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STORIA DEL GIORNALISMO

1) Giornalismo del Risorgimento 2) Dallunit alla svolta di fine secolo a. Giornali e lotta politica b. Verso il quotidiano moderno c. Lo scandalo Oblieght e quello della Banca Romana d. Giornali per il pubblico e. Il moschettiere Scarfoglio 3) Dallet giolittiana alla fine della libert a. I trionfi di Albertini, Frassati, Bergamini 4) Avvento della Tv e cambiamenti nella stampa a. Il Giorno b. Il Telegiornale 5) La terza pagina a. Storia b. Struttura c. Oggi 6) Libert di stampa e pluralismo dinformazione 7) Giornalismo e magistratura a. Segreto professionale b. Segreto istruttorio 8) Il giornalismo fra mestiere e professione a. Lordine dei giornalisti b. Come si diventa giornalisti 9) Le Agenzie di Stampa 10) Le figure professionali allinterno dei giornali a. La direzione b. La redazione c. Lamministrazione 11) La stampa fascista 12) La stampa socialista 13) La stampa cattolica 14) La stampa nazionalista 15) La funzione della pubblicit a. Le origini storiche 16) La concentrazione delle testate 17) Le cooperative giornalistiche a. Le origini del fenomeno b. Dal Tirreno al Telegrafo 18) Il Corriere della Sera

19) Il Mattino 20) Il Messaggero 21) Il Roma 22) Comitato di Redazione 23) Stampa della Resistenza 24) Stampa della Liberazione

Il giornalismo del Risorgimento Il congresso di Vienna sancisce unalleanza tra la monarchia e la Chiesa e crea unorganizzazione sopranazionale per garantire la pace. Tutti i governi dellEuropa continentale sono regimi assoluti, mentre lInghilterra la patria dei liberali. Fino al 1847-48 negli stati della penisola italica non esiste un giornalismo politico nel senso compiuto del termine. Tuttavia i sentimenti patriottici e una vocazione nazionale unitaria sono ormai radicati nella societ italiana che conta. Le nuove idee si esprimono sui fogli letterari e culturali, sui quali centrale il dibattito tra i romantici (di sentimenti liberali) e i classicisti. Lesigenza di libert di stampa ormai sentita diffusamente ed alimentata dalla battaglia, in Francia, dellopposizione liberale guidata da Benjamin Constant. Due fattori movimentano la scena giornalistica. In primo luogo, nonostante larretratezza delle condizioni sociali e politiche e dei mezzi tecnici e imprenditoriali degli stati italici pre-unitari rispetto agli ad paesi, la stampa comincia a diffondersi e ad accrescere la sua rilevanza; il pubblico formato anche dalla borghesia pi attiva, media e piccola. Inoltre i periodici specializzati diffondono le conoscenze tecniche. In secondo luogo, domina unanime nel mondo intellettuale la critica allassolutismo, anche se i toni variano da stato a stato in rapporto alle tipologie di regime, alle condizioni socio-economiche e alla presenza della censura ecclesiastica. Molti governi fanno uscire, nella capitale e nei maggiori centri urbani dei rispettivi stati, dei fogli ufficiali solitamente chiamati gazzette, che contengono leggi e altri atti normativi e notizie filtrate dai regimi. Quella del Regno Lombardo - Veneto, distribuita in abbonamento obbligatorio a tutti gli uffici pubblici, si chiama Gazzetta di Milano ed diretta da Pezzi. Le pubblicazioni non ufficiali non possono riguardare la politica. Le librerie diventano centri culturali, specialmente a Milano. Significativa la presenza nei simposi culturali di ex militari sensibili alle aspirazioni unitarie e alle libert. I giornali pi diffusi in questo periodo arrivano allincirca alle trecento copie. Pochissimi superano le mille. Il lessico adoperato sulla stampa piuttosto aulico, inadatto a un pubblico poco erudito, mentre nel contempo sono evidenti le tracce di una mentalit ristretta, provinciale. I periodici hanno vita breve, ma ne nascono molti. Si diffondono quelli che illustrano le invenzioni e i loro usi, come Lape delle cognizioni utili; hanno fortuna quelli di moda, di cucina, di giardinaggio e quelli che parlano di vita mondana, che potremmo definire

antesignani dei moderni rotocalchi, come il Corriere delle dame. Molto interessante la Biblioteca italiana, nata nel 1816 per volere dellautorit austriaca, che voleva accattivarsi le simpatie degli intellettuali. Ugo Foscolo e Vincenzo Monti ne rifiutano la direzione, che viene affidata ad Acerbi; vi collaboreranno pi di 400 intellettuali di tutti gli stati pre-unitari (altri, come Alessandro Manzoni, si rifiutano di parteciparvi). Inizialmente la testata mantiene una certa autonomia, evidente in un articolo di Madame de Stal che innesca una polemica tra romantici e classicisti, il che ha implicazioni di natura politica. Ma lindipendenza di pensiero dura poco; Giordani e Monti lasciano la rivista e diminuiranno anche gli abbonamenti. Alla proposta filogovernativa si contrappone, a partire dal 1818, Il conciliatore, il quale promosso da scrittori romantici tra cui Pellico, di Breme, Berchet, Borlieri, stampato dal tipografo Ferrario e finanziato da aristocratici illuministi (Lambertenghi e Confalonieri) si presenta come un foglio letterario di respiro europeo, con una percettibile impronta liberale. Noto come il foglio azzurro per il colore della sua carta, suscita le reazioni dei periodici filogovernativi. Subisce pi volte censure finch lanno dopo limpresa si scioglie spontaneamente. Negli altri stati in particolare quello sardo e quello pontificio la situazione, che cambier con i moti del 1820-21, era anche peggiore. I carbonari nelle Romagne (Bologna e Ravenna, Stato della Chiesa) e a Napoli (capitale del Regno delle Due Sicilie) riescono a diffondere fogli clandestini, a volte manoscritti. Notevole fu Lilluminatore, nel 1820. Vi si proclama guerra ai sacerdoti e al potere temporale dellautorit ecclesiastica e si auspica la creazione di uno stato unitario sottoforma di monarchia costituzionale. Nelle insurrezioni di Napoli e Sicilia e Piemonte (Regno di Sardegna) si proclamano apertamente queste idee. A Firenze nel 1821 nasce Lantologia giornale di scienze, lettere ed arti, che per 12 anni rappresenter quel lavoro culturale e politico intento a formare unopinione in grado di premere sui governi e spingerli a varare riforme. Fondatore Vieusseux, un mercante ricco, colto e conoscitore di molti paesi. A poco a poco si chiariscono gli intenti del fondatore: creare un giornale essenzialmente italiano nel quale argomenti economici, scientifici e storici devono occupare uno spazio maggiore di quelli letterari. Evidente lo sforzo di semplificare il linguaggio. I migliori collaboratori sono quelli che hanno un interesse nel collaborare, quindi devono essere pagati: i giornali sono fatti per il pubblico, non per chi li scrive. Vi collaborano Montani, Niccol Tommaseo e anche Carlo Cattaneo e Giuseppe Mazzini. Non riesce a far collaborare Giacomo Leopardi. A Milano (Regno Lombardo - Veneto) nel 1824 nasce Annali universali di statistica; suo editore Lampato. Dal 1827 diretto da Romagnosi e vi collaborano Cattaneo e Correnti. A Genova si manifesta un certo risveglio. Nel 1824 un commerciante, Pellas, aveva fondato il Corriere mercantile, bisettimanale sui mercati e le attivit del porto che sul finire del decennio si apre ad altri argomenti. Novit del periodo Lindicatore genovese, del 1828, attraverso il quale Mazzini e altri alimentano le polemiche contro reazionari e conservatori. Cessa le pubblicazioni per ordine dellautorit dopo meno di un anno. Mazzini continuer con la sua opera collaborando con Lindicatore livornese, fondato da Guerrazzi nel 1829. A Parma nasce Leclettico di Pastori, liberale aperto alle teorie socialiste. Nel 1831, dove rinascono le insurrezioni innescate nel Ducato di Modena, ci sar di nuovo, per breve tempo, la libert di stampa. Anche il mondo liberale comincia a muoversi. I segni del nuovo spirito liberale - patriottico si notano a Firenze (Granducato di Toscana), a Genova (Regno di Sardegna) e nel Ducato di Parma. Da questo

sussulto effimero nasce la consapevolezza della necessit di unazione pi meditata e coordinata contro lassolutismo. In vari stati italici viene inasprita la censura verso la stampa. Nel Granducato di Toscana vittima pi illustre Lantologia di Firenze, da tempo pre sa di mira dai periodici reazionari cattolici. Anche nel Regno di Sardegna si inasprisce la censura: Mazzini emigra a Marsiglia, dove fonda il celebre La giovine Italia, bollettino collegato allomonimo movimento, attraverso cui proseguir la lotta politica. Lesperimento terminer dopo soli sei numeri, ma Mazzini continuer a fare affidamento nei giornali quali veicolo di conoscenza e mobilitazione: un giornale deve essere un atto di sacerdozio, unopera di apostolato. DallUnit alla svolta di fine secolo

