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Velocit della luce

Velocit della luce


In fisica, la velocit della luce pari alla velocit di propagazione di un'onda elettromagnetica, essendo la luce stessa un'onda elettromagnetica. Indicata tradizionalmente con la lettera dal 1894 quando fu cos rappresentata da Drude, dal latino celeritas /k'lritas/, "velocit", ha un valore nel vuoto pari a c0=299 792,458km/s, tipicamente approssimato a 300000 km/s. Quest'ultima una costante fisica indipendente dal sistema di riferimento, dell'osservatore o dalla velocit dell'oggetto che emette la radiazione. Dal 21 ottobre 1983 si scelto pertanto questo valore come esatto per tarare altre costanti, tra cui il metro, in quanto grazie alla tecnologia raggiunta stato possibile misurare basandosi sull'effetto Hall quantistico le costanti dell'elettromagnetismo con eccezionale precisione. Secondo la relativit ristretta, inoltre la velocit massima a cui pu viaggiare tutta l'energia, materia e informazione nell'universo. la velocit di tutte le particelle senza massa e dei relativi campi, tra cui la radiazione elettromagnetica stessa, nel vuoto, ed prevista dalla teoria corrente della velocit di gravit, cio, delle onde gravitazionali. Tali particelle e onde viaggiano nel vuoto a a prescindere dal moto della sorgente o del sistema inerziale di riferimento dell'osservatore. Nella teoria della relativit, interrelaziona le grandezze fisiche classiche spazio e tempo introducendo definitivamente il concetto di spaziotempo, e appare nella famosa equazione di equivalenza massa-energia. Invece notevolmente c non una costante n in generale per un mezzo la massima velocit a cui pu viaggiare tutta l'energia, materia e informazione nel mezzo stesso, e ci responsabile dell'effetto Cherenkov.

Linea che mostra la velocit della luce in un modello in scala. Dalla terra alla luna, 384400 km, circa 1,28 secondi considerando la distanza media centro terra/centro luna

Definizione
La velocit della luce legata alle propriet elettromagnetiche del mezzo in cui si propaga: precisamente alla permittivit elettrica e permeabilit magnetica :

solitamente ci si riferisce al vuoto:

, in cui la relazione diventa in particolare:

dove vuoto.

la velocit della luce nel vuoto,

la permittivit elettrica del vuoto e

la permeabilit magnetica del

Velocit della luce

Costante in tutti i sistemi di riferimento


Per approfondire, vedi composizione delle velocit.

Nell'esperienza diretta, noi siamo abituati alla regola additiva delle velocit: se due automobili si avvicinano una all'altra a 50 km/h, ci si aspetta che ogni auto percepisca l'altra come se si avvicinasse a 100 km/h (ovvero la somma delle rispettive velocit). A velocit prossime a quella della luce, invece, diventa evidente dai risultati sperimentali che la regola additiva non pi valida. Due astronavi, ognuna viaggiante al 90% della velocit della luce relativamente a un osservatore posto tra di esse, non si percepiscono lun laltra come in avvicinamento al 180% della velocit della luce. La velocit apparente comunque inferiore al 100% della velocit della luce. Questo risultato dato dalla formula di Einstein per la super somma delle velocit:

dove e astronave.

sono le velocit delle astronavi relativamente all'osservatore, e

la velocit percepita da ciascuna

Contrariamente alla normale intuizione, indipendentemente dalla velocit a cui un osservatore si muove relativamente a un altro, entrambi misureranno la velocit di un raggio di luce con lo stesso valore costante, la velocit della luce. Albert Einstein svilupp la Teoria della Relativit applicando le bizzarre (rispetto all'esperienza quotidiana) conseguenze di qui sopra alla meccanica classica. Gli esperimenti ispirati dalla teoria della relativit confermano direttamente e indirettamente che la velocit della luce ha un valore costante, indipendente dal moto dell'osservatore e della sorgente. Poich la velocit della luce nel vuoto costante, conveniente misurare le distanze in termini di . Come gi a detto, nel 1983 il metro venne ridefinito in relazione a . In particolare, un metro la 299 792 458 parte della distanza coperta dalla luce in un secondo. Le distanze negli esperimenti fisici e in astronomia vengono comunemente misurate in secondi luce, minuti luce o anni luce.

