10 MARTEDÌ

26 MAGGIO 2009

IL PROFILO

È la regione più giovane d’Italia

La Campania ha una popolazione residente di 5milioni e 811mila
persone, con la maggiore concentrazione a Napoli e provincia. Il
numero di famiglie supera i 2 milioni di unità, mentre le
convivenze sono 1.699.
Il numero medio di componenti per famiglia è di 2,88, il massimo
valore italiano. La Campania è la regione più giovane d’Italia, con la
percentuale maggiore di ragazzi tra 0 e 14 anni, e anche quella dove
il flusso migratorio verso altre regioni è il più alto.
Ad emigrare sono soprattutto i giovani: 114.792 sono gli stranieri
residenti. Sul fronte economico si registra una diminuzione del Pil
dello 0,5 per cento e un aumento della disoccupazione: 10,9 per
cento nel 2007, 13,4 per cento nel 2008.
Le imprese registrate sono 546.234, iscritte 36.798, cessate 37.018,
con un saldo negativo di -220. In aumento i fallimenti, + 46 per
140.696
le “social card” distribuite
cento, le ore di cassa integrazione (7,7 milioni di ore autorizzate, e
nei primi 3 mesi del 2009 il ricorso alla cig è aumentato del 168 per dal governo nella Regione,
cento).
Napoli e provincia registrano il record della crescita del debito delle oltre un quinto del totale
famiglie con un incremento del 116,36 per cento negli ultimi 5 anni.
V.Ch.

+50% l’incremento
di richieste di aiuto
VERSO pervenute agli uffici della Caritas
LA COLLETTA
100% le domande
provenienti da chi ha lavorato

