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rivista cinematografica romagnola
rassegna 4 maggio 2009 - Numero 6
cinematografica
film d’essai in Romagna Earth - La nostra terra Focaccia Blues
dal 4 al 17 maggio Teza X-men le origini: Wolverine
recensioni
Horror e verità
la videocamer a per sopr avv-
vivere all’or ror e quotidiano
horror politics
Soltanto un anno fa
Garrone e Sorrentino a Cannes
4 maggio 2009 - Numero 6
sommario PANTHEON
di Fiorenzo Giambi
I vitelloni
2
4 maggio 2009 - Numero 6
lo schermo dipinto
incontri-lezione curati da andrea bruni
L
a serie di incontri promos- matografici e non) hanno maturato lezione si torna a casa con la rara
si dal cineclub faentino “Il la propria vena creativa, accompa- sensazione di aver non solo fat-
raggio verde” e condotti gnando il tutto con un’esposizione to incetta di immagini e parole, ma
dal critico Andrea Bruni vivace e priva di pedanteria. Diventa soprattutto di averle trattenute, per
sono un ottimo esempio di come fondamentale la visione di filmati poterne ricavare un personale nu-
ci si dovrebbe accostare al mondo cleo interpretativo. Una festa per gli
del cinema. Uno sguardo al pubblico occhi e per la mente.
presente ci ha fatto comprendere
come possa ancora esservi spe- Chiara Tartagni
ranza di riscatto nel sonnacchioso
pubblico romagnolo (potremmo in jarman, cinema senza
realtà estendere il rimprovero al storia
pubblico italiano). È molto interes-
sante la scelta di un locale di atmo- La fin troppo breve parabola terre-
sfera quasi surrealista, all’interno na di Derek Jarman, perfettamente
del quale non sfigurano i filmati tratteggiata da Andrea Bruni, ci per-
estrapolati dall’opera di Pier Paolo mette di interrogarci su una figura
Pasolini, Salvador Dalì e Derek Jar- di frontiera tra le discipline dell’arte
man. Il tema stesso della rassegna, (se dividere scenografia, architettu-
l’intreccio inestinguibile fra cinema e ra, scrittura e cinema o altro ha mai
arte pittorica, è già di per sé estre- avuto senso) che ci concede fronti
mamente intrigante: da sempre le importanti anche per osservare il
arti visive sono in stretto e proficuo panorama di oggi dove, come negli
rapporto fra loro, anche grazie alle anni ’50-‘70’ l’artista non poteva
affascinanti figure che popolano la non fare cinema, oggi l’artista non
storia della pittura. Ma la materia può non interagire con la grande
diventa irresistibile nelle mani di rete informatica. Il percorso di Jar-
Andrea Bruni, che ci regala un’ab- man può essere quindi istruttivo. Da
Andrea Bruni durante la lezione a Faenza
bondante messe di informazioni. Il un punto di vista formale colma la di-
critico alterna il racconto di sapidi e cortometraggi, che proiettano il scrasia tra pittura e cinema con una
aneddoti tratti da set cinemato- pubblico nei colori e nell’immagina- sorta di gelatina che tiene insieme
grafici a descrizioni dettagliate del rio, veramente “pittorici”, di questi e rallenta le immagini. Ne derivano
contesto in cui celebri artisti (cine- straordinari artisti. Al termine della effetti ai limiti del lisergico, degni di
lo schermo dipinto
un’analisi dettagliata qui impossibi- cui decide di partecipare, insieme a dei ladroni che moriranno al fianco
le. Gli scabri corpi nudi di Sebastian, Godard, Rossellini e Gregoretti, al di Cristo, fa indigestione di ricot-
le ombre fuggevoli di The Angelic ta, finendo per morire sulla Croce.