Velocit superabile?
Velocit limite consentita nel mondo fisico
, grandezza fissa, indipendente dal sistema di riferimento, come in introduzione, per la relativit ristretta, la velocit massima cui pu viaggiare un ente fisico come energia, materia e informazione nello spaziotempo di Minkowski, modellato appunto sulla base del fatto che per ogni evento sia possibile tracciare un cono di luce e suddividere lo spazio in regioni disgiunte: il futuro, il passato e il presente dell'evento. Questo limite al nostro spazio fisico si appoggia alla struttura causale e costituisce una costante su cui si appoggia e articola tutta la teoria relativa alla dimensionalit dell'universo fisico osservabile, e in cui ci muoviamo. velocit massima di tutte le particelle senza massa e dei relativi campi. Anche particelle, di tipo immaginario, come i tachioni, pur viaggiando a velocit superiori a quelle della luce, non vengono accelerati a tale velocit, e neppure possono essere rallentati a velocit subluminali, si possono solo accelerare a velocit superiori. Anche in questo caso, allo stato attuale puramente un costrutto teorico, rimane un muro invalicabile. Bench nelle teorie fisiche, a tutto il XX secolo, tale velocit non sia quindi considerata superabile, e questo coerentemente con le osservazioni sperimentali, esistono situazioni, nell'ambito della meccanica quantistica, dove si osservano effetti istantanei, quindi di velocit infinita, come l'entanglement quantistico, dove, bench non si trasmetta informazione a velocit infinita, a velocit infinita si teletrasporta quantisticamente uno stato quantico. Gli effetti sono stati osservati sperimentalmente.

Velocit della luce

Effetti "superluminali"
Per approfondire, vedi Velocit superluminale e Tachione.

Allo stato attuale della conoscenza scientifica, , come sopra detto, la velocit massima nell'universo. possibile tuttavia che alcune frequenze radio spasmatiche in un gruppo di onde viaggino pi veloci della velocit di gruppo, di fatto andando "pi veloci della luce", tuttavia non possibile utilizzare queste frequenze per trasmettere "informazione"[1]. Un particolare fenomeno fisico, l'effetto Cherenkov, dovuto a particelle che si trovano a viaggiare al di sotto di c0 ma al di sopra della c del mezzo in cui si muovono, e "frenano" emettendo radiazione. Il limite imposto dalla relativit ristretta per la velocit quindi non un limite sulla velocit di propagazione di oggetti e segnali ma un limite sulla velocit a cui si pu propagare l'informazione. Sebbene queste due cose coincidano quasi sempre questa sottile distinzione permette, in alcuni casi particolari, di ottenere effetti cosiddetti superluminali. In questi casi, si possono vedere brevi impulsi di luce che superano degli ostacoli con una velocit apparentemente maggiore di . Eccedere la velocit di gruppo della luce in questo modo paragonabile a eccedere la velocit del suono sistemando una fila di persone opportunamente distanziate, e facendogli urlare "Sono qui!", una dopo l'altra a brevi intervalli temporizzati da un orologio, in modo che non debbano sentire la voce della persona precedente prima di poter urlare. In questo tipo di fenomeni, tuttavia, la velocit di fase di un pacchetto (pi frequenze) minore di quella della luce. Secondo le teorie relativit ristretta e generale non possibile che l'informazione venga trasmessa pi velocemente di in uno spaziotempo uniforme. Sarebbe possibile ad esempio usando un wormhole, ma l'esistenza di questi ultimi non supportata da prove sperimentali. Oggetti astrofisici (stelle e galassie) superluminali vengono comunemente osservati. Per questo tipo di oggetti il trucco risiede nel moto di avvicinamento di questi oggetti in direzione della terra. La velocit di un oggetto pu essere misurata, banalmente, come la distanza tra due punti attraversati dall'oggetto divisa per il tempo necessario per questo tragitto. Per oggetti astrofisici l'informazione spaziale e temporale sui punti di inizio e fine tragitto trasmessa all'osservatore tramite la luce. Se il punto di fine tragitto pi vicino all'osservatore del punto di inizio, la luce del punto di inizio tragitto risulta ritardata e quella del punto di fine anticipata nel suo arrivo sulla Terra. Il tragitto risulta, cos, iniziato dopo e finito prima, cio minore. Ne pu risultare, dunque, anche una velocit apparente maggiore di quella della luce.

L'esperimento "Opera" e le osservazioni del MINOS: materia pi veloce della luce?


