei vantaggi e degli oneri che possono derivare dall'azione o dall'assenza di azione, - dello sviluppo socioeconomico dell'Unione nel suo insieme e dello sviluppo equilibrato delle sue singole regioni.
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Art. 191 TFUE


4. Nell'ambito delle rispettive competenze, l'Unione e gli Stati membri collaborano con i paesi terzi e con le competenti organizzazioni internazionali. Le modalit della cooperazione dell'Unione possono formare oggetto di accordi tra questa ed i terzi interessati. Il comma precedente non pregiudica la competenza degli Stati membri a negoziare nelle sedi internazionali e a concludere accordi internazionali.

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I Principi della politica ambientale comunitaria

I criteri cui si ispira lazione comunitaria in materia ambientale sono enunciati, come abbiamo visto, nellart. 191 TFUE. Essi sono:

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Il Principio della prevenzione


La finalit quella di evitare i danni ambientali azzerandone definitivamente il rischio. Lazione di prevenzione dei danni ambientali comporta un controllo di tutti i progetti e delle diverse iniziative che possono influenzare negativamente lo stato dellambiente, mediante una procedura di valutazione ex ante dellimpatto ambientale da essi prodotto.
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Il Principio del chi inquina paga


E fondato sulla logica dellimputazione di responsabilit per i danni causati da interventi inquinanti. Gli strumenti attraverso i quali il principio viene attuato sono di due tipi: - Regole di qualit che vengono rapportate al rispetto di standard di inquinamento e di livelli di massima accettabilit delle emissioni inquinanti; - - strumenti economico-finanziari, come tasse o sussidi. Con le prima, si intende stabilire un prezzo per luso delle risorse ambientali nei processi produttivi in modo da scoraggiarne labuso. Con i secondi, invece, si tende ad incentivare ladozione di tecnologie anti-inquinanti nei processi produttivi.
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Il Principio precauzionale
Introdotto in ambito comunitario dal Trattato sullUnione europea, ma gi operante a livello internazionale. Il 15 Principio della Dichiarazione di Rio de Janeiro afferma, infatti, che gli Stati, al fine di proteggere lambiente, devono largamente applicare il metodo precauzionale adottando una serie di misure preventive ancor prima che abbia inizio un processo di degrado ambientale.
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Il Principio precauzionale
Questo principio fortemente correlato a quello del chi inquina paga nel senso che, onde evitare di incorrere in tale tipo di responsabilit, necessario avere realizzato tutti gli interventi necessari per scongiurare levento dannoso

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Il Principio di correzione
In virt di tale principio, verificatosi un danno ambientale, lo Stato inquinante deve provvedere a correggere alla fonte leventuale lesione

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Il Principio di integrazione
Tale principio, introdotto dal Trattato di Amsterdam, oggi considerato prioritario ed indefettibile. Esso si basa sullesigenza di affiancare alle politiche economiche e settoriali della Comunit la tutela dellambiente, nella prospettiva di promuovere uno sviluppo economico equilibrato che non rechi danno allambiente e non abusi delle risorse naturali limitatamente disponibili.
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I Programmi dazione
I programmi dazione costituiscono dei documenti
fondamentali per lattuazione delle politiche comunitarie in materia ambientale. Allo scopo di tracciare una strategia comunitaria dintervento generale per i Paesi dellUnione, il Consiglio ha approvato, infatti, dal 1973 ad oggi, 6 programmi dazione che rappresentano ciascuno la continuazione dellaltro e lo sviluppo, sempre pi approfondito, della problematica della tutela ambientale.
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VI Programma (2002-2012)
Il Sesto programma comunitario di azione per l'ambiente intitolato "Ambiente 2010: il nostro futuro, la nostra scelta" copre il periodo compreso tra il 22 luglio 2002 e il 21 luglio 2012. Il programma si ispira al V programma di azione per l'ambiente, che copriva il periodo 1992-2000, e alla decisione relativa al riesame di detto programma.
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VI Programma (2002-2012)
La Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni, del 24 gennaio 2001, sul VI programma di azione per l'ambiente della Comunit europea Ambiente 2010: il nostro futuro, la nostra scelta rileva che, per far fronte alle sfide ambientali odierne, necessario superare il mero approccio legislativo ed assumere un approccio strategico, che dovr utilizzare vari strumenti e provvedimenti per influenzare il processo decisionale negli ambienti imprenditoriale, politico, dei consumatori e dei cittadini.
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VI Programma (2002-2012)
La comunicazione propone cinque assi prioritari di azione strategica: migliorare l'applicazione della legislazione vigente, integrare le tematiche ambientali nelle altre politiche, collaborare con il mercato, coinvolgere i cittadini modificandone il comportamento e tener conto dell'ambiente nelle decisioni in materia di assetto e gestione territoriale. Per ciascuno di questi assi sono proposte azioni specifiche.