Conversation, i tableaux vivants del «Morire. Non aveva altro modo per
Caravaggio, l’uso dell’ombra quasi ricordarci che lui era vivo»: sono le
carnale di Edoardo II, il colore puro parole che chiudono il film e ne sug-
di Blue. Tappe di una cinematogra- gellano la morale. Eppure c’è anche
fia intesa come campo atemporale altro, soprattutto nelle risposte che
dove una storia, prigione dell’arte, il regista del film, impersonato da un
viene fatta saltare con l’accumula- grande Orson Welles, dà al giornali-
zione esagerata che sfiora il trash sta che lo intervista, spaziando da
ma ci squarcia lo sguardo in quello Fellini alla natura del cinema. Mes-
che forse è già transavanguardia. saggio morale, riflessione intellet-
tuale, apologo allegorico, riflessione
Ilario Gradassi metacinematografica e omaggi a
Chaplin ambiscono a fondersi in soli
30 minuti, senza riuscirci pienamen-
la ricotta
te. Sequestrato per vilipendio alla
Pier Paolo Pasolini, ovvero l’ultimo religione, e costato a Pasolini una
grande intellettuale contestatore condanna a quattro mesi di reclu-
che l’Italia abbia avuto: personaggio sione, poi cancellata in appello, e
scomodo, estremo, perennemente divenuto subito un cult, non è tut-
contro; genio eclettico e sovversivo tavia uno dei migliori film di Pasolini,
dedito a narrativa, poesia, cinema, nonostante la buona idea di fondo e
saggistica, a cui non è possibile alcune ottime sequenze. La ricotta,
L’atmosfera surrrealista della conferenza
affibiare un’etichetta. Come non è contiguo per stile e tema a Uccellac-
facile etichettare o recensire que- progetto Ro.Go.Pa.G., che prende il ci e uccellini (1966), non è infatti il
sto La ricotta, probabilmente uno suo bizzarro nome dalle iniziali dei grande film di Pasolini sulla passio-
dei cortometraggi più celebri del- suoi autori. Storia semplice e para- ne di Cristo, ma soltanto un’ulteriore
la storia del cinema; il quaranten- dossale quella della Ricotta: durante testimonianza della sua ossessione
ne Pasolini è da poco uscito dalle le riprese di un film sulla passione per la figura del Nazareno e un’inte-
esperienze di Accattone (1961) e di Cristo, il sottoproletario Stracci, ressante anticipazione del suo vero
Mamma Roma (1962), e ancora una che vive di espedienti pur avendo capolavoro sul tema, Il vangelo se-
volta sente l’esigenza di cambiare sulle spalle un’intera famiglia e che condo Matteo.
strada, di sperimentare ancora, per deve interpretare la parte di uno Alessandro Merci
In Sala
teza Earth – La nostra terra
(2008) 140’ Hailè Gerima (2007) 90’ Alastair Fothergill, Mark Linfield
Non capita spesso di vedere al cinema la storia corale di Una docufiction da gustare, non solo perché alimenta il
una nazione fondersi in modo convincente con il racconto desiderio di addentare dopo i titoli di coda una foccaccia,
della vita, dei sogni, dell’esperienza di un personaggio; e la stessa che in Puglia avrebbe sconfitto, portandolo alla
ancor meno di frequente capita di vedere un film capace chiusura, un punto McDonald, ma anche per le essen-
di insegnare e commuovere senza far ricorso a un lin- ze ruspanti scelte per la sua realizzazione e per l’idioma
guaggio enfatico o sentimentale. Eppure questo è il mira- colorito sempre presente e marcato che trasmettono la
colo che riesce a compiere Teza, l’ultimo film del maestro genuinità della gente come del prodotto. Attori veraci con-
etiope Hailè Gerima già premiato a Venezia; una pellicola tro un personaggio sofisticato con i colori della famosa
che, col suo sapiente intreccio di pubblico e privato, di catena di fast food, accompagnati da una fotografia della
storia collettiva e memoria personale, giunge a esiti altis- regione in veste autocelebrativa. Anche gli ospiti sono di
simi, regalandoci una grande lezione di sensibilità, oltre fama autoctona e rendono divertente, gustosa e semplice
che, naturalmente, di cinema. la sua visione.