Allo stato attuale non sono stati progettati grandi esperimenti di fisica delle particelle, volti specificamente a testare la superabilit di . Nel settembre 2011 un gruppo di scienziati dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso (esperimento OPERA) ha pubblicato i risultati delle loro osservazioni, collaterali, nell'ambito di ricerche volte a definire e verificare l'oscillazione dei neutrini, un fenomeno che farebbe mutare le particelle da un gruppo ad un altro tra i muonici, gli elettronici e i tauonici, suggerendo che queste particelle posseggano una massa, cos come gi teorizzato da Bruno Pontecorvo nel 1969. In queste osservazioni, sembrava che fasci di neutrini muonici, lanciati dal CERN di Ginevra verso il Gran Sasso, viaggiassero a velocit appena superiore a quella della luce, anche tenendo conto delle incertezze di misura, pari a una parte su 40000[2]. La conferma non avrebbe falsificato la teoria della relativit, ma piuttosto ne avrebbe suggerito l'incompletezza, rendendo necessaria l'elaborazione di una teoria pi estesa come avvenuto con la relativit a sua volta rispetto alla meccanica newtoniana, probabilmente con il supporto della teoria delle stringhe.[3][4] Il 22 febbraio 2012 comunque gli stessi ricercatori responsabili del progetto hanno associato ad un errore di misurazione degli strumenti l'anomalia della velocit dei neutrini.[5]

Velocit della luce Si ragiona da tempo su alcune generalizzazioni della relativit ristretta: in Minnesota al Main Injector Neutrino Oscillation Search, dedicato all'osservazione dei neutrini inaugurato nel 2005 che lavora con particelle provenienti dal Fermilab, avvenne un'esperienza analoga nel 2007 sempre indagando la migrazione dei neutrini attraverso le tre diverse famiglie[6], ma la maggiore incertezza sulle relative posizioni esatte rivelatore/emissione rese meno significativa la possibilit di un superamento di .

Storia
Per quanto possibile sapere, Galileo Galilei fu la prima persona a sospettare che la luce non si propagasse istantaneamente e a cercare di misurarne la velocit, ma possibile che altri prima di lui abbiano ipotizzato un valore finito della velocit della luce. Galileo scrisse del suo tentativo infruttuoso di usare lanterne per mandare dei lampi di luce tra due opposte colline fuori Firenze. Giovanni Alfonso Borelli (1608-1679), seguace di Galilei, fece il geniale tentativo di misurare la velocit della luce a mezzo di specchi riflettenti, sulla distanza Firenze-Pistoia. La prima misura della velocit della luce stata fatta da Rmer, utilizzando una anomalia nella durata delle eclissi dei pianeti Medicei, i satelliti di Giove scoperti da Galileo. Egli ottenne un valore di circa 210 800 000 m/s, dovuto alla scarsa precisione con cui aveva misurato il tempo necessario alla luce per percorrere il diametro dell'orbita terrestre. Una targa all'Osservatorio di Parigi, dove l'astronomo danese lavorava, commemora quella che fu, in effetti, la prima misurazione di una quantit universale, fatta su questo pianeta. Rmer pubblic i suoi risultati, che contenevano un errore del 10-25%, nel Journal des svans. Altre misure sono state effettuate da James Bradley, Hippolyte Fizeau e altri, fino a giungere al valore oggi accettato. una bizzarra coincidenza che la velocit della terra lungo la sua orbita sia molto vicina a un decimillesimo di c (il margine inferiore al punto percentuale). Ci ci suggerisce come Rmer misur la velocit della luce. Egli registr le eclissi di Io, un satellite di Giove: ogni giorno o due, Io entrava nell'ombra di Giove per poi riemergerne. Rmer poteva vedere Io "spegnersi" e "riaccendersi", se Giove era visibile. L'orbita di Io sembrava essere una specie di distante orologio, ma Rmer scopri che ticchettava pi velocemente quando la Terra si avvicinava a Giove e pi lentamente quando se ne allontanava. Rmer misur le variazioni in rapporto alla distanza tra Terra e Giove e le spieg stabilendo una velocit finita per la luce.

L'esperienza di Michelson e Morley


Per approfondire, vedi Esperimento di Michelson-Morley.

