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Il rapporto tra Stato e individuo*

Benjamin Tucker SIGNORE E SIGNORI, presumibilmente lonore che mi avete fatto nellinvitarmi a rivolgermi a voi oggi su Il rapporto dello Stato con lindividuo dovuto principalmente a una combinazione di circostanze che mi ha reso in qualche modo un esponente di primo piano della teoria dellanarchismo moderno una teoria che sta acquistando sempre pi considerazione come una delle poche che offrano una solida base alla vita politica e sociale. In suo nome, quindi, vi parler per discutere questo soggetto che soggiace e tocca chiaramente quasi tutti i problemi pratici con cui questa generazione si confronta. Il futuro dei dazi, della tassazione, della finanza, della propriet, della donna, del matrimonio, della famiglia, del suffragio, delleducazione, dellinvenzione, della letteratura, della scienza, delle arti, delle abitudini personali, del carattere privato, delletica, della religione sar determinato dalla conclusione alla quale lumanit arriver sulla questione se e fino a che punto lindividuo debba obbedienza allo stato. Lanarchismo, occupandosi di questo argomento, ha trovato necessario, prima di tutto, definire i suoi termini. Le concezioni popolari della terminologia politica sono incompatibili con la rigorosa esattezza richiesta dalla ricerca scientifica. Si pu esser sicuri che uno scostamento dalluso popolare del linguaggio si accompagna al rischio di una errata comprensione da parte della moltitudine, che ignora con persistenza le nuove definizioni; ma, daltra parte, la conformit ad esso pu andare incontro allancora pi deplorevole alternativa della confusione agli occhi dello specialista, che sarebbe giustificato nellattribuire inesattezza di pensiero l dove c inesattezza di espressione. Prendete il termine Stato, per esempio, che ci riguarda particolarmente oggi. una parola sulla bocca di tutti. Ma quanti di coloro che la usano hanno una qualche idea di quel che intendono con essa? E, tra i pochi che ce lhanno, che variet di concezioni! Designiamo col termine Stato istituzioni che rappresentano lassolutismo nella sua forma estrema e istituzioni che lo temperano con pi o meno liberalit. Applichiamo la parola allo stesso modo a istituzioni che non fanno altro che aggredire e a istituzioni che, oltre ad aggredire, in qualche misura proteggono e difendono. Ma quale sia la funzione essenziale dello Stato, aggressione o difesa, pochi sembrano saperlo o curarsene. Alcuni difensori dello Stato evidentemente considerano laggressione il suo principio, sebbene la mascherino, sia a se stessi sia al popolo, sotto il termine amministrazione, che vogliono estendere in ogni possibile direzione. Altri, al contrario, considerano la difesa il suo principio e desiderano limitarlo di conseguenza allassolvimento di compiti di polizia. Altri ancora sembrano pensare che esso esista sia per laggressione sia per la difesa, combinate in proporzioni variabili secondo gli interessi del momento, o forse solo i capricci, di coloro a cui capita di controllarlo. Messi faccia a faccia con queste concezioni diverse, gli anarchici, la cui missione nel mondo labolizione dellaggressione e di tutti i mali che ne risultano, hanno percepito che, per essere compresi, devono connettere qualche significato definito e dichiarato ai termini che sono obbligati a impiegare e specialmente alle parole Stato e governo. Cercando quindi gli elementi comuni a tutte le istituzioni a cui applicato il nome Stato, ne hanno trovati due di numero: primo, laggressione; secondo, lassunzione dellunica autorit su una data area e tutto quello che vi compreso, esercitata generalmente per il doppio scopo della pi completa oppressione dei suoi sudditi e dellestensione dei suoi confini. Che questo secondo elemento sia comune a tutti gli Stati, credo, non sar negato per lo meno, a mia conoscenza