Fuori Sala
La guerra di Charlie Wilson Diari
(2007) 97’ Mike Nichols (2008) 90’ Attilio Azzola
Il deputato americano Wilson, amante di alcool, donne e L’Italia trionfante del festival di Cannes 2008 non è rap-
cocaina, scopre quasi per caso gli orrori dell’invasione presentata solo da Gomorra e Il divo; a conquistare un
sovietica in Afghanistan e si adopera con altri quattro premio, seppur minore (Grand Prix Écrans Juniors), è in-
“tizi” della Cia per fare arrivare ai Mujahideen armi e sol- fatti anche Diari, girato dall’esordiente Attilio Azzola con
di per respingere l’offensiva. Una volta sconfitta l’armata una troupe di attori non professionisti, un film passato
russa, però, il Fronte Islamico userà la forza per impor- inosservato a causa della limitatissima distribuzione. Chi
re il suo volere alla popolazione afghana. Trasposizione ha avuto la fortuna di vederlo, si è trovato di fronte a
cinematografica dell’autobiografia di Wilson; commedia una storia di amori (e dolori) adolescenziali che, se in
piacevole e scorrevole, critica nei confronti degli Usa ma un primo momento sembra non distaccarsi troppo dagli
politicamente corretta. Buona l’interpretazione di Tom stereotipi di Moccia, lentamente sale, finendo per colpire
Hanks e Seymour Hoffman. a fondo lo spettatore con la sua genuina semplicità e la
sua spontanea sincerità. Da vedere.
Altre immagini
Roberto Billi – modernamente demodé m u l h ol l a n d d av e
Album musicale sotto licenza Creative Commons, gratis su Jamendo.com Il blog di Davide La Rosa
http://www.jamendo.com/it/album/36729 http://lario3.splinder.com/
Già leader e fondatore del gruppo folk-rock I ratti della sabina, nel secondo album da Davide la Rosa è uno dei blog-
solista Billi riporta il suo stile che fonde rock e atmosfere popolari in canti che spaziano gers più seguiti d’Italia. A ren-
dalla favola all’introspezione misurata e generosa. Sono le chitarre folk ed elettriche ad dere caratteristico il suo diario
animare parole e immagini semplici ma non banali. Nei pezzi più suggestivi e malinconici online è la pubblicazione di
il ritmo rallenta per scattare la fotografia musicale dei personaggi del circo, della strada “storie a fumetti”, come le chia-
e della tradizione. Si sente la mancanza della completezza dell’orchestra dei “ratti”, ma ma lui: vignette, brevi strisce o
l’impronta è inconfondibile anche se Billi canta una visione più soggettiva del mondo. fotografie ritoccate che hanno
in comune la semplicità d’ese-
BBB B cuzione (schizzi, scarabocchi e
raffaello e urbino collages d’immagini) e l’ironia
Urbino, Palazzo Ducale, fino al 12 luglio 2009 dissacrante con cui sono trattati
http://www.raffaelloeurbino.it/ i più svariati temi. Sono infatti
Il «divin pittore», simbolo immortale di perfezione, torna a casa, per ritrovare il padre e i protagonisti dei suoi post, tra gli
compagni della sua gioventù: nella splendida cornice di Palazzo Ducale è possibile am- altri, un Dio ignorante in materia
mirare venti oli e altrettanti disegni di Raffaello, alcuni di altissima qualità – l’autoritratto di religione, un tristissimo Marco
degli Uffizi, la Piccola Madonna Cowper, Il sogno di un cavaliere, la Muta –, accanto agli esiti Columbro, un Giacobbo (quello
maggiori di Giovanni Santi, Timoteo Viti e altri artisti della scena urbinate negli anni del- di Voyager) inseguito dalla ma-
la formazione del Sanzio. Per riscoprire quelle radici profondissime che spesso la critica fia cinese e una Pimpa torturata
ha rimosso o misconosciuto e sottolineare, sulla scia del Vasari, l’influenza di Perugino. nei modi più orribili.
BBBBB Alessandro Merci Francesco Garoia
matrix BBB B
Programma televisivo, Canale 5, il periodo Vinci
http://www.matrix.mediaset.it/index.shtml
Al di sotto anche delle non eccessive aspettative. Nient’altro che questo si può dire
del Matrix dopo Mentana. Alessio Vinci, giornalista CNN non porta al lavoro la curiosità
e la passione tipiche del giornalismo d’oltreoceano, si limita ad assolvere il compitino
assegnato. Meno politica, meno sociale, meno inchieste, più processi “alla Cogne”, più
Brunetta, soprattutto più fuffa televisiva, reality in primis. Gli ascolti scendono, anche
per la concorrenza interna di Chiambretti. La chiusura del marchio di questo passo è
facilmente prevedibile. Farewell, man, senza rancore.