Giornali e lotta politica

Fra il 1859 e il 1870 lItalia un paese essenzialmente agricolo, con una forte disparit fra lagricoltura della Padania e quella delle altre regioni. Lestensione a tutta la penisola dei principi liberali sanciti dallo statuto Albertino e dallEditto sulla stampa, alimentano la lotta politica e producono nuove fioriture di giornali. La lotta politica si sviluppa su due piani e il giornalismo ne ancora lo strumento principale, talvolta con un ruolo di protagonista. Sulla piazza di Milano circolano trentadue giornali, con a capo la Gazzetta di Milano che non interrompe le pubblicazioni neanche per un giorno. Il secondo quotidiano La Lombardia scelto dal governatore come foglio ufficiale. Il terzo, infine, Il Pungolo fondato da Leone Fortis. Proprio il foglio di questultimo ottiene il maggior successo grazie alliniziativa della pubblicazione, alla vigilia della prima competizione elettorale, dellelenco delle persone che, nel 1853, avevano firmato un messaggio di felicitazioni allimprenditore Francesco Giuseppe scampato ad un attentato. A Torino la scena giornalistica si fa quasi di colpo scialba e peggiora nel 1864 con il trasferimento della capitale a Firenze. La scelta del capoluogo fiorentino come sede del governo e del Parlamento favorisce lascesa del gruppo liberale conservatore toscano rappresentato da La Nazione, fondata da Bettino Ricasoli. Rifiorisce anche la pubblicistica di argomento culturale: il frutto migliore la Nuova Antologia che dal 1866 riprende la nobile tradizione del periodico di Vieusseux. Una certa vivacit di avverte anche a Genova per la presenza di fogli mazziniani e democratici. Il quotidiano pi diffuso resta la Gazzetta di Genova. A Napoli e a Palermo la spinta unitaria di ispirazione garibaldina si fa sentire attraverso due nuove testate: il Roma comparso a Napoli nel 1862 e il Giornale di Sicilia nato a Palermo nel 1860. Questultimo segna linizio dellattivit editoriale della famiglia Ardizzone, ancora oggi proprietaria di questa testata, mentre il quotidiano napoletano diretto dallex carbonaro Sterbini e si avvale della collaborazione di Francesco Mastriani per la stesura di romanzi napoletani. Al momento della caduta della Destra nel 1876 i giornali ufficiali del Regno sono sessantacinque e soltanto nei maggiori centri urbani riescono a sopravvivere i fogli dellopposizione di sinistra. Con il passaggio al potere della Sinistra, fioriscono i giornali democratici. Nel 1875 viene trasferito a Milano "La Plebe", periodico fondato da Enrico Bignami a Lodi nel 1868, che per l'occasione convertito in quotidiano. Si

tratta del primo giornale socialista italiano: non a caso fu uno dei fogli pi bersagliati dalle autorit. Nel 1882 il giornale costretto a chiudere. Ai giornali amici, o disposti a diventarlo, governo e prefetti possono dare vari tipi di sostegno. Il principale la pubblicazione a pagamento degli atti ufficiali del parlamento, del governo e delle pubbliche amministrazioni. Un secondo tipo di aiuto rappresentato dalle sovvenzioni erogate dal ministero dellInterno e infine la terza forma di aiuto rappresentata dalla fornitura gratuita di corrispondenze e notizie politiche dalla capitale.

Verso il quotidiano moderno

Nella cerchia degli stampatori editori librai assumono un ruolo di spicco i Sonzogno ed Emilio Treves con il lancio di vari periodici illustrati di tipo diverso rispetto ai magazzini nati ventanni prima. Sia in casa Sonzogno sia in casa Treves si pensa anche alla stampa quotidiana. Treves deve cedere il Corriere di Milano passando alla storia delleditoria giornalistica con il settimanale Illustrazione italiana che fonda nel 1875. Edoardo Sonzogno invece, varando nel 1866 Il Secolo, apre la strada che porta alla creazione del quotidiano moderno allitaliana. Il Secolo esce la mattina del 5 maggio e nella presentazione promette ai lettori di essere pi ricco e pi tempestivo degli altri nellinformazione. Il giornale esprime un caloroso incitamento alla Guerra dIndipendenza e segue gli avvenimenti con una precisione e con una cura superiore a quella usata da altri quotidiani. Sonzogno preme che il suo giornale combini con lo spirito del pubblico: tutto questo si realizza nel giro di pochi anni attraverso tre scelte fondamentali. La prima la linea politica democratica, la seconda scelta il potenziamento della cronaca cittadina mentre la terza ed ultima scelta il notevole spazio dato agli articoli e alle rubriche di variet e al romanzo a puntate. Oltre a questo, Sonzogno nomina un amministratore capo del giornale in luogo del consueto contabile. E il ragioniere Enrico Reggiani che si rivela un abile organizzatore oltre che un oculato amministratore. Reggiani non bada a spese quando si tratta di usare il costoso telegrafo per battere i concorrenti e questultimo diventato il mezzo e il simbolo che distingue i giornali forti da quelli deboli, le agenzie internazionali da quelle nazionali. La successiva novit milanese ha un colore moderato e intenti editoriali: il Corriere della Sera che compare il 5 marzo 1876, quotidiano del pomeriggio impaginato con quella grigia compostezza che Il Secolo sta ormai perdendo. Lo dirige un giornalista napoletano, Eugenio Torelli, che ha fatto la gavetta all Indipendente di Alexandre Dumas e in alcuni quotidiani di Milano tra i quali Il Secolo che ora vuole sfidare.

Lo scandalo Oblieght e quello della Banca Romana

Anche la Sinistra, sebbene in maniera minore, manipoler i giornali e li finanzier per conquistarne i favori. Nel 1882 scoppia per uno scandalo che fa traballare il governo De Pretis: il primo caso di concentrazione di giornali e di finanziamenti occulti. Nell'affare sono

coinvolti Eugenio Oblieght, affarista di origine ungherese e gli ambienti politici romani: Oblieght entra in possesso di sei testate di media dimensione, controllate indirettamente da esponenti politici e grazie a loro fa affari in tutta la penisola. Nel 1882, il "Secolo" pubblica la notizia che Oblieght ha venduto i suoi giornali alla Banca franco-romana. Scoppia lo scandalo e Oblieght costretto a vendere i giornali in Italia. L'Associazione della stampa periodica italiana, fondata nel 1877 e presieduta, fra gli altri, da Francesco De Sanctis, si occuper del caso e affermer la necessit di indipendenza e libert per la stampa italiana, ma senza grandi strumenti per rendere operative le sue considerazioni.

Giornali per il pubblico

Nel decennio Ottanta, accanto al trionfante Secolo e al Corriere della Sera in avanzata, mettono radici vari quotidiani che danno, in genere, una forte impronta politica. Il numero dei lettori potenziali sta crescendo e maggiori solo le possibilit di produrre e diffondere i giornali. A Torino, la Gazzetta del Popolo si riassesta dopo gli sbandamenti degli anni Sessanta. Nella capitale sta salendo Il Messaggero, lanciato dal giovane giornalista Luigi Cesena del dicembre 1878. Origini diverse hanno altri tre quotidiani destinati a durare, che escono fra il 1885 e il 1887. Il Resto del Carlino di Bologna nasce in piccolo formato come foglio locale di tendenza democratica. Il Secolo XIX, che compare a Genova nel 1886, nasce per iniziativa dellimprenditore industriale Perrone esponente del gruppo cantieristico e siderurgico Ansaldo. Il foglio genovese caratterizzato dal collegamento fra le forze reali delleconomia e della politica con nuovi gruppi industriali e agrari.

Il moschettiere Scarfoglio

Scarfoglio pu essere considerato larchetipo di una figura di giornalista che rester costante nel giornalismo italiano. Una figura caratterizzata da una spiccata individualit, da un talento e una forza polemica notevoli. Messosi in luce prima come scrittore e poi come giornalista, Scarfoglio approda a Napoli nel 1888 insieme con Matilde Serao dopo aver fondato, senza fortuna, un quotidiano a Roma. Nel 1892 lancia, sempre insieme alla Serao, Il Mattino. Dallet giolittiana alla fine della libert Nel momento un cui per lItalia si aprono prospettive di progresso civile, economico e sociale, la situazione delleditoria giornalistica presenta notevoli disparit ed , nel complesso, ancora fragile. I quotidiani e i settimanali pi intraprendenti possono allargare il proprio mercato, con limpiego del telegrafo che ha reso pi veloce la circolazione delle informazioni alla quale il telefono dar tempestivit necessaria. Nel 1901, il 49% degli italiani ancora analfabeta mentre sotto la guida di Giolitti il paese entra in una condizione di libert pi ampia e tangibile. Anche in Italia c chi guarda alla stampa con al quarto potere. La maggior parte

dei quotidiani, chiude ancora il bilancio in deficit. Il prezzo di vendita di 5 centesimi non remunerativo per un quotidiano a 4 pagine se ha poche inserzioni pubblicitarie. Ai costi di produzione gi alti, si devono aggiungere cospicui investimenti per dotare le tipografie dei nuovi macchinari inventati negli ultimi decenni dellOttocento. Pochi imprenditori dellinformazione riescono a creare aziende che danno un reddito sicuro. Le imprese ch e hanno prospettive incerte devono ricorrere ad alleanze con esponenti del mondo dellindustria e dellagricoltura. Un esempio il connubio fra lAnsaldo e Il Secolo XIX. La tendenza e la struttura del quotidiano cambiano allinizio del secolo. La tendenza generale al formato grande e nel 1904 la foliazione normale diventa di 6 pagine. Gi nel 1906 i quotidiani pi forti cominciano ad uscire a 8 pagine alcune volte a settimana. Si delineano le suddivisioni per argomenti: cronaca cittadina, giudiziaria, notizie teatrali, recentissime. Nelle redazioni dei maggiori quotidiani procede la razionalizzazione del lavoro, con suddivisioni di compiti ed orari. Un rilievo particolare riconosciuto gli inviati speciali ma una notevole popolarit tocca anche ai migliori cronisti giudiziari. Il settore che conta il maggior numero di giornalisti sta diventando la cronaca cittadina. Opera, invece, ancora in condizioni di arretratezza tecnica e di ufficiosit governativa lunica agenzia nazionale di notizie, la Stefani che, in confronto alle grandi agenzie europee, ha una struttura artigianale. Con i quotidiani che scelgono la formula omnibus, ovvero per tutti, si sviluppa anche la diffusione della stampa femminile e di quella per i bambini e i ragazzi. Nasce anche la stampa sportiva, infatti nel 1896 nasce a Milano la Gazzetta dello Sport che esce due volte a settimana e poi, dal 1908, in seguito al successo del Giro dItalia, per tre volte, adottando la carta di colore rosa.