Quando si rigettato il modello della luce come un flusso di particelle, proposto da Cartesio e sostenuto da Newton, il modello ondulatorio, suo successore, poneva il problema di un mezzo che sostenesse le oscillazioni. Tale ipotetico mezzo, detto etere, doveva avere caratteristiche molto peculiari: elastico, privo di massa e resistenza al moto dei corpi, doveva peraltro trascinare la luce come una corrente trascina una barca o il vento le onde sonore. Un vento delletere doveva trascinare la luce. Per verificare la presenza delletere tramite leffetto di trascinamento, Michelson e Morley ripeterono pi volte unesperienza con un interferometro. Se, a causa del vento delletere, la velocit di propagazione della luce nei due bracci AB e BC diversa, i due fasci di luce impiegano un tempo diverso per tornare a incontrarsi in A e quindi le oscillazioni nei due fasci presentano una differenza di fase , come nelle funzioni sinusoidali

Ci provoca la formazione di frange chiare e scure come si osservano entro una fenditura di circa mezzo millimetro fra due cartoncini posti di fronte a una sorgente di luce (va benissimo lo schermo bianco di un monitor) a circa 20 cm dallocchio. Le frange dovrebbero spostarsi variando lorientamento dello strumento rispetto al vento delletere. La

Velocit della luce differenza attesa nei tempi impiegati dalla luce per percorrere i bracci dellinterferometro parallelo e perpendicolare al vento delletere si calcola facilmente. Nelle numerose esperienze di Michelson, Morley e altri ancora non si mai osservata la formazione di tali frange, indipendentemente dal modo in cui veniva orientato l'interferometro e dalla posizione della Terra lungo la sua orbita. La spiegazione di tale risultato secondo Einstein che non vi nessun etere e che l'indipendenza della velocit della luce dalla sua direzione di propagazione un'ovvia conseguenza dell'isotropia dello spazio. L'etere diventa semplicemente non necessario. Hippolyte Fizeau misur la velocit della luce tramite il suo interferometro che consisteva in una ruota dentata fatta girare a grande velocit. Attraverso i denti della ruota venne fatto passare un raggio di luce che raggiungeva intermittente uno specchio posto a grande distanza che rifletteva la luce nuovamente verso la ruota, ma il raggio di ritorno, poich intanto la ruota era girata, passava attraverso la fenditura successiva, quindi, nota la distanza che la luce percorreva, e noto l'intervallo di tempo in cui la ruota compiva la rotazione necessaria, Fizeau, calcol la velocit della luce con un piccolo errore rispetto al valore oggi affermato. Questo video schematizza tale esperienza.

Abbassamento di c
Passando attraverso i materiali la luce subisce degli eventi di dispersione ottica e, in moltissimi casi di interesse, si propaga con una velocit inferiore a , di un fattore chiamato indice di rifrazione del materiale. La velocit della luce nell'aria solo leggermente inferiore a . Materiali pi densi, come l'acqua e il vetro rallentano la luce a frazioni pari a 3/4 e 2/3 di . Esistono poi materiali particolari, detti metamateriali, che hanno indice di rifrazione negativo. La luce sembra rallentare per effetto di urto anelastico: viene assorbita da un atomo del materiale attraversato che si eccita e restituisce la luce in ritardo e in direzione deviata. Nel 1999, un gruppo di scienziati guidati da Lene Hau fu in grado di rallentare la velocit di un raggio di luce fino a circa 61 km/h. Nel 2001, furono in grado di fermare momentaneamente un raggio. Si veda: condensato di Bose-Einstein per ulteriori informazioni. Nel gennaio 2003, Mikhail Lukin, assieme a scienziati della Harvard University e dell'Istituto Lebedev di Mosca, riuscirono a fermare completamente la luce dentro un gas di atomi di rubidio ad una temperatura di circa 80C: gli atomi, per usare le parole di Lukin, "si comportavano come piccoli specchi" (Dum, 2003), a causa degli schemi di interferenza di due raggi di "controllo". (Dum, 2003) Nel luglio del 2003, all'Universit di Rochester Matthew Bigelow, Nick Lepeshkin e Robert Boyd hanno sia rallentato che accelerato la luce a temperatura ambiente, in un cristallo di alessandrite, sfruttando i cambiamenti dell'indice di rifrazione a causa dell'interferenza quantistica. Due raggi laser vengono inviati sul cristallo, in determinate condizioni uno dei due subisce un assorbimento ridotto in un certo intervallo di lunghezze d'onda, mentre l'indice di rifrazione aumenta nello stesso intervallo, o "buco spettrale": la velocit di gruppo dunque molto ridotta. Usando invece lunghezze d'onda differenti, si riusciti a produrre un "antibuco spettrale", in cui l'assorbimento maggiore, e dunque alla propagazione superluminale. Si sono osservate velocit di 91 m/s per un laser con una lunghezza d'onda di 488 nanometri, e di -800 m/s Wikipedia:Uso delle fonti per lunghezze d'onda di 476 nanometri. La velocit negativa indica una propagazione superluminale, perch gli impulsi sembrano uscire dal cristallo prima di esservi entrati. Nel settembre 2003, Shanhui Fan e Mehmet Fatih Yanik dell'Universit di Stanford hanno proposto un metodo [7] per bloccare la luce all'interno di un dispositivo a stato solido, in cui i fotoni rimbalzano tra pilastri di semiconduttori creando una specie di onda stazionaria. I risultati sono stati pubblicati su Physical Review Letters del febbraio 2004.