Campania anno zero: o lavora in nero

con la crisi boom di poveri
Raddoppiano le richieste d’aiuto alla Caritas
DA NAPOLI VALERIA CHIANESE
a Fiat auto di Pomigliano d’Arco e l’A-
L titech di Capodichino sono i lembi
infiammati di una ferita che in Cam-
pania è antica ed estesa e che la crisi eco-
nomica sta rendendo più dolente e
profonda. Ventitremila famiglie che con-
fidavano nella rassicurante importanza in-
dustriale del nome e del capitale, Fiat e A-
litalia, sono state catapultate invece nel-
l’angoscia della sopravvivenza, avanguar-
dia clamorosa di un esercito silenzioso che
si ingrossa e avanza sotto la bandiera del-
la povertà. La Cam-
pania era povera, lo Circa 200mila disoccupati
è di più adesso: la
regione più povera in pochi mesi,
d’Italia. Lo indica- famiglie sul lastrico pronte
no le 140.696 social
card rilasciate dal- a indebitarsi col gioco:
l’Inps (il 23 per cen- neppure il «sommerso»
to nazionale), nu-
mero che per la riesce a limitare i danni
complessità del-
l’assegnazione certamente non è specchio
della realtà. Lo dicono le statistiche, lo rac- che cerchiamo di arginare con il rischio di
contano le vite arrangiate e sempre più
spesso attratte nel gorgo della camorra e
dell’usura, lo riconosce chi ogni giorno a-
scolta le storie di certezze spezzate.
Il Rapporto 2009 sull’economia della Ca-
mera di Commercio di Napoli per la pri-
ma volta registra la crescita zero in tutti i
settori. Duecentomila nuovi disoccupati:
è questa la catastrofica previsione per la
Campania. La crisi economica sta am-
massando con la povertà la sfiducia, che
consuma energie e speranze, fino a sfiorare
il paradosso, come testimoniano i dati sul
gioco. La Campania è la regione italiana
dove si gioca di più e il gioco, dalle lotte-
rie istantanee ai giochi d’azzardo on line,
incide sul Pil per il 4,4 per cento.
Una crisi che si è dunque innestata su di
un tessuto economico e sociale già fragi-
le, aggravando situazioni endemiche e
coinvolgendo famiglie soprattutto mono-
reddito. La povertà colpisce infatti la fa-
miglia e in Campania, dove la famiglia tra-
dizionale resiste, mancano politiche a so-
stegno. Secondo la speciale classifica sti-
lata dai tecnici del Forum per la pubblica
amministrazione, concluso di recente a
Roma, la Campania staziona stabilmente
nelle ultime posizioni per quanto riguar-
Il cardinale Sepe ha lanciato
il piano della Banca dei poveri:
prestiti a tasso zero per chi vuole
avviare un’attività produttiva,
anche senza garanzie
da lavoro, sicurezza, ambiente, istruzione,
salute, welfare, giustizia e competitività:
la vita, insomma. «Le richieste di aiuto so-
no raddoppiate, già dall’ottobre scorso –
nota don Gaetano Romano, direttore del-
la Caritas diocesana di Napoli e vicario e-
piscopale per la Carità –. Alle esigenze quo-
tidiane più immediate, come generi ali-
mentari o vestiario, sopperiscono i Centri
di ascolto parrocchiali. Le altre domande
riguardano il lavoro, soprattutto da parte
di giovani, le case e gli alloggi. Si cerca un
appartamento più piccolo e con un fitto
più basso. Il 100 per cento delle richieste
viene da chi ha o a-
veva un lavoro a
nero, che non pre-
23mila vede ammortizza-
tori sociali».
La Campania resta
in Italia la regione
dove il sommerso
occupa lo spazio
maggiore nel mer-
cato del lavoro.
«Soffriamo dinanzi alle ingiustizie sociali,
compierne altre – osserva don Gaetano –.
Il ruolo effettivo della Caritas, di promo-
zione della persona, diventa secondario di
fronte alle necessità di sopravvivenza e al
bisogno materiale che noi dobbiamo cer-
care di soddisfare. Per la maggioranza, la
Chiesa resta l’unico punto di riferimento».
Un’azione sostitutiva e sussidiaria nei con-
fronti delle istituzioni, conferma don Car-
mine Giudici, delegato regionale Caritas,
che invece «avrebbero piani sociali per in-
tervenire ed anche prevenire molte situa-
zioni di bisogno e di necessità, ma che non
si assumono le responsabilità e contano
troppo sulla nostra attività, di recente la-
mentando anche i tagli alle risorse finan-
ziarie». L’annuale Rapporto sulla Povertà
stilato dalla Caritas campana è il solo mez-
zo di analisi statistica regionale per que-
sto delicato ambito. «Le richieste di aiuto
pervenute alla Caritas sono aumentate del
50 per cento già nel 2007 – spiega don Car-
mine – e per quest’anno e per il futuro si
ravvisano dati molto preoccupanti e poco
rassicuranti. Con un allarme in più: le nuo-
ve disposizioni di legge sugli immigrati
non ci permettono di agire a favore dei più
poveri tra i poveri». Il reddito di cittadi-
nanza istituito dalla Regione Campania,
Da Nola a Pozzuoli le parrocchie in campo
La Chiesa punta sui progetti di microcredito
DA NAPOLI
a Chiesa campana chiede
L solidarietà e da tempo le Diocesi si
sono attrezzate per fronteggiare la
crisi economica e l’impoverimento.
Oltre all’incremento delle iniziative
attraverso le Caritas locali, il
microcredito è il progetto alla cui
realizzazione sono impegnate in
particolare le diocesi di Napoli e di Nola.
Nella Lettera pastorale dell’aprile scorso,
"Dove possiamo comprare il pane?", l’arcivescovo
di Napoli cardinale Crescenzio Sepe ha presentato
la «Banca dei Poveri», che attraverso il sistema del
microcredito avrà l’obiettivo di «aiutare a guardare
al futuro», scrive il cardinale.
Si tratta di un prestito a tasso zero dato a chi, pur
senza avanzare garanzie, propone un progetto per
avviare un’attività produttiva. Progetti presentati
