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Collana inchieste

Nel libro, molte delle persone coinvolte hanno un nome di fantasia, mentre la copia in chiaro, con tutti i nomi reali conservata dallavvocato Massimo Rossi del Foro di Siena ed stata depositata alla Procura della Repubblica di Catanzaro, alla Procura Generale presso la suprema Corte di Cassazione, alla Procura della Repubblica di Salerno. E stata inoltre consegnata al Presidente della Repubblica italiana, al vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, al ministro di Grazia e Giustizia.

Giusi Cavallo Michele Finizio

Sia fatta ingiustizia


Quando la realt supera la pi orrenda immaginazione La storia vera di Giuseppe

Libres Edizioni, Potenza, piazza della Costituzione 42 www.libresedizioni.it libres.edizioni@gmail.com I diritti di riproduzione anche parziale sono riservati Finito di stampare nel mese di dicembre 2012 dalla Universal Book s.r.l.

Dedicato a tutte le vittime dellingiustizia

In questo libro scoprirete una storia incredibile. Una storia vera. Pi kafkiana di Kafka, pi maledetta di Bukowski. In un coacervo di legami parentali, di familistiche relazioni, di interessi minuscoli e cinici si staglia la vicenda di un uomo vittima della pi assurda ingiustizia. Questuomo vorrebbe sognare una vita di baci e abbracci sinceri, fatta di giorni straordinariamente semplici e normali. Ma lui non ci riesce, non pu sognare. Eppure spera, respira gli ultimi aliti di speranza che soffiano tra le crepe della sua vita. Siamo a Potenza, capoluogo della Basilicata. La vicenda che stiamo per raccontarvi si svolge in una zona particolare della citt. Quella dei vicoli giudiziari, delle stanze del potere politico, degli angoli nascosti, dei ruffiani al servizio di interessi familiari vasti. Questa zona della citt pu fare del male, molto male. E emblematica di una Basilicata dalle stanze buie, segrete, invalicabili. Dove tutto si decide come in un Olimpo inviolabile, asservito alla sacralit del Potere che impone la dittatura degli interessi dei pochi. Qui lintricata complessit della realt a volte supera la pi orrenda immaginazione. Lui Giuseppe Satta, giovane ingegnere sposato, con due bambini. Una vita familiare felice, senza problemi particolari, una vita naturalmente in corso in una nor7

malit provinciale. Il lavoro, la casa, la pizza, le vacanze, il pranzo dai suoceri e dai genitori, le feste, la Passeggiata in via Pretoria. Un giorno, anzi una sera, allimprovviso tutto si rompe, senza un apparente motivo. La vita di Giuseppe si capovolge, inspiegabilmente. Luomo entra nel tunnel della disperazione, ma non perde la forza per reagire. Subir umiliazioni, violenze psicologiche, ingiustizie, ma non moller. A farne le spese sar soprattutto suo figlio, 2 anni e mezzo, adesso 9 anni. Ma Giuseppe che vogliono colpire, piegare, annientare. Perch? E, innanzitutto, chi? Giuseppe ha pestato piedi importanti, ha messo in pericolo interessi inconfessabili, ha osato chiedere giustizia, ha violato lOlimpo? Fatto sta che luomo finisce nel tritacarne del potere, diventando immediatamente vittima di complicit occulte in una citt che subito appare uggiosa e senzanima. Giuseppe finisce sbattuto contro i muri della mediocrit e del cinismo, ferito a sangue nella dignit. Qualcosa non quadra, anzi nulla. Il timbro dellassurdo marchia ogni giorno la sua vita. Sotto lapparente vicenda di una separazione coniugale, si nasconderebbe un intrigo inimmaginabile, dal ricamo quasi perfetto, ordito nel bosco dei poteri grandi e piccoli. Hanno distrutto una famiglia, hanno rovinato due bambini, forse irrimediabilmente. Hanno tenuto al palo un uomo, costringendolo a difendersi da accuse infamanti, incarcerato nel paradosso dei processi giudiziari, sgretolato dallangoscia di perdere il suo bambino per sempre. Intanto la sua famiglia lhanno fatta a brandelli. Chi il colpevole? Quale il movente?
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Giugno 2006 E il 14 giugno del 2006, quasi mezzanotte, dopo una lunga giornata di lavoro Giuseppe torna a casa. Luomo entra nellappartamento. Non c nessuno. Clara, la moglie, dovrebbe essere sul divano o a letto. I bambini dovrebbero dormire nella loro camera. Invece sono scomparsi, tutti. C un biglietto sul tavolo: abbiamo bisogno di serenit che tu non sai darci nessuno ti n egher i figli, sono tuoi. Un impeto di incredulit scuote il cervello delluomo. Attimi di smarrimento, sguardi confusi in quelle stanze vuote, il respiro affaticato dallansia che allistante muta in angoscia. Una sola domanda: dove sono lei e i bambini? Clara Romano, la moglie, non aveva mai dato segni di insofferenza nei confronti di Giuseppe, n aveva mai fornito motivi di preoccupazione per la vita coniugale. E allora? Luomo prova a contattare Clara sul cellulare. Il telefono squilla, ma nessuno risponde. Decide di cercarli. Si mette in macchina e va a casa dei suoceri in Via Oberdan. Ma al citofono soltanto silenzio. Raggiunge la dimora di campagna dei genitori della moglie. L trova i suoceri e il cognato i quali gli dicono: Clara sta bene dove sta. Non aggiungono altro. Giuseppe si rimette in macchina e torna in Via Oberdan, dove incontra alcuni cugini della moglie. Questi lo mettono al corrente della verit. Clara e i bambini sono in quel palazzo, a casa dei genitori di lei. Non vuole vedere Giuseppe, perch? Non ti ama pi, spiegano i cugini. Nel frattempo sul
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posto giunge una pattuglia della polizia (chi lha chiamata?) che, senza alcun apparente e fondato motivo, intima a Giuseppe di allontanarsi e di recarsi in Questura per sporgere uneventuale denuncia. Giuseppe continua a non capire, disorientato. Chiede agli agenti di verificare le condizioni della moglie e dei figli, suggerisce di chiamare un medico perch il comportamento di Clara non normale.
*** Allo stesso modo non apparso normale che due giorni prima Clara avesse lasciato soli a casa i due bambini e fosse rientrata tardi, intorno alla mezzanotte. Mai successo. Strano che il 12 giugno la donna paghi con il suo bancomat il biglietto del treno al marito di una sua intima amica. Questultima, chiamata spesso a testimoniare, sar poi destinataria di un assegno di settemila euro a firma di Clara. Strano anche che tra il 13 e il 14 giugno qualcuno cambi la serratura della saracinesca del garage di casa Romano. Tutto premeditato? ***

