Académique Documents
Professionnel Documents
Culture Documents
Sommario: I. Caratteri generali e definizione; II. La Tortura nel processo, tra tormento
ed eresia; III. Inquisizione e tortura; IV. Il procedimento; V. La tortura nella storia.
Difficile è piuttosto dare una definizione precisa di tortura: rischiando una definizione
forse approssimativa possiamo sicuramente affermare che si tratta di un metodo di
coercizione fisica o psicologica inflitta alla vittima per estorcere o delle informazione ai fini
dell’istruzione del processo o una confessione. Ma non bisogna dimenticare anche che la
tortura molto spesso venne utilizzata semplicemente per infliggere al malcapitato solo
1
A differenza di ciò che si pensa i romani erano soliti adottare la tortura esclusivamente con gli schiavi. Ai
cittadini romani era pertanto riservata una tecnica “più mite”.
Piuttosto va sottolineato è che la tortura venne applicata ai cives solo con l’avvento del cristianesimo. In quel
caso sono molto meno sporadici i casi di applicazione della tortura a cittadini romani. E non mancheranno
episodi, forse più cruenti, proprio durante la “romanità cristiana” ossia dopo l’affermazione del cristianesimo
come religione ufficiale dello stato.
2
delle punizioni corporali. In quest’ultimo caso si esula dal diritto processuale per sfociare
nella politica negli arcana imperii di machiavellica memoria. Ma il diritto e la politica sono
necessariamente simbiotici, specialmente nelle epoche di cui ci appresteremo a descrivere.
Se quindi l’orizzonte, dal diritto, sfocerà nella storia, è per necessità di descrizione e non
per sviamento di “materia”.
2
Sostanzialmente, nel processo accusatorio, il ruolo del giudice è quello di confermare o meno la bontà delle
accuse. E’ quindi un processo che non guarda alla veritas indubitabile che invece sarà la caratteristica del
processo inquisitorio.
3
Combattere il tradimento per lo Stato e l’eresia per la Chiesa diviene l’attività per
eccellenza. E quale miglior strumento per ottenere la prova tanto desiderata per poter
avviare questo meccanismo di dimostrazione di potere? Ovviamente la tortura.
Non basta. Vi era una necessità incombente sul giudice: ottenere non semplici prove ma,
“la” prova, la confessione. E per ottenerla si ricorre alla tecnica migliore: la tortura.
Non c’era dubbio che questo sarebbe stato il metodo più soddisfacente.
Spagna, Portogallo, Ducato di Milano, Regno di Napoli e Regno di Sicilia vengono retti da
un unico re, Filippo II d’Asburgo3. La Chiesa, accerchiata a nord e a sud dagli spagnoli, fu
obbligata a cercare un accordo con la Spagna4.
Fu tutto ciò che permise lo sviluppo della Inquisizione, nata nel 11845, che, grazia alla
compiacenza del potere politico, petè assurgere a “supremo tribunale”. E’ noto, infatti,
3
Con la pace di Cateau-Cambresis venne sancito il dominio spagnolo in Italia che durerà fino al 1734.
4
Carlo V, padre di Filippo II, come è noto permise il c.d. “sacco di Roma” in aperta sfida a Papa Clemente
VII. La Chiesa quindi, volente o nolente, venne costretta, stavolta, a collaborare con gli spagnoli.
5
Fu solo nel 1254 che con la bolla Ad extirpanda, Innocenzo IV autorizzò l’uso della tortura e Giovanni XXII
estese i poteri dell’Inquisizione nella lotta contro la cosiddetta stregoneria.
L’ Inquisizione medievale si distingue dall’ Inquisizione spagnola, istituita da Sisto IV nel 1478 su richiesta
dei sovrani spagnoli Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia.
4
come i Tribunali dell’Inquisizione, fossero considerati, e dalla Chiesa e dallo Stato, come
tribunali superiori. Questo grazie proprio alla forte commistione dei due poteri.
E’ con l’Inquisizione che la tortura prenderà piede ed è soprattutto in ambito canonistico
che questa verrà sistematicamente utilizzata.
IV. Il procedimento
E’ sbagliato pensare alla tortura come un fatto eccezionale, come una tecnica che richieda
una innata malvagità nelle persone.
Anzi, è evidente come, soprattutto in epoche di guerre di religione, essa possa esser
sembrata la tecnica più adatta non solo per estorcere confessioni ma anche semplicemente
per punire in modo più crudele l’imputato.
L’odio, il fanatismo, la convinzione di essere dalla parte del bene, comporta una
“naturalezza” nell’applicarla che stupisce alle generazioni moderne. E’ quindi un naturale
mezzo di vendetta.
Chi vi ravvisa una componente di sadismo, a nostro avviso, sbaglia. Lo dimostra il fatto con
quanta facilità vi si ricorresse e con quanto entusiasmo le folle assistevano ai roghi che, se
dal punto di vista formale riguarda la pena, può tuttavia considerarsi come la naturale
continuazione del processo.
Ciò che stupisce ancora è come fossero molto simili le modalità utilizzate nei diversi luoghi
del mondo. America latina, Europa, Cina e Giappone differiscono veramente in pochissime
tecniche.
Per quanto riguarda l’Europa l’iter era pressoché uniforme, sia nei tribunali statali che in
quelli canonici.
Il prigioniero veniva prelevato dalla sua abitazione e tenuto in carcere per molti mesi
prima di sapere di cosa fosse accusato e di essere interrogato.
Una volta portato al cospetto dell’interrogante si minaccia l’imputato di sottoporlo a gravi
sofferenze: bisogna sottolineare come, molto spesso, le sole minacce bastassero per
estorcere dall’imputato le informazioni necessarie.
Se non si otteneva l’effetto sperato, l’imputato veniva condotto nella camera di tortura: la
camera era un appartamento sotterraneo senza finestre6. Qui venivano mostrati
all’imputato gli strumenti per incutergli terrore.
6
unica fonte di luce era una candela.
5
Se, ancora, non bastava il torturatore, vestito con una camicia nera coperta da un
cappuccio, l’imputato veniva denudato e gli venivano legate le mani.
A questo punto, se non si era riusciti ad estorcere nessuna informazione, iniziava il vero e
proprio supplizio.
In questo caso si sviluppava molto spesso una vera e propria arte della tortura. I
torturatori adottavano moltissime tecniche per estorcere più facilmente ciò che volevano
ottenere. A tal proposito furono moltissimi, anche in epoche antiche, i manuali messi in
commercio che descrivevano le migliori tecniche per estorcere confessioni.
Quando la confessione o l’informazione era stata ottenuta si decideva la pena: nei casi
meno gravi veniva praticata la fustigazione, oppure si veniva rinchiusi in carcere o ancora
portati nelle galee. Scontato dire che per le pene più gravi una era la pena: la morte7.
7
La pena di morte di solito veniva inflitta o per strangolamento o con il rogo.