I trionfi di Albertini, Frassati e Bergamini

Con lascesa di Luigi Albertini alla testa del Corriere della Sera, di Alfredo Frassati alla guida della Stampa e la nascita a Roma del Giornale dItalia diretto da Alberto Bergamini, ha inizio una straordinaria stagione delleditoria e del giornalismo dopinione e di informazione. I giornali sviluppano la funzione di organi primari dellinformazione estendendola a tutti i campi. Albertini il dominatore incontrastato lungo il primo quindicennio del Novecento. Uomo di grande rigore, Albertini legato alle idealit della Destra storica ed un conservatore liberale che sar sempre avverso a Giolitti. Sotto il profilo giornalistico editoriale il suo modello lInghilterra vittoriana, in particolare il Times. Albertini da subito la dimostrazione delle sue qualit investendo risorse in uomini e in macchine. Nel 1904 gi completata la nuova sede in via Solferino dove si compongono e stampano, con linotypes e rotative modernissime, oltre al Corriere della Sera e alla Domenica, i nuovi supplementi La Lettura e il Romanzo Mensile. Le maggiori cure vanno al Corriere e al lavoro redazionale: Albertini esige che questo sia il frutto della competenza e di unaccuratezza che arriva alla pignoleria. Il direttore paga bene i suoi collaboratori, li gratifica con successo del giornale ma li segue persino nella loro vita privata. In pochi anni il Corriere registra anche una fitta rete di corrispondenti dalle capitali europee e in breve tempo diventa il giornale pi ricco e accurato dItalia. Pi o meno della stessa tempra di Albertini Alfredo Frassati, il creatore delle fortune della Stampa.

Diverse sono la visione politica e la matrice culturale e professionale. Frassati aveva trascorso tre anni in Germania e quindi i suoi modelli sono alcuni giornali tedeschi ricchi di prestigio e di ambito regionale o provinciale. I problemi che si era posto Frassati, per risollevare la Gazzetta Piemontese erano: la riorganizzazione tecnica, penetrazione del giornale nella regione e, nello stesso tempo, varcare i confini del Piemonte. Dal 1900 il giornale completamente nelle sue mani: Frassati si circonda di giovani redattori e collaboratori attenti ai problemi sociali ed economici. Il pi attivo Luigi Einaudi, in pi in vista Francesco Saverio Nitti. Fra gli accordi con i quotidiani esteri, molto fruttuoso si rivela quello con il New York Herald, il pi celebre quotidiano del mondo per la tempestivit dei suoi inviati speciali. Frassati e La Stampa cominciano ad assumere la parte dei veri rivali di Albertini e del Corriere della Sera. Per quanto concerne Bergamini, esso non ha alle spalle un tirocinio allestero ma una semplice gavetta in provincia. Il Giornale dItalia inizia le pubblicazioni nel giugno del 1901. I mezzi a disposizione non sono molti e limpresa non facile anche se i quotidiani romani stanno attraversando un momento poco felice. Bergamini convince i finanziatori che il nuovo giornale non sarebbe stato utile alla propaganda. Crea un foglio di movimento, con un aspetto meno severo di quello che Albertini e Frassati stanno imprimendo ai rispettivi quotidiani. Nel Giornale dItalia troviamo le notizie e gli articoli pi interessanti in prima pagina, servizi dallestero, cronaca cittadina e molte interviste. Ideatore del primo esemplare di terza pagina nella quale riun i quattro articoli di critica di DAnnunzio dedicati a Francesca da Rimini, Bergamini si deve arrendere per ad Albertini che in poco tempo la rende la pi famosa ed ambita nel suo Corriere. Avvento della Tv e cambiamenti nella stampa

Il Giorno

Il Giorno compare a Milano il 21 Aprile 1956. Tre sono le circostanze che ne hanno determinato la nascita: lintraprendenza di Baldacci, la necessit che Mattei, presidente dellEni, disponga di un proprio strumento giornalistico e, infine, il desiderio di Del Duca, di ritornare in Italia con uniniziativa di prestigio. Dalla combinazione di questi tre fattori nasce un quotidiano di battaglia politica e radicalmente nuovo sotto il profilo editoriale e giornalistico. In politica Il Giorno punta alla collaborazione fra democratici e socialisti, difende lintervento pubblico nelleconomia e lo strapotere della Confindustria, e sostiene la politica della distensione. Il giornale esce con un inserto quotidiano che nella fasce di lancio di otto pagine. La tradizionale terza pagina abolita: gli articoli di intrattenimento culturale vanno nellinserto, completato dalla pagina interamente dedicata a fumetti e giochi. Il nuovo quotidiano si contraddistingue per la frequenza delle inchieste, per il vigore impresso alle notizie e per lattenzione dedicata al mondo del cinema, della televisione e dello sport. Inoltre il primo quotidiano dinformazione che pubblica una pagina di economia e finanza.

Il Telegiornale

Nel 1953, alla vigilia della televisione, gli abbonamenti alla radio superano i 4 milioni e mezzo e per qualche tempo crescono ancora. Siccome la radio si ascolta quasi esclusivamente in casa, il Giornale radio della sera rappresenta il pi forte strumento di informazione. Le trasmissioni sperimentali del Telegiornale e di telecronache in diretta cominciano nel 1952. Linizio ufficiale delle trasmissioni avviene il 3 gennaio 1954 e il telegiornale va in onda alle 20,30, viene letto dal speaker ed replicato nella tarda serata. Il primo direttore Vittorio Veltroni. Al termine del 1954 la popolazione che pu captare il segnale parli al 48,3% e gli abbonati alla Tv sono quasi novantamila. Quando entra in funzione la seconda rete televisiva il Tg resta prerogativa della prima rete in base a quei criteri di controllo accentrato che hanno da sempre contraddistinto la gestione dellinformazione radiofonica e televisiva. Il Tg diventa pi vivace quando il direttore Bernabei chiama Enzo Biagi a dirigerlo. Nel palinsesto, dove nel 1957 viene inserita la pubblicit del Carosello, entra nel 1962 il primo rotocalco televisivo, seguito lanno dopo da TV 7.

La terza pagina

Storia

Nata sul Giornale dItalia nel 1901 sotto la direzione di Alberto Bergamini, la terza pagina quella dedicata alla cultura ed caratteristica della stampa italiana. Il direttore voleva esaltare un avvenimento culturale: la prima, a Roma, della Francesca da Rimini di Gabriele dAnnunzio, con Eleonora Duse. Per avere una panoramica completa dellevento, il direttore invia quattro esperti per seguire la serata nei suoi vari aspetti: la messa in scena, larrangiamento musicale, la critica e la cronaca generale della serata. Bergamini coordina i quattro pezzi, li titola e li impagina insieme. La pagina scelta fu la terza: nasce una delle pi celebri invenzioni del giornalismo italiano, che non un mero aggregato di articoli di cultura, ma un approfondimento specifico su un unico tema. In epoca giolittiana si assiste, anche in campo giornalistico, ad unapertura: il rinnovamento culturale e spirituale non rimane confinato alle universit ma anima dibattiti pubblici e penetra nei giornali conquistando un numero sempre maggiore di lettori. Il Giornale dItalia accoglie sempre firme prestigiose, a differenza del Corriere della sera, che, accanto a interventi di autori gi noti, pubblica spesso pezzi di giovani di talento. Di pi ancora fa Il resto del carlino, diretto inizialmente da Oriani e poi da Carducci, che fa conoscere al grande pubblico giovani come Papini, Prezzolini, Saba, Moretti. Proprio Papini e i suoi amici determinano levoluzione della terza pagina, affiancando agli articoli storici e culturali scritti di fantasia intramezzati da divagazioni filosofiche. Nel 1905 nella terza del

Corriere della sera, con i fratelli Albertini, si aggiungono articoli di cronaca locale. La terza raggiunge il suo massimo splendore. Illustri firme quali Ada Negri, Giovanni Verga, Grazia Deledda, Luigi Pirandello, in cambio di cospicui compensi, accettano di collaborarvi in esclusiva.

Struttura

Elzevro il nome di un carattere tipografico derivante dal cognome di una famiglia di tipografi olandesi, Elzevier, che tra il XVI e il XVII secolo aveva inventato il carattere con cui viene composto larticolo di apertura della pagina culturale, detto appunto elzevro. Nella pagina di solito presente il taglio basso e accanto allelzeviro compare spesso una spalla con i resoconti di viaggio; nel 1910 viene introdotta la fotografia. Lelzeviro viene inizialmente affidato e letterati, spesso estranei al giornalismo professionale. Ha dato anche spunto a una vera e propria letteratura. La lunghezza minima dellelzeviro di una colonna e mezza, ma pu superare le due colonne. Ci sono stati nel tempo vari esempi di elzeviro di stampo letterario: dalla poesia di Ada Negri allindomani del terremoto in Calabria, per sollecitare una sottoscrizione di fondi, agli ultimi pezzi di Pier Paolo Pisolini, che rispondevano al gusto di un pubblico pi ampio, il che comporta un aumento delle vendite e favorisce dunque una tiratura pi elevata. Accade sul Corriere della sera e sulla Stampa che pezzi per logica destinati alla terza finiscono in quinta o settima: Oietti durante la sua direzione in via Solferino mette in quinta articoli di critica letteraria e teatrale che non trovavano spazio nella terza. In terza dapprincipio non gradita la pubblicit, trattandosi di una pagina di lite, ma problemi di bilancio nel tempo costringeranno i lettori a divenire pi tolleranti in tal senso.