Allindomani luomo cerca di contattare la moglie, ma Clara non risponde e fa in modo, da subito, che i figli non abbiano alcun contatto col padre. Intervengono amici e parenti delluomo per cercare di capire cosa stesse succedendo, ma lunica e inspiegabile risposta della donna di non voler vedere pi il marito e di temere violenze contro di lei. Strano, Giuseppe non un violento. Ma che sta succedendo? Solo dopo quattro giorni, la donna, grazie
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allintervento di un amico comune permette che i figli rivedano il padre, anche se per poche ore. Giuseppe riabbraccia i bambini che appaiono disorientati e impauriti. Chiede alla figlia cosa stesse accadendo, ma questa replica freddamente: sono cose da grandi e non so che dire. Seguono i giorni e la donna continua a negarsi, anche al telefono. Sinterrompono i contatti tra padre e figli. La donna riferisce, ad amici e parenti comuni, che avrebbe chiesto lintervento della polizia se il marito si fosse anche solo avvicinato a lei o ai bambini. Sempre pi sconcertato Giuseppe chiede ad un altro amico comune di provare a parlare con Clara. La donna spiega che non vuole pi vedere il marito. Ma perch? si chiede Giuseppe. Lamico comune riesce a convincere Clara di permettere ai bambini di vedere insieme al padre la partita della finale dei mondiali di calcio che sarebbe stata trasmessa la sera del 28. La sera della finale, mentre la gente in strada festeggia per la vittoria dellItalia, e luomo sta consumando una pizza insieme con lamico e con i figli, irrompe in casa la polizia, con al seguito la moglie che lascia immaginare agli agenti chiss quale pericolo corrano i bambini.
*** Uno degli agenti lIspettore capo Pasquale Montano, che incontreremo pi tardi. ***