Velocit della luce

Calcolo attraverso le Equazioni di Maxwell


possibile ricavare la velocit della luce nel vuoto (dal momento che un'onda elettromagnetica), a partire dalle Equazioni di Maxwell. A partire dalla terza equazione di Maxwell, applicandovi l'operatore rotore, si ottiene:

Ricordiamo che:

Ma, dal momento che si considera una situazione ideale ovvero la presenza del vuoto, si ha che quanto non vi sono cariche e che in quanto vi assenza di corrente.

in

Dalle due equazioni, tenendo conto di quest'ultima considerazione, e considerando che l'operatore gradiente effettuato rispetto alle coordinate spaziali, si ottiene:

A questo punto, utilizzando la quarta equazione di Maxwell, otteniamo la prima delle due equazioni delle onde elettromagnetiche:

La soluzione di questa equazione, nota anche come Equazione di d'Alembert, rappresentata da onde che si propagano con velocit .

Calcolo con la teoria della relativit ristretta e con la relativit generale


La formula che descrive lo spazio-tempo nella teoria della relativit ristretta venne utilizzata da Einstein per il calcolo della velocit della luce:

Nella relativit generale, l'espressione dell'elemento

data dal tensore fondamentale covariante:

Einstein osserv quindi che se si conosce la direzione, cio sono noti i rapporti restituisce le grandezze , , , e, in conseguenza, la velocit (definita nel senso della geometria euclidea): .

, l'equazione del

L'ultima formula quella del calcolo del modulo di un vettore, applicata al vettore velocit della luce. Lo spazio-tempo ha quattro dimensioni, mentre quello euclideo ne ha tre: per utilizzare la geometria euclidea si operata una restrizione da quattro a tre dimensioni, eliminando quella temporale. Esprimendo i tre termini spaziali in unit di tempo (si diviso per velocit. Il termine ricavato per differenza dalla relativit ristretta, noti gli altri tre termini. ) si ottengono le componenti del vettore

Velocit della luce

Note
[2] This anomaly corresponds to a relative difference of the muon neutrino velocity with respect to the speed of light (v-c)/c = (2.48 \pm 0.28 (stat.) \pm 0.30 (sys.)) \times 10-5 [3] http:/ / arxiv. org/ abs/ 1109. 4897 Measurement of the neutrino velocity with the OPERA detector in the CNGS beam [4] Measurement of the neutrino velocity with the OPERA detector in the CNGS beam (http:/ / arxiv. org/ ftp/ arxiv/ papers/ 1109/ 1109. 4897. pdf) [5] Neutrini: nuovi test a maggio - Scienza e Medicina - ANSA.it (http:/ / www. ansa. it/ web/ notizie/ rubriche/ scienza/ 2012/ 02/ 22/ visualizza_new. html_102536180. html) [6] http:/ / arxiv. org/ abs/ 0706. 0437 Measurement of neutrino velocity with the MINOS detectors and NuMI neutrino beam [7] http:/ / it. arxiv. org/ pdf/ quant-ph/ 0312027

Bibliografia
(EN) Max Born; Emil Wolf, Principles of Optics: Electromagnetic Theory of Propagation, Interference and Diffraction of Light, Cambridge University Press. Corrado Mencuccini; Vittorio Silvestrini, Fisica II (Elettromagnetismo e Ottica), 3a edizione, Napoli, Liguori Editore, settembre 1998. ISBN 978-88-207-1633-2 (DE) Einstein, Albert (30 giugno 1905). Zur Elektrodynamik bewegter Krper (http://www.pro-physik.de/Phy/ pdfs/ger_890_921.pdf). Annalen der Physik 17: 891921. URL consultato in data 6 giugno 2010.

Voci correlate
Apparato di Fizeau-Foucault Esperimento di Michelson-Morley Galileo Galilei Ole Rmer Effetto erenkov Onda (fisica)

Onda elettromagnetica Radiazione elettromagnetica

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