tramite le parrocchie ed esaminati da una
commissione di esperti per la valutazione e la
500mila
i container movimentati
nel 2007 dal porto di Napoli,
il terzo in Italia
al contrario del soppresso reddito mini-
mo di inserimento, si è rivelato uno stru-
-5,6 %
il calo del giro d’affari
mento fallace che ha acuito le differenze
diventando di fatto una nuova forma di
assistenzialismo e scatenando gli appeti-
ti dei cosiddetti parassiti sociali, categoria
del porto di Napoli,
più contenuto rispetto
non quantificabile, che esiste e persiste
trasversale a ceti e funzioni. «La crisi eco-
agli altri scali italiani
nomica e sociale che sta affliggendo la no-
stra regione – spiega la presidente delle A-
cli campane Eleonora Cavallaro – richie-
de un momento di riflessione corale ed un
programma di azioni di tipo sistemico».
La settimana scorsa le Acli hanno presen-
tato a Benevento, durante gli Stati Gene-
rali, l’Osservatorio delle innovazioni so-
ciali per favorire, attraverso indagini ed
approfondimenti, un’azione politica mi-
rata ed incisiva e promuovere, osserva Ca-
vallaro, «strategie multidimensionali inte-
grate volte a prevenire e ridurre la povertà
e a sostenere un mercato del lavoro inclu-
sivo». Sulla capacità di politica e istituzio-
ni di superare la crisi, permane però lo
scetticismo. «Non potranno mai farcela –
stigmatizza don Gaetano Romano –. E ci
ritroveremo gli unici a poter offrire qual-
cosa».
il caso Ma a Napoli il porto dà lavoro
DA NAPOLI sc. Accortezza negli investimenti,
nessun lavoratore precario, nuove
pesso Napoli dimentica di a- strutture e nuove idee hanno por-
S vere il mare ed un porto, tran-
ne quando a scadenza si an-
nunciano progetti per un waterfront
tato, con 500mila container movi-
mentati nel 2007, il terminal com-
merciale del porto di Napoli al ter-
che nessuno riesce a vedere avvia- zo posto in Italia. Di fronte alla cri-
to e concluso. A volte manca la col- si globale, che non ha risparmiato
laborazione tra enti, a volte latitano nemmeno la Cina, Pasquale Lego-
le idee e la volontà. Il mare invece ra De Feo ha messo in atto «un’a-
può dare sviluppo ad azioni incisi- zione di carattere commerciale più
ve e concrete sul porto commercia- incisiva, con una serie di accordi an-
le e turistico, che unite ad interven- che con piccole compagnie che
ti mirati di riqualificazione andreb- hanno spostato su Napoli il proprio
bero ad esclusivo beneficio della carico» spiega. Razionalizzazione e
città. Così non è oggi, con qualche sinergia è il suo motto e questo, an-
eccezione. Se il settore crocieristico che nel difficile presente, ha per-
risente infatti di messo al Cona-
un calo dovuto
solo in parte al-
In questi mesi niente teco di mante-
nere gli obietti-
la crisi econo- cassa integrazione vi: niente cassa
mica, il termi- per i dipendenti del integrazione,
nal commer-
ciale «dopo i terminal partenopeo,
nessuna contra-
zione degli sti-
primi quattro
mesi del 2009
mentre gli stipendi pendi né tanto
meno licenzia-
ha visto una sono rimasti inalterati menti. E la pre-
fattibilità. contrazione visione è di po-
Non si risolveranno i problemi, ma il senso è offrire abbastanza ter recuperare,
un’opportunità per far crescere la speranza in chi è contenuta, del 5,67 per cento». A entro i prossimi sei mesi, anche
suo malgrado afflitto dalla mancanza di lavoro o
dalla crisi.
Ad aprile anche la diocesi di Nola ha proposto un
spiegare la situazione è Pasquale Le-
gora de Feo, uno dei più giovani e
brillanti imprenditori napoletani,
buona parte di quel 5,67 per cento
negativo. «Napoli non si rende con-
to di avere il mare a disposizione per
progetto di microcredito, che continua l’iter con che fa il confronto con gli altri por- crescere e svilupparsi» commenta
l’individuazione di parametri e requisiti. «Se gli enti ti commerciali: «Barcellona perde il Pasquale Legora. Che ricorda di a-
locali sono frenati da burocrazia e bilanci in deficit, 23 per cento, Genova il 33 per cen- ver promesso al presidente Napoli-
la Chiesa è meno vincolata e più libera di mettere in to, Salerno il 39 per cento, La Spezia tano nuovi posti di lavoro, in buo-
campo rimedi efficaci» commenta l’arcivescovo il 24 per cento. Un bollettino di guer- na parte assegnati a giovani abitan-
Beniamino Depalma. ra – chiosa – da cui Napoli è fuori». ti delle periferie disagiate, con il
Non sono da meno le parrocchie. A Quarto, Soprannominato «l’uomo dei cine- nuovo terminal della Darsena di Le-
provincia di Napoli, diocesi di Pozzuoli, padre si», Pasquale Legora de Feo, 48 an- vante, di cui il Conateco è conces-
Gennaro Guardascione, francescano e parroco ni, è da nove anni amministratore sionario. Progetto bloccato da tre
della chiesa Gesù divin maestro, ha installato sul delegato del Conateco, il Consorzio anni dall’immobilismo istituziona-
tetto della canonica pannelli solari e sotto le tegole napoletano terminal container: 12 le. Nell’attesa Legora si accontente-
una piccola centrale elettrica che produce 40kwh al aziende, 626 dipendenti, 400milio- rebbe del dragaggio del porto: in so-
mese rivenduti al Gestore dei servizi elettrici ni di euro di fatturato all’anno, una le tre settimane si aumenterebbero
nazionali. Il ricavato finanzia un fondo di società per azioni controllata al 50 movimento e produttività con l’ar-
solidarietà. per cento dalla cinese Cosco e per rivo di navi più pesanti.
(V.Ch.) l’altro 50 per cento dalla svizzera M- Valeria Chianese