La polizia prende atto che non vi alcun motivo di allarme, ma la donna prende alcune cose da casa e porta
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via con s il figlio piccolo mentre la figlia maggiore gi scesa nel portone ad aspettare la madre. La pattuglia lascia fare Clara ed invita luomo a recarsi in Questura per sporgere denuncia. Per Giuseppe la situazione si fa sempre pi intricata e incomprensibile. Sono i primi, lunghi e pesanti Passi di una storia senza fine che qualcuno vorrebbe trasformare in una fine senza storia. Luglio e agosto 2006 Il 4 luglio Agnese, la figlia maggiore, compie 17 anni. Giuseppe le chiede di festeggiare insieme. La ragazza non vuole, o forse non pu perch la madre glielo impedisce. Il 7 luglio luomo riesce ad incontrare i bambini che lo raggiungono nella sede della sua societ di ingegneria. Giuseppe consegna alla figlia il regalo e con lei cerca di capire cosa stesse accadendo. Agnese, da sempre molto legata al padre, manifesta la sua difficolt a comprendere la situazione e non riesce a spiegare i motivi per cui la madre abbia deciso di andare via di casa, di interrompere i rapporti col marito e di impedire ai figli la frequentazione con il padre. Giuseppe esorta la figlia a stare vicina alla madre per ricondurla alla ragione ma prima ancora la invita ad evitare di farsi travolgere, lei ed il fratellino, dalle decisioni e dalle azioni di Clara, frutto evidente pensa Giuseppe - di un suo momento di difficolt. La ragazza si rasserena e promette di provarci e di fare in modo che la madre incontri il pap. Agnese confida al padre che il giorno dopo lei e il fratellino Andrea sarebbero
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andati con la mamma in un centro commerciale. Giuseppe potrebbe raggiungerli per incontrare la moglie. Il giorno dopo luomo raggiunge il centro commerciale dove incontra Clara e i bambini. La moglie, in evidente imbarazzo, finalmente parla con il marito. Giuseppe propone di andare tutti insieme a mangiare una pizza. La sera trascorre serenamente tra sguardi e rievocazioni della vita familiare come se nulla fosse accaduto. La donna arriva finanche a prendere il marito per mano e a sorridere con lui dicendogli che, stando cos le cose tra loro, libero di trovarsi unaltra donna. Clara come se volesse dichiarare il suo rammarico per laccaduto. Una conversazione paradossale. Sembra quasi tutto normale. Giuseppe comincia a pensare che Clara si sia ravveduta. Ma unillusione. Luomo riaccompagna moglie e figli al parcheggio del centro commerciale e nel salutare Clara chiede ai bambini se vogliono ritornare a casa a dormire con lui. I figli si rivolgono alla madre in attesa di una sua approvazione. La donna non approva, ma promette che i bambini si sarebbero rivisti col padre lindomani. Giuseppe allora propone ai figli ed alla moglie di andare al mare insieme, ma la donna, sgranando improvvisamente gli occhi, ribatte che con lui non sarebbe andata nemmeno a prendere un caff (ed era appena scesa dalla macchina dopo avergli tenuto anche la mano!).
*** Il padre da quella sera non rivedr pi sua figlia, se non di sfuggita in tribunale, dove la madre la indica quale testimone in sede civile e penale a suo favore. La donna a 13

fine agosto 2006 chieder la separazione. ***

Giuseppe prova a darsi delle spiegazioni. Trascorre notti insonni a pensare, a mettere insieme episodi e fatti ai quali magari prima non aveva dedicato la necessaria attenzione. Ma niente, niente giustifica laccaduto. Qualcosa per evidente. Clara non sta bene, ha dei problemi. Bisogna intervenire. Luomo preoccupato per la condizione psichica della moglie e per il rischio che corrono i figli. Decide di rivolgersi alla Psicologia clinica dellospedale San Carlo di Potenza. Racconta tutto ad una psicologa la quale gli suggerisce di sporgere immediatamente una denuncia contro la donna, ma Giuseppe non vuole denunciare la madre dei suoi figli. Chiede unaltra soluzione. La psicologa in alternativa suggerisce di consegnare un esposto al Tribunale per i minorenni. La dottoressa ritiene che i comportamenti di Clara siano inquietanti e pericolosi. Una donna che allatta un bambino di tre anni, prende e non d. Perci raccomanda alluomo di documentare ogni cosa che abbia a che fare con questa storia. Giuseppe continua a tormentarsi. Si fa molte domande, ma le risposte non arrivano. Se Clara ha problemi psicologici, come mai lui non se n mai accorto? E perch soltanto adesso emergono? C dellaltro a cui luomo non ancora arrivato con le sue domande. Affioreranno in seguito angoscianti collegamenti tra la vi14

cenda familiare di Satta e fatti che riguardano la sua attivit professionale e il suo coraggio di cittadino per bene. Giuseppe pensa che sia giusto rivolgersi al Tribunale per i minorenni, perch riflette - unistituzione giudiziaria che tutela i bambini. Il 12 luglio luomo espone al Procuratore per i minorenni, Elisabetta Terno, tutto quanto accaduto e chiede che i figli rientrino nella loro casa. Anche in considerazione del fatto che i nonni materni non versano in buone condizioni di salute. La Procura si attiva e incarica il Servizio Sociale del Comune di Potenza di svolgere indagini psico-sociali. Il caso affidato allassistente sociale coordinatrice Rosaria Bronzo e alla psicologa Enza Bollino (che sar sollevata dallincarico e deferita allOrdine degli Psicologi per provvedimenti disciplinari poi assunti). Iniziano i colloqui con gli incaricati dei Servizi Sociali, mentre Clara instaura una strana (collusiva?) relazione con la psicologa Enza Bollino alla quale la donna racconta di aver subito indicibili violenze e maltrattamenti nei lunghi 28 anni di vita insieme al marito, dieci di fidanzamento e diciotto di matrimonio. La donna chiama da subito i figli a confermare i suoi racconti, in particolare Agnese ormai diciassettenne. Durante tutta lindagine condotta dai Servizi Sociali, Giuseppe non viene mai visto e sentito con i figli perch questo il volere della madre condiviso dalla psicologa che lo scrive anche nella relazione sul caso. Lassistente sociale cerca riscontri alle dichiarazioni di Clara. Verifica personalmente che nella casa familiare, al contrario di quanto dichiarato dalla donna, non esi15