B BBB Ilario Gradassi Il libro che raccoglie le strisce su Dio
rassegna
C’ERAVAMO TANTO AMATI (1974) 125’ Ettore Scola IN NOME DEL POPOLO ITALIANO (1971) 103’ Dino Risi
martedì 12 maggio 21.00 CENTRO CULTURALE CARLO VENTURINI mercoledì 6 maggio 21.00 CENTRO CULTURALE CARLO VENTURINI
Massa Lombarda Massa Lombarda
I CERCATORI DI MIRAGGI (2008) 62’ Mario Chemello IO GIURO. APPUNTI DI DONNE SOLDATO (2008) 100’ Maria
giovedì 7 maggio 21.00 NOTORIUS Rimini Martinelli
giovedì 7 maggio 21.15 CINEMA ITALIA Faenza mercoledì 13 maggio 16.30 CINETECA DI RIMINI
COME UN UOMO SULLA TERRA (2008) 63’ Andrea Segre, LENINGRAD COWBOY GO TO AMERICA (1988) 80’ Aki
Dagmawi Yimer Kaurismaki
lunedì 4 maggio 21.00 CINEMA SAN BIAGIO Cesena
mercoledì 6 maggio 17.00 CINEMA SAN BIAGIO Cesena
giovedì 7 maggio 22.30 NOTORIUS Rimini
giovedì 7 maggio 22.30 CINEMA ITALIA Faenza MAR NERO (2009) 95’ Federico Bondi
giovedì 7 maggio 21.00 CINEMA VERDI Forlimpopoli
DUE PARTITE (2008) 94’ Enzo Monteleone
martedì 12 maggio 21.15 SUPERCINEMA Santarcangelo di Romagna
UN MATRIMONIO ALL’INGLESE (2008) 96’ Stephan Elliott
mercoledì 13 maggio 21.15 SUPERCINEMA Santarcangelo di Romagna lunedì 11 maggio 21.15 CINEFORUM RICCIONESE
martedì 12 maggio 21.15 CINEFORUM RICCIONESE
FESTEN (1998) 106’ Thomas Vinterberg
mercoledì 6 maggio 22.30 CINEMA SARTI Faenza
LA MORTE SOSPESA (2003) 102’ Kevin MacDonald
martedì 5 maggio 21.00 CINETECA DI RIMINI
FROST/NIXON (2008) 122’ Ron Howard
lunedì 11 maggio 21.30 LUNEDÌ CULT MOVIE Faenza
L’ONDA (2009) 100’ Dennis Gansel
martedì 12 maggio 21.00 CINEMA VERDI Forlimpopoli
IL GIARDINO DI LIMONI (2008) 106’ Eran Riklis
lunedì 4 maggio 21.15 CINEFORUM RICCIONESE mercoledì 13 maggio 21.00 CINEMA VERDI Forlimpopoli
martedì 5 maggio 21.15 CINEFORUM RICCIONESE
sabato 9 maggio 21.00 OCCHI SUL CINEMA 1 San MarinoSan Marino L’ORCHESTRA DI PIAZZA VITTORIO (2006) 93’ Agostino
Ferrente
martedì 12 maggio 21.00 OCCHI SUL CINEMA 2 San Marino
domenica 17 maggio 17.00 INVISIBILI 2009 Imola
mercoledì 13 maggio 21.00 OCCHI SUL CINEMA 3 San Marino
PARA VIVER NELLE FAVELAS DI SAO BERNARDO IN BRASILE
GIULIA NON ESCE LA SERA (2008) 105’ Giuseppe Piccioni
(2008) 60’ Massimiliano Valli
venerdì 15 maggio 21.15 SUPERCINEMA Santarcangelo di Romagna
lunedì 11 maggio 21.00 CINEMA SAN BIAGIO Cesena
giovedì 14 maggio 21.15 CINEMA ITALIA Faenza
GRAN TORINO (2008) 116’ Clint Eastwood
martedì 12 maggio 21.00 CINETEATRO VICTOR San Vittore di Cesena
PAULINE & PAULETTE (2001) 78’ Lieven Debrauwer
giovedì 14 maggio 21.00 CINETEATRO VICTOR San Vittore di Cesena
lunedì 11 maggio 21.00 NOTORIUS
HAPPY GO LUCKY - LA FELICITÀ PORTA FORTUNA (2008) 118’