nessuno Stato ha mai tollerato uno Stato rivale entro i suoi confini; e sembra pacifico che ogni Stato che dovesse comportarsi cos cesserebbe di essere uno Stato e di essere considerato tale da chiunque. Lesercizio dellautorit sopra la stessa area da parte di due Stati una contraddizione. Che il primo elemento, laggressione, sia stato e sia comune a tutti gli Stati sar probabilmente ammesso in modo meno generale. Tuttavia, non tenter di rafforzare qui la conclusione di Spencer, che sta acquistando ogni giorno pi ampia accettazione, che lo Stato ha avuto origine nellaggressione e ha continuato come istituzione aggressiva dalla sua nascita1. La difesa stata unaggiunta successiva suggerita dalla necessit; e la sua introduzione come funzione dello Stato, bench intesa senza dubbio in vista del rafforzamento dello Stato, stata in realt e in principio linizio della distruzione dello Stato. Laumento della sua importanza
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Discorso pronunciato alla sessione annuale dellUnitarian Ministers Institute, tenuta a Salem nel Massachusetts il 14 ottobre 1890. Discorsi sullo stesso argomento furono tenuti anche dal Rev. W.D.P. Bliss, dal punto di vista del socialismo cristiano, e dal Presidente E. Benjamin Andrews, della Brown University, dal punto di vista favorevole alla regolamentazione statale. 1 Cfr. H. Spencer, The Man Versus the State cit., p. 71: qualunque governo nasce dallesigenza di aggredire e si sviluppa per aggredire; p. 114: Il governo - nato dallaggressione e sviluppatosi per aggredire - palesa sempre la sua origine con la sua aggressivit; trad. it. p. 67 e p. 97, con modifiche. (NdC.)

non che una prova della tendenza del progresso verso labolizione dello Stato. Secondo questottica, gli anarchici sostengono che la difesa non un elemento essenziale dello Stato, ma che lo laggressione. Ora, che cos laggressione? Aggressione semplicemente un altro nome per governo. Aggressione, invasione, governo sono termini intercambiabili. Lessenza del governo il controllo o il tentativo di controllare. Colui che tenta di controllare un altro un governante, un aggressore, un invasore; e la natura di tale invasione non cambia che sia fatta da un uomo su un altro uomo, come nel caso del criminale comune, da un uomo su tutti gli altri uomini, come nel caso del monarca assoluto, o da tutti gli altri uomini su un uomo, come nel caso della democrazia moderna. Daltro canto, colui che resiste allaltrui tentativo di controllare non un aggressore, un invasore, un governante, ma semplicemente un difensore, un protettore; e la natura di tale resistenza non cambia che sia offerta da un uomo a un altro uomo, come quando si respinge lassalto di un criminale, da un uomo a tutti gli altri uomini, come quando si rifiuta di obbedire a una legge oppressiva, o da tutti gli altri uomini a un uomo, come quando un popolo sottomesso si solleva contro un despota, o come quando i membri di una comunit si uniscono volontariamente per reprimere un criminale. Questa distinzione tra invasione e resistenza, tra governo e difesa, vitale. Senza, non ci pu essere alcuna valida filosofia politica. Su questa distinzione e le altre considerazioni appena delineate, gli anarchici formulano le definizioni desiderate. Questa, quindi, la definizione anarchica di governo: la soggezione dellindividuo non invasivo a una volont esterna. E questa la definizione anarchica dello Stato: la personificazione del principio di invasione in un individuo o in una banda di individui che pretendono di agire come rappresentanti o padroni dellintero popolo compreso in una data area. Quanto al significato del restante termine nella materia in discussione, la parola individuo, penso non ci siano difficolt. Mettendo da parte le sottigliezze in cui indulgono alcuni metafisici, si pu usare questa parola senza pericolo di essere fraintesi. Che le