Oggi

Oggi la struttura tipica della terza pagina (che oltretutto, pur chiamandosi tradizionalmente cos, quasi mai coincide con la pagina numero 3) si evoluta. Lelzeviro era una riflessione colta, un bel pezzo dal punto di vista formale, spesso letterario, a cui seguivano la spalla e il taglio basso, dedicati rispettivamente ai viaggi e al costume. Oggi invece la pagina, pur rimasta dedicata a temi particolari, pi articolata, con molti articoli brevi di stile, anche se meno immediato rispetto a quello della cronaca o degli interni, pi scorrevole (la pagina affidata a giornalisti e non pi a letterati o intellettuali). Il concetto di notizia entrato pienamente a farne parte, e si fa un uso diffuso della fotografia. Limpatto visivo dunque pi immediato, con una percezione di maggiore leggibilit. Tuttavia permangono alcuni difetti tradizionali: il lessico, per quanto pi fluido, comunque ricercato e gli articoli sono complessivamente troppo lunghi. La natura prettamente umanistica della terza pagina viene soppiantata dalla trattazione, in forma pi sintetica, di temi specifici o rivolti ad alcune categorie, mentre vengono introdotte pagine speciali e supplementi, normalmente a periodicit settimanale, per fronteggiare la concorrenza dei newsmagazines. Le pagine

dedicate ai libri, in particolare, possono essere assimilate alle vecchie terze. Esse oscillano tra due tendenze: quella dellinformazione sistematica sulle novit editoriali (dati di base di ciascun volume e descrizioni sommarie, asettiche, quando non pedissequamente tratte dalle quarte di copertina o dal materiale fornito dagli editori, il che trasforma la pagina in una vetrina pubblicitaria) e quella del dibattito, nella quale si prendono posizioni e si danno giudizi articolati. Specie in questultimo caso, per, il linguaggio incomprensibile a un pubblico poco colto, quindi lintento di divulgazione viene meno. La divulgazione scientifica non mai entrata nella terza pagina e linfluenza di riviste di cultura si sensibilmente ridotta (ne sono rimaste pochissime e sono tutte settoriali, legate ad ambienti accademici oppure riguardanti ricerche storiche locali e distribuite nei soli bacini territoriali di riferimento). In altri paesi le riviste culturali svolgono un ruolo intermedio tra il libro e i quotidiani e i periodici generalisti: su di esse si svolgono dibattiti con un linguaggio adeguato al grande pubblico e sono presenti articoli di divulgazione scientifica. Negli ultimi anni, infine, alcuni elementi hanno determinato levoluzione della terza pagina. In primo luogo, un imprevisto scambio di argomenti tra la prima e la terza ha spostato in terza la politica, o meglio la riflessione politica, e la cultura negli articoli di fondo della prima (Pasolini stato lesempio pi clamoroso). Inoltre, periodici e quotidiani si sono praticamente scambiati i ruoli: i periodici invadono i territori tradizionali dei quotidiani, occupandosi di politica (Tempo, Epoca, Panorama, LEspresso) e cronaca (Cronaca vera). Il giornalismo investigativo, che richiede grandi disponibilit in termini di mezzi economici, diventato appannaggio del newsmagazines: sono Panorama e LEspresso a pubblicare le grandi inchieste. Il quotidiano, per contro, cerca di sottrarre al settimanale argomenti un tempo ritenuti marginali quali il variet, le attivit da svolgere nel tempo libero (hobbies, vita notturna e mondana), il gossip, oppure realizza dei supplementi settimanali allegati in abbinamento obbligatorio, con un sovrapprezzo o gratuitamente: il Corriere della sera Sette, Repubblica Il Venerd e perfino un femminile, D - La Repubblica delle donne. Libert di stampa e pluralismo dinformazione Ignazio Weiss distingueva due concezioni antitetiche di libert di stampa: libert di stampa democratica e libert di stampa autoritaria-dittatoriale. Due concezioni che corrispondono alle due tipologie prevalenti di sistema politico-istituzionale. Nei sistemi democratici, lo Stato si limita a varare forme per evitare abusi, mentre in quelli autoritari o dittatoriali si pu parlare di libert di stampa in quanto rappresenta la libera opinione del partito e dellunica classe politica esistente. Libert di informazione, secondo Weiss, significa diritto di tutti a essere informati secondo i criteri che ciascuna persona o gruppo si propone. Solo se viene rispettato questo criterio si pu parlare di libert di informazione. Le principali dichiarazioni sulla libert di stampa sono quella della rivoluzione francese, 1789, il primo emendamento degli USA, 1791, e la Dichiarazione universale dei diritti delluomo, promossa dallONU nel 1947 (Ogni individuo ha diritto alla libert di opinione e di espressione).La costituzione sovietica del 1931 prevedeva la libert di parola, stampa, riunione e comizi in conformit con gli interessi dei lavoratori e allo scopo di consolidare il regime socialista. Ma il diritto ad informare e a essere informati limitato anche in molti regimi democratici a causa della diminuzione delle testate, della concentrazione delle propriet e della scomparsa degli editori puri. In questo quadro, pi

che di libert di stampa o dinformazione, pi corretto parlare di pluralismo. Nei regimi dittatoriali pu esistere un pluralismo di categorie (giornali destinati a pubblici diversi), mentre in un paese ove esiste una pluralit di testate ideologicamente differenti tra loro si pu parlare di pluralismo dellinformazione. In Italia il pluralismo minacciato da diversi fattori. Einaudi diceva: Quando i conti non tornano, nei giornali viene meno la libert. In Italia le testate sono poche, vendono poco e manca la sicurezza della consegna tramite abbonamento (la forma pi diffusa di approvvigionamento in Usa, Gran Bretagna e Giappone, dove vengono distribuiti da studenti prima di andare a scuola); oltretutto la particolare conformazione geografica del Paese limita la velocit dei trasporti. Le edicole sono poche le licenze sono rapportate alla popolazione e fino a poco tempo fa le testate giornalistiche non potevano essere vendute nei punti di vendita della grande distribuzione. I quotidiani sono poco attenti ai reali interessi dei lettori. Le vendite aumentano se in prima si parla di sport; si riduce lo spazio tradizionalmente occupato dalla politica, che si limita al dibattito corrente sui problemi macroeconomici cronici o contingenti carovita e pensioni. Il registro linguistico inadatto al grande pubblico e le conoscenze propedeutiche allinterpretazione dei fatti vengono date per scontate. Infine, la maggior parte delle testate per sopravvivere si affida ai contributi dello Stato. Giornalismo e magistratura

Il segreto professionale del giornalista

Il codice di procedura penale nel 1865 sancisce che tutti coloro che sono venuti a conoscenza, nellesercizio della propria professione, di segreti, possono astenersi dal deporre. Con la riforma del 1913 vengono specificate le categorie che hanno diritto allesimente, nelle quali non ricompresso il giornalista. Nel 1930 la riforma varata dal governo fascista ribadisce lesclusione dei giornalisti dal segreto: nellarticolo 351, intitolato Diritto di astenersi dal testimoniare determinato dal segreto professionale, non figurano i giornalisti. Larticolo 2 (Diritti e doveri dei giornalisti) della legge 69/1963 (Istituzione dellOrdine dei giornalisti) sancisce il diritto insopprimibile della libert di stampa e lobbligo inderogabile del rispetto della verit sostanziale dei fatti, di lealt e di buona fede, lobbligo di rettifica di notizie inesatte di errori e il segreto professionale sulle fonti, che coinvolge anche gli editori. La contraddizione tra la legge 69/1963 e il codice di procedura penale che sono entrambe norme di rango legislativo evidente, anche perch la prima stabilisce che il segreto professionale un obbligo, prima che un diritto: la sua violazione pu comportare procedimenti disciplinari che potrebbero condurre a sanzioni di varia natura, sino alla radiazione dallalbo. Nel 1947 il presidente della quarta sezione penale del Tribunale di Roma dispone larresto di Roberto Chiodi per non aver voluto rilevare le proprie fonti nella testimonianza resa nellambito del processo agli esponenti di Ordine nuovo. La contraddizione stata in parte superata dalla recente riforma del diritto processuale penale: il comma 3 del nuovo articolo 300 recita Le disposizioni previste dai commi 1 e 2 (diritto di astenersi dal testimoniare, NdR) si applicano

anche ai giornalisti professionisti iscritti nellalbo professionale, relativamente ai nomi delle persone delle quali i medesimi hanno avuto notizie di carattere fiduciario nellesercizio della loro professione. Tuttavia se le notizie sono indispensabili ai fini della prova del reato per cui si procede e la loro veridicit pu essere accertata solo attraverso lidentificazione della fonte della notizia, il giudice ordina al giornalista di indicare la fonte delle sue informazioni. Permane una discriminazione tra i giornalisti professionisti e i giornalisti pubblicisti e oltretutto il segreto enormemente pi limitato rispetto a quello di cui godono altre categorie professionali.

Il segreto istruttorio

Il giornalista di cronaca giudiziaria si trova costantemente a fare i conti con il segreto istruttorio. Regola la materia larticolo 164 del codice penale, che sancisce il divieto di pubblicazione degli atti processuali di cui non sia ancora stata data lettura in sede dibattimentale a porte aperte. Larticolo vieta anche la pubblicazione di istruttorie chiuse con sentenze di non luogo a procedere finch non ne sia possibile la riapertura. Se il dibattimento avviene a porte chiuse, ogni atto processuale comprese le sentenze di giudizio soggetto ai termini di pubblicazione negli archivi di stati. In Francia e Gran Bretagna le normative sono molto simili a quella italiana, ma in Gran Bretagna i processi hanno durata brevissima, mentre i lunghi tempi della giustizia italiana contrastano con lesigenza di informazione del giornalista, che spesso ottiene le informazioni per vie traverse, dunque in maniera potenzialmente distorta. Il giornalismo fra mestiere e professione