Mike Leigh IL PRIMO GIORNO D’INVERNO (2009) 88’ Mirko Locatelli
venerdì 8 maggio 21.15 SUPERCINEMA Santarcangelo di Romagna giovedì 14 maggio 21.00 CINEMA VERDI Forlimpopoli
KATYN (2007) 117’ Andrzej Wajda RACCONTI DA STOCCOLMA (2006) 133’ Anders Nilsson
martedì 5 maggio 21.15 CINEMA TEATRO ASTRA Misano Adriatico martedì 5 maggio 21.00 CINESOGNI Ravenna
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4 maggio 2009 - Numero 6
Cinematografica
THE READER (2008) 124’ Stephen Daldry
martedì 5 maggio 21.00 CINETEATRO VICTOR San Vittore di Cesena Essai in Romagna
martedì 5 maggio 21.15 SUPERCINEMA Santarcangelo di Romagna
mercoledì 6 maggio 21.15 SUPERCINEMA Santarcangelo di Romagna
4 - 17 maggio 2009
giovedì 7 maggio 21.00 CINETEATRO VICTOR San Vittore di Cesena
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4 maggio 2009 - Numero 6
Femminicidio al Cinema#1
di Cecilia Benzoni
innocenza e fiaba: bambine interrotte
LA FONTANA DELLA VERGINE favole si trasmette di generazione in ge- gentili. La giovane rappresentata è de-
nerazione un certo immaginario. Un de- cisamente infantile. Tarda a partire per
La fontana della vergine, diretto nel terminato modo di concepire e rappre- il mattutino, si veste per il viaggio con gli
1960 da Ingmar Bergman, è ambientato sentare la femminilità è presente anche abiti più preziosi per soddisfare la sua
nel XIII secolo. Narra di una ragazza di in questo film fiabesco. Il femminile è, da vanità bambina e compiacere il padre,
ricca fa- si vanta
miglia, con de-
incari- gli sco-
cata dai nosciuti
genitori della
di attra- sua vita
versare di picco-
la fore- la princi-
sta per pessa. Il
portare suo ca-
delle r attere
cande- è simile
le alla Ignara del pericolo, la vergilne si ferma con i tre pastori nel bosco a quel-
chiesa per la preghiera mattutina. Si un punto di vista palesemente maschile, lo di Cappuccetto Rosso. Non potrà
imbatte in tre pastori con cui all’inizio preda. Sia quando è angelicato, come che incontrare il lupo. E dal punto
chiacchiera e divide il pranzo, ma che per la figlia bionda, bella, pura e inno- di vista di Bergman i pastori-ladri di
poi la violentano e uccidono. Non paghi cente, sia quando è demonizzato, come bestiame che violentano la ragazza
dello stupro appena compiuto i tre si per la serva mora, cattiva, incinta di un sono tra i predatori più feroci e sfre-
dirigono verso la casa del padre da cui bastardo e isterica. Entrambe sono cal- nati (la stuprano, la uccidono, van-
si fanno accogliere e sfamare. Quando pestate e annientate. In particolare la no a mangiare in casa del padre).