ste alcuna devastazione di muri e suppellettili. Ma lassistente sociale nulla scrive nella relazione al giudice minorile in merito alla assoluta infondatezza dei racconti della donna. Neanche svolge indagini nel condominio per accertare se, durante il periodo di convivenza dei coniugi, i condomini avessero mai avvertito o assistito a violenze, litigi, o comunque avessero sentore di problematiche nel nucleo familiare. Giuseppe, che ormai non vede i figli da tempo, sollecita ripetutamente, quanto inutilmente, il Tribunale per i minorenni a prendere provvedimenti che, invece, non arrivano. Nel frattempo, a fine agosto 2006, Clara chiede la separazione e notifica al marito un ricorso nel quale racconta di una convivenza fatta di violenze, maltrattamenti e vessazioni. Giuseppe accede agli atti del fascicolo del Tribunale per i minorenni ed estrae copia delle relazioni dellassistente sociale e della psicologa. In quelle relazioni appaiono evidenti la falsit e la gravit dei racconti di Clara agli incaricati del Servizio Sociale. Ma nessun provvedimento viene assunto da quel tribunale, cos luomo decide di sporgere denuncia contro la moglie per i reati di sottrazione dei minori, diffamazione, procurato allarme e sottrazione ai doveri coniugali. Da quel momento in poi la donna sporger una serie di denunce contro luomo, parenti di lui, amici e conoscenti indicando a testimoni la figlia ed alcuni suoi amici con i quali si scoprir intratteneva anche rapporti economici.
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Settembre 2006 Inizia, per Andrea, la scuola materna. I primi giorni Giuseppe raggiunge la sede scolastica per incontrare il figlio. Ma scopre che nei suoi confronti lambiente ostile, avverte limbarazzo delle insegnanti che cercano di evitarlo. Evidentemente le accuse della moglie contro di lui hanno fatto il giro della citt. In molti pensano che quelluomo un bruto e violento, un mostro, uno che picchia le donne e i bambini. Eppure Andrea dimostra sempre grande gioia nellincontrare il padre. Giuseppe prova ancora a rivedere il figlio a scuola, ma ogni volta, sopraggiunge la moglie (avvisata da chiss chi) a fare violente sceneggiate e a strappargli il bambino dalle braccia. Giuseppe, per evitare traumi al figlioletto, decider in seguito di rinunciare anche a quei fugaci momenti di incontro. Ma documenta tutti gli accadimenti di quelle ore, fono registrando gli interventi e le aggressioni della moglie, le reazioni degli astanti e gli interventi delle forze dellordine. Passano alcuni giorni. E sabato 16 settembre, il padre va ad incontrare il figlio alluscita di scuola. Questa volta c il consenso della madre per causa delle continue insistenze del bambino che vuole vedere il pap. Clara permette che il marito accompagni il figlio sotto casa in Via Oberdan. Lei prende la sua auto e parte da sola. Luomo sotto casa della madre, insieme al figlio. Aspettano che Clara arrivi. Ma non arriva. Giuseppe prova a contattarla telefonicamente, ma lei non risponde.
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*** Si scoprir che quel giorno la donna andata a depositare una prima denuncia di presunte violenze domestiche riscontrabili sul diario della figlia maggiore Agnese. Falso, perch il vero diario di Agnese stato poi rinvenuto nella casa coniugale ed in esso sono riportati ben altre considerazioni e giudizi sul padre, che la figlia definisce stella polare, e sulla madre che grida strilla, non le va mai bene niente non la capir mai. Si scoprir che lo stile di scrittura, lortografia, la grammatica e i contenuti del vero diario sono inequivocabilmente diversi dal falso diario allegato alla denuncia che si sapr era detenuto dalla psicologa Enza Bollino negli uffici dei Servizi Sociali. ***