definizioni a cui siamo cos giunti diventino generalmente accettate o no una questione di minore importanza. Sottopongo a giudizio se siano raggiunte scientificamente e servano allo scopo di una chiara trasmissione del pensiero. Gli anarchici, avendo con la loro adozione preso debita cura di essere espliciti, hanno diritto a che le loro idee siano giudicate alla luce di queste definizioni. Ora arriviamo alla questione vera e propria: che rapporto dovrebbe esserci tra lo Stato e lindividuo? Il metodo generale per determinarlo applicare una qualche teoria etica che comporti un fondamento di obbligo morale. In questo metodo gli anarchici non hanno alcuna fiducia. Lidea di obbligo morale, di diritti e doveri intrinseci, la rifiutano totalmente. Essi considerano tutti gli obblighi non come morali ma come sociali, e anche in questo caso non realmente come obblighi tranne quelli che sono stati consciamente e volontariamente assunti. Se un uomo fa un accordo con altri uomini, questi possono unirsi per vincolarlo al suo accordo; ma, in assenza di tale accordo, nessuno, a quanto ne sappiano gli anarchici, ha fatto alcun accordo con Dio o con qualsiasi altro potere di qualunque ordine. Gli anarchici sono non solo utilitaristi, ma egoisti nel senso pi ampio e pi pieno. Per quanto riguarda un diritto intrinseco, la forza la sua sola misura. Ogni uomo, si chiami Bill Sykes o Alessandro Romanov2, e ogni insieme di uomini, che siano gli scagnozzi della malavita cinese3 o il Congresso degli Stati Uniti, hanno il diritto, se hanno il potere, di uccidere o coartare altri uomini e di rendere il mondo intero strumento dei loro fini. Il diritto della societ a schiavizzare lindividuo e il diritto dellindividuo a schiavizzare la societ sono diseguali solo perch i loro poteri sono diseguali. Essendo questa posizione sovvertitrice di tutti i sistemi di religione e moralit, naturalmente non posso aspettarmi di conquistare assenso immediato dalluditorio a cui mi sto rivolgendo oggi; n il tempo a mia disposizione mi consente di sostenerla con un esame elaborato, o persino sommario, dei fondamenti delletica. Coloro che desiderano una maggiore familiarit con questo aspetto particolare della materia dovrebbero leggere una profonda opera tedesca, Der Einzige und Sein Eigentum, scritta anni fa da un autore relativamente sconosciuto, Caspar Schmidt, il cui pseudonimo era Max Stirner. Letto solo da pochi studiosi, il libro sepolto nelloscurit, ma destinato a una resurrezione che forse segner unepoca. Se questa, quindi, fosse una questione di diritto, sarebbe, secondo gli anarchici, puramente una questione di forza. Ma, fortunatamente, non una questione di diritto: una questione di opportunit, di conoscenza, di scienza la scienza del vivere insieme, la scienza della societ. La storia dellumanit stata in gran parte una scoperta lunga e graduale del fatto che lindividuo guadagna con la societ esattamente nella misura in cui la societ libera, e della legge che la condizione di una societ duratura e armoniosa la massima quantit di libert individuale compatibile con leguaglianza di libert. Luomo medio di ogni nuova generazione ha detto a se stesso pi chiaramente e consciamente del suo predecessore: Il mio vicino non il mio nemico, ma il mio amico, e io il suo, se solo riconosciamo mutuamente il fatto. Ci aiutiamo lun
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Si tratta rispettivamente di un personaggio del romanzo di Charles Dickens (1812-1870) Oliver Twist (1837-1838) e dello zar Alessandro III (1881-1894). (NdC.) 3 Gli highbinder cinesi di cui parla Tucker erano gli esattori e a volte i sicari dei malavitosi che controllavano prostituzione, droga e gioco dazzardo nelle Chinatown. (NdC.) 2