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VI Programma (2002-2012)
Per migliorare l'attuazione della legislazione vigente sono indicate le seguenti azioni specifiche: supporto alla rete IMPEL* ed estensione della rete ai paesi candidati; elaborazione di relazioni sull'applicazione del diritto ambientale; comunicazione dei risultati migliori e peggiori dell'applicazione del diritto ambientale; miglioramento degli standard ispettivi ambientali; lotta contro il crimine ambientale; garantire l'attuazione facendo ricorso, se del caso, alla Corte di giustizia.

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IMPEL (European Union Network for the Implementation and Enforcement of Environmental Law)
LIMPEL, la rete dell'Unione europea per l'attuazione e il rispetto del diritto dell'ambiente, un'associazione internazionale non-profit di autorit ambientali in Europa. Essa si impegna a contribuire in vista di una pi efficace applicazione del diritto ambientale dell'UE garantendo la sensibilizzazione sullargomento, la condivisione di buone pratiche e fornendo orientamento e strumenti. LIMPEL intende, inoltre, dare feedback ai legislatori sulla praticabilit e l'applicabilit della legislazione ambientale.
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VI Programma (2002-2012)
Per integrare le tematiche ambientali nelle altre politiche, la comunicazione propone di: istituire ulteriori meccanismi di integrazione; applicare le disposizioni del trattato sull'integrazione; sviluppare indicatori per controllare il processo di integrazione.
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VI Programma (2002-2012)
La collaborazione con il mercato potrebbe articolarsi nei seguenti punti: incoraggiare una pi ampia adozione del sistema comunitario di ecogestione e audit (EMAS); incoraggiare le imprese a pubblicare relazioni sulle proprie prestazioni e a rispettare i requisiti in materia ambientale; istituire programmi di ricompensa per le imprese che rispettano l'ambiente;

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VI Programma (2002-2012)
incoraggiare gli accordi di autoregolamentazione; adottare una politica integrata dei prodotti; promuovere l'uso e la valutazione dell'efficacia del marchio ecologico; promuovere una politica di appalti pubblici rispettosa dell'ambiente; adottare la legislazione sulla responsabilit ambientale ( ).

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VI Programma (2002-2012)
Per coinvolgere i cittadini e modificarne il comportamento sono proposte le seguenti azioni: consentire ai cittadini di confrontare e migliorare il proprio comportamento ecologico; migliorare l'accessibilit e la qualit delle informazioni sull'ambiente fornite ai cittadini.
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VI Programma (2002-2012)
Per tener conto dell'ambiente nella gestione e nell'assetto del territorio sono proposte le seguenti azioni: pubblicare una comunicazione sull'importanza dell'integrazione dell'ambiente nella gestione e nell'assetto del territorio; migliorare l'applicazione della direttiva sulla valutazione di impatto ambientale; divulgare le buone prassi e promuovere gli scambi di esperienze sulla pianificazione sostenibile, compresa quella delle zone urbane;
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VI Programma (2002-2012)
integrare la pianificazione sostenibile nella politica regionale comunitaria; promuovere le misure agroambientali in seno alla politica agricola comune; realizzare un partenariato per una gestione sostenibile del turismo.

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VI Programma (2002-2012)
Il VI programma di azione per l'ambiente si concentra su quattro settori d'intervento prioritari: cambiamento climatico, biodiversit, ambiente e salute e gestione sostenibile delle risorse e dei rifiuti.

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Il cambiamento climatico
Il Sesto programma di azione individua nel cambiamento climatico la sfida principale per i prossimi 10 anni. In tale settore l'obiettivo consiste nella riduzione delle emissioni di gas a effetto serra nell'atmosfera a un livello che non provochi cambiamenti artificiali del clima del pianeta.