Giuseppe e il bambino, sono ancora sotto casa della madre che aspettano. Intanto Andrea lamenta che ha fame. Luomo decide di andare a casa sua, con il figlio, a preparare il pranzo. Poco dopo la donna telefona a Giuseppe, e con un fare esagitato e isterico gli intima di riaccompagnare immediatamente il figlio a casa, aggiungendo che lei sin dal primo momento era in Via Oberdan. Luomo assicura la donna che subito dopo pranzo avrebbe riaccompagnato il bambino, nonostante Andrea, parlando al telefono con la madre, esprima il suo desiderio di rimanere col padre. Ma la donna continua a gridare e a minacciare lintervento della polizia. Di l a poco Clara raggiunge il figlio a casa di Giuseppe in Via Manes (la casa coniugale). Comincia a urlare, spaventando il bambino. Allarmati accorrono
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alcuni inquilini del palazzo, tra i quali il padre di Giuseppe che vive al piano di sotto. Clara viene invitata a calmarsi. Intanto arriva la polizia, chiamata, riferiscono gli stessi agenti, da una giovane donna. (Si scoprir in corso di giudizio essere stata la figlia maggiore, non presente agli accadimenti, quindi la telefonata era preordinata in accordo con la madre.) E il secondo accesso della polizia nella casa coniugale. Appena entrati in casa, i poliziotti verificano che non c una lite in corso, come comunicato telefonicamente alla Questura. Clara a questo punto si rivolge agli agenti dichiarando di essere stata aggredita a pugni, calci e schiaffi dai presenti che le avevano anche impedito di uscire. Giuseppe e gli altri inquilini presenti, sbalorditi, raccontano agli agenti la verit dei fatti riscontrabile anche dalla fono- registrazione dellepisodio. Luomo invita gli agenti ad ascoltarla e a prendere atto che il figlio si trova legittimamente a casa sua con il padre. E il secondo Procurato allarme ad opera della moglie. Gli agenti procedono al formale riconoscimento delluomo e della donna, ma non degli altri presenti. Nel frattempo Clara contatta telefonicamente la figlia chiedendole di chiamare il suo avvocato, Leo Chiorazzo. Gli agenti realizzano che effettivamente, mancando provvedimenti dellautorit giudiziaria, il bambino si trova legittimamente a casa sua con il padre. La donna, a questo punto, riprende nuovamente ad agitarsi e chiede di poter subito andare via con il figlio.
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I poliziotti invitano Giuseppe a non opporsi alla richiesta di Clara e luomo, ricordando loro che era la seco nda volta che davanti ad agenti di polizia la donna reiterava la sottrazione di un minore e procurava allarme, per il sol bene del figlio, lascia andare il bambino con la madre. Si scoprir che la donna appena uscita da quella casa corsa in ospedale a denunciare di essere stata aggredita a pugni, calci e schiaffi da quattro persone, e cio dal marito, dal padre del marito, e dalla coppia di inquilini del piano sovrastante lappartamento di Giuseppe. Al pronto soccorso non le riscontrano un graffio, unecchimosi, un arrossamento. Ma il Pubblico ministero Anna Pezzini apre un procedimento penale a carico delle quattro persone. E dopo aver archiviata la posizione dellinquilina del piano di sopra, rinvia a giudizio i tre uomini. Per il tipo di reati contestati, Giuseppe e laltro uomo vengono rinviati al giudizio del giudice penale monocratico, mentre il padre di Giuseppe rinviato al giudizio del giudice di pace. Nel giudizio penale innanzi al giudice monocratico, viene disposta la trascrizione della fono-registrazione, quale traccia degli accadimenti, e vengono sentiti vari testimoni che smentiscono i fatti denunciati dalla donna. Testimone anche il medico del pronto soccorso che conferma il referto con assenza di qualsivoglia lesione riconducibile ai fatti denunciati. Sar comunque la traccia fonica degli accadimenti a guidare il giudice nella sua decisione.
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*** Il 5 marzo 2010 il giudice penale monocratico emette sentenza di assoluzione per Giuseppe e per laltro uomo, ed in data 1 marzo 2011 stessa sentenza di assoluzione viene emessa dal giudice di pace di Potenza per il padre di Giuseppe. Si sono per dovuti tenere due lunghi processi per lo stesso fatto, con gli stessi testimoni e con lo stesso fascicolo. Ci nonostante, la sentenza del giudice viene appellata, su richiesta della moglie Clara, direttamente dal Sostituto Procuratore Generale della Corte dAppello di Potenza, Gaetano Bonelli. Il ricorso, in data 1 marzo 2012 viene rigettato dalla Corte perch inammissibile, e la sentenza di assoluzione di Giuseppe e del co-inquilino Passa in giudicato. Perch tanto accanimento su questa vicenda? Non strano che il sostituto Procuratore generale della Corte dAppello Gateano Bonelli ricorra contro la sentenza di assoluzione? Con tutto quello che c da fare, perch dedicare tanto tempo ad una banale denuncia di aggressione, tra laltro, palesemente infondata? Gi, perch? Lo scopriremo, forse, indagando negli intrighi della storia. ***