tentano di vendere alla madre i vestiti brava e bella ragazza, è vezzeggiata, Questa donna-bambina è una creatu-
sottratti alla figlia, sono smascherati e guardata e toccata da tutti gli uomini ra ambigua, caricata della simbologia
il padre li uccide crudelmente. La serva con interesse puramente sessuale. Il dell’innocenza, è una fanciulla vergine
indica ai genitori la radura dove si tro- padre la accontenta e la coccola quasi che fantastica di trovare un marito da
va il corpo della ragazza. Dopo avere maliziosamente, gli uomini per strada la amare e di vivere da buona cristiana,
spostato il cadavere, dal luogo in cui è fermano e la toccano con nonchalance, percepita però dagli uomini come sen-
stata martoriata inizia a sgorgare mira- i pastori subito la spogliano con gli occhi suale e attraente in modo irresistibile,
colosamente dell’acqua. Attraverso le e la abbordano mostrandosi fraterni e quasi provocatorio. Il paradigma di fon-
Mercoledì 6 e martedì 12
Lunedì 4 maggio per DOCin-
Mercoledì 6 maggio per DO- maggio al centro cultura-
TOUR al cinema san Biagio di
CinTOUR alla cineteca di Ri- le Carlo Valentini di Massa
Cesena presente dalle 21.00
mini proiezione di Predappio Lombarda la rassegna L’av-
il regista Andrea Segre, regi-
in luce alle 16.30 presente il venturosa storia del cinema
sta di Come un uomo sulla
regista Marco Bertozzi. italiano è presentata dal cri-
terra.
tico Andrea Bruni. 11
4 maggio 2009 - Numero 6
Horror Politics #4
di Matteo Lolletti continua da pag.2
I
n tempi recenti tre film si impon- flessione sia sul potere dell’immagine provinciale, nell’impotenza di assu-
gono come emblemi, con diverse e del suo controllo, sia sulla necessità mersi delle responsabilità adulte.
declinazioni, di un sentire oramai di recuperare, nell’era del digitale, tale D’altro canto tutti i vitelloni vedono
diffuso: la diffidenza nei confron- controllo e tale potenza. In tal senso presto o tardi il disfacimento dei pro-
ti delle fonti ufficiali di comunicazione, tutti i film di cui stiamo parlando han- pri sogni all’indomani di una sbor-
conniventi e contraddittorie. Queste tre no spesso contrappunti visivi o sonori nia o di un’avventura fallimentare.
opere sono Diary of the Dead (Usa, dedicati ai media istituzionali, non solo: Tuttavia lo sguardo del regista rimi-
2007) di George Romero, Rec (Spa, la stessa videocamera diviene, in alcu- nese è sempre bonario, indulgente
2007) di Jaume Balanguerò e Paco ni frangenti, mezzo di sopravvivenza ed affettuoso con questi perdenti
Plaza, e Cloverfield (Usa, 2008) di e bussola di orientamento. Solo con del dopoguerra, lontani anni luce
Matt Reeves: due zombie-movies e un la condivisione dell’orrore e la testi- dai Poveri ma belli di Dino Risi.
catastrofico. Ciò che le accomuna è la monianza si può resistere all’orrore Più che interpretare fatti o com-
negazione (ovviamente stilistica) del- stesso, e riuscire a sapere (e a capire) portamenti, Fellini li espone,
la finzione cinematografica, poiché in la verità, per scacciare la menzogna, senza una traiettoria critica.
ognuna di esse è esplicitamente esclu- quella stessa menzogna su cui si basa- I vitelloni sono anche una nostalgica
so il punto di vista invisibile dello spet- no guerre e Patriot Act. A sancire tutto ode alla giovinezza perduta e a ciò
tatore. Le tre storie infatti sono raccon- ciò, ecco alcune delle frasi dell’incipit che troppo spesso, una volta invec-
tate attraverso le immagini riprese da di Diary of the Dead: «Alcune di que- chiati, si dimentica o si rinnega di
videocamere utilizzate dai protagonisti, ste scene non furono mai trasmesse. aver sognato.
in presa reale, con un’identificazione Furono segretamente caricate in rete BBBBB
immediata tra il visibile/vedente e il ve- dal cameraman che le ha girate. Era il
dente/spettatore. Ciò che sottende le suo modo per cercare di dire la verità
tre pellicole è l’insistenza sul fatto che la su quanto è accaduto. […] Ci hanno
verità (parola che ricorre con frequen- spinto a credere a qualsiasi cosa. […]
za), l’orrore, non possono più passare Quel cameraman di Canale 10 voleva
- ancora una volta dopo l’11 settembre diffonderlo in modo che alle persone,
- attraverso la manipolazione dei mezzi a voi, fosse detta la verità. […] Ve-
di informazione istituzionali. La verità è dete, oltre a cercare di raccontarvi la
testimoniata dalla presenza, che, per verità io spero di spaventarvi, in questo
quanto accidentale, diviene responsa- modo, forse, vi renderete conto. Forse
bilità e condizione di autenticità. Alla voi non commetterete gli stessi errori
base delle tre opere c’è quindi una ri- che abbiamo fatto noi».