laltro per una vita migliore, pi felice e pi piena; e questo servizio potrebbe essere enormemente accresciuto se cessassimo di limitarci, ostacolarci e opprimerci lun laltro. Perch non possiamo metterci daccordo per lasciare che ciascuno viva la propria vita, senza che nessuno di noi trasgredisca il limite che separa le nostre individualit?. attraverso questo ragionamento che il genere umano si sta avvicinando al vero contratto sociale che non , come pensava Rousseau, lorigine della societ, ma piuttosto il risultato di una lunga esperienza sociale, il frutto delle sue follie e disastri. ovvio che questo contratto, questa legge sociale, sviluppato fino alla sua perfezione, esclude ogni aggressione, ogni violazione delleguaglianza di libert, ogni invasione di qualunque tipo. Considerando questo contratto in relazione alla definizione anarchica dello Stato come personificazione del principio di invasione, vediamo che lo Stato antagonistico alla societ; e, essendo la societ essenziale per la vita e lo sviluppo dellindividuo, salta agli occhi la conclusione che il rapporto dello Stato con lindividuo e dellindividuo con lo Stato deve essere di ostilit, destinata a durare fino a che lo Stato perir. Ma, verr chiesto agli anarchici a questo punto del ragionamento, che cosa faremo di quegli individui che senza dubbio continueranno a violare la legge sociale invadendo i loro vicini?. Gli anarchici rispondono che labolizione dello Stato lascer in vita unassociazione difensiva, non pi su base obbligatoria ma volontaria, che terr a freno gli invasori con ogni mezzo che pu dimostrarsi necessario. Ma questo quello che abbiamo ora, la replica. Volete davvero, quindi, solo un cambiamento di nome? Non cos veloci, per favore. Si pu fingere per un momento con assennatezza che lo Stato, anche nel modo in cui esiste qui in America, sia puramente unistituzione difensiva? Sicuramente no, tranne da parte di coloro che vedono dello Stato solo la sua manifestazione pi tangibile il poliziotto allangolo della strada. E non ci sarebbe da osservarlo molto da vicino per vedere lerrore di questa pretesa. Ebbene, il primo vero atto dello Stato, laccertamento e la riscossione coattivi delle tasse, in se stesso unaggressione, una violazione delleguale libert, e, in quanto tale, vizia ogni atto successivo, anche quegli atti che sarebbero puramente difensivi se pagati con un fondo finanziato da contributi volontari. Com possibile giustificare, sotto la legge delleguale libert4, la confisca dei guadagni di un uomo per pagare una protezione che non ha cercato e non desidera? E, se questa unoffesa, che nome daremo a una confisca in cui alla vittima data, invece che del pane, una pietra, invece che protezione, oppressione? Costringere un uomo a pagare per la violazione della propria libert davvero aggiungere al danno la beffa. Ma ci esattamente quello che sta facendo lo Stato. Leggete gli atti del Congresso; seguite i resoconti delle assemblee legislative statali; esaminate le nostre raccolte delle leggi; mettete alla prova ogni atto separatamente attraverso la legge delleguale libert troverete che i buoni nove decimi della legislazione esistente servono non a far rispettare quella fondamentale legge sociale, ma o a prescrivere le abitudini personali dellindividuo, o, il che anche peggio, a creare e mantenere monopol commerciali, industriali, finanziari e proprietari, che privano il lavoro di tanta parte della remunerazione che riceverebbe in un mercato perfettamente libero. Essere governato, dice Proudhon, significa essere guardato a vista, ispezionato, spiato, diretto, legiferato, regolamentato, recintato, indottrinato, catechizzato, controllato, stimato, valutato, censurato, comandato, da parte di esseri che non hanno n il titolo, n la scienza, n la virt. Essere governato vuol dire essere, ad ogni azione, ad ogni transazione, ad ogni movimento, annotato, registrato, censito, tariffato, timbrato, squadrato, postillato, ammonito, quotato, collettato, patentato, licenziato, autorizzato, impedito, riformato, raddrizzato, corretto. Vuol