Torniamo al settembre 2006. Giuseppe, non riuscendo a vedere i figli, si affanna inutilmente a sollecitare il Tribunale per i minorenni affinch prenda provvedimenti a tutela dei bambini. Segnala alla psicologa Enza Bollino che i comportamenti di Clara e lostruzionismo alla frequentazione padre/figli riconducibile allapplicazione della Pas- Sindrome di Alienazione

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Genitoriale1. Luomo deposita una serie di documenti, foto, filmati di famiglia e bigliettini a lui dedicati anche nel recente passato, dalla moglie e dalla figlia, rinvenuti nella casa coniugale. Documenti che smentiscono puntualmente le dichiarazioni della donna, evidenziando, invece, un grande affetto e un grande rispetto verso il marito ed il padre.
*** Solo nellottobre 2009, a distanza di ben tre anni, dopo un supplemento di consulenza tecnica dufficio e solo davanti alle inquietanti dichiarazioni del bambino, una terna di consulenti nominati dal giudice della separazione, diagnosticher una Pas a carico di Andrea. Nonostante i comportamenti reiterati dalla donna fossero inequivocabili dal primo momento ed il bambino fosse gi stato sentito pi volte da vari consulenti nominati dal Tribunale per i minorenni e dal Tribunale ordinario. ***

Ottobre 2006 Giuseppe accede nuovamente agli atti del Tribunale per i minorenni e scopre che la moglie in pi occasioni
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La sindrome di alienazione genitoriale (o PAS, dall'acronimo di Parental Alienation Syndrome) una controversa ed ipotetica dinamica psicologica disfunzionale che, secondo le teorie dello psichiatra statunitense Richard A. Gardner, si attiverebbe in alcune situazioni di separazione e divorzio conflittuali non adeguatamente mediate. Un disturbo che insorge quasi esclusivamente nel contesto delle controversie per la custodia dei figli. In questo disturbo, un genitore (alienatore) attiva un programma di denigrazione contro laltro genitore (genit ore alienato). Tuttavia, questa non una semplice questione di "lavaggio del cervello" o "programmazione", poich il bambino fornisce il suo personale contributo alla campagna di denigrazione. proprio questa combinazione di fattori che legittima una diagnosi di PAS. In presenza di reali abusi o trascuratezza, la diagnosi di Pas non applicabile

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ha fatto visitare il figlio Andrea in studi medici e in reparti ospedalieri di neuropsichiatria infantile. Ma scopre anche che Clara intrattiene rapporti amicali con la psicologa dei Servizi Sociali Enza Bollino. Alla fine di ottobre 2006, Giuseppe riesce a sentire telefonicamente il figlio Andrea, allora di 3 anni, il quale lo informa che la madre ricoverata. Luomo si reca in ospedale e scopre che la donna deve essere operata durgenza. Le chiede di usare buon senso, di ritornare in s per il bene dei bambini e le preannuncia che avrebbe provveduto a prendere i figli e a tenerli con lui. Novembre 2006 Lindomani, 1 novembre, luomo va dai genitori della moglie per prendere i figli ma non trova nessuno. A quel punto si reca in questura e chiede un intervento per rintracciare i bambini. La Questura riesce a rintracciare finalmente i genitori di Clara e cos il padre prende il bambino con s. La figlia Agnese decide di restare con i nonni. La sera, mentre il bambino a casa con il padre, suona il citofono. E Clara. Si dimessa volontariamente dalla chirurgia durgenza, prima di essere operata, per riprendersi il bambino. Giuseppe non ha alcuna intenzione di consegnare il figlio ad una donna che, anche in questa circostanza, dimostra di avere seri problemi di salute. Qualcuno chiama i Carabinieri i quali raggiungono labitazione di Giuseppe. Gli uomini dellArma riscon23

trano una situazione tranquilla, il bambino sereno in compagnia del padre, di parenti ed amici di famiglia. I militari prendono atto, ancora una volta, che non esiste alcun dispositivo giudiziario di separazione o di affidamento del minore il quale si trova, pertanto, legittimante a casa sua con il padre. Ma la donna non demorde e sosta, fino a tarda ora, sotto casa delluomo chiedendo ulteriori ed immotivati interventi delle forze dellordine. La mattina dopo, 2 novembre, accedono in casa Satta ben altre due pattuglie, questa volta della polizia, che puntualmente verificano che il bambino sereno e sta bene. Il padre, a quel punto, diffida le forze dellordine dal compiere ulteriori accessi che turbano la tranquillit del figlio e aggiunge che non avrebbe mai affidato il bambino ad una madre in quelle condizioni di salute. E mio dovere - afferma Giuseppe - badare al benessere del piccolo Andrea.
*** Si scoprir che la donna nei giorni tra il 2 ed il 4 novembre 2006, invece di rientrare in ospedale, depositer una serie di assurde, false e calunniose denunce contro il marito. Giuseppe un bruto e violento. ***