F
rancis Ford Coppola è nato nel 1939. Martin nel 1973 dirige Mean Street; Coppola a trentadue ottiene
Scorsese nel 1943. George Lucas nel 1944. un Oscar per la miglior sceneggiatura di Patton, generale
Steven Spielberg nel 1946. Potrei andare avanti d’acciaio. Un anno dopo scrive e dirige il primo episodio
e citare Brian De Palma, David Lynch e Ridley del suo più grande successo cinematografico di sempre,
Scott, parlando di loro come i padrini di quel movimen- Il Padrino; ma il più precoce tra questi è stato sicuramen-
to in seguito ribattezzato New Hollywood, proprio per te Spielberg, con i tre Oscar ottenuti per Lo Squalo alla
la nuova spinta vitale che questa manciata di registi ha decisamente poco veneranda età di 29 anni. I manuali di
conferito a un cinema che stava attraversando una crisi storia del cinema sono pieni di riferimenti a questi auto-
Prime prove di ottimo livello per i giovani registi della New Hollywood: George Lucas, Steven Spielberg, Martin Scorsese, Francis F. Coppola
profonda. Quasi tutti questi cineasti hanno raggiunto la ri. Spesso e volentieri però si fermano qui, forse perché
popolarità in giovane età: Lucas dirige American Graffiti ritengono la rivoluzione portata dalla New Hollywood l’ul-
che non aveva ancora compiuto i trent’anni e qualche tima vera corrente cinematografica per cui sia necessario
anno dopo dà vita a Guerre Stellari; Scorsese ottiene il spendere parole. D’altronde sarebbe davvero criminale
primo successo della sua carriera a trentun anni, quando non dedicare almeno un capitolo al movimento che alcuni
new hollywood
sono soliti far iniziare dal Gangster Story di Arthur Penn infatti scelto di frequentare la London Film School per-
e altri dall’Easy Rider di Dennis Hopper. Purtroppo però ché le «migliori scuole di cinema americane sono trop-
gran parte di questi manuali non dedicano nemmeno una po accademiche, mentre Mann sente il bisogno di una
riga a Michael Mann, un regista che è nato solamente tre formazione pratica» (F.X. Feeney, Paul Duncan, Michael
mesi dopo Martin Scorsese e un anno prima di George Mann, Taschen). Inoltre, fattore non meno importante,
Lucas. Perché? I detrattori del cineasta di Chicago non col trasferimento nel vecchio continente avrebbe evitato
tarderebbero a sottolineare quanto la portata innovatri- di arruolarsi e partire per il Vietnam, una guerra alla qua-
ce dei film del nostro sia infinitamente inferiore a quella le era totalmente contrario. Così non solo si allontana dal
dei registi appartenenti alla Nuova Hollywood. Noi, sep- mondo produttivo che ha favorito la nascita del cinema
pure nutriamo un profondissimo rispetto e un’altrettanto dei registi della New Hollywood, ma è impossibilitato, for-
profonda ammirazione per le figure sopra menzionate e se suo malgrado, a cogliere le necessità di innovazione
seppure consideriamo gli anni settanta come il periodo che questo sistema stava iniziando a manifestare. Questa
cinematografico più emozionante che gli Stati Uniti ci scelta ha portato il nostro a una carriera molto diversa
abbiano regalato, fatichiamo a sostenere questa tesi. da quella dei suoi coetanei. Alcuni non esiterebbero a de-
finirla di secondo piano rispetto a quella di Coppola & Co.,
noi crediamo sia semplicemente differente. Perché se è
vero che questo strano scherzo del destino che dopo
aver portato Mann lontano da Hollywood lo costringe a
una dura gavetta televisiva (che poi si rivelerà più che
redditizia, sia dal punto di vista economico che artisti-
co), ora, nel 2009, sta dando al nostro tutto quello che