LOrdine dei giornalisti

Istituito dal legislatore fascista nel 1928, lOrdine dei giornalisti svolge essenzialmente due ruoli, tra loro almeno apparentemente antitetici: quello di controllo e quello di garanzia. Abolito con labolizione delle norme corporative nel 44, e ritenuto da gran parte della dottrina incompatibile con lordinamento repubblicano in virt dellarticolo 21 della Costituzione , stato ciononostante reintrodotto nel 1963 con la legge numero 69. lunico ordine che non riunisce liberi professionisti (i giornalisti free lance sono una minoranza e non sono tutelati dallOrdine). Lordine articolato in un consiglio nazionale e venti consigli regionali (inizialmente diciotto consigli regionali e uno interregionale). Comprende un albo suddiviso nei seguenti elenchi: giornalisti professionisti: sono coloro che esercitano in via esclusiva la professione giornalistica; giornalisti pubblicisti: sono coloro che, pur esercitando attivit giornalistica non occasionale e retribuita, svolgono altre attivit professionali o economiche;

elenco speciale dei giornalisti stranieri (i cittadini sammarinesi, svizzeri e degli stati membri dellUnione europea e dello Spazio libero europeo sono equiparati ai cittadini italiani); elenco speciale per i direttori di periodici ad elevato contenuto tecnico, scientifico o professionale (stampa di settore). Per liscrizione nellelenco dei giornalisti pubblicisti necessario aver collaborato per almeno due anni con una testata giornalistica e aver percepito regolari compensi. Per liscrizione nellelenco dei giornalisti professionisti necessario superare una prova di idoneit professionale impropriamente nota come esame di Stato che si tiene a Roma in due sessioni allanno. Per accedere alla prova necessario essere stati iscritti allapposito registro dei praticanti, estraneo allalbo (unica differenza sostanziale introdotta rispetto alla legge fascista), per 18 mesi. Frequenti sono i casi nei quali lOrdine dei giornalisti riconosce retroattivamente il praticantato, dufficio o sulla base di sentenze del giudice del lavoro. Vivaci polemiche suscitano i cosiddetti spezzatini, praticantati svolti in pi testate per una durata complessiva di 18 mesi, mediante contratti a tempo determinato o rapporti regolarizzati a posteriori. Per iscriversi al registro dei praticanti, gli aspiranti che non siano in possesso del titolo finale rilasciato da una scuola secondaria di secondo grado devono sostenere un esame preliminare di cultura generale. Per liscrizione al registro, lOrdine richiede un rapporto contrattuale specifico per i praticanti, previsto dal CCNL giornalistico, oppure la frequenza di un corso biennale sostitutivo del praticantato presso un istituto per la formazione al giornalismo promosso dallOrdine (Milano Carlo de Martino, Urbino, SGRTV Perugia) o un corso universitario sostitutivo. Ai corsi degli istituti per la formazione al giornalismo, dal 2002, si accede con laurea (prima era sufficiente la maturit o il diploma conclusivo di scuola secondaria superiore), mentre alluniversit il titolo richiesto dipende dalla configurazione istituzionale dei corsi sostitutivi del praticantato (nella maggior parte dei casi si tratta di corsi finalizzati al rilascio di master universitario di I livello, pertanto vi si accede con laurea). Sono previsti alcuni limiti di et: 18 anni per liscrizione nel registro dei praticanti, 21 anni per liscrizione, previo superamento della prova di idoneit professionale, nellelenco dei giornalisti professionisti. Per liscrizione allalbo come pubblicista non sono previsti limiti di et. In base alla prassi giurisprudenziale consolidata, liscrizione allelenco dei pubblicisti dellalbo non incompatibile con liscrizione ad altri albi professionali.

Come si diventa giornalisti

Sul piano formale si diventa giornalisti professionisti dopo diciotto mesi di praticando e un esame da sostenersi davanti ad apposita Commissione. Fra i requisiti richiesti dalla legge del 1963 per liscrizione nellelenco dei professionisti, occorre lesercizio continuativo della pratica giornalistica per almeno diciotto mesi. Per svolgere la cosiddetta pratica giornalistica, e comprovare leffettivo tirocinio di diciotto mesi, previsto per colui che apprende, liscrizione al registro dei praticanti. Iscritto allalbo, questultimo svolge il suo apprendistato presso un quotidiano, oppure presso il servizio giornalistico della radio o della televisione, con almeno quattro giornalisti professionisti redattori ordinari, per un periodo minimo di diciotto mesi.

Trascorso il periodo di apprendistato si pu richiedere, al direttore responsabile, una dichiarazione motivata sullattivit giornalistica svolta, che servir per liscrizione allalbo dei professionisti e per essere ammessi a sostenere la prova di idoneit professionale. La suddetta, composta da una prova scritta e orale di tecnica e pratica del giornalismo e integrata dalla conoscenza delle norme giuridiche attinenti al giornalismo stesso, si svolge a Roma davanti ad una commissione di sette membri, di cui cinque di nomina del Consiglio nazionale dellOrdine e due nominati dal presidente della Corte dappello di Roma, scelti uno fra i magistrati di tribunale e laltro fra i magistrati di appello Le agenzie di stampa Fonte primaria nella raccolta di notizie lagenzia di stampa (detta anche agenzia giornalistica o agenzia dinformazione). Il ruolo dellagenzia quello di raccogliere le materie prime, cio le notizie, in maniera obiettiva, come se si trattasse di una raccolta per fini industriali, sulla quale non possono cio pesare connotati passionali ed emotivi. Secondo le concezioni moderne linformazione dagenzia deve rispondere a quattro criteri: rapidit, certezza (le informazioni devono gi essere ineccepibilmente verificate), obiettivit (le notizie vanno trattate come se fossero fotografie) e universalit (completezza). La forma deve essere concisa e semplice e va indicata la fonte dellinformazione. Il linguaggio devessere chiaro e la scelta dei termini rigorosa. Le prime agenzie nascono agli inizi del XIX secolo, quando linformazione politica ed economica acquisisce unimportanza fondamentale per i riflessi immediati su borse, mercati e prezzi al consumo. Nel 1832 un ex banchiere, Havas, avvia un ufficio che raccoglie articoli dallestero. Tre anni dopo comincia a tradurre in altre lingue e distribuisce allestero gli articoli che appaiono sui quotidiani francesi. Le notizie hanno un valore direttamente proporzionale alla rapidit con le quali vengono distribuite: inizialmente si adoperano i piccioni viaggiatori e poi, con il telegrafo elettrico di Samuel Morse installato per la prima volta in Gran Bretagna nel 1841 , gli incassi aumentano. Nel 1850 alcuni ex dipendenti dellagenzia aprono uffici simili in altri stati: Wolff a Berlino Wolff Bureau, Reuter a Londra Telegraphic office. Le tre agenzie si fanno concorrenza e poi si alleano fino a dominare, incontrastate, la raccolta e la distribuzione delle notizie in campo internazionale, insieme con le consorelle americane. Dopo accordi e fusioni, il mercato americano risulta dominato da tre agenzie: UPA, United press e International new service. In tutta Europa prolificano agenzie minori che si accordano con agenzie straniere e internazionali per fornire notizie del proprio stato ricevendo in cambio quelle riguardanti lestero. Su suggerimento di Cavour, nel Regno di Sardegna Guglielmo Stefani promuove unagenzia che si accorda con la Havas. La Stefani operer sino al dopoguerra come agenzia ufficiosa dello Stato (e del Governo). Nel 1859 Wolff, Havas e Reuter siglano unalleanza per risparmiare sui costi di gestione: ognuna si occupava del proprio paese e della propria zona dinfluenza e le notizie venivano distribuite da tutte e tre. Laccordo si protrarr sino allinizio della prima guerra mondiale. Come conseguenza dellisolamento durante la guerra, in Germania nasce lagenzia di Stato Transocean. In Turchia nasce lAnadoni mentre allinterno dellUnione Sovietica prende vita la TASS. Questultima era l'agenzia di stampa ufficiale dell'Unione Sovietica, nata nel 1925.TASS acronimo, in Italiano, di Agenzia telegrafica dell'Unione sovietica presso il

gabinetto dei ministri dell'Urss. L'agenzia tuttora esistente, dopo aver mutato il suo nome in ITAR-TASS nel 1992, a seguito della dissoluzione dell'Unione Sovietica, ed a tutt'oggi la maggiore agenzia giornalistica russa. La Wolff chiude dopo la guerra, mentre le altre due agenzie leader conservano a fatica i propri territori: i paesi del Commonwealth (Reuters) e lAmerica latina (Havas).Dopo la seconda guerra mondiale Havas diventa Agence France press, Tass domina nei paesi dellEuropa orientale, Telegraphic office persegue la propria attivit con il nome che aveva acquisito gi da tempo, Reuters. LAssociated press e la United press international acquistano maggiore spazio e potenza. Le cinque maggiori agenzie del mondo hanno il monopolio dellinformazione, con una libert di selezione e trasmissione delle notizie pressoch assoluta. Il pericolo di manipolazione reale, poich al lettore, pi che informazione, potrebbe pervenire formazione.A proposito di monopolio dellinformazione, in Italia la Stefani, durante il regime fascista, era diventata un anello di congiunzione tra stampa e regime. In una circolare del Ministero della cultura popolare del 1937 si invitavano i direttori di giornale a non pubblicare notizie riguardanti il Duce, il Re e gli affari esteri e interni del Regno che non provenissero dalla Stefani.Con la caduta del regime la Stefani, troppo compromessa, scompare. Il 13 gennaio 1945 nasce lAnsa, Agenzia nazionale stampa associata, una cooperativa che ha per fine statutario quello di assicurare, con intenti mutualistici fra i soci, un esteso servizio di informazioni giornalistiche da distribuire ai giornali italiani ed esteri. Anche grazie ad accordi e convenzioni lAnsa ha ampliato i suoi servizi, rivolti anche ad imprese non giornalistiche e privati, divenendo la prima agenzia nazionale. Le altre, numerose agenzie oggi esistenti in Italia svolgono un servizio integrativo a quello dellAnsa; quelle nazionali generaliste sono lAdnKronos, nata come agenzia dinformazione prevalentemente economica, lAge (Agenzia giornalistica Europa), molto attenta alle cronache locali, lAsca, pure specializzata in notizie di tipo economico, e lAgi (Agenzia giornalistica Italia, nota come Agenzia Italia). LAgenParl si occupa di informazione parlamentare, mentre Area e AGR si occupano di produzione di notiziari per emittenti radiofoniche. Esistono inoltre delle agenzie che si occupano di notizie provenienti dal mondo cattolico. Infine Redattore sociale, facente capo alla Comunit di Capodarco, specializzata nellinformazione sul terzo settore, mentreNews Italia press si occupa della diffusione dellitalicit. Le figure professionali allinterno dei giornali