Il primo pomeriggio del 6 novembre, quel Tribunale per i minorenni al quale luomo si era rivolto dal luglio precedente ed al quale aveva pi volte sollecitato un intervento a tutela dei figli sottratti dalla donna, notifica a mezzo di due poliziotti e della psicologa dei Servizi
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Sociali Enza Bollino, un provvedimento con il quale veniva ordinato limmediato allontanamento del bambino dal padre e la consegna alla madre con affidamento a lei di entrambi i figli. Lapproccio delle persone incaricate di eseguire il provvedimento del Tribunale per i minorenni devastante. Nonostante i pianti strazianti del bambino che non vuole lasciare il padre, il provvedimento viene eseguito. Con quel provvedimento del 6 novembre, il Tribunale per i minorenni in sostanza recepisce acriticamente le denunce della donna. Nonostante tutta la documentazione depositata dalluomo, il magistrato dispone che il padre pu vedere il figlio per unora la settimana e solo in presenza di operatori dei Servizi Sociali. Il provvedimento assunto dal Tribunale per i minorenni fa riferimento ai racconti della donna e non gi ad atti di indagine che li confermano o li smentiscono. Anzi, nel provvedimento sono riportate letteralmente frasi calunniose identiche a quelle contenute nella memoria che il legale della donna, Gennaro Catania, aveva intanto depositato al Tribunale ordinario avviando la causa di separazione. Primi mesi del 2007 Giuseppe sempre pi disorientato, sbalordito, incredulo. Perch il Tribunale per i minorenni ha assunto quel provvedimento, senza il minimo dubbio, senza fare alcuna indagine? E un ingranaggio infernale. Langoscia delluomo si fa pi intensa quando scopre
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che quel tribunale incompetente in materia di affidamento della prole nata da matrimonio con causa di separazione incardinata. Ma competente solo in materia di potest. A Giuseppe non rimane che ricorrere in Corte dAppello. Ma questa Corte, allinizio del 2007, stranamente, sebbene sapesse che il Tribunale per i minorenni fosse incompetente in materia di affidamento dei figli minori, fa proprie le relazioni della psicologa dei Servizi Sociali e rigetta il reclamo, confermando le determinazioni di quel tribunale. Contestualmente, in sede di prima udienza di separazione, il presidente del tribunale ha modo di verificare di persona lo stato confusionale della donna che arriva a manifestare addirittura, e nonostante tutto laccaduto, la volont di non separarsi. Eppure ha presentano istanza di separazione! In quella sede accade un altro strano episodio. Lavvocato di Clara, redarguisce la donna e insiste per la separazione. Clara allimprovviso cambia versione, riconfermando la volont di separarsi. Questo accade sotto lo sguardo stupefatto del presidente del tribunale. Lavvocato Gennaro Catania (legale della donna) si lascia andare ad esternazioni gravissime sul conto di Giuseppe, rivendica platealmente il rispetto di precedenti promesse che il presidente gli avrebbe fatto circa lassunzione del provvedimento. Ma come! Il presidente del tribunale fa promesse agli avvocati? Nel frattempo il Tribunale per i minorenni dispone dufficio una consulenza psicosociale sul nucleo familiare. La consegna della perizia viene pi volte rinviata
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dai consulenti che, seguendo le orme della psicologa dei Servizi Sociali Enza Bollino, assorbono acriticamente i racconti della donna avallati anche dalla figlia, ormai definitivamente schierata con la madre contro il padre. Intanto Clara chiede, stranamente, di incontrare il marito il quale, seppure perplesso, accetta e si premura di registrare il colloquio. Quella registrazione un vero colpo di scena. Tra le altre cose, la donna confessa a Giuseppe alcuni particolari inquietanti. Ecco uno stralcio della conversazione (la voce di Clara bassa, pietosa, sofferente):
() Giuseppe - () Chi ha deciso per te, visto che prima hai detto che tu non volevi Clara - no non volevo arrivare assolutamente a questo punto. Se lo vuoi sapere la storia cominciata cos, non mi interessa se registri se non registri, ma visto che vuoi sapere le cose fino in fondo a me sai cosa mi dicono che non ti dovrei telefonare assolutamente, che non dovrei cercare nessun contatto con te perch tu userai tutto per farmi del male, questo mi dicono, ma a me non importa, perch tu puoi fare tutto il male che vuoi Giuseppe - Fino a mo chi ha fatto del male Clara - Io non volevo farti del male, ma io sono stata costretta, se vuoi sapere chi ha deciso che io dovevo chiedere la separazione giudiziale che io non volevo chiedere, ho detto no, sai chi stato? il giudice Tortona se proprio lo vuoi sapere e te lo dico spassionatamente Giuseppe - Il giudice Tortona ti ha detto Clara - Si, perch ha detto signora c stato questo 27