in precedenza aveva dato agli altri. Perché mentre Ri-
dley Scott prova a barcamenarsi tra Un’Ottima Annata,
Michael Mann sul set di Public Enemies(2009)
American Gangster e Nessuna Verità, film a cui manca,
Michael Mann non compare, ancora, nei libri di storia crime movie a parte, più di un venerdì, mentre Coppola
del cinema non perché il suo talento sia inferiore ad uno risorge da dieci anni di vuoto con il criticatissimo Un’Al-
Spielberg o ad uno Scorsese, e neanche perché le sue tra Giovinezza e Scorsese ottiene una pioggia di Oscar
doti siano sbocciate in ritardo, ma a causa di scelte di vita rifacendo (peggio) un film altrui, Michael Mann è ancora
antitetiche rispetto ai suoi più illustri colleghi. Quando nel a cavallo della tigre. Il suo cinema sembra rinnovarsi di
1965 Scorsese ottiene i primi soldi per un film (Bring On anno in anno e, anche se molto a rilento, il pubblico inizia
the Dancing Girls, mai terminato) grazie alla frequenta- a tributargli il successo che la critica da almeno vent’anni
zione in pianta stabile della New York University e quando gli attribuisce. Il sistema degli Studios insomma, a chissà
nel 1968 Spielberg grazie al suo primo cortometraggio, quanti anni dalla sua nascita, è ancora talmente impre-
Amblin, ottiene un ingaggio alla Universal, Michael Mann vedibile e contraddittorio da far spazio ai giovani anche
è in Europa, a Londra più esattamente. Nel 1968 ha se questi hanno la stessa età anagrafica dei vecchi.
CineAstri
di Camilla Bruschi Will Smith
il successo scritto nella decima casa
Willard Christopher Smith Jr., dente, ossia il segno che
noto al pubblico con il nome sorge a oriente al momento
Will Smith, nasce a Philadel- della nascita, aiutarci in que-
phia sotto il segno della Bi- sto viaggio. L’Ascendente è il
lancia il 25 settembre 1968 ( modo in cui ci esprimiamo e
nascono questo stesso gior- ci mostriamo agli altri e gra-
no anche Michael Douglas, zie alle sue caratteristiche ci
Cathrine Z. Jones, Christopher indica quali strade percorrere
Reeve, Heather Locklear). per “realizzare il nostro Sole”.
Tra i più famosi rapper, attori Will Smith è Bilancia ascen-
e produttori cinematografi- dente Sagittario, il Sole lo
ci statunitensi, nel 2007, la porta dunque alla ricerca di
rivista americana Newswe- equilibrio, mediazione, ar-
ek lo ha indicato come l’at- monia mentre l’ascenden-
tore più ricco del mondo. te Sagittario rimanda a noi,
Quali aspetti astrologici de- all’esterno, il suo lato “leg-
terminano il successo di una gendario”. In continuo movi-
persona o la sua inclinazio- mento, il centauro lo spinge a
ne alla carriera artistica? La famiglia Smith alla prima di I’m Legend a NY misurarsi in sempre nuove sfi-
Il segno in cui si trova il Sole de e avventure professionali.
al momento della nascita Se la posizione del Sole ci
parla della nostra identità, ci dice chi siamo, con il termine
fornisce il tipo di qualità che Casa, in astrologia, si intende
dobbiamo acquisire per es- invece la suddivisione della fa-
sere realmente noi stessi, ci scia zodiacale in dodici settori
dice che tipo di persona ci ognuno con un proprio signi-
sforziamo di diventare e quale ficato. Alla casa X, ad esempio
mito individuale manifestiamo. è spesso associata al succes-
Si può dire che il segno di na- so personale e guardando il
scita sia un punto di parten- tema natale di Will ecco che
za e insieme di arrivo per la troviamo in decima casa Sole,
nostra evoluzione personale, Giove, Urano e Plutone. Deci-
La “gran casa” di Will Smith in California
mentre è compito dell’Ascen- samente una gran casa!
Ilario Gradassi