La direzione

Nella seconda met dell800 nasce il direttore politico. Il gerente figura normalmente estranea al giornalismo priva di funzioni direttive e redazionali risponde di fronte alla legge, mentre il giornale viene di fatto diretto da un soggetto terzo che non si espone direttamente. Sotto il Fascismo viene introdotta una norma, tuttora in vigore ( ripresa nella legge 47/1948), che obbliga le testate ad avere un direttore responsabile, nella persona di un cittadino maggiorenne iscritto allalbo dei giornalisti. Solitamente il direttore responsabile anche il

direttore politico e coincide con il direttore editoriale, cio con colui che effettivamente dirige la testata, in quanto prodotto editoriale, in base alla linea concordata con leditore, al quale risponde. Esistono casi nei quali il direttore editoriale non coincide con il direttore responsabile. Quasi sempre esiste a monte una motivazione di natura giuridica: Vittorio Feltri non pu ricoprire la carica di direttore responsabile di Libero in quanto stato sospeso dallalbo, e per la stessa ragione Indro Montanelli non era il direttore responsabile del Giornale. E cos i magazines allegati ai quotidiani, essendo quasi sempre loro supplementi e non testate registrate a parte, debbono condividerne il direttore responsabile, ma sono sempre diretti da giornalisti terzi. Molte case editrici di riviste specializzate, settoriali o rivolte a pubblici specifici hanno un unico direttore responsabile e singoli direttori di testata, che spesso non sono neanche giornalisti, ma redattori tecnici, disegnatori di fumetti e altro. Inoltre prima di una sentenza della Consulta del 1978, che ha sancito lincostituzionalit della legge 69/1963 nella parte in cui riserva ai giornalisti professionisti la direzione responsabile di testate giornalistiche, molti giornali locali avevano dei direttori responsabili pro forma, dei meri prestanome. Il direttore responsabile deve essere cittadino italiano o equiparato (Repubblica di San Marino, Confederazione elvetica, Liechtenstein, Norvegia e stati membri dellUnione europea) e godere dei diritti civili e politici. Risponde civilmente e penalmente di tutto ci che viene pubblicato senza firma, mentre per gli altri pezzi responsabile in solido con autore, editore e stampatore. responsabile per le rettifiche richieste ai sensi della legge 47/1948, che devono essere pubblicate entro i tre numeri successivi alla richiesta sui quotidiani ed entro i due numeri successivi per i periodici, con le stesse caratteristiche tipografiche relative alla notizia cui si riferiscono. Il direttore e un suo eventuale vicario vengono nominati dalleditore. Viene data comunicazione della nomina e degli accordi per la linea editoriale alla redazione almeno 48 ore prima della loro entrata in vigore. Contestualmente la redazione d il proprio parere. Il direttore garante degli accordi presi con leditore e non pu accettare o scrivere articoli contrari alla linea concordata. Compiti del direttore sono: fissare e impartire direttive per lapplicazione della linea editoriale e per organizzare il lavoro di redazione; stabilire le mansioni di ogni giornalista; dare le disposizioni per il regolare e corretto andamento del servizio. Il direttore normalmente scrive gli editoriali, quando non siano delegati al commentatore politico. Alla Nazione c stato un caso in cui il direttore ha demandato al vicedirettore la responsabilit, nel pieno rispetto dello spirito della legge, che prevede un solo responsabile (infatti la nomina di un vicedirettore responsabile obbligatoria nel caso il direttore responsabile sia investito di mandato parlamentare e per tutta la durata dello stesso). Questa anomalia rientrata quando Mattei viene sostituito da Bartoli. In alcuni giornali esiste la figura del condirettore (spesso un mero titolo onorifico). Il commentatore politico di solito un collaboratore, spesso comunque legato alla testata da un contratto di subordinazione. Instaura un forte legame con il lettore e ha una certa autonomia, che comunque pu essere ridimensionata dal direttore, anche perch si ritiene che non debba prescindere dalla linea editoriale.

La redazione

Il caporedattore (o redattore capo), in linea di principio, un redattore che ha un ruolo di coordinamento su altri redattori e riferisce direttamente al direttore. Coordina i collaboratori esterni, smista le notizie provenienti dalle agenzie, si rapporta ai capiservizio per la suddivisione delle pagine. Nei quotidiani pi grandi sono presenti pi caporedattori, che si occupano di coordinare redazioni differenti (per esempio la redazione spettacoli, la redazione sportiva: il capo della redazione di cronaca anche chiamato capocronaca o capocronista). Quando la testata ha pi redazioni pu esistere un caporedattore centrale a cui si affianca un caporedattore per ogni redazione decentrata, che svolge un ruolo fiduciario per conto della direzione. Il caposervizio coordina il lavoro di redattori, corrispondenti e collaboratori per quanto attiene a un singolo servizio (interni, esteri, costume etc.). Di solito viene incaricato di curare una pagina. Riferisce al caporedattore. I redattori sono coloro che, in posizione subordinata rispetto alla testata, contribuiscono a formare il giornale realizzando servizi commissionati dai propri superiori. Di solito si occupano di singoli settori. Quelli che si occupano di cronaca bianca sono detti cronisti, quelli che si occupano di nera neristi. Redattori sono normalmente anche gli inviati speciali e i corrispondenti dalle capitali (compresi i corrispondenti da Roma per la cronaca parlamentare dei quotidiani che non hanno la sede centrale o una redazione a Roma) e da New York. Il redattore, secondo il contratto vigente, pu essere anche un giornalista pubblicista. Nulla vieta, tuttavia, di assumere il giornalista pubblicista come praticante. Della redazione fanno parte ipraticanti, che per, anche se spesso svolgono le corrispondenti mansioni, non sono redattori. Infine il segretario di redazione un giornalista che si occupa della registrazione dellarchivio, della stesura dellagenda quotidiana dei singoli giornalisti, a volte di smistare le notizie dagenzia ai vari caporedattori e capiservizio. Si occupa anche di controlli amministrativi che riguardano la redazione, fungendo da interlocutore tra la redazione stessa e lamministrazione.

Lamministrazione

Ciascun giornale fa capo a unimpresa editoriale articolata in tre settori fondamentali: tecnico, amministrativo, commerciale. Il settore tecnico quello costituito dalle singole testate facenti capo allimpresa, che in s per s sono aziende con dirigenze proprie, e si occupano della realizzazione dei rispettivi giornali. Larea commerciale quella che si occupa delle strategie di posizionamento sul mercato e della raccolta pubblicitaria, eventualmente affidata a terzi (agenzie) con i quali interloquisce. Esiste anche un settore amministrativo, che si occupa di contabilit, gestione del personale, acquisti e questioni legali civilistiche, che dipende esclusivamente dal proprietario o dalleditore. La stampa fascista

Mussolini, che proveniva dal mondo della stampa, sapeva di dover procedere lentamente per poterne limitare la libert: il processo di fascistizzazione molto graduale. Il futuro duce viene cacciato dallAvanti quando si mostra favorevole allintervento in guerra. Fonda Il popolo dItalia, che diverr lorgano ufficiale del Partito nazionale fascista. Per poter controllare la stampa, il regime favorisce i cambi di propriet dei giornali da editori puri a gruppi industriali favorevoli al regime (La Stampa fu acquistato da Agnelli, il Corriere da Crespi). Pur essendo anticlericale, Mussolini con il concordato si avvicina alla Chiesa: in questo modo metter a tacere la stampa cattolica. Che, tuttavia, gli negher il consenso quando il Governo, dopo lasse Roma - Berlino, varer le leggi razziali. La stampa fascista costituisce un panorama variegato e non univoco. Il Corriere padano, Limpero e Il Tevere sono giornali squadristi. Il lavoro fascista organo del sindacato. La Stefani, controllata da Morgagni, diventer lorgano dinformazione prima ufficioso e poi ufficiale del Governo. Nel 1925 lufficio stampa del Governo, rafforzato, comincia a inviare dispacci ai prefetti contenenti direttive per i quotidiani. Inizialmente le circolari hanno forma di calde raccomandazioni, poi diventano ordini veri e propri: bisogna minimizzare ci che deleterio per il regime ed esaltare la figura del Duce e le imprese del suo governo. La cronaca nera ridotta al minimo, cos come le rubriche dedicate ai malcontenti. Nel 1923 viene emesso un decreto-legge affida ai prefetti lobbligo di vigilare sui quotidiani. Gli strumenti a disposizione dei rappresentanti territoriali del governo sono la diffida del gerente e lordine di cessazione delle pubblicazioni dopo che il gerente sia stato diffidato due volte se il giornale reca intralcio allattivit del governo, anche allestero, se reca turbamenti allordine pubblico o se istiga allodio di classe e alla disobbedienza alla legge. Il decreto viene convertito in legge nel 1924 e nel 1925 viene rafforzata la stampa fascista attraverso finanziamenti sottobanco. Lanno successivo ovvero il 1926, la fascistizzazione completa e si inaugura la nascita della figura del direttore responsabile. Nel 1928 nascono lOrdine, lalbo e il sindacato. Per esercitare attivit giornalistica obbligatorio essere iscritti allalbo. Non necessaria la tessera del Partito, ma i prefetti verificano lassenza di attivit contrarie al regime dei candidati alliscrizione. Nel 1930 nasce il giornalismo radiofonico, sin dallinizio controllato dal regime, ma di cui Mussolini, che preferiva la stampa, sottovaluta le potenzialit. Nascono anche i rotocalchi, in cui si pu parlare di tutto tranne che di politica. Vengono comunque date direttive sui toni da adoperare, per imporre una normalizzazione coerente con gli scopi del regime. Alla vigilia dellAbissinia lufficio stampa viene affidato a Ciano. Vengono inviati nelle prefetture suoi rappresentanti per meglio controllare la stampa. Mussolini convoca i dirigenti del sindacato dei giornalisti e dice loro che devono considerarsi militari comandati. Ciano riuscir a controllare anche la radio, bench istituzionalmente non rientri nelle sue competenze, con due iniziative: crea una rubrica di commento ai principali fatti del giorno che andr in onda ogni sera dopo il giornale delle 20 (Cronache del regime, condotta dal fedelissimo Davanzati) e aumenta le cronache in diretta degli avvenimenti politici, visto il successo di quelle sportive di Caroseo. La cronaca dellimpresa in Africa viene gestita dal regime, che utilizza tutti i mezzi di comunicazione esistenti, con grande successo. La censura militare e la sorveglianza del Ministero della stampa e della propaganda coprono i contrattempi della prima fase della guerra. Nel 1937 il Ministero della stampa diventa Ministero della cultura popolare: la nuova denominazione vuole sottolineare che lidentit culturale del