esposto, lei ha avuto questo esposto da suo marito, lei se n andata di casa lei deve chiedere la separazione, ma io ho detto la separazione non la voglio, e come mha guardato male ha detto ma lei signora sta scherzando? O si illude? Giuseppe - E come al solito gli altri hanno deciso per te, Clara per piacere me ne fai andare che sono disgustato Clara - Sei disgustato? Ma non che io volevo chiedere la separazione Giuseppe - Sono disgustato, me ne fai andare per piacere? In mano a te dovrebbero stare i figli miei! In mano a una che lascia decidere della sua vita agli altri! Tu non ti vuoi salvare. Hai fatto decidere agli altri e vuoi continuare a darmi fastidio Clara - Io non voglio darti fastidio, che ti do fastidio? Giuseppe - Clara me ne devo andare lasciami andare sono troppo troppo addolorato Clara Ah io no? Giuseppe - In mano a te la vita mia, dei figli miei, che lasci decidere agli altri del tuo futuro Clara - Salutami, salutami, Pino Giuseppe - Sono addolorato schifato Clara - Tu mi conosci o no? Giuseppe - Io dal 14 giugno in poi non ti conosco sei unaltra persona Clara - Non mi conosci. Non sono quella fessa che ti ha tanto voluto bene vero? Giuseppe - Io pensavo di avere una moglie, una donna alla quale ho voluto pi bene di Clara - Fatto che vedi come siamo diversi io e te? Da quando il 14 giugno che non fosse mai arrivato Giuseppe - E lho fatto arrivare io o tu? 28

Clara - Io, io Giuseppe Chi se n andata di casa? Clara - Io Giuseppe - Chi mi ha accusato di cose gravissime Clara - Io me ne sono andata di casa ma ero arrabbiata con te, io non ti volevo accusare di niente, non hai capito proprio niente Giuseppe - Hai scritto lira di Sei stata tu a scrivere quelle cose? Sono vere o sono false? Clara - .Torniamo insieme Giuseppe - Mi devi rispondere Clara, se sono vere te lo dico davanti a papa Giovanni ventitreesimo vai avanti, vai avanti, se non sono vere stasera stessa vai dai carabinieri e denunci tutte le persone che ti hanno manipolata e che ti hanno fatto sottoscrivere e depositare atti che non rispondono al vero, devi decidere tu rispetto a questa cosa, poi fai che vuoi tu, ma se io non vedo questo e non vedo i miei figli che tornano ad abbracciare il padre, scordatelo Clara - Che devo fare? Giuseppe - Ti ho gi detto che cosa puoi fare, io adesso sto perdendo tempo perch devo andare a rispondere allatto squallido e meschino che mi hai notificato, detto questo tu non hai molte possibilit, salvo quello che ti ho detto e inizialo a fare se ci tieni, poi fidati Clara - Io mi fido, mi fido di te Giuseppe - Poi fidati Clara - Mi fido Giuseppe - Ma mo stesso vai a denunciare lavvocato per le cose che ha scritto che tu non hai autorizzato a scrivere e mi fai arrivare il ritiro immediato, la notifica di ritiro immediato di tutte le porcherie che hai scritto 29

Clara - E dove te la faccio arrivare Giuseppe - Mi risparmio, mi risparmio di dover scrivere le cose che devo replicare a quella menzogna vergognosa e infamante che mi hai scritto che mentre venivi allo studio lavevi notificata gi da cinque giorni, altro Clara non ti so dire, poi ti vuoi fidare ti fidi? Clara - E dove te lo faccio arrivare il fax allo studio? Giuseppe - Lo fai arrivare allo studio dei miei avvocati e a me, la denuncia fatta al tuo avvocato perch ha scritto cose che non rispondono al tuo mandato e il ritiro immediato di ogni azione civile, quelle penali dobbiamo ragionare dopo come fare a toglierle Clara Clara - Ma si possono sempre togliere mhanno detto a me Giuseppe - Devi andare adesso Clara - Dammi un bacio Giuseppe - Devi andare adesso Clara, devi denunciare il tuo avvocato, altro che brava persona, altro che brava persona Clara - Dammi un bacio Giuseppe - No fammi vedere Clara - Dammi un bacio Giuseppe - Fammi vedere che cosa fai Clara - E dammi un bacio Giuseppe - No Clara lo dar quando vedr queste cose e prover a credere che non mi ero sbagliato quando io dicevo che non possibile che sia Clara a fare una cosa del genere Clara - Perch tu lo hai pensato? Giuseppe - Te lho detto gi io sono convinto che non sei tu che non possibile Clara che non possibile che tu hai potuto dire e fare ste cose contro di me e metter30

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