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Il cambiamento climatico
A breve termine l'Unione europea si propone di conseguire gli obiettivi del protocollo di Kyoto cio di ridurre, entro il 2008-2012, le emissioni dei gas ad effetto serra dell'8% rispetto ai livelli del 1990. A pi lungo termine, cio entro il 2020, sarebbe necessaria una riduzione di tali emissioni dell'ordine del 20-40%, mediante un efficace accordo internazionale.
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Il cambiamento climatico
L'impegno della Comunit per far fronte alle sfide del cambiamento climatico assumer diversi aspetti: integrare gli obiettivi del cambiamento climatico nelle varie politiche comunitarie e segnatamente nella politica energetica e in quella dei trasporti; ridurre le emissioni dei gas ad effetto serra grazie a misure specifiche per migliorare l'efficienza energetica, sfruttare maggiormente le fonti energetiche rinnovabili, promuovere gli accordi con l'industria e risparmiare energia;

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Il cambiamento climatico
sviluppare un regime di scambio di emissioni su scala europea; potenziare la ricerca nel settore del cambiamento climatico; fornire ai cittadini migliori informazioni in materia di cambiamento climatico; esaminare le sovvenzioni energetiche e la loro compatibilit con i problemi posti dal cambiamento climatico; preparare la societ all'impatto del cambiamento climatico.
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Natura e biodiversit
In tale settore l'obiettivo consiste nel proteggere e ripristinare la struttura e il funzionamento dei sistemi naturali, arrestando l'impoverimento della biodiversit sia nell'Unione europea che su scala mondiale.

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Natura e biodiversit
Le azioni proposte per raggiungere tale obiettivo sono: applicare la legislazione ambientale, principalmente nei settori delle acque e dell'atmosfera; ampliare il campo di applicazione della direttiva Seveso II; coordinare a livello comunitario gli interventi degli Stati membri in caso di incidenti e catastrofi naturali; studiare la protezione degli animali e delle piante dalle radiazioni ionizzanti; tutelare, salvaguardare e ripristinare i paesaggi;
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Natura e biodiversit
proteggere il patrimonio boschivo e promuoverne lo sviluppo sostenibile; elaborare una strategia comunitaria per la protezione del suolo; tutelare e ripristinare l'habitat marino e il litorale ed estendere ad essi la rete Natura 2000; migliorare i controlli, l'etichettatura e la tracciabilit degli OGM;
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Natura e biodiversit
integrare la tutela della natura e della biodiversit nella politica commerciale e di cooperazione allo sviluppo; elaborare programmi di raccolta di dati sulla tutela della natura e la biodiversit; sostenere le ricerche nel settore della tutela della natura.

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Ambiente e salute
L'obiettivo pervenire a una qualit ambientale tale da non dar adito a conseguenze o a rischi significativi per la salute umana. La presente comunicazione propone di: identificare i rischi per la salute umana, soprattutto per i bambini e gli anziani, e legiferare di conseguenza;

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Ambiente e salute
inserire le priorit di ambiente e salute nelle altre politiche e nelle norme sull'aria, sulle acque, sui rifiuti e sul suolo; potenziare la ricerca nel campo della salute e dell'ambiente; sviluppare un nuovo sistema di valutazione e gestione del rischio delle sostanze chimiche ( )); vietare o limitare l'uso dei pesticidi pi pericolosi e garantire l'applicazione delle migliori pratiche di uso;
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Ambiente e salute
garantire l'applicazione della legislazione sull'acqua; garantire l'applicazione delle norme sulla qualit dell'aria e definire una strategia sull'inquinamento atmosferico; adottare ed applicare la direttiva sull'inquinamento acustico.
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Gestione delle risorse naturali e dei rifiuti


L'obiettivo garantire che il consumo di risorse rinnovabili e non rinnovabili non superi la capacit di carico dell'ambiente, dissociando la crescita economica dall'uso delle risorse, migliorando l'efficienza di queste ultime e diminuendo la produzione di rifiuti. Per i rifiuti, l'obiettivo specifico ridurre la quantit finale del 20% entro il 2010 e del 50% entro il 2050.
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Gestione delle risorse naturali e dei rifiuti


Le azioni da intraprendere sono: elaborare una strategia per la gestione sostenibile delle risorse, fissando priorit e riducendo il consumo; stabilire un onere fiscale sull'uso delle risorse; eliminare le sovvenzioni che incentivano l'uso eccessivo di risorse;
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Gestione delle risorse naturali e dei rifiuti


inserire considerazioni di uso efficiente delle risorse nella politica integrata dei prodotti, nei programmi di etichettatura ecologica, nei sistemi di valutazione ambientale, ecc.; elaborare una strategia per il riciclo dei rifiuti; migliorare i sistemi vigenti di gestione dei rifiuti ed investire nella prevenzione quantitativa e qualitativa; integrare la prevenzione dei rifiuti nella politica integrata dei prodotti e nella strategia comunitaria sulle sostanze chimiche.

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Le strategie tematiche
Il programma d'azione prevede l'adozione di sette strategie tematiche relative all' inquinamento atmosferico, all' ambiente marino, all' uso sostenibile delle risorse, alla prevenzione e al riciclaggio dei rifiuti, all' uso sostenibile dei pesticidi, alla protezione del suolo e all' ambiente urbano.