fascismo ispirata al popolo. Nonostante linfluenza di Ciano sulla stampa, Mussolini il suo sovrintendente. La stampa socialista Nel congresso di Bologna del 1896 nasce lesigenza di un giornale di partito: si trovano tremila abbonamenti preventivi, ma non i soldi. Per volere di Ferri, suo iniziale direttore, si chiamer LAvanti. Il giornale nasce a Roma, ma viene successivamente trasferito a Milan o, dove, essendo percepita la lotta di classe, pi radicato. Il primo numero dellAvanti, che rappresenta il primo quotidiano di partito in senso moderno, esce nel 1896. Il pubblico di riferimento era costituito dagli iscritti al partito e le direttive provenivano dalla segreteria. Sar un giornale moderato, con una vendita immediata di quarantamila copie. Lorgano socialista ha una vita travagliata sotto il profilo editoriale. A causa dei diverbi tra le correnti interne al partito si verificano continui cambi di direzione: dopo Ferri arrivano Morgari, Leonida Bissolati, Claudio Treves. Sempre legato alle sottoscrizioni degli abbonamenti, LAvanti non riesce mai ad avere una solida base editoriale. Ospita poca pubblicit. Oltre che alla politica, d risalto alla cronaca e alla cultura. Pubblica i romanzi di Zola. Altri quotidiani socialisti sono Il Tempo (1902-1911) e Il Lavoro di Genova, fondato nel 1903 dal movimento cooperativo degli scaricatori di porto. La stampa cattolica Allinizio del XX secolo la stampa cattolica cresce rispetto all800. Il Momento, di Torino, e il Corriere dItalia (Roma) sono due nuovi quotidiani che interpretano il pensiero di quella parte del mondo cattolico che riteneva di dover superare la formula del non expedit sancita dalla Chiesa. Nel 1908 il conte Grosoli fonda la Societ editrice romana, che former e organizzer un vero e proprio trust della stampa cattolica. In quattro anni i quotidiani assorbiti da questo gruppo sono sei e rappresenteranno uniformemente il pensiero dei cattolici entrati nellagone politico. La stampa nazionalista La novit pi significativa di inizio del XX secolo la comparsa di stampa nazionalista, basata su un'ideologia politica autoritaristica (politica come potenza) e sulla conseguente negazione della democrazia. Questa stampa denigra violentemente un'Italia definita meschina e pacifista. Fra il 1908 e il 1911 escono vari periodici di stampo nazionalista, che combattono sia i socialisti sia Giolitti. Nel 1910 si costituisce l'Associazione nazionalista italiana, cui aderisce Gabriele d'Annunzio. Papini e Prezzolini sono gli scrittori pi vivaci di questa corrente. La stampa nazionalista avr una grande responsabilit nella guerra di Libia, alla quale ci sar una generale adesione ad essa, osteggiata praticamente solo dallAvanti. Ma l'impresa della Libia lascer un'impronta indelebile sui giornali. Il nazionalismo ha fatto breccia in molti quotidiani di impronta liberale come il Corriere della sera. Il sistema giolittiano entra definitivamente in crisi

lasciando spazio a una non chiara leadership nazional-liberale, portatrice di spinte fortemente destabilizzanti. La funzione della pubblicit

Le origini storiche

I primi avvisi di natura commerciale appaiono sulle vecchie gazzette del 600 (nonch, saltuariamente, sul settimanale francese La Gazette), ma ci vorranno ancora un paio di secoli prima che il vincolo tra annunci economici e stampa periodica diventi stabile e irrinunciabile. Renaudat aveva avviato a Parigi unagenzia di affari che si occupava della pubblicazione di annunci aventi ad oggetto vendite e locazioni immobiliari. Nei periodici, come testimoniano esempi inglesi, tedeschi e americani, la pubblicit appare gi tra il 1600 e il 1700. Se la stampa di bollettini economici su periodici e quotidiani si diffuse rapidamente in Europa, la sua diffusione sui quotidiani ostacolata da remore e sospetti. A met del XVIII secolo la pubblicit presente su molti quotidiani politici; negli stati italici essa comincia a comparire a partire dal 1760 con la Gazzetta veneta. Con la rivoluzione francese si avverte la necessit di una maggiore informazione, soprattutto politica. I giornali, grazie anche allintroduzion e di nuove tecnologie, aumentano i propri lettori e quindi i potenziali acquirenti dei prodotti reclamizzati sulle proprie pagine. Nel 1830, quindi, la pubblicit arriva a diventare una voce essenziale nei bilanci delle case editrici di giornali. Nel mercato della compra-vendita degli spazi pubblicitari, nel dialogo diretto fra domanda ed offerta, si inseriscono presto gli appaltatori, che acquistavano in toto lo spazio globale delluna e dellaltra testata e lo gestivano rischiando e speculando. Quindi lappaltatore garantiva un gettito finanziario sicuro. De Girardin, giornalista ed editore, grazie alla pubblicit riesce ad abbattere il prezzo dellabbonamento al suo periodico, portandolo da 80 franchi annui a 40. Nella maggior parte dei casi la vendita degli spazi pubblicitari affidata ad agenzie che li acquistano, garantendo un introito sicuro alleditore della testata, e li rivendono a terzi speculandovi. Non sempre la presenza di tali mediatori necessaria: lo dimostra la scelta fatta da Albertini di far gestire in proprio la pubblicit al Corriere della sera. Oggi la quasi totalit dei grandi giornali usa delle agenzie per procurarsi gli introiti pubblicitari, mentre il Corriere della sera rimasto sulla scia tracciata a suo tempo da Albertini: la sua divisione pubblicit diventata una societ a s stante, ma sempre interna al gruppo e da esso controllata, e, pur offrendo i suoi servizi anche a terzi, opera prevalentemente come concessionaria delle testate del gruppo e delle edizioni locali edite da societ esterne (le due edizioni e le cinque sotto-edizioni del Corriere del Mezzogiorno, il Corriere del Veneto, il Corriere di Verona e le due edizioni del Corriere delle Alpi), ma offre i suoi servizi anche a terzi. Il cliente che programma un investimento pubblicitario si rivolge allagenzia, che gli prepara il messaggio e lo veicola sulle testate e sulle emittenti radiotelevisive di cui concessionaria. Il settore della creazione pubblicitaria per andato sempre pi diversificandosi da quello della vendita degli spazi. Pertanto sempre pi spesso il cliente si rivolge a unagenzia alla quale affida la pianificazione pubblicitaria: una

volta erano gli studi di grafica pubblicitaria, oggi di solito sono, in senso pi ampio, agenzie di comunicazione strategica. Lagenzia elabora il messaggio dal punto di vista visivo e testuale (o audiovisivo) e lo sottopone a varie concessionarie di pubblicit, in relazione al budget predisposto dal cliente. A volte il cliente acquista direttamente dallagenzia di pian ificazione il messaggio e si rivolge autonomamente alle concessionarie di pubblicit. Le aziende pi grandi hanno dei propri dipartimenti incaricati della pianificazione pubblicitaria, oppure dei reparti incaricati della comunicazione esterna che a tal fine si interfacciano con le agenzie. Nel 1975 stato introdotto lintervento pubblico a favore delleditoria. Oggi i finanziamenti sono destinati ai giornali di partito e politically-oriented: al fine di ottenere questo status, sono sufficienti le firme di due parlamentari, anche di schieramento diverso. Ne deriva che la quasi totalit dei quotidiani beneficia di fondi dello Stato. Il tornaconto delle agenzie di pubblicit pu essere non solo economico ma anche politico. SIPRA utilizzava il mezzo televisivo come canale di finanziamento di altre testate di cui era concessionaria, offrendo ai clienti sconti per lacquisto degli spazi sulle testate da essa proposte. La concentrazione delle testate Sono rari, nel nostro paese, gli editori cosiddetti puri, cio imprenditori che esercitano esclusivamente leditoria giornalistica. La graduale scomparsa dei suddetti indubbiamente legata ai dissesti dei bilanci delle imprese editoriali dei giornali, che richiedono laiuto di capitale esterno alla propriet. Con Montanelli che definiva lessere attivo la miglior difesa per un giornale, inevitabilmente le concentrazioni sopravvenivano quando le testate finivano in passivo. Questo fenomeno sembra avere origini storiche ben precise, che risalgono agli anni del fascismo. Questultimo nel rispetto della propriet ricorse allespropriazione con indennizzi. Grossi complessi industriali o enti pubblici sono stati in qualche senso costretti a prestarsi alloperazione. Citiamo Giovanni Agnelli che acquista La Stampa e il Banco di Napoli che entra in possesso del Mattino. Le concentrazioni possono essere di tre tipi: una dipendente da motivi economici, una a fini di pressione politica ed infine una concentrazione che da vita ad unespansione pubblica realizzata attraverso forme molteplici nel settore della carta stampata. Le cooperative giornalistiche

Le origini del fenomeno

Uno dei fenomeni pi importanti del mondo giornalistico di oggi sono le cooperative giornalistiche, cooperative composte di giornalisti professionisti o pubblicisti, o di giornalisti e poligrafici. Tali cooperative potrebbero rappresentare una possibile via per ridurre o uscire lentamente dalla crisi del settore, poich con essere verrebbe a ricostituirsi l editore puro. Il pi antico quotidiano italiano, la Gazzetta di Mantova gestito dal 1946 da una cooperativa, la CITEM. Possiamo affermare che vi un primo gruppo di cooperative che sono nate, o

divenute tali, non perch scaturite dalla disperata necessit di difesa del posto di lavoro, ma per libera iniziativa dei soci. Accanto a queste vi sono cooperative che si creano come reazione alla volont della propriet di licenziare i dipendenti e chiudere la testata con la motivazione generica di una ristrutturazione dellazienda o degli impianti.

