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Alexandra Victoria Haas è una “criminale mentale”, che viene arrestata per aver fatto uso
illegale di un cappello matto, un'apparecchiatura che ha la funzione di eccitante psichico.
L'unico modo per non essere incarcerata è quello di sottoporsi a un trattamento nei
laboratori della Walter Tech, per diventare una mindplayer. Ne uscirà Allie la Sfinge,
sempre impassibile in ogni sua discesa nel cuore di tenebra delle menti dei suoi ricchi
clienti-pazienti. Allie è una stimata professionista, un membro dell'élite psico-scientifica,
una “cercatrice di anime” che entra nel cervello degli artisti “per aiutarli a scoprire la vera
anima del loro lavoro”.
Allie la Sfinge è una dura proprio come la Molly di Neuromante, agisce ad armi pari con gli
altri personaggi del romanzo, siano essi maschi, femmine o androgini. Non a caso,
“Mindpayers” è stato considerato come un esempio assai significativo di fantascienza
cyberfemminista che ha segna un importante punto di rottura dalla fantascienza
femminista “classica” di Ursula K. Le Guin o Joanna Russ.
In fondo, Pat Cadigan non fa altro che riproporre in una nuova veste l'eterno interrogativo
filosofico: cos'è che ci rende unici, qual'è la nostra vera essenza, dove si nasconde la
nostra anima immortale, al di là delle esperienze personali e degli impianti culturali?
SINTETIZZATORI UMANI
(Pat Cadigan, Shake Edizioni, 1998)
Così, le menti umane riescono a trasmettere in rete le proprie immagini, e la “lettura del
pensiero” diviene una realtà, anche se si tratta di una lettura distorta dai filtri della realtà
virtuale, che rivelano qualcosa di diverso (e assai più pericoloso) di qualche vaga illusione.
Una volta penetrato nei cervelli, infatti, il virus informatico diventa vivo e consapevole, fino
ad acquisire una volontà di potenza che rischia di annientare la Rete (e l'intera civiltà).
Riuscirà l'alleanza fra i giovani hackers e i creativi che non si sono lasciati asservire dalla
corporation a sventare la minaccia?
Lo scenario descritto da Pat Cadigan in questi due romanzi sta diventando oggi una realtà
concreta. Le interfacce cerebrali non sono più fantascienza: la nascita della supermente,
fatta di cervelli cablati in rete, di cui internet è stata solo un assaggio, è vicina. E potrebbe
coincidere con l'avvento di una singolarità tecnologica.
“Ogni tecnologia ha il suo peccato originale. Questo ci rende synners originali. Eppure
dobbiamo convivere con quello che abbiamo fatto”. Come spiega una delle protagoniste
(che incarna anche la filosofia dell'autrice), l'accettazione del rischio di catastrofe neo-
tecnologica è il destino irreversibile dell'umanità: non resta altro da fare che allearsi contro
il potere nefasto delle corporations e combattere la guerra di resistenza e liberazione.
Patricia K. Cadigan è stata definita la “regina del cyberpunk” tanto che lo stesso William
Gibson dice di essersi ispirato a lei. Nel 1987, con “Mindplayers”, è stata finalista al Philip
K. Dick Award. Con “Sintetizzatori Umani” e “Folli” (Shak, 2000) ha vinto i prestigiosi premi
di fantascienza A.C. Clarke e Locus. Nata negli Stati Uniti, vive oggi a Londra, dove dirige
anche una rivista di SF.
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