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Le strategie tematiche
Contrariamente a ci che avveniva in passato, tali strategie sono basate su un approccio globale per tema, piuttosto che su alcuni inquinanti o tipi di attivit economica. Esse fissano obiettivi a lungo termine, basati sulla valutazione dei problemi ambientali nonch sulla ricerca di una sinergia tra le diverse strategie e con gli obiettivi di crescita e occupazione previsti dalla strategia di Lisbona. Tali strategie permettono inoltre di semplificare e chiarire la legislazione in vigore.
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Il contesto internazionale
L'integrazione dei temi ambientali in tutti i settori delle relazioni esterne dell'Unione europea un obiettivo del VI programma d'azione per l'ambiente, che tiene conto delle prospettive di ampliamento dell'Unione europea e suggerisce di condurre un'estesa consultazione delle amministrazioni dei paesi candidati sullo sviluppo sostenibile e di allacciare una stretta cooperazione con le ONG e le imprese di tali paesi. fortemente incoraggiata l'applicazione delle convenzioni internazionali sull'ambiente.
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Il contesto internazionale
Il VI programma propone una nuova impostazione per elaborare le misure ambientali, affinch le parti interessate e il pubblico siano maggiormente impegnati nell'applicazione di queste ultime. Tale impostazione comprende un dialogo aperto e la partecipazione delle imprese, delle ONG e delle autorit pubbliche. Il programma si fonder maggiormente su analisi scientifiche ed economiche e su indicatori ambientali. A tal fine la Commissione lavorer in stretta collaborazione con l'Agenzia europea dell'ambiente.

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Agenzia europea dellambiente


LAgenzia europea dellambiente (AEA) e la sua rete dinformazione e di osservazione in materia ambientale (Eionet) sono state create nel 1990, ma le attivit dellAgenzia sono realmente iniziate nel 1994.

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Agenzia europea dellambiente


LAEA un organismo indipendente il cui obiettivo promuovere lo sviluppo sostenibile e migliorare lambiente in Europa. Per raggiungere questo obiettivo, i compiti dellAgenzia sono i seguenti: istituire e coordinare la rete Eionet; fornire alla Comunit e agli Stati membri le informazioni oggettive necessarie per formulare e attuare politiche ambientali oculate ed efficaci;
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Agenzia europea dellambiente


contribuire al controllo dei provvedimenti concernenti lambiente; registrare, collezionare, valutare e diffondere dati sullo stato dellambiente; contribuire ad assicurare la comparabilit dei dati ambientali a livello europeo; stimolare lo sviluppo e lintegrazione delle tecniche di previsione ambientale; assicurare unampia diffusione di informazioni ambientali affidabili.
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Agenzia europea dellambiente


Le informazioni fornite dallAEA riguardano: la qualit dellaria; la qualit dellacqua; lo stato dei suoli, della fauna e della flora; lutilizzazione del suolo e le risorse naturali; la gestione dei rifiuti; le emissioni sonore; le sostanze chimiche; la protezione del litorale e del mare.
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Agenzia europea dellambiente


LAEA comprende attualmente 32 paesi membri, ovvero i 27 Stati membri dell'UE e lIslanda, il Liechtenstein, la Norvegia, la Svizzera e la Turchia. Il consiglio di amministrazione dellAgenzia composto da un rappresentante di ciascun paese membro, due rappresentanti della DG Ambiente e della DG Ricerca della Commissione europea e due esperti scientifici designati dal Parlamento europeo.
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Agenzia europea dellambiente


Il consiglio di amministrazione ha il compito di adottare i programmi di lavoro dellAgenzia, nominare il direttore esecutivo e designare i membri del comitato scientifico. Questultimo funge da organo consultivo sulle questioni scientifiche per il consiglio di amministrazione e il direttore esecutivo.

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Agenzia europea dellambiente


Il direttore esecutivo responsabile di fronte al consiglio di amministrazione dellattuazione dei programmi di lavoro e della gestione quotidiana dellAgenzia. LAgenzia organizza le sue attivit nel quadro di programmi di lavoro annuali sulla base di una strategia quinquennale e di un programma di lavoro pluriennale. Lattuale strategia copre il periodo 2009 2013.
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Agenzia europea dellambiente


LAgenzia lavora a stretto contatto con altre istituzioni europee ed internazionali, segnatamente l'Istituto statistico delle Comunit europee (Eurostat) e il Centro comune di ricerca della Commissione europea, il Programma delle Nazioni Unite sullAmbiente (UNEP) e l'Organizzazione mondiale della sanit (OMS).

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