Dal Tirreno al Telegrafo

Il primo esempio, caso classico delleditoria italiana, riguarda il quotidiano toscano Il Telegrafo, divenuto poi Il Tirreno. Il 13 Luglio 1976 la propriet del Telegrafo inviava una lettera di licenziamento agli oltre 200 dipendenti, con la reazione delle parti interessate che fu immediata. Convocata unassemblea aperta, dove vi presero parte amministratori comunali, segretari di partiti e parlamentar, la decisione fu quella di continuare con la pubblicazione del giornale. Inizi il lungo periodo di autogestione, loccupazione dellazienda e nacque quindi la Cooperativa Libera Informazione. Lobiettivo della cooperativa era quello di acquistare la testata e di poter usufruire degli impianti ad un equo canone daffitto. Nel corso del primo dialogo con lex presidente della Societ Editrice Il Telegrafo, la cooperativa ottenne la concessione dello stabilimento e della testata in affitto ma tutto questo si rivel unabile mossa per costringere i membri della cooperativa ad accettare lindennit di fine rapporto e a non impugnare il licenziamento. Con il liquidatore che invitava allo sgombero dello stabilimento, con Livorno, e non solo, che pretendeva la sopravvivenza del suo quotidiano, si giunse alla conclusione in questi termini: lEditrice il Telegrafo, in liquidazione, cedeva immobile e testata all Editoriale LEspresso ed in pratica alla nuova editrice Il Tirreno, mentre trasferiva alla propriet della testata Il Telegrafo, che veniva cos posto in naftalina.

Il Corriere della sera Nasce a Milano nel 1876, pochi giorni prima dellavvento del governo di sinistra, che determin lo schieramento politico delle testate. Fondatore del Corriere della sera perch, come quasi tutti i quotidiani dellepoca, veniva messo in distribuzione nel tardo pomeriggio un napoletano di origini francesi, Torelli Viollier, che si presenta al pubblico con un editoriale nel quale annuncia che il suo giornale non si schierer apertamente, ma si limiter a giudicare i fatti. Nei primi tempi i mezzi economici erano inadeguati a determinare una grande diffusione. Con lentrata nella societ editrice dellindustriale Crespi, si decise di investire nellammodernamento degli impianti e si aument la tiratura, il che determin un incremento degli incassi. Durante i moti di fine secolo la Prefettura gli pass notizie false con lavallo della propriet, che aveva assunto posizioni filogovernative. Torelli pertanto lascia la direzione e gli subentra Oliva, che accetter i provvedimenti liberticidi del governo Pelloux. Crespi pertanto lo allontana e nomina al suo posto Albertini, che ricoprir lincarico per ben 25 anni, tenendo una

linea fortemente antigiolittiana. Alberini introduce le foto a colori e crea una compatta quipe di collaboratori. Inizialmente affida la pubblicit allagenzia Manzoni, per poi farla gestire in proprio alla testata. in questo periodo che la sede si trasferisce in via Solferino. Albertini introduce anche la terza pagina e la porter al suo massimo splendore. Pubblica in esclusiva contributi di Giovanni Verga, Grazia Deledda e Luigi Pirandello. A sguito della repressione della libert di stampa operata dal regime fascista, Albertini, nel 1925, rassegner le dimissioni. La propriet della testata pass interamente nelle mani della famiglia Crespi, vicina al regime, che ne affid la direzione a Benedetto Croce. Il Mattino Nasce a Napoli nel 1892, fondato dallabruzzese Edoardo Scarfoglio e dalla greco - napoletana Matilde Serao, sua consorte. Scarfoglio fonda Il Mattino con le centomila lire ottenute dalla liquidazione dal Corriere di Napoli, che aveva diretto dopo il Corriere di Roma. La Serao si appoggia Salandra e Giolitti contro Nicotera e fa collaborare molti intellettuali conservatori tra cui Francesco Saverio Nitti. Napoli la citt italiana dove si pubblicano pi quotidiani ben dieci e Il Mattino riesce a sbaragliare la concorrenza arrivando a 17mila copie nel 1896, per imporsi nel 1911, quando Scarfoglio acquista il Corriere di Napoli e lo trasforma in sua edizione serale, come la pi importante testata giornalistica napoletana. La linea del Mattino ultraconservatrice e antioperaia; il giornale uno dei pi accaniti sostenitori di Francesco Crispi, interpretando gli interessi dei maggiori gruppi immobiliari, armatoriali e mercantili dellex Regno delle Due Sicilie, e in particolar modo napoletani, e successivamente passa ad appoggiare Giolitti nelle sue mire espansionistiche nei Balcani e in Africa. Nel 1918 gli eredi di Scarfoglio, morto lanno prima, cedono la testata al gruppo siderurgico ILVA, per poi riacquisirne il controllo nel 1922. Nonostante il giornale si fosse avvicinato al Fascismo, nel 1925 il regime ne impone lacquisto al Banco di Napoli. Il Mattino, ormai fascistizzato, dopo la Liberazione costretto a cessare le pubblicazioni (1943-1950): al suo posto viene pubblicato Il Risorgimento (che fino al 1949 sar di propriet di Achille Lauro). Nel 1976 il Banco di Napoli cede la testata al gruppo Rizzoli, che costituisce una societ ad hoc, la Edime (Edizioni meridionali). Nel 1985 Rizzoli ne cede la quota di maggioranza a Stefano Romanazzi. Oggi Il Mattino appartiene al gruppo Caltagirone. Il Messaggero Nasce a Roma nel 1879 come giornale politico. Veniva realizzato riportando notizie apprese da altri giornali. Deve il suo iniziale successo ai resoconti dei processi, ai romanzi dappendice e soprattutto alla cronaca cittadina, descritta quartiere per quartiere, nonch alla pionieristica introduzione di una serie di rubriche dedicate ai lettori, come quelle delle lettere e dei necrologi. Fondato da Luigi Cesana, che lo diresse e ne fu proprietario sino al 1911. Sul modello dei quotidiani statunitensi, diede molto spazio alla cronaca, conquistando una vasta area di lettori, che tra laltro si riconosceva nel moderato progressismo cui fu improntata la linea politica del giornale, almeno sino agli anni della prima guerra mondiale. Al termine del conflitto la propriet pass alla famiglia Perrone, che deteneva il controllo anche di Il Secolo

XIX, e sino alla fine della seconda guerra mondiale mantenne una linea favorevole a Benito Mussolini. Nel 1947, con la direzione di Mario Missiroli, seppe nuovamente proporsi come giornale di una borghesia di centro non ostile alla sinistra. Ceduto dai Perrone a Rusconi, e da questo, nel 1974, alla Montedison, nel 1988 pass alla famiglia Ferruzzi; oggi di propriet del gruppo Caltagirone Editore. Il Roma Il Roma il pi antico quotidiano italiano post-unitario. Fondato a Napoli nel 1862 (il primo numero usc nelle edicole il 22 agosto), stato per lungo tempo la voce dei repubblicani ed stato dedicato a Roma quale auspicata capitale del nuovo stato unitario. Acquistato dall'armatore Achille Lauro, ha cessato le pubblicazioni nel 1980. Un anno e mezzo prima l'editore Ercole Lauro, figlio di Achille, nel tentativo di risanarne i bilanci decise di abbandonare le posizioni politiche e collocare il quotidiano su posizioni filogovernative, affidandone la direzione ad Antonio Spinosa. Il tempo di far terminare il praticantato a quattro nuovi assunti (tra cui l'odierno direttore) e dal 2 novembre 1980 il giornale non fu pi nelle edicole. Era stato diretto da Alfredo Signoretti, Alberto Giovannini e Piero Buscaroli. Vi avevano collaborato Francesco de Sanctis, Leo Longanesi e Julius Evola. Riapr nel 1992 sotto la direzione di Domenico Mennitti, che rilanci le edizioni provinciali in Puglia. Nel 1996 la testata stata rilanciata da Giuseppe Tatarella come organo d'informazione del movimento politico-culturale "Mediterraneo", grazie a un accordo con Il Giornale di Napoli, che da allora esce in allegato al Roma (di cui oggi un inserto). Direttore della nuova serie, sin dal suo lancio, Antonio Sasso, che dirige anche Il Giornale di Napoli. Comitato di Redazione Il comitato di redazione, organo sindacale rappresentativo de giornalisti allinterno dellimpresa, compare per la prima volta nel contratto collettivo del 23 Luglio 1947. Tale comitato aveva il compito di mantenere il collegamento con gli organi direttivi delle associazioni regionali di categoria e i giornalisti dellazienda. Si adoperava inoltre per la conciliazione delle controversie individuali e collettive insorgenti fra le parti. Per pi di ventanni il comitato di redazione restava un organo di scarso rilievo. A partire dagli anni settanta, per, specie nei grandi quotidiani il comitato si faceva interprete anche, fra le altre, delle scelte di natura politica. Il comitato era composto da non pi di tre membri da eleggere fra i giornalisti professionisti dellazienda. Nel caso il numero di redattore fosse inferiore a quindici, poteva essere eletto un fiduciario con compiti analoghi a quelli del comitato di redazione. Stampa della Resistenza Per quanto concerne la stampa della Resistenza, due sono i maggiori filoni. Il pi grande quello della stampa clandestina prodotta dai partiti e da altri gruppi antifascisti, da Roma al Nord, tra il settembre 1943 e la fine della guerra. Il secondo filone quello dei fogli delle formazioni partigiane, compilati senza i rischi della clandestinit. La stampa comunista la pi

numerosa e la pi diversificata: lUnit esce a Roma, Milano, Torino e Genova. Le due edizioni principali dellorgano del partito di azione, ovvero LItalia libera, escono a Roma e a Milano e raggiungono una tiratura di 20 mila copie ciascuna. I fogli delle formazioni partigiane vedono la luce a partire dalla primavera estate del 1944. In parecchi fogli si legge chiaramente che il giornale esce quando e come si pu. Stampa della Liberazione Il ritorno della libert per la stampa e per la radio condizionato dallandamento della guerra lungo la penisola. Per la stampa e la radio tutto dipende dal Governo militare che agisce attraverso il Pwb. E questultimo che rilascia le autorizzazioni necessarie per stampare i giornali: i primi fogli escono in Sicilia e Calabria. Il pi noto foglio siciliano la Sicilia liberata. I quotidiani pi importanti e pi diffusi sono quelli che escono a Bari e a Napoli. In Puglia la Gazzetta del Mezzogiorno non interrompe le pubblicazioni neanche per un giorno. A Napoli invece il Pwb non consente la ricomparsa del Mattino e del Roma. Il 7 ottobre esce per Il Risorgimento. Sullassetto da dare alla radio non ci sono contrasti. Tutti sono favorevoli alla continuit del sistema della concessione statale e alla formazione di un nuovo ente pubblico monopolistico, la Rai costituito il 26 ottobre 1944.

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