dire essere tassato, addestrato, taglieggiato, sfruttato, monopolizzato, concusso, spremuto, mistificato, derubato, e, alla minima resistenza, alla prima parola di lamento, represso, emendato, vilipeso, vessato, braccato, tartassato, accoppato, disarmato, ammanettato, imprigionato, fucilato, mitragliato, giudicato, condannato, deportato, sacrificato, venduto, tradito, e per giunta schernito, dileggiato, ingiuriato, disonorato, tutto con il pretesto della pubblica utilit e in nome dellinteresse generale5. E sono sicuro che non ho bisogno di additarvi le leggi esistenti che corrispondono e giustificano quasi ogni punto nel lungo atto daccusa di Proudhon. Quale assenza di riflessione, allora, nellaffermare che lordine politico esistente ha un carattere puramente difensivo al contrario dello Stato aggressivo che gli anarchici vogliono abolire! Questo porta a unaltra considerazione che ha una relazione molto forte col problema dellindividuo invasivo, che un tale incubo per gli oppositori dellanarchismo. Non forse questo trattamento che stato appena descritto largamente responsabile della sua esistenza? Ho sentito o letto da qualche parte di uniscrizione fatta per una certa istituzione caritatevole: Questo ospedale una persona pia ha costruito,
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Cos Spencer, Social Statics cit., p. 95, formula la law of equal freedom: Every man has freedom to do all that he wills, provided he infringes not the equal freedom of any other man; corsivo originale. (NdC.) 5 Cfr. Pierre-Joseph Proudhon, Ide gnrale de la Rvolution au XIXe sicle (1851), Paris, Rivire, 1923; trad. it. Lidea generale di rivoluzione nel XIX secolo, Firenze, Centro Editoriale Toscano, 2001. (NdC.) 3

ma prima ha reso povera la gente con cui lha riempito. E cos, mi sembra, con le nostre prigioni. Sono piene di criminali che il nostro Stato virtuoso ha reso ci che sono con le sue leggi inique, i suoi monopol opprimenti e le orribili condizioni sociali che ne risultano. Emaniamo molte leggi che fabbricano criminali e poi poche che li puniscono. troppo aspettarsi che le nuove condizioni sociali che devono seguire allabolizione di ogni interferenza con la produzione e distribuzione di ricchezza cambieranno alla fine cos le abitudini e le propensioni degli uomini che le nostre carceri e le nostre prigioni, i nostri poliziotti e i nostri soldati in una parola tutta la nostra macchina e equipaggiamento di difesa saranno superflui? Questo almeno il credo degli anarchici. Suona utopistico, ma riposa in realt su serie basi economiche. Oggi, tuttavia, manca il tempo per spiegare la visione anarchica della dipendenza dellusura, e quindi della povert, dal privilegio monopolistico, specialmente il privilegio bancario, e per mostrare come una minoranza intelligente, educata nei princip dellanarchismo e determinata ad esercitare quel diritto di ignorare lo Stato su cui Spencer, nella sua Social Statics6, insiste cos abilmente e ammirevolmente, potrebbe, sfidando le proibizioni sullattivit bancaria nazionali e statali e stabilendo una Banca Mutua in competizione con i monopol esistenti, muovere il primo e pi importante passo per labolizione dellusura e dello Stato. Per quanto semplice possa sembrare questo passo, da esso dipenderebbe tutto il resto. Mezzora un tempo davvero troppo breve per discutere il rapporto tra Stato e individuo e devo chiedervi perdono per la brevit della mia trattazione di una successione di considerazioni, ciascuna delle quali ha bisogno di un intero saggio per il suo sviluppo. Se ho delineato largomento in maniera intellegibile, ho compiuto tutto quello che mi aspettavo.

Cfr. Spencer, Social Statics cit., cap. XIX, The Right to Ignore the State, pp. 185-194; trad. it. Il diritto di ignorare lo stato, in questo volume